L'acquedotto venne costruito nel 125-6 ac., dai censori G. Servilio Cepione e L. Cassio Longino. (Plin. NH XXXVI.121 dice erroneamente che è stato riparato da Q. Marcius Rex, Frontino, de aquis I.4, 8, 9, 18, 19, II.67-69, 82, 125; Non app..; pol. Silv. 545, 546), e venne restaurato da Augusto nel 11- 4 ac.
Questo acquedotto venne introdotto al fine di rifornire il Campidoglio, con un percorso ad alto livello, simile a quello della Marcia.
In realtà entrò a Roma in cima alla Marcia ed è stato il più alto degli acquedotti, permettendo così di servire le regioni di maggiore elevazione.
PASSAGGI DI TEPULA, MARCIA E JULIA ALLA STAZIONE TERMINI |
La sua temperatura la rendeva sgradevole per cui venne utilizzata solo per scopi industriali.
La Tepula, passando per 14 'Castella', consegnava acqua a quattro regioni, Templum Pacis, Esquiliae, Alta Semita, e via Lata.
Tre quarti delle sue acque andavano ai cittadini privati, per fontane e canali e il 15% fu assegnato a Publicis usibus.
Il suo scopo fu dunque quello di integrare le altre linee, come la Marcia, che ha fornito l'acqua ai quartieri orientali della città.
Le sue sorgenti erano locate a "due miglia a destra del decimo miglio della via Latina", e doveva il suo nome ai 16-17 gradi dell'acqua alle sorgenti, quindi tiepida, situate nella zona vulcanica dei Colli Albani, al X miglio della via Latina, tra gli odierni comuni di Grottaferrata e Marino.
Queste acque sono probabilmente identificate con quelle note oggi col nome di “Pantanella” e ”Acqua Preziosa”.
AQUA TEPULA SU AQUA MARCIA |
L'Acqua Preziosa, esiste ancora (PBS V.222), ma i resti del suo canale originale non sono mai stati rinvenuti. Frontino comunque non la riteneva idonea al consumo umano.
Il suo terminale originario sembra fosse vicino all'antica Porta Viminalis che si trovava nelle Mura Serviane, in realtà muro repubblicano, vicino ala stazione ferroviaria centrale di Roma moderna, chiamata appunto Termini da Terminus, il capolinea dell'acquedotto. In realtà nome di un antico Dio laziale.
Ci sono alcuni resti del canale, in particolare a Roma Vecchia e Tor Fiscale, dentro Roma, il canale può essere visto a Porta Maggiore e nell'arco augusteo sopra la Via Tiburtina, a Porta S. Lorenzo.
Nel 33 ac. Agrippa, per freddare le sue acque, le mescolò con quella dell'Aqua Iulia, e da quel momento in poi il suo canale entrò in città sugli archi dell'Aqua Marcia.
Sovrapposta alla Marcia, la Tepula era il più alto acquedotto, e quindi in grado di fornire acqua sopra molte parti. Tuttavia, il costo della Marcia e la scarsa qualità delle acque non dettero un gran successo
L'acqua, miscelata in un bacino di compensazione, venne allora suddivisa in due linee separate all'altezza dell’attuale località Capannelle, dove si trovava una piscina limaria (bacino di decantazione).
Correva, quindi, insieme all'Aqua Iulia, in un condotto distinto sopra gli archi dell’Aqua Marcia e giungeva in città Ad spem veterem, nei pressi di Porta Maggiore.
Il suo terminale originario sembra fosse vicino all'antica Porta Viminalis che si trovava nelle Mura Serviane, in realtà muro repubblicano, vicino ala stazione ferroviaria centrale di Roma moderna, chiamata appunto Termini da Terminus, il capolinea dell'acquedotto. In realtà nome di un antico Dio laziale.
Ci sono alcuni resti del canale, in particolare a Roma Vecchia e Tor Fiscale, dentro Roma, il canale può essere visto a Porta Maggiore e nell'arco augusteo sopra la Via Tiburtina, a Porta S. Lorenzo.
