CAIO MENIO NIPOTE - GAIUS MAENIUS




"Allura, Castello così chiamato dal Fiume, che vi passa vicino, dove furono rotti, e disfatti da Caio Menenio Console gl'Esserciti de gl'Aricini, Lanuvini e Veliterni."


Nome: Gaius Maenius
Nascita: -
Morte: -
Incarico politico: 338-314 a.c.

Dittatore nel 320, censore nel 318, ebbe per primo l'dea di costruire nel Foro delle gallerie per assistere agli spettacoli, come narra Festo, dividendo la cavea mediante passaggi orizzontali o recinzioni, in genere in tre settori, che prendevano il nome di meniani, primo, secondo e terzo. Ancora oggi dette gallerie sono chiamate "meniane" dal suo nome.
Nel 315 a.c. Menio a capo dei Romani si battè contro i Sanniti con a capo Pontius e conseguì la vittoria. Pontius era lo stesso generale sannita che costrinse i soldati romani a passare sotto le Forche Caudine, subendo forse l'onta più grave della storia romana.

Dittatore nel 314 costrinse Capua, che era insorta nel corso della seconda guerra sannitica, a fare atto di sottomissione; ma venne accusato di tradimento dalla nobiltà per la politica troppo indulgente da lui perseguita nei confronti delle comunità campane ribelli. Immediatamente Menio rinunciò alla dittatura per sottoporsi al giudizio dei consoli.

Nel processo che seguì Menio dimostrò la sua magnanimità verso il nemico sconfitto, la sua intelligenza nel non esasperare i campani, popolo ingegnoso e provvisto di ottima terra, con cui era bene stabilire una pacifica convivenza. Per giunta denunciò la severità degli aristocratici che avrebbero voluto bottino e schiavi quando la politica romana verso la Campania era di portare pace, ricchezza e benessere che a loro volta avrebbero dato buoni frutti ai romani. Fu ascoltato, applaudito e prosciolto.


Tito Livio
- Per scoprire cospirazioni segrete tra gli uomini di primo piano a Capua, il Senato ordinò delle indagini, nominando un dittatore che avrebbe fatto rispettare queste indagini. Caio Maenius venne nominato, e nominò a sua volta Marco Foslius master equitus, ma i nobili espressero accuse anche verso di lui:

"Romani, la mia vita passata, di cui voi siete tutti testimoni, e questo ufficio onorevole, che voi mi attribuite, è di per sé una testimonianza della mia innocenza. Il dittatore giusto da scegliere per lo svolgimento di queste indagini, non era, come in molte altre occasioni, qualora le esigenze dello Stato lo richiedessero, l'uomo più rinomato in guerra, ma colui il cui stile di vita era più lontano da storture del genere.... 
Ma alcuni della nobiltà hanno lavorato per soffocare del tutto le indagini e poi, trovando la loro forza impari ad esse, sono fuggiti per rifugiarsi alla roccaforte dei loro avversari, i tribuni della plebe, ed essendo anche lì respinti, ( persuasi che ogni altra misura era più sicura che il tentativo di discolparsi,) hanno fatto un attacco criminale su di noi, istituendo un processo penale contro un dittatore. 
Ora, che gli dei e gli uomini possono vedere che essi vogliono evitare un controllo sulla propria condotta, tentando anche le cose impossibili, e io invece voglio affrontare le accuse dei miei nemici, per cui cedo la mia carica di dittatore. E, consoli, ve ne prego, che se questa cosa è messa nelle vostre mani dal Senato, voi fate di me e di Marcus Foslius i primi oggetti degli esami, affinchè si sappia che siamo al riparo da accuse per la nostra innocenza, e non per la dignità di ufficio".

Ha poi abdicato alla dittatura, come ha fatto Marco Foslius, subito dopo, la sua carica di maestro della cavalleria, ed essendo il primo chiamato in giudizio avanti i consoli, vennero dal Senato più onorevolmente assolti da tutte le le accuse mosse dai nobili. Anche Publilio Filone, spesso investito con grandi onori, che aveva offerto tanti servigi, sia in patria che all'estero, essendo sgradevole alla nobiltà, venne processato, e assolto. -

Nel 338 a.c. il console Caio Menio, dopo aver sconfitto Anzio, Lanuvio e Velletri, e ultimata così la conquista del Lazio, fece porre i rostri delle sue navi nel Foro Romano. Ad Anzio, in particolare, i Romani avevano catturato l’intera flotta nemica, immettendone le navi migliori nella flotta e nei cantieri navali di Roma, costituendo così la loro prima marina militare.

Le navi anziati più vecchie vennero invece bruciate, dopo averne smontato i rostri di bronzo, esposti permanentemente al basamento della Tribuna degli oratori, che da allora si chiamò “i Rostri” (Rostra). Per questo gli venne dedicata una statua equestre, un altissimo onore.



LA COLONNA MENIA

La Colonna Menia (in latino Columna Maenia) era un'antica colonna nel Foro Romano che si trovava nella zona del Comizio, poco distante dal Carcere Mamertino, dove oggi passa la via che fiancheggia l'arco di Settimio Severo.

