L'APPIA ANTICA |
VIE E STRADE DELL'IMPERO
Plinio il Vecchio:"I Romani posero ogni cura in tre cose soprattutto, che furono dai Greci neglette, cioè nell'aprire le strade, nel costruire acquedotti e nel disporre nel sottosuolo le cloache"
Victor W. von Hagen:
"Le strade romane sono un fattore di un'importanza incalcolabile nella storia stessa dell'umanità. Roma divenne una fonte mobile di civiltà e la padrona del mondo proprio perché attraverso le sue strade era riuscita a controllare sistematicamente gran parte della superficie della terra. Dal «Miglio d'oro» (Miliarium Aureum) del Foro, su cui erano segnate le distanze, diciannove strade lastricate conducevano in ognuna delle province dell'Impero. Correndo ininterrottamente fino al Reno e al Danubio arrivavano nelle Terre degli Sciti sulle rive del Mar Nero, all'Eufrate, in Africa, in Arabia e perfino nell'India.
LE VIE CONSOLARI DELL'IMPERO (INGRANDIBILE) |
Le diciannove strade originali si svilupparono ramificandosi, crescendo e moltiplicandosi nello spazio e nel tempo finché sotto il regno di Domiziano Roma non si trovò ad amministrarne ben trecentosettantadue. Gli ingegneri romani non cercavano di aggirare gli ostacoli naturali del terreno; li affrontavano qualche volta addirittura violentandoli. Se incontravano un fiume lo scavalcavano con un ponte; se trovavano sul loro cammino una palude trasformavano la strada in un terrapieno.
Le loro strade valicavano a zig zag le Alpi forandole con dei tunnel là dove non c'era altra soluzione. L'insidia delle acque veniva eliminata cercando, dov'era possibile, di aggirarla. Prima di mettersi al lavoro i costruttori si assicuravano prudentemente che il terreno fosse asciutto. Roma continuò per otto secoli a costruire strade. Poi, com'è il destino di tutti gli imperi, arrivò anche per lei la fine. Ma ormai i suoi ingegneri avevano lastricato il mondo.
(Da: Le Grandi Strade Di Roma Nel Mondo - Victor W. von Hagen)
LE VIE CONSOLARI DELL'IMPERO (INGRANDIBILE) |
I primi costruttori di strade sul suolo italico furono però gli Etruschi. La via Clodia ricalcò almeno in parte un'importante percorso etrusco che collegava Caere (Cerveteri) a Volsini novii (Bolsena), e la via Cassia, da Roma a Cortona fu prima etrusca, e così la via Aurelia che costeggiava il Tirreno. Gli Etruschi si limitarono però a usare un tufo compatto, mentre i Romani usarono la selce, molto più dura e resistente, il cosiddetto basolato romano.
Esistevano presso i Romani vari tipi di strade, dalle strade di tronchi, alle strade scavate nel tufo come fecero gli etruschi (ma che i Romani poi ripavimentarono), alle strade pavimentate in acciottolato (galeratum), alle strade in basolato romano, le più resistenti in assoluto.
Con il nome di vie, Viae, venivano indicate le strade extraurbane che partivano da Roma, mentre le strade, Strata, (cioè fatte a strati) erano quelle all'interno di un centro abitato.
Le strade dovevano durare a lungo e la loro costruzione, eseguite da soldati se in territorio straniero, era molto accurata.
Moltissime strade, in Italia, Europa, Africa e Oriente sono ancora usate seguendo il percorso originale: solo le grandi autostrade, costruite nel XX secolo, scelta obbligata per l'aumento esponenziale del traffico, hanno permesso una mobilità maggiore, ridimensionando le grandi consolari a smaltire il traffico locale.
Costruite principalmente per scopi militari, consentendo un veloce spostamento di truppe e di merci tra posti lontanissimi tra loro, contribuirono anche al notevole sviluppo del commercio così importante all'economia di Roma. La mobilità delle truppe era uno dei punti di forza dell'esercito romano; man mano che avanzavano conquistando nuovi territori costruivano strade: il legionario romano non era solo un soldato ma un costruttore di strade, di ponti e di gallerie, in base alle conoscenze specifiche che aveva.
Ai 100.000 km di strade lastricate al tempo della massima espansione dell'Impero, va sommata una miriade di strade secondarie e diverticoli non lastricati: si calcola che il totale della rete stradale doveva raggiungeva una estensione totale di oltre 200.000 km.
I Romani distinguevano:
- la via, dove si poteva transitare con i carri, quindi che permetteva il transito di due carri contemporanei in senso opposto (da qui il termine carreggiata).
- l'actus, dove si poteva transitare solo a piedi o a cavallo, largo circa la metà della via, dall'iter, dove si poteva andare a piedi o in lettiga ma senza usare animali.
- la semita poi era una semi-iter, più piccola.
- il callis una stradina tra i monti.
- la trames era la via traversa di un'altra via.
- il diverticulum una strada che si staccava dalla consolare per arrivare a una località.
- bivi, trivi e quadrivi per gli incroci di strade.
- strade pubbliche, dette pretorie e consolari, a seconda se costruite da un pretore o un console
- strade private dette agrarie.
COSTRUZIONE STRADALE
Si ritiene che i romani abbiano ereditato l'arte di costruire le strade dagli Etruschi, migliorando il metodo e i materiali. In effetti diverse strade romane ricalcarono le strade etrusche, ad esempio la Via Flaminia attraverso l'ager veientanus e faliscus, o dei tratti della Claudia scavata nel tufo e ripavimentata poi dai romani, o la strada di Pietra Pertusa che collegava Veio con il Tevere, o tratti dell'Aurelia che segue la costa tirrenica fino a Pisa, o della Cassia, Armerina e Flaminia.
Le strade erano costruite secondo un preciso criterio: uno strato più profondo, statumen, di sassi e argilla; un secondo strato, rudus, fatto di pietre, mattoni rotti, sabbia, tutti impastati con calce; un terzo strato, nucleus, di pietrisco e ghiaia; una copertura, summum dorsum, di lastre levigate di pietra che combaciavano le une sulle altre appoggiate sul nucleus. Poichè erano costruite a strati, presero il nome di viae stratae, da cui il termine italiano strada, quello inglese street e quello tedesco strasse.
La linea dei pali infissi nel terreno, veniva chiamata rigor, perchè da seguire rigorosamente. L'architetto cercava poi di mantenere il tracciato dritto spostando i pali. Poi con la groma si tracciava la griglia sul piano stradale.
A questo punto sopraggiungevano i libratores che, con aratri e aiutati dai legionari con le spade, scavavano il terreno fino allo strato di roccia, o fino a uno strato solido. La profondità di questa fossa variava da terreno a terreno, che massimo poteva raggiungere 2 m di profondità, ma in genere andava dai 60 cm al m.
Per costruire la strada si riempiva la fossa con strati di materiali diversi. Il riempimento variava a seconda della località, del terreno e dei materiali a disposizione, in genere con strati di terra, sassi, brecciolino, pietra e sabbia fino a raggiungere il livello del terreno. A circa 60 cm - 1 m dalla superficie, la fossa veniva coperta di brecciolino e poi compattata, in latino pavire o pavimentare. La superficie piana o pavimentum, si poteva già utilizzare come strada, oppure ricoprire con altri strati. Alcune volte si metteva una "fondazione" in pietre piatte per supportare meglio gli strati superiori.
Il tutto veniva cementato con la calcina, prima uno strato di calcestruzzo grezzo di diversi centimetri, il rudus, poi uno equivalente a grana fine, il nucleus, venivano stesi sul pavimentum o statumen. Infine si eseguiva il rivestimento in grosse lastre poligonali di basalto o calcare incastrate perfettamente tra loro; gli interstizi erano riempiti da brecciolina.
Le pietre non venivano squadrate per non dare una linea di frattura alla strada, continuamente sollecitata dai carri. I letti di pietre sbriciolate servivano anche a che le strade rimanessero asciutte, in quanto l'acqua filtrava attraverso le pietre, invece di formare fango.
Sopra si mettevano le pietre piatte che siamo abituati a vedere ancora oggi, dette summa crusta. Queste non erano disposte in piano, ma con il centro strada più alto dei bordi, per favorire lo scolo delle acque.
Dopo duemila anni il cemento si è consumato, dando l'idea di una superficie su cui si viaggiasse molto male con un carro, ma la strada originale era invece quasi liscia. Queste notevoli strade erano resistenti alla pioggia, al gelo e alle inondazioni, e non avevano bisogno o quasi di riparazioni, come si può ben vedere ancora oggi, dopo due millenni.
SEZIONE DI UNA STRADA ROMANA (RICOSTRUZIONE) |
Naturalmente il terreno su cui doveva passare una strada non era sempre privo di ostacoli, ruscelli si potevano superare con un semplice assito, un ponticello fatto a tavole di legno su due assi, piatto o a schiena d'asino, ma per un fiume era necessario un ponte. Gli architetti romani erano maestri in quest'arte, specie gli ingegneri militari.
I ponti in legno poggiavano su piloni infissi nel letto del fiume, oppure su basamenti in pietra. Il ponte interamente in pietra però richiedeva la costruzione ad arcate, una tecnica che i romani avevano appeso dagli Etruschi. I ponti romani erano così ben costruiti che molti di essi vengono usati tuttora.
Nei terreni paludosi si costruivano invece strade rialzate. Si segnava il percorso con dei piloni, poi si riempiva lo spazio fra di essi con grandi quantità di pietre, innalzando il livello stradale fino a 2 metri sopra la palude. Questo avveniva principalmente in Italia, mentre nelle province si costruivano i pontes longi, cioè lunghi ponti fatti con tronchi d'albero.
Nel caso di grandi massi che ostruivano il cammino, dirupi, terreni montuosi o collinari si ricorreva spesso a possenti sbancature o a gallerie, interamente scavate a braccia. La galleria della gola del Furlo, vicino a Fano, è romana e vi passa una strada statale.
Il viadotto di Ariccia, usato a tutt'oggi, è romano del II sec. a.c., lungo 231 m e alto fino a 13 m. Le strade romane procedevano sempre dritte, anche in terreni con forti pendenze. Non è raro trovare inclinazioni del 10%-12% in collina, e fino al 15%-20% in montagna.
LE PIETRE MILIARI
Le strade erano larghe dai 4 ai 6 m, così che si potessero incrociare due carri, e talvolta ai lati vi erano dei marciapiedi lastricati. Le strade erano dotate di pietre miliari, che indicavano la distanza in miglia dal miliario aureo posto nel Foro romano. Le legioni fecero buon uso di queste strade, ed alcune sono tuttora utilizzate, dopo ben due millenni.
Già prima del 250 a.c. per la via Appia e dopo il 124 a.c. per la maggior parte delle altre, le distanze tra le città si contavano in miglia, ed erano numerate con le pietre miliari. La moderna parola "miglio" deriva infatti dal latino milia passuum, cioè "mille passi", che corrispondono a circa 1480 metri.
La pietra miliare, o miliarum, era una colonna circolare sopra una base rettangolare, detta cippus, infissa nel terreno per oltre 60 cm, alta 1,50 m, con 50 cm di diametro e del peso di oltre 2 tonnellate.
