LUCIO VERO - LUCIUS VERUS





Nome completo:  Lucius Ceionius Commodus Verus
Nascita:  Roma, 15 dicembre 130
Morte:  Altinum, 169
Dinastia:  Antonini
Padre:  Lucio Elio (naturale); Antonino Pio (adottivo)
Madre:  Avidia Plautia
Coniuge:  Lucilla
Figli:  tre figli
Regno: 161-169 d.c.


LE ORIGINI

Lucio Ceionio Commodo Vero, ovvero Lucius Ceionius Commodus Verus, nacque presso Altino nel 169 d.c., da Lucio Elio Cesare, di origini etrusche, uomo fidato dell'imperatore Adriano e sua prima scelta come successore, attraverso la moglie Avidia, nativa di Faenza. Quando Elio Cesare morì nel 138, Adriano scelse come successore Antonino Pio, a patto però che adottasse Lucio Vero, all'epoca di sette anni, e Marco Aurelio, suo nipote, di anni diciassette.

Come possibile successore, Vero ricevette una raffinata educazione dal famoso oratore Marco Cornelio Frontone, risultando un ottimo allievo, eccellente nella scrittura, poesie e oratoria.
Le fonti lo descrivono bello di persona, di volto simpatico, con la barba lunga all'uso barbaro, o greco, con la bionda chioma ricciuta (da lui sovente cosparsa di pulviscolo d’oro) e con un che di venerabile nell’espressione.

RICOSTRUZIONE GRAFICA DEL VOLTO (By Haroun Binous)

IL CURSUS HONORUM

Vero iniziò la carriera pubblica come questore nel 153 e fu console nel 154, molto prima dei 32 anni richiesti per questa mansione, e senza essere pretore fra l'una e l'altra carica. Nel 161 fu di nuovo console, con Marco Aurelio come collega più anziano. Nello stesso anno Antonino morì e gli succedette Marco Aurelio che, come dimostrarono i fatti, era molto affezionato a Lucio.

Infatti Vero fu immediatamente chiamato ad essere co-imperatore, il primo dell'Impero Romano, apparentemente con lo stesso potere, in realtà Marco Aurelio esercitò la sua esperienza ed autorevolezza su di lui, ma senza dissidi. A dimostrazione dei buoni rapporti Aurelio concesse a Vero il comando dell'esercito, e la mano di sua figlia Lucilla, da cui Vero ebbe tre figli.



LE GUERRE

Vero si trovò a combattere in oriente al comando di una campagna militare contro i Parti, nel 162-166, senza successo, ma dimostrandosi un eccellente comandante, senza paura di delegare a generali più competenti di lui.

Vero nell'esercito mostrava uno strano comportamento, circondandosi di attori e musicisti, e facendo frequenti banchetti in cui coinvolgeva anche l'esercito, il cui morale era alto.

Comunque si dimostrò all'altezza dei compiti. Al ritorno dalla campagna, Vero fu accolto col trionfo, inclusi Marco Aurelio ed i loro figli e figlie non sposate, in una grande celebrazione familiare.

I successivi due anni Vero li trascorse a Roma, sempre con uno stile di vita trasgressivo e lussuoso. Aveva fatto costruire una taverna in cui si festeggiava fino all'alba con gli amici. Per giunta si aggirava per le strade in incognito in mezzo alla gente.

I giochi del circo furono un'altra passione della sua vita, specialmente le corse dei carri. Marco Aurelio non amava la sua condotta ma poichè Vero assolveva ai suoi incarichi ufficiali, non interveniva.

Nel 166/167 Longobardi ed Osii invasero i territori romani valicando la frontiera del Danubio per cui i due imperatori si recarono sul Danubio a Carnuntum l'anno successivo (168). Le successive guerre marcomanniche contro le popolazioni germaniche e sarmatiche a nord del tratto danubiano compreso tra Vindobona (l'odierna Vienna) e Singidunum (Belgrado) durarono fino ad oltre il 180, ma Vero non ne vide la fine.

Nel 169, mentre assieme a Marco Aurelio rientravano a Roma dal fronte, Vero fu colpito da infarto, sebbene si sospettasse un avvelenamento, e nel giro di tre giorni decedette nei pressi di Altino.
Marco Aurelio soffrì molto la perdita del fratello adottivo, ne riportò il corpo a Roma offrendo giochi in sua memoria. Dopo le esequie il senato lo divinizzò dandogli l'appellativo di Divus Verus.

