VALERIA MESSALINA



Nome: Valeria Messalina
Nascita: Roma, 25 d.c.
Morte: Roma, 48
Genitori: Domizia Lepida e Valerio Messalla Barbato
Marito: Tiberio Claudio


LE ORIGINI

Valeria Messalina, figlia di Marco Valerio Messalla Barbato e Domizia Lepida, nacque a Roma nel 25 d.c. e vi morì nel 48 d.c. Era nipote di Ottavia Minore sorella di Augusto, e quindi da una famiglia patrizia imparentata con la gens iulia-claudia.

Quando Caligola salì al trono Messalina aveva solo 12 anni ma era già una delle donne più desiderate di Roma per la sua bellezza. A soli 15 anni venne costretta da Caligola a sposare Claudio, di quasi quarant'anni più grande di lei, cugino della madre, per giunta zoppo e balbuziente.

Per Caligola era una mossa politica, Messalina era sua cugina di sangue, e il matrimonio serviva ad unire ancor più la famiglia intorno a lui. Da questo matrimonio nacquero due figli: Claudia Ottavia e Cesare, passato alla storia come Britannico, che compare piccolo nella statua insieme alla madre.

Nel 41 una congiura dei pretoriani uccise Caligola, già inviso al senato e all'esercito per la sua crudeltà e dissolutezza, facendo nominare al soglio imperiale il suo parente più prossimo, il pauroso e vecchio Claudio, trovato nascosto e tremante dietro una tenda. Così la sua giovane e bellissima moglie Messalina divenne imperatrice.



L'IMPERATRICE

Messalina rimase all’inizio dietro le quinte, ma in concordanza col marito fece uccidere gli assassini di Caligola, esiliò Seneca in Corsica, esiliò Giulia Livilla, sorella minore di Caligola e amante di Seneca, a Ventotene, dove fu uccisa, e richiamò dall'esilio Agrippina Minore, sua zia. Ma di tutto ciò la colpa venne data solo a Messalina.

Ben presto però la donna, stando a quanto racconta lo storico Tacito, con qualche punta di veleno di troppo, prese a tenere una vita assolutamente sregolata.

Iniziò a frequentare giovani uomini, senza curarsi della sua frama. Giovenale narra che Messalina vinse una gara con una famosa cortigiana collezionando 25 amanti in un solo giorno, ma si sa che Giovenale odiava le donne, da sempre da lui criticate e diffamate, mai parò bene di alcuna, forse sentendosi rifiutato da loro.

Per Giovenale la donna è una ladra di cibo, se è colta fa pesare la sua cultura, se è bella la sua bellezza, insomma la donna migliore è quella che sta in silenzio assoluto.

Bersaglio privilegiato delle satire di Giovenale furono le donne, soprattutto se emancipate e libere, che per il loro disinvolto comportamento personificavano lo scempio del pudore. Nella satira VI, Giovenale fornì uno dei più feroci documenti di misoginismo di tutti i tempi, dove campeggiava Messalina, definita Augusta meretrix cioè "prostituta imperiale".

Messalina avrebbe avuto una doppia vita: non appena suo marito Claudio si addormentava, ne profittava per prostituirsi in un lupanare fino all'alba, col nome d’arte di Licisca "lassata viris necdum satiata" (stanca di tanti, ma non soddisfatta).

Ma ciò che faceva più rabbia era che l’imperatore Claudio, sicuramente al corrente del comportamento della moglie, sopportasse, forse perchè alla sua età non poteva più soddisfare le esigenze sessuali dell'altra. D'altronde Giovenale odiava pure gli omosessuali, cioè il rapporto tra maschi adulti, perchè abusare degli adolescenti era considerato normale.

Storici greci, Dione Cassio e Flavio Giuseppe, e romani, Svetonio, Tacito e Seneca, tracciano della consorte di Claudio un ritratto molto crudele, anche perchè, operando nel periodo dei Flavi, cercavano di ingraziarsi la benevolenza degli imperatori gettando discredito sulla ormai estinta famiglia giulio-claudia.

