I MITREI ROMANI

MITRA
Nel culto romano Mitra era nato da una roccia di una grotta, nella notte del 25 dicembre, partorito da una vergine. La costruzione dei mitrei sotterranei dove si teneva il culto esoterico del Dio non fu legata al culto di Mitra di origine "cilicia", ma al culto di Mitra di derivazione manicheo-zoroastriana.

Il culto di Mitra era una religione misterica sorta nell’area del Mediterrano orientale intorno al II-I secolo a.c. e venne praticata anche nell'Impero Romano, a partire dal I secolo a.c., per diffondersi ampiamente tra il III ed il IV sec., soprattutto molto
popolare tra i soldati romani.

Il culto di Mitra, diffusosi a Roma insieme al cristianesimo, era professato all'inizio soprattutto da marinai e mercanti. Erano sotterranei, come le catacombe, e su una parete era sempre
raffigurata l'immagine di Mitra in lotta con il toro.

Ad Ostia Antica ne esistevano ben 18, mentre a Roma ne sono stati localizzati 12: da quelli minori sotto l'ospedale San Giovanni, palazzo Colonna, via XX Settembre e piazza San Silvestro ai più rappresentativi sul retro di palazzo Barberini, sotto il palazzo dell'ex Pantanella, a Bocca della Verità, le Terme di Caracalla e il palazzo della Cancelleria fino alle grotte sotto via Giovanni Lanza e negli scavi sotto le chiese di S. Clemente, Santa Prisca e Santo Stefano Rotondo.

I mitrei più interessati e più accessibili sono quelli sottostanti le chiese che appositamente vennero edificate sopra di essi per annullare quella che fu la principale religione concorrente al cristianesimo. Fu infatti Costantino a proclamare il cristianesimo religione di stato consultando i suoi consiglieri su quale religione potesse essere più accettata dal popolo. Il culto mitraico era infatti esteso talmente che solo nella porzione di scavi relativi a Ostia Antica sono stati ritrovati 18 mitrei su 60 ettari. Ogni Mitreo ospitava tra i venti e i trenta fedeli.

Facendo una proporzione si può ipotizzare che nella zona del porto di Roma, su 50mila abitanti 1200 erano seguaci di Mitra. I Mitrei nella città di Roma, invece, sono stimati tra mille e duemila, per un totale di oltre 50mila fedeli. I mitrei sono stati ritrovati praticamente in ogni angolo raggiunto dal dominio dell'Impero Romano. Pertanto il culto mitraico e quello cristiano grosso modo si equivalevano ma i consiglieri di Costantino giudicarono il cristianesimo di più facile comprensione per il popolo essendo il mitraismo una religione misterica.

Si suppone che anche l'imperatore Commodo fosse un seguace di Mithra. Il Mitraismo scomparve come pratica religiosa in seguito al decreto Teodosiano del 391, che proibì in modo assoluto tutti i riti pagani, e apparentemente si estinse poco più tardi.




MITREI A ROMA


MITREO DI S. CLEMENTE

Sotto la chiesa di S. Clemente, in Via S. Giovanni in Laterano, non lontano dal Colosseo, eretta sulle rovine di costruzioni romane, a due piani sotto la chiesa, risalente al III secolo d.c., c'è uno dei più bei mitrei sul suolo italico.

MITREO S. CLEMENTE
Vi si arriva mediante un vasto corridoio scavato nella pietra e corredato di reperti romani rinvenuti in sito, il tutto dato in appalto a un ordine di cappuccini. Questi hanno ristrutturato il passaggio e fatto sparire dal vestibolo, la statua del cosiddetto Buon Pastore, in realtà il Dio Mitra che veniva raffigurato coll'ariete o con l'agnello sulle spalle, forse perchè ingenuamente il parroco l'aveva spacciato, specificandolo nel depliant, per una statuetta di Gesù.

Non altrimenti è accaduto ad Ostia Antica, dove l'Aula del Buon Pastore, ambiente con nicchia semicircolare coperta a semicupola sul muro di fondo in opera listata, realizzato nel IV sec. alle spalle della sede collegiale del corpus dei lenuncularii traiectus Luculli, è stato interpretato come aula di culto cristiana per il rinvenimento di una colonna con figura del Buon Pastore a rilievo. Ma Il Buon Pastore era Mitra e l'immagine cattolica è stata presa a prestito.

Dal vestibolo si passa alla sala con ai lati i banconi di muratura per gli iniziati, che non ci stavano sdraiati come si racconta, anche perchè non ce ne sarebbero entrati più di sei in tutto. Al centro, un altare scolpito sui quattro lati, così come sono scolpite alcune delle pareti. Sul fondo Mitra bambino che nasce da una roccia, ovvero che sta su un onphalos, la famosa pietra a squame, caratteristica della Grande Madre poi trasferita ad Apollo. Sull'ara sono effigiati a rilievo Cautes e Cautopates.



MITREO DI SANTA PRISCA

Il mitreo di Santa Prisca è situato sotto l'omonima chiesa sull'Aventino e occupa l'area a nord della chiesa, completato ad est da un quadriportico, che verso il 110 d.c. venne trasformato in abitazione.

MITREO S. PRISCA
Negli anni 1934-1939 durante le indagini condotte da padri di Santa Prisca nei sotterranei della chiesa alla ricerca dell'antica chiesa cristiana, in cui avrebbero trovato asilo Pietro e Paolo, si rinvenirono invece i resti di almeno due abitazioni private e un grande mitreo. Ciò coivolse un team olandese che scoprì vari ambienti inizialmente appartenenti a una casa privata, poi riconvertita al culto di Mitra. Dai bolli laterizi si è pervenuti alla data del 95 d.c. o poco dopo.
Le case romane, databili al I e II secolo d.c, subirono vari adattamenti e nella sezione a nord vi fu impianato il Mitreo. Del resto le chiese romane sorsero nella maggior parte sui templi pagani, per soppiantarli e per utilizzarne i preziosi resti.

Il culto di Mitra giunse a Roma dalla lontana Persia fin dal I secolo e si diffuse ampiamente nel II e III secolo tanto da costituire un temibile avversario del nascente cristianesimo. Il Mitreo sotto la chiesa di Santa Prisca all'Aventino è conservato in buono stato, se si considera che al tempo di Teodorico (378-395) venne distrutto e profanato intenzionalmente dai fanatici cristiani. Infatti la chiesa venne costruita proprio ne 400, quando il tempio pagano venne violentemente colpito e abbattuto.

Il Mitreo è costituito da una grande sala coperta a volta, ai lati della quale sono disposti due banchine in muratura, che venivano utilizzate dai partecipanti al banchetto sacro. Sulle parete esterna della nicchia l'intonaco conserva un graffito datato al 202 d.c, nel quale, secondo recentissimi studi, si dovrebbe riconoscere una dedica commemorativa della costruzione del mitreo stesso.

Sulle pareti dell'aula si conservano due fasce affrescate tra il 200 e il 220, dove sono rappresentate una sequela di scene relative alle cerimonie sacre mitriache e dove personaggi in processione rappresentano tutti i gradi dell'iniziazione. Intorno al mitreo sono stati individuati vari locali secondari: la stanza degli arredi sacri dove il pontefice e gli altri membri del collegio indossavano le vesti, quella delle iniziazioni e quella per le cerimonie di purificazione.

L'accesso al mitreo oggi avviene da una scala sul lato destro della chiesa che conduce ad un ninfeo absidato, nel quale è stato adattato un piccolo museo degli scavi, dove spicca un Sol in opus sectile e alcune teste di stucco tra le quali una di Serapide, appartenenti alle decorazione del mitreo. Un ambiente vicino, di piccole dimensione, mostra il riutilizzo di parti di colonna in peperino del diametro di 90 cm, probabilmente di riutilizzo.

