TERME DI COSTANTINO

RESTI DELLE TERME NEL XVI SECOLO
"La cura del corpo era, per i romani, ciò che più si avvicinava ad un sentimento religioso, e le terme ne erano il tempio" ( Lewis Mumford - La città nella storia) Le Terme di Costantino erano un complesso termale costruito sul colle Quirinale da Costantino I intorno al 315, ma secondo alcuni iniziate già sotto Massenzio.

"... Occupavano in origine la zona compresa tra l'Alta Semita e il vicus Longus (cioè tra le attuali via XX Settembre e via Nazionale). La loro grande esedra settentrionale corrispondeva al Palazzo della Consulta mentre il corpo centrale occupava la zona dell'attuale Palazzo Rospigliosi (la cui costruzione provocò la rovina di quanto restava delle terme). Queste furono l' ultimo edifico del genere edificato in Roma, probabilmente intorno al 315.

Per la costruzione fu necessario creare un terrazzamento artificiale, che sommerse un grande numero di case più antiche, allineate lungo la pendice sud orientale della collina (molte di queste furono scoperte alla fine del secolo scorso, durante i lavori per l'apertura della via Nazionale). La pianta delle terme ci é nota da disegni rinascimentali, mentre numerose statue e pitture della ricca decorazione sono pervenute fino a noi: tra l'altro, tre ritratti di Costantino (ora a San Giovanni in Laterano e sulla balaustra del Campidoglio) e le colossali statue dei Dioscuri, che sono collocate sulla fontana di piazza del Quirinale, a poca distanza dal luogo di origine."


POSIZIONE DELLE TERME
Infatti la natura irregolare del terreno e la grande estensione del complesso, spinsero a costruire un’ampia platea artificiale demolendo e interrando numerosi edifici che si trovavano nella zona.

Molte parti di questi edifici, soprattutto domus del II e III secolo d.c., sono tornate alla luce in vari periodi al di sotto dell’antico piano delle terme. Furono restaurate nel 443 dal praefectus urbi Petronio Perpenna Magno Quadraziano e di nuovo ancora sotto Teodorico il Grande.

I residui monumentali delle terme, raffigurati da stampe e disegni cinquecenteschi, vennero purtroppo distrutti con la costruzione di Palazzo Rospigliosi e con l'apertura di via Nazionale. Sopra le terme sorsero le chiese di San Salvatore, di Sant'Elena, Santo Stefano, e furono occupate da fabbriche private. Nel 1238 una parte del complesso apparteneva alla famiglia Arcioni che l'aveva trasformato in fortilizio.

Nel Cinquecento, nel settore settentrionale venne costruito il Palazzo Ferrerio, poi demolito, nel 1723 per costruirvi il palazzo della Consulta che era del cardinale Scipione Borghese.

COME APPARIVANO
Il settore meridionale venne completamente smantellato tra il 1605 e il 1621 per la costruzione del palazzo che nel 1709 divenne Palazzo Rospigliosi.

Resti delle antiche terme di Costantino, vennero alla luce nei giardini di palazzo Rospigliosi e nei giardini di palazzo Aldobrandini, ma vennero demoliti nel 1877, per consentire l'apertura della via De Merode che oggi si chiama via Nazionale.

Purtroppo oggi delle terme di Costatino non è rimasta nessuna traccia, ma ne conosciamo la pianta grazie ai disegni del Palladio, e alla pianta di Roma del Bufalini del 1551.

Le terme erano piuttosto piccole ma lussuose, riservate evidentemente ai clienti più ricchi, soprattutto se confrontate con le vicine terme di Diocleziano, grandiose ma aperte al popolo. Tanto le terme di Diocleziano che quelle di Costantino erano fornite dalla stessa fonte idrica, un ramo dell'Aqua Marcia.

Le terme erano limitate al solo edificio balneare e alcuni ambienti, senzai i cortili porticati delle palestre sostituiti da una vasta area aperta che al di la della natatio si estendeva ad emiciclo occupando tutto il settore settentrionale del complesso e dove si immetteva direttamente l'ingresso principale, in corrispondenza del grande asse stradale detta Alta Semita.

Sembra avesse un ingresso laterale con una monumentale gradinata sulle pendici occidentali del Quirinale, che era di fianco al Tempio di Serapide verso il Campo Marzio e il Portico Costantiniano che correva ai piedi del colle nella zona odierna della Pilotta.

