MARCO VALERIO CORVO - VALERIUS CORVUS




Nome originale: Marcus Valerius Corvus
Nascita: 371 a.c. circa
Morte: 285 a.c.
Incarico politico: console 348 a.c.


Marco Valerio Corvo, Marcus Valerius Corvus, o Marcus Valerius Corvinus, nacque circa nel 371 a.c. e morì nel 285 a.c., famoso uomo politico e validisssimo generale romano, fu un importante membro dell'antica gens Valeria, di cui è stata rinvenuta una ricca domus sul Celio, di età repubblicana. Marco, Valerio, nominato tribuno, fu nel 349 a.c. compagno di Lucio Furio Camillo nella guerra contro i Galli.

Secondo Varrone però, i Galli guidati da Brenno calarono su Roma e la saccheggiarono dopo la vittoria dell'Allia nel 390 a.c., mentre secondo Polibio la battaglia fu combattuta nel 386/387 a.c. dal che si evince che si trattò di una battaglia successiva.



IL DUELLO

"L'animo di nessun gallo o la ferocia veniva meno, ma uno di loro superbo in armi e audacia, guardava e provocava i romani."

Qui accadde infatti l’episodio leggendario che gli avrebbe fatto acquisire a Valerio il cognomen di Corvus: un gigantesco rappresentante dei galli sfidò a duello un Romano, e Marco Valerio, appena adolescente, si offrì al combattimento. Nel corso dello scontro un corvo andò a posarsi sull’elmo del romano. L’uccello avrebbe poi, con il becco, ferito agli occhi, accecandolo, il guerriero gallo quando questi si avvicinava.

Livio:

"Un gallo si avanzò dalla schiera, insigne sia per la statura che per le armi e battendo lo scudo con l'hasta, sfida uno dei romani ad incocciare le armi. M. Valerio, tribunus militum adolescente si fa avanti armato allora scese dal cielo un corvo che si appollaiò sulla galea contro il nemico. 

Il fatto fu interpretato come fausto. Il corvo mantenne la sua posizione e quando iniziò il combattimento, levatosi sulle ali si gettò con il rostro e gli artigli contro gli occhi del nemico. Battuto il gallo, la vittoria arrise ai romani"

Ma anche Gellio (125 - 180) riportò le notizie su Valerio Corvino e sul suo cognome, forse prendendole dagli annali di Quadrigario, annalista romano del I secolo a.c., di cui non ci sono purtroppo pervenuti i suoi Annales dall'invasione gallica a Silla. Secondo i suoi contemporanei fu storico sincero e degno di fede.

Così grazie all’aiuto del corvo, Marco Valerio avrebbe vinto il duello. Allora il corvo volò via e i Romani, grati della vittoria, diedero a Valerio il cognome di Corvino. Da quel momento in poi l’ascesa politica del vincitore del duello fu inarrestabile.

MARCUS VALERIU CORVUS
Infatti poco dopo Valerio fu nominato maestro della cavalleria dal dittatore Tito Manlio Torquato, e l'anno dopo, nel 348 a.c., come narra Livio, sebbene avesse solo 23 anni, fu eletto console assieme a Marco Popilio Lenate.

Di nuovo console nel 346 a.c., con Caio Petelio Libone Visolo come collega, combatté e sconfisse i Volsci. Console per la terza volta nel 343 a.c., congiuntamente ad Aulo Cornelio Cosso Arvina, batté i Sanniti alle falde del monte Grauso e poi in Campania. Insomma una vittoria dietro l'altra.

Fu promotore della Lex Valeria de Provocatione che vietava pene corporali per un cittadino romano senza il giudizio dell'assemblea popolare. Venne eletto console per la terza volta nel 343 a.c. e si trovò a comandare le legioni romane nella prima battaglia della guerra sannitica. Livio narra le sue esortazioni ai soldati ed il suo comportamento eroico durante la battaglia (Livio VII, 31-33).

Poco dopo Valerio si scontrò con i Sanniti presso Suessula impadronendosi del loro accampamento.
Nel 342, data la situazione precaria, fu nominato dittatore per fronteggiare la ribellione dei militari di stanza a Capua e degli schiavi che si erano uniti a questo, e valendosi soprattutto del suo prestigio personale riuscì a sedare la rivolta senza combattere. (Livio VII, 38 e seg.). mostrando però a vittoria ottenuta una grande clemenza. .

Nel 335, console per la quarta volta, con Marco Attilio Regolo, combattè e conquistò la città di Cales. Fu dittatore di nuovo nel 301 a.c. ano in cui battè gli Etruschi, e poi ancora console nel 300 a.c., anno in cui batté gli Equi e di nuovo gli Etruschi.

Narra Cicerone che nel 299 a.c. fu console suffectus, cioè sostituì un console deceduto, 46 anni dopo la prima volta, quindi a 72 anni. Condusse l'ultima campagna contro gli Etruschi, i quali furono talmente impauriti dalla sua presenza che rifiutarono, si racconta, di scendere in campo aperto. Ritiratosi in campagna morì coltivando le sue tenute a circa 100 anni, età inconsueta soprattutto a quei tempi.


BIBLIO

- Tito Livio - Ab Urbe condita libri - VII -
- Silvia Ronchey - Il guscio della tartaruga - Vite più che vere di uomini illustri - Collana Narrativa - Roma - Nottetempo - 2009 -
- Diana Bowder - Dizionario dei personaggi dell'antica Roma -  Roma - Newton Compton editori - 2001 -
- Sesto Aurelio Vittore - De viris illustribus Urbis Romae -



4 comment:

Sofficino on 31 ottobre 2017 alle ore 13:15 ha detto...

A lui è intotolata una via a Roma sotto la dicitura di "eroe". Si erano altri tempi ma sempre sanguinari e assetati di potere per comodo e interesse erano.Tra centinaia di anni ci sarà una via a nome di hitler,Mussolini, Franco, pino che ecc. Cari gestori della politica presenti e futuri ma un po di fantasia che si avvicina piu alla nostra storia.Per dire via della lasagna, Via spaghetti cacio e pepe,via della coda alla vaccinare, della Pagliata,ecc.ecc.O meglio lasciate decidere gli abitanti della via i quali scegliendo a votazione un abitante sconosciuto a tanti defunto che intrapese atti nobili, ed abitante della via.

Anonimo ha detto...

Un commento tanto inutile quanto stupido.

Nando on 4 marzo 2019 alle ore 16:27 ha detto...

D'accordo con Anonimo...se non preserviamo la storia, nominando strade a persone illustri, nessuno potra' incuriosirsi su questi pesonaggi che presto scompariranno dalla memoria...

Anonimo ha detto...

Ingrato, questi grandi uomini e donne sono i nostri padri fondatori e a loro dobbiamo quel poco di civiltà del diritto che ancora sopravvive.

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