Traversata la cripta della chiesa si arriva all'atrio del mitreo più antico, integrato poi allargando la porta di passaggio e aggiungendovi banconi laterali. La sala principale è di 11,25x4,20 metri, decorata da figure in stucco sulla parete di fondo completate da pitture, che risalgono alla seconda fase della storia del mitreo.
Le due nicchie all'ingresso dovevano contenere le statue di Cautes e Cautopates, i due portatori di fiaccola di mitra, delle quali resta solo la prima, probabilmente riadattata con lo stucco a partire da un Mercurio. La nicchia sulla parete di fondo è decorata dalla scena di Mitra che uccide il toro, con unl Saturno sdraiato modellato da pezzi di anfore ricoperte di stucco. A sinistra della nicchia si vede un grande graffito, probabilmente opera di un inizato, che reca inciso la data di iniziazione al 21 novembre 202, il che testimonia che a quell'epoca il mitreo esistesse già.
Le due pareti laterali sono coperte da pitture al di sopra dei banconi, interrotte sulla parete destra dove originariamente si trovava una porta poi chiusa e trasformata in trono. Le pitture sono disposte su due strati, dai soggetti simili. La parte più significativa si trovava sulla parete destra (da sinistra a destra):
  • Uomo seduto con berretto frigio vestito di rosso, a sinistra della cui testa compare l'iscrizione Nama patribus / ab oriente / ad occidentem / tutela Saturni.
  • Personaggio giovanile con nimbo e globo in mano, con iscrizione: namai tutela Solis. Qui si vede sotto l'intonaco caduto anche l'iscrizione dello strato inferiore: nama heliodromis / tutela.
  • Gambe e braccio destro di una figura, con iscrizione: nama persis / tutela Mercuris.
  • Personaggio poco visibile con iscrizione: nama leonibus / tutela Iovis.
  • Personaggio posto di tre quarti che regge il mantello della figura precedente e tiene serrato contro il petto un oggetto tondeggiante, con l'iscrizione: nama militibus / tutela Martis.
  • Personaggio in piedi con un oggetto rosso vivo in mano, con iscrizione: nama nynphis / tutela...; nello strato inferiore visibile dove è caduto l'intonaco si può leggere: nama nymphis / tutela Veneris
  • Tracce di un altro personaggio.
Ecco come in una lettera san Girolamo del 403 spiega la raffigurazione:
"Il vostro parente Gracco... pochi anni fa, mentre era prefetto urbano non rovesciò, ruppe, distrusse una grotta mitriaca, e tutti quei loro strani misteri ai quali vengono iniziati, come il corax, il nymphus, il miles, il leo, il perses, lo heliodromus, il pater e non li obbligò, quasi come assediati, a prendere il battesimo di Cristo?".
Ciò è esatto sia per le raffigurazioni che per i metodi usati dai cristiani per diffondere la "fede".
Ecco così l'elenco dei gradi di iniziazione mitraici, che corrispondono, nel medesimo ordine, a quelli raffigurati sul mitreo, anche se manca l'iscrizione dell'ultimo personaggio: nama coracibus / tutela Lunae. Ciascuno dei sette gradi di iniziazione era tutelato da un pianeta e nama è una parola di origine persiana che significa "onore". Quindi "onore al leone, protetto da Giove", ecc.. La presenza dei pianeti nel culto mitraico è confermata anche dal pavimento del mitreo delle Sette Sfere a Ostia.
Sulla parete destra seguiva poi un corteo di personaggi reali, ciascuno col proprio nome, tutti al grado di leones, che trasportavano l'occorrente per i sacrifici: un toro, un gallo, un montone, un cratere (per la raccolta del sangue) e un maiale. resti della scena sottostante la rivelano simile all'altra. Sulla parete sinistra continuava la processione dei leones e al termine del corteo, sulla destra, c'era una grotta con Mitra e Sole sdraiati a banchetto, mentre altri due personaggi, di cui uno con la testa di corvo, li servono alla mensa. Probabilmente allude al patto di alleanza tra Mitra e il Sole narrato dai miti.



MITREO DEL CIRCO MASSIMO

Presso Piazza Bocca della Verità, scendendo diversi metri sotto il livello attuale si potrebbe raggiungere uno dei luoghi più suggestivi della Roma sotterranea, un Mitreo che fa parte di un vasto edificio pubblico del II - III sec. d.c. prospiciente ai carceres (stanzette, perchè i Romani non contemplavano la detenzione) del vicino Circo Massimo. Il Mitreo si trova in Via dell'Ara Massima di Ercole, presso i Fori Olitorio e Boario e sul lato opposto della strada rispetto al Circo Massimo, dove si trova il deposito del Teatro Dell'Opera di Roma, che a sua volta è stato edificato sull'edificio romano.

Per qualche misteriosa ragione il santuario non è aperto al pubblico: nell'antro regna un buio pesto, e la stretta scalinata che vi dà accesso è scomoda. L'edificio pubblico in mattoni e di età imperiale, venne scoperto e scavato nel 1931 in seguito a lavori di edilizia.

Il pianterreno dell'edificio romano è abbastanza ben conservato, con cinque ambienti rettangolari paralleli e comunicanti e due grandi scalinate dal lato del Circo che portavano al piano superiore e si estendevano per tutta la lunghezza dell'edificio. Le scale, che sovrastano alcuni ambienti minori, vennero aggiunte nel II sec. Nel III sec. alcune stanze dell'edificio vennero modificate per accogliere un Mitreo.

L'accesso principale doveva trovarsi sul lato est, attraverso un corridoio, mentre oggi si accede da un ingresso minore. Dalla stanza successiva si poteva entrare da una porta nel santuario, con una stanzetta dotata di nicchia sulla destra, il cosiddetto vestibulum. Questo primo tratto il pavimento è di epoca dioclezianea, con grandi mattoni quadrati bipedali. Nella parete dell'atrio si trovano due nicchie con basi di marmo, dove dovevano trovare posto le due statue dei dadofori Cautes e Cautopates; ai lati due mensole sostenevano le colonnine di due edicole.

Il monumentale Mitreo, uno dei più grandi e articolati tra quelli rinvenuti, aveva altri quattro ambienti, aperti al centro con un grande arco sull'apertura centrale. Qui si trovano i banconi degli iniziati, perchè di culto misterico si trattava, che nei due ambienti più piccoli a sinistra è solo sul lato destro. Anche qui davanti alla porta si trovano due edicole e nicchie, e in quella di destra c'è un grosso recipiente in terracotta e interrato, probabilmente per le offerte votive, e forse per il sangue dell'animale sacrificato.

Il pavimento era coperto da marmi, in parte conservati, spesso di reimpiego. Sul muro di fondo si apre un arco coperto in basso da pomici a simulare la grotta, con basi e nicchie inquadrate da edicole. Dentro l'arco un'edicoletta a mattoni forma una nicchia semicircolare coperta da semicupola che doveva la statua di Mitra. Il rilievo qui rinvenuto rappresenta Mitra che uccide il toro, affiancato da Cautes, Cautopates,

Sol, Luna e il corvo, mentre a sinistra si vede Mitra che porta il toro ucciso sulle spalle. L'iscrizione in alto riporta il nome del dedicante:

"Deo Soli Invicto Mithrae Ti(berius) Cl(audio) Hermes ob votum dei typum d(ono) d(at)" cioè: Al Dio Sole invitto Mitra, Tiberio Claudio Hermes in seguito a un voto offre l'immagine del Dio.
Non mancano nei rilievi rinvenuti altri simboli mitraici: il corvo e il cane, lo scorpione e il serpente. Un rilievo più piccolo in un incavo sulla parete di destra raffigura il sacrificio del toro. Sono state rinvenute altre iscrizioni e dediche, tutte con nomi di liberti.



