PORTA FONTINALIS (Porte Serviane)

PROBABILI RESTI
Le fonti sulla Porta Fontinalis si limitano a due citazioni letterarie e tre iscrizioni che però non indicano la sua reale posizione. L'unica traccia topografica la segnala nei pressi del Campidoglio, nelle mura serviane, verso il Campo Marzio, "ad Martis aram": ma l'esatta ubicazione di questo altare di Marte è piuttosto discussa.

Una porta dunque attraverso le Mura Serviane (Muri), che ora gli studiosi pongono preferibilmente sulla sella tra l'Arx e il Quirinale. Qui, alla porta Fontinalis, terminava la Via Flaminia, che diventava il Clivus Argentarius entro le mura dell'Urbe.

Della sua posizione ci informa Livio, che menziona il Porticus Aemilia, in Campus Martius, che fu costruito nel 193 a.c. per connettere la porta Fortunalis con l'ara di Marte in Campus Martius.

Ne consegue che la Porta Fortunalis era collocata nello stesso luogo dove il terreno, immediatamente all'esterno delle mura, venne livellato sufficientemente con la costruzione del porticus Aemilia (Säflund).

Secondo una teoria accreditata, la porta era infatti collocata sul lato opposto dell'Altare della Patria, in corrispondenza dell'inizio di via dei Fori Imperiali, tra l'inizio dell'antico clivo Argentario, la strada ancor oggi esistente che scende dal Campidoglio, e i resti della tomba di Gaio Publicio Bibulo, tuttora visibili vicino alla fontana sulla sinistra di chi guarda l'Altare della Patria.

Sulla sinistra del Vittoriano, sul lato di via del Teatro di Marcello, accanto all'odierno Museo del Risorgimento, si distinguono infatti, inseriti nel selciato moderno, alcuni resti, in opera quadrata di tufo di Grotta Oscura, di una struttura che richiama lo stipite dell'antica porta.

Gli sbancamenti del Campidoglio, eseguiti a partire dal 1929, hanno rimesso in luce, all'inizio della Salita delle Tre Pile, strutture ritenute pertinenti a una torre. Questi resti, che appartenevano probabilmente alle mura del VI sec. a.c., fatte realizzare, secondo quanto riferito dalla tradizione, dal re Servio Tullio, vennero ampliate nel 388 a.c. insieme all'estensione delle mura nel resto della città, dopo l'invasione gallica.

MONETA AUGUSTEA CHE RITRAE LA PORTA FONTINALIS
Su questa dislocazione, uno tra i maggiori studiosi delle mura di Roma, G. Säflund, teorizza però che possa trattarsi della stessa porta precedentemente chiamata Ratumena, che costituiva comunque un accesso a fortificazioni precedenti all'invasione dei Galli del 390 a.c. e quindi preesistente alle mura serviane.

Poiché le mura repubblicane in quel tratto coincidevano in parte con l'antica fortificazione innalzata intorno all'arce capitolina, l'ipotesi che la Fontinalis possa aver sostituito o magari addirittura possa identificarsi con la Ratumena, appare possibile.

Un'ulteriore conferma alla teoria si ha da un altro eminente studioso, l'Huelsen, che pone la Fontinalis all'inizio della via Flaminia, il cui antico tracciato partiva dall'angolo nord-est del Campidoglio, ossia la zona della tomba di Caio Publicio Bibulo, per seguire l'intero rettilineo della via Lata, oggi via del Corso e riunirsi, oltre l'attuale Piazza del Popolo e il piazzale Flaminio, al tratto urbano della moderna via Flaminia. Dalla Porta Fontinalis ai piedi del Campidoglio sulle Mura Serviane, la Via Lata divideva il Campo Marzio, ad ovest, dalla Regio VII, arrivava alla Porta Flaminia, l’odierna Porta del Popolo e da lì attraversava il Tevere su Ponte Milvio.

IL POZZO DEL CARCERE MAMERTINO, PROBABILE FONTE DA
CUI ATTINGEVA ACQUA LA PORTA FONTINALIS
La ricorrenza del nome della porta in altre iscrizioni suggerisce che la porta continuò ad esistere anche durante l'impero dando luogo al nome di una ben definita località. Una teoria meno accreditata la porrebbe accanto a piazza Magnanapoli, mentre altri, anche questi con poco seguito, la identificherebbero con porta Capena.

L'unica fonte da cui la porta può aver preso il nome, e che si trova nei paraggi, è quella sotto al Carcere Mamertino.

La tradizione vuole che qui l’apostolo Paolo fosse tenuto in prigionia, dove si osserva un antico pozzo con vera ottagonale sul punto in cui miracolosamente l’acqua sarebbe scaturita grazie alle preghiere del Santo. Inutile dire che l'era del pozzo, o della fonte, è di molto più antica non solo di S. Paolo, ma dello stesso carcere.

Per di più si vuole passare come prova della detenzione di san Paolo il risultato dei recenti scavi da cui risulta che in età Repubblicana è stato trasformato in carcere, e in epoca paleocristiana in una chiesa. Ma il fatto che da carcere passò a chiesa non dimostra che ci fosse stato San Paolo, perchè la Chiesa ovunque, e a Roma in particolare, ha posto un'infinità di chiese ovunque, anche negli angoli più sperduti.



FONTINALIA

Fontinalia era una festa della religione romana dedicata in generale alle sacre fonti il cui Dio era Fontus, figlio del Dio Giano, anche se in ere più antiche le Fontinalia erano dedicate alla venerazione delle ninfe, un tempo preposte alle fonti e ai pozzi.
Durante le Fontinalia si gettavano nelle fontane ghirlande di fiori e si offrivano al Dio sacrifici di vino, olio, acqua lustrale ma non sacrifici cruenti, esattamente come si faceva per le ninfe. Successivamente venne istituito dal senato romano il sacrificio di un capretto.

La festa si svolgeva il 13 ottobre presso la porta Fontinalis delle mura serviane, il che conferma la presenza di un'importante sorgente presso la porta e che probabilmente era sotto il carcere, anticamente un tempio.


BIBLIO


- Mauro Quercioli - Le porte di Roma - Newton & Compton - Roma - 1997 -
- Mauro Quercioli - Le mura e le porte di Roma - Roma - Newton Compton Editori - 2007 -- Laura G. Cozzi - Le porte di Roma - F. Spinosi Ed. - Roma - 1968 -
- Filippo Coarelli - Guida archeologica di Roma - A. Mondadori Ed. - 1984 -


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