CULTO DI CAELESTIS

CAELESTIS

"Il filosofo Asclepiade, menzionato nella storia della Magnenzio, venuto qui per visitare l'imperatore Giuliano, posto davanti ai piedi della statua di Apollo un'immagine d'argento della Dea Caelestis, che sempre portava con sé ovunque andasse, dopo aver acceso alcune candele di cera, come al solito, se ne andò. Ma dopo la mezzanotte, quando il tempio era deserto, alcune scintille volarono sul legno, che era molto vecchio, e il fuoco subito divenne una torcia e distrusse tutto il tempio di Apollo."

L'Astarte dei Fenici come personificazione della potenza del cielo che impera sulla luna e le stelle, e anche dell'amore e della fortuna, fu la protettrice di Cartagine, ove era adorata anche col nome di luno o Virgo Caelestis; identificata più tardi con Cybele, Bona Dea, Diana, Venus Urania, etc. .

RILIEVO RAFFIGURANTE LA DEA CAELESTIS
I Romani, nonostante odiassero fortemente i Carthaginesi, identificarono la loro Grande Madre Tanit con la loro Giunone, un aspetto della loro grande Dea protettrice delle nascite, una Dea della Luce che portava la nascita di bambini e animali. 

Tanit era anche una Dea del Cielo, che i Romani chiamarono Dea Caelestis, o Dea dei Cieli,  o Virgo Caelestis, o Vergine dei Cieli, titoli questi ultimi due che vennero nel cattolicesimo trasferiti alla Madonna.

Le icone più frequenti furono:
1) Dea Caelestis, in posizione frontale, che guida un leone che volge a destra, munita di fulmine e scettro; 
2) Dea Caelestis, rivolta a destra,  che guida un leone che volge a destra, munita di fulmine e scettro; 
3) Dea Caelestis,  in posizione frontale,  che guida un leone che volge a destra, munita di tamburo da guerra e di scettro; 
4) Dea Caelestis,  in posizione frontale, che guida un leone che volge a destra,  munita di tamburo da guerra ma senza scettro. 
Le prime due immagini sono le più comuni, la terza è molto rara, l'ultima rarissima. La direzione della testa della Dea sembra avere un significato cronologico. Esempi con la divinità di fronte sono stati scolpiti fino alla fine del 203, mentre quelli con la divinità volta a destra, si hanno dall'inizio del 204.

TANIT

A Cartagine si facevano in onore della Dea Caelestis delle scene teatrali erotiche di cui si scandalizzarono molto i sessuofobi Tertulliano e Agostino il santo. In ogni casa, nel mosaico dell'atrio, era posta la sua immagine stilizzata; un cerchio sopra e al centro di un segmento orizzontale sotto al cui centro si dipartiva dal vertice un triangolo isoscele, insomma un pupazzetto con la gonna.

Spesso considerata Paredra di Saturnus, Dio che incarna in Africa l'identità etnico-culturale degli 'indigeni', detta Iuno o Dea Caelestis, essa segue generalmente le orme del suo divino sposo per quanto riguarda i luoghi e certe forme di culto. In quanto divinità femminile, però, essa se ne discosta sotto vari aspetti, dalla tipologia dei fedeli alle particolarità del suo culto, spesso ctonio e misterioso.

SIMBOLO DI TANIT
Sulle monete del IV e III sec. a.c. ella venne occasionalmente dipinta mentre impugna una lancia e cavalca un leone; generalmente indossava un diadema o una corona, con spighe di grano e un crescente lunare tra i capelli. A Tuburbo Maius. in Tunisia,  esisteva un tempio dedicato alla Dea Caelestis lungo la strada del Decumano della città.

In una leggenda romana Annibale, il grande generale cartaginese, attaccò un tempio di Juno Lacinia vicino a Crotona, una città del sud Italia fondata dai greci (cioè il tempio di Hera Lacinia). Il tempio era famoso per avere al suo interno una colonna tutta d'oro; Annibale colpì la colonna ma poichè rimaneva solida decise che l'indomani l'avrebbe fatta a pezzi per portarsela via interamente.

