SETTIZONIO - SEPTIZODIUM

RICOSTRUZIONE DELLA VERSIONE A TRE PIANI
"All'angolo del monte Palatino era il famoso Settizionio, fabbricato da Settimio Severo. Questo edifizio, ch'era di molta magnificenza, fu detto Settizonio, perchè aveva sette ordini di portici, uno sopra dell'altro, sostenuti da colonne di granito; e serviva per fare decorazione, e dare ingresso da questa parte al palazzo Augustale. Fino a tempo di Sisto V, ne rimanevano tre piani ancora in piedi, che egli fece poi demolire per servirsi delle colonne per uso della Basilica Vaticana."

Il Settizonio o Settizodio, o Septizonio, dal latino Septizodium era una strana e monumentale costruzione somigliante in parte a  un ninfeo, ma a più piani di colonne, fatta innalzare dall'imperatore Settimio Severo (193-211) ai piedi del colle Palatino.

In realtà era la nuova facciata monumentale del palazzo imperiale sul Palatino, aperta sulla Via Appia, in un'ala aggiunta da Settimio Severo, nei lavori di risistemazione delle pendici meridionali e sud-orientali del colle, dove vennero completati gli edifici termali avviati circa un secolo prima da Domiziano



LA STORIA

L'edificio costruito da Settimio Severo, sorgeva nella valle tra Celio e Palatino, accanto al Circo Massimo, lungo la via Appia.

Secondo molti era la nuova facciata monumentale del palazzo imperiale sul Palatino, col nuovo fronte sulla Via Appia, un'ala aggiunta al palazzo imperiale di Domiziano da Settimio Severo, nella sistemazione delle pendici sud est del colle, per completare degli edifici termali avviati un secolo prima da Domiziano.

Per breve tempo ospitò la tomba dell'imperatore Geta, figlio di Settimio, il che farebbe pensare a un mausoleo, ma richiama anche una struttura a sette piani, anche se fin dalle stampe più antiche ne appaiono sempre tre.

Secondo alcune fonti il Settizonio era una struttura idrica monumentale, contenente le sette divinità planetarie: Saturno, Sole, Luna, Marte, Mercurio, Giove, Venere.

In effetti deriverebbe da "Sette soli" cioè sette astri, la simbologia astrale con riferimento ai sette pianeti, per la passione di Settimio per l'astrologia e che probabilmente proveniva proprio da Leptis.

Infatti volle che il suo oroscopo venisse dipinto sul soffitto della sala delle udienze imperiali.

L' 8 gennaio 1198 vi si tenne il primo conclave della storia, che elesse papa Innocenzo III, il che dimostra che all'epoca fosse pressocchè integro.

L'edificio era già in rovina alla fine dell'VIII secolo e quel che ne restava fu trasformato in fortezza dalla famiglia Frangipane, visto che la vedova di Graziano Frangipane nel 1223 "ospitò lì presso, nella Torre della Moletta, il suo amico e maestro Francesco d'Assisi".

CIRCO MASSIMO A SINISTRA, SEPTIZONIO A DESTRA
La vedova si chiamava all'epoca Jacopa de' Settesoli, dove settesoli sta certamente per septisolio, uno dei nomi del Septizonio. Secondo altre fonti i Frangipane si installarono a Roma nell'area del Circo Massimo, esattamente nel Settizonio, antichissimo palazzo eretto al tempo di Settimio Severo; arricchendolo di una torre che tutt'oggi si eleva al lato del circo. Nell'edificio si sarebbe tenuto il primo conclave per l'elezione pontificia, ma nel 1241.

LA STESSA PIAZZA OGGI
I Frangipane del Settizonio si estinsero nel 1266, con Pietro e Filippa; da lì iniziò una controversia per il possesso dell'eredità dei Frangipane, evidentemente vinta dal papato, visto che ne fece scempio a suo piacimento.

Crollata la sezione centrale, le due parti delle rovine erano dette Septem solia maior e Septem solia minor.
La distruzione e il prelievo di marmi pregiati, travertino, colonne e decori vari proseguirono nei secoli dalle famiglie patrizie che dominarono attraverso i vari Papi che riuscirono a far nominare nei conclave, attraverso pagamenti e alleanze. La demolizione definitiva si dovette a Sisto V.

Rodolfo Lanciani in "Rovine e scavi di Roma antica" scrive:

RESTI DEL XV - XVI SECOLO ORA SCOMPARSI
"Il rimanente venne distrutto da papa Sisto V nell'inverno 1588-89 per mano del suo architetto Domenico Fontana. I lavori costarono al papa 905 scudi, abbondantemente compensati dal ricavato in peperino, travertino, marmi rari e colonne.

- 33 blocchi di pietra furono usati nella fondazione dell'obelisco di Piazza del Popolo; 
- 104 blocchi di marmo nel restauro della Colonna Antonina, includendo la base della statua di San Paolo che la corona; 
- 15 nella tomba del Papa nella Cappella del Presepio in Santa Maria Maggiore, 
- 15 nella tomba di Pio V; 
- 15 nella scalinata della Casa dei Mendicanti presso Ponte Sisto, 
- 15 nel «lavatore» delle Terme di Diocleziano, 
- 15 nella porta del Palazzo della Cancelleria, 
- 15 nella facciata nord di San Giovanni in Laterano, con il cortile e la scalinata, 
- infine 15 nella chiesa di San Giacomo degli Schiavoni, 
che usufruirono delle spoglie del Septizodium."

Del resto Papa Sisto, come la maggioranza dei Papi, non apprezzava le opere dell'antichità: le colonne di Traiano e Marco Aurelio vennero usate come piedistalli per le statue di San Pietro e San Paolo.