Alla base recava scritto il numero di miglio della strada e più in alto indicava la distanza dal Foro di Roma e informazioni sugli ufficiali che avevano costruito o riparato la strada, e quando, nonchè le caratteristiche della strada (se era lastricata o solo in ghiaia e in terriccio).
Fu Augusto, divenuto Commissario permanente alle strade del 20 a.c., che pose il Miliarum Aureum (la pietra miliare aurea) nel foro a Roma, una colonna di bronzo dorato, accanto al tempio di Saturno. Tutte le strade iniziavano idealmente da questo monumento in bronzo. Su di esso erano riportata la lista delle maggiori città dell'Impero, e le loro distanze da Roma. Costantino lo chiamò Umbilicus Romae (ombelico di Roma). Tutto venne da allora indicato attraverso le miglia, battaglie comprese, specificando il miglio in cui accadevano.
Tutte le distanze erano pertanto calcolate dalla colonna aurea al limite estremo di ogni strada. Da qui l'antico detto per cui "Tutte le strade portano a Roma", perchè al tempo dei Romani era così.
In prossimità della città le strade diventavano viali alberati, fiancheggiati da sepolcri, statue, ville e templi. Lungo tutte le strade esistevano a distanza di circa venti km l’una dall’altra “la stazione di posta”, statium, dove si poteva cambiare o ristorare cavalli, muli, buoi e dove era possibile riparare i carri; molte anche erano, lungo le strade, le osterie, le locande, quasi tutte però pericolose, malfamate, frequentate da ladri.
Esistevano anche specie di “guide”, gli Itineraria, in cui erano segnati in ogni strada i dati più importanti, come fiumi, boschi, monti, distanze, centri di ristoro. Esistevano pure Itineraria per le città. Le strade erano percorse da gente a piedi, a cavallo, su carri di ogni tipo e lungo le strade funzionava anche un efficiente sistema postale svolto a cavallo per i messaggi più urgenti.
TUTTE LE STRADE PORTANO A ROMA
Questo popolare proverbio trae origine dal fatto che le prime (e più importanti) strade consolari avevano il loro punto di origine da Roma quindi percorse all'inverso “portavano a Roma”.
LE CITTA' MILIARI
Il conteggio in miglia romane lungo le strade dell'antichità ha lasciato in eredità numerosissimi toponimi italiani. Qui di seguito un elenco:
ad tertium lapidem:
I ponti in legno poggiavano su piloni infissi nel letto del fiume, oppure su basamenti in pietra. Il ponte interamente in pietra però richiedeva la costruzione ad arcate, una tecnica che i romani avevano appeso dagli Etruschi. I ponti romani erano così ben costruiti che molti di essi vengono usati tuttora.
Nei terreni paludosi si costruivano invece strade rialzate. Si segnava il percorso con dei piloni, poi si riempiva lo spazio fra di essi con grandi quantità di pietre, innalzando il livello stradale fino a 2 metri sopra la palude. Questo avveniva principalmente in Italia, mentre nelle province si costruivano i pontes longi, cioè lunghi ponti fatti con tronchi d'albero.
Nel caso di grandi massi che ostruivano il cammino, dirupi, terreni montuosi o collinari si ricorreva spesso a possenti sbancature o a gallerie, interamente scavate a braccia. La galleria della gola del Furlo, vicino a Fano, è romana e vi passa una strada statale.
Il viadotto di Ariccia, usato a tutt'oggi, è romano del II sec. a.c., lungo 231 m e alto fino a 13 m. Le strade romane procedevano sempre dritte, anche in terreni con forti pendenze. Non è raro trovare inclinazioni del 10%-12% in collina, e fino al 15%-20% in montagna.
LE PIETRE MILIARI
Le strade erano larghe dai 4 ai 6 m, così che si potessero incrociare due carri, e talvolta ai lati vi erano dei marciapiedi lastricati. Le strade erano dotate di pietre miliari, che indicavano la distanza in miglia dal miliario aureo posto nel Foro romano. Le legioni fecero buon uso di queste strade, ed alcune sono tuttora utilizzate, dopo ben due millenni.
Già prima del 250 a.c. per la via Appia e dopo il 124 a.c. per la maggior parte delle altre, le distanze tra le città si contavano in miglia, ed erano numerate con le pietre miliari. La moderna parola "miglio" deriva infatti dal latino milia passuum, cioè "mille passi", che corrispondono a circa 1480 metri.
La pietra miliare, o miliarum, era una colonna circolare sopra una base rettangolare, detta cippus, infissa nel terreno per oltre 60 cm, alta 1,50 m, con 50 cm di diametro e del peso di oltre 2 tonnellate.
Alla base recava scritto il numero di miglio della strada e più in alto indicava la distanza dal Foro di Roma e informazioni sugli ufficiali che avevano costruito o riparato la strada, e quando, nonchè le caratteristiche della strada (se era lastricata o solo in ghiaia e in terriccio).
Fu Augusto, divenuto Commissario permanente alle strade del 20 a.c., che pose il Miliarum Aureum (la pietra miliare aurea) nel foro a Roma, una colonna di bronzo dorato, accanto al tempio di Saturno. Tutte le strade iniziavano idealmente da questo monumento in bronzo. Su di esso erano riportata la lista delle maggiori città dell'Impero, e le loro distanze da Roma. Costantino lo chiamò Umbilicus Romae (ombelico di Roma). Tutto venne da allora indicato attraverso le miglia, battaglie comprese, specificando il miglio in cui accadevano.
Tutte le distanze erano pertanto calcolate dalla colonna aurea al limite estremo di ogni strada. Da qui l'antico detto per cui "Tutte le strade portano a Roma", perchè al tempo dei Romani era così.
In prossimità della città le strade diventavano viali alberati, fiancheggiati da sepolcri, statue, ville e templi. Lungo tutte le strade esistevano a distanza di circa venti km l’una dall’altra “la stazione di posta”, statium, dove si poteva cambiare o ristorare cavalli, muli, buoi e dove era possibile riparare i carri; molte anche erano, lungo le strade, le osterie, le locande, quasi tutte però pericolose, malfamate, frequentate da ladri.
Esistevano anche specie di “guide”, gli Itineraria, in cui erano segnati in ogni strada i dati più importanti, come fiumi, boschi, monti, distanze, centri di ristoro. Esistevano pure Itineraria per le città. Le strade erano percorse da gente a piedi, a cavallo, su carri di ogni tipo e lungo le strade funzionava anche un efficiente sistema postale svolto a cavallo per i messaggi più urgenti.
TUTTE LE STRADE PORTANO A ROMA |
TUTTE LE STRADE PORTANO A ROMA
LE CITTA' MILIARI
Il conteggio in miglia romane lungo le strade dell'antichità ha lasciato in eredità numerosissimi toponimi italiani. Qui di seguito un elenco:
ad tertium lapidem:
- Terzo - prov. Alessandria, tre miglia a ovest di Acqui Terme, sulla Aemilia Scauri verso Vado Ligure.
- Terzo di Aquileia - comune in provincia di Udine, a tre miglia a nord di Aquileia.
- Terzo - frazione Tolmezzo. provi. di Udine, sulla via Iulia Augusta, a tre miglia da Zuglio.
- Terzo di Mezzo, fraz. di Postiglione, prov. di Salerno, tre miglia a est di Eboli sulla via Popilia.
- Treviso -
ad quartum lapidem:
- Torri di Quartesolo - prov. di Vicenza, a quattro miglia dal capoluogo; "Quartesolo" riferito al quarto miglio della via romana da Vicenza a Padova, che collegava quest'ultima città con la via Postumia.
- Quart - comune della Valle d'Aosta, a quattro miglia da Aosta sulla via delle Gallie.
- Quarto - comune di Napoli, a quattro miglia da Pozzuoli, sulla strada che la collegava con Capua e la via Appia
- Quarto Cagnino - quartiere di Milano sulla strada per Novara, a quattro miglia dal centro.
- Quarto dei Mille -
- Quarto Miglio - zona urbanistica del comune di Roma, nel Municipio Roma VII al quarto miglio della via Appia
- Quarto d'Altino - nella città di Venezia, a quattro miglia da Mestre, un importante crocevia stradale.
- Quarto Inferiore - (o Quarto) frazione di Granarolo dell'Emilia nella Provincia di Bologna.
- Quarto Superiore - frazione di Bologna, a poca distanza dalla frazione di Granarolo.
- Quarto Chilometro -
- Quarto d'Asti - frazione del comune di Asti a quattro miglia dal capoluogo sulla via Fulvia.
- Quartu Sant'Elena - comune di Cagliari al quarto miglio della strada Cagliari - Palau. Fino agli anni 50 del '900 era ancora presente la pietra miliare, scomparsa nrlls costruzione del mercato civico.
- Quartucciu - la distanza da Carales (Cagliari), Quarto ab urbe lapide.
- Quartiano -- Via di Quarto o Villa di Quarto o Castelquarto, zona collinare di Firenze, al IV miglio lungo la Via Cassia verso Prato.
ad quintum lapidem:
- Quinto Romano - quartiere di Milano sulla strada per Novara, a cinque miglia dal centro milanese.
- Quintosole
- Quinto Basso
- Quinto Alto
- Quinto Vercellese - comune della provincia di Vercelli, a cinque miglia dal capoluogo, al bivio delle strade romane da Vercelli per Biella e Borgosesia.
- Quinto de' Stampi - frazione di Rozzano, Milano, sulla via Mediolanum-Ticinum, a 5 miglia dal centro milaese.
- Quinto Vicentino - prov. di Vicenza, a cinque miglia dal capoluogo sulla via Postumia.
- Tor di Quinto - quartiere di Roma, al quinto miglio della via Cassia.
- Quinto al Mare
- Quinto di Valpantena
- Quinto Fiorentino - frazione di Sesto Fiorentino, a 5 miglia da Firenze sul prolungamento della via Cassia in direzione Pistoia e Lucca.
ad sextum lapidem:
- Sestri Ponente -
- Sesto Campano - prov. di Isernia, a sei miglia da Venafro, su una diramazione della via Latina.
- Sesta Godano -
- Sesto ed Uniti -
- Sesto Fiorentino - a sei miglia da Firenze sul prolungamento della via Cassia verso Pistoia e Lucca.
- Sesto Ulteriano - fraz. di San Giuliano Milanese, al sesto miglio da Milano sulla strada romana per Lodi e Piacenza.
- Ponte Sesto
- Sesto San Giovanni - comune della città metropolitana di Milano, al sesto miglio della strada che collegava Milano con Monza e Lecco.
- Sesto Imolese -
- Sesto -
- Sestu - comune di Cagliari, al sesto miglio della strada che collegava Cagliari a Porto Torres. Nella parrocchia di San Giorgio è custodita la pietra miliare che indicava il VI miglio.
- Sesto al Reghena - prov. di Pordenone, a sei miglia da Concordia Sagittaria, su un ramo della via Iulia Augusta
- Sesto Cremonese - raz. di Sesto ed Uniti, prov. di Cremona a sei miglia da Cremona sulla strada diretta a Laus Pompeia (Lodi) e da qui a Milano
- Sesto Gallo - fraz. di San Giuliano Milanese, al sesto miglio da Milano sulla strada romana per Lodi e Piacenza.
