FLAVIO MARCIANO - FLAVIUS MARCIANUS


Nome completo: Flavius Marcianus
Predecessore: Teodosio II
Successore: Leone I
Nascita: Illiria 392 dc
Morte: 457
Regno: 450-457 d.c.



LE ORIGINI

Flavio Marciano, Flavius Marcianus, nacque in Tracia o in Illiria nel 392 d.c., figlio di un soldato, ed egli stesso seguì le orme paterne arruolandosi in un'unità militare nei pressi di Filippopoli. A ventinove anni, nel 421, prese parte alle guerre contro i Persiani, durante le quali cadde ammalato. Successivamente divenne ufficiale cadetto, protector domesticus. Quindi servì per quindici anni come comandante di un reggimento agli ordini di Ardaburio Il Vecchio e del figlio Aspar, i due più eminenti generali di Teodosio II.

Nei tre anni 431-434, fu ufficiale con Aspar in Africa contro i Vandali e venne catturato in un combattimento nei pressi di Hippo Regius; portato dinnanzi al re vandalo Genserico, venne rilasciato dietro giuramento che non avrebbe mai più preso le armi contro i Vandali. Attraverso l'influenza di questi generali divenne capitano delle guardie, e venne successivamente elevato al rango di tribuno e senatore.



LE NOZZE

Nel luglio del 450 l'imperatore d'Oriente era morto, il trono era pericolosamente vacante. Pulcheria, sorella del defunto Teodosio II, pensò bene di abdicare alla sua verginità e di sposarsi. Mise gli occhi sul sessantenne Marciano, senatore ed ex-soldato, forte e determinato, nato da stirpi di Illiria o Tracia, le terre dei migliori legionari.

Contrariamente agli altri imperatori bizantini, Marciano fu scelto come marito e associato come imperatore dalla ‘basilissa’, come principe consorte, ma in realtà i due sposi divenivano sovrani di pari grado con pieni poteri ciascuno; inoltre essendo sacra la figura dell’imperatore o imperatrice esistente, tutte le sue scelte divenivano sacre, quindi anche la sposa o lo sposo prescelto. Si dice che Pulcheria sposasse Marciano col patto che rispettasse la sua verginità, ma è impossibile perchè anche per la chiesa di allora il matrimonio sarebbe stato invalido senza consumazione.



ATTILA

Marciano fece uccidere subito il consigliere Crisafio Zstommas, e nominò suoi consiglieri il Maestro degli Uffici Eufemio ed il prefetto del pretorio Palladio. Era sul trono da pochi mesi quando Attila inviò i suoi messi a riscuotere la gravosa tassa che aveva già dissanguato lo stato. L'imperatore rispose: “Per Attila ho ferro, non oro.” L'Impero Romano d'Oriente non si sarebbe sottomesso ad Attila, a costo di scendere in battaglia.

Quando il capo barbaro seppe la notizia fu tentato dal volgere le armate verso Costantinopoli. Però stava preparando un'immensa spedizione verso Occidente. Nell'inverno del 451, l'esercito unno si rivolse verso le Gallie. Il popolo di Costantinopoli festeggiò lo scampato pericolo per le strade e messe straordinarie in tutte le chiese vennero svolte contro il capo barbaro ed a favore del nuovo imperatore.

Sapendo che non sarebbe riuscito a catturare la capitale d'oriente di Costantinopoli, Attila si rivolse ad occidente e si impegnò nella campagna in Gallia nel 451 e in Italia nel 452, lasciando perdere Marciano.



LE RIFORME

Marciano riformò le finanze, diminuì le spese e ripopolò i distretti devastati. Respinse gli attacchi a Siria ed Egitto (452) e schiacciò le turbolenze sulla frontiera armena (456).

Il rifiuto di rinnovare i sussidi ad Attila fece parte di un piano generale per la riduzione delle spese: per esempio, i consoli, invece di distribuire il denaro alla popolazione di Costantinopoli, ebbero la direttiva di spenderlo per mantenere in buone condizioni l'acquedotto cittadino.

D'altra parte vennero rimessi gli arretrati delle tasse, mentre furono aboliti i servizi da prestare alle proprietà dei senatori.

I senatori furono sollevati da un regolamento che proibiva loro matrimoni contratti con schiave, liberte, attrici e altre donne di classe sociale inferiore.

Marciano non fece invece nulla per aiutare l'occidente durante le campagne di Attila e, mantenendo la sua promessa, ignorò le depredazioni di Genserico, anche quando i Vandali saccheggiarono Roma nel 455. Nel 453 si era riacceso il conflitto tra Attila e Marciano, ma il re unno morì prima che scoppiasse una guerra.

Marciano dichiarò di aver visto in sogno l'arco di Attila spezzato di fronte a lui, e pochi giorni dopo giunse notizia della sua morte. Prudentemente Marciano preferì non provocare i Persiani, e quando gli Armeni si opposero alle pressioni della Persia per costringerli ad abbandonare la fede cristiana, egli assicurò il re persiano Yezdegard II che non sarebbe intervenuto.