STATUA DI COSTANTINO
Da queste terme provengono le statue dei Dioscuri poste attualmente alla base dell'obelisco del Quirinale nella omonima piazza, due statue di Costantino, di cui una oggi nella basilica di San Giovanni in Laterano e una sulla balaustra di piazza del Campidoglio, nonchè una di suo figlio Costantino II come Cesare.

Inoltre le statue dei Fiumi del Palazzo Senatorio, il Torso del Belvedere, la statua bronzea del Pugilatore in riposo del Museo Nazionale Romano e e la grande statua della Dea Roma detta della Giustizia che fu collocata nella villa esquilina di Papa Sisto V e che oggi si trova nel parco del castello dei Massimo ad Arsoli.

Oltre a queste di sculture che formavano l’arredo del grande complesso, furono trovati preziosi affreschi, in parte recuperati, che decoravano le case interrate al momento della costruzione delle terme.

 In origine le terme sorsero sugli Horrea di Lucio Nevio Clemente, un grande edificio commerciale, i cui resti  in laterizio si vedono in via Mazzarino, sul retro di villa Aldobrandini, oggi parco pubblico, posto sul colle Quirinale.

L'accesso al giardino superiore avviene infatti tramite un ingresso costruito nel 1938 da Cesare Valle in via Mazzarino, attraverso i ruderi dei magazzini del I secolo d.c., i cosiddetti Horrea, disposti originariamente su file parallele.

"Assai comodo e ricco di magnifiche pitture è il palazzo del Principe Aldobrandino in via Magnanapoli con molti bassi rilievi all'esterno, e vi è annessa una gaja Villa e giardino con cafè hause, viali, boschetti, statue, iscrizioni di molto pregio, e vi si vedono alcune vestigie dei bagni di Agrippina."

ALTRA STATUA DEI FIUMI PROVENIENTE DALLE TERME
I magazzini furono costruiti alla fine del I sec. d.c. e restaurati più volte in epoca traianea e severiana.

Il complesso venne poi coperto dal terrapieno sul quale sorsero le terme di Costantino.

Altre parti riemersero in occasione dello scavo di un rifugio antiaereo nel 1940.

Una delle prime rappresentazioni grafiche di ciò che restava in piedi delle terme la offre la veduta di Roma nel Liber Chronicarum Mundi (o Cronaca di Norimberga), del 1493.

« Mi ricordo che nelle terme di Costantino sopra monte Cavallo, innanzi a s. Silvestro, in un luogo di Bernardo Acciainoli, nel cavarsi, furono trovate certe volte sfondate piene di terra. Risolutosi egli di nettarle vi trovò dentro molti pezzi di colonne statuali da 30. palmi lunghe, e alcuni capitelli e basi. In capo di esse volte trovò rimurato con un muro che non era fatto a piombo ma mal fatto. Risolvendosi di romperlo sfondò in due volte quali erano piene di ossa di uomini. 

Essendo mio amico mi mandò a chiamare; vi andai e vi entrai con gran fatica, perchè vi era da cinque palmi di vano dalla sommità della volta al piano delle ossa; e dove mettevamo il piede affondavamo sino al ginocchio . . . Potevano esser lunghe da 100 palmi e di vano sino a 30 (m. 22,30 X 6,69) . . . quel muro malfatto che stoppava dette volte, non significava altro che a quelli muratori pareva mille anni di fuggire il gran fetore di quelli cadaveri » . Mem. 102.

La leggenda dice: « Vestigij delle Terme di Costantino .. . qualli per esser molto rovinate non vi si vede adornamenti ma solo grandissime muraglie et stantie massimamente nel giardino del . . . car.'® di Vercello (Ferrerie) et da poiché io designai questa parte vi sono fabbricate case et granarli, di modo che al di doggi non si puoi più vedere »

(ROBERTO LANCIANI)

 THERMAE CONSTANTINI — CASA E GIARDINO ACCIAIVOLI

STATUE DEI DIOSCURI DEL QUIRINALE PROVENIENTI
DALLE TERME DI COSTANTINO
" Il 7 maggio 1561 Nicolò Cartaccio da Visso, procuratore di donna Eleonora Ceuli « ad quam spectat unum viridarium cum domo et aliis pertinenti is situm in monte Qui- rinali in conspectu vel quasi ecclesiae s. Silvestri, mediante via publica " rescinde la locazione col vescovo di Bisignano Sante Sacchi, e concede « iardenum praedictum D. Bernardo Acciaiolo nob, fior, prò pretio se. 400 » (protoc. 6186, e. 50).

