L'ARCO PRIMA DELLA DEMOLIZIONE (1600) |
Circa a metà dell'odierna via del Corso (una volta detta via Lata), all'incrocio con via della Vite, fino alla metà del XVII sec. un grosso arco di età romana cavalcava la carreggiata, congiungendo i due palazzi sui lati opposti della strada.
In origine consisteva in un unico fornice, con una coppia di colonne su ciascun lato; in mezzo a queste ultime era affisso un pannello in rilievo.
Era l'arco di Portogallo che prendeva il nome dalla allora residenza dell'ambasciatore del Portogallo, palazzo Fiano, a cui si appoggiava. La datazione è controversa, alcuni nel passato hanno addirittura sostenuto che non fosse un'opera antica.
RICOSTRUZIONE DELL'ARCO IN EPOCA ROMANA |
LA DATAZIONE
BASSORILIEVO SALVATO DALLA DISTRUZIONE |
A nostro avviso Tropholi e Tripoli erano la stessa parola deformata dai dialetti vari, visto che le scuole non esistevano più e il latino stava scomparendo.
La maggior parte degli studiosi attribuisce però l'arco all'età tardo-antica, forse all'età di Aureliano, costituendo uno degli accessi monumentali al suo tempio del Sole. Due rilievi che da esso provengono, con l'Apoteosi di Sabina (moglie di Adriano) e un Discorso di Adriano sono opera di riciclo dell'età dei primi Antonini (metà del II secolo).
Attorno all'XI secolo una metà dell'arco andò distrutta: ciò comportò la perdita delle colonne dello stesso lato e di una parte del fregio, ma non del rilievo. La porzione mancante venne ricostruita, e qualche tempo dopo vi furono anche edificati sopra alcuni ambienti, forse un'intera abitazione.
Era costruito in blocchi di peperino e travertino, con l'attico in laterizio. Il tutto era poi sormontato da una cornice con un fregio a girali. Apparentemente, la struttura era decorata solo sul lato rivolto a nord, visto che tutte le rappresentazioni grafiche esistenti ne ritraggono la medesima facciata.
Le colonne, con capitelli compositi che inquadravano il fornice unico furono in parte eliminate, insieme alla trabeazione, tra il 1550 e il 1565. Alcuni pannelli con rilievi datati all'epoca di Adriano o Antonino Pio, provenienti dall'arco demolito, sono collocati nei Musei Capitolini.
LA DEVASTAZIONE
BASSORILIEVO SALVATO DALLA DISTRUZIONE |
Infatti durante il Carnevale in via del Corso aveva luogo la famosa corsa dei Barberi, per la quale l'arco doveva costituire senza dubbio una pericolosa strettoia, e la corsa dei cavalli valeva decisamente di più di un arco romano.
L'unica parte che si salvò fu il pannello, che venne trasferito al Palazzo dei Conservatori (attualmente Museo Capitolino), dove si trova tutt'ora. Il pannello superstite, di squisita bellezza, raffigura l'imperatore Adriano e, nella parte superiore, l'apoteosi di sua moglie Sabina (m.136 o 137), trasportata in cielo da un genio femminile alato.
BIBLIO
- Giuliano Malizia - Gli archi di Roma - Newton Compton Ed. - Roma - 2005 -
- Silvio De Maria - Gli archi onorari di Roma e dell'Italia romana - L'Erma di Bretschneider - Roma 1988 -
- L. Crema - L’architettura romana - Torino - 1959 -
- Flaminio Vacca - Memorie di varie antichità trovate in diversi luoghi della città di Roma - 1594 -
- Rodolfo Lanciani - Ancient Rome in the Lights of Recent Discoveries - Boston - New York - Houghton - Mifflin and Co. - 1888 - L'antica Roma - Roma - Newton & Compton - 2005 -
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