COME DOVEVA APPARIRE IN ORIGINE, A SINISTRA DEL PALATIUM SORGEVA L'ANFITEATRO CASTRENSE |
HORTI AD SPEM VETEREM
S. CROCE IN GERUSALEMME NEL 1556 |
Dal IV sec. fu utilizzata come residenza della madre di Costantino, Elena, che la restaurò e fece ricostruire le Terme, di età Severiana, da lei chiamate Eleniane, ancor oggi in parte visibili.
In realtà le terme Eleniane, tagliate fuori dalla strada di Santa croce, sono l'unica parte visibile, in quanto tutto il complesso, essendo proprietà della Chiesa, viene stranamente restaurato a spese dello stato italiano senza che venga aperto al pubblico per le visite.
Comunque del complesso termale resta la grande cisterna di Via Eleniana, costituita da dodici ambienti comunicanti tra loro tramite aperture ad arco.
Comunque del complesso termale resta la grande cisterna di Via Eleniana, costituita da dodici ambienti comunicanti tra loro tramite aperture ad arco.
Il complesso monumentale, che sorgeva su un'antica necropoli, poi trasformata in zona residenziale extra urbana di proprietà imperiale, comprendeva il circo Variano, l'anfiteatro Castrense, le terme e il palazzo imperiale, di cui restano solo due grandi aule collegate ad anfiteatro e circo attraverso un monumentale corridoio coperto, lungo più di 300 m e sulla cui volta si conservano alcuni stucchi.
S. CROCE IN GERUSALEMME XVIII SECOLO |
Gli ambienti stavano in posizione degradante rispetto alle altre due aule del palazzo sessorio, quindi il palazzo degradava in varie terrazze fino ai giardini con statue e giochi d'acqua. Secondo ciò che emerge dai nuovi scavi si suppone che il Palatium si estendesse oltre Porta Maggiore, fino a comprendere l'area di Santa Bibiana e il cosiddetto tempio di Minerva Medica.
PALAZZO SESSORIO
RESTI DEL TEMPIO DI VENERE E CUPIDO |
L'imperatore Settimio Severo, agli inizi del III secolo, costruisce una grande villa con giardino, gli Horti Spei Veteris, uno dei diversi horti costruiti nell'area esquilina a partire dall'epoca e dall'esempio di Mecenate.
C'era anche un grande atrio (poi trasformato nella chiesa).
Si trattava di una villa a nuclei monumentali, articolati in un vasto parco e collegati tra loro da un corridoio carrabile, conosciuta anche come Horti Variani.
Il nome di Palazzo Sessorio, secondo alcuni proviene da "sedes" soggiorno, secondo altri dalle sfrenate attività sessuali degli imperatori, secondo altri ancora, deriverebbe da “Sus sorianum”, ovvero porco siriano, il soprannome dato ad Eliogabalo, nato in Siria, di cui Cassio Dione Cocceiano narrò “riservò una stanza nel palazzo e lì commetteva le sue indecenze, standosene sempre nudo sulla porta della camera, come fanno le prostitute, e scuotendo le tende che pendevano da anelli d'oro, mentre con voce dolce e melliflua sollecitava i passanti”.
Secondo ulteriori studiosi il nome deriva dal “sessorium”, un pupazzo su cui i gladiatori si allenavano nel vicino anfiteatro Castrense, oppure da “consessus” o “palatium consessorianum”, il luogo in cui si tenevano le riunioni plenarie. La conclusione è che non si sa da cosa provenga.
L'Historia Augusta mostra Elagabalo alla fine del 221 mentre ordinava, all'interno del Sessorium, l'assassinio di Alessandro Severo, suscitando l'insubordinazione della Guardia pretoriana. Tra il 271 e il 275 la cinta delle mura Aureliane incorporò la maggior parte del Sessorium, tranne la pista e le gradinate del circo, lasciando fuori buona parte buona parte del circo e trasformando in bastione l'Anfiteatro Castrense.
All'inizio del IV sec. Elena, madre di Costantino se ne appropriò facendone la sua residenza. L'imperatrice rinnovò le terme, che presero così il nome di Terme Eleniane. A metà del IV secolo, una grande sala rettangolare lunga 36 metri e larga 22 fu trasformata in Basilica cristiana. Il Liber Pontificalis attribuisce la trasformazione a Costantino, ma non ce ne sono prove storiche. Qui, secondo la tradizione cristiana, sarebbero state conservate in una cappella le reliquie che Elena aveva riportato da Gerusalemme.
La vasta sala del palazzo aveva finestre arcuate al piano superiore e fu trasformata, per volontà della regina Elena, madre di Costantino nella chiesa di Santa Croce in Gerusalemme, dove dovrebbe trovarsi un reperto della croce su cui morì Gesù Cristo.
Non c'è da meravigliarsi, nel XVIII sec. i reperti della croce in Europa, conservati come reliquia nelle chiese, erano quasi un centinaio.
