TEMPIO DI CERERE E FAUSTINA - CHIESA DI S. URBANO


Vi si accede da via Appia Pignatelli, e poi dal vicolo di S. Urbano, dove, nel parco di una villa, ora ristorante, si trova la chiesa, e più in là la grotta della Nin­fa Egeria, dove Numa Pompilio andava a chie­dere consiglio alla ninfa, con l’annesso Bosco Sacro, un tempo più esteso, ma ancora di grande suggestione.



LA STORIA

La chiesa di S. Urbano alla Caffarella costituisce uno dei monumenti meno conosciuti nonchè controversi sulla destinazione, della Roma fuori le Mura, benché sia di grande valore, perchè è un tempio antico ben conservato in quanto trasformato in tempio cristiano, e per gli affreschi degli inizi dell’XI sec.

Il tempio romano, che risale al 160 d.c., era dedicato a Cerere e Faustina, costruito all’interno del Triopio di Erode Attico, La chiesa oggi è all'interno di una proprietà privata ed è purtroppo chiusa al pubblico.

Nel II d.c. l'area, che prende nome dalla famiglia Caffarelli a cui appartiene il casale cinquecentesco su vicolo della Caffarella, faceva parte del Triopio, una vasta villa suburbana di proprietà di Erode Attico, che fu poi nel IV sec. inglobata nel monumentale complesso di Massenzio.


Uomo politico, filosofo, letterato e amante delle arti, nonchè precettore di Marco Aurelio, Erode Attico, nato ad Atene da nobile famiglia intorno al 100 d.c.., era giunto a Roma sotto Antonino Pio, fece una splendida carriera, ottenne il consolato nel 143 d.c. e sposò una nobile e ricca romana, Annia Regilla, che gli portò in dote, tra l’altro, i possedimenti della via Appia tra il II e il III miglio. 

Erode Attico fu ritenuto responsabile dell'uccisione della moglie, Annia Regilla, e, forse, eresse questo tempio per stornare da sè i sospetti.

La proprietà, che comprendeva campi di grano, boschi, vigne, oliveti, praterie, era un borgo abitata dai lavoratori, soprattutto schiavi, dediti alla coltivazione dei campi. L'area era già abitata da almeno quattro secoli.

Sulla collina che sorge tra il Circo di Massenzio e la Via Appia Pignatelli sono infatti stati rinvenuti i resti di una villa d'età repubblicana, di fine I sec. a.c. che aveva, come sostruzione verso l'Appia, un criptoportico a doppia galleria. 

Erode Attico dunque restaurò una villa più antica, arricchendola di architetture, statue, decorazioni pittoriche e rivestimenti marmorei.

In realtà sembra che Aspasaia Annia Regilla morisse di parto, cosa abbastanza frequente nelle donne romane, e che Erode Attico fece anche costruire nel 161 l'Odeon di Atene in suo onore, oltre al monumento costruito accanto alla villa sulla via Appia, che ella aveva portato in dote ed in cui aveva vissuto col marito, la cosiddetta Tomba di Annia Regilla, o cenotafio di Annia Regilla, presso la chiesa del Quo Vadis.

Quello che potrebbe essere il sepolcro di Annia, si trova invece a Palazzo Farnese, da alcuni considerato invece come sarcofago di Cecilia Metella Cretica. Ad Annia Regilla è dedicata una via periferica di Roma, nei pressi dell'Appia nuova, e una strada ad Atene, ma una strada romana è dedicata pure ad Erode Attico.

INTERNI

ANNIA REGILLA

Annia Aspasia Regilla era una nobile ragazza romana, appartenente alla ricchissima famiglia degli Annii, proprietaria di beni terrieri nel tratto che va dal secondo al terzo miglio dell'Appia Antica.

La famiglia degli Annii discendeva direttamente da quella degli Attili Regoli, e dette una ricchissima dote alla propria figlia Regilla quando fu scelta come sposa da Erode Attico nel 140 d.c.

Erode Attico, nobile ateniese, era stato nominato console della Grecia con incarico di governare Atene e Asia per conto di Roma.


Nel 160 d.c. sua moglie Annia Regilla morì di parto, ma secondo alcuni, e forse per la famiglia, fu uccisa da Erode Attico, secondo l'accusa che gli venne mossa e che lo condusse ad un lungo e pesante processo, dal quale tuttavia uscì assolto ed erede di tutti i beni della moglie.

