Nome completo: Gaius Galerius Valerius Maximianus
Altri titoli: Persicus maximus, Sarmaticus maximus, Britannicus maximus
Nascita: nei pressi di Serdica, 250 circa
Morte: vicino Serdica, 5 maggio 311
Sepoltura: Felix Romuliana (Gamzigrad, Serbia)
Predecessore: Massimiano e Diocleziano
Successore: Costantino I
Consorte: Galeria Valeria
Madre: Romula
Regno: 305-311 d.c.
LE ORIGINI
Caio Galerio Valerio Maximiano, detto Galerio, nacque nella Dacia Ripense, nell'Illiria, vicino a di Serdica, nel 250, da una famiglia di contadini. Il nome di suo padre non ci è pervenuto, della madre si sa che si chiamava Romula e che proveniva dalle terre aldilà del Danubio. Durante la giovinezza fece il pastore, come dimostra il suo soprannome di Armentarius, da armentum, "gregge".
Iniziò la sua carriera servendo come soldato sotto Aureliano e Probo, ma di lui non si sa nulla prima della sua elezione a Cesare. Nel 293 fu nominato cesare dell'augusto Diocleziano, come governatore delle province illiriche, in cambio di ciò ripudiò la moglie sposando Valeria, figlia di Diocleziano.
LE GUERRE
Da Cesare combattè in Egitto nel 294, contro Narsete di Persia, e fu sconfitto vicino Ctesifonte nel 295. Nella battaglia di Callinicum poi, nel 296, fece perdere a Roma la Mesopotamia. Riprese però la guerra contro i Persiani, ottenendo la vittoria decisiva sul sasanide Narsete, e ricavandone un enorme bottino, nel 298 d.c..
Riconquistò poi la città di Ctesifonte e costrinse Narsete alla pace, riportando il dominio romano sulla Mesopotamia, la massima espansione dell'impero mai ottenuta verso est. Tra il 299 e il 305 combattè e vinse i Sarmati e i Carpi lungo il Danubio.
Perseguitò la Chiesa cattolica, applicando l'editto emanato nel 303 dall'imperatore Diocleziano, che ripristinava la religione pagana obbligando i cristiani a seguire il culto del divo imperator pena la morte.
LA NUOVA TETRARCHIA
A causa della pesante malattia contratta nel 304, Diocleziano a Nicomedia abdicò, invitando Maximianus Herculius, a Mediolanum, a fare altrettanto nel 305.
Così Costanzo e Galerio vennero nominati Augusti, mentre Massimino Daia, figlio di sua sorella, e Flavio Valerio Severo, suo fedele seguace, vennero nominati Cesari.
Costanzo e Severo regnarono in Occidente, Galerio e Massimino in Oriente. Sebbene Costanzo era il senior Augusto, il reale potere fu gestito da Galerio perché entrambi i Cesari erano sue creature, in più la presenza del figlio di Costanzo Cloro, Costantino, alla propria corte, rafforzava la sua posizione.
COSTANTINO
Nel 306 però Costanzo, col figlio Costantino al suo fianco, giunto a York per combattere le incursioni Pitti morì forse per malattia e l'esercito proclamò Costantino suo successore come Augusto.
Galerio, appresa la notizia, dette subito il titolo di Augusto a Severo, accettando Costantino come nuovo Cesare in Occidente.
Ma Massenzio, con suo padre Maximiano, si fece nominare Augusto nello stesso anno. Galerio inviò allora Severo con un esercito per assediare Roma, ma Massenzio, e suo padre Maximiano, lo convinsero a desistere. Nel 307 Severo venne messo a morte mentre Galerio combatteva contro i Sarmati.
Galerio tentò di invadere l'Italia e vendicare la morte di Severo, ma il suo esercito era troppo ridotto, per cui si ritirò. Vide una nuova possibilità quando Maximianus Herculius cercò di riguadagnare il trono cacciando il figlio Massenzio, tentando di portare Costantino alla sua causa ma fallì, e cercò allora di convincere Diocleziano e Galerio riunendosi con loro a Carnunto nel 308. Il risultato fu che Licinio fu nominato Augusto al posto di Severo e Costantino Cesare per la parte occidentale, tagliando fuori Massimino.
I QUATTRO AUGUSTI
Costantino e Massimino non accettarono la posizione subordinata e si accordarono allora per quattro augusti, con Galerio e Massimino in oriente, Licinio in Illirico e Costantino in Gallia, Spagna e Francia, mentre Massenzio restava, come usurpatore, in Italia e Africa.