INTERNO CON COLONNE E PAVIMENTAZIONE ROMANA |
Ma c'è di più, nella chiesa si conservano pure, il tutto sempre reperito da Elena, naturalmente per intervento divino, dei chiodi usati nella crocifissione di Gesù, parte del cartello con su scritto INRI e due spine della corona che cinse il capo del Cristo. insieme alla spugna imbevuta d’aceto usata per dissetare Gesù, uno dei 30 denari di Giuda e parte della croce di S. Disma, il buon ladrone.
La seconda sala invece è conservata solo in parte, ed ospitava il tempio di Venere e Cupido, una grande aula rettangolare absidata con cinque finestroni ad arco, coperta da una semicupola.
Il nome deriva da una tradizione popolare secondo cui vi sarebbero state trovate le statue di Venere e Cupido, in realtà qui venne rinvenuta la statua di Sallustia Orbiana ritratta come Venere Felix. I resti dell’edificio sono oggi visibili nel giardino del Museo della Fanteria.
GLI SCAVI
Da circa quindici anni sono in corso attività di scavo, studio e restauro in quest'area archeologica tra le più ricche, e sconosciute, della città, cioè Santa Croce in Gerusalemme. Siamo alle estreme propaggini dell'Esquilino, adiacenti alle Mura Aureliane e in prossimità del Laterano.
Questo palazzo era anche l'estremità di un gigantesco possedimento (praedium) imperiale sviluppato lungo la via Labicana (Casilina) e chiamato ad duas lauros: al III miglio della Labicana si trova, non a caso, il grande rudere del Mausoleo di Elena, noto popolarmente come Torre delle pignatte (da cui il toponimo della zona, Torpignattara).
Vengono costruiti gli appartamenti imperiali e ampliata l'area pubblica. È di quest'epoca una grande basilica civile, un'aula rettangolare absidata destinata a funzioni di rappresentanza: il luogo dove l'imperatore concedeva la sua presenza ai sudditi. Di essa rimane un grande rudere, che gli umanisti chiamavano Tempio di Venere e Cupidine.
All'estremità nord-orientale del palazzo, proprio a ridosso delle Mura Aureliane, viene edificato il quartiere residenziale destinato i membri della corte (5). Due di queste abitazioni (domus), caratterizzate da pavimenti in mosaico e denominate domus dei ritratti e domus della fontana, sono state scoperte nel 1959. E altre in seguito.
Invece il circo severiano assume nuove funzioni: viene trasformato in area di servizio, di collegamento e forse di residenza della servitù della corte imperiale.
La chiesa attuale risale a un rifacimento del 1743, ma nel complesso coincide con la struttura dell'edificio originario, e quindi con l'atrio severiano (m 36.50 x 22), con l'aggiunta necessaria dell'abside (rispettivamente in nero e in giallo nella pianta).
Il nome deriva da una tradizione popolare secondo cui vi sarebbero state trovate le statue di Venere e Cupido, in realtà qui venne rinvenuta la statua di Sallustia Orbiana ritratta come Venere Felix. I resti dell’edificio sono oggi visibili nel giardino del Museo della Fanteria.
GLI SCAVI
Da circa quindici anni sono in corso attività di scavo, studio e restauro in quest'area archeologica tra le più ricche, e sconosciute, della città, cioè Santa Croce in Gerusalemme. Siamo alle estreme propaggini dell'Esquilino, adiacenti alle Mura Aureliane e in prossimità del Laterano.
Invece le cd Terme di Elena (6), in realtà una cisterna, facevano parte di un impianto termale pubblico sempre di epoca severiana ma collocato al di fuori degli horti.
Esso è scomparso ma la sua forma è conosciuta grazie ai disegni degli artisti rinascimentali Andrea Palladio e Antonio da Sangallo il Giovane. Circa cento anni dopo Costantino trasforma la villa in un palazzo imperiale, alternativo a quello sul Palatino e vicino alla nuova sede papale e alla cattedrale (Basilica Salvatoris), da lui stesso volute.
Il luogo, che diventa poi la residenza della madre Elena, prende un nuovo nome, Palatium Sessorianum o Sessorium (dal verbo sedeo, cioè luogo di soggiorno e riunioni). Sessorium e Laterano costituiscono, a tutti gli effetti, il nuovo polo cristiano della Roma costantiniana.
CISTERNA ELENIANA |
In epoca costantiniana la villa è oggetto di alcuni cambiamenti, per adeguare il complesso alla importante funzione imperiale (vd D. Colli, Il palazzo Sessoriano nell'area archeologica di Santa Croce in Gerusalemme: ultima sede imperiale a Roma?, MEFR 1996).
Vengono costruiti gli appartamenti imperiali e ampliata l'area pubblica. È di quest'epoca una grande basilica civile, un'aula rettangolare absidata destinata a funzioni di rappresentanza: il luogo dove l'imperatore concedeva la sua presenza ai sudditi. Di essa rimane un grande rudere, che gli umanisti chiamavano Tempio di Venere e Cupidine.
All'estremità nord-orientale del palazzo, proprio a ridosso delle Mura Aureliane, viene edificato il quartiere residenziale destinato i membri della corte (5). Due di queste abitazioni (domus), caratterizzate da pavimenti in mosaico e denominate domus dei ritratti e domus della fontana, sono state scoperte nel 1959. E altre in seguito.