- Pontesesto - frazione di Rozzano, di Milano, situato in corrispondenza di un ponte sul Lambro Meridionale, oggi scomparso, sulla via Mediolanum-Ticinum, a sei miglia dal centro di Milano.
- Sesto di Moriano, frazione di Lucca, a sei miglia dalla città toscana, sulla via Clodia Nova.
- Settimo Rottaro - nella città metropolitana di Torino, a 7 miglia a sud-est di Ivrea sulla strada per Vercelli.
- Settimo San Pietro - comune della città metropolitana di Cagliari al settimo miglio della strada che collegava Cagliari a Palau, dove sono i resti di un acquedotto romano.
- Settimo Torinese - comune nella città metropolitana di Torino, al settimo miglio da Torino sulla strada romana per Ticinum (Pavia).
- Settimo Vittone - comune nella città metropolitana di Torino, a sette miglia a nord di Ivrea sulla via delle Gallie, in direzione di Aosta.
- San Frediano a Settimo - frazione di Cascina, prov. di Pisa, a 7 miglia da Pisa sulla strada per Firenze.
- Chiesa di San Benedetto a Settimo
- Badia a Settimo -
- Settimo - frazione di Montalto Uffugo, 7 miglia a nord di Cosenza sulla via Popilia, verso Capua.
- Settimello - frazione di Calenzano, nella città metropolitana di Firenze, a sette miglia dal capoluogo toscano sul prolungamento della via Cassia in direzione di Pistoia e Lucca.
- Settimo - località di Portobuffolé, in provincia di Treviso, a sette miglia da Oderzo.
ad octavum lapidem:
- Ottavo - località del comune di Arezzo a otto miglia dal capoluogo sulla via Cassia.
- Valdottavo - frazione di Borgo a Mozzano, in provincia di Lucca, a otto miglia da Lucca sulla via Clodia Nova.
ad nonum lapidem:
- Nonantola -
- Nus - comune della Valle d'Aosta, a nove miglia da Aosta sulla via delle Gallie.
- Annone Veneto - comune nella città metropolitana di Venezia, a nove miglia da Oderzo sulla via Postumia in direzione di Aquileia.
- Castello di Annone - comune della provincia di Asti, a nove miglia dal capoluogo sulla via Fulvia.
ad decimum lapidem:
- Azzano Decimo - comune a sud di Pordenone, posto a dieci miglia da Concordia Sagittaria, su una diramazione della via Iulia Augusta, in direzione nord.
- Decimomannu - comune della città metropolitana di Cagliari, a dieci miglia a nord del capoluogo.
- Pieve di Santa Cecilia a Decimo -
- Castello di Decima -
- San Matteo della Decima -
- Diemoz - fraz. di Verrayes, in Valle d'Aosta, sede di una mansio a 10 miglia da Aosta sulla via delle Gallie.
- Diecimo - frazione di Borgo a Mozzano, prov. di Lucca, a 10miglia sulla via Clodia Nova.
- Cascina Decima - nel comune di Lacchiarella, nella città metropolitana di Milano, sulla via Mediolanum-Ticinum, a 10 miglia dal centro di Milano.
- Cascina Decima - nel comune di Lacchiarella, nella città metropolitana di Milano, sulla via Mediolanum-Ticinum, a 10 miglia dal centro di Milano.
ad quartum decimum lapidem:
ad quintum decimum lapidem:
ad tricesimum lapidem:
IL PONTE ROMANO DI PONT SAINT-MARTIN - VALLE D'AOSTA |
I PONTI
L’esercito percorreva circa 30 km al giorno, mentre un messaggero a cavallo sino a 200 km al giorno. Per proseguire le strade si dovette anche progettare ponti: ne furono costruiti circa 2000, di ogni tipo: in pietra, in legno ad una o più arcate, a uno o più piani, e su ogni fiume, torrente, ruscello o fossato; molti di essi esistono ancora e sono usati. In genere le strade non era costose perchè venivano impiegati i soldati per costruire le vie consolari, man mano che avanzavano in territorio nemico facevano la strada, in modo da facilitare il terreno ai soccorsi e alle vettovaglie.
LE MAPPE
Gli Itineraria, o mappe, erano dapprima documenti speciali di alcune biblioteche, ma di uso ristretto soprattutto militare. L'itinerarium più comune in origine era solo la lista delle città che si incontravano lungo una strada. Poi comparvero liste più generali, che comprendevano altre liste.
Per maggiori dettagli si usavano diagrammi di linee parallele che mostravano le ramificazioni delle strade. Parti di questi diagrammi venivano copiati e venduti ai viaggiatori. I più accurati avevano dei simboli per le città, per le stazioni di sosta, per i corsi d'acqua e così via.
TABULA PEUTINGERIANA |
Cesare non riuscì a vedere l'opera perchè nello stesso anno venne disgraziatamente assassinato, e comunque i geografi impiegarono circa 25 anni, e produssero un itinerario scolpito nella pietra che venne collocato vicino al Pantheon, da cui i viaggiatori e i venditori di itinerari potevano liberamente copiare le parti che li interessavano.
Marco Agrippa fece poi collocare nel Portico di Ottavia una mappa in rilievo. Più tardi ancora venne eseguita, per ordine di Vespasiano, una altra grande mappa dei quattordici quartieri di Roma, esposta presso il Foro della Pace.
Nel 217 d.c. circa fu compilato l'Itenerarium Provinciarum Antonini Augusti più volte copiato anche nel medioevo e nei secoli successivi.
Un famoso itinerario che ci è pervenuto è la Tabula Peutingeriana, dell'anno 250 d.c., che inizia già ad assumere la forma di una carta geografica, benché molto primitiva. Essa copre l'intero Impero Romano dall'India alla Britannia, con città, posti di tappa, strade e distanze, forse la più interessante e completa.
Ecco, per fare un esempio, la mappa dei Vicus di Sesto Rufo della Regione Esquilina col Colle Viminale:
- Vicus Suscusanus, - Vicus Ursi Pileati, - Vicus Minervae, - V. Ustrinus, - V. Palloris, - V. Sejus, - V. Silvani, - V. Capulatorum, - V. Traegedus, - V. Unguentarium, - V. Paullinus, - V. Pastoris, - V. Cauticarius, - V. Veneris placidae, - V. Iunonis;
con: - 1847 insule, - 170 domus, - 5 templi, - le therme, - 15 aedicole sacre,
con: - 50 Vicomagistri, - 2 Curatori e - 2 Denunciatori.
La mappa delle vie consolari romane era in marmo, esposta, incisa su lastre di marmo, nel Foro Romano. Di essa venivano realizzate e vendute, copie in pergamena, con sotto-mappe parziali, ognuna con un particolare itinerario. Quindi così come accade oggi, il viaggiatore che aveva necessità di raggiungere l'Oriente da Roma acquistava l'itinerario della Via Appia che lo portava a Brindisi dove si sarebbe imbarcato per la sua destinazione.
Vedi anche: CARTOGRAFIA ROMANA
LA TABULA PEUTINGERIANA
Ce ne è pervenuta una copia su pergamena dell'originale del III secolo d.c. risalente al XIII secolo. Fu scoperta nel 1508 da Konrad Celtis e successivamente donata al notabile Konrad Peutinger (da cui il nome della tabula): è ora conservata nella Biblioteca Nazionale di Vienna, detta anche "Codex Vindobonensis" (Vindobona = Vienna)
Si trattava di un rotolo, lungo quasi 7 m e alto appena 35 cm, costituito da 11 fogli di pergamena cuciti insieme, separati nel XIX secolo per consentirne una migliore conservazione. I disegni sono molto stilizzati: le strade sono semplici rette, i contorni delle terre, dei mari e delle catene montuose sono ridotti e stilizzati, come pure i fiumi e i laghi, poco rispecchiando la loro reale posizione. E' evidente che lo scopo della mappa era quello di fornire indicazioni di massima sugli itinerari da seguire per giungere alle varie località. Ma le strade ci sono tutte, delle linee rette con piccoli tratti di cambi di direzione che indicano le mansiones, le stazioni di cambio.
Le città più importanti, come Costantinopoli e Antiochia, sono rappresentate da monumenti con un personaggio assiso in trono. Altre città di un certo rilievo sono raffigurate con mura, torri e case (come Aquileia e Ravenna) mentre quelle di media grandezza si identificano con due o o tre piccoli edifici affiancati. Nel 1861 Konrad Miller disegnò una copia dell'intera tabula ricostruendo anche la parte iniziale (Penisola Iberica e Britannia) andata distrutta.
L'ANTICO RACCORDO ANULARE
Il raccordo anulare di Roma non l'abbiamo inventato noi del XX secolo, perchè nella Roma antica già c'era.
Roma, centro dell'Impero, aveva un notevolissimo problema di traffico, per cui dovette usare la sua solita capacità razionale e organizzativa per ovviare all'inconveniente.
Così Roma antica venne racchiusa in un grande cerchio di strada da cui si dipartivano tutte la grandi consolari, insomma un antico Grande Raccordo Anulare.
Naturalmente c'era anche la segnaletica incisa sugli angoli delle case, solo che abbattute le case cadde anche la segnaletica, anzi alla caduta dell'impero si distrussero anche molte strade perchè non se ne praticò più la manutenzione, scrupolosamente tenuta dai magistrati addetti e dai loro operai.
PER GLI SBOCCHI FLUVIALI E MARITTIMI
Per le vie marittime intorno al grande porto di Roma sorse la città di Portus collegata ad Ostia dalla via Severiana. Venne costruita nel 198 d.c. da Settimio Severo, lastricando una strada preesistente strada sterrata.
Nel percorso costiero, dopo aver attraversato Ostia, lo Stagno di Ostia, il Vicus Augustanus, Laurentum (cittadina ormai scomparsa), toccava Lavinium (l'odierna Pratica di Mare), Antium(Anzio) e Astura (Torre Astura) terminava a Terracina.
La via, lunga 80 miglia, ancora visibile in alcuni tratti: tracce del basolato romano sono nella pineta di Castel Fusano e nella necropoli dell'Isola Sacra (così chiamata appunto per la presenza della necropoli), compresa l'estuario del Tevere ed il canale artificiale di Fiumicino (la Fossa Traianea).
DIRITTO DI PASSAGGIO
Le leggi romane definivano il diritto di usare una strada come servitus (da cui il termine giuridico "servitù").
PASSAPORTO ROMANO |
Una strada poteva avere ambedue i tipi di servitù, sempre che fosse della larghezza adeguata, che veniva determinata da un arbiter (un arbitro, o perito). La larghezza standard della strada era la latitudo legitima di 8 piedi. Le leggi romane furono le prime ad occuparsi della tutela del cittadino, fondamento delle leggi moderne di ogni stato civile.
LE STRADE COME DIFESA
Costruire una strada era una responsabilità militare, quindi ricadeva sotto la giurisdizione di un console, viam munire, come se la strada fosse una sorta di difesa militare e lo era, perchè attraverso queste le legioni potevano spostarsi velocemente o i postali portare messaggi, o passavano i carri per i vettovagliamenti.