Fino all’epoca augustea l’acquedotto scorreva lungo un tragitto completamente sotterraneo, servendosi anche delle strutture dell’acquedotto dell'Aqua Marcia, del quale poi utilizzò in parte anche le arcuazioni esterne.
La lunghezza complessiva raggiungeva quasi le 12 miglia romane, circa 18 km, più della metà dei quali (9.580 m) in comune con la Marcia.
Nel 33 ac. Agrippa, per freddare le sue acque, le mescolò con quella dell'Aqua Iulia, e da quel momento in poi il suo canale entrò in città sugli archi dell'Aqua Marcia.
L'acqua, miscelata in un bacino di compensazione, venne allora suddivisa in due linee separate all'altezza dell’attuale località Capannelle, dove si trovava una piscina limaria (bacino di decantazione).
PERCORSO DELL'AQUA TEPULA |
Da qui in avanti il condotto sfruttava le mura aureliane fino a scavalcare la via Tiburtina su un arco che fu poi trasformato nella Porta Tiburtina.
Il percorso superava la porta Viminale, dove oggi sorge la Stazione Termini, e terminava in prossimità della Porta Collina, dov'era il “castello” principale di distribuzione, nelle vicinanze dell’attuale via XX Settembre.
Dai tempi di Frontino il suo corso venne considerato a partire dal serbatoio dell'Aqua Iulia, dove riceveva 190 quinariae, quindi 2892 dalla Marcia, e 163 dalla Anio Novus agli horti Epaphroditiani, rendendo 445 quinariae in tutto, o 18.647 m3 in 24 ore, una quantità piuttosto scarsa per l'epoca.
SCAVI DI ANTICHITA' - Accademia dei Lincei 1880
"I piloni della Marcia-Tepula e Giulia posano sopra fondamento a sacco alto m. 2,30 sul piano della ferrovia, e solcato dalle impronte verticali degli sbadacci.
Lo spiccato è di eccellente cortina, e misura m. 4,00 di larghezza, m. 4,70 di lunghezza, e m. 2 di altezza sino al piano di campagna moderno.
E' probabile che la cortina ricopra e nasconda i vecchi piloni a bugna di sperone, e che appartenga ai noti restauri angustei dei quali parlano le epigrafi di porta s. Lorenzo.
Il piano di campagna antico è inferiore al moderno di m. 2,30, e corrisponde al piano di risega del fondamento a sacco.
Da un lato e dall'altro delle arenazioni si riconoscono traccie della zona di servitù, limitata dal muro reticolato.
Fra questo muro ed i piloni il suolo è battuto ed imbrecciato con gli spurghi calcarei della Marcia, a modo di strada o di viottolo di campagna.
Questo viottolo doveva servire per uso esclusivo dei castellarii, degli aquarii e degli ingegneri addetti al servizio di manutenzione degli acquedotti.
Il taglio della ferrovia è venuto a cadere, per fortuna, sopra una coppia di cippi integrali di travertino.
Essi misurano m. 1,44 di altezza, m. 0,50 di fronte, m. 0,25 di costa, e sono spianati di martellina nella parte emergente dal suolo, rustici e grezzi nel terzo inferiore.
La iscrizione è rivolta dalla parte dei fornici.
Lo spigolo posteriore dei cippi dista dallo spiccato dei piloni di m. 3,60 : lo spazio complessivo limitato dai cippi è dunque di m. 3,50 -[- 3,00 -f- 4,00 = 11,20, pari a piedi romani 38 ckca.
Presso il secondo cippo furon ritrovate sei monete di Augusto, una di Antonia (?) e una di Caligola."