MITREO DELLE TERME DI CARACALLA

Nei sotterranei delle terme di Caracalla, adibiti ad abitazione degli inservienti, a corridoi di comunicazione, a magazzini nonchè a un montacarichi, c'è un Mitreo, anch'esso sotterraneo, dotato di diverse sale, tra cui la principale era quella dedicata al banchetto sacro.

E' il Mitreo il più grande di Roma e venne realizzato presso l'esedra di nord-ovest, al quale si accede dall'esterno del recinto delle terme stesse, su richiesta al custode. Poiché è situato vicino alla basilica di Santa Balbina viene anche detto mitreo di Santa Balbina.

L'ambiente è a pianta centrale, coperto da una serie di volte a crociera rette da pilastri, con due grandi banconi laterali. Il pavimento conserva ancora un motivo a fasce bianche e nere.

Questa sala è preceduta, come in tutti i Mitrei, da un vestibolo dal quale si accede a due ambienti, uno dei quali doveva essere usato come stalla per i tori da sacrificio.

Una sala giace ad un livello ancora più basso, vicino alla fossa sanguinis, in comunicazione tramite una serie di cunicoli con la sala principale, probabilmente dedicato alle abluzioni iniziatiche nel sangue del toro sacrificato. Vi sono inoltre locali che erano probabilmente usati come latrine, e sale più piccole che venivano usate come spogliatoi.



MITREO BARBERINI

Il Mitreo Barberini è uno dei Mitrei meglio conservati di Roma. Si trova tra la facciata posteriore di palazzo Barberini, in via delle Quattro Fontane e via San Nicola da Tolentino.

In seguito a lavori edilizi nel 1936 vennero scoperti sul sito i resti di un edificio del II sec. d.c., dove la parte più occidentale era stata trasformata in un mitreo, nel III secolo.

La sala è ampia 11,85 x 6,25 metri, coperta con volta a botte e dotata di sedili laterali scavati nella roccia. L'elemento di maggior interesse del piccolo santuario è la pittura sulla parete di fondo simile a quelle del mitreo di Marino e del Mitreo di Capua.

Il riquadro centrale presenta la consueta tauroctonia, cioè Mitra che uccide il toro, il cui sangue è succhiato da un cane e un serpente, mentre uno scorpione gli punge i testicoli. Ai lati si trovano i due dadofori Cautes e Cautopates, che assistono alla scena recando le fiaccole.

In alto due linee curve indicano la volta celeste, entro le quali sono rappresentati i segni zodiacali e, al centro, un dio dalla testa di leone stante sul globo e avvolto dalle spire di un serpente (che rappresentano le spire del tempo, quindi l'eternità).

In alto, negli angoli a destra e sinistra, sono raffigurati il Sole e la Luna. Ai fianchi della scena centrale si trovano dieci quadretti di dimensioni variabili su due fasce verticali, che raffigurano la storia sacra di Mitra (a sinistra dall'alto in basso e poi a destra dall'alto in basso):
  • Zeus che fulmina i Giganti
  • Saturno
  • Mitra che nasce dalla roccia
  • Mitra che fa scaturire l'acqua da una roccia colpendola con una freccia
  • Mitra che trasporta il toro
  • Banchetto mistico
  • Mitra che sale sulla quadriga del Sole
  • Patto di alleanza tra Mitra e il Sole
  • Mitra inginocchiato tra due alberi
  • Mitra colpisce con una zampa del toro il dio Sole, inginocchiato davanti a lui (scena di iniziazione).


MITREO S. STEFANO ROTONDO

La Chiesa di S.Stefano Rotondo ha restituito nei suoi sotterranei, durante gli scavi effettuati tra il 1973 e il 1975, un antico Mitreo, per quel principio per cui sopra un tempio pagano se ne costruiva uno cristiano, di modo che i fedeli non potessero neppure pregare sul tempio abbattuto.

Il Mitreo apparteneva ai vicini Castra Peregrina, la caserma degli eserciti provinciali, e fu realizzato nel II secolo d.c. nonchè ampliato agli inizi del secolo seguente.

E' una costruzione in opus testaceum a mattoni gialli e rossi, risalente probabilmente al 160 d.c. Misurava m 10 x 4.50, con i due banconi e l'altare in laterizio, con una nicchia ricavata aldisopra dell'altare.

Sia l'altare che i banconi erano pitturati di rosso. Dentro la nicchia c'era un bassorilievo dorato con la raffigurazione di Mitra che uccide il toro (tauroctono).

Sulle pareti, ai lati della nicchia, erano dipinte le due divinità di Sol e Luna, del Sol restano solo i raggi, tagliato dalle fondazioni della chiesa, resta inve la bellissima testa di Luna, inscritta in un crescente lunare.

Il mitreo era formato da un ambiente rettangolare con due podi ed sul fondo aveva una edicola a nicchia del II sec. d.c. Verso l'inizio del III secolo d.c. il mitreo venne trasformato, aumentando lo spazio dell'aula mentre l'edicola venne ampliata.

INTERNO DEL MITREO DI VIA GIOVANNI LANZA

MITREO DI VIA GIOVANNI LANZA

Tratto da Roma Sotterranea di Simone Santucci

Negli scavi del 1883, a quattro metri di profondità in via Giovanni Lanza 128, dietro alla chiesa di san Martino ai Monti del quartiere esquilino, emerse una ricca domus di epoca Costantiniana, di cui successivamente si rinvennero una biblioteca e un ninfeo.  Detti ambienti, in un tempo remoto già adibiti a cantina, erano accessibili da una porta con architrave in travertino e due rampe di scale, e contenevano una piccola edicola domestica con le statue di culto originarie.

ESTERNO DEL MITREO DI VIA GIOVANNI LANZA
Questo larario era però già frutto della trasformazione di un sacello isiaco a carattere privato del II sec. d.c. Nel larario si conservavano infatti diciassette statue di divinità e lari domestici, tra cui Iside-Fortuna, Serapide, Ercole, Horus-Arpocrate, Afrodite, Dioniso, Apollo, Ecate, Cibele e alcune statuette di lares familiari.

Possiamo conoscere l’aspetto dell’edicola solo grazie alla litografia del Ronci che la disegnò prima che l'edicola venisse ignorantemente abbattuta. Accanto al larario un altro passaggio introduceva ad una scala che immetteva ad un ambiente ancora sottostante, più antico del resto della domus.
Qui le pareti si presentavano in opera reticolata e doveva trattarsi di un ambiente di servizio. che nel IV secolo venne riadattato a mitreo.

Al suo interno con grande stupore vennero trovati ancora al loro posto elementi votivi ed oggetti legati al culto mitriaco. Ai piedi della prima rampa di scale due nicchie alloggiavano le statuette dei due portatori di fiaccola Cautes e Cautopates.

Sopra una tavola di marmo sorretta da due mensole, anch'esse marmoree, invece era poggiato il rilievo di Mitra che sacrifica il toro (Mitra tauroctono). In piccole cavità nei muri vennero rinvenute lucerne ed i resti di sette torce che dovevano alludere ai sette gradi di iniziazione del culto mitraico. Al centro dell’ambiente era posto un capitello ionico che fungeva da altare.