CLAUDIO

GLI AMORI

Messalina ebbe prima una relazione con il governatore Appio Silano, poi con l’attore Mnestere, e infine con l’uomo che sarebbe stato la sua rovina, Silio, di cui si era innamorata. Messalina voleva per Slio la villa sul Pincio di Valerio Asiatico così, con la complicità del liberto Narciso, convinse Claudio di essere vittima di una congiura, cosa che terrorizzava l'imperatore anche a causa di precedenti sventati. Così Valerio Asiatico, dichiarato capo della congiura, seppur innocente, fu costretto al suicidio.

Messalina ottenne che gli eredi non ottenessero il praemium festinandi, il premio che spettava ai discendenti di chi anticipava col suicidio la condanna a morte, e fece assegnare all'amante Silio l’ambita proprietà sul Pincio.

Per poterlo sposare inventò uno strattagemma, una mattina raccontò piangente al marito di aver sognato se stessa vedova. Così Messalina propose il divorzio al marito terrorizzato: sposando un altro, avrebbe gettato sul nuovo marito la infausta sorte e, da vedova, sarebbe tornata dall'amatissimo Claudio che acconsentì.

Mentre Claudio era a Ostia, Messalina celebrò fantasiose le nozze con Silio, o almeno una scena che le rappresentasse, visto che era già sposata. Infatti Messalina non avrebbe mai rinunciato al trono.

Claudio, informato dell'inganno dal suo liberto personale Narciso, che evidentemente ora temeva per la sua vita, ritornò precipitosamente a Roma, dove Messalina si gettò ai suoi piedi chiedendo il perdono. D'altronde anche Cluadio aveva avuto le sue avventure, che però essendo maschio non cantavano.

Narciso, temendo le rappresaglie di Messalina, incitò l'imperatore ad eliminarla, ed ottenutone l'assenso, la fece uccidere da un pretoriano nell’estate del 48. Messalina aveva solo 23 anni, dunque ancora un'adolescente, e fu demonizzata allora e nei secoli a venire come donna intrigante, crudele e dissoluta.

La sua vita sessuale la conosceva tutta Roma e aveva l'abitudine di circondarsi di bellissimi uomini, ma le orge e le prestazioni sessuali nei postriboli furono messi in giro per giustificarne l'assassinio.

MORTE DI MESSALINA
Messalina a 23 anni divenne, nell’immaginario popolare, l’emblema della dissolutezza e della lussuria, il contrario dell'immagine della matrona romana.
Su di lei si inventò di tutto:
  • che impose al marito di ordinare ai sudditi di bell'aspetto di cederle
  • di aver avuto rapporti incestuosi con i fratelliche si prostituì nei bordelli di RomaFece una scommessa con una prostituta: le disse che sarebbe riuscita a farsi un plotone intero (25 uomini) in una volta sola. E si dice che all'alba tornò a casa non perchè sazia, ma l'ora tarda.
  • che fosse davvero innamorata di un giovane bellissimo, nobile e ricco. Silio.
  • che per mollare Claudio e gli disse che lei, essendo della vergine, aveva letto che sarebbe rimasta vedova. Quindi, se fosse andata in sposa a qualcun altro, sarebbe morto il futuro marito, al posto di Claudio.
  • che il tribuno da cui si fece uccidere avrebbe detto: " Se la tua morte sarà pianta da tutti i tuoi amanti, piangerà mezza Roma"
  • che completamente depilata, i capezzoli dorati, gli occhi bistrati di antimonio e nerofumo, si offriva a marinai e gladiatori per qualche ora al giorno.
Non fu Claudio, comunque, a decretare la morte di Messalina, ma Narciso, temendo che un eventuale riconciliazione tra i coniugi sarebbe stata letale per lui, delatore, si presentò alla testa di un gruppo di pretoriani e ordinò a Messalina di togliersi la vita.

Messalina in lacrime tra le braccia della madre tentò di pugnalarsi al collo e al petto ma non riuscì a darsi la morte, e anche qui fu tacciata di viltà dai contemporanei e dai posteri. Finché un pretoriano non le dette il colpo finale.

