Nome: Cornelia Sinnae Minor
Nascita: 94 a.c.
Morte: 68 a.c.
Marito: Gaio Giulio Cesare
Figlia: Giulia
Padre: Lucio Cornelio Cinna
Pompeo incontrò per la prima volta Giulio Cesare quando Silla convocò di fronte a lui il giovinetto della gens iulia, nipote del temutissimo Mario. Silla chiese a Cesare di divorziare da sua moglie Cornelia, la figlia di Cinna, ma Cesare rifiutò, a rischio della vita, poichè il padre di Cormelia era avversario di Silla. Tuttavia le suppliche delle Vestali e della figlia di Silla ottennero venisse annullata la condanna a morte, e Pompeo encomiò l'azione generosa del dittatore, ma Silla rispose che voleva lasciare vivi alcuni nemici per le avventure successive.
Come mai Cesare rischiò la vita per non separarsi dalla seconda moglie, ne era così innamorato? Probabilmente no, perchè Cesare amò sempre più donne insieme, ebbe mogli e amanti in continuazione. Le donne gli piacevano molto e lui piaceva molto alle donne, ma gli piacevano anche gli uomini, e anche qui con un certo riscontro.
Ma Cesare non perse mai la testa per nessuna e per nessuno. Però con le sue donne fu sempre corretto e generoso. All'epoca si ripudiava una moglie se era sterile o per sposarne una più giovane o più ricca. Ciò non valse per Cesare.
La sua prima moglie fu Cossuzia, figlia di una famiglia, come asserisce Svetonio, di rango "appena equestre" ma piuttosto ricca. Fu il padre di Cesare a combinare il matrimonio, perchè la famiglia di Cesare era patrizia ma povera e senza soldi non si faceva carriera.
Cesare era ancora un ragazzo e vestiva la toga “praetexta” cioè non aveva ancora compiuto i 16 anni, e la storiografia al riguardo non ha chiarito se il legame tra Cossuzia e Cesare fosse il matrimonio o solo una sorta di fidanzamento, ma si sa che quando il padre di Cesare morì il ragazzo, ormai libero. poté combinarsi un matrimonio più adatto.
Così nell’ 84 a.c., ad appena 18 anni, sposò Cornelia figlia del console Cinna, che in passato aveva combattuto al fianco di suo zio Mario. I due ebbero presto una figlia che Cesare amò molto, e il loro matrimonio andava per il meglio, ma gli avvenimenti precipitarono. Cinna, tradito dalle sue truppe mentre voleva ribellarsi a Silla, venne lapidato e ucciso.
Silla a sua volta tornato a Roma fece le terribili liste di proscrizione contenenti i nomi di tutti coloro che dovevano morire. C’era anche il nome di Cesare, perchè aveva sposato la figlia di Cinna e per Silla tutti coloro che si erano imparentati con il suo nemico dovevano o divorziare o morire. Cesare rifiutò perchè il suo onore non gli consentiva di abbandonare la moglie in momenti così pericolosi.
Non potendolo uccidere Silla gli confiscò la dote di Cornelia e lo fece decadere dalla carica di Flamine diale. Trs l’altro fino a che Cesare era Flamine diale egli per legge non poteva divorziare dalla moglie. Ora era libero di farlo, ma Cesare non lo fece e scappò per salvarsi la vita, perchè sapeva che il perdono era solo apparenza.
Cesare cambiò di letto ogni volta finchè per allontanarsi da Roma raggiunse in Asia Minore il suo amico Termo per arruolarsi. Proseguì la carriera militare finchè nel 78 a.c. morto Silla, tornò a Roma. Qui Cornelia l'attendeva impaziente, come non si potrebbe amare un uomo che per non separasi dalla moglie rischia la vita?
Cesare piaceva tutti, nell'amicizia e nell'amore aveva un fascino particolare, e in più era straordinariamente leale. Ma il partito di Silla infuriava ancora e Cornelia rimase di nuovo sola perchè Cesare dovette rifugiarsi a Rodi a studiare retorica.
Così dopo parecchi anni Cornelia vide ritornare a casa suo marito e finalmente godere del suo matrimonio. Ma Cesare aveva iniziato la sua vita politica e già si era fatto parecchi nemici, così Cornelia non era mai tranquilla, temendo un agguato ogni volta.
Se fosse rimasta vedova, con una figlia allora seienne da allevare e i debiti di Cesare, non aveva molto da sperare.
Cesare si riempiva di debiti per comprare le sue cariche, debiti dati solo sulla parola, e in più sfidava continuamente i Sillani, come quando morì sua zia, la vedova di Mario, egli la commemorò al Foro e fece sfilare le immagini di Mario nel suo corteo funebre. Cornelia temette il peggio, dalla morte di Mario i sillani si erano scagliati contro Cesare denigrandolo e minacciandolo, ma Cesare mostrava una tranquillità che faceva intravedere il disprezzo.
Tuttavia il popolo romano amava Cesare, perchè era un populares, perchè sapeva parlare bene e perchè era un audace, anche questa volta il popolo lo acclamò e per il momento i sillani dovettero tacere. Ma dopo sedici anni di matrimonio, per lo più passati in solitudine e in attesa trepidante di notizie del marito, Cornelia morì. Cesare dovette dolersene parecchio e per questo fece ancora una volta qualcosa che contraddiceva gli antichi costumi sollevando scandalo.
Nonostante Cornelia non fosse un'importante e anziana matrona, nonostante non godesse di alcuna posizione familiare di prestigio, Cesare la commemorò nel Foro. Per la prima volta una giovane donna veniva pubblicamente commemorata, un insulto alle tradizioni, dove le donne contavano solo se avevano avuto figli maschi importanti.
Cesare ancora una volta sfidava le usanze e i benpensanti ma al popolo apparve una prova d'amore per quella moglie che non aveva abbandonato nemmeno a rischio della vita. Così la gente l'acclamò ancora una volta e Cornelia non fu dimenticata tanto presto.
Ma proprio per quel suo carattere indomito che guardava sempre avanti, una volta sepolta e pianta Cornelia, Cesare, rimasto solo con una figlia adolescente, si cercò una nuova moglie.
BIBLIO
- Plutarco - Vite parallele - Vita di Cesare - 1 -
- Svetonio - Cesare - 1 -
- Velleio Patercolo - II -- J. Carcopino - Giulio Cesare - traduzione di Anna Rosso Cattabiani - Rusconi Libri - 1981 -
- Edward Gibbon - Remarques sur les Ouvrages et sur le Caractère de Jules César -
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