Alcuni collegamenti nella rete viaria erano lunghi fino a 90 km. I costruttori spesso cercavano di mantenere una larghezza standard, ma esistono strade da 1,10 m fino a oltre 7 m di larghezza, a seconda della natura del suolo, non di rado scavarono passi nella roccia, o a seconda dell'importanza e quindi del traffico.
Naturalmente si cercava di costruire strade dritte, per cui occorsero ponti anche su depressioni del terreno, e gallerie, o tagliate di roccia.
Le strade si snodavano generalmente in campagna, in posizione centrale. Tutto ciò che si trovava lontano dalla strada maestra vi era collegato dalle cosiddette viae rusticae, o strade secondarie. Sia le une che le altre potevano essere pavimentate o meno, ad esempio con solo uno strato di ghiaia, come accadeva in Nordafrica. Queste strade preparate ma non pavimentate venivano chiamate viae glareae (con la ghiaia) o sternendae (in terra battuta).
Dopo le strade secondarie venivano le viae terrenae, normalmente sterrate. Una mappa stradale dell'impero mostra chiaramente che la rete viaria lo copriva in larghissima parte. Oltre i confini non esistono strade, ma si può presumere che i semplici sentieri o le strade sterrate permettessero il trasporto di alcune merci.
Spesso le strade erano il mezzo per conquistare un popolo. Lo sapeva bene Giulio Cesare, che si portava appresso soldati esperti ed esperti ingegneri. L'esercito si accampava e i costruttori facevano un tratto di strada. Quando era pronto vi transitavano i carri con le scorte di cibo e le armi d'assedio.
Così in caso di ritirata questa si eseguiva velocemente, o si poteva inviare un veloce messaggero. L'alternativa era trainare i carri faticosamente su territori impervi, col rischio di spezzare assi o ruote, o falciando erba e arbusti, e di procedere quindi con lentezza consumando tempo, cibo e dando al nemico il modo di prepararsi.
GLI OSTELLI
- Una legione in marcia non aveva bisogno di un punto di sosta, perché portava con sé un intero convoglio di bagagli e costruiva il proprio campo ogni sera accanto a una strada. Ma dignitari e i viaggiatori comuni ne avevano bisogno, perciò il governo manteneva delle stazioni di sosta, le mansiones, per usi ufficiali, in cui venivano esibiti documenti ufficiali per identificare l'ospite. Le mansiones si trovavano a 15-18 miglia l'una dall'altra ed erano attrezzate in modo lussuoso, trattandosi di alti gradi militari, o ambasciatori, o uomini politici. Spesso attorno alle mansiones sorsero campi militari permanenti o addirittura delle città.
- I viaggiatori privati invece avevano lei cauponae, spesso vicine alle mansiones, ma più umili e mal frequentate.
- Se però i viaggiatori erano patrizi c'erano le le tabernae, più lussuose delle caupones ma meno delle mansiones. Uno degli ostelli migliori era la Tabernae Caediciae a Sinuessa, sulla via Appia, con un grande magazzino fornito di otri di vino, formaggio e prosciutti.
- Un sistema di "stazioni di servizio" funzionava per veicoli e animali: le mutationes, praticamente stazioni di cambio. Si trovavano a intervalli di 12-18 miglia. Qui si potevano comprare i servizi di carrettieri, maniscalchi e di equarii medici, cioè veterinari specializzati nella cura del cavallo. Usando queste stazioni per una staffetta di carri, l'imperatore Tiberio riuscì a coprire 500 miglia in sole 24 ore, per accorrere al capezzale del fratello Drusus Germanicus morente.
Vedi anche: LA TABERNA ROMANA
I VEICOLI
La legge e le tradizioni romane proibivano l'uso di veicoli nelle aree urbane, con alcune eccezioni. Le donne sposate e gli ufficiali governativi in viaggio per servizio erano autorizzati all'uso di veicoli.
La Lex Iulia Municipalis limitava l'uso dei carri da trasporto nelle ore notturne entro le mura cittadine e a un miglio di distanza da queste.
Nelle aree extraurbane i Romani usavano: cocchi, diligenze e carri.
- I cocchi trasportavano una o due persone, le diligenze un gruppo e i carri servivano per le merci. Il più diffuso fra i cocchi era il currus, un modello molto antico, aperto in alto, ma frontalmente chiuso. Uno di essi è rimasto conservato in Vaticano. Questo cocchio portava il guidatore e un passeggero. Un currus a due cavalli era chiamato biga, a tre cavalli triga e a quattro quadriga. Le ruote erano in ferro, e venivano facilmente smontate per poterlo meglio immagazzinare quando non veniva usato.
- Una versione più lussuosa, il carpentum, trasportava le donne e gli ufficiali. Aveva una copertura ad arco in tessuto, e veniva tirato da muli. Una versione più leggera, il cisium, era aperta sul davanti e aveva una panca per sedersi. Era tirato da due muli o cavalli, e serviva come un taxi, i cui guidatori erano chiamati cisiani. Il costruttore invece si chiamava cisarius.
- La diligenza più diffusa si chiamava reda o raeda, ed aveva 4 ruote. Gli alti lati formavano una specie di scatola, con dentro i sedili. Ogni lato aveva uno sportello per entrare. Portava diverse persone con i loro bagagli, fino al massimo peso legalmente consentito di 1000 libbre. Veniva tirata da una muta di buoi, muli o cavalli, e poteva essere coperta con della stoffa col cattivo tempo, come un carro da pionieri.
- La reda probabilmente era il veicolo più usato per viaggiare sulle strade. I veicoli a noleggio si chiamavano redae meritorie, mentre le redae fiscalis erano veicoli governativi, potremmo dire le auto blu dell'epoca. Sia il costruttore che il guidatore venivano chiamati raedarius.
- Il carro più diffuso era il plaustrum o plostrum. Era una piattaforma di assi pieni montata sugli assi delle ruote. Talvolta aveva una ringhiera anch'essa di assi. A volte sul carro si trovava un grande cesto di vimini per i bagagli. Ne esisteva anche una versione a due ruote, e quella a quattro si chiamava plaustrum maius.
- L'esercito usava il cursus clabularis, un carro che viaggiava al seguito delle legioni, trasportandone gli impedimenta, cioè i bagagli.
LE STRADE ITALICHE
- Via Aemilia Scauri - fatta costruire dal censore Marco Emilio Scauro, console nel 115 a,c, e censore nel 109 a.c., stesso anno in cui fece edificare la strada. Collegava Genua (Genova) a Pisae (Pisa).
- Via Annia del nord - da Adria attraverso Padova ad Aquileia.
- Via Annia del Sud - partiva dalla via Appia ed arrivava a Civitas foederata Regium.
- Via Appia - Costruita nel 312 a.c., chiamata Regina Viarum, la regine delle strade, è la più antica delle vie consolari romane. Era composta da un primo tratto Roma-Capua esteso poi sino a Beneventum (Benevento) e Brundisium (Brindisi) passando per Tarentum (Taranto), (264 a.c.).
- Via Amerina - da Roma a Ameria, oggi Amelia e Perugia
- Via Ardeatina - da Roma ad Ardea.
- Via Asinara - Usciva da Porta Asinara, presso Porta San Giovanni. "Così chiamavasi perchè per essa entravano in Roma i giumenti, che portavano le erbe dagli orti, che erano da questa parte. Essa non era, che una via secondaria, la quale raggiungeva ben presto la via Latina vicino agli odierni bagni di Acqua Santa, circa due miglia distante da Roma. Di là dovea partire un diverticolo, che univa la Latina all'Appia, ed all'Ardeatina, il quale continuava ad avere il nome di Asinaria.". La strada usciva dalla Porta Asinaria delle mura Aureliane, accessibile dalla via Latina, da cui Belisario si discostò, nella sua avanzata su Roma, in modo da entrare dalla Porta Asinaria (Not. app .; Procop. BG I.14.14). È menzionats da Festus 282 s.v. "retricibus: aqua eo nomine quae est supra viam Ardeatinam inter lapidem secundum et tertium, qua inrigantur horti infra via Ardeatinam et Asinariam usque ad Latinam", il che dimostra che deve essere corso verso la via Appia e la via Ardeatina. Il suo corso è variamente indicato, ma probabilmente la moderna Via Appia Nuova inizialmente coincide con essa (Boll. D. Inst. 1861, 72; RE II.1581; T. II.28‑33; PBS IV.42‑45). La via Tusculana si discosta da essa a circa 400 metri dal cancello.
- Via Aurelia - (241 a.c.) era la strada litoranea verso nord che univa Roma con Vada Sabatia (Vado Ligure), passando da Pisae, Luna (Luni), Genua (Genova).
- Via Brixiana - poneva in comunicazione il porto fluviale di Cremona, locato sul fiume Po (Padus), con Brescia (Brixia), da cui si diramavano diverse strade romane per raggiungere l'intera Gallia Cisalpina.
- Via Casilina - Fu chiamata nel primo tratto via Labicana, in quanto raggiungeva Labicum, poi si innestò nella via Latina, proseguendo fino a Casilinum, attuale Capua.
- Via Campana - Una delle vie suburbane di Roma, che cominciava dall'antica porta Portaensis (Portese) alla riva destra del Tevere e si stendeva fino al mare. Traeva il nome dal Campus salinarum delle antiche saline Veientane, sulla spiaggia di ponente al porto Claudio-Traiano, e ricordata in una iscrizione ritrovata negli stagni di Campo Salino. Che cominciasse dal posto dove poi sorse quella porta, è dimostrato dall'indicazione di distanza ricorrente negli atti degli Arvali (C. VI 2107 ad a. 224 Hn. 14): Hiid(us) Dec{embres) fratres Arva\es) in luco deae Diae via Campana apud lap[idem) (quintum) convener{unt) etc.;e il bosco sacro degli Arvali sorgeva proprio oltre il V miliario da Roma. Siccome una delle vie secondarie, messa insieme con la via Ostiensis dall'altro lato del fiume, era amministrata da un Curator viam Ostiensis et Campanae (C- VI 1610: T. Flavio ... tribuno legionis IV Flaviae etc.), il quale come equite aveva un grado eguale a quello dei procuratori, e talvolta portava anche il titolo di Procurator viae Ostiensis et Campanae C. X 1795:(M. Bassaeo M. f, Palatina Axio..., procuratori Augusti viae Ostiiensis et Campanae tribuno militum legionis XIII Geminae etc.)
- Via Cannobbia - da Cannobio a Malesco.
- Via Canturina - da Agliate a Como. Un ramo collegava la strada a Desio.
- Via Capua–Rhegium - (132 a.c.) "Via ab Regio ad Capuam", si staccava dalla via Appia a Capua proseguendo fino a Rhegium (Reggio Calabria) toccando Consentia (Cosenza) e Vibo Valentia. Nota anche come Via Popilia o Via Annia.
- Via Carniola - da Trieste a Vienna passando per Lubiana.
