Il Cursus Honorum a Roma, in età repubblicana (ed in seguito anche in età imperiale), obbligava ogni cittadino, che volesse ricoprire cariche politiche, a seguire un certo percorso, procedendo in ordine crescente di importanza (cursus honorum) e secondo vincoli di età determinati dalla lex Villia annalis (180 a.c.).
Sappiamo ciò dalle iscrizioni, specialmente da quelle onorarie ma pure da quelle sepolcrali, dove venivano citate le diverse cariche e funzioni sacerdotali dal soggetto in questione. In età repubblicana i personaggi di cui nelle iscrizioni è citato il cursus honorum appartengono all’ordine senatorio, unico detentore delle cariche pubbliche.
Poi, soprattutto grazie ad Augusto, una certa parte delle cariche venne affidata, in Roma e fuori, a personaggi della classe equestre, mentre le cariche minori vennero affidate anche ai plebei.
LEX VILLIA
La lex Villia annalis fu un plebiscito fatto approvare nel 180 a.c. dal tribuno Lucio Villio, la cui famiglia acquistò per questo il cognome di Annalis. La legge introdusse un’età minima per l’accesso alle magistrature del Cursus Honorum e un intervallo obbligatorio di due anni tra l’assunzione di due cariche. Restarono invariate le regole per la rielezione alla stessa magistratura, già stabilite da un plebiscito del 342 a.c.
Non si poteva essere questori prima di aver prestato dieci anni di servizio militare (decem stipendia), termine innalzato poi da Silla a 30 anni.
Ai tempi di Cicerone non si poteva essere
- edili curuli prima dei 37 anni,
- pretori prima dei 40
- consoli prima dei 43.
La lex Villia voleva garantire l’avvicendamento al potere dei membri della classe dirigente, evitando concentrazioni di potere e la continua successione delle cariche. La legge è citata, fra gli altri, da Cicerone e Livio:
“Legibus enim annalibus cum grandiorem aetatem ad consulatum constituebant, adulescentiae temeritatem uerebantur ...”
“Quando stabilivano un’età più matura per il consolato mediante leggi che prescrivevano un intervallo di anni, temevano l’ imprudenza della gioventù …”
(Cicero, Phil., V, 47)
Nella Repubblica Romana ogni ufficio militare e politico aveva dunque un'età minima per l'elezione. C'erano intervalli minimi per tenere uffici successivi e leggi che proibivano di reiterare un ufficio.
Queste regole furono a volte modificate o contraddette nel corso dell'ultimo secolo della Repubblica. Per esempio, Gaio Mario fu console per cinque anni consecutivi tra il 104 e il 100 a.c., ma è anche vero che Mario fu richiamato a gran voce perchè era un generale eccezionale che vinceva sempre, insomma la garanzia di salvezza. Con le riforme di Lucio Cornelio Silla era richiesto invece un intervallo di due anni per un nuovo ufficio o per concorrere un'altra volta allo stesso ufficio.
IL PLEBISCITO
La Lex Villia fu promulgata per Plebiscito cioè "interrogazione alla classe sociale dei plebei".
Il "plebis scitum" indicava la deliberazione della sola plebe riunita nei Concilia Plebis. Inizialmente funzionava sui soli plebei. Ma con la Lex Hortensia nel 287 a.c., si promulgò che decisioni assunte nei concilia plebis vincolassero tutti i cittadini.
Nell'età imperiale, venendo meno la distinzione tra popolo e plebe, venne meno anche la differenza tra plebiscito e legge. La maggior parte dei provvedimenti legislativi, sebbene indicati dai giuristi romani come leggi, erano in realtà plebisciti. Tanto contava all'epoca il popolo romano. Nessuna odierna democrazia prevede tanto spazio al popolo.
“Legibus enim annalibus cum grandiorem aetatem ad consulatum constituebant, adulescentiae temeritatem uerebantur ...”
“Quando stabilivano un’età più matura per il consolato mediante leggi che prescrivevano un intervallo di anni, temevano l’ imprudenza della gioventù …”
(Cicero, Phil., V, 47)
Nella Repubblica Romana ogni ufficio militare e politico aveva dunque un'età minima per l'elezione. C'erano intervalli minimi per tenere uffici successivi e leggi che proibivano di reiterare un ufficio.