RICOSTRUZ. ANFIT. CASTRENSE |
Infine, l'intervento decisivo: la trasformazione di un atrio degli Horti Variani in una chiesa, quella che oggi è conosciuta come Santa Croce in Gerusalemme , ad opera di Costantino.
La chiesa attuale risale a un rifacimento del 1743, ma nel complesso coincide con la struttura dell'edificio originario, e quindi con l'atrio severiano (m 36.50 x 22), con l'aggiunta necessaria dell'abside (rispettivamente in nero e in giallo nella pianta).
Lo spazio interno non era diviso in navate longitudinali ma in tre settori trasversali, mediante arcate su colonne binate; una soluzione che richiama visivamente la contemporanea Basilica di Massenzio e Costantino al Foro Romano.
LA DECADENZA
MARMI ROMANI |
La guerra greco-gotica e la pestilenza del 570 dettero il colpo di grazia. Iniziò il saccheggio di ogni resto romano risparmiando solo la chiesa e il convento adiacenti in quanto cristiani e inviolabili.
Col saccheggio del tempio di Venere nelle colonne e nei marmi in particolare venne abbellita la chiesa di Santa Croce in Gerusalemme.
RODOLFO LANCIANI
SESSORIUM |
In realtà Adriano aveva fatto edificare nel 121 sulla Velia il Tempio della Fortuna Romana (o Tempio della Dea Roma) dove avrebbe fatto porre un obelisco egizio proveniente da Antinopoli che celebrava le virtù di Antinoo-Osiride sulla tomba dello stesso Antinoo.
Ma si pensa invece che Antinoo sia stato sepolto a Villa Adriana a decorare un monumento dedicato al giovane dopo la sua morte in Egitto, dove l'imperatore ne avrebbe così avuto vicino il ricordo. Eliogabalo poi lo fece spostare per ornare la spina del circo Variano nella sua residenza suburbana.
L'obelisco è alto 9,24 m. con la stella in cima e il basamento sotto raggiunge m 17,26. Rinvenuto nel XVI sec. fuori Porta Maggiore (presso le mura aureliane, per cui viene chiamato "obelisco Aureliano"), poi spostato dai Barberini nel loro palazzo, infine venne innalzato solo nel 1822 nei giardini del Pincio.
CIRCO VARIANO |
IL CIRCO VARIANO
Il Circo Variano, o circus Varianus) era un circo di Roma, che prese il nome dall'imperatore Eliogabalo (Sesto Vario Avito Bassiano). Fu costruito nel complesso residenziale imperiale detto Ad Spem Veterem, nella parte orientale di Roma.
Era lungo 565 m e largo 125 m, quindi era più piccolo del Circo Massimo ma più grande del circo di Massenzio. Sulla spina del circo era collocato l'obelisco di Antinoo, il ragazzo amato da Adriano, fatto trasportare dall'Egitto da Adriano ed eretto sulla via Labicana in onore dell'amante dell'imperatore e qui riportato da Eliogabalo.
La sua edificazione iniziò ad opera dell'imperatore Settimio Severo (193-211) e venne terminato dall'imperatore Eliogabalo (218-222). Questo complesso comprendeva anche il Palazzo Sessoriano e l'anfiteatro Castrense: nell'anfiteatro e nel circo si tenevano i giochi gladiatorii e le corse dei carri di cui Eliogabalo era grande appassionato, tanto che partecipò personalmente ad alcune gare.
In seguito il circo continuò ad essere utilizzato, sia per spettacolo che per le manovre militari in onore dell'imperatore, fin quando non vennero costruite le Mura Aureliane, a oriente della moderna basilica di Santa Croce in Gerusalemme.
In seguito il circo continuò ad essere utilizzato, sia per spettacolo che per le manovre militari in onore dell'imperatore, fin quando non vennero costruite le Mura Aureliane, a oriente della moderna basilica di Santa Croce in Gerusalemme.
La parte occidentale del circo, il lato della partenza, è stato ritrovato all'interno delle mura, mentre il lato orientale incurvato si trovava all'altezza di via Alcamo; il lato settentrionale del circo ha fornito poi il sostegno per l'ultimo tratto dell'Acqua Felice.
I suoi resti furono trovati in scavi successivi, l'ultimo dei quali è avvenuto nel 1959. Oggi il sito, nelle mani delle autorità ecclesiastiche del Vaticano, non è visitabile, anche se le spese degli scavi e la manutenzione del sito sono a carico dello stato italiano.
BIBLIO
- AA.VV. - Horti Spei Veteris e Palatium Sessorianum: nuove acquisizioni da interventi urbani 1996-2008 - Parte I - 2008 -
- Elisabetta Borgia, Donato Colli, Sergio Palladino, Claudia Paterna - 2008 - Horti Spei Veteris e Palatium Sessorianum: nuove acquisizioni da interventi urbani - 1996-2008 - Fasti -
- Lawrence Richardson Jr. - "Circus Varianus" - A New Topographical Dictionary of Ancient Rome - JHU - 1992 -
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