IL CONCILIO DI CALCEDONIA

La condanna pronunciata dal concilio di Costantinopoli nel 448 contro Eutiche e la sua dottrina nell'unica natura di Cristo, aveva impedito la riabilitazione di Eutiche dopo il concilio di Efeso del 449.

A questo sinodo avevano partecipato anche i legati del papa Leone I Magno, incaricati di recare il “Tomus ad Flavianum”, vale a dire la lettera dommatica con la quale Leone aveva condannato Eutiche. Ma Dioscoro di Alessandria aveva con la violenza, ottenuto l'assoluzione di Eutiche, l'approvazione della dottrina di lui e la condanna di Flaviano e di tutti gli altri avversari di Eutiche.

Leone I non si arrese. Ottenuto che i vescovi occidentali riconoscessero il Tomus, procurò che l'accettassero anche gli orientali. Nel 450 inviò a Costantinopoli i vescovi Abbondio di Como, Asterio di Capua con i sacerdoti Basilio e Senatore, muniti di lettere per Teodosio e Pulcheria. L'accoglienza fu ottima si che nel 451 in tutte le province imperiali, eccezion fatta per l'Egitto e parte dell'Illirico, avevano aderito pienamente alla sua lettera dogmatica.

Marciano, affinché il Tomus fosse universalmente riconosciuto, volle indire un sinodo, “affinché a norma di ciò che la santità tua secondo i canoni ecclesiastici ha definito, i vescovi convenuti stabiliscano ciò che giovi alla religione cristiana ed alla fede cattolica.”

Il papa non era d'accordo, poiché Attila devastava le Gallie e minacciava l'Italia stessa, ma Marciano intimò a tutti i vescovi e al Papa di trovarsi a Calcedonia e qui, nel 451 ebbe inizio il IV concilio ecumenico della cristianità.

L'opera compiuta dai circa 600 vescovi sotto la presidenza dei legati di Leone, e sotto la sorveglianza dei gloriosissimi iudices, ovvero senatori scelti dall'imperatore Marciano per mantenere il protocollo, si può ridurre a tre capi:
  1. il processo contro Eutiche, Dioscoro e i responsabili del concilio di Efeso.
  2. la definizione della fede cattolica intorno alle due nature di Cristo.
  3. I canoni disciplinari.
Il concilio di Calcedonia proclamò Cristo perfetto Dio e perfetto Uomo, della stessa sostanza del Padre e dello Spirito Santo; ne furono anche riconosciute le due nature, divina e umana, senza confusione o mutamento, né divisione o separazione. Tale proclamazione andò contro la dottrina proclamata da Eutiche, il monofisismo, e contro l'Arianesimo.

Il processo contro Eutiche e Dioscoro finì con la deposizione di Dioscoro e dei suoi compagni. Il concilio divenne per enunciazione di Papa Leone "la colonna contro l'eresia", che dette man mano via libera alle terribili persecuzioni della Chiesa contro i seguaci di oltre 600 dottrine eretiche, attraverso l'abiura forzata, la prigionia, la morte, la tortura e il rogo.



LA MORTE


L’imperatrice Pulcheria morì nel luglio 453, nel terzo anno del governo di Marciano, egli le sopravvisse, governando da solo, fino al 457 quando morì di malattia, probabilmente una cancrena contratta durante un lungo pellegrinaggio religioso.

Secondo alcuni invece la morte fu dovuta ad una congiura ordita dal generale goto Aspar ed il patriarca di Costantinopoli Anatolio, che gli avevano somministrato del veleno. Negli ultimi tempi questa tesi è stata fortemente rivalutata, vista la durata della malattia che colpì l'imperatore, di circa cinque mesi.

Ambedue furono sepolti nella Chiesa imperiale dei Santi Apostoli di Costantinopoli. Come per tutti gli imperatori e imperatrici, che avevano convocato dei Concili, la Chiesa d’Oriente lo ha riconosciuto come santo. Marciano Fu sepolto a fianco alla moglie Pulcheria, morta nel 453, nella chiesa dei Santi Apostoli.

Nonostante il suo breve regno e il suo abbandono dell'impero d'Occidente, Marciano è considerato uno dei migliori tra i primi imperatori bizantini. Il popolo, infatti, gridava ogni volta che veniva nominato un nuovo imperatore: "Regna come Marciano!". La Chiesa cristiana ortodossa riconosce lui e la moglie Pulcheria come santi; la loro festa cade il 17 febbraio.


BIBLIO

- Louis-S. Le Nain de Tillemont - Vita dell'imperatore Marciano - PagineSvelate - Gerenzano (Varese) - 2011 -
- Giorgio Ravegnani - Imperatori di Bisanzio - Bologna - Il Mulino - 2008 -
- Silvia Ronchey - Lo Stato Bizantino, Collana Piccola Biblioteca - Nuova serie n.47 - Torino - Einaudi - 2002 - 
- S. Ronchey, Tommaso Braccini - Il romanzo di Costantinopoli - guida letteraria alla Roma d'Oriente - Collana Super ET - Torino - Einaudi - 2010 -
-  Marcello Gigante - Studi sulla civiltà letteraria bizantina - 1981 -

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