(RODOLFO LANCIANI - Ancient Rome in the light of recent discovertes - London 1888)




MITREI DI OSTIA


MITREO DI FRUTTUOSO

Fu ricavato nel podio destinato ad ospitare il tempio collegiale della corporazione degli stuppatores, iniziato sotto Alessandro Severo e mai realizzato; sotto la parte anteriore del podio è presente un corridoio trasversale, accessibile lateralmente.

CERIMONIA MITRAICA
Da un lato del corridoio una porta con scalini permette di arrivare alla stanza interna, dove il pavimento era stato abbassato e fu costruita una volta a crociera più alta di quella inizialmente prevista.

Nel mitreo vi erano i banconi sulle pareti, dipinte di bianco e una piccola nicchia sul muro di fondo, tra colonnine in marmo, in origine rivestita di cementizio ad imitazione della grotta natale del Dio e dipinta di blu, che doveva ospitare una piccola statua; davanti alla nicchia erano supporti in marmo per una tavola e due piccoli basamenti, uno in marmo e uno in travertino, dovevano ospitare le statue dei geni Cautes e Cautopates. Una piccola cornice marmorea riporta l'iscrizione di dedica da parte di Fruttuoso, patrono del corpus stuppatorum. Il mitreo venne distrutto da un incendio da parte dei Cristiani.



MITREO ALDOBRANDINI

Addossato nel tardo II sec. ad una delle torri e ad un tratto del lato orientale delle mura del I sec. a.c., nella proprietà della famiglia Aldobrandini, in una zona non accessibile al pubblico, fu scavato nel 1924 solo nella parte settentrionale addossata alla torre.

Si conservano la fine dei banconi laterali. L'estremità nord era leggermente rialzata e preceduta da un'area pavimentata in marmi colorati e limitata da pilastri in laterizio e da una tavola in lastre di marmo; sul fondo è presente un altare in lastre marmoree con l'iscrizione di dedica da parte del pater Sesto Pompeio Massimo, sacerdote del Sole.

L'iscrizione menziona il rivestimento in marmo dei banconi (indicati come praesepia e segnalando la loro lunghezza complessiva di 68 piedi), di un trono e di un rilievo in marmo, quest'ultimo in sostituzione di una pittura su stoffa, danneggiata dall'umidità.



MITREO DI PORTA ROMANA

Fu realizzato in un ambiente alle spalle di un piccolo sacello affacciato sul decumano massimo nel corso del III secolo in opera listata. L'ingresso si trovava sul lato nord e sui muri laterali erano allineati i due banconi in laterizio. All'ingresso si trova una piccola vasca per l'acqua, nei pressi della quale si è conservato un tratto del rivestimento marmoreo del pavimento e dei banconi. Sul lato di fondo, verso sud, i podi laterali si interrompono e restano le fondazioni di un altare che purtroppo è mancante.



MITREO DELLE TERME DI MITRA

Costruito nella prima metà del III sec. in ambienti voltati nei sotterranei delle terme del Mitra, era un Mitreo pubblico, ancor oggi altamente suggestivo. Il percorso andava dal buio fitto alla luce, con una scaletta che conduceva in un corridoio, poi alla stanzetta del vestibolo, poi la sala della ampia e bassa vasca rettangolare per le abluzioni, con basse arcate laterali, e un nuovo corridoio che lascia intravedere un poì di luce. Si giunge così all'ampia sala con la statua in marmo del Dio col coltello in mano che si accinge a colpire il toro. La statua è del II secolo, ma è solo un calco dell'originale che è conservato nel museo attiguo.

Si tratta di un'opera splendida, col Dio dal volto giovanile ispirato e sereno, che con l'altra mano solleva il capo del possente toro inginocchiato, e con lo scorpione e il serpente a rilievo sul basamento leggermente iclinato per dare maggiore drammaticità alla scena.

Sul petto del toro è l'iscrizione in greco Kriton di Atene fece, che si riferirebbe allo scultore, oppure al donatore. La statua è disposta su un basamento obliquo, su cui piove dall'alto la luce di un lucernario superiore. Sulla volta sono scavate sei nicchie con le immagini dei pianeti, ovviamente il settimo è Mitra, il sole.

Ai lati i due banconi in laterizio che un tempo dovevano essere ricoperti di marmo, e accanto al Dio due cippi, uno a parallelepipedo rettangolare e l'altro con una piccola piramide, simboli copiati identici dal rituale massonico che molto ha attinto da questo rituale, e che vede nei due cippi il simbolo della materia e della spiritualità (la piramide).



MITREO DEL PALAZZO IMPERIALE

Fu costruito nel 162, come testimonia l'iscrizione di dedica sul pavimento in mosaico di tessere bianche e misura m 16,75 x 5,30. Le pareti erano a laterizio a sud e a blocchi di tufo a nord. Un'iscrizione cita:
C. CAELIVS HERMEROS
ANTISTES HVIVS LOCI
FECIT
SVA PEC(unia)


Alle pareti, rivestite da semplice intonaco rosso, aveva podi, con nicchia centrale per statuette di Cautes e Cautopates, poste su basi con bassorilievi che li raffigurano, accanto all'iscrizione di dedica di un sovraintendente del luogo sacro che cita su un basamento:

C. CAELIVS
ERMEROS ANT
ISTES HVIVS LO
CI FECIT SVA
PEC(unia)
e sull'altro basamento:
POSITI XV K
FEBRARIAS
Q. IVNIO RVS
TICO
L. PLAVT(io)
AQUILIN(o)
CO(s)

Sul lato di ingresso, all'angolo sud-est è presente una nicchia con base dotata di un foro per la collocazione di una lampada. Sul muro di fondo c'è un basamento in tufo preceduto da gradini in marmo, sormontati al centro da una base in muratura con sopra un altare in marmo, offerto dallo stesso donatore delle statuette. In una stanza adiacente è stata trovata una nicchia con mosaico policromo raffigurante il Dio Silvano.



MITREO DI LUCREZIO MENANDRO

Ricavato agli inizi del III sec. in un passaggio tra due caseggiati adiacenti, presenta un ingresso con gradini e due banconi laterali in laterizio, originariamente rivestiti di marmo.

Sul fondo presenta un pavimento con mosaico geometrico a esagoni e figure inscritte a tessere bianche e nere cui segue un podio con altare in cementizio rivestito da una lastra di marmo.

L'altare è traversato da un foro a forma di crescente lunare, dietro il quale veniva posta una lampada.

Di solito il foro conteneva un vetro anche colorato che conferiva un aspetto di magica luce lunare. L'altare, come è spiegato in un'iscrizione, fu donato dallo schiavo Diocle in onore del Pater Caio Lucrezio Menandro.



MITREO DELLA CASA DI DIANA

Situato all'interno delle strutture abitative e molto nascosto, in quanto Mitreo privato, fu ricavato agli inizi del III sec. in due stanze all'angolo nord occidentale della casa di Diana.

E' costituito da un'anticamera con ingresso di lato, l'usuale vestibolo, un pozzo e due banconi, cui segue un'altro ambiente, con altri banconi laterali, evidentemente destinato ai banchetti e alle cerimonie particolari.

Sul fondo della seconda sala coserva un'edicola arcuata eretta su un podio, inquadrata da semicolonnine in stucco sorrette da mensoline in travertino; davanti all'edicola c' è un altare marmoreo di riutilizzo.



