CULTO DI BELLONA

BELLONA CON ROMOLO E REMO (ALESSANDRO TURCHI)

Publio Ovidio Nasone, Le Metamorfosi:
"Bellona macchiò gli Dei penati
con un fiume di sangue
e rinnovò scene di battaglia"


La Bellona delle origini apparve come una divinità estremamente razionale che interveniva nelle fasi più difficili e concitate dello scontro armato donando ai Romani il coraggio e la lucidità necessarie per uscirne con il minor danno possibile… 

In epoca imperiale la composta e razionale Bellona delle origini, che ispirava nei combattimenti l’ardore guerriero e donava la vittoria alle legioni di Roma, venne ampliamente riplasmata. Il sincretismo religioso ne determinò gradatamente la sostituzione con una divinità sfrenata e selvaggia che Virgilio descrisse armata di un flagello insanguinato…

(Cristian Guzzo, “Note storiche sul culto della dea Bellona in Roma antica”)

Dea romana guerriera, ma prima ancora italica, molto popolare fra i soldati, accompagnava Marte in battaglia, per alcuni era sua moglie per altri sorella o figlia.

Antica Grande Madre, tanto è vero che aveva un tempio al Campidoglio inaugurato nel 296 a.c. e demolito (chissà perchè) nel 48 a.c.

Probabilmente fu il tempio che il console Appio Claudio promise prima della battaglia con gli etruschi quando, davanti all'esercito nemico, levò le mani al cielo tra le prime file (in modo che tutti lo vedessero), pronunciando questa preghiera:

"O Bellona, se oggi ci garantisci la vittoria, prometto di dedicarti un tempio".

Forse di origine Etrusca è identificata nella greca Enyo (una delle Dee madri Graie: Keto e Phorkys le altre due), e pure nella Ma asiatica.

Un altro suo tempio si trovava fuori della città, presso la Porta Collina. Davanti al tempio c'era una colonna presso cui il sacerdote di Giove Feretrio gettava la lancia in caso di dichiarazione di guerra.

In Cappadocia Silla e i suoi soldati conobbero una divinità che li affascinò, la Dea Ma, armata di lancia e di frusta, col simbolo della Mezzaluna, che ricordava loro gli attributi della Dea romana Bellona, che dominava nel tempio posto fuori le mura, dove i Feciali ogni anno celebravano il rito della dichiarazione di guerra.

Il culto di Ma, sovrapposto a Bellona, fu subito portato a Roma, e anche se officiato da sacerdoti asiatici in forme scomposte, divenne subito popolare, come di divinità romana.

Silla fu sempre gran devoto alla Dea Ma-Bellona, anche perchè gli apparve annunciandogli la vittoria.

Era a volte associata, come moglie, al Dio Marte. Veniva rappresentata come un auriga su di un carro in atteggiamento bellicoso con in mano una torcia una spada od una lancia.

Spesso rappresentata come una Furia, il suo antico ruolo fu così importante che da lei derivarono due vocaboli: bellum, la guerra, e bello, perchè la Dea, seppure molto aggressiva, era bellissima.

E' anche documentato un tempio di Bellona a Rusicade "cum omnibus ornamentis et pictura" (C. I. L., viii, 7957), dove era dipinta la Dea. Il Winckelmann (Monum. ined., i, p. 36, n. 29) riconosce Bellona in un frammento di rilievo con figure femminili, armata, in piedi su un cippo.

L'immagine sta anche sopra una moneta dei Bruttii, una figura muliebre armata con lancia e scudo ed incedente verso destra, ed in una moneta romano-campana di inizio III sec. a.c. e forse di zecca calena, sul cui dritto è la testa della Dea a destra con elmo frigio a testa di aquila. Per il tipo della Dea di Comana a cui in Roma venne eretto un tempio (aedes Bellonae Pulvinensis) abbiamo una moneta con Bellona in piedi con la testa radiata, tiene nella sinistra una dava e poggia la destra sopra uno
scudo.

Il poeta Merobaude fa così parlare Bellona ai tempi di Ezio Flavio nel V sec. d.c.:

«Io sono ormai disprezzata. Ogni rispetto per la mia sovranità è stato cancellato da una serie di molteplici disastri [le vittorie di Ezio e la pace con i Vandali]...

Io solleverò le nazioni che vivono nell'estremo nord, e lo straniero delle rive del Fasi nuoterà nel tremebondo Tevere. Mescolerò i popoli fra loro, infrangerò i trattati di pace siglati tra i regni e la nobile corte sarà gettata nel caos dalle mie tempeste...