Queste regole furono a volte modificate o contraddette nel corso dell'ultimo secolo della Repubblica. Per esempio, Gaio Mario fu console per cinque anni consecutivi tra il 104 e il 100 a.c., ma è anche vero che Mario fu richiamato a gran voce perchè era un generale eccezionale che vinceva sempre, insomma la garanzia di salvezza. Con le riforme di Lucio Cornelio Silla era richiesto invece un intervallo di due anni per un nuovo ufficio o per concorrere un'altra volta allo stesso ufficio.
CITTADINI ROMANI AL VOTO |
IL PLEBISCITO
La Lex Villia fu promulgata per Plebiscito cioè "interrogazione alla classe sociale dei plebei".
Il "plebis scitum" indicava la deliberazione della sola plebe riunita nei Concilia Plebis. Inizialmente funzionava sui soli plebei. Ma con la Lex Hortensia nel 287 a.c., si promulgò che decisioni assunte nei concilia plebis vincolassero tutti i cittadini.
Nell'età imperiale, venendo meno la distinzione tra popolo e plebe, venne meno anche la differenza tra plebiscito e legge. La maggior parte dei provvedimenti legislativi, sebbene indicati dai giuristi romani come leggi, erano in realtà plebisciti. Tanto contava all'epoca il popolo romano. Nessuna odierna democrazia prevede tanto spazio al popolo.
IL CURSUS E L'ONORE
Il Cursus Honorum era importantissimo per i romani, non solo per le cariche pubbliche, ma anche per la rispettabilità e l'onore del romano. Nessuno avrebbe iniziato un qualsiasi lavoro di un minimo di prestigio se prima non aveva assolto la sua parte di militare, combattendo in qualsiasi grado nell'esercito.
Tra il 90 e l'88 a.c., Cicerone servì sotto Gneo Pompeo Strabone e Lucio Cornelio Silla durante le campagne della Guerra sociale, per poter poi tentare la magistratura.
Narra Properzio che Mecenate abbia partecipato alle campagne di Modena, di Filippi e di Perugia prima di dedicarsi alla sua splendida villa e alla corte di Augusto.Tra il 90 e l'88 a.c., Cicerone servì sotto Gneo Pompeo Strabone e Lucio Cornelio Silla durante le campagne della Guerra sociale, per poter poi tentare la magistratura.
Insomma anche i grandi dovevano farsi onore dimostrando l'amor di patria. Già nel periodo repubblicano la magistratura più bassa, la questura, era generalmente preceduta dal servizio militare, che si prestava col grado di tribuno di legione, e da una delle cariche del vigintisexviratus.
Aver combattuto per Roma era la garanzia del buon cives romanus, e qualsiasi ricco, anche non aristocratico cittadino avrebbe aperto la porta di casa a gente che non avesse potuto raccontare della vita da legionario spesa per un certo periodo a favore della patria.
Tutto questo finirà con l'avvento del cristianesimo che considerava la guerra peccato, però assoldava militari stranieri per combatterla e questi non avevano nè il sacro fuoco dell'eroismo, nè l'amore per una patria acquisita. Così cadrà l'amor di patria, l'eroismo, il mito di Roma e l'importanza del Cursus Honorum.
LE TRE CARRIERE
Dalle numerosissime iscrizioni di età imperiale si è potuto evincere che il cursus honorum era diviso in tre categorie: carriera senatoria, carriera equestre, carriera inferiore.
La prima si apriva a chi apparteneva alla nobiltà senatoria o per diritto di nascita o per esservi stato ammesso (in linea di massima, per concessione dell’imperatore); la seconda a chi faceva parte della classe dei cavalieri; l’ultima a chi era fuori sia dell’ordine senatorio, sia dell’ordine equestre.
Esisteva un censo minimo per l’appartenenza ai due ordini che era di 1.400.000 sesterzi, condizione necessaria, ma naturalmente non sufficiente. Nelle epigrafi i titoli delle cariche si susseguono generalmente o nell’ordine diretto (cronologico) o nell’ordine inverso, a quello in cui erano state realmente rivestite, quindi dalla più alta alla più bassa (p. es.: console, pretore, edile, tribuno della plebe, questore). Però anche nell’ordine diretto la magistratura più elevata veniva citata per prima.