Erode ereditò ovviamente anche i possedimenti lungo la Via Appia, dove fece costruire una serie di monumenti in ricordo di Annia Regilla, tra cui il suo Cenotafio, monumento funebre commemorativo destinato a conservarne la memoria ed a ben disporre gli Dei dell'Oltretomba verso l'amata deceduta.

Ma non raccoglieva le spoglie funebri di Annia, in quanto tempio dedicato a una Dea e a una imperatrice divinizzata.

Il Cenotafio di Regilla è a tutt'oggi ben conservato, anche se nel corso dei secoli fu a lungo utilizzato prima come fienile, poi nel IX sec. come oratorio cristiano. Nel 1634 la famiglia romana dei Barberini acquistò la costruzione, e ne mantenne la destinazione a chiesa.



DESCRIZIONE

Affacciata sulla vallata scavata dal fiume Almone si trova l'antico tempio di Cerere e Faustina costruito nel II secolo d.c. da Erode Attico e dedicato a Cerere, la Dea delle messi e a Faustina, la moglie divinizzata di Antonino Pio.

Il tempio ha nella facciata 4 colonne che, come i capitelli e l’architrave, sono in marmo bianco pentelico proveniente dalla Grecia, mentre il corpo di fabbrica e la decorazione della parte alta della facciata sono in laterizio molto ben lavorato.

L’interno, coperto da volta a botte, era decorato da stucchi ottagonali, di cui è rimasto soltanto quello centrale, con l’apoteosi di Annia Regilla, moglie di Erode Attico. Al disotto c’è un fregio in stucco con armi, corazze e scudi.

L’edificio pagano era composto da un pronao e da una cella cui si accedeva tramite una serie di gradini esterni, ed è ancora completamente visibile, ad eccezione dei gradini esterni ora interrati. Il pronao venne chiuso da pareti nel 1634; inglobate in esse vi sono quattro colonne e l’architrave di marmo della Grecia. Il resto delle pareti e la parte alta della facciata sono composte di laterizio del II sec.

Si accede all’interno della chiesa tramite una piccola porta d’ingresso; il primo vano che si incontra è l’ex sottoportico, che nei decenni scorsi era stato trasformato in abitazione del custode dell’edificio. Da qui si passa alla cella interna del tempio, oggi aula liturgica della chiesa, a pianta rettangolare. Le pareti sono suddivise in tre fasce orizzontali, separate dalla volta da un fregio in stucco con la rappresentazione di armi, corazze e scudi.

Il tetto dell’edificio è a volta a botte, tutta riquadri simili a quelli del Pantheon; di tutti gli stucchi che ne ornavano le superfici, di cui oggi resta solo il riquadro centrale, che raffigura l’apoteosi di Anna Regilla.

LA VOLTA

Nella cripta, cui si accede per una stretta scala di 23 gradini, c’è un affresco cristiano che copre le decorazioni originali, e così nella chiesa soprastante.

Dal Piranesi che la osseervò e copiò fu dichiarata come Tempio di Bacco per i rilievi che vi rinvenì. Da altri si ritiene la tomba di Annia Regilla. Per altri è il tempio del Dio Romano Redicolo. Per altri ancora, ed oggi è di gran lunga la più accreditata, si tratta del Tempio di Cerere e Faustina.

Acquisita nel 2002 dal Comune di Roma è stata data in consegna per misteriosi motivi al Vicariato di Roma: dall’ottobre 2005 è stata elevata a Rettoria e pertanto non visitabile. Ci dovrebbero spiegare il perchè di questa ottusa decisione che vieta al pubblico di vedere questo prezioso cimelio romano.



BIBLIO

- Capitolium - marzo 1941 - Alessandro Tomassi: S. Urbano alla Caffarella nelle sue ultime vicende - la riconsacrazione del 1894 -
- Samuel Ball Platner - (as completed and revised by Thomas Ashby) - A Topographical Dictionary of Ancient Rome - London: Oxford University Press - 1929 -
- Filippo Coarelli - I templi dell'Italia antica - Milano - 1980 -
- Anthony Richard Birley - Marco Aurelio - Milano - Rusconi - 1990 -

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