TERME ELENIANE



« A santa Croce in Gerusalemme fu fatto cavare da Lelio Orsini duca di Bracciano nel suo giardino ove sono le terme di sant'Elena. Fu trovato in uno stanzone più profondo di tutti, cinque bellissime statue oltre una quantità grande d' altri frammenti e marmi « Le vicende successive di queste statue sono illustrate dal seguente rimarchevole documento, che ho trovato nella biblioteca Chigiana sotto la rubrica ms. D. I, 13, e. 61, nel quale don Lelio si mostra sotto il suo vero carattere di affarista. »
« A Monsig. Piccolomini Nunzio in Francia. 
A di 1° Dee. 1659. Quanto siano rigorosi i Bandi, che proibiscono con pena della perdita dell'istessa robba di cavar statue et altre antichità di Roma senza licenza di Nostro Signore suppongo esser già notissimo a V. S. a cui ho stimato bene di significare, che richiesta S. S. alcune settimane sono per parte di Don Lelio Orsino di poterne estraere alcune la S. Sua per giusto motivo non stimò conveniente di darla. In questa contradicenza di S. B, fu referto a N. S. che le statue erano già state imbarcate e mandate a Civitavecchia dove portatosi per altri affari il Commissario de' Galeotti gli fu incaricato che trovando in quella Darsena o Porto le statue sudette le facesse trattenere, com'è seguito. 
Si sente dalli trasgressori del bando che le statue fossero mandate costà per il Sig. Cardinale Mazzarino, il cui nome non era però nelle balle dove si leggono solo queste parole cioè — a Sua Eminenza Parigi — Sentendo V, S. parlare di questo fatto potrà rispondere di non haverne informatione ma che sapendo il desiderio di N. S. di dar ogni gusto a S. M. ed al Sig. Cardinale si rende certa che quando giunga a notitia di S. S. '' che le statue servano veramente per il Re o per il Sig. Cardinale si darà la licenza per il trasporto. E senza impegnarsi più oltre dica di volerne scrivere a me '. 
Dovrei anche far parola del « loco del cardinale Orsino incontro s. Giacomo degli Incurabili verso Monte « il quale conteneva - tra 1' altre statue alle fonti una di villano da prima barba, nudo che ride coronato d' edera. Tien sotto il braccio destro un otre facendo viste di premerlo perchè n'esca l'acqua, come fa, opera di marmo finissimo, lavorato da mano dotta ».

(Cod. Barb. XXX, 89, p. 61. ediz. Rodolfo Lanciani).




Le terme eleniane, o thermae helenianae o thermae helenae, risalgono al III sec. d.c., e si trovano oggi tra la chiesa di Santa Croce in Gerusalemme e Porta Maggiore, dentro il cosiddetto “complesso residenziale severiano” ossia quel sassorium che fu dimora dell’imperatore Settimio Severo.

Dopo essere state danneggiate da un incendio, furono riedificate interamente nel 323-326 da Elena, madre di Costantino, secondo altri, vennero solo fatte restaurare intorno al 300 d.c. da Elena.

In effetti un’epigrafe qui rinvenuta e che attualmente si trova in Vaticano, riporta:

“La nostra signora Elena, madre augusta del venerabile signore nostro Costantino e nonna dei nostri felicissimi e fiorentissimi Cesari, (queste) terme, distrutte da un incendio, ripristinò“

Le terme si trovavano ai piedi dell'Esquilino, in un’area chiamata Hortii Variani, più o meno da Piazza Vittorio fino a Santa Croce, nell’ambito del grande polo detto Sessorianum.

Le poche tracce che erano rimaste nel 500 andarono perdute perchè in parte distrutte e in parte interrate durante il pontificato di Sisto V per costruire via Felice (attuale via S. Croce in Gerusalemme), che univa Trinità dè Monti a Santa Croce in Gerusalemme, che attualmente è divisa in via Sistina, via delle Quattro Fontane, via Agostino Depretis, via Carlo Alberto, via Conte verde, via Santa Croce in Gerusalemme.

Solo nel XVIII sec. si concesse a una tal Simeoni che aveva affittato la vigna soprastante le terme di cavarne marmi e oggetti rari.