Nel 310 Massimiano però pagò con la morte, insieme a suo figlio, la lotta contro Costantino e Galerio tornò a Sardica dove morì nel 311.
Nello stesso anno fu emesso a Nicomedia un editto di Galerio, Licinio e Costantino, che segnò la fine delle persecuzioni contro i cristiani. Lattanzio riporta con gusto nella sua cronaca la fine violenta di tutti i persecutori puniti da Dio, descrivendo con gioia la cancrena che portò Galerio alla morte.
Erano finite le persecuzioni dei cristiani e iniziarono quelle sui pagani, ben più violente delle prime. Infatti mentre le persecuzioni sui cristiani non riuscirono ad estirpare il cristianesimo, quelle sui pagani estinsero completamente e irreversibilmente una religione romana e litalica antica almeno di un millennio.
BIBLIO
- DiMaio, Michael - "Galerius (305–311 d.C.)." - De Imperatoribus Romani -
- Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio - Morte dei persecutori - L -
- Aurelio Vittore - De Caesaribus - XXXIX -
- Timothy David Barnes - Constantine: dynasty, religion, and power in the later Roman Empire - Blackwell, - 2011 -
- Edward Gibbon - Declino e caduta dell'Impero romano - Mondadori -
- Edward Gibbon - Declino e caduta dell'Impero romano - Mondadori -
1 comment:
Completamente? Forse...
Irreversibilmente? Ma davvero?
Ascoltiamo Niccolò Macchiavelli:
"Perchè quando e' surge una setta nuova cioè una religione nuova, il primo studio suo è (per darsi una riputazione) estinguere la vechia; e quando gli occorre che gli ordinatori della nuova setta sieno di lingua diversa, la spengono facilmente. La quale cosa si conosce considerando e modi che ha tenuti la setta cristiana contro alla gentile; la quale ha cancellati tutti gli ordini, tutte le cerimonie di quella, e spenta ogni memoria di quella antica teologia. Vero è che non gli è riuscito spegnere in tutto la notizia delle cose fatte dagli uomini excellenti di quella, il che è nato per avere quella mantenuto la lingua latina; il che feciono forzatamente , avendo a scrivere questa legge nuova con essa. Perchè, se la avessono potuta scrivere con nuova lingua, considerato le altre persecuzioni gli feciono, non ci sarebbe ricordo alcuno delle cose passate. E chi legge i modi tenuti da san Grecorio e dagli altri capi della religione cristiana, vedrà con quanta ostinazione e' perseguitarono tutte le memorie antiche, ardendo le opere de' poeti e degli istorici, ruinando le imagini e guastando ogni altra cosa che rendesse alcun segno dell'antichità; tale che, se a questa persecuzione egli avessono agiunto una nuova lingua, si sarebbe veduto in brevissimo tempo ogni cosa dimenticare. E' da credere pertanto che quello che ha voluto fare la setta cristiana contro a quella gentile, la gientile abbia fatto contro a quella che era inanzi a llei.
E PERCHE' QUESTE SETTE IN V O IN VI MILA ANNI VARIANO DUE O TRE VOLTE, SI PERDE LA MEMORIA DELLE COSE FATTE INANZI A QUEL TEMPO; E SE PURE NE RESTA ALCUNO SEGNO, SI CONSIDERA COME COSA FAVOLOSA E NON E' PRESTATO LORO FEDE" [Niccolò Macchiavelli, Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, II, 5].
Le truppe americane del cristianissimo e devoto osservante George W. Bush hanno purtroppo continuato a ricalcare le orme di teodosio e della sua camarilla, con la loro responsabilità dolosa e intenzionalmente e delittuosamente omissiva dei saccheggi e delle distruzioni di fanatici e di sciacalli assoldati dei monumenti e degli oggetti antichi di Baghdad dell'antica Babilonia dell'antica Babilonia e di innumerevoli altri siti che Saddam si era ripromesso non solo di custodire gelosamente ma anche di restaurare e rimettere attivamente a disposizione non solo del proprio popolo ma anche del resto del mondo.
E da noi pigramente ancora si continua ad addossare la responsabilità di questi crimini imprescrittibili contro l'umanità solo e unicamente ai fanatici islamici...
https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=2345
Si vedano, peraltro, le importantissime considerazioni e denunce già tempestivamente fatte, al proposito, da Paolo Matthiae http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2012-02-26/antichita-guerra-oriente-081811_PRN.shtml
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