MITREO FAGAN

Scavato tra il 1794 e il 1802 dal pittore Robert Fagan, doveva trovarsi tra il cosiddetto "Palazzo imperiale" e la foce. Oggi purtropponon è visitabile.
Vi sono state trovate delle iscrizioni come:

SIG(num) INDEPREHENSIVILIS DEI C(aius) VALERIVS HERACLES SACERDOS S(ua) P(ecunia) P(osuit)
L(ucius) SEXTIVS KARVS ET ...
dove Mitra è definito "indecifrabile" cioà che l'uomo non può comprendere perchè troppo aldisopra di lui.
In un'altra iscrizione nel medesimo Mitreo sta scritto:
C(aius) VALERI
VS HERACLES PAT(er)
ET C(aii) VALERII
VITALIS ET NICO
MES SACERDO
TES S(ua) P(e)C(unia) P(o)S(ue)R(unt)
D(e)D(icatum) IDI(bus) AVG(ustis) IMP(eratore)
COM(modo)
VI ET
SEPTI
MIANO
CO(n)S(ulibus)

Vi fu rinvenuto un gruppo marmoreo di Mitra che uccide il toro, ora ai Musei Vaticani e una statua di Aion, dedicata nel 190.



MITREO DELLE 7 SFERE

Cosiddetto perchè nel mosaico del pavimento, a tessere bianche e nere, si trovano sette cerchi in cui vengono rappresentate le sette porte descritte da Celso.

Davanti al primo ingresso si trova un pugnale.
Nella cornice troviamo i segni zodiacali, a partire dall'alto a sinistra con l'ariete (equinozio di primavera), toro, gemelli, Cancro, Leone, Vergine (equinozio d'autunno).

Procedendo da destra verso l'alto:
Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario, Pesci.
Sulle pareti sono raffigurati gli Dei planetari. A sinistra: sul dietro Giove, nel mezzo Mercurio, davanti la Luna; a destra Marte, in mezzo Venere, dietro Saturno.
Sulle pareti di sostegno sono raffigurato Cautes e Cautopates.



MITREO DEGLI ANIMALI

Di uso privato, situato alle spalle delle terme del Faro.

E' così chiamato perchè al suo interno è stato rinvenuto un bel mosaico con rappresentazioni di animali, ma in realtà gli animali sobo i simboli mitraici del toro, del serpente e dello scorpione, oltre all'immagine nuda di Mitra che ha in mano una cavezza di toro, il tutto a tessere bianche e nere.



MITREO DELLE 7 PORTE

Il Mitreo delle Sette Porte, da non confondere col Mitreo delle 7 sfere, misura m 7,05 x 5,80 ed è stato edificato nella cella di un'horrea dal I sec. d.c. Anche questo era di uso privato. Nella parete di fondo ha una grande nicchia con mattoni bipedali alle pareti laterali, un pavimento a mosaico e dipinti. L'installazione avvenne tra il 160-170 d.c. Si accede al santuario da una porta larga 2 m, con una soglia di travertino con fori di perno a due porte e apertura verso l'interno. I banconi sono stati ottenuti con pochi gradini in laterizio. A metà del santuario, vi sono nicchie rettangolari nelle parete che accolgono due piccoli altari di marmo.

Nella nicchia del sud, in una piccola nave di terracotta, sono state trovate ossa di pollame e conigli, oltrea a tre vasetti ovoidali spezzati. Un vaso di terracotta rotondo interrato nel pavimento, e due lastre quadrate di marmo traversate da condotti d'acqua. Presso la parete di fondo c'è un altare in muratura quadrata decorata con intonaco bianco. Un foro orizzontale passava attraverso l'intero altare, chiuso da vetri, di cui sono stati trovati frammenti. Dietro il vetro era probabilmente si poneva una lampada.

L'altare poggia su una base di colonna di marmo, sotto cui è stata trovata una moneta del II sec. di Faustina Minore, con una raffigurazione di Cerere e una lampada in terracotta per sei stoppini. Dietro l'altare è una grande nicchia ad arco sulla parete, dipinta di blu con macchie rosse.

La parte centrale della parete di fondo del santuario è dipinto di rosso, e sopra i banconi, è un dipinto giardino con le palme. Nella parte ovest della parete sud sono due pannelli, separati da una banda rossa, sul pannello inferiore un disegno geometrico giallo e rosso, sul pannello superiore un disco. Tra i banconi c'è un mosaico in bianco e nero.

Dietro la soglia il cancello centrale è fiancheggiato da colonne che sostengono un arco con merli e pinnacoli.
Su entrambi i lati sono tre porte minori, separate da colonne, con merlatura. Le sette porte sono un punto di riferimento per le sette sfere dei pianeti attraverso cui passano le anime degli iniziati.

La settima porta è realizzata in oro e appartiene al Sol. I pilastrini vicino alla porta, mal conservata, avevano mosaici con le raffigurazioni Cautes e Cautopates, la prima con un gallo e una torcia sollevata, l'ultimo con una torcia abbassata.
Sulla parte anteriore del podio destra sta Marte con elmo, lancia nella mano destra, e una corazza con Trofeo poggiato sulla sua spalla sinistra.

Più avanti è Luna, la Dea nuda con una falce di luna sulla testa. Sulla parte anteriore del podio sinistra è Venere Anadiomene. Nel centro è un Mercurio nudo, con borsa e caduceo. Anche sul lato verticale e orizzontale sul bordo dei podi sono motivi floreali. I due pianeti maggiori sono raffigurati sul pavimento. Nella parte posteriore è in piedi Giove barbuto, con un fulmine e uno scettro. Vicino alla parete di fondo un busto barbuto con la lama della potatura rappresenta Saturno.

Il settimo pianeta, Sol, è stato rappresentato da Mitra che doveva stare nella nicchia.
Di fronte a Giove si vede un cratere, simbolo dell'acqua nella grotta di Mitra, un serpente che emergono da una roccia, simbolo della terra, e un uccello, forse un'aquila, simbolo dell'aria.
L'oggetto di fronte a l'aquila è probabilmente un fulmine, simbolo del fuoco.

Gli oggetti sono stati trovati i seguenti:

- Frammenti di un cratere con una superficie vetrata, imitando in metallo. Vi sono raffigurati Minerva con lancia e scudo, una figura con lancia, Dioniso-Bacco con tirso e kantharos, ed Ercole con un bastone e una nave. Probabilmente erano raffigurati i 12 Dei.
- La parte inferiore di una statuetta di Cautes o Cautopates.
- Un piccolo altare di marmo con iscrizione: SEX. SESSO. FVSINIVS FELIX DON(um) DED(it)



MITREO DI FELICISSIMO

Sul lato sinistro della via di Felicissimo, in un edificio preesistente, fu ricavato nella II metà del III sec. un Mitreo, in cui si accedeva da un ambiente laterale. I podi e l'altare sono stati distrutti, ma resta nel mosaico del corridoio una completa raffigurazione del culto mitraico.

Davanti all'ingresso si trovano i simboli dell'acqua, un cratere, e del fuoco, un altare con il fuoco acceso. All'inizio del corridoio due berretti frigi, i simboli del Perses. Segue un mosaico suddiviso in sette rettangoli con i simboli dei gradi di iniziazione.
  • Il primo rettangolo ha il primo grado sotto la tutela di Mercurio e rappresenta il gradino più basso, il Corax, cioè il corvo, oggetto rituale il vaso per le abluzioni.
  • Nel secondo rettangolo c'è la protezione di Venere, il grado è il Nymphus e l'oggetto è la lucerna.
  • Il terzo rettangolo è sotto la protezione di Marte, il grado è il Miles, simboleggiato da una lancia, e come oggetto ha la bisaccia del soldato.
  • Il quarto rettangolo è Giove, il grado è il Leo, una paletta per trasportare il fuoco, mentre l'oggetto è il sistro sacro di Iside.
  • Nel quinto rettangolo la protezione è della Dea Luna, c'è il grado del Perses, una spada falcata, e come oggetto la falce.
  • Il sesto rettangolo è tutelato dal Sole, il grado è Heliodromus, l'emblema è la frusta per i cavalli della quadriga solare, attributo ed oggetto rituale.
  • Il settimo e ultimo grado è protetto da Saturno, ed è il Pater, l'attributo è il berretto frigio, simbolo di Mitra, oggetto la bacchetta del comando e la patera per le libagioni.
  • L'ottavo rettangolo è di lunghezza doppia ed ha l'iscrizione di Felicissimus Ex Voto Fecit, dunque il mitreo venne costruito per sciogliere un voto.