[Rivolgendosi alla furia Enio] Spingi alla guerra le orde selvagge e lascia che il Tanais, che ruggisce nelle sue regioni incognite, porti fin qui le faretre della Scizia...

[Rivolgendosi a Ezio] Che egli [Ezio] non deleghi ad altri, ma intraprenda personalmente la guerra e rinnovi il suo destino con i trionfi di un tempo; che non sia il bottino il suo mentore, né la folle brama dell'oro..., bensì il lodevole amore degli eserciti e la spada ignara del sangue latino, ma grondante di quello che esce dalle gole nemiche, che sanno mostrarlo invincibile eppur gentile.»

(Merobaude, Panegyrici 2. 53-104.)



NOMI DI BELLONA

Alala - dal grido di guerra in suo nome.
Ma - la madre.
Duellona (da cui il termine duello, colei o colui che combatte)



ATTRIBUTI

la spada, l'elmo, la lancia, la torcia, la mezzaluna, la frusta.



I TEMPLI

Il tempio di Bellona a Teatro Marcello

un antico tempio romano che sorgeva vicino al tempio di Apollo Sosiano e al teatro di Marcello era dedicato a Bellona, Dea della guerra italica e fu promesso in voto nel 296 a.c. da Appio Claudio Cieco dopo una vittoria sugli Etruschi, nella zona conosciuta come in circo Flaminio.

Il tempio si trovava al di fuori del pomerium cittadino, in prossimità delle mura e ospitò diverse riunioni del Senato quando queste coinvolgevano stranieri, come il ricevimento di ambascerie di popoli non alleati, o comandanti militari, come nel caso del saluto ai proconsoli in partenza per la provincia loro assegnata.


Il console del 79 a.c. della stessa famiglia del fondatore, Appio Claudio Pulcro, vi pose le imagines clipeatae (ritratti su scudi) dei suoi antenati, perpetuando il legame tra il tempio e la gens che l'aveva edificato.

Il tempio è stato identificato con i resti di un podio rinvenuti nei lavori degli anni 1930 per la liberazione del teatro di Marcello. I resti di questo edificio appartengono ad una ricostruzione di epoca augustea, non ricordata dalle fonti antiche, probabilmente nella trasformazione di tutta l'area per la costruzione del teatro. Il dedicante fu forse un discendente della famiglia del fondatore, Appio Claudio Pulcro, console del 38 a.c. e trionfatore sugli Hispani nel 33 a.c, fedele alleato di Ottaviano e parente di Livia.

RITROVATO A NEMUS DIANAE - CIL 14, 04196 - MARCUS IULIUS MARCI FILUS MARCUS
ACCOLEIUS MARCI FILIUS AEDILES De SENATUS SENTENTIA - (dedica alla Dea Bellona)
I resti del podio sono costituiti dal riempimento in cementizio tra le strutture portanti in blocchi (opera quadrata), asportati dopo l'abbandono per essere reimpiegati e quindi ora mancanti. Sul podio c'è attualmente la struttura della chiesa di Santa Rita, di Carlo Maderno, qui spostata dalle pendici del Campidoglio durante i lavori degli anni 1930. Il tempio doveva essere, come nel vicino tempio di Apollo Sosiano, parte in marmo, almeno la facciata, e parte in travertino.

Dai resti e dalla pianta riportata sulla Forma Urbis Severiana risulta che il tempio fosse un "periptero" (con colonne su tutti i lati della cella) con sei colonne in facciata e nove sui lati lunghi. Al podio si accedeva con una scalinata frontale.



La Columna Bellica

Dinanzi al tempio di Bellona c'era la columna bellica, utilizzata nella cerimonia delle dichiarazioni di guerra. 

Infatti, secondo il rito tradizionale, risalente ai tempi più antichi della storia romana, la guerra doveva essere dichiarata scagliando una lancia dal territorio romano verso il territorio nemico. Al momento della guerra contro Pirro, re dell'Epiro, non essendo i due stati confinanti, il rito sembrava impossibile da svolgere.

Un prigioniero di guerra fu quindi costretto ad acquistare un piccolo lembo di terra nella zona in circo Flaminio, dove fu eretta una colonna, probabilmente di legno, lembo che poteva rappresentare simbolicamente il territorio nemico. La cerimonia si poté dunque svolgere scagliando la lancia contro la colonna. In seguito il rito continuò a ripetersi con queste nuove modalità, ultimo esempio conosciuto è nel 179 d.c., sotto Marco Aurelio.