Quella notte sognò che la Dea lo avvertiva di non spogliare il suo tempio, altrimenti l'avrebbe accecato. In Juno Lacinia Annibale riconobbe la stessa Dea della sua terra, Tanit, così non toccò la colonna. Dalle limature della colonna fece invece colare l'immagine di una mucca che fece porre in cima alla colonna stessa, un omaggio alla Dea Madre Natura, perchè la Vacca è la natura che alimenta le creature col suo latte abbondante, cioè coi prodotti del suolo.

Tanit si diffuse da Cartagine in Spagna, Malta e Sardinia, specialmente tra i soldati. Il tempio sull'acropoli a Selinunte in Sicilia si dice fosse dedicato a lei, e come Virgo Caelestis ebbe un santuario a Roma sulla parte nord del Campidoglio.
La statua di Tanit venne portata a Roma da Eliogabalo (218-222 d.c.), grande seguace delle divinità orientali, che fece intitolare un tempio a se stesso e vi pose la statua della Dea chiamandola La Celeste.

In Africa, dove il suo culto era naturalmente più esteso, nelle iscrizioni appare coi seguenti nomi:
- Caelestis Augusta
- Caelestis Augusta redux et conservatrix EE. 5, 948 (Auria, Mauret.);
- Numen Caelestis Augustae
- Dea Caelestis C. VIE 1887 = 16510 (The- veste, Num.); — 16n7 = EE. 5, 1264 (Aubuzza, Afr. procons.);
- Caelestis dea 993 = 12454 (Karpis, Afr. procons.) ;
- Dea sancta Caelestis 8433 (Sitifis, Mauret.) ;
- Dea magna Virgo Caelestis 9796 (Safar, Num.).
- Domina Caelestis EE. 7, 460 (Grande Cabilia Mauret.).
- Diana Caelestis Augusta C. Vni 999 (Car- hago, Afr. procons.).
- Fortunae dea Caelestis C. VIII 6943 (Cirta, Num.)
- luno Celestis Augusta C. VHI 1424 (Thibursicum, Afr. procons).

Talvolta fu usata anche la forma plurale come:
- Caelestes Augustae C. Vm 9015 (Aazia, Mauret.);
- Dii Caelestes Augusti EE. 5, 951 (iri).

Fuori dell'Africa, il culto della Dea si diffuse anche in alcune parti dell'Italia, delle provincie e nella stessa Roma, dove già al tempo della II guerra Punica essa fu trasportata (Sery Aen. 12, 481).  Frequenti sono questi nomi: 
- Caelestis C. H 4310 (Tarraco, Hisp.)';
- numen Caelestis C, m 992 (ApuInm, Dacia). 
- Caelestis Augusta C. 11 2570 (Lucus Augusti, Hisp. Tarrac); 
- Caelestis victrix C. VI 756 (Roma) ; 
- Invicta Caelestis C. VI 78 (Roma). Dea Caelestis C. VI 2242 (Roma). 
- Domina Caelestis C. VI 77 (Roma). 
- Bona Dea Caelestis C. Hi 4849 (Venafrum, Ital.) ;  
- Diana Caelestis C. XIV 3536 (Tibur, Ital.) ; 
- Caelestis Diana Augusta C. V 5765 (Mediolanium, Ital). 
- Venus Caelestis C V 8137. 8138(Pola,Ital.); 
- Venus Caelesta C. X 1596 (Puteoli, Ital.);
- Venus Caelestis Augusta C. IX 2562 (Bovianum Undec, Ital). 
-  Caelestis Urania C. VI 80 (Roma). 