Anche le funzioni sacerdotali citavano prima la magistratura più elevata fatta in principio (p. es. pretore, pontefice, questore, tribuno della plebe, edile).
CARRIERA SENATORIA
Le principali cariche della carriera senatoria, sia repubblicane che imperiali, furono:
- la questura,
- il tribunato della plebe (accessibile solo ai plebei),
- l’edilità plebea (accessibile solo ai plebei),
- l'edilità curule (accessibile solo ai patrizi),
- la pretura,
- il consolato.
Ma il passaggio obbligatorio dall’uno all’altro gradino venne imposto formalmente solo nel 180 a.c. dalla lex Villia annalis, che stabilì il minimo di età per le candidature e contemplava, pare, soltanto la scala delle tre cariche curuli della questura, pretura e consolato, lasciando facoltative le cariche plebee del tribunato e della edilità, e quella dell’edilità curule. Un sistema molto sbilanciato dalla parte dei patrizi che finì per esser scardinato.
RIFORMA AUGUSTEA
Augusto, nella riorganizzazione statale del 27 a.c., stabilì:
- gradino obbligatorio per i plebei, tra la questura e la pretura, il tribunato della plebe o l’edilità (sia l’edilità plebea sia l’edilità curule, divenuta ora accessibile anche ai plebei);
- i patrizi potevano invece passare direttamente dalla questura alla pretura, facoltativa l’edilità curule.
Fu per ragione di equità poichè annualmente v’erano 10 posti di tribuni della plebe e 4 di edili della plebe, complessivamente quattordici, di fronte a 2 soli posti di edili curuli. Se i patrizi dovevano passare attraverso i due unici posti di edili disponibili per accedere alla pretura, la loro carriera si sarebbe notevolmente ritardata.
VIGINTIVIRATUS
Augusto stabilì, come gradini obbligatori per la questura, il servizio militare come tribuno e, prima, uno degli uffici del vigintiviratus (cui lo stesso Augusto aveva ridotto il vigintisexviratus del periodo repubblicano). Del vigintivirato facevano parte i seguenti uffici:
- i tresviri capitales, detti anche tresviri nocturni, istituiti sul principio del III sec. a.c. che avevano l’incarico di :
aiutare i magistrati superiori nella giurisdizione civile e penale,
sorvegliavano le prigioni,
facevano eseguire le condanne a morte,
provvedevano alla polizia notturna, ecc.;
- i tresviri aere argento auro flando feriundo (IIIviri a.a.a.f.f.) o monetales,
che curavano per incarico del senato la coniazione delle monete; a partire dal 16 a.c. soltanto quella in bronzo;
- i quattuorviri viis in urbe purgandis, detti anche viarum curandarum,
che si occupavano a fianco degli edili della manutenzione delle vie di Roma;
- i decemviri stlitibus iudicandis,
che attendevano ai processi dibattuti intorno allo stato di libertà dei cittadini (p. es., se uno era libero o schiavo). Da Augusto ebbero la direzione del tribunale dei centumviri per i processi relativi alle eredità, sotto la guida di un pretore.
A questi quattro collegi nel periodo repubblicano se ne aggiungevano altri due:
- i duoviri viis extra (propiusve) urbem (Romam passus mille) purgandis,
che si trovano nominati nella lex Iulia municipalis e che furono soppressi da Augusto intorno all’anno 20 a.c., quando egli istituì la cura viarum;
- i quattuorviri iure dicundo Capuam Cumas
eletti dopo il 124 a.c. in sostituzione dei praefecti Capuam Cumas nominati prima dal pretore urbano per esercitare, come suoi incaricati, la giurisdizione nei dieci distretti campani: Capua, Cumae, Casilinum, Volturnum, Liternum, Puteoli, Acerrae, Suessula, Atella, Calatia. Anche il collegio dei IIIIviri i.d. Capuam Cumas venne soppresso, nel 13 a.c., da Augusto.