Da schizzi e note del Palladio e del Sangallo conosciamo la pianta almeno in parte, delle terme di media grandezza, con la parte settentrionale cinta da un’elevata muratura che proteggeva la struttura dalle correnti ventose gelide del nord.

Ciò che si conserva ancora di tutta la costruzione delle terme si trova tra via Eleniana e Sommelier, nella parte inferiore alla strada e celato da una struttura muraria di recinzione.

I resti riguardano stanze intercomunicanti tra le dodici esistenti, collocate su due file parallele, a circa m 4,50 sotto l'attuale livello stradale, appartenenti ad un’enorme cisterna, forse rifornita da una derivazione dell’acquedotto Alessandrino.

La cisterna si trovava a nord delle terme e da esse era divisa da enormi giardini.

Uno delle sue aree fu occupata nel medioevo da una cappella in onore di Santi Angeli prope S.Cruci in Hierusalem, commemorata fino alla fine del 500 e pure questa, forse, andata perduta per via della costruzione di via Felice.



DESCRIZIONE

Le terme erano un edificio a pianta asimmetrica con orientamento est ovest, situate in una valle che le proteggeva dai venti freddi. L'ingresso, fornito di colonne, era ad est, davanti la facciata della cisterna posta poco più in alto.

Seguivano due stanze rettangolari, gli spogliatoi, cui seguivano il frigidarium con ingresso colonnato e, più a sud, il calidarium con abside, di m 9 x 11,80, e stanze di soggiorno con nicchie e colonne, il susatorium e il teiepidarium con sale rettangolari, e più a ovest la palestra e i giardini, di notevole grandezza e abbelliti di colonne e statue come del resto l'interno delle terme.

Questi giardini avevano un recinto, un lungo muro in laterizio scoperto i primi del '900, che sorreggeva i margini scoscesi della valle che accoglieva le terme.

Al muro, di mattoni triangolari rossastri, che coprivano il nucleo di tufelli spezzati tenuti dal cemento, erano addossati molti ambienti rettangolari coperti a volta, di m 6 x 4 ciascuno.

Seguiva un corridoio, largo m 4,90, all'altezza della chiesa di S.Maria in Gerusalemme, parallelo al muro e comunicante all'esterno con altri ambienti rettangolari, forse tabernae.

La cisterna dell'acqua era rettangolare e suddivisa in dodici ambienti, rivestiti in opus signinum e coperti a volta, intercomunicanti tramite aperture con archi a tutto sesto. Di questa sono rimasti in piedi solo otto ambienti di cui solo i primi due coperti a volta.

Le sue murature di contenimento da attenta analisi risultano costruite nel periodo che va da Diocleziano a Costantino (284 - 337 d.c.).

Dai bolli rinvenuti su laterizi e tegole si desume che le terme eleniane siano state costruite sotto Settimio Severo, 226 - 235, ed erano alimentate dall'acquedotto alessandrino.

Non si sa invece se il loro uso fosse pubblico o privato, ma visto che funzionavano, all'epoca di Elena, da oltre cento anni, e visto che la zona adiacente era all'epoca molto popolosa, e che in zona c'erano ben quattro caserme, si suppone che il loro uso fosse pubblico.

Lo stesso fatto che Elena, per averle restaurate e per essere diventata per questo una benefattrice, come risulta dalle epigrafi, rende evidente l'uso pubblico delle terme.


BIBLIO

- Sergio Palladino - Le Terme di Elena a Roma: nuove acquisizioni in María Jesús Peréx Agorreta, Carlos M Escorza, Carmen Fernández Ochoa et al. - Termalismo antiguo - I Congreso Peninsular. Actas - Arnedillo (La Rioja) - 1996 - Madrid - Casa de Velázquez - 1997 -
- Sergio Palladino - Via Eleniana, via S. Grandis, via G. Sommeiller. Lavori di bonifica e pulizia della cisterna delle Terme Eleniane a Roma: un'occasione per il riesame del monumento - Bullettino della Commissione archeologica comunale di Roma - 2005 -
- A. Staccioli -  Le terme romane - (Descrizione degli impianti termali di Roma) - Tascabili Newton Compton - Roma - 1995 -
- I. Nielsen - Considerazione sulle prime fasi dell’evoluzione dell’edificio termale romano - Analecta Romana Instituti Danici - XIV - 1985 -



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