EX VOTO ALLA DEA CAELESTIS. LO SCRITTO RECITA:
"A CAELESTIS VITTORIOSA LOVINUS SCIOLSE IL SUO VOTO"

GLI ATTRIBUTI

- il serpente
- la lancia
- il diadema
- la corona
- il leone
- la luna crescente
- il melograno
- lo scettro
- il tamburo da guerra



I NOMI

TANIT
Era chiamata a Cartagine: 
- Tanith, Tent, Thinit, Tinnit, Rat-tanit, o Faccia di Baal, Signora di Cartegine o Signora del Santuario. 
Dai greci era chiamata Tanis.

I Romani la chiamarono invece: 
- Virgo Caelestis 
- Dea Caelestis C. VIE 1887 = 16510 (Theveste, Num.) 
- Caelestis Afrorum Dea, 
- Dea magna Virgo Caelestis 9796 (Safar, Num.)
- Caelestis Dea 993 =12454 (Karpis, Afr. procons.)
- Dea sancta Caelestis 8433 (Sitifis, Mauret.)
- Juno Caelestis
- Iuno Aeterea
- luno Celestis Augusta C. VHI 1424 (Thibursicum, Afr. procons)
- Juno Lucina
- Caelestis Urania C. VI 80 (Roma)
- Fortunae dea Caelestis C. VIII 6943 (Cirta, Num.)
- Domina Caelestis EE. 7, 460 (Grande Cabilia ;Mauret.)
- Magna Mater
- Rhea
- Kybele
- Caelestis Augusta
TANIT
- Caelestis Augusta redux et conservatrix EE. 5, 948 (Auria, Mauret.)
- Numen Caelestis Augustae (Num.)
- Diana Caelestis C. XIV 3536 (Tibur, Ital.)
- Diana Caelestis Augusta C. Vni 999 (Carhago, Afr. procons.)
- Caelestis Diana Augusta C. V 5765 (Mediolanium, Ital).
- Venus Caelestis (Pola,Ital.) (Roma)
- Venus Caelesta C. X 1596 (Puteoli, Ital.)
- Venus Caelestis Augusta C. IX 2562 (Bovianum Undec, Ital).

Spesso era nominata con altre divinita, come:
- Caelestis, Saturnus, Mercurius, Fortuna dii iuvantes (C. Vin 2226 1);
- Caelestis Augusta, Jupiter, Pluto, Saturnus, Victoria Augusta;
- Dea Caelestis et Esculapius (C. Vm16417 =:EE. 5, 1264);
- Caelestis Augusta et Aesculapius Augustus et Genius Carthaginis et Genius Daciarum (C. Ill 993);
- Deus Sol Mithra, Venus felix, Cupido, Caelestis victrix (C. VI 756);

Ricorrono in opposizione agli inferi o Manes in una lapide di Lambaesis, nella Numidia (C. VIII 2756 lin. 20)
- Cuius ad-missi vel Manes vel Dii caelestes erunt seelsris vindices.
- Venus Caelestis et Dii
- Omnes Caelestes Dii

In generale pare che al culto attendessero degli uomini, come si vede da quattro iscrizioni dell'Afnca (C.Vm 1360. 4673.4674.16918), in cui ricorre un semplice sacerdos, e in un'altra (C. VHI 16417 =»EE. 5, 1264) ove esso "sacerdos publicus deae Caelestis et Aesculapii", e in una di Roma (C. VI 2242), "princeps sacerdotorum deae Celestis".

Vedi anche: LISTA DELLE DIVINITA' ROMANE


BIBLIO

- Renato Del Ponte - Dei e miti italici. Archetipi e forme della sacralità romano-italica - ECIG - Genova - 1985 -
- J. Eckhel - Doctrina numorum veterum - IV - Vienna - 1794 -
- Jorg Rupke - Communicating with the Gods - A Companion to the Roman Republic - Blackwell - 2010 -
- Robert Maxwell Ogilvie - The Romans and their gods in the age of Augustus - 1970 -
- Robert Turcan - The Gods of Ancient Rome - Routledge - 1998, 2001 -

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