Pagò non solo con la vita tutte le dissolutezze e gli omicidi commessi; infatti su di lei fu applicata la "damnatio memoriae", cioè l'eliminazione del suo nome dai documenti e dai monumenti di Roma e la distruzione delle sue statue. Inoltre il figlio Britannico non fu mai Imperatore. Alla morte di Messalina Claudio sposò Agrippina, poi Plauzia Urgulanilla, poi Elia Petina e infine Giulia Agrippina. Nominò suo successore il figliastro Nerone che alla morte di Claudio ordinò l'assassinio di Britannico.


BIBLIO

- Giovenale - Satire - Libro II -
- D. Bowder - Dizionario dei personaggi dell'antica Roma - Newton Compton editori - 2001 -
- Luca Goldoni - Messalina - Una spudorata innocenza - Rizzoli - 1992 -
- Dimitri Landeschi - Sesso e potere nella Roma imperiale. Quattro vite scandalose - Edizioni Saecula - 2012 -
- Antonietta Dosi - Eros, l'amore in Roma antica - Vita e Costumi nel mondo romano antico - Quasar - Roma - 2008 -

10 comments:

  1. però non sembra tanto bella....

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  2. Ma in base a quali prove si sostiene che gli antichi autori abbiano scritto il falso su Messalina?

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  3. Perché gli antichi storiografi che ci hanno tramandato notizie dell'età imperiale sono tutti aristocratici filosenatori e nostalgici della Repubblica, quindi è nel loro interesse screditare e infangare la figura dell' imperatore e delle persone a lui vicine. Considera anche che la mentalità antica era fortemente misogina e non accettava per le donne comportamenti che non fossero in tutto conformi a quelli della matrona romana; in questo caso il comportamento libero e non conforme agli schemi di Messalina è stato ingigantito e distorto, per gettare una cattiva luce sia su di lei sia su Claudio che non riesce a "controllarla", fatto inaccettabile per un uomo romano, figuriamoci per l' imperatore.

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  4. La solita mistificazione femminista che pretende di riscrivere la storia quando si tratta di personaggi femminili!
    "Secondo altri storici, come Dimitri Landeschi nel suo "Sesso e potere nella Roma imperiale", il personaggio di Poppea, così come ogni personaggio femminile della storia, viene riabilitato e reso conforme alla narrativa femminista che pervade il presente" da https://it.wikipedia.org/wiki/Poppea

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  5. Dimitri Landeschi non è uno storico, non è laureato in storia romana, è uno scrittore di saggistica e di divulgazione di personaggi storici, quindi non mi pare sia un'ottima fonte da cui partire. In più mi pare che tu abbia un bias sulla critica storica femminista senza tuttavia conoscere a fondo i suoi metodi e le sue proposte. E grazie per il link alla pagina Wikipedia di Poppea, ma la so fare anche io una ricerca su Google

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  6. Anonimo, puoi fare tutte le ricerche che vuoi e sbavare per la critica femminista, a me non importa. So di sicuro, però, e questo è facilmente rilevabile, che il femminismo, da quando è apparso sulla scena storica - un tempo relativamete breve - non fa critica storica, ma suona sempre la stessa nota. Troppo risaputa e - guarda caso - politicamente corretta. Il bene e il male, è prerogativa di tutti, a prescindere da razza, sesso ecc, ecc. Ma ci sarebbe un mare di cose qui da dire e non ne vale la pena - stante il bias - per cui la chiudo qui.

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    1. Sei molto tenero a pensare che mi importi il fatto che a te non importi, soprattutto perché sei stato tu a rispondere al mio commento in modo aggressivo e supponente senza essere nemmeno supportato da fonti autorevoli.

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  7. Ad anonimo rispondo: sono il prof Dimitri Landeschi, quando vuole avere un confronto con me, sono a sua completa disposizione; prima di parlare soppesi le parole, per non dire castronerie; questo mi fa pensare che lei sia un cialtrone incompetente.

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  8. Questo dialogo dimostra che anche a distanza di millenni l'antico pelo di Messalina tira ancora

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