Nome completo: Lucius Aurelius Commodus Antoninus
Nascita: Lanuvium, 31 agosto 161
Morte: Roma, 31 dicembre 192 (31 anni)
Predecessore: Marco Aurelio
Successore: Pertinace
Coniuge: Bruzia Crispina
Dinastia: Antonini
Padre: Marco Aurelio
Madre: Faustina minore
Regno: 180-193 d.c.
Marco Aurelio Commodo, detto Commodo, della dinastia degli Antonini, nacque a Lanuvio nel 160, e fu chiamato Cesare insieme al fratello minore, Marco Annio Vero che morì nel 169, lasciandolo unico erede.
Marco Aurelio aveva nominato Imperator Commodo nel 176 d.c. e nel 177 gli aveva dato il titolo di Augusto, facendogli condividere il potere con lui. Gli fece quindi conferire il Tribunato e il Consolato a soli 15 anni.
L'idea che Marco Aurelio avesse compreso l'animo del figlio è dubbia. E' evidente che lo volesse suo successore, oppure Marco non era così saggio come si crede.
Commodo con Bruzia Crispina accompagnò suo padre al fronte del Danubio nel 178 che lì morì dopo un paio d'anni, lasciandolo erede a soli 19 anni.
RICOSTRUZIONE GRAFICA DEL VOLTO (By Haroun Binous) |
- EPIGRAFE (CIL III 3385 = ILS 395). –
- IMP. CAES. M. [Aur. Commodus An]TONINUS AUG. PIUS SAR[mat. Germ.] BRIT, PONT. MAX., TRIB. POT. X, [imp. VII], COS. IIII, P. P., RIPAM OMNEM BU[rgis] A SOLO EXTRUCTIS, ITEM PRAES[i]DIS PER LOCA OPPORTUNA AD CLANDESTINOS LATRUNCULORUM TRANSITUS OPPOSITIS, MUNIVIT PER[L. Cornelium Felicem Plotianum] leg(atum) PR(o) PR(aetore). -
L’iscrizione fu trovata presso il Danubio nella Pannonia inferiore, non lontano da Aquincum (in quella stessa regione ne furono scoperte parecchie altre del medesimo tenore), e si riferisce alle opere di fortificazione del confine danubiano eseguite sotto Commodo.
Nella titolatura dell’imperatore la menzione della X tribunicia potestas (dal 10 dicembre 184 al 9 dicembre 185) è quella che permette di stabilire la data dell’epigrafe, mentre solo il valore di un "terminus post quem" ha la menzione del quarto consolato, rivestito nel 183 (il V nel 186).
I lavori di fortificazione furono dunque eseguiti nel periodo dal 10 dic. 184 al 9 dic. 185, a cura del governatore (legatus pro praetore) della Pannonia inferiore L. Cornelio Felice Ploziano (un personaggio che ad un certo momento cadde in disgrazia dell’imperatore e fu condannato, sì che il suo nome fu poi cancellato da questa pietra, ma testimoniato in un altro documento).
Gli apprestamenti difensivi consistevano nella costruzione lungo la riva destra del fiume di un sistema di difesa rigida, rappresentato da posti fortificati (burgi), sul quale s’innestava un sistema di difesa mobile rappresentato da "praesidia per loca opportuna opposita."
Il tutto doveva servire a contenere le scorrerie dei "latrunculi," termine col quale vengono qui indicate le popolazioni barbariche stanziate al di là del Danubio, e precisamente gli Iazyges di stirpe sarmatica (Ammiano Marcellino XVI, 10,20).
LA CONTROVERSA FOLLIA
Secondo gli storici fin da subito Commodo aveva mostrato il suo carattere perverso, ad esempio ordinando che si gettasse nel forno un servo che gli aveva scaldato troppo l'acqua del bagno. Di scarsa intelligenza e volontà, aveva rifiutato gli studi dandosi agli esercizi fisici: salto, danza, giochi, lotta. Incaricò i suoi amici di amministrare l'Impero dividendo con loro i soldi che rubavano.
Era completamente pazzo, entrava armato nell'arena per combattere contro disgraziati armati solo con spade di legno. Abbigliato e ritratto nelle statue in veste di Ercole, Commodo riteneva di esserne la reincarnazione vestendosi di pelli di leopardo e clava. Si vantava di aver ucciso 12.000 uomini in combattimenti gladiatori.