La Minerva del Campidoglio venne convertita in "Roma Cristiana"; il Septizonio di Severo venne demolito per i suoi materiali da costruzione.

Alla fine del palazzo imperiale di Settimio, visibile sia dal Circo Massimo che dal Colosseo, c’era una fontana su molti piani chiamata "Septizonium", dedicata al dio Sole: essa stupiva tutti i viandanti e i pellegrini che arrivavano a Roma da sud. Purtroppo venne fatta demolire anch'essa da Sisto V perchè tutto ciò che era romano era pagano, e per tanto perverso.

In Rione Campitelli, presso il Circo Massimo, è citata la grande chiesa di santa Lucia in Septisolio, detta da altri in Septizonio, presso l'angolo sud del Palatino, anch'essa demolita da Sisto V, ma citata per bellezza e ricchezza di decori. Questo confermerebbe ancora la posizione del Septizonio accanto al Circo Massimo.



DESCRIZIONE

L'edificio è noto dalla pianta sulla Forma Urbis severiana e da disegni rinascimentali, nonchè da il "Trattato di Verona sulle rovine Romane" del 1610 da cui risulta che le colonne fossero corinzie "Tutte le colonne sono di granito e marmo migliori, alcuni bianchi, alcuni colorati. Tra gli ultimi, il massimo della bellezza mirabile

Di marmo insomma erano colonne, cornici e intercolumni per tutta la facciata, scanditi con rosoni sempre in marmo, intagliati in forme diverse.
Il prospetto era lungo 89 m. e simile ai frontescena teatrali: vi si aprivano tre nicchioni semicircolari con ai lati due avancorpi a base quadrata, movimentando con spigoli retti e ampie curvature il fronte di tre piani colonnati di altezza decrescente verso l'alto.
Le tre nicchie ospitavano altrettante fontane a base circolare, con un'unica vasca che ne raccoglieva le acque più in basso.

La costruzione sembrerebbe ispirata al gusto asiatico, ma non ci sono abbastanza frammenti architettonici che lo dimostrino. Come modelli si possono citare il ninfeo di Mileto, di epoca traianea, e il ninfeo di Aspendos, di epoca adrianea, che a loro volta si ispiravano alle scene degli edifici teatrali, già all'epoca dotati di giochi d'acqua. Altri esemplari di settizonio sono tutti in Africa: Henschir Bedd, Lambaesis, Lilybeum e Cincari. Del resto Settimio era di origine africana.


ALTRO SEPTIZONIO

Un altro Septizonium, noto solo da Svetonio (Tit. 1) il quale sostiene che Tito nacque "prope Septizonium aedibus sordidis". Probabilmente simile al Septizonium di Severo, anche se molto più piccolo, ed è stato localizzato generalmente sull'Esquilino ma senza una ragione sufficiente (FUR 37; Gilb. III .354; Richter 158).


BIBLIO

- Charmaine Gorrie - The Septizodium of Septimius Severus revisited - The monument in its historical and urban context - in Latomus 60 - 2001 -
- Rodolfo Lanciani - Rovine e scavi di Roma antica - Roma - 1985 -
- Susann S. Lusnia - Urban Planning and Sculptural Display in Severan Rome: Reconstructing the Septizodium and Its Role in Dynastic Politics - in American Journal of Archaeology 108 - 2004 -
- Christian Hülsen - Das Septizonium des Septimus Severus - Programm zum Winkelmannsfeste der Archäologischen Gesellschaft zu Berlin - Berlin - 1886 -



5 commenti:

  1. siete dei grandi, bravi!

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  2. Peccato che non ci sia conservato questo meraviglioso monumento!

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  3. Allora, le colonne ed i marmi policromi sono a S. Maria Maggiore. Sono facilmente riconoscibili in questa foto: http://www.romasegreta.it/images/s.maria-maggiore-cappella-sistina.jpg

    Anche le trabeazioni e i motivi dei marmi dovrebbero essere gli stessi riadattati. Lo si evincerebbe da un confronto con le incisioni:
    https://www.flickr.com/photos/dealvariis/3699877141/in/photostream/

    Altre colonne sono un po' sparse in giro per Roma, due sono nel palazzo della cancelleria:
    http://www.romasegreta.it/images/palazzo_della_cancelleria.jpg

    Non dovrebbe essere impossibile una sua anastilosi, ma per gli archeologi puristi e le professorone femministe sarebbe un sacrilegio. Si pensi al casino che "Eva Cazzarella" ha scatenato contro l'anastilosi (possibilissima, tutto il materiale in situ) del tempio G di Selinunte.

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  4. P.S. Chiaramente non sto suggerendo di asportare i marmi dalle basiliche, ci mancherebbe. Dico solo che potrebbero essere un riferimento importantissimo per un'eventuale copia del monumento o, in alternativa, di alcune sezioni di esso, che permetta di renderlo "leggibile" (qualora, grazie ad essi sia possibile ricostruirne fedelmente l'aspetto. Sarebbe interessante esaminare anche i blocchi utilizzati nelle fondamenta dell'obelisco di p.zza del popolo.).

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  5. .Sisto V ha fatto demolire anche la chiesa di Settinozio...quindi anche la chiesa era pagana di cui lui era papa, forse aveva un problema psichiatrico chissà..beh il settinozio sembrava abbastanza pericolante e cosa ci vuole a ricostruirlo? questa società atea con tutta la sua scienza e tecnologia potrebbe rifarlo tutto in meno di un mese...ma non gliè frega niente, troppo impegnata a giocare a golf e a pensare progetti iperuranei. la chiesa invece ha salvato l'impero romano d'oriente, i suoi imperatori e i suoi palazzi per altri 1000 anni. Molto meglio la pentapoli bizantina a Roma immondezzaia e cosmopolita

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