RICOSTRUZIONE DEGLI HORTI DI POMPEO |
Come osservò e teorizzò Plinio, negli horti il terreno coltivato doveva essere più grande della superficie delle parti edificate, qualunque destinazione esse avessero.
FAUNO DORMIENTE PROVENIENTE DAGLI HORTI DI POMPEO |
Le Carinae stavano nella zona nord ovest del Colle Oppio e si estendeva tra il colle Velia e il Clivus Pullius. Esse si affacciavano a sudovest, attraverso le paludi del Palus Ceroliae fino all'Aventino.
Ora non si sa se fu la domus che si ampliò con gli horti oppure Pompeo cambiò casa, fattosta che i suoi horti si dice fossero locati nel Fagutale, un tempo area delle Carinae, che Servius dice derivasse il nome non dai massi ma da certi edifici eretti accanto al tempio di Tellus che somigliavano alle carene di una nave.
Questi horti furono posti sull'estremità occidentale dello sperone meridionale del colle Esquilino, cioè tra il pendio a valle della Suburra a nord, e quella del Colosseo a sud.
Si trattava di un quartiere alla moda e la casa più famosa era la villa di Pompeo Magno che fu poi rilevata da Marco Antonio dopo la sconfitta di Pompeo e la morte nella guerra civile. Dopo la sconfitta di Azio, gli horti vennero dati da Augusto in proprietà ad Agrippa.
Attualmente l'estremità occidentale dello sperone meridionale del colle Esquilino, tra il versante a valle della Suburra a nord e quella del Colosseo, a sud, corrisponde al quartiere tra l'attuale chiesa di S. Pietro in Vincoli e la Via del Colosseo.
DESCRIZIONE
Varrone narra che gli Horti di Pompeo fossero traversati dal Murus Terreus, probabilmente alcuni resti di una fortificazione preserviana. Il monumento più importante delle Carinae era il tempio di Tellus, la Dea Terra e anche questo rimanda a tempi assai remoti.
Gli Horti erano delimitati da lunghissimi portici che fungevano da mura per l'esterno e ombrosi corridoi all'interno, dove passeggiare al riparo dal sole o dalla pioggia.
Il terreno misurava m 180 x 135, con lunghi viali ombreggiati da filari di platani, con piazzette costellate di fontane, fantastiche statue, siepi, rifinite balaustre di travertino, colonne di marmo, archetti, oscilla, pergolati di vite, alberi da frutta, erbe odorose ed una splendida statua di fauno dormiente giunta fino a noi.
La statua del satiro, detta oggi Satiro Barberini, ha un pene di grandi dimensioni, orecchie appuntite, una corona di edera e pelle di pantera, caratteristiche delle figure dionisiache. La figura è sdraiata su una roccia con uno stato di così completo abbandono da far pensare sia in preda all'ebbrezza, il che ne rafforzerebbe l'aspetto dionisiaco.
Le gambe aperte, la testa rivolta verso il giaciglio e le braccia diritte per fare da cuscino danno l'impressione di un movimento molto sciolto ma difficile da rappresentare, eseguito senza dubbio da un esperto scultore greco, oppure una copia romana di esso.
BIBLIO
- G. Lugli - Le antiche ville dei Colli Albani prima della occupazione domizianea - cap. 9 - Villa di Pompeo - BullCom 42 - 1915 -
DESCRIZIONE
Varrone narra che gli Horti di Pompeo fossero traversati dal Murus Terreus, probabilmente alcuni resti di una fortificazione preserviana. Il monumento più importante delle Carinae era il tempio di Tellus, la Dea Terra e anche questo rimanda a tempi assai remoti.
POMPEO |
Il terreno misurava m 180 x 135, con lunghi viali ombreggiati da filari di platani, con piazzette costellate di fontane, fantastiche statue, siepi, rifinite balaustre di travertino, colonne di marmo, archetti, oscilla, pergolati di vite, alberi da frutta, erbe odorose ed una splendida statua di fauno dormiente giunta fino a noi.
La statua del satiro, detta oggi Satiro Barberini, ha un pene di grandi dimensioni, orecchie appuntite, una corona di edera e pelle di pantera, caratteristiche delle figure dionisiache. La figura è sdraiata su una roccia con uno stato di così completo abbandono da far pensare sia in preda all'ebbrezza, il che ne rafforzerebbe l'aspetto dionisiaco.
Le gambe aperte, la testa rivolta verso il giaciglio e le braccia diritte per fare da cuscino danno l'impressione di un movimento molto sciolto ma difficile da rappresentare, eseguito senza dubbio da un esperto scultore greco, oppure una copia romana di esso.
BIBLIO
- G. Lugli - Le antiche ville dei Colli Albani prima della occupazione domizianea - cap. 9 - Villa di Pompeo - BullCom 42 - 1915 -
- Giuseppe Lugli - Horti - a cura di Ettore De Ruggiero - Dizionario epigrafico di antichità romane III - 1922 -
- Danila Mancioli - Gli horti dell'antica Roma - a cura di Giuseppina Pisani Sartorio e Lorenzo Quilici - Roma Capitale - 1870-1911 - L'archeologia in Roma Capitale fra sterro e scavo - Venezia - Marsilio - 1983 -
- Eugenio La Rocca e Maddalena Cima - Horti Romani - Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma - Atti del convegno - Roma - 1995 -
- Eugenio La Rocca e Maddalena Cima - Horti Romani - Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma - Atti del convegno - Roma - 1995 -
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