Sembra che per ogni apparizione nell'arena, addebitasse alla città di Roma un milione di sesterzi, e guai a colui che non l'avesse osannato in questa caricatura, sarebbe stata morte certa.
Si divertiva a uccidere belve e animali esotici, in cui talvolta rischiava la vita, in particolare gli struzzi tagliando loro la testa con una specie di roncola. Sembra che in un solo giorno ne uccidesse e facesse uccidere 3000. Si narra pure che una volta uccidesse un leone a mani nude, o almeno era quello che voleva far credere e che fece celebrare.
Fece massacrare gli abitanti di una città perché uno di loro lo avrebbe offeso. Si sentiva un Dio e voleva essere adorato come tale, e aveva un harem di circa 300 giovani, uomini e donne. Le sue giornate erano occupate prevalentemente in orge sessuali, cosa di certo non gradita al Senato.
Secondo altri Commodo aveva combattuto nell'arena ancor prima di essere imperatore, era uomo di alta statura, robusto e di imponenti qualità di combattente. Sull'arena aveva vinto ben 700 gladiatori e il popolo lo amava.
Gli storici lo declassarono perchè appartenenti all'aristocrazia di cui faceva parte il senato, che Commodo odiava per la sua grettezza e la sua smania di potere. Secondo questa seconda versione proibì ai patrizi di combattere da gladiatori perchè molti lo facevano per conquistarsi gloria e popolarità.
IL MAL GOVERNO
Alla morte di Marco Aurelio pronunciò alle truppe l'elogio del padre, poi dichiarò di voler tornare a Roma. I generali protestarono perchè la guerra era quasi vinta, ma non ne volle sapere e stipulò la pace con Marcomanni, Quadi e Buri.
Questi si impegnarono a restituire disertori e prigionieri, e pure a fornire truppe ausiliarie a Roma. Commodo rientrò a Roma in trionfo come avesse combattuto lui. Nella reggia fiorirono orge e favoriti, una manica di truffatori che accumulavano cariche e snaturavano il Senato e l'Ordine Equestre.
COMMODO GIOVINETTO |
LA CONGIURA
Fiorirono così le congiure, di cui la prima guidata da sua sorella Annia Lucilia. Fra i congiurati c'erano il marito Claudio Pompeiano, Unmidio Quadrato, che aveva in moglie un'altra figlia di Marco Aurelio di nome Annia Faustina, e il senatore Quinziano, genero ed amante di Lucilia.
L'incarico di sopprimere l'imperatore era stato dato a Quinziano ma prima di colpire questi gli mostrò l'arma esclamando scioccamente «Te la manda il Senato.» Commodo schivò il colpo e dette l'allarme, la congiura fallì.
Ne seguirono processi e condanne: Lucilia venne relegata a Capri e trucidata. Quinziano e Unmidio Quadrato condannati a morte. Tarrutenio Paterno non aveva preso parte alla congiura, ma era detestato da Perenne che voleva da solo il comando del pretorio.
Ucciso perciò un favorito di Commodo, Saotero, si sparse la voce che l'omicida fosse Paterno e l'imperatore, aizzato da Perenne, lo destituì dal comando dei Pretoriani nominandolo Senatore, poi lo fece accusare di congiura e quindi uccidere.
Venne condannato nello stesso modo Giuliano, comandante delle legioni della Germania. Poi fece uccidere i due fratelli Quintili e confiscarne i beni, tra cui una magnifica villa dei Quintilii nella campagna romana, di cui ancora oggi restano i sontuosi resti.
LA FORTUNA COMMODIANA
Nel 190, una parte di Roma fu distrutta da un incendio, e Commodo la fece ricostruire rinominandola Colonia Commodiana, cosa che scandalizzò non poco i Romani.
Cambiò in onore di se stesso anche i mesi del calendario, e il Senato diventò Senato della Fortuna Commodiana, mentre l'esercito divenne Esercito commodiano.
E' falsa la notizia che avesse assassinato suo padre, anzi, durante il suo regno Commodo eresse vari monumenti celebranti le imprese di Marco Aurelio, tra cui la Colonna Aureliana, il monumento perduto, e probabilmente anche un arco, da cui provengono molte lastre dell'Arco di Costantino e forse la statua equestre di Marco Aurelio sul Campidoglio.