 L'Acciainoli si dilettava di ricerche antiquarie, tenendo come socio il capitano Mario Spiriti. L'uno e l'altro sono già apparsi come compagni di scavi nel tomo II, a p. 225 e seg. : l'uno e l'altro sono nominati dal Vacca a proposito di ricerche in altre parti della città. Al giardino quirinale appartengono le seguenti memorie: 

« Appresso il giardino del capitano Mario Spiriti si trovarono sette teste di Sabine molte belle, con conciature di capelli molto capricciose; come anche un pilo ovato di marmo pario con il bassorilievo di Bacco, tirato sopra il carro dalle Baccanti, alcune delle quali danzavano e suonavano cembali, e i satiri con le tibie. Il tutto fu comprato dal card, di Montepulciano, che le mandò a donare al re di Portogallo; ma l'invidioso mare se le assorbì ". (sig!) Mem. 50.

(ROBERTO LANCIANI)

Sulla sommità del colle Quirinale si vedono chiaramente due figure umane di spalle, ciascuna delle quali conduce un cavallo: sono in realtà una rappresentazione "umanizzata" delle due grandi statue marmoree dei Dioscuri, ovvero Castore e Polluce, figli di Giove, copie romane di opere originali greche, che adornavano il complesso costantiniano (in realtà, era credenza diffusa che fossero esse stesse opere originali dei celebri scultori ellenici Prassitele e Fidia, i cui nomi si leggono incisi sulle rispettive basi). La terza figura alla loro destra è verosimilmente un'altra statua, di cui si dirà oltre.

Sembra che in origine le due statue fossero poste come ornamento del tempio di Ercole e Bacco (creduto inizialmente Tempio del Sole o di Serapide), successivamente furono collocate nelle Terme di Costantino.

PALAZZO ROSPIGLIOSI COSTRUITO
SULLE TERME DI COSTANTINO
Quando nel VI sec. gli acquedotti furono danneggiati dai Goti che assediavano la città, tutte le terme di Roma, comprese quelle di Costantino, si prosciugarono e vennero abbandonate.

Nel corso del medioevo furono saccheggiate come materiale da costruzione gratuito, i mattoni e i marmi furono  più ricercati delle preziose statue che ne adornavano le sale. 

La Piazza del Quirinale, la casa di Pomponio Leto, poi sede del Ginnasio Greco voluto da Leone X Medici (1513-1521) fra i ruderi delle terme di Costantino. La casa con giardino di Fabio Biondi, patriarca di Costantinopoli venne venduta agli inizi del 1600 a Scipione Borghese per costruirvi il suo Palazzo Pallavicini-Rospigliosi, là dove sorgevano due importanti complessi pubblici, il tempio severiano dei giardini Colonna e le terme di Costantino. 

Quando le cronache tardo-medioevali e le prime guide cittadine cominciarono a menzionare le terme fra i luoghi notabili di Roma, del complesso originale era ormai rimasto molto poco. Le Terme infatti furono quasi completamente rase al suolo per ordine dei cardinale Scipione Borghese Caffarelli, nipote di papa Paolo V; che all'inizio dei XVII sec., decise di innalzare, proprio sulle terme, un nuovo edificio che gli consentisse di risiedere a pochi passi dal palazzo papale, e non esitò a distruggere l'antico monumento, di cui rimasero pochi residui, incorporati nella nuova costruzione.

Forse l'enorme quantità di materiali della demolizione venne utilizzata per la costruzione del terrapieno su cui doveva sorgere il giardino dell'Aurora, o che addirittura ne abbia suggerito l'idea, anche per le difficoltà pratiche che poneva l'eliminazione dei detriti.


BIBLIO

- Ermanno Arslan - Le terme romane. I problemi della distribuzione degli ambienti e della strutturazione degli spazi - Tesi di laurea -
- AA. VV. - Les thermes romains - C.E.F.R. (Cahiers dell’Ecole Française di Roma) - n.142 -
- G. De Angrlis D’Ossat - Tecniche costruttive e impianti delle Terme, in Civiltà romana, 23, Roma 1943 (aspetti tecnici e architettonici) -
- Kahler H. - s. v. "Terme" in EAA. - vol. VII - 1966 -
- A. Staccioli - Le terme dei Romani - in Archeo (Dossier) - n. 68 - 1990 -



1 comment:

  1. Attenzione! I Dioscuri della fontana del Quirinale non vengono, come le statue dei due fiumi in Campidoglio, dalle Terme di Costantino: vengono dal frontone del Tempio di Serapide . Come ha dimostrato Filippo Coarelli nel volume Collis.

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