MASSIMIANO - MAXIMIANUS



Nome completo: Marcus Aurelius Valerius Maximianus Herculius
Altri titoli: Herculius, Germanicus maximus, Sarmaticus maximus III, Persicus maximus II, Carpicus maximus, Britannicus maximus, Armeniacus maximus, Medicus maximus, Adiabenicus maximus.
Nascita: Sirmio (Sremska Mitrovica, Serbia), 250 circa
Morte: Massilia (Marsiglia, Francia), luglio 310 circa
Predecessore: Diocleziano
Successore: Costanzo Cloro e Galerio
Consorte: Eutropia
Figli: Flavia, Massimiana, Teodora, Massenzio, Fausta
Regno: 286-305 d.c.


LE ORIGINI

Marco Aurelio Valerio Massimiano Erculio, detto Massimiano (Marcus Aurelius Valerius Maximianus Herculius) nacque a Sirmio, nell'area dei Balcani, tra il 249 e il 250 d.c., da una famiglia di bottegai.

Uomo non bello, ma dotato di grande energia, magro, con lineamenti marcati, fronte bassa e occhi un po' infossati, era aggressivo ma fedele e leale, con scarsa cultura ma molta capacità decisionale, un ottimo candidato al ruolo di collega di Diocleziano.

Lattanzio lo accusò di aver sverginato figlie di senatori ma è poco credibile anche perchè il puritano Diocleziano non l'avrebbe tollerato, e perchè Lattanzio odiava e diffamava i pagani ed era un gran bugiardo.

Massimiano si dedicò da subito all'arte della guerra ed entrò nell'esercito servendo con Diocleziano sotto gli imperatori Aureliano (270–275) e Probo (276–282). Sposò la siriana Eutropia, da cui ebbe due figli: Massenzio e Fausta.

Da un precedente matrimonio, non si sa con chi, ebbe la figlia più grande Teodora. Fausta sposò poi Cosatntino I, mentre Teodora sposò il padre di Costantino: Costanzio Cloro.



IL CO-IMPERO

A Mediolanum nel 285 Diocleziano proclamò Massimiano coimperatore, dandogli il titolo di Cesare. Il coimpero non degenerò mai in conflitti di potere. Le leggi e le celebrazioni avvenivano sempre in nome di entrambi i sovrani e coniavano le stesse monete.

RICOSTRUZIONE GRAFICA DEL VOLTO (By Haroun Binous)

LE CAMPAGNE MILITARI


Stabilì la propria capitale a Treviri, ma passò la sua vita a combattere. Partecipò probabilmente alla campagna mesopotamiche di Caro nel 283, partecipando all'acclamazione a imperatore di Diocleziano il 20 novembre 284 a Nicomedia. Nel 285 soppresse la ribellione dei Bagaudi in Gallia; tra il 285 e il 288 combatté contro i Germani lungo il Reno; insieme a Diocleziano sgominò gli Alemanni nel 288.



CARAUSIO

Sebbene gran parte della Gallia fosse pacificata, le regioni che davano sulla Manica erano preda della pirateria di Franchi e Sassoni. Allora Massimiano nominò Carausio al comando della flotta della Manica.

Questi ebbe ottimi risultati ma Massimiano venne a sapere che Carausio attendeva che i pirati terminassero i saccheggi prima di attaccarli e il loro bottino finiva nelle tasche di Carausio invece di tornare alla popolazione. Ordinò che fosse giustiziato, ma Carausio fuggì in Britannia dove tre legioni passarono dalla sua parte, proclamandolo Augusto.

Carausio si dichiarò capo della Britannia e delle Gallie, e coniò monete di purezza superiore a quelle di Massimiano e Diocleziano, guadagnandosi il sostegno dei mercanti britannici e gallici. Massimiano non riuscì nemmeno a combattere Carausio, perchè la sua flotta fu distrutta dalle tempeste.

Visto l'evento di Carausio, nel 286 Massimiano assunse il titolo di Augusto, in modo che lo scontro fosse tra due Augusti invece che tra un Cesare e un Augusto, e, nella propaganda imperiale, Massimiano fu proclamato fratello di Diocleziano, eguale in autorità e prestigio.

Mentre veniva eletto console nel 287, Massimiano seppe di un attacco di barbari, per cui si mise in marcia contro i Galli e ne riportò una vittoria. Poi si diresse contro Burgundi e Alemanni sconfiggendoli e distruggendo le loro terre.

Poi mosse contro Eruli e Chaibones, che sconfisse in una singola battaglia, cavalcando lungo lo schieramento finché la linea germanica ruppe e le forze romane inseguirono e dispersero i nemici.

Coi nemici indeboliti dalla fame, Massimiano lanciò una grande invasione al di là del Reno. Entro il 287 le terre del Reno erano libere dai Germani ed erano tornate proprietà dell'impero; per cui Massimiano dichiarò «tutto ciò che vedo oltre il Reno è romano».

Diocleziano intanto aveva invaso la Germania attraverso la Rezia, prendendo territori a sua volta. Finita la guerra si ricostruirono le città sul Reno, come Magonza e Colonia, con una frontiera di forti, strade e paesi fortificati; una strada militare partì dal Belgio, passando per la Francia fino a Colonia.

Nel 287 pertanto la relazione tra i due sovrani fu ribadita in termini religiosi, e divennero Diocleziano Iovius e Massimiano Herculius; con chiara allusione al comando civile e a quello militare. Alla fine dei riti, Massimiano assunse il controllo della parte occidentale dell'impero e si recò in Gallia a combattere i Bagaudi, mentre Diocleziano tornò in Oriente.



L'EDILIZIA

La capitale scelta da Diocleziano per la parte orientale era Nicomedia, la capitale dell'impero occidentale fu Mediolanum, l'attuale Milano. Nei pochi anni del suo regno Massimiano lasciò in questa capitale delle opere imponenti, e tra queste un grande ippodromo, un mausoleo ottagonale con un sarcofago di porfido egiziano, diventato il fonte battesimale del duomo di Milano.

Ampliò i palazzi imperiali, fece costruire mura poderose, dotate di torri a 24 lati, oltre alle terme Erculee, a est delle città. Massimiano operò altre costruzioni monumentali ad Aquileia, e a Roma proseguì la costruzione delle Terme di Diocleziano.



L'ABDICAZIONE

Sempre nel 288 Massimiano incaricò il suo vice, il Prefetto del Pretorio Flavio Costanzo (Costanzo Cloro) di condurre una campagna contro gli alleati franchi di Carausio, che controllavano gli estuari del Reno. Costanzo giunse fino al Mare del Nord. I Franchi chiesero la pace e Massimiano rimise al potere il deposto re franco Gennobaude che divenne il vassallo di Massimiano.

A molte tribù fu permesso di insediarsi in cambio del riconoscimento del dominio romano, da una parte per l'arruolamento di truppe, dall'altra impedivano lo stanziamento delle popolazioni franche, un cuscinetto lungo la frontiera che permetteva di ridurre le guarnigioni romane.

A seguito dell'invasione fallita del 289, Massimiano dovette concedere controvoglia una tregua a Carausio. Diocleziano però si convinse che due imperatori non erano sufficienti e nel 293, a Mediolanum,

Massimiano nominò Costanzo proprio Cesare, una vice-imperatore per la parte occidentale dell'impero e Diocleziano fece lo stesso con Galerio: era nata la tetrarchia, il "governo a quattro. A Costanzo, cui era stata fatta sposare la figlia di Massimiano, Teodora, fu affidato il compito di sconfiggere Carausio.

Poi Costanzo iniziò poi una campagna contro Alletto, successore di Carausio, mentre Massimiano era impegnato sui confini del Reno. Costanzo entro il 293 espulse le forze di Carausio dalla Gallia settentrionale; il sovrano ribelle fu assassinato e sostituito dal tesoriere Alletto.

Costanzo sconfisse gli alleati franchi di Carausio e assunse il titolo di Germanicus maximus. Massimiano, nel 296 tornò in Gallia, difendendo le frontiere renane dagli alleati franchi di Carausio mentre Costanzo lanciò l'invasione della Britannia. Alletto fu sconfitto e ucciso nel 296; Costanzo sbarcò e marciò su Londinium (Londra), dove fu accolto come un liberatore.

Massimiano andò a combattere i pirati Mauri in Iberia e i Berberi in Mauretania. Dopo lunghe battaglie fece ingresso trionfale a Cartagine. La popolazione gli fu grata e lo chiamò redditor lucis aeternae "restitutore della luce eterna".

Dopo le vittorie tornò in Italia dove iniziò la persecuzione contro i cristiani, con esecuzioni e distruzione di chiese, ma fu presto spenta perchè Diocleziano era molto tollerante.
Massimiano tornò a Roma nel 303, in occasione del ventennale del regno di Diocleziano, e ai due augusti fu innalzato un arco trionfale, l'Arcus Novus.