RESTI DELLA VILLA DI LUCIO VERO

LA VILLA DI LUCIO VERO

"Villam praeterea extruxit in via Clodia famosissimam, in qua per multos dies et ipse ingenti luxuria debacchatus est cum libertis suis et amicis Paridis, quorum praesentia ulla inerat reverentia, et Marcus rogavit, qui venit, ut fratri venerabilem morum suorum et imitandam ostenderet sanctitudinem, et quinque diebus in eadem villa residens cognitionibus continuis operam dedit, aut convivante fratre aut convivia comparante."
(HA Verus 8.8, ed. Hohl [Lipsiae 1955] 80–81)

Con queste parole il biografo della vita di Lucio Vero, nella Historia Augusta, documenta la presenza di una dimora di notevoli proporzioni e magnifico aspetto fatta costruire dall’imperatore, sul tracciato della via Clodia/Cassia nel II sec. d.c. in località Acquatraversa, su una modesta altura che domina la valle

I ruderi romani nella vasta area del conte Gaetano Manzoni nella sua residenza romana, ancora parzialmente visibili all'interno del parco, furono identificati dagli inizi del '600 nella villa suburbana dell'l’imperatore Lucio Vero, al V miglio della via Clodia, in località Acquatraversa.

La sontuosa residenza imperiale, sorta sul sito di un precedente impianto tardo repubblicano del I sec. a.c., raggiunse un particolare splendore nel II sec. d.c. con l'intervento di Lucio Vero, dislocata su terrazze, con materiali architettonici e scultorei rinvenuti negli scavi a partire dal XVII secolo.

Dell'impianto tardo repubblicano rimane visibile un muro in opera incerta e una cisterna a cunicoli labirintici, già ampliato nel I sec. d.c. con la costruzione di un'altra cisterna a due navate, posta a un livello più alto, e di una vasca, entrambe in opera cementizia a scaglie di selce.

Al periodo di Lucio Vero apparterrebbero il muro di sostruzione della villa, "frammenti di ricchissimi pavimenti intarsiati con smalti vitrei colorati e di osso" rinvenuti nel 1879, pavimenti a mosaico, scoperti durante i lavori per la costruzione della villa moderna, e una vasta sala con pavimento in
opus sectile, individuata nel 1988.


Nel muro di sostruzione, di cui rimane visibile il settore occidentale, vi sono due fasi di costruzione: la parte più alta venne coperta e rafforzata da un'ulteriore struttura a nicchie più grandi molto profonde, inquadrate da pilastri a base rettangolare, non in asse con quelle retrostanti. Il primo muro di sostruzione è in opera laterizia con mattoni gialli e rossi, quello più recente è in blocchetti di tufo e mattoni.

In entrambe le fasi si notano fori di drenaggio lungo l'asse centrale delle nicchie, mentre, alla base della terza nicchia da ovest, c'è lo sbocco di una canaletta fognante rimasta in funzione anche dopo la costruzione del secondo muro; nella quarta nicchia fu edificata una fornace. Pilastri a base quadrata in opera laterizia si dispongono, a distanze regolari, a m 2,50 dal muro di sostruzione.

Villa Manzoni, edificata sulla villa di Lucio Vero, apparteneva all’INPDAI, ma non fu esercitato il diritto di prelazione nè da parte del Comune (nonostante le richieste in tal senso dei Comitati di quartiere) nè del Ministero dei Beni Culturali che lasciò passivamente (...) che diventasse territorio straniero.

Acquistata dal Gruppo Carlyle venne rimesso in vendita al miglior offerente che è risultata l’Ambasciata del Kazakistan ma, prima di cederlo, ha dato la possibilità al Comune di Roma di riacquistarlo che però ha preteso uno sconto e pertanto, il Gruppo Carlyle, l’ha ceduta all'ambasciata. Molte volte i comportamenti dell'amministrazione italiana nel campo delle arti risulta un mistero per noi.


BIBLIO

- Aulo Gellio - Noctes Atticae -
- Scrittori della storia augusta - a cura di Paolo Soverini - voll.2 - Torino - Utet - 1983.-
- Anthony Richard Birley - Marco Aurelio - Milano - Rusconi - 1990 -
- Carlo Carena - Marco Aurelio - I ricordi - Torino - Einaudi - 1968 -



1 comment:

Anonymous said...

Incredibile ‼️

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