Durante il suo regno fece cessare le persecuzioni ai Cristiani, si dice anche perchè fosse innamorato di una di esse, Marcia.
COMMODO CON LE FATTEZZE DI ERCOLE |
SECONDA E TERZA CONGIURA - LA MORTE
Nel 192 una successiva congiura tentò di avvelenarlo. Commodo bevve un bicchiere di vino drogato e avvelenato offertogli da una delle sue concubine, forse la cristiana Marcia. Ma la dose non fece l'effetto sperato, l'imperatore sopravvisse e la vendetta iniziò. Ma durò poco perchè dopo pochi giorni Commodo fu strangolato nel bagno da Narcisso, istruttore ad una scuola per gladiatori, ed allenatore personale di Commodo.
Quest'ultimo raggiunse Commodo in bagno, lo afferrò per il collo e lo annegò nella vasca, narrando poi "Gli presi il collo con una mano sola, e strizzai. Facile come uccidere uno struzzo"
Il giorno dopo Commodo avrebbe dovuto recarsi al Senato vestito da gladiatore per farsi proclamare Console. Invece il Senato fu ben lieto di decretare la sua Damnatio Memoriae ripristinando il nome precedente delle istituzioni.
Non tutte le volte le acclamazioni erano segni di gioia, nei senatori furono d'indignazione e di spregio dopo la morte di Commodo. Lampridio ci fa conoscere l'ira dalla quale era acceso il Senato contro quel principe:
hostis patria honores detrahanlur; parricida ho nores detrahantur;
hostis statuas undique, parricida statuas undique,
gladiatoris statuas undique; gladiatoris et parricida: detrahantur.
" Si strappino, gridavano, gli onori di dosso al nemico della patria, si strappino gli onori al parricida; le statue di questo nemico, di questo parricida, di questo vil gladiatore e parricida si atterrino, dove che siano. "
Ma nel 195, l'imperatore Settimio Severo, cercando il favore della famiglia di Marco Aurelio, o secondo altri perchè Commodo era stato invece un buon imperatore avversato dal senato, riabilitò la memoria di Commodo ed il Senato lo dichiarò Dio. Fortunatamente il resto non mutò nome.
Con lui finì la dinastia Antonina. Dopo di lui il popolo ed il senato acclameranno imperatore il senatore Publio Elvio Pertinace.
BIBLIO
- Historia Augusta - Marco Aurelio, Commodo, Lucio Vero e Pertinace -
- Guido Clemente - La riorganizzazione politico-istituzionale da Antonino a Commodoin: AA. VV. - Storia di Roma - Einaudi - Torino, 1990 - vol. II, tomo 2 - Storia Einaudi dei Greci e dei Romani - Ed. Il Sole 24 ORE - Milano - 2008 -
- Aurelio Vittore - De Caesaribus -
- Aurelio Vittore - Epitome de Caesaribus -
- Cassio Dione - Storia romana - LXXII e LXXIII -
- Erodiano - Storia dell'impero dopo Marco Aurelio - I -
- A. Galimberti - Erodiano e Commodo - Traduzione e commento storico al primo libro della «Storia dell'Impero dopo Marco» - Gottingen - Vandenhoeck & Ruprecht - 2014 -
- Cassio Dione - Storia romana - LXXII e LXXIII -
- Erodiano - Storia dell'impero dopo Marco Aurelio - I -
- A. Galimberti - Erodiano e Commodo - Traduzione e commento storico al primo libro della «Storia dell'Impero dopo Marco» - Gottingen - Vandenhoeck & Ruprecht - 2014 -
Nel libro "Vita di Commodo" di Elio Lampridio si legge che Commodo aveva nell'harem sia 300 donne sia 300 uomini, quindi circa 600 persone disponibili per ogni piacere sessuale.
RispondiEliminaSe era così squilibrato come è possibile che suo padre, il tanto celebrato AMrco Aurelio, lo volesse come suo successore? Non è possibile che le fonti storiche siano viziate, almeno in parte, dal giudizio di chi lo detestava? Non era certamente un personaggio positivo ma anche di Nerone si è creduto fino a qualche anno fa che fosse l'incendiario d Roma e decine di altre inesattezze narrate ai posteri dai suoi nemici.
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