L'origine del nome si pensa risalga al console Gaio Menio Nipote, figlio di Gaio Menio Publio I (console nel 338, censore nel 318 ) che ebbe come collega Lucio Furio Camillo, figlio di Spurio Camillo. Avere una colonna intestata era un onore immenso, riservato agli eroi di famiglie eroiche, onore che passò poi agli imperatori, ma qui siamo in epoca repubblicana.

Console nel 338 a.c. con L. Furio Camillo, insieme a lui sottomise a Roma i Latini ribelli, ottenendo gli onori del trionfo per aver vinto sugli Anziati, i Laviniati, i Veliterni. Per tali imprese, per cui venne onorato con la colonna Menia nel Foro, anche se alcuni ritengono sia stata eretta soltanto da un suo discendente.

La Colonna Menia venne citata da Cicerone come luogo "presso la quale i debitori erano perseguiti dai creditori", si trovava davanti al tribunale del pretore ed ai Rostra dove si affiggevano le proscriptiones.
Andò probabilmente distrutta durante la riorganizzazione di questa parte del Foro in epoca cesariana, con la creazione del Foro di Cesare. Dopo numerose questioni relative al suo posizionamento, ne venne infine trovato una parte del basamento a ovest della Curia Hostilia, davanti alle Scalae Gemoniae.



L'EROE

Quel che si sa di lui:
Nel 343 a.c., dopo la richiesta di aiuto contro i Sanniti, Capua si ritrovò Roma per alleata e pochi anni dopo le fu assegnata la civitas sine suffragio cioè la cittadinanza priva di voto. Nella seconda guerra sannitica però Capua si staccò da Roma e a seguito di ciò, appresa la notizia della sconfitta dei Sanniti presso Aquino, il dittatore Gaio Menio l’assediò e la sconfisse.

"Segue il periodo, nel quale Roma, vinta la potenza etrusca, riuscì a conquistare la egemonia sopra i popoli dell' Italia centrale. Il vincitore dei Latini, Gaio Menio (console, 338 a.c.), decorò in quell'anno la tribuna degli oratori con i rostri delle navi di Anzio da lui catturate: la tribuna d' allora in poi ebbe il nome di Rostra. L'istesso Menio, secondo la tradizione, fece costruire per la prima volta sopra i tetti delle tabernae gallerie per gli spettatori dei ludi gladiatorî: e queste gallerie ebbero il nome di maeniana. 
È molto probabile che Menio sia stato pure l' autore di un altro provvedimento che mutò assai lo stato del Foro: verso quel tempo infatti furono tolti dalle tabernae i macellari e venditori di erbaggi, e nel loro posto collocati i cambiamonete. Per sostituire il mercato, fu costruito il macellum a settentrione del Foro, dietro le tabernae novae. 
Le tabernae del Foro, chiamate tabernae argentariae, furono probabilmente allora ricostruite con maggiore solidità ed eleganza; infatti nel 310 a.c. gli scudi dorati dei Sanniti, presi dal dittatore Papirio Cursore, furono distribuiti fra gli argentarî del Foro per decorarne le facciate delle loro tabernae. 
Gaio Menio ebbe per ricompensa una colonna onoraria, la quale era situata sul lato occidentale del Foro presso il Carcere, e che servì per lungo tempo come termine di misurazione - molto primitiva - del tempo."

"Nelle dodici tavole" attesta Plinio "si fa solamente menzione della levata e del tramonto del sole; dopo alcuni anni vi fu aggiunto altresì il mezzogiorno, che il messo dei consoli annunziava, quando dalla Curia aveva veduto il sole fra i Rostri e la Grecostasi; e parimenti annunziava l' ultima ora del giorno, quando il sole era disceso fra la colonna di Menio ed il Carcere, ma ciò avveniva soltanto nei giorni sereni e fino alla prima guerra punica".

Operò la risistemazione del Comitium elevandolo di 1 m, includendovi il Volcanal e il Ficus Navia ponendo i Rostra di Anzio presso il lato meridionale.

Sostituì le tabernae laniene con quelle argentarie, sede di banchieri e cambiavalute, dotando i retrostanti atria delle funzioni che diverranno specifiche delle basiliche, e sistemò i Laniones (macellai) nel forum Piscarium e nel forum Cuppedinis (mercato delle leccornie).


BIBLIO

- Tito Livio - Ab urbe condita libri - VIII -
- Sesto Aurelio Vittore - De viris illustribus Urbis Romae -
- Diana Bowder - Dizionario dei personaggi dell'Antica Roma - Roma - 1990 -
- S. De Caro, A. Greek - Campania - Bari - 1981 -
- Velleio Patercolo - Storia di Roma - II -
- C. Rescigno - Atti del XXVI Convegno di Studi Etruschi e Italici - Caserta, S. Maria Capua Vetere, Capua, Teano - 2007 - Pisa 2011 -


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