ANFITEATRO DI STATILIO TAURO

RICOSTRUZIONE DELL'ANFITEATRO

L'anfiteatro di Statilio Tauro (latino: amphiteathrum Statilii Tauri) fu il primo anfiteatro permanente, cioè in muratura, costruito a Roma. Venne edificato nel 29 a.c., come informano Diodoro Cassio,  Svetonio e Tacito, nella parte meridionale del Campo Marzio, in posizione però incerta, da Tito Statilio Tauro, a proprie spese.

Si trattava di un anfiteatro privato di dimensioni piuttosto ridotte, e nel 64 d.c. venne distrutto dal fuoco, evidentemente larga parte di esso era ancora costruito in legno. (Dio Cassio); si pensa che la sua locazione entro il Campus Martius fosse una speculazione edilizia volta ad alzare i prezzi delle case. Infatti un anfiteatro valorizzava moltissimo una zona, fornendo una grossa attrattiva per abitare nei pressi. Roma era grandissima e spostarsi coi carri era un'impresa per il traffico intenso.

ANFITEATRO TAURO, STAMPA DEL 1663

LA LOCAZIONE

L'anfiteatro è citato da Svetonio e da Strabone, mentre Dione scrive che:
"Essendo Cesare Augusto ancora console per la quarta volta, Tauro Statilio edificò un teatro venatorio di pietra nel Campo Marzio a proprie spese inaugurandolo con un combattimento di gladiatori. Questo lo portò ad essere eletto dal popolo come uno dei pretori annuali."

Strabone però descrive un altro campus (Campus Flaminius) presso il Campus Martius con colonnati in gran numero, e sacri recinti, e tre teatri, e un anfiteatro, e molti templi in successione serrata l'uno dall'altro.

I tre teatri erano senza dubbio il teatro di Pompeo, il teatro Balbo e il teatro Marcello, e l'anfiteatro si presume fosse quello di Statilius Taurus. Poichè Strabone menziona l'anfiteatro nella stessa area, come gli altri teatri del Marzio, dovremmo cercare l'anfiteatro nelle loro vicinanze. Esistono oggi tre teorie riguardanti il monumento, ma nessuna assolutamente convincente.

L'ipotesi più convincente individua l'anfiteatro vicino al Circo Flaminio nei pressi di Monte dei Cenci, ad ovest del Petronia Amnis e il Tempio di Castore e Polluce in circo Flaminio (Marchetti Longhi 130 n.1; Wiseman, Viscogliosi, Coarelli). Tornano a favore di questa ipotesi i disegni e gli appunti di Piranesi, che ritrasse i resti di una cavea teatrale sotto il Palazzo Cenci nel 1762 (Wiseman 22 n.64,. Lanciani, FUR pl 21, 28).


Poichè Augusto esortava i cittadini romani ad abbellire Roma contribuendo ognuno con le sue possibilità, Statilio Tauro raccolse l'invito e fece costruire a sue spese un anfiteatro, che alcuni studiosi supposero attaccato alle mura di Roma, presso l'attuale convento di Santa Croce in Gerusalemme. Insomma venne confuso coll'anfiteatro castrense.

Monte Giordano, a nord ovest del Campo Martio (a volte chiamato 'Monticello') è stato proposto come un possibile sito. I tentativi di associare l'anfiteatro con questa bassa eminenza (Lanciani, FUR pl 14;. Scagnetti) sono state complicate dalla tesi di Jolivet che identifica la collina come un accumulo di terreno alluvionale del Tevere (al contrario di una massa crollata di materiali da costruzione, Coarelli 1997) e come il luogo degli Horti di Pompeo (Horti Pompei). Però ci si aspetterebbe un po' di macerie dell'edificio dopo un teatro in gran parte di legno bruciato. Inoltre, Monte Giordano è troppo lontano dai tre teatri del Campus per essere il sito di anfiteatro di Strabone.

Invece Monte Citorio, a testimonianza del Piranesi, era pieno di pezzi di marmo provenienti dall'abbattimento dell'anfiteatro Statilio Tauro. Sembra infatti che con i suoi sedili marmorei venne edificato il Palazzo della Curia Innocenziana, nonchè la chiesa e la Missione dei Padri Passionisti. Oggi la Curia Innocenziana altri non è se non il Palazzo del Governo a Monte Citorio, posto nel Campo Marzio.

Richardson ha un approccio diverso e analizza evidenze relative all'incendio del 64 d.c.. Poiché i tre teatri di pietra menzionati da Strabone sono tutti sopravvissuti all'incendio mentre l'anfiteatro è bruciato, Richardson postula si trovasse a sud est del Campo Marzio, in particolare nell' Aemiliana, una zona distrutta durante la seconda recrudescenza del fuoco (Tac., Ann. 15.40).

Richardson suggerisce una posizione sulla Via Flaminia a nord della Via Pallacinae: (a sud della moderna Piazza dei SS Apostoli.). Però la posizione suggerito di Richardson si trova ben al di fuori del Circo Flaminio. Eppoi il passaggio Tacito è ambiguo e potrebbe riferirsi a uno dei due quartieri dell'Aemiliana, uno nel Campo Marzio o l'altro lungo il Tevere a sud del Foro Boario.

Allo stato attuale la prova per la posizione del anfiteatro di Statilio Tauro è ancora dubbia; la posizione vicino al Monte dei Cenci offre la soluzione migliore per i dati disponibili. Questo posto è vicino ai tre teatri del Campus e offre spazio sufficiente per un anfiteatro, che, per quanto modesto, necessitava di un sito consistente.