MITREO DELLE PARETI DIPINTE

Il Mitreo delle pareti dipinte, privato e appartente a una domus, è stato costruito nella seconda metà del II secolo a.c. in opus incertum e modificato nel periodo augusteo. L'entrata era in Via della Foce, a sud, dove si apre lo corridoio di ingresso. Al centro dell'edificio sono ubicate alcuni ambienti seguiti da una corte con un portico e nel cortile c'è un pozzo in travertino.

Il pavimento è in opus spicatum, le colonne del portico sono fatte di mattoni di tufo con capitelli dei quali alcuni sono stati poi sostituiti da pilastri in mattoni o integrati in pareti di opus vittatum. Nella sala nord e in parte del portico è stato installato il Mitreo, probabilmente installato durante il regno di Marco Aurelio o di Commodo.

La cella è raggiungibile da un angolo del piccolo vestibolo, dove due pareti dividono la cella, di m 14 x 4, in due sezioni. Nei lati corti di ciascuna delle pareti divisorie sono state ricavate due nicchie decorate con marmo. I banconi sono stati costruiti nella sezione interna ed esterna, nel lato verticale dei podi interni ci sono due nicchie di più e il pavimento della sezione interna è stata decorata con piccoli pezzi di travertino.

Nella parte posteriore del santuario c'è un altare con una piccola nicchia in alto in opus vittatum decorato con marmo. Per le decorazioni in marmo è stata riutilizzata un'iscrizione mitraico, di cui solo poche parole restano: SOLI L SEMPRONIV L SEMPRONIV THRONVM THRONVM.

Di fronte l'altare in laterizio è foderato in marmo con rilievi, ritrovato in frammenti. Sul lato frontale è il busto di Sol-Mitra con i raggi, la cui faccia è andata persa. Due fori a mezzaluna all'altezza del collo facevano filtrare da dietro la luce di una lampada posta in una cavità nella parte posteriore. Sui lati erano raffigurati Cautes e Cautopates e di fronte all'altare c'è un piccolo pozzo rotondo con un coperchio di marmo.

Sulla parete di fondo e su una delle pareti divisorie sono dipinti elementi architettonici e piccoli paesaggi su fondo bianco, dal periodo di Antonino. Questi dipinti sono stati coperti da nuove pitture quando il Mitreo è stato installato, ma di questi rimangono solo alcune tracce, forse era raffigurato Mitra che uccide il toro ma di spalle. Sulla parete destra della sezione interna sono dipinti che si riferiscono ai gradi di iniziazione.

Una donna con uno specchio in una mano, mentre l'altra è sulla testa. Alla sua destra è un albero, i rami dei quali si protendono su di lei. E' il Nymphus, sotto la protezione di Venere.
Una figura maschile con un nimbo, tiene una lancia. E' il Miles, sotto la protezione di Marte.
A destra di un albero di una figura maschile nuda, con un nimbo, tenendo una torcia accesa. E' l'Heliodromus, sotto la protezione del Sol.
Tra due alberi una figura maschile con un berretto frigio, che abbassa una torcia accesa. E' Cautopates, simbolo di Sol

Solo tracce di dipinti sono conservati sulla parete sinistra, tra cui quattro immagini, una con un nimbo, uno con una torcia, e un globo. Altri dipinti, conservati sulla parete destra della sezione vicino all'ingresso, dove in quattro sezioni compare una figura maschile su uno sfondo bianco, probabilmente gli iniziati (Leones).
Nel santuario restano due cippi con iscrizione. Uno di questi menziona una certa A. Emilio Un [---]. L'altra è una dedica di C. Celio Ermeros, che è anche documentato in relazione al culto nel Palazzo Imperiale, nelle iscrizioni da 162 dc:
C(aius) CAE C(AIUS) CAE
LIVS E E LIVS
[R]MEROS [R]Meros
ANTIS Antis
TES H[VI] TES H[VI]
VS LOC[I] VS LOC [I]
FECIT FECIT
S(ua) P(ecunia) S(ua) P(ecunia)



MITREO DELLA PLANTA PEDIS

Il Mitreo del Piede-suola è stato installato in una sala adrianea costituito da filari di mattoni e pilastri di tufo. Il santuario aveva avuto tre navate. Nella stanza a est del santuario sono alcune vasche e un pozzo. Nel muro occidentale di questa stanza è l'ingresso principale del Santuario e due porte collegavano la centrale e la navata sinistra.

La porta occidentale è bloccato da una panca bassa, pochi gradini conducono dalla navata centrale, alla parte posteriore della navata destra, e ad una piccola stanza con una nicchia nel muro curvo ovest.

Le mura di opus vittatum furono costruite sul lato destro della navata centrale. Dei piccoli podi sono stati fissati contro questo muro e contro i pilastri sul lato sinistro. Aldisopra dei banchi sono ricavate piccole nicchie, in una delle quali sono state rinvenute ossa di animali.
Nel retro del santuario c'è un grande nicchia di tufo decorata a stucchi, su uno sfondo giallo. che accoglie un altare a gradini.

Al primo livello è un mosaico geometrico in bianco e nero, il secondo livello è decorato con marmo, al centro di terzo livello, contro la parete di fondo, c'è una base in muratura. Di fronte alla nicchia di travertino ci sono due basi di marmo, probabilmente le statuette di Cautes e Cautopates.

Tra i banchi c'è un semplice mosaico bianco e nero, con alcune tessere gialle e rosa, diviso in due scomparti uguali da bande nere.
Nella parte vicino all'ingresso sono le figure di un serpente e l'impronta di un piede, sotto il mosaico c'è un piano più antico con l'impronta di un piede sui mattoni. Sarebbe il piede di Mitra, sul quale gli iniziati poggiavano il loro piede.
Nella muratura dell'altare nella nicchia è stata trovata una moneta di Valeriano (253-259 d.c.), con un busto del Sol sul retro.
Sull'altare c'è l'iscrizione:

PR(o) SAL(ute) AVGG(ustorum duorum) PR (o) SAL (UTE) AVGG (duorum ustorum)
S(oli) I(nvicto) M(ithrae) S (oli) I (nvicto) M (ithrae)
FLORIVS HERMADIO FLORIVS HERMADIO
SACERDOS S(ua) P(ecunia) F(ecit) Sacerdos S (ua) P (ecunia) F (ecit)

Gli oggetti trovati:
Un altare di marmo (0,30 x 0,34, h. 1.00). In fondo è uno spazio curvo vuoto, forse per un piccolo busto.
Frammenti di un rilievo marmoreo, presumibilmente di Mitra che uccide il toro con due figure di accompagnamento: Sol e Luna. I raggi del Sole sono dipinti di rosso.
Una vasca marmorea tonda, con iscrizione sul bordo:

INVICTO MITHRAE D(onum) D(edit) M(arcus) VMBILIVS CRITON CVM PYLADEN VILICO - INVicto MITHRAE D (onum) D (edit) M (arcus) VMBILIVS CRITON CVM PYLADEN VILICO

Una dedica da Hermes, schiavo di M. Iulius Eunicus:

SILVANO SILVANO
SANCTO SACRVM Sancto SACRVM
HERMES HERMES
M. IVLI EVNICI M. IVLI EVNICI

Il santuario fu costruito nella seconda metà del II o inizio del III sec. d.c., con modifiche della seconda metà del III sec..



MITREO DEI SERPENTI

Il Mitreo dei Serpenti era un mitreo ad uso privato, misura m 11,97 x 5,25 e i due podi sono realizzati in muratura con materiali di riporto. Nel centro della parete del podio ci sono nicchie e una struttura costituita da due gradini, tra due muri, la cui parte superiore non è conservata. Di fronte c'è un piccolo altare in laterizio, nulla rimane del pavimento, che poteva esseredi legno.

Nella parte posteriore del santuario, sulla parete est e sud, i dipinti sono invece conservati. Sulla parete est è un dipinto di un serpente femmina e un Genius Loci, che indossa una tunica e una toga, velato capite, con una cornucopia (presumibilmente il Genio del pater familias).

Sulla parete sud è un serpente maschio, e un altro Genius Loci con il pettine. Dietro i serpenti è un boschetto, e al di sopra della scena ghirlande. I dipinti sono più vecchi del Mitreo, ma sono stati rispettati nel santuario, forse perché il serpente è venerato nel culto di Mitra, come simbolo della terra. Durante gli scavi è stata trovato un altare in travertino. Il mitreo può essere stato costruito verso il 250 d.c. o poco più tardi.




MITREI DI NAPOLI


MITREO NELLA CRYPTA NEAPOLITANA (Grotta di Pozzuoli a Posillipo)

La leggenda narra che la galleria sia stata realizzata magicamente da Virgilio in una sola notte, col ricorso alla sua potente arte magica, ma, come narra Strabone, fu realizzata da Lucio Cocceio Aucto per volere di Marco Vipsanio Agrippa, come parte di un complesso militare comprendente anche il Portus Iulius e altre gallerie simili (le cosiddette Grotta di Cocceio e Crypta Romana).

A differenza delle altre gallerie flegree, che al termine della Guerra civile tra Ottaviano e Marco Antonio caddero in disuso, la Crypta Neapolitana continuò ad essere utilizzata per scopi civili, anche se per molti, come narra Seneca, era angusta, buia, polverosa e opprimente. In realtà non è angusta bensì gigantesca, a a chi soffre di claustrofobia una galleria è sempre soffocante.

Si tratta invece di una straordinaria opera di ingegneria, che, secondo Petronio, nel I sec. era dedicata a Priapo, per il quale si celebravano cerimonie misteriche e riti orgiastici; pare anche che in età magno-greca, nella crypta si celebrassero feste in onore di Afrodite, durante le quali vergini e spose infeconde partecipavano a pratiche sessuali propiziatorie.

Però durante i lavori eseguiti sotto la dominazione spagnola fu ritrovato un bassorilievo rappresentante Mitra Tauroctono tra il sole e la luna, del III-IV secolo, attualmente conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Ciò fa supporre che la crypta fosse utilizzata come mitreo, e infatti nei pressi della crypta erano presenti pozzi e balnea e, per di più.

La galleria era orientata in modo che negli equinozi il sole fosse perfettamente allineato tra i due ingressi all'alba e al tramonto, così che in quei momenti la galleria insolitamente si illuminava.

I riti misterici di Mitra non potevano mancare in una zona militare, ma poi furono sostituiti dai riti del Cristianesimo, che tuttavia mantenne parte delle immagini mitraiche. Infatti per vari secoli il cristo in croce fu raffigurato tra sol e luna, come Mitra.

Recenti scavi hanno portato alla luce una lapide marmorea con dedica:
"Onnipotenti deo Mithrae
Appius Claudius Terronius
Dexter VC dedicavit"



MITREO DEL CARMINIELLO AI MANNESI

I bombardamenti nel 1943 distrussero alcuni fabbricati e la chiesa di Santa Marta del Carmine ai Mannesi, scoprendo un edificio a due piani, fornito di terme, di fine I sec. d.c.. Due ambienti del piano inferiore furono adibiti nel III secolo d.c. a Mitreo ad uso privato, vi fu rinvenuto infatti un rilievo in stucco rappresentante il Dio Mitra nell'atto di sacrificare il toro, i cui resti sono ancora visibili sulla parete di fondo.





ALTRI MITREI


MITREO DI VULCI

Si tratta di un Mitreo particolarmente ricco e accurato, il cui ingresso originario è posto sul lato corto, forse in corrispondenza di un strada secondaria.

Il santuario, ad uso privato, è composto da un'anticamera e da una stanza a pianta rettangolare lungo le cui pareti corrono due banconi, sostenuti da una serie di sei archetti a tutto sesto, sui quali dovevano trovare posto gli iniziati.

In posizione centrale si trova un'altare in nenfro, mentre sulla parete di fondo è presente una nicchia che doveva ospitare la statua del Dio.

Durante lo scavo furono infatti rinvenuti due gruppi marmorei, uno maggiore e l'altro di minore, raffiguranti il Dio Mitra che uccide il toro; la maggiore dei gruppi statuari era probabilmente posto nella nicchia.

Le sculture, della prima metà del III sec. d.c. e di grande bellezza, forniscono la datazione dell'impianto.

Lo scavo ha evidenziato i segni di una distruzione violenta del mitreo, avvenuta intorno alla fine del IV sec. d.c., quindi per l'Editto dell’imperatore Teodosio che, nel 380 d.c., non solo decretò il Cristianesimo religione di Stato, ma vietò ogni altro culto, pena la confisca dei beni, l'esilio e pure la morte.

I Cristiani da perseguitati si trasformarono in persecutori e i pagani costretti a convertirsi portarono con sé le loro cerimonie e i loro riti camuffati da nomi cristiani, trasformando gli Dei in santi, patroni e non.



MITREO DI SUTRI

Trasformato in chiesa della Madonna del Parto, posto fuori dal borgo antico della cittadina, è situato ai piedi del colle Savorelli, in piena zona archeologica.

Questo ambiente ipogeo era un Mitreo, (Mithraeum), dove si eseguiva il culto misterico del Dio Sole Invitto Mitra. Il Tempio risale al I-II sec. d.c. ed è decisamente un culto romano.

Il Mitraismo entrò a Roma verso la fine del I se. a.c. ai tempi di Giulio Cesare e successivamente Mitra divenne il "Fautore dell'Impero Romano" come cantavano le legioni romane.

Il Dio Mitra nasceva da una Vergine in una grotta del Monte Ararat il 25 dicembre, 4000 anni prima di Cristo e i mitrei ricordano la "venuta" (Avvento) del Dio nel nostro Universo, la "Grotta Cosmica". Il capo di ogni mitreo era chiamato "Pater" e anche questo di Sutri aveva il suo seguito di sacerdoti che predicavano scalzi la meditazione trascendentale.

Il Capo di tutti i Pater dell'Impero era nelle Grotte Vaticane, il "Pater Patrorum",(PaPa). Mitra, essendo il Sole, aveva dodici discepoli a simbolo delle sue 12 Costellazioni. Non è difficile comprendere da quai miti abbia attinto il cattolicesimo, anche per poter far accettare più facilmente la nuova religione.

A Roma Mitra. ovvero il Dio Sole, era identificato nel grandioso "Colosso del Sole" il "Colosseo" un colosso di bronzo, più alto di quello di Rodi, coperto di lamine d'oro e alto 37 metri, che fu edificato da Nerone.

