Nome completo: Caius Mucius Scævola
Gens: Mucia
Nascita: 525 A.C. circa
Morte: 480 A.C.
Secondo lo storico Tito Livio, nella sua Ab Urbe Condita, Caius Mucius Scaevola, o Caio Muzio Scevola, il cui vero nome era Caio Muzio Cordoba, fu il protagonista di una eroica leggenda romana, da Livio commentata: Et facere et pati fortia Romanum est. L'operare e il soffrire da forte è degno di un romano.
Nella Roma antica saper soffrire e morire per la patria era il valore massimo che un uomo potesse avere, molto più dell'essere colto, filosofo o capace di creare opere architettoniche o di arte.
La storia andò così: si narra che nel 508 a.c., durante l'assedio di Roma da parte degli Etruschi comandati da Porsenna, proprio mentre nella città cominciavano a scarseggiare i viveri, un giovane aristocratico romano, Muzio Cordoba, propose al Senato di uccidere il comandante etrusco.
Lui da solo avrebbe operato il blitz, un po' difficile da comprendere ma uno solo era di certo meno visibile di un drappello.
La veste dello scriba era simile agli abbigliamenti del re, cosa strana perchè gli etruschi erano molto raffinati nelle vesti, fatto sta che Muzio uccise il ministro al posto del re.
Subito le guardie catturarono Muzio e lo condussero da Porsenna.
MUZIO SCEVOLA |
Dopo aver detto tali parole, pose la mano destra in un braciere dove ardeva il fuoco dei sacrifici e senza nessun lamento sopportò le ferite dell'ustione.
Porsenna rimase tanto impressionato dal gesto, che decise di liberare il giovane. Muzio, allora, rimasto lucido pur essendosi carbonizzato una mano. disse:
"Per ringraziarti della tua clemenza, voglio rivelarti che trecento giovani nobili romani hanno solennemente giurato di ucciderti. Il fato ha stabilito che io fossi il primo, e ora sono qui davanti a te perché ho fallito. Ma prima o poi qualcuno degli altri duecentonovantanove riuscirà nell’intento".
Questa rivelazione era pura invenzione del giovane romano, non sappiamo se concertata in caso di fallimento o come lampo di genio improvviso.
Però questa falsa rivelazione spaventò Porsenna, pensando che se erano tutti valorosi come Muzio la sua vita era davvero in pericolo.
Ma spaventò pure tutta l'aristocrazia etrusca che riflettè fosse molto più importante salvaguardare il futuro del re di Chiusi piuttosto che preoccuparsi del destino dei Tarquini.
Sempre secondo la leggenda, così Porsenna prese la decisione di intavolare trattative di pace con i romani, colpito positivamente del loro valore.
Naturalmente è una leggenda, perchè sembra che Porsenna vinse e governò Roma per due anni, dopodichè, e non si sa perchè, abbandonò il territorio e Roma divenne repubblica.
Nota
Nella zona in cui oggi si trova via Bissolati un tempo vi era il vicolo delle Fiamme, il cui nome sembra derivasse da una scultura che raffigurava una mano tra le fiamme e che si trovava nel muro dell’antica villa Massimo, poi venduta all’Istituto Nazionale delle Assicurazioni che vi fece la sua sede.
Secondo alcuni studiosi tale opera ricorderebbe appunto il personaggio di Muzio Scevola.
Una copia della scultura si trova nel cortile di palazzo Massimo di Rignano all’Aracoeli ora palazzo Colonna.
La celebre espressione “mettere la mano sul fuoco” risalirebbe proprio alla vicenda di Scevola, (Mucius Scaevola) ossia mancino, proprio per aver sacrificato il braccio destro all’allora Repubblica romana.
E' da ricordare che il nome scevola poteva dipendere dal fatto che coll'aver perso l'uso della mano destra fosse diventato mancino, oppure che fosse davvero mancino per cui sarebbe stato meno grave perdere l'uso della mano meno abile.
BIBLIO
- Tito Livio - Ab Urbe condita libri -
- Silvia Ronchey - Il guscio della tartaruga - Vite più che vere di uomini illustri - Collana Narrativa - Roma - Nottetempo - 2009 -
- Diana Bowder - Dizionario dei personaggi dell'antica Roma - Roma - Newton Compton editori - 2001 -
- Sesto Aurelio Vittore - De viris illustribus Urbis Romae -
Ciao volevo dirti che il vero nome di Muzio era Muzio Caio inftt era discendente della famiglia Caio
RispondiEliminaCiao Lilliegioinlove. Interessante, potresti dirmi la fonte?
RispondiEliminaCaius Marcus Mucius soprannominato prima Cordus e successivamente Scaevola, nobile romano appartenente alla Gens Mucia, una delle più antiche gentes latine
RispondiEliminaBello
RispondiEliminaGià
RispondiEliminaEn la Argentina se usa muy frecuentemente la expresión "meter o poner las manos en el fuego" por alguien, en el sentido de tener confianza ciega en esa persona.
RispondiEliminaClaramente se ha corrido el sentido de la frase.
In truth, the years of his birth and death are lost to history and never likely to be known.
RispondiEliminaPata a nuda
RispondiEliminaBellissima leggenda che esalta il valore patriottico ed ha lasciato la frase di essere capace di mettere la mano sul fuoco per mantenere una convinzione tale come una veritá, un valore.
RispondiEliminaIo penso che la mano sul fuoco non l abbia messa di sua volontà ma sia stata una punizione di Porsenna
RispondiEliminaMIO PADRE ME LA FATTA LEGGERE PERCHE SONO STATO MENSOGNEEO E HO LASCIATO CHE MIO FRATELLO PRENDESSE LE SBERLE AL POSTO MIO
RispondiEliminaMolto bella
RispondiEliminaPandaaaaaaaaaaaa
RispondiEliminaIo non trovo la leggenda
RispondiEliminaLA SUA STORIA ( oleggenda che sia ) DOVREBBE TENER POSTO SUI MURI DI OGNI EDIFICIO PUBBLICO. OGGI L'ONORE ED EL DOVERE SONO VALORI IRRISI.
RispondiEliminaPotete fare un riassunto per bambini
RispondiEliminapuoi mettere i riferimenti per favore? ne ho bisogno per una ricerca a scuola
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