La via Aurelia è una via consolare, cioè ordinata da un console, iniziata nella metà del III sec. a.c., dal console Gaio Aurelio Cotta per collegare Roma a Cerveteri, unificando in un solo tracciato differenti tratti viari già esistenti per collegare le città etrusche.
Con l'espansione dell'Impero Romano verso nord, si rendeva necessario infatti creare rapidi ed efficienti spostamenti verso le colonie militari fondate sulla costa tirrenica, dopo la definitiva sottomissione dell'Etruria. Le stazioni principali erano Pyrgi (Santa Severa), Centumcellae (Civitavecchia) e Forum Aurelii (Montalto di Castro) mentre la destinazione iniziale era Cosa, fondata nel 273 a.c. Presto si rese necessario prolungarne il percorso per tratti successivi fino a Luna (Luni), Genova e Arles, in Gallia.
Sul promontorio di Santa Marinella (antica Pyrgi) si conservano importanti resti della via, con una stele che ricorda gli interventi di Settimio Severo e di Caracalla. Oltre Civitavecchia si conservano i resti della statio Tabellaria, subito dopo il fiume Marta.
Nel corso delle invasioni dei Goti nel V secolo furono distrutti importanti centri posti lungo la costa determinando la decadenza della via, anche se una certa importanza fu mantenuta dal tratto ligure.IL PERCORSO
L'Aurelia Vetus, o via Aurelia antica, partiva da Porta San Pancrazio fino a Vada Volaterrana, odierna Vada, poi prolungata fino a Pisa. Qui si interrompeva per la zona paludosa detta Fossae Papirianae, nell'attuale costa della Versilia, da Migliarino Pisano fino a Luni; ma anche a causa dei bellicosi Apuani, detti anche Liguri Montani o Sengauni che infestavano la zona come briganti.
Dopo Pisa l'Aurelia deviava verso Lucca, passando per Corliano, Rigoli e Ripafratta, oggi San Giuliano Terme.
Quindi raggiungeva il Forum Clodii, nella Garfagnana, entrava in Lunigiana solcando la valle del Serchio (Auser) e la val d'Aulella (Audena) per ricongiungersi con la strada verso Luni.
I pochi km di palude da Pisa a Luni interrompeva la strada costiera, fino a che. nel 56 a.c., Giulio Cesare non pensò di abbreviare il percorso accingendosi alla conquista della Gallia, incaricando così Marco Emilio Scauro di costruire una scorciatoia da Pisa a Luni, l'attuale strada provinciale Sarzanese, che collega Lucca con Camaiore (Campus Major) e con Massa (Tabernae Frigidae), fino a Sarzana. L'Aurelia fu poi proseguita verso Marsiglia (antica Massalia) dall'imperatore Augusto con la via Julia Augusta.
L'AURELIA DENTRO LE MURA
PORTA AURELIA (Porta S. Pancrazio)
Celebre per il vicino sepolcro del martire cristiano Pancrazio, e delle catacombe a lui dedicate, mete di pellegrinaggi, si che dal V sec. le venne attribuito il nome del santo che conserva tuttora. Completamente ricostruita, sembra fosse all'epoca ad un solo fornice con due torri quadrangolari ai lati, come in tutte le ristrutturazioni di inizio V sec. dall’imperatore Onorio. La controporta invece ha funzionato da controporta alla porta barocca fino al 1849.
PONTE ROTTO
Secondo Plutarco e Tito Livio e da una raffigurazione monetale, fu opera di Manlio Emilio Lepido, contemporaneamente alla costruzione della via Aurelia, intorno al 241 a.c. Nel 179 a.c. il ponte fu ricostruito insieme al vicino porto fluviale.
Nel 142 i censori Publio Cornelio Scipione Emiliano e Lucio Mummio sostituirono alla passerella lignea le arcate in muratura. Il ponte fu restaurato sotto Augusto nel 12 a.c.
GIANICOLO
Il nome del colle deriva dal Dio Giano, Ianus, col suo centro abitato Ianiculum. Per ora è stato rinvenuto solo un sacello sul Gianicolo dedicato al figlio Fons figlio di Giano, ma il colle è ancora tutto da scavare. C'era anche un piccolo centro abitato, il Pagus Ianiculensis, ai piedi del colle in zona Trastevere, oggi zona piazza Mastai.
Sulla riva destra del Tevere, in territorio originariamente etrusco, il colle fu occupato e annesso a Roma da Anco Marzio che gli creò delle mura e lo collegò alla città col Ponte Sublicio sul quale doveva passare l'antica strada proveniente dall'Etruria, la futura Via Aurelia. Rimasto poi escluso dalle antiche mura serviane, il Gianicolo venne parzialmente incluso nelle mura aureliane.