Pertanto i gradini della carriera senatoria per i plebei (molto più numerosi dei patrizi) durante il principato furono:
1) una delle cariche del vigintivirato,
2) tribunato di legione,
3) questura,
4) tribunato o edilità, (i patrizi ne erano esenti)
5) pretura,
6) consolato.
Vi erano poi uffici riservati agli ex questori, altri più elevati per gli ex pretori (p. es. il comando di una legione col titolo di legatus Augusti legionis), altri ancora più elevati per gli ex consoli (p. es. la praefectura urbi).
IL NEPOTISMO
Il cursus honorum, cioè il corso degli onori conseguito o da conseguire, cominciava ufficialmente con dieci anni di servizio militare nella cavalleria romana o nello staff di un generale che era un parente o un amico della famiglia. Il nepotismo non veniva condannato, perchè ogni famiglia prestigiosa doveva continuamente tenere alto il prestigio, o combattendo valorosamente in guerra e o costruendo a proprie spese edifici pubblici a favore del popolo. Fatto sta però che il membro della familia prestigiosa doveva tenere alto questo prestigio, dimostrando valore e capacità in guerra, e magnanimità verso lo stato e i cittadini in tempo di pace. Pertanto il nepotismo era garanzia di grande impegno per non far sfigurare la gens e gli avi.
I candidati romani per i pubblici uffici erano dunque scelti per la reputazione personale e per quella della loro famiglia. Era anche vero che il membro di una famiglia gloriosa veniva allevato al rispetto e al valore di questa gloria che lui doveva assolutamente emulare, per cui nessuno osava sconfessare questi valori, anche a costo della vita.
I candidati che provenivano dalle famiglie più antiche erano quindi favoriti perché potevano usare le abilità dei loro antenati per la loro propaganda elettorale.
CARRIERA EQUESTRE
Le principali funzioni della carriera riservata ai personaggi dell’ordine equestre erano le procurature e le prefetture, ma normalmente per accedervi bisognava aver prestato alcuni anni di servizio militare con un certo grado. Questi gradi, che si chiamavano militiae equestres, che furono tre a partire dall’inizio del II sec.:
1) la prefettura o il tribunato di una coorte ausiliaria, cioè il comando col titolo di praefectus o di tribunus di uno di quei numerosi corpi ausiliari di fanteria, chiamati cohortes e arruolati fuori d’Italia, che affiancavano le legioni;
2) il tribunato di legione, o tribunus militum nelle legioni, che era anche il grado con cui i giovani di famiglia senatoria prestavano servizio militare. Erano dell’ordine senatorio i laticlavii, e dell’ordine equestre gli angusticlavii. Il clavus era la striscia di porpora che orlava la tunica bianca dei senatori e dei cavalieri romani; quello dei senatori era più largo (latus) di quello dei cavalieri (angustus). In luogo del tribunato angusticlavio di legione si poteva rivestire il tribunato in uno dei corpi urbani, cioè essere tribunus di una delle coorti dei vigiles, degli urbaniciani, o dei praetoriani;
3) la prefettura di un’ala di cavalleria, cioè il comando, col titolo di praefectus, di uno di quei numerosi corpi ausiliari di cavalleria, chiamati alae e arruolati fuori d’Italia, che affiancavano le legioni. Nei cursus honorum equestri ricorre di frequente l’espressione a tribus militiis, oppure a militiis, per indicare che il personaggio ha assolto il suo obbligo militare.
In età postseveriana alle tres militiae se ne aggiunge un’altra, cioè il grado di centurione nella legione (il che vuol dire che l’appartenenza all’ordine equestre si apre a ceti socialmente meno elevati; prima i cavalieri avevano servito nella legione col grado di tribuni militum, ora con quello più basso di ufficiale subalterno, di centurione), e si parla di quattuor militiae.
Dopo aver prestato servizio militare nei gradi suddetti (ma poteva bastare rivestirne uno solo), il personaggio dell’ordine equestre poteva accedere a una serie di cariche denominate procurature e prefetture.
Le procurature si dividevano in tre gruppi:
- uffici di carattere finanziario, e i cavalieri li dirigevano col titolo di procuratores,
- uffici con funzioni amministrative o militari in certi piccoli territori provinciali,
- uffici addetti al palazzo e alla cancelleria imperiale.