Nel 305, quando Diocleziano gli chiese di abdicare insieme a lui, Massimiano passò il titolo di augusto a Costanzo e si ritirò nell'Italia meridionale. mentre Diocleziano fece augusto Galerio; mentre Massenzio e Costantino, figli di Massimiano e Costanzo furono nominati cesari. Costanzo passò il suo tempo a difendere l'impero: dal 300 al 302 combatté i Franchi, battendosi poi contro le tribù germaniche nell'alto Reno.



LA SUCCESSIONE

La successione però non andò come Massimiano aveva sperato: i nuovi cesari furono Severo e Massimino, con l'esclusione di suo figlio Massenzio. Entrambi avevano militato con Galerio, Severo era suo nipote e Massimino un vecchio collega nell'esercito.

Galerio assunse così la posizione ricoperta da Diocleziano che si ritirò in Dalmazia; Massimiano andò in una villa in Campania mantenendo i contatti con Diocleziano.

Dopo la morte di Costanzo, nel 306, il figlio Costantino assunse il titolo di augusto; Galerio gli offrì anche il titolo di cesare che Costantino accettò, mentre Severo che successe a Costanzo.
Ma Massenzio, geloso del potere di Costantino, persuase una coorte della guardia imperiale a proclamarlo imperatore, e inviò al padre delle vesti imperiali salutandolo "Augusto per la seconda volta", con un ruolo però inferiore.

Galerio rifiutò di riconoscere Massenzio e inviò a Roma Severo con un esercito, che però passarono dalla parte di Massenzio. Severo fuggì a Ravenna, dove fu catturato da Massimiano e tenuto come ostaggio. Nel 307 Galerio guidò un secondo esercito contro Massenzio, ma anche questa volta non riuscì a conquistare Roma.

Intanto Massimiano si recò in Gallia per negoziare con Costantino, stabilendo che Costantino avrebbe sposato la figlia minore di Massimiano, Fausta, e sarebbe stato creato augusto nel dominio secessionista di Massenzio; in cambio Costantino avrebbe confermato l'alleanza tra Massimiano e Costanzo, sostenendo la causa di Massenzio e rimanendo neutrale nella guerra contro Galerio.

Massimiano tornò a Roma nel 308, ma in contrasto col figlio aspettandosi che i soldati lo acclamassero, ma questi si schierarono con Massenzio, e Massimiano fu obbligato a lasciare l'Italia.

Verso la fine del 308 si tenne a Carnuntum, sull'alto Danubio, un incontro tra Galerio, Massimiano e Diocleziano; Massimiano fu obbligato ad abdicare, Costantino fu degradato a cesare, e Licinio, amico di Galerio, fu nominato augusto d'Occidente. Nel 309 Massimiano tornò alla corte di Costantino in Gallia, l'unica dove fosse ancora ben accetto.



LA MORTE

Ma Massimiano non aveva pace e nel 310 si ribellò contro Costantino, impegnato in una campagna contro i Franchi. Massimiano era stato inviato a difendere la Gallia meridionale dagli attacchi di Massenzio; giunto in città, annunciò la morte di Costantino e assunse la porpora imperiale.

Ma la gran parte dell'esercito rimase leale a Costantino, e Massimiano fu obbligato a fuggire. Costantino, all'annuncio del tradimento, lo raggiunse e lo invitò al suicidio. Nel 310 Massimiano si impiccò.

Dopo il suicidio di Massimiano Massenzio si atteggiò a figlio devoto; coniò monete con l'immagine del padre divinizzato e dichiarò di volerne vendicare la morte. Costantino, invece, prima presentò il suicidio come una disgrazia, poi disse che Massimiano, perdonato da Costantino, aveva invece cercato di ucciderlo. Ne decretò poi la damnatio memoriae, facendo cancellare il suo nome da tutte le iscrizioni e distruggendo tutte le opere pubbliche che recavano la sua effige.

Infine Costantino sconfisse Massenzio a Ponte Milvio nel 312 diventando padrone dell'Italia. Eutropia dichiarò sotto giuramento che Massenzio non era figlio di Massimiano, e Costantino riabilitò la memoria del suocero che comparve sulla monetazione di Costantino come divus, assieme a Costanzo e Claudio il Gotico divinizzati; tutti e tre presentati come antenati di Costantino.


BIBLIO

- DiMaio, Michael - "Maxentius (306–312 d.C.)." - De Imperatoribus Romanis - 1997 -
- Rees, Roger - Diocletian and the Tetrarchy - Edinburgh: Edinburgh University Press - 2004 -
- Liebeschuetz, J. H. W. G. - Continuity and Change in Roman Religion - Oxford - Oxford University Press - 1979 -
- Giorgio Ravegnani - La storia di Bisanzio - Roma - Jouvence - 2004 -

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