Un'area circolare con la pavimentazione rifatta di fronte al tempio dovrebbe essere il luogo dove il monumento sorgeva, anche sulla base delle fonti antiche. Nei pressi, davanti al tempio di Apollo Sosiano, sorgeva invece il perirrhanterion, dove si svolgevano le cerimonie lustrali alla fine delle campagne militari.

"Quando Pirro Re degli Epiroti, cioè di Albania, venne in Italia, i Romani sapendo come egli era eccellente nell'inventioni di guerra si accordarono di edificare un tempio al Dio Belon e questo era dentro del circuito delle mura di Roma nella regione XII vicino alla porta Carmentale e nomatasi "Aedes Bellone" haveva in ficci auna colonna molto degna nella quale era scolpito l'ordine di dare una battaglia. Havevano i Gentili un altro Dio il quale chiamano il Dio della Vittoria. A questo facevano i Romani maggiori sacrifici che le altre nationi perchè il Dio gli desse vittoria de i lor nemici. Questo Dio della Vittoria havea molti solenni tempi in Roma ma il maggiore e principale era vicino alla porta Venia nella regione XII nella piazza chiamata della Vittoria."

(Francesco Portonaris - 1560)

In realtà il Dio Belon fu associato alla Dea Bellona, ma solo come divinità minore, perchè non era lecito sacrificare con l'erario pubblico gli Dei stranieri, salvo rare eccezioni.


RODOLFO LANCIANI

Columna hellica 

Nella regione IX, alle spalle del tempio di Bellona, e oltre la quale il fetialis gettaya la freccia come simbolo del cocminciamento di guerra (Sery. Aen. 9, 58. Oyid. fast 6, 205. Fest ep. 33. Dio Cass. 50, 4; 71, 38 etc. cf. Becker, Top. 607).

(Rodolfo Lanciani)


Il tempio ad Aletrium

A Roma, un altro tempio si trovava fuori della città, nei pressi della Porta Collina. Forse spostata dal teatro Marcello. In esso il senato romano riceveva gli ambasciatori stranieri. Nelle vicinanze del tempio, si ergeva una piccola colonna, contro la quale il sacerdote di Giove Feretrio, gettava la lancia in segno di dichiarazione di guerra: cerimonia passata alla spettanza dei Feziali.


Tempio di Bellona a Ostia Antica

Vicino alla Porta Laurentina, fu eretto intorno alla seconda metà del II sec. d.c., il tempio in onore della Dea Bellona, divinità della guerra. I templi riguardanti la guerra si facevano all'inizio fuori città per scaramanzia, poi vennero ammessi all'interno.


Schola degli Hastiferi

Fa parte dello stesso complesso del tempio di Bellona, un ambiente recintato, un'unica cella. I membri di questo collegio gestivano le cerimonie di culto della Dea della guerra; durante le processioni per onorare la divinità si cimentavano in danze. Era vietato l'accesso alle donne.



Tempio di Bellona al Convento chiesa S. Pietro ad Alatri

Il convento sorge su un basamento a grossi blocchi squadrati in pietra. Nello spiazzo antistante sono murati diversi fregi architettonici romanici, fra cui un capitello con vasca. All’interno del convento vi è l’ingresso a un cunicolo poligonale, resto del tempio dedicato alla Dea Bellona.


Templum Bellonae ad Circum Flaminium

Festa celebrata il 3 giugno in onore di Bellona. Si ricordava la dedicatio del tempio fatto costruire nel 296 a.c. presso il Circus Flaminius, in Campus Martius, da Appius Claudius Caecus.

Vedi anche: LISTA DELLE DIVINITA' ROMANE


BIBLIO

-  S.Platner e T.Ashby - Tempio di Bellona - in A Topographical Dictionary of Ancient Rome - 1929 -
- Francesco Portonaris - Aedes Bellonae - Venezia - 1560 -
- Merobaude - Bellona - Panegyrici -
- Martin Van Creveld - Le donne e la guerra ieri, oggi, domani - Libreria Editrice Goriziana - Gorizia - 2007 -
- Laura Rangoni - La grande madre. Il culto del femminile nella storia - Milano - Xenia - 2005 -

4 comments:

  1. io sapevo che Bellona aveva sacerdotesse vestite da guerriere.

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  2. ma la parola bella viene da Bellona?

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  3. In latino bello si dice "pulcher" al femminile "pulcra". L'unica parola latina che richiama "bello" è proprio Bellona dea della guerra ma anche dell'amore e quindi bellissima, per cui il termine bello è probabile che derivi da lei così come il termine "bellum" (guerra). Ciao

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  4. A me ricorda molto la Eris greca, che come avete scritto i romani consideravano Discordia in modo differente dai greci, magari Bellona era un'altra manifestazione della stessa dea

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