Un'area del Gianicolo era coperta di boschi sacri dedicati, con un tempio, all'antica divinità Furrina. Un'altra area cultuale, più tarda, è il santuario isiaco sulla pendice orientale, oggi via Dandolo. Il sito è bello e interessante, ma trascurato e spesso chiuso, mentre i suoi reperti sono esposti nella collezione egizia di Palazzo Altemps.
Oggi purtroppo gran parte del Gianicolo è diventata zona extra-territoriale, espropriata da Roma e donata al Vaticano per tutto il lato destro della salita, dall'ospedale Bambin Gesù alla sommità del colle, con parchi, costruzioni vaticane di ville, università, collegi, monasteri e alberghi, per cui non solo si è perduta una parte importante del colle ma anche il suo sottosuolo di epoca romana non più scavabile.
L'AURELIA FUORI LE MURA
CASALE DI GIOVIO
Il settore occidentale di Villa Doria Pamphilj è interessata da importanti testimonianze funerarie di età romana. Il Casale, già ristrutturato alla fine del XVIII secolo, era in origine un sepolcro di età imperiale a tempietto.
Era costituito da un’aula rettangolare con accesso ad ovest, probabilmente attraverso un avancorpo.
La distanza di circa 140 m dalla via Aurelia fa supporre un sentierino che si staccava della via consolare.
Il sepolcro, meglio conservato sul lato nord, presenta una struttura muraria con cortina di laterizi caratterizzati da una variazione cromatica che va dal rosso cupo al giallo. Sono integrazioni moderne il primo piano e il corpo aggiunto all'estremità del lato occidentale; quest’ultimo verosimilmente costruito sul nucleo cementizio pertinente alla gradinata di accesso del sepolcro antico.
Era costituito da un’aula rettangolare con accesso ad ovest, probabilmente attraverso un avancorpo.
La distanza di circa 140 m dalla via Aurelia fa supporre un sentierino che si staccava della via consolare.
Il sepolcro, meglio conservato sul lato nord, presenta una struttura muraria con cortina di laterizi caratterizzati da una variazione cromatica che va dal rosso cupo al giallo. Sono integrazioni moderne il primo piano e il corpo aggiunto all'estremità del lato occidentale; quest’ultimo verosimilmente costruito sul nucleo cementizio pertinente alla gradinata di accesso del sepolcro antico.
COMPLESSO CIMITERIALE DI CALEPODIO
Caledopio fu un presbitero che venne ucciso sotto Alessandro Severo (222-235) e sepolto in questa necropoli per poi essere traslato nella basilica di S. Maria in Trastevere. Il cimitero di Caleopio includeva anche una basilica con pianta a croce greca che fu costruita da Giulio I (337-352 d.c).
MALAGROTTA
Nel sito di Malagrotta (Mola rupta) si rinvengono tratti di basolato dell'antica via Aurelia e il sepolcro di tipo a torre denominato 'Monumentum magnum rotundum'. Ma c'è di più: lungo la via di Malagrotta, a ridosso della più grande discarica d’Europa, stanno venendo alla luce le antichissime vestigia di una necropoli.
Questi nuovi scavi sono poco distanti da quelli di via Castel Malnome-Piana del Sole dove sono venute alla luce oltre 300 sepolture.
Sembra che il nome Malarupta, poi Malarotta e Malagrotta, deriverebbe da una mola sul fiume Galeria di cui sono ancora visibili i resti.
TORRETTA TROILI
In via della Faggella, all’incrocio dei tratti suburbani della via Aurelia, sta la Tor retta, costruita sui resti di una antica villa romana, che prende il nome dagli ultimi proprietari che ne posero lo stemma sulla facciata. Essa è di forma quadrata, ogni lato misura 5 m, è alta circa 8 m e i muri hanno lo spessore di 1 m.
Per la costruzione sono stati utilizzati materiali edili di recupero, come i mattoni e pietrame vario, mentre per la parte superiore, per renderla più visibile, sono stati impiegati spezzoni di marmo e selce. Nei paraggi della Torretta furono eseguiti scavi archeologici, tra il 1880-1900, che portarono alla luce lunghi cunicoli di epoca imperiale, alti 2 m. e larghi 1 m., con soffitti a botte e intoncato. Nel 1881 fu scoperto l’ipogeo di un sepolcro con cinque loculi e numerose lastre di marmo con iscrizioni.
LORIUM
Lorium era una località situata sulla via Aurelia, nei pressi dell'odierna Castel di Guido (XVI municipio del comune di Roma). La località era citata nella Tabula Peutingeriana come prima stazione di posta sulla via, al XII miglio da Roma. Vi si trovava una villa costruita dall'imperatore Antonino Pio, che vi morì nel 161 d.c. e nelle quale risiedettero anche Adriano e Marco Aurelio.
Nella località si sono rinvenute tracce di un borgo di epoca romana che attraversò una fase ricca di costruzioni nel corso della seconda metà del I sec. a.c. Resti di costruzioni ai lati della strada e di tombe furono rimessi in luce in scavi condotti nel 1823-24.