ROMA INESPLORATA

Riprendiamo il discorso per dimostrare come sia priva di fondamento l’ipotesi di Piranesi sulla localizzazione dell’anfiteatro di Tauro sotto l’odierno palazzo Montecitorio. Vediamo quindi come è nata questa leggenda metropolitana diffusa ancora oggi da molti siti internet.

Secondo Piranesi la presenza di un anfiteatro in quella zona si deduce primariamente dagli avanzi di alcuni sedili circolari che dovevano appartenere al medesimo anfiteatro. Questi sedili sarebbero stati trovati sotto l’edificio della Curia Innocenziana, oggi palazzo del parlamento. Altri simili sedili sarebbero stati trovati nell’anno 1705 durante lo scavo delle fondamenta della chiesa e delle case della Missione, sul lato sinistro del palazzo di Montecitorio.

LE COLONNE DI MONTECITORIO
Carlo Fontana, l’architetto che presenziò gli scavi, non accenna a simili ritrovamenti. Afferma solamente che:
"sotto il piano del cortile della Curia in profondità di palmi quarantacinque dove seguì lo scavo de fondamenti si trovarono alcune Chiaviche di Tevoloni antichi d’ottimo lavoro, quali indicavano esser servite per trasporto dell’acque sotto di quei sontuosi edifici più nobili del campo Martio, che dimoravano in quegl’antichi piani". 

Accenna inoltre a due Colonne di Granito trovate nell’escavazione del Terreno della Curia.

Per dare un’idea della dispersione dei monumenti antichi per tutta Roma sappiate che queste colonne furono utilizzate da Fontana come ornamento della fontana nel cortile interno della Curia. 

Durante la ricostruzione del palazzo furono rimosse e depositate presso un magazzino. 

Nel 2009 si decise di rialzarle in piazza Porta Capena a simboleggiare le torri gemelle di NewYork: idea nobile ma forse era il caso di posizionarle vicino al luogo del loro ritrovamento. 

Andando avanti di questo passo bisognerà munire i reperti archeologici di un sistema di posizionamento globale satellitare per registrare i loro spostamenti, altrimenti tra qualche secolo sarà impossibile rintracciarli.



STATLIO TAURO

Statilio Tauro, proveniente da famiglia plebea, ottenne il consolato nel 37 a.c. come Consul Suffectus. Fu peraltro uno dei generali migliori del suo tempo, conseguendo molte vittorie e pertanto diventando molto ricco, permettendosi di devolvere una parte del personale patrimonio per la costruzione di una serie di opere pubbliche a Roma, ove si ricorda l'edificazione dell'anfiteatro a lui intitolato, rivestito di marmi ornati, e altre opere nel Lazio.

CURIA INNOCENZIANA, STAMPA DEL 1800
Infatti restaurò e costruì edifici alle sorgenti termali della "Ficoncella", nei pressi della futura Centumcellae (Civitavecchia).

Il vicino municipio di Aquae, ricco di acque termali, per le opere realizzate dal Console, prese il determinativo di Acquae Tauri.Statilio venne eletto console per due volte e finanziò pure i giochi gladiatorii per l'inaugurazione del suddetto anfiteatro al pubblico romano. Sebbene fosse in parte costruito in pietra, alcune strutture erano in legno, come l'arena.



I GIOCHI

In seguito, non essendo ancora costruito il Colosseo, Caligola vi organizzò dei giochi, scontento però delle esigue proporzioni dell'anfiteatro di Tauro, che seppure in uso per molto tempo, era divenuto insufficiente per gli splendidi spettacoli di era imperiale.

Sembra che Caligola tenesse per questo gli spettacoli nella piazza deu Septa,  e Nerone per la stessa ragione e pure per la sua follia nel 57 fece costruire un anfiteatro di legno con il velarium blu, gemme, oro e avorio.

LA CURIA INNOCENZIANA OGGI, L'ATTUALE MONTECITORIO
Il muro intorno all'arena aveva in cima rulli d'avorio che impedivano agli animali di saltare, e per maggior protezione una rete d'oro veniva tesa tutt'intorno, con appuntite zanne d'elefante inclinate verso l'interno.

Così l'anfiteatro Tauro venne pian piano escluso dagli spettacoli più importanti, che chiamavano dunque più gente, finchè andò distrutto nel più famoso degli incendi di Roma: quello del 64.

Per l’ottavo anniversario dell’attacco a New York, sono state poste a porta Capena due colonne, simbolo delle torri gemelle, provenienti dalla fontana della Curia Innocenziana in Piazza di Montecitorio, a loro volta provenienti dall'anfiteatro Tauro. La curia innocenziana infatti, secondo parecchi studiosi, è stata edificata sopra l'anfiteatro.


BIBLIO

- J. Cl. Golvin - L'amphithéâtre romain. Essai sur la théorisation de sa forme et de ses fonctions - Paris -1988 -
- J. Cl. Golvin, Ch. Landes - Amphithéâtres et gladiateurs - Paris - 1990, 96 -
- John H. Humphrey - Roman circuses: arenas for chariot racing - Londra - University of California Press - 1986 -
- Velleio Patercolo - Storia di Roma - II -
- Cassio Dione Cocceiano - Storia romana - libri LIII-LXV -

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