Nel pavimento del Mitreo di Sutri si trova ancora il fonte battesimale dove con un battesimo d'acqua si iniziavano i credenti ai Misteri del Culto per ricevere poi il Battesimo di Fuoco nel IV livello. Il Mitreo fu cristianizzato nel IV° sec. e la lapide centrale del Taurobolium mitraico asportata è ancora oggi visibile sul muro di un casale sulla via Cassia, fraz. La Botte, a pochi metri dalla strada.

Completamente ipogeo, e già ricavato nella necropoli arcaica, di cui si scorgono infatti alcune tombe all'entrata, il mitreo presenta:

un vestibolo d’ingresso, a pianta quadrata, ove sono visibili affreschi del culto sovrapposto cristiano;
un ambiente principale, a pianta rettangolare a tre navate, suddiviso da dieci pilastri per lato; la navata centrale ha un soffitto a volta a botte; le navate laterali, larghe circa 1 metro, hanno soffitto piano, e sono percorse nel perimetro esterno da una banchina scavata nel tufo;
la zona absidale, a pianta rettangolare, con resti di affreschi cristiani.

Nella parte superiore del Mitreo, ormai inagibile, che conteneva una cisterna, sembra avvenisse il sacrificio del toro il cui sangue scorreva, attraverso dei fori ben visibili nello spesso soffitto di roccia, fino ainvestire il neofito durante l'iniziazione.



MITREO DI SANTA CAPUA VETERE

Il Mitreo di Santa Maria Capua Vetere, costruito tra il II e il III sec. d.c., è caratterizzato da un’aula sotterranea rettangolare con volta a botte, dipinta a stelle a 6 punte verdi e rossastre, con una pavimentazione in cocciopesto.

Ai lati lunghi delle pareti si addossano i banconi in muratura, con la superficie superiore inclinata verso la parete e dotati di piccole vasche e pozzetti per le abluzioni, su cui sedevano gli iniziati durante le cerimonie e sui cui venivano anche appoggiati cibi e lucerne.

La parete di fondo è decorata con un affresco, con il Dio Mitra nell’atto di uccidere il toro, dalla notevole monumentalità plastica accentuata da un sapiente uso dei colori. Mitra è raffigurato giovane, abbigliato con il colorato costume orientale: al di sotto di un berretto frigio rosso con bordure in verde e oro spuntano i capelli ricci con le ciocche scomposte, il volto, in parte lacunoso, è in posizione frontale.



MITREO DI MARINO - Lazio

Il mitreo di Marino si presenta come una galleria stretta e lunga che in precedenza era stata utilizzata come cisterna per l’acqua (nelle vicinanze sono stato trovati altri resti archeologici), infatti le pareti il pavimento e il soffitto sono ricoperti da uno strato di calce mista a pozzolana e a piccolissimi frammenti di terracotta, che impedisce all’acqua di uscire.

Lungo le pareti furono praticati dei fori, sia per potervi mettere le lucerne per l’illuminazione, sia per poter costruire una divisione interna che divideva gli iniziati in base al grado raggiunto, con due banconi lungo le pareti dove si sdraiavano i fedeli che in tal modo consumavano il banchetto sacro.

Davanti all’affresco c’è un cippo di peperino con un’iscrizione in latino Invicto Deo Cresces Actor Alfi Seberi D P (al Dio Invitto pose come dono Cresces, amministratore di Alfio Severo).

In Italia si conoscono solo altri due mitrei dipinti, uno a Roma sotto Palazzo Barberini e uno a S. Maria Capua Vetere in Campania. Al centro dell’opera c’è Mitra, all’interno di una grotta, vestito col berretto frigio, una tunica con maniche e calzoni lunghi, tutto di rosso. Sulle spalle gli volteggia un mantello blu bordato di rosso, che è costellato di stelle, tra cui spiccano sette pianeti; il Dio ha la testa girata verso il Sole raggiante, dipinto in alto a sinistra, che lo guarda benevolente ed ha accanto un corvo nero; all’alto lato è raffigurata la Luna con lo sguardo chino e circondata di luce riflessa.

Mitra è rappresentato mentre uccide il toro e contemporaneamente rigenera la Terra, infatti dalla coda dell’animale spuntano spighe di grano. Ai lati due altri personaggi chiamati dadòfori, portatori di torce, sotto il Sole a sinistra c’è Càutes con la fiaccola alzata e accesa, sotto la Luna a destra c’è Cautòpates con la fiaccola abbassata e spenta, la notte.



MITREO DI ANGERA - Lombardia

E' l'unico mitreo conosciuto fino ad oggi in Lombardia ove al suo esterno sono ancora visibili antiche incisioni legate ai culti misterici oltre a diversi incavi rettangolari predisposti per accogliere lapidi e rilievi votivi.

L'Antro di Mitra ad Angera è una cavità naturale di forma ellittica, misura 7,50 metri per 4,70 ed è alta al centro 4,80 m.

Nell'età romana la si denominò Antro di Mitra associandola a luogo sacro al culto di una divinità orientale che, secondo la dottrina Zarathustra, trovava dimora in ripari costruiti dalla Natura e non dall'Uomo.

Il culto di questa divinità orientale era approdato ad Angera perchè in questa località si apriva il secondo porto del Lago Maggiore (il primo era quello di Locarno), quindi una territorio ricco dedito al commercio e quel Dio veniva per l'appunto invocato a protezione dei commerci e a favore dei commercianti.



MITREO DI DUINO

La grotta del Dio Mitra, nell'area delle fonti del Timavo, è una cavità naturale in cui si praticava il culto misterico del dio Mitra, diffuso nel mondo romano dalla fine del I secolo sino al trionfo del cristianesimo.

L’arrivo del Mitraismo in questa zona, dopo il I secolo d.c., era legato alla presenza della XIII legione romana Gemina che in precedenza aveva operato in oriente.

Era un culto misterico, celebrato in luoghi sotterranei, spesso vicino a porti e sedi di guarnigioni.

Al centro della grotta si trovano due banconi paralleli e tra di essi un blocco di calcare, squadrato, su cui veniva spezzato il pane durante le cerimonie religiose.

Sulla parete di fondo trova spazio il calco di una lapide sostenuto da colonnine che raffigura Mitra mentre uccide il toro.

Così recita la dedica: "All'invitto dio Mitra Aulo Tullio Paumniano offre per la sua salute e per quella dei suoi fratelli".

Nella grotta, inoltre, sono state trovate moltissime offerte: circa 400 monete, la più antica delle quali fu coniata da Antonino Pio, 160 lucerne e un gran numero di vasetti, tutti databili tra il I e il V secolo d.c.

Il tempio Mitreo di Duino è l'unico, in tutto il mondo, ad essere situato in una grotta ed è uno dei più antichi mai scoperti.


BIBLIO

- Nino Burrascano - I misteri di Mithra - Genova - Il Basilisco - 1979 -
- George Dumezil - Mithra-Varuna, essai sur deux représentations indo-européennes de la Souveraineté - Paris - Presses Universitaires de France - 1940 -
- Ruggero Iorio - Mitra. Il mito della forza invincibile - Marsilio - Venezia - 1998 -
- George Dumezil - Mithra, Varuna, essai sur deux représentations indo-européennes de la Souveraineté - Paris - Presses Universitaires de France - 1940 -
- Robert Turcan - The Gods of Ancient Rome - Routledge - 1998, 2001 -

2 comments:

  1. C'è un errore: anche il mitreo di Angera è posto in una grotta naturale (ubicata ai piedi della Rocca Borromeo e frequentata già nella preistoria), non solo quello di Duino.

    Archeoastronomia Ligustica
    info@archaeoastronomy.it

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