- Via Cassia - (171 a.c.) Nella regione VII Augustea, da Roma alla Toscana, attraverso l'Etruria interna. Collegava Roma al nord sino a Pisae (Pisa), attraverso Arretium (Arezzo), Florentia (Firenze), Pistoria (Pistoia), Luca (Lucca). Si diramava dalla Clodia a poca distanza da Roma, oltre il ponte Milvio, e traversando l'Etruria, si congiungeva con l'Aurelia, oltre la città di Lucca, passando fra le principali città di Sutrium, Volsinii, Clusium, Arretium, Florentia, Pistoria (Itin. Anton, p. 285 seg. Tab. Penting. 5 cf. Etmria). E' ricordata in un miliario di Adriano (G. 157, 2): "Imperator Caesar divi Traiani Parthici filius divi Nervae nepos Traianus Hadrianus Augustus pontifex maximus tribunicia potestate VII consul III viam Cassiam vetustate collabsam a Clusinorum) finibus Floretium perduxit millia passuum XXCI)" in una iscrizione del territorio di Viterbo (C. XI 3003), a proposito delle Aquae Passerianae che nella tavola Peutingeriana (5, 1) sono notate appunto come una stazione della via.
- Via Cassola - da Santa Maria in Strada a Poretta passando per Castel Serravalle.
- Via Castellana - da Mestre a Castelfranco Veneto.
- Via Castrimeniense - da Aeroporto di Roma-Ciampino (Via Appia a Velletri conosciuta anche con il nome di Via dei Laghi).
- Via Cecilia - (142 o 117 a.c.): dalla Via Salaria verso la costa adriatica raggiungendo Amiternum e Hatria (oggi Atri), superando il l'Appennino centrale nel passo oggi chiamato delle Capannelle.
- Via Cenischia - da Susa a Colle del Moncenisio proseguiva per la Francia.
- Via Cervese - da Cesena a Pinarella-
- Via Cesarea - da Aosta verso il Colle del Gran San Bernardo.
- Via Claudia Augusta - (per arrivare in Germania) Parte dalla Pianura Padana, attraversa le Alpi, e percorre il Danubio in Baviera.
- Via Claudia Nova - congiungeva la Via Cecilia alla Via Claudia Valeria, da La Spezia a Reggio Emilia.
- Via Clodia - da Roma alla Toscana formando un sistema con la Cassia. Univa Roma a Saturnia, nell’alto Lazio.
- Via Clodia Augusta - partiva dall'antico porto di Altino, attraversava quindi la X Regio, costeggiando il corso del Piave, percorreva la Valsugana, oltrepassava Trento, seguendo la valle dell'Adige, poi Bolzano e Merano, varcando infine le Alpi al Passo Resia.
- Via Clodia Nova - o Clodia Secunda, che collegava Lucca con Luni.
- Via Cofine - da Savignano sul Rubicone a San Zaccaria.
- Via Collatina - corrispondente all'incirca all'attuale lunghezza, collegava Roma alla città di Collatia, a 18 km da Roma. divergendo dalla Via Tiburtina appena fuori dalla Porta Tiburtina delle mura Aureliane. Era una strada di importanza puramente locale; ed è menzionata solo in relazione alle sorgenti dell'Aqua Appia e dell'Aqua Virgo (Frontinus, de aquis, i.5, 10). Da Collatia una strada correva fino alla via Praenestina (T. vi.139-151; x.460-492; PBS I.138-149; RE III.365).
- Via Cornelia - antica strada romana, che collegava Roma con Caere (Cerveteri).
- Via Cornia - da Torino a Nizza.
- Via Costantina - da Verona a Bologna.
- Via Cozia o Via Coziana - da Torino a Glaviere.
- Via Crescentia - collegava Gemona a Lignano Sabbiadoro incrociando la Via Iulia Augusta ramo Mestre a Codroipo.
- Via Dismano - da Cesena a Ravenna
- Via Domia - da Torino a Pinerolo Sestriere.
- Via Domizia o Via Domiziana - da Torino a Gap.
- Via Domiziana - si distaccava dalla via Appia a Sinuessa (Mondragone) fino a Neapolis (Napoli).
- Via Emilia - 187 a.c., un proseguimento della via Flaminia, verso nord-ovest: congiungeva Ariminum con Placentia (Piacenza), toccando Caesena (Cesena), Forum Livi (Forlì), Bonomia (Bologna), Mutina (Modena), Regium Lepidum (Reggio Emilia), Parma.
- Via Emilia Altinate - costruita nel 175 a.c., proveniva da Vico Variano (Castelmassa), attraversava tutta la bassa pianura padano-veneta e raggiungeva Patavium (Padova) passando per Motta Aeniana (Montagnana), dove guadava l'Adige, ed Ateste (Este).
- Via Emilia Scauri - 109 a.c., prolungava la Via Aurelia da Luni fino a Genova e Vada Sabatia.
- Via Empolitana - da Tivoli porta a Ciciliano, Bellegra e Olevano.
- Via Farnesiana - di connessione fra la via Aurelia ed il paese di Farnese (VT).
- Via Faventina - da Faenza a Firenze.
- Via Ferentana - collegava la Cassia viterbese ai porti fluviali sul Tevere.
- Via Flaminia - 220 a.c., congiungeva Roma con Ariminum (Rimini), toccando Fanum Fortunae (Fano) e Pisaurum (Pesaro). Si dovette tagliare la montagna lungo le coste a picco dei fiumi, e scavare gallerie, come nel bellissimo passo del Furlo.
- Via Flaminia minor - 187 a.c., strada militare da Arezzo a Claterna vicino Bologna
- Via Flavia - della provincia Venetia et Histria, costruita da Vespasiano nel 78-79. Partiva da Tergeste (Trieste) e, costeggiando il litorale passava per Pola e Fiume, fino in Dalmazia, forse sino alla Grecia.
- Via Flavia - da Prosecco a Pola passando per Trieste.
- Via Flavia Vittoria - da Monza a Como.
- Via Fiesolana - da Firenze a Fiesole.
- Via Fulvia - strada romana, che da Tortona (Dortona), passando a sud della sponda destra del fiume Po andava in direzione ovest fino a Torino (Augusta Taurinorum), collegando le strade provenienti da Roma e dall'Italia nordorientale.
- Via Gallia - o via delle Gallie, voluta da Augusto, da Grado a Torino passando da Verona, Brescia, Bergamo e Milano.
- Via Gardesana - da Cremona a Trento.
- Via Gemina - da Aquileia ad Emona, dopo le campagne militari di Ottaviano del 35-33 a.c. nell'Illirico romano.
- Via Gemina - (fine del I secolo a.c.): da Aquileia a Trieste.
- Via Germanica - da Zuglio a Bibione passando per Concordia Sagittaria.
- Via Giovia - congiungeva Ticinum (Pavia) con Mediolanum (Milano). Da Ticinum proseguiva verso Clastidiuum (Casteggio), dove incrociava la via Postumia.
- Via Herculea - collegava il Sannio alla Lucania.
- Via Granda - da Pievevergonte a Visp, passando per Pecetto.
- Via Julia - da Aquileia a Lubiana passando per Cividale del Friuli.
- Via Iulia - da Aquileia a Lubiana passando per Cividale Caporetto e Fusine In Valromana.
- Via Iulia Augusta - collegava Aquileia con il Norico passando per Iulium Carnicum e il passo di Monte Croce Carnico.
- Via Julia Augusta - (13 a.c.) da Piacenza, passando per la riviera ligure di ponente, giungeva in Gallia ad Arles, dove si congiungeva con la Via Domizia.
- Via Jesolana - da Treviso a San Michele al Tagliamento passando per Jesolo.
- Via Labicana - da Roma verso sud-est per Labicum, formando un sistema con la Praenestina. (anche detta "via Ficulensis" perché inizialmente limitata a Ficulea)
- Via Latina - attraversava la zona degli Ernici, il Liri, il Volturno e si collegava poi a Capua con la via Appia, con un altro tracciato che toccava Anagnia (Anagni), Frusino (Frosinone), Casinum (Cassino).
- Via Laurentina - da Roma a Laurentum (Lavinio).
- Via Lentula - da Prato a Bologna.
- Via Licovia - da San Stino di Livenza a Caorle.
- Via Limaniesca - da Bergamo a Cremona passando Urgnago incrocio Via Gallica ramo settentrionale, Caravaggio incrocio della Via Gallica ramo meridionale.
- Via Livia - da Pisa a Ferrara.
- Via Locarnese - da Gravellona Toce a Bellinzona.
- Via Lucinia - da Como a Sesto Calende passando per Varese.
- Via Maddalena - da Borgo San Dalmazo alla Francia.
- Via Malgesa - da Endine Gaiano a Cremona passando per Carobbio incrocio della Via Gallica ramo settentrionale, incrocio Via Gallica ramo meridionale, Soncino.
- Via Manuela - da Peschiera del Garda ad Arco.
- Via Marzia - da Bergamo a Como passando per il Ponte di Olginate.
- Via Marzia Gallica - da Bergamo a Palazzolo sull’Oglio.
- Via Massiminia - da Como a Monza passando per Agliate.
- Via Mauria - da Tolmezzo a San Candido.
- Via Mercatarum - da Gandellino a Bergamo.
- Via Minucia - percorso alternativo alla Via Appia che partiva da Roma e arrivava a Brindisi, da Egnazia a Modugno.
- Via Minverva - da Sorrento a Stabia
- Via Miranese - da Mestre ad Piazzola sul Brenta.
- Via Noalese - da Treviso a Vigonza.
- Via Nomentana - da Roma a Nomentum, presso attuale Mentana (anche detta "via Ficulensis" perché inizialmente limitata a Ficulea)
- Via Ostiense - da Roma a Ostia.
- Via Paullese - da Milano a Cremona.
- Petra Pertusa Maggiore - oggi Galleria del Furlo, lunga 38,3 m, chiamata “Petra Pertusa” o “forulus” da cui il nome del Furlo. Fu fatta scavare nel suo punto più stretto da Vespasiano nel 77 d.c per l’attraversamento degli Appennini dal versante tirrenico a quello adriatico.
- Via Podense - da Ivrea al Colle del Piccolo San Bernardo da qui la strada raggiungeva la Spagna.
- Via Pompea - (210 a.c.), faceva il periplo della Sicilia.
- Via Popilia - (132 a.c.), portava da Capua a Reggio Calabria e poi allo stretto di Messina.
- Via Popilia-Annia - (132 - 131 a.c.), portava da Rimini ad Aquileia. Altro proseguimento della via Flaminia, ma verso nord est: da Ariminum raggiungeva Ravenna, Atria (Adria), Patavium (Padova), Altinum (Altino), Aquileia, Tergeste (Trieste).
- Via Popilia Ligure - da Savona a Torino.
- Via Porettana - da Pistoia a Bologna
- Via Portuense - costruita alla fine del I sec. d.c. per collegare l'Urbe con il Porto.
- Via Porzia Settimia - da Chiavenna a Coira.
- Via Postumia - (148 a.c.), da Genova ad Aquileia. Attraversava la pianura padana collegando Genua con Aquileia, toccando Cremona, Verona, Vicetia (Vicenza).
- Via Praenestina - da Roma a Praeneste (anche detta "via Gabina")
- Via Quinctia - da Fiesole e Firenze a Pisa.
- Via Regina - collegava Cremona con Clavenna (Chiavenna) passando da Mediolanum (Milano).
- Via Rivoltana - da Milano a Rivolta d’Adda.