Le prefetture:
- alcune di carattere amministrativo (praefectus annonae, praefectus vehiculorum, cioè capo del servizio postale),
- altre di carattere militare: praefectus vigilum, cioè il comandante del corpo dei vigiles stanziati in Roma; il praefectus praetorio, cioè il comandante dei pretoriani; il praefectus Aegypti, cioè il governatore dell’Egitto, l’unica provincia importante affidata da Augusto non a un governatore senatorio, ma a un cavaliere.
Col tempo però, il praefectus praetorio diventò una specie di alter ego dell’imperatore.
I personaggi dell’ordine equestre portano il titolo di "vir egregius"; quelli che raggiungono le cariche più elevate "vir perfectissimus" e "vir eminentissimus".
Quando nella seconda metà del III secolo i senatori vennero esclusi dai comandi militari e dai governi provinciali, tali cariche furono attribuite all’ordine equestre, col titolo di "praefecti legionis" e di "praesides provinciae".
Dal IV sec. tutte le cariche un tempo riservate ai personaggi dell’ordine equestre scomparvero e vennero affidate alla classe senatoria, sì che sparì il cursus honorum equestre. Per rivestire il consolato non era più necessario aver risalito il cursus honorum, ma per benevolenza dell’imperatore.
Le funzioni più elevate della carriera senatoria erano:
- praefectus urbi (che presiedeva il senato ed era tramite fra questo e l’imperatore),
- praefectus praetorio,
- proconsules
- comites
Infatti il vecchio titolo di vir clarissimus divenne vir spectabilis e, ancor più elevata, vir inlustris, che spettava al praefectus urbi e al praefectus praetorio.
Quanto ai governatori provinciali, un rango superiore a tutti gli altri competeva ai proconsules di Asia, di Africa e di Acaia, che non erano subordinati né ai vicarii né ai prefetti del pretorio, ma dipendevano direttamente dall’imperatore, nel cui nome amministravano la giustizia. A capo delle altre province, in ordine decrescente d’importanza, vi erano dei consulares o dei correctores o dei praesides.
CARRIERA INFERIORE
Coloro che non appartenevano né all’ordine senatorio né all’ordine equestre potevano accedere a quattro categorie principali:
- nell’amministrazione civile (spesso affidate ai liberti imperiali),
- nelle funzioni militari di rango più basso fino al grado di centurione,
- nelle cariche civili e religiose esercitate nelle singole città,
- nelle cariche delle corporazioni.
NELLE CITTA'
Le cariche nelle città (municipi, colonie) erano le stesse delle antiche magistrature repubblicane:
- quaestores,
- aediles (detti anche duoviri aediles)
- duoviri iure dicundo (IIviri i. d.), detti duoviri i. d. quinquennales o anche semplicemente quinquennales quando si trovavano a rivestire la carica in quell’anno in cui si dovevano esercitare le funzioni censorie, il che accadeva, come nella Roma repubblicana, ogni cinque anni.
Nelle città vi era anche un senato, che si chiamava ordo decurionum dal nome dei decuriones (i senatori municipali). Le cariche nelle corporazioni riproducevano quelle municipali (aediles, decuriones ecc.)
I PRIMI PASSI
Il primo passo si compiva attorno all'età di vent'anni, ricoprendo il tribunato militare per almeno due o tre anni di carica (tribunus laticlavius). I passaggi successivi del cursus honorum erano realizzati tramite elezioni dirette che si svolgevano annualmente.
TRIBUNUS LACTICLAVUS
Con la riforma di Gaio Mario il tribunus lacticlavus si trovava come II in grado rispetto al legatus legionis, il comandante di legione, e superiore degli altri cinque tribuni angusticlavi (tradizionalmente appartenenti all'ordine equestre) e più tardi del praefectus castrorum.
Questa carica era il I gradino obbligatorio del cursus honorum delle famiglie senatoriali. Questi portava il lacticlavius, una striscia di porpora sulle spalle, fissata su una tunica bianca, e che cadeva avanti e dietro in senso verticale per la lunghezza della tunica. Il nome deriva da latus (largo) e clavium (ornamento fissato sull'abito), quindi ornamento largo. