Si tratta di uno dei templi della Fortuna la cui fondazione Plutarco attribuiva a Servio Tullio. L'edificio sacro era vicino al tempio di Spes, secondo una frequente accoppiata tra le due divinità nota anche su alcune monete.
La differenza fra le due Dee sembra fosse solo che Spes era Romana e Elpis greca, però la Frtuna Euelpis era Fortuna e speranza insieme il che suggerusce che nel tempio, almeno nell'epoca più antica, si praticasse la divinazione, come usava già nel tempio della Fortuna primigenia a Preneate.
Non si conosce ancora l'esatta ubicazione del tempio, anche perchè l'antica Roma che giace indisturbata sotto la roma attuale, è ancora quasi tutta da scavare. E' sufficiente un piccolo scavo per rinnovare una strada, o fare delle qualsisi fondamenta per scoprire resti di Roma antica, non solo nel centro storico ma pure in periferia.
Comunque il tempio, noto solo dalle fonti letterarie, era uno dei tre santuari vicini dedicati a divinità correlate: Fortuna, Febris, Pudicitia Plebeia e Spes.
Il Tempio della Pudicitia Plebeia sembra fosse un sacello situato sul colle Quirinale, anch'esso lungo il Vicus Longus, e fu eretto nel 296 a.c. dalla matrona Virginia, moglie del plebeo Lucio Volumnio, che nonostante le umili origini era stato nominato console.
Il sacello fu ricavato all'interno della loro casa e a detta di Tito Livio il sacello era sorto in contrapposizione al sacello della Pudicitia Patricia da cui Virginia, di nascita patrizia, era stata esclusa per via del suo matrimonio con un plebeo.
Livio narra che in seguito il culto decadde perchè venne aperto a qualsiasi donna, che fosse pudica o meno. Festo però nel II sec. d.c. citava ancora il culto come contemporaneo. Secondo alcuni il sacello della Pudicitia Patricia altro non era se non il tempio della Fortuna Euelpis, ma non ve ne è certezza.
Euelpis sta per ben sperato, cioè la Buona Speranza, come dire un felice futuro, cosa che per Roma dipendeva dai consoli o dall'imperatore ma soprattutto dalle fortune dell'esercito romano. Non a caso Augusto fece edificare il tempio alla Spes Augusta, perchè era Ottaviano che permetteva la buona speranza, con il buon esercito e le buone leggi.
Secondo l'uso dell'epoca il tempio doveva essere esastilo con basi tuscaniche e capitelli corinzii, con una cella rettangolare, un tetto e un soffitto a cassettoni all'interno, e una scalinata all'esterno, il tutto rivestito come al solito in travertino.
BIBLIO
- Plutarco - Quaestiones Romanae - De fortuna Romanorum -
- Filippo Coarelli - I templi dell'Italia antica - Milano - 1980 -
- D.Briquel, C. Février, C. Guittard - «Varietates Fortunae» religion et mythologie à Rome. - Hommage à Jacqueline Champeaux -
- Mark Wilson Jones - Principles of Roman Architecture - New Haven: Yale University Press - 2000 -
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