- Via Romea - via Val Trebbia, Chiavari.
- Via Romea Padana - da Ivrea a Mortara.
- Via Sabina - da Antrodoco a Foggia.
- Via Salaria - da Roma al Mare Adriatico (nelle Marche). Una delle più antiche strade commerciali; partiva da Roma e finiva a Castrum Truentinum (Porto d’Ascoli) sulla costa adriatica, toccando Reate (Rieti) e Asculum (Ascoli Piceno).
- Via Salaria Gallica - strada tra Forum Sempronii (Fossombrone) e Asculum (Ascoli Piceno) nelle Marche.
- Via Salaria Picena - collegava la Flaminia alla Salaria partendo da Fanum fortunae fino Castrum Truentinum nei pressi di Porto D'Ascoli.
- Via Sallentina - da Taranto ad Acra.
- Via Sara - collegava Sestri Levante con Ghiare di Berceto.
- Via Sarsinate da Sarsina a Rimini.
- Via Satricana - da Roma a Satricum.
- Via Sbrinz - da Domodossola a Airolo.
- Via Severiana - collegava Portus (Fiumicino) a Terracina.
- Via Silvia - da Gela ad Enna.
- Via Sorana - connetteva Alba Fucens e la via Tiburtina Valeria con la via Latina attraverso Sora e la Valle del Liri.
- Via Strada delle cento miglia - strada militare, collegava Parma a Luni.
- Via Sublacense - dalla via Valeria alla villa di Nerone a Subiaco.
- Via Tecta o Via Recta - (1) - una strada nel campus Martius, menzionata tre volte nella letteratura del I secolo (Seneca, Apoc. 13: discesa "per viam Sacram ... inicit illi manum Talthybius ... et trahit. Campum Martium; et inter Tiberim et viam Tectam descendit ad inferos; Mart. III.5.5; VIII.75.1,2: dum repetit sera conducos nocte penates / Lingonus a tecta Flaminiaque recension", che sembra aver collegato la regione della via Flaminia e forse con il Tarentum. La pavimentazione di un'antica strada che conduce in questa direzione generale è stata trovata in vari punti della Via di Pescheria, del Pianto, de' Giubbonari, de' Capellari e del Banco di S. Spirito, e sulla stessa linea dei frammenti del Porticus Maximae. È possibile che questa fosse la via Tecta, così chiamata perché era protetta da una sorta di colonnato prima della costruzione del portico Maximae (HJ 485; KH III) (Il nome Via Recta, che alcune autorità applicano alla strada ad est dal ponte Elio alla via Flaminia (LF 14), è dovuta una lettura errata del primo passaggio (HJ 503, n78).)
- Via Tecta o Via Recta - (2) - il nome di una strada fuori dalla porta Capena, trovata solo in Ovidio (Fast. VI.191-192: "lux eadem Marti festa est, quem prospicit extra oppositum tectae porta Capena viae", e probabilmente applicato alla via Appia tra la porta Capena e il tempio di Marte perché era delimitato da una sorta di colonnato (HJ 213).
- Via Tiberina - risaliva la valle tiberina, per raggiungere la zona del Monte Soratte e inoltrarsi in Sabina fino in Umbria e riallacciarsi con la Flaminia.
- Via Tiburtina - da Roma a Tibur (Tivoli) e Via Tiburtina Valeria, Tiburtina-Valeria, fino al territorio degli Equi e dei Marsi, attraverso l'Appennino fino al mare Adriatico, collegando Roma con Teate (Chieti) e arrivando fino ad Ostia Aterni (Pescara)
- Via Traiana - costruita da Traiano (109 d.c.) in alternativa alla vecchia via Appia, collegava Benevento a Brindisi e passava prossima all'Adriatico. Era più agevole rispetto alla via Appia, perchè sgombra dalla neve e dal fango anche nei mesi invernali.
- Via Traiana Calabra - prolungamento della via Traiana da Brindisi ad Otranto.
- Via Traiana Frentana -
- Via Traiana Nova - percorso alternativo alla Via Cassia nel tratto tra Volsinii Novi e Chiusi.
- Via Trionfale - via consolare che univa Roma a Veio.
- Via Tuscolana - Scrive lo storico Flaminio Vacca nel XVI sec.: "La strada per andare a Frascati è per lungo tratto moderna, non ritrovandosi l'antica via Tusculana, che molto vicino a Frascati stesso, cioè passato Vermicino. La via Tusculana antica si staccava a sinistra della Latina presso Morena, Tenuta, che come vedremo occupa parte delle possessioni Lucullana, e che si trova verso le nove miglia distante da Roma; di là saliva direttamente a Tusculo."
- Via Valeria - da Messina a Lilibeo (Marsala).
- Via Veientana - strada etrusca poi romana, seguiva il percorso della Via Cassia fino a Tomba di Nerone, poi si distaccava per raggiungere Veio.
LE STRADE EXTRAITALICHE
- Via XIX - La Via XIX era una strada romana del tempo di Augusto, che si snodava nella penisola iberica (Portogallo e Spagna) descritta nell'Itinerario Antonino, che collegava le città di: Bracara Augusta (Braga), Ponte de Lima, Tude (Tui), Turoqua (Pontevedra), Aquis Celenis (Caldas de Reis), Iria (Iria Flávia), Lucus Augusti (Lugo) Asturica Augusta (Astorga) in un'estensione di 299 miglia romane.
- Via Agrippa - La rete stradale ideata da Agrippa si irradiava dal nuovo centro strategico di Lugdunum (Lione), in varie direzioni. Un percorso si dirigeva verso l'oceano Atlantico, da Lugdunum a Saintes (Charente-Maritime). Un percorso si dirigeva verso il Mare del Nord, passando per Reims, Beauvais e Amiens. Un percorso che si dirigeva verso il Reno, passando per Langres, Treviri e Colonia. Un percorso si dirigeva a sud, lungo la valle del Rodano, fino a Marsiglia. Un percorso verso la Germania.
- Strata Diocleziana - Il percorso cominciava presso il fiume Eufrate a Sura, città posta nella parte meridionale dell'antica Babilonia, nonchè città della Mesopotamia antica e andava a congiungersi con la Via Traiana Nova. Quest'ultima, già nota come Via Regia, che collegava Aelana, città posta sulle rive del Mar Rosso, con la fortezza legionaria di Bostra, antica città nel sud della Siria.
- Via Claudia Augusta - Strada che partiva dal Veneto per poi arrivare in Baviera.
- Via Delapidata - La via partiva da Augusta Emerita (Mérida), capitale della provincia Lusitania, per finire in Asturica Augusta (Astorga), capitale del Convento Asturicense e una delle principali città della provincia. Nel suo cammino la via attraversava Bedunia (San Martín de Torres), Brigeco (Castro Gonzalo), Ocelo Durii (Villalazán, provincia di Zamora), Salmantica (Salamanca), Cáparra o Norba Caesarina (Cáceres).
- Via delle Gallie - Strada che partiva da Mediolanum per poi arrivare a Vienne in Francia.
- Via Spluga - Andava da Mediolanum a Lindau
LE STRADE DELL'URBE
Poche vie a Roma erano larghe dai 5 ai 6 m, la maggior parte erano vicoli in un dedalo inestricabile. Giovenale dà un'idea del caos cittadino nel centro “Per quanto cerchiamo di affrettarci siamo bloccati da una schiera che ci si fa di fronte e una densa massa di gente ci preme alle spalle. Uno mi pianta un gomito nelle costole, un altro la stanga di una portantina, un altro mi batte sulla testa una trave, un altro ancora una botticella di vino. Le mie gambe sono inzaccherate di fango; enormi piedi mi calpestano da ogni parte: un soldato mi pianta lo scarpone chiodato sulla punta dei piedi.”
Le strade principali erano pavimentate a basolato, con larghi blocchi pentagonali di lava, le altre a pietre rettangolari squadrate. Sulla indicazione della strada era specificato il tipo di pavimentazione.
I nomi delle vie
Il Vicus consisteva di una strada grande e sette strade piccole, per un totale di 424 Vicus, e ogni Vicus eleggeva 4 Magistrati locali (Vicomagistri) che comandava un corpo di Vigilantes locali, una sorta di polizia, scelta tra gli abitanti del Vicus.
Le fonti d'informazione sono principalmente la Base capitolina, per i vici delle Regioni I, X, XI, XII, XIII, XIV, del 136 d.c. e l'editto del prefetto dell'Urbe Terraccio Basso, posteriore al 368.
Le antiche strade dell'Urbe si dice non avessero un nome, ma non è così. I nomi utilizzati anche per i piccoli vicoli corrispondevano ai punti di riferimento: monumenti, statue, colonne, sacrari, templi, edifici pubblici, caserme, portici, o boschetti sacri o giardini, o mestieri o un'edicola sacra dedicata ad una divinità, una fontanella, in genere una vasca quadrata di travertino con il volto di un animale simbolico o una divinità, o una taverna accesa anche di notte, o una fila di alberi, perchè Roma, come oggi, era una città molto verde.
Per esempio nel quartiere Celio esiste oggi una via Cerquetana che corrisponde all'antica via Querquetana, da quercuus, perchè lì c'era un bosco di querce sacro dai tempi di Tullo Ostilio.
I nomi delle strade a Roma avevano origini molto diverse, ed erano raggruppate per regioni, Regio, che Augusto portò a 14. Tutto poteva dare un nomen alla Via o al Vicus:
- Per una caratteristica della strada: Via Lata (VII e IX regione), via larga, tratto meridionale della Flaminia fino al Campo di Marte
- In ricordo della zona preesistente: Vicus Loreti Maioris e Vicus Loreti Minoris (XIII), via del grande e del piccolo bosco di lauro (loretum) che si trovavano in quella zona.
- Per la recente o antica costruzione: Novia Via (IV-VIII regione), via Nova (XII), via nuova, costruita da Caracalla per raggiungere il Tevere
- Per il traffico predominante: Via Salaria (VII), strada del sale; destinata al trasporto verso l'interno montagnoso del sale ricavato dalle saline del litorale
- Per l'attività economica ed artigianale: Vicus Vitrarius (I), via dei Vetrai, Vicus Argentarius (VIII), via degli agenti di cambio, Vicus Pastoris. via dei Pastori ecc. A Roma si conservano ancora diverse strade del genere: via de' Baullari (fabbricanti di bauli), via de' Chiavari (di chiavi), via de' Sediari (di sedie), via de' Canestrari (di canestri), via de' Giubbonari (di giubbe), vicolo de' Catinari (di catini), via de' Cestari (di ceste), via de' Cordari (di corde), via de' Pagliari (della paglia) ecc.
