VALENTINIANO - VALENTINIANUS






Nome completo: Flavius Valentinianus
Nascita: Cibalae Vinkovci, Pannonia, 3 luglio 321
Morte: Brigezione sul Danubio, 17 novembre 375
Predecessore: Gioviano
Successore: Valente, Graziano e Valentiniano II
Consorte: Marina Severa Giustina
Figli: Graziano, Valentiniano II, Galla e Giusta
Dinastia: valentiniana
Padre: Graziano il Vecchio
Regno: 364-375 d.c.


LE ORIGINI

Nacque nella Pannonia nel 321 da famiglia cristiana di umili origini. Il padre Graziano il Vecchio era un valoroso ufficiale dell'esercito, il che gli aprì la carriera militare. Fin da giovanissimo seguì infatti il padre nelle campagne militari, apprendendo da lui l'arte della guerra, ma solo nel 357 ottenne il comando di un reparto di cavalleria nell'esercito del Cesare d'Occidente Giuliano.

Nell'esercito vi era però una forte competizione per distinguersi agli occhi dell'imperatore onde ottenere cariche. Era ormai caduto quell'amor di patria che aveva caratterizzato molti generali romani. Un tribuno del prefetto Barbazione, Cella, impedì infatti al tribuno Bainobaude e a Valentiniano di attaccare gli Alamanni che, saccheggiato un villaggio romano, tornavano oltre confine.

Barbazione, per tema di rappresaglie, fece un falso rapporto all'imperatore Costanzo II, addossando la colpa del mancato intervento a Valentiniano e Bainobaude. L'imperatore, circondato da cattivi consiglieri e affetto da manie di persecuzione, credette a Barbazione e senza indagini fece congedare i due.

Si ritiene però che dei dubbi li avesse, altrimenti per insubordinazione sarebbero stati puniti in modo più grave. Eppure aveva cocordato il matrimonio di Valentiniano con Valeria Severa, una nipote di Costantino.

Ebbe infatti due mogli, la prima fu la madre di Graziano, la seconda di Valentiniano II. Nel 363 salì al trono Gioviano, che ripristinò il cristianesimo e richiamò Valentiniano nell'esercito, affidandogli il comando di una truppa a guardia dell'imperatore.



LA PORPORA IMPERIALE

Alla morte di Gioviano, nel 364, i comandanti dell'esercito, a Nicea, nominarono Valentiniano imperatore, forse grazie alla moglie nipote di Costantino che gli dava una parentela imperiale. Valentiniano chiamò subito al suo fianco il fratello Valente nominandolo Augusto d'oriente, mentre prese per sé le prefetture Occidentali e l'Illirico.



LE BATTAGLIE

Intanto l'usurpatore Procopio, un discendente di Giuliano, tentò di prendergli il trono, ma Valente sconfisse la sua armata nel 366 e lo fece uccidere. Nel frattempo i Germani proseguivano incursioni e saccheggi sul territorio romano. Come tutti gli imperatori dai tempi di Diocleziano, Valentiniano stabilì la sua sede a Milano per essere più vicino ai tormentati confini del nord.

Dapprima dovette affrontare gli Alemanni che avevano conquistato Magonza, riuscì a ricacciarli e si spostò a Parigi, poi ancora più a nord, per combattere i Sassoni che volevano invadere la provincia romana della Britannia.

Per sette anni costruì e rafforzò fortificazioni sul Reno e una fortezza a Basilea, il che lo prese come un chiodo fisso senza curarsi nè dell'Oriente nè di altro.

Secondo la tradizione romana del dividi et impera cercò di far combattere tra loro le diverse tribù; inoltre i soldati sconfitti venivano insediati nei territori romani come coloni, ponendo fine alla loro vita nomade di conquista.

Firmo era un nobile berbero cristiano, che nel 371 entrò in contrasto con il comes Africae Romano, che aveva rifiutato la protezione dalle incursioni delle tribù africane a quelle città romane che si erano rifiutate di pagargli delle tangenti. Firmo provò ad avere udienza da Valentiniano, ma Romano riuscì a farglielo negare. Allora Firmo iniziò una rivolta che durò dal 372 al 375.

Valentiniano inviò in Africa il proprio magister militum, Teodosio con l'ordine di deporre Romano. Firmo cercò di trovare un compromesso ma Teodosio rifiutò di contrattare con Firmo, che si era proclamato imperatore.

Sostenuto dalle tribù africane, Firmo costrinse Teodosio ad una campagna sanguinosa e inconcludente: alla fine, però, venne tradito da uno dei suoi sostenitori, e scelse di suicidarsi per non farsi catturare.

Poiché Firmo aveva sostenuto i donatisti contro i sostenitori del Credo di Nicea e per questo aveva messo a morte degli abitanti di Rusuccuru che professavano il credo, Valentiniano promulgò delle leggi contro i donatisti, colpevoli di aver sostenuto Firmo.



LA RELIGIONE

Dapprima Valentiniano seguì il principio romano della tolleranza religiosa, poi cadde sotto l'influenza di Eudossio che era a capo della dottrina Nicena, la più forte a Costantinopoli per seguaci e per chiese e possedimenti. In più venne il carismatico Basilio di Cesarea, grande oratore e sofista che disputò con tutte le altre dottrine, per lui eretiche. Valente ne rimase affascinato e lo tenne con sè come guida spirituale.

Insomma il messaggio chiaro e diretto di Cristo, dettato dall'anima e dalla compassione era andato perduto. Il cristianesimo, tranne in suoi particolari seguaci, non ebbe più una fede ma un agglomerato di contorsioni mentali che discutevano su mille inutili particolari per cui erano disposti a scannarsi. In realtà ogni chiesa aveva un capo che poteva acquisire grande potere sia religioso che politico. Sulla fede non si litiga mai, ma sul potere si.

Iniziò così un rovesciamento di situazione, e furono i Cristiani a perseguitare i pagani. Il termine pagano viene da Pagus, villaggio, perchè ogni terra aveva i suoi Dei, per cui le mille divinità comportarono per il Cristianesimo un massacro di persone, di templi, di immagini come mai ce ne furono nella storia.

Ogni angolo fu controllato e ripulito con l'accusa di essere oggetto di stregoneria, tutto ciò che prima era stato oggetto di devozione divenne impuro e demoniaco, suscitando terrore e fantasmi. Perirono così un'infinità di opere d'arte, con seguente tracollo della capacità artistica che diventò infantile e rozza, statica e imbambolata, perchè mentale e priva di entusiasmo.



LA MORTE

Nel 374 Valentiniano si recò sul Danubio, nelle Pannonie, per combattere i Quadi ed gli Iazigi, una tribù sarmatica di origine iranica. L'anno seguente, il 17 novembre, morì durante un colloquio con i Quadi per un ictus cerebrale.


BIBLIO

- Tomlin, R. - The Emperor Valentinian I - 1973 -
- Ammiano Marcellino - Res Gestae - XXX -
- M. Fasolino - Valentiniano I. L'opera e i problemi storiografici - Società editrice napoletana - Napoli - 1976 -
- Milena Raimondi - Valentiniano I e la scelta dell'Occidente - Edizioni dell'Orso - Alessandria - 2001 -



3 comment:

Anonymous said...

Ho trovato su un libro di storia (liceale) che Valentiniano fu ucciso dal figlio Graziano...Si tratta semplicemente di un errore?

Anonymous said...

Anonymous said...

adoro sto sito

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