L'UCCISIONE DI SPURIO MELIO (Domenico Beccafumi) |
Nome: Spurius Maelius
Nascita: 439 A.C.
Morte: -
Spurio Melio, insieme a Spurio Cassio e a Manlio Capitolino, fu uno dei tre pericoli per la repubblica romana, come osservò anche Cicerone nel De Republica. Si tratta della soppressione violenta dei tre demagoghi accusati di tirannide, citati da Cicerone come esemplari nelle sue invettive contro Catilina, Clodio e Marco Antonio.
"Aequimelium [si chiama il luogo di Roma] per il fatto che la casa di Melio è stata spianata a spese pubbliche, poiché questi voleva impadronirsi del regno".
L'AEQUIMELIUM |
Le fonti narrano che Melio, pur essendo un privato cittadino e non rivestendo alcuna carica pubblica, e in più essendo plebeo, nel 493 a.c., grazie alle conoscenze e ai buoni uffici dei propri clientes riuscì a comperare, con fondi propri, una certa quantità di frumento e iniziò a distribuirlo in un momento di crisi dell'urbe, proprio quando veniva meno il grano.
Livio:
« La popolarità fondava la speranza di un consolato senza problemi: ma l'animo umano non si sazia nemmeno con le più belle promesse della sorte, ed egli prese a mirare ad obiettivi ancora più alti e proibiti: poiché il consolato lo si doveva strappare all'opposizione dei senatori, mirava a farsi re. »
Vennero eletti consoli Tito Quinzio Capitolino Barbato e Agrippa Menenio Lanato e il prefetto dell'Annona Lucio Minucio venne a sapere che Melio stava ammassando armi e macchinava per diventare re, così lo riferì al Senato che rimproverò i consoli precedenti per aver permesso le elargizioni di un privato, e i consoli attuali per non aver scoperto la trama prima del prefetto.
Quinzio propose allora la nomina di un dittatore, e precisamente di suo fratello Lucio Quinzio Cincinnato, il Senato era favorevole ma Cincinnato, seppure ultraottantenne, infine accettò e nominò magister equitum Gaio Servilio Ahala, che immediatamente lo convocò dal dittatore.
Servilio Ahala convocò Melio dal dittatore ma questi tentò di fuggire e Servilio lo uccise.
Cincinnato esclamò: « Gloria a te Gaio Servilio, che hai liberato la Repubblica. »
Cincinnato fece poi convocare il popolo e spiegò il tentativo di colpo di stato. I beni di Melio furono confiscati a il ricavato andò all'erario, la sua casa fu distrutta e il terreno libero fu chiamato "Esquimelio" (piana di Melio) e adibito a mercato degli animali destinati ai sacrifici. A Minucio fu donato "un bove d'oro" (forse da sacrificio con le corna dorate o forse una statuetta collocata alla porta Trigemina).
Si vede in effetti una statua togata in cima ad una colonna, cinta di spighe di grano, sulle monete di C. e. T. Minucio Augurino (II sec. a.c.)
Servilio Ahala convocò Melio dal dittatore ma questi tentò di fuggire e Servilio lo uccise.
Cincinnato esclamò: « Gloria a te Gaio Servilio, che hai liberato la Repubblica. »
COLLE CAPITOLINO |
Si vede in effetti una statua togata in cima ad una colonna, cinta di spighe di grano, sulle monete di C. e. T. Minucio Augurino (II sec. a.c.)
Così lo spazio aperto sul declivio di sud est del colle capitolino, che funzionava da memoriale contro la tirannia, era stato lasciato libero dalle costruzioni e il suo nome commemorava la distruzione della casa dell'aspirante tiranno Spurius Maelius nel 5 a.c,, come narra Varrone nel: "aquata Meli domus". Lo spazio divenne un mercato di buoi da sacrificio, e, come riporta Dionigi, ancora esisteva all'epoca di Augusto.
- Tito Livio - Ab Urbe condita libri - III - trad.: G.D. Mazzocato - rd. Newton Compton - Roma -
- Tacito - Annales - IV - Frediani, Prossomariti - Nony 1988 -
- Strabone - Geografia - XVI -
- Dionigi - Antichità romane - lib. VII -
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