- Per il luogo a cui conduce: Via Latina (I) portava nel Lazio meridionale, Via Tiburtina (V), via di Tivoli, portava alla città omonima. Via Nomentana (V), via di Nomento, portava alla città omonima. Nomi che ricordavano i magistrati costruttori della strada: Clivus Scauri (II), salita di Scauro. Via Appia (I), dal nome di Appio Claudio, censore dal 312 al 308 a.c. Via Flaminia (VIII e IX regione), dal nome di Flaminio, console nel 223 o di suo figlio console nel 187. Via Aurelia (XIV) dal nome di un Aurelio che la costruì nel corso del II° secolo a.c
- Per un eclatante fatto storico: Vicus Scelaratus (IV), via scellerata: la tradizione narrava che là Tullia, figlia di Servio Tullio aveva fatto passare il cocchio sul corpo del padre
- Per il quartiere attraversato: Clivus Suburanus (IV), salita della Suburra, dal nome del quartiere di cui costituiva l'arteria principale
- Per un monumento sulla strada o cui si arrivava: Vicus Portae Collinae (IV), via di Porta Collina, conduceva all'omonima porta delle mura serviane. Clivus Martis (I), salita di Marte, per il tempio omonimo. Vicus Drusianus (I), via di Druso, portava all'arco di Druso sull'Appia.
- Per il tipo o nazionalità degli abitanti: Vicus Africus (III), via d'Africa, dove, secondo Varrone, vennero tenuti gli ostaggi originari dell'Africa durante la guerra punica. Vicus Patricus (VI), via dei Patrizi.
- Per il nome del quartiere: Vicus Veneris Almae, Vicus Quirini.
LE VIE CONSOLARI CHE PARTIVANO DA ROMA
- Via Appia (I) - dal nome di Appio Claudio, censore dal 312 al 308 a.c.
- Via Ardeatina - da Roma ad Ardea.
- Via Aurelia (XIV) - da Roma a Luni, dal nome di un Aurelio che la costruì nel corso del II sec. a.c.
- Via Casilina - da Roma a Santa Maria Capua Vetere.
- Via Cassia - da Roma a Massa.
- Via Gabina - da Roma a Gabii
- Via Flaminia (VIII e IX regione) - da Roma a Rimini, dal nome di Flaminio, console nel 223 o di suo figlio console nel 187.
- Via Labicana - da Roma a Labicum, sulle pendici settentrionali dei Colli Albani.
- Via Latina (I) - portava nel Lazio meridionale.
- Via Nomentana (V) - via di Nomento, detta Via Ficulensis.
- Via Prenestina - proseguimento di Via Gabina fino a Preneste.
- Via Salaria (VII) - strada del sale; da Roma a S. Benedetto del Tronto, destinata al trasporto verso l'interno montagnoso del sale ricavato dalle saline del litorale
- Via Tiburtina (V) - via di Tivoli, portava alla città omonima.
- Via Trionfale - congiungeva Roma a Veio.
LE VIE DI ROMA
- Via Bibaretica - presso chiesa SS. Apostoli.
- Via Collatina - da Roma a Collatia; fu in seguito prolungata fino alla Tiburtina nel punto in cui questa passa alla riva sinistra dell'Aniene, presso Ponte Lucano.- Via Cornelia - da Roma (Porta Cornelia, presso il Vaticano) a Cerveteri, dove si congiungeva con l'Aurelia.
- Via Hadriana - in Egitto, costruita dopo il 130 dall'imperatore Adriano.
- Via Mala - da Como con Splügen attraverso il passo del San Bernardino.
- Via del Foro romano - Nei lavori per la fondazione del casamento Desideri, posto sulla via Cavour, fra la via dell'Agnello e quella dei Serpenti, a circa m. 7,00 di profondità dal piano stradale, è stato scoperto un tratto di antica via romana, lastricata a grandi poligoni di selce. La via si dirige verso il Foro, e in parte era coperta da lastroni di travertino.
- Via La Fida - Nei disterri per la ferrovia de' Castelli romani, fra il vicolo del Mandrione e la Tusculana, attraverso i grandi acquedotti, scendendo da ponente a oriente, in direzione della città, s'incontrano da prima i piloni della Claudia e dell'Amene Nuovo, e si è rinvenuta un'antica strada, ben selciata a pentagoni basaltini, profonda m. 1,30 sotto il piano di campagna, larga m. 3,80, corrispondenti a circa 13 piedi.
- Via Lata (VII e IX regione) - via larga, tratto meridionale della Flaminia fino al Campo di Marte.
- Via Nova (XII) - via nuova, costruita da Caracalla per raggiungere il Tevere.
- Via Pallacina - una traversa di Via Lata (odierno rettifilo V. S. Marco - V. Botteghe Oscure).
- Via Portuense - da Roma al porto situato alla foce del Tevere, presso l'attuale Fiumicino. La strada fu costruita razionalizzando ed ampliando l'antica via Campana, così chiamata perché proveniva dal campus salinarum, le saline che si trovavano alla foce del Tevere.
- Via Querquetana - attuale via Cerquetana del quartiere Celio.
- Via Satricana - da Roma a Satrico.
VIA DELLE GALLIE |
LE VIE DELL'IMPERO
- Via Agrippa - diretta verso l'oceano Atlantico, da Lugdunum a Saintes (Charente-Maritime).
- Via Agrippa - si dirigeva verso il Mare del Nord, passando per Reims, Beauvais e Amiens.
- Via Agrippa - si dirigeva verso il Reno, passando per Langres, Treviri e Colonia.
- Via Agrippa - si dirigeva a sud, lungo la valle del Rodano, fino a Marsiglia.
- Via Alessandra - strada militare costruita da Alessandro Augusto per trasferire le milizie tra la Pianura Padana ed il Nord Europa. Partendo da Treviglio, passava per Bergamo, Passo del Tonale e raggiungeva Trento.
- Via Agrippa - si dirigeva verso il Mare del Nord, passando per Reims, Beauvais e Amiens.
- Via Agrippa - si dirigeva verso il Reno, passando per Langres, Treviri e Colonia.
- Via Agrippa - si dirigeva a sud, lungo la valle del Rodano, fino a Marsiglia.
- Via Alessandra - strada militare costruita da Alessandro Augusto per trasferire le milizie tra la Pianura Padana ed il Nord Europa. Partendo da Treviglio, passava per Bergamo, Passo del Tonale e raggiungeva Trento.
- Via Alessandra Augusta - da Ponte di Legno a Landek.
- Via Aquitana - via della Gallia romana.
- Via Augusta - partiva dai Pirenei, ove si collegava alla via Domizia, traversava le provincie della Hispania Citerior e Hispania Ulterior fino all'Atlanico. Passa attraverso Valencia e Barcellona.
- (Via) Akeman Street - era la maggiore strada romana in Britannia, che univa Londinium (Londra) a Corinium (Cirencester), congiungendosi con la Fosse Way.- Via Claudia Augusta - dal Veneto ad Augusta attraverso il passo di Resia.
- Via Claudia Augusta - Partiva dalla Pianura Padana e raggiungeva, attraverso le Alpi, il Danubio in Baviera (Germania).- (Via) Akeman Street - era la maggiore strada romana in Britannia, che univa Londinium (Londra) a Corinium (Cirencester), congiungendosi con la Fosse Way.- Via Claudia Augusta - dal Veneto ad Augusta attraverso il passo di Resia.
- Via Cozia - da Augusta Taurinorum (Piemonte) a Gap (Francia) attraverso Segusium, il Colle del Monginevro. Si sovrappone in parte alla Via Domizia.
- Via da Siviglia a Gijón.
- Via Delapidata - (Iter ab Emerita Asturicam), (spagnolo: Via de la Plata) è una strada romana da sud a nord attraverso la parte occidentale della Spagna, da Augusta Emerita (Mérida) a Asturica.
- Via delle Gallie - Il primo ramo andava da Augusta Praetoria e si dirigeva verso il passo del colle del Piccolo San Bernardo (Columna Iovis) fino a Lugdunum (Lione). Il secondo ramo giungeva al passo del colle del Gran San Bernardo (lat. Mons Iovis) dove sul colle venne edificato il tempio dedicato a Giove Pennino, per poi condurre verso Octodurus (Martigny), nel moderno Canton Vallese, in Svizzera.
- (Via) Dere Street - (o Deere Street, più recentemente Via Regia), una strada romana fra York (Eboracum) in Inghilterra e il Vallo Antonino in Scozia. Esiste ancora e sul suo tracciato si sviluppano molte strade principali, fra le quali la A1 e la A68.
- Via Devana - in Britannia, che andava da Colonia Victricensis (Colchester) a Deva Victrix (Chester).
- Via Diocletiana - lungo il limes arabicus, iniziata da Diocleziano nel 290, ancora in uso nel VI secolo.
- (Via) Dere Street - (o Deere Street, più recentemente Via Regia), una strada romana fra York (Eboracum) in Inghilterra e il Vallo Antonino in Scozia. Esiste ancora e sul suo tracciato si sviluppano molte strade principali, fra le quali la A1 e la A68.
- Via Devana - in Britannia, che andava da Colonia Victricensis (Colchester) a Deva Victrix (Chester).
- Via Diocletiana - lungo il limes arabicus, iniziata da Diocleziano nel 290, ancora in uso nel VI secolo.
- Via Domizia - congiungeva Torino e la valle del Rodano con la Spagna. Fu costruita dal proconsole Gneo Domizio Enobarbo, primo governatore della Gallia Narbonensis fra il 121 ed il 117 a.c. Da Segusium (Susa) a Narbo Martius (Narbona) tramite il Colle del Monginevro.
- Via Egnatia - costruita nel 146 a.c. da Gaio Ignazio, proconsole di Macedonia, una direttrice di comunicazione est-ovest tra il basso Adriatico e l'Egeo settentrionale.
- (Via) Ermine Street - una strada romana della Britannia che collegava Londinium (Londra) e Eburacum (York), passando per Lindum (Lincoln).
- (Via) Fen Causeway - strada romana dell'Inghilterra che corre tra Denver, Norfolk a est e Peterborough a ovest.
- Via Flavia - della provincia Venetia et Histria, fu costruita dall'imperatore Vespasiano nel 78-79. La strada partiva da Tergeste (Trieste) e, costeggiando il litorale passava per Pola e Fiume fino in Dalmazia, e forse sino alla Grecia.
- (Via) Fosse Way - strada romana della Britannia che collegava Exeter ( Isca Dumnoniorum) con Lincoln (Lindum Colonia) nelle Midlands Orientali, attraverso Ilchester (Lindinis), Bath (Aquae Sulis), Cirencester (Corinium) e Leicester (Ratae Corieltauvorum).
- Via Fulvia - da Derthona (Tortona) a Augusta Taurinorum (Torino).
- Via Gallaratese - da Novara a Como passando da Gallarate.- (Via) Ermine Street - una strada romana della Britannia che collegava Londinium (Londra) e Eburacum (York), passando per Lindum (Lincoln).
- (Via) Fen Causeway - strada romana dell'Inghilterra che corre tra Denver, Norfolk a est e Peterborough a ovest.
- Via Flavia - della provincia Venetia et Histria, fu costruita dall'imperatore Vespasiano nel 78-79. La strada partiva da Tergeste (Trieste) e, costeggiando il litorale passava per Pola e Fiume fino in Dalmazia, e forse sino alla Grecia.
- (Via) Fosse Way - strada romana della Britannia che collegava Exeter ( Isca Dumnoniorum) con Lincoln (Lindum Colonia) nelle Midlands Orientali, attraverso Ilchester (Lindinis), Bath (Aquae Sulis), Cirencester (Corinium) e Leicester (Ratae Corieltauvorum).
- Via Fulvia - da Derthona (Tortona) a Augusta Taurinorum (Torino).