BIBLIO
- T. Ashby - The aqueducts of ancient Rome - 1931 -
- Lucos Cozza - L'opera di Thomas Ashby e gli acquedotti di Roma' (con A. Claridge) - Il trionfo dell'acqua - Atti del convegno "Gli antichi acquedotti di Roma, problemi di conoscenza, conservazione e tutela" - Roma - Comune di Roma - A.C.E.A - 1992 -
- A. Trevor Hodge - Roman Aqueducts & Water Supply - London - Duckworth - 1992 -
- Rodolfo Lanciani - I Commentarii di Frontino intorno le acque e gli acquedotti - silloge epigrafica aquaria - Roma - Salviucci - 1880 -
- Romolo Augusto Staccioli - Acquedotti, fontane e terme di Roma antica: i grandi monumenti che celebrano il "trionfo dell'acqua" nella città più potente dell'antichità - Roma - Newton & Compton Ed. - 2005 -
Dai tempi di Frontino il suo corso venne considerato a partire dal serbatoio dell'Aqua Iulia, dove riceveva 190 quinariae, quindi 2892 dalla Marcia, e 163 dalla Anio Novus agli horti Epaphroditiani, rendendo 445 quinariae in tutto, o 18.647 m3 in 24 ore, una quantità piuttosto scarsa per l'epoca.
SCAVI DI ANTICHITA' - Accademia dei Lincei 1880
"I piloni della Marcia-Tepula e Giulia posano sopra fondamento a sacco alto m. 2,30 sul piano della ferrovia, e solcato dalle impronte verticali degli sbadacci.
Lo spiccato è di eccellente cortina, e misura m. 4,00 di larghezza, m. 4,70 di lunghezza, e m. 2 di altezza sino al piano di campagna moderno.
E' probabile che la cortina ricopra e nasconda i vecchi piloni a bugna di sperone, e che appartenga ai noti restauri angustei dei quali parlano le epigrafi di porta s. Lorenzo.
Il piano di campagna antico è inferiore al moderno di m. 2,30, e corrisponde al piano di risega del fondamento a sacco.
Da un lato e dall'altro delle arenazioni si riconoscono traccie della zona di servitù, limitata dal muro reticolato.
Fra questo muro ed i piloni il suolo è battuto ed imbrecciato con gli spurghi calcarei della Marcia, a modo di strada o di viottolo di campagna.
Questo viottolo doveva servire per uso esclusivo dei castellarii, degli aquarii e degli ingegneri addetti al servizio di manutenzione degli acquedotti.
Il taglio della ferrovia è venuto a cadere, per fortuna, sopra una coppia di cippi integrali di travertino.
Essi misurano m. 1,44 di altezza, m. 0,50 di fronte, m. 0,25 di costa, e sono spianati di martellina nella parte emergente dal suolo, rustici e grezzi nel terzo inferiore.
La iscrizione è rivolta dalla parte dei fornici.
Lo spigolo posteriore dei cippi dista dallo spiccato dei piloni di m. 3,60 : lo spazio complessivo limitato dai cippi è dunque di m. 3,50 -[- 3,00 -f- 4,00 = 11,20, pari a piedi romani 38 ckca.
Presso il secondo cippo furon ritrovate sei monete di Augusto, una di Antonia (?) e una di Caligola."
BIBLIO
- T. Ashby - The aqueducts of ancient Rome - 1931 -
- Lucos Cozza - L'opera di Thomas Ashby e gli acquedotti di Roma' (con A. Claridge) - Il trionfo dell'acqua - Atti del convegno "Gli antichi acquedotti di Roma, problemi di conoscenza, conservazione e tutela" - Roma - Comune di Roma - A.C.E.A - 1992 -
- A. Trevor Hodge - Roman Aqueducts & Water Supply - London - Duckworth - 1992 -
- Rodolfo Lanciani - I Commentarii di Frontino intorno le acque e gli acquedotti - silloge epigrafica aquaria - Roma - Salviucci - 1880 -
- Romolo Augusto Staccioli - Acquedotti, fontane e terme di Roma antica: i grandi monumenti che celebrano il "trionfo dell'acqua" nella città più potente dell'antichità - Roma - Newton & Compton Ed. - 2005 -
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