Sulle vicine colline esistono numerose tracce di ville romane suburbane residenziali.
Gli scavi della Soprintendenza archeologica di Roma presso la villa dell'Olivella nel 2006, hanno riportato in luce un impianto termale con pavimenti a mosaico, di una grande villa residenziale del II-III sec.
Altri due nuclei residenziali erano già stati individuati nei pressi sul monte delle Colonnacce, "villa delle Colonnacce", già depredata dai tombaroli negli anni '70, e sul monte Aurelio.
Le ville dell'Olivella e delle Colonnacce erano ricche di affreschi, colonne e mosaici.
Sommerso dalla vegetazione e danneggiato negli anni da ladri e da vandali, l'antico borgo romano di Lorium, sede di residenze e villeggiature imperiali, all'interno dell'azienda agricola comunale di Castel di Guido, stupisce per la quantità e la ricchezza dei ritrovamenti: tre i cantieri aperti dalla Soprintendenza per studi e ricerche sulla Villa delle Colonnacce, divisa in tre livelli, che sta rivelando un particolare apparato murario esterno in opus reticolatum in calcare bianco, con cornici scenografiche a prua di nave.
Gli scavi nella Villa di Olivella hanno portato alla luce nuovi ambienti dell'impianto termale e nuove pavimentazioni con tappeti a tessere bianche e nere. Ritrovate anche tessere colorate in pasta vitrea e lastrine di rivestimento con foglia d'oro.
Vicino al Casale della Bottaccia sono state trovate tracce di un mitreo, che consistono in ambienti con sedili scavati nel tufo e bassorilievi con rappresentazione di un serpente ed un volto abrasato della divinità Mitra.
Nell’ottocento fu rinvenuto un gruppo marmoreo raffigurante Mitra tauroctono conservato attualmente nella Galleria Doria Pamphilj.
Recuperato, scavato e parzialmente documentato anche l'insediamento Monte Aurelio, in prossimità del fiume Arrone, antico confine tra il territorio etrusco e Roma: il complesso si sviluppa intorno a una cisterna ipogea con copertura a botte. Considerate le diverse epoche dei reperti, la continuità di vita del complesso coprirebbe un lunghissimo arco di tempo, dalla protostoria alla Roma repubblicana.
VILLA ROMANA
Al 13° chilometro della consolare, XVIII Circoscrizione, il progetto stadio della Roma calcio ha incontrato i primi ostacoli: la cartografia indica su tutti i 145 ettari un “diffuso interesse archeologico”.
Infatti nella zona di costruzione del futuro stadio sono stai ritrovati una villa romana di età imperiale ed una necropoli con centinaia di scheletri. «Gli scavi non sono ancora finiti», spiega la responsabile della Soprintendenza Anna Paola Anzidei, «ma trasformeremo una parte dell'area in museo e la villa resterà sotto tutela». Speriamo sia vero.
STATUA - AD TORRES
Si tratta di una località posta al km 42 della via Aurelia, che prende il nome attuale dal ritrovamento di un probabile ritratto di Seneca.
Vi sorgeva una grande villa romana della prima età imperiale, di enorme estensione, con vasche ed impianto termale decorato da un mosaico a tessere bianche e nere raffigurante scene marine (ora al Museo di Villa Giulia), vicino all'incrocio della Via Aurelia con via Doganale, verso Valcanneto, Ceri e Bracciano.
Da questa villa, dalla statio di Hasta, o da altro insediamento romano sconosciuto provengono i marmi e i laterizi reimpiegati nella pavimentazione della fase romanica dell'Abbazia di San Rabano.
Qui sono emersi, oltre a un tratto dell'antica Aurelia in basolato, una fornace forse adibita per la fabbrica del vetro, una stazione di posta romana (Ad Turres è segnata sulla Tavola Peutingeriana), un ponte romano con cui l'Aurelia scavalcava il fosso Cupino, di cui ancora sono visibili i bei piloni antichi sulle sponde, e i resti di un sepolcro del VII sec. a.c.
BIBLIO
- G. M. De Rossi, P. G. Di Domenico, L. Quilici - La via Aurelia da Roma a Civitavecchia - La Via Aurelia da Roma a Forum Aureli - QITA 4 - Roma - 1968 -
- La via Aurelia ed Aemilia Scauri del prof. Giovanni Caselli -
- Strabone - Rerum Geographicarum -
- Strabone - Rerum Geographicarum -
- Via Appia, Ardeatina ed Aurelia, Firenze - Leo Samuele Olschki - 1979 -
- Antonio Nibby - Delle vie degli antichi - aggiunta a Roma Antica di Famiano Nardini -
1 comment:
Figuriamoci che non aveva pedagi ecc ecc é finura resta una testimonianza incredibile
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