- Via Hadriana - in Egitto, costruita dopo il 130 dall'imperatore Adriano.
- Via Mala - da Como con Splügen attraverso il passo del San Bernardino.
- Via Nova - (Spagna) passa tra Serra Amarela e Serra do Gerês attraverso Portela do Homem (750 m).
- Via in Mauritania Tingitana - una via africana, raggiungeva l'Atlantico attraverso Iulia Constantia Zilil (Asilah), Lixus (Larache) e Sala Colonia.
- (Via) Peddarsway - (peddar in latino 'a piedi') inizia nei Brecks, che corre a nord da Knettishall Heath nel Suffolk, per 46 miglia attraverso la campagna che cambia verso la costa settentrionale della Norfolk, vicino a Hunstanton.
- Via in Mauritania Tingitana - una via africana, raggiungeva l'Atlantico attraverso Iulia Constantia Zilil (Asilah), Lixus (Larache) e Sala Colonia.
- (Via) Peddarsway - (peddar in latino 'a piedi') inizia nei Brecks, che corre a nord da Knettishall Heath nel Suffolk, per 46 miglia attraverso la campagna che cambia verso la costa settentrionale della Norfolk, vicino a Hunstanton.
- Via Regina - la strada iniziava a Como e terminava a Chiavenna, ma forse comprendeva anche il tratto Milano
- Via Severiana Augusta - collegava Milano (Mediolanum) al passo del Sempione (Summo Plano). Detta anche via Mediolanum-Verbannus.
- Via Spluga - metteva in comunicazione Milano con Lindau passando dal passo dello Spluga.
- (Via) Stanegate - correva subito dietro al Vallo di Adriano, Inghilterra del nord. Univa i due forti di Luguvallium (Carlisle), a ovest, e Corsopitum (Corbridge), collegata alla Dere Street, ad est.
- Via Stanestreet - strada romana lunga 90 chilometri (56 miglia) in Inghilterra che collegava Londra alla città romana di Noviomagus Reginorum, o Regnentium , in seguito ribattezzata Chichester dai Sassoni.
- Via Tamouda - a Numerus Syrorum, collegava Tingis con Numidia (Algeria occidentale).
- Via Traiana Nova - già esistente come Via Regia fu ricostruita da Traiano tra il 111 e il 114.
- (Via) Watling Street - in Britannia, che collegava Inghilterra e Galles.
- Via Spluga - metteva in comunicazione Milano con Lindau passando dal passo dello Spluga.
- (Via) Stanegate - correva subito dietro al Vallo di Adriano, Inghilterra del nord. Univa i due forti di Luguvallium (Carlisle), a ovest, e Corsopitum (Corbridge), collegata alla Dere Street, ad est.
- Via Stanestreet - strada romana lunga 90 chilometri (56 miglia) in Inghilterra che collegava Londra alla città romana di Noviomagus Reginorum, o Regnentium , in seguito ribattezzata Chichester dai Sassoni.
- Via Tamouda - a Numerus Syrorum, collegava Tingis con Numidia (Algeria occidentale).
- Via Traiana Nova - già esistente come Via Regia fu ricostruita da Traiano tra il 111 e il 114.
- (Via) Watling Street - in Britannia, che collegava Inghilterra e Galles.
- Strata Diocleziana - La strada venne costruita lungo il tratto del limes arabicus, un lunga catena di mura, forti, fortini e torri di avvistamento, ai tempi dell'Imperatore romano Diocleziano, attorno al 298 (Siria).
LE PIAZZE
Nella Roma Imperiale le piazze comprendono; le piazze propriamente dette, le spiante o spiazzi, i fori, i crocicchi.
Contrariamente alle città greche ed ellenistiche le vie di Roma erano pavimentate: le piazze con lastre di travertino, le strade con blocchi poligonali di selce.
Il lavoro, iniziato nel 174 a.c. durante la censura di Fulvio Flacco e Postumio Albino e proseguito per due secoli di repubblica, fu compiuto solo durante l'Impero.
Le strade più larghe, e solo quelle, avevano anche dei marciapiedi. C'erano anche le isole pedonali nelle città, in cui le strade, come si vede a Pompei, venivano bloccate ai carri con grosse pietre di travertino.
Vedi anche: VICUS DI ROMA ANTICA
BIBLIO
- Carlo Villa - Le strade consolari di Roma: storia, itinerari, vicende secolari degli indistruttibili monumenti della potenza di Roma - Roma - Newton & Compton - 1995 -
- Romolo A. Staccioli - Strade romane - L'Erma di Bretschneider -
- Anna Ferrari-Bravo (a cura di) - Le strade dell'Italia romana - Touring Editore - Milano - 2004 -
- Mario Luni (a cura di) - Le strade dell'Italia romana - DEA Store - Milano - 2004 -
- Giovanni Annio da Viterbo, frate domenicano (pseudonimo di Giovanni Nanni erudito quattrocentesco -1432 - 1502) - Antiquitatum variarum volumina XVII - II ed. - 1498 -
LE PIAZZE
Nella Roma Imperiale le piazze comprendono; le piazze propriamente dette, le spiante o spiazzi, i fori, i crocicchi.
- Le piazze propriamente dette erano di dimensioni diverse e avevano il nome di "aerae". Tra queste: l'Area Palatina, nella parte centrale del Palatino, l'Area Capitolina, che costituiva la parte centrale del Campidoglio.
- Gli spiazzi o spianate erano indicate col nome di "campi". Le guide delle regioni ne contano otto fornendone i nomi: Campus Agrippae, Campus Bruttinaus, Campus Codetanus, Campus Lanatarius, Campus Martius, Campus Octavius, Campus Pecuarius, Campus Viminalis. Ma oltre a questi campi ne esistevano altri. I campi erano molto più grandi delle piazze, come il Campus Viminalis, 500 m per 700, cioè 350.000 m², che era costituito dalla parte del Vicinale al di fuori delle mura serviane fra il castro pretorio e la Porta Viminalis.
- I crocicchi erano l'incrocio di diverse strade. A secondo del numero di strade il "compitum" (crocicchio) è un bivium, un trivium, un quadrivium.
Contrariamente alle città greche ed ellenistiche le vie di Roma erano pavimentate: le piazze con lastre di travertino, le strade con blocchi poligonali di selce.
Il lavoro, iniziato nel 174 a.c. durante la censura di Fulvio Flacco e Postumio Albino e proseguito per due secoli di repubblica, fu compiuto solo durante l'Impero.
Le strade più larghe, e solo quelle, avevano anche dei marciapiedi. C'erano anche le isole pedonali nelle città, in cui le strade, come si vede a Pompei, venivano bloccate ai carri con grosse pietre di travertino.
Vedi anche: VICUS DI ROMA ANTICA
BIBLIO
- Carlo Villa - Le strade consolari di Roma: storia, itinerari, vicende secolari degli indistruttibili monumenti della potenza di Roma - Roma - Newton & Compton - 1995 -
- Romolo A. Staccioli - Strade romane - L'Erma di Bretschneider -
- Anna Ferrari-Bravo (a cura di) - Le strade dell'Italia romana - Touring Editore - Milano - 2004 -
- Mario Luni (a cura di) - Le strade dell'Italia romana - DEA Store - Milano - 2004 -
- Giovanni Annio da Viterbo, frate domenicano (pseudonimo di Giovanni Nanni erudito quattrocentesco -1432 - 1502) - Antiquitatum variarum volumina XVII - II ed. - 1498 -
48 comment:
Bravi, bellissimo lavoro (qualche parola da sistemare) però complimentoni per il sito
wow perfetto
Un sito molto utile.
ma che roba è
prego
BELLISSIMO !!! ^-^ Ottimo lavoro !!!!
Molto interessante e completo, bravissimi!
Devo segnalare però una svista: sotto "Via Valeria" è stato mischiato un percorso in Abruzzo (Roma-Pescara) con uno in Sicilia (Messina-Siracusa)
Saluti da Potestampium
Giacomo
Grazie della segnalazione Giacomo.
Nella mappa mi sembra ci sia un errore: la Via Aurelia nel tratto da Roma a Forum Aureli è denominata Via Cornelia, ma credo sia errato.
Per il resto è fatto benissimo, complimenti.
Roberta
fantastico! letto tutto d'un fiato
Estremamente interessante, grazie!
Molte grazie!
Grandi!! siete bravissimi. Grazie
Un lavoro eccezionale
C'est parfait. Compliments
favoloso esaustivo ben costruito un'eccellenza
Via Herculea ?
Interessante, bravi.
È stato utile
TROPPO LUNGO !!!!!!!
INTERESSANTE E DETTAGLIATO NEI MINIMI PARTICOLARI COMPLIMENTI !!!
È così raro trovare un documento semplice, tanto accurato e completo, sono sbalordito. Grazie. davvero bravi.
Innanzi tutto un grazie e tanti complimenti. 👏👏👏👏
Non ero a conoscenza della Via Sara (Sestri Levante - Ghiare di Berceto), quale è la fonte da cui avete tratto la notizia?
MOLTO BELLO E DETTAGLIATO, PECCATO CHE NON SI POSSA FARE COPIA E INCOLLA E PER FARE UNA RICERCA CI VUOLE IL TRIPLO DEL TEMPO.....
PUR UTILISSIMO ma manca il riferimento alla quinta strada cioè il QUINTARIO. Questa una strada importantissima al riguardo ho scritto alcuni articoli per vederli QUINTARIO STRADA ROMANA SGUBBI GIUSEPPE SALUTI Sgubbi Giuseppe
interessante, ottimo lavoro!
Bellissimo
Sulla vecchia SS131, in Sardegna - strada romana - esiste anche la frazione di Sassari denominata "Ottava"
Saluti
michele
Grande lavoro! Tutto molto interessante, complimenti per la ricerca e i relativi dettagli!
bello soprattutto i dettagli
Complimenti! Un sito veramente interessante, pieno di essenziali accorgimenti e ben illustrato.
non mi fa manco fare copia e incolla, trovo un sito con informazioni complete e utili,non lo posso prendere...bah
è un lavoro portentoso !!!!!
Grandi i romani!!!!!!!!!
Eccellente lavoro per consultazione e approfondimento. Complimenti.
Ottimo lavoro, nel dettaglio minuzioso ed esaustivo. Complimenti dovuti, continuate così.
Davvero interessanti pure da alcuni nei commenti si comprendono alcune cose grazie e complimenti
Domanda: se la via cassia è quella che collegava Roma a Firenze c'era una strada che collegava Firenze a Bologna? E come si chiamava? Grazie
Sraordinario.
OTTIMO !
fantasticoooooooooooooooooooooooooooo
Wooooow
ricevuto
Un bellissimo sito con moltissimi articoli interessanti. Non ne ho visto di meglio in giro, perciò è il top a mio avviso. Grazie ;)
Appassionatissimo della Storia dell’Impero Romano, ritengo sia stato fatto un Grande Lavoro Esaustivo. Infiniti Grazie.
E che dire dell odierna Ventimiglia?
complimenti per l'ottimo lavoro.. una domanda: la ss Romea che collega Ravenna a Venezia, è romana o è una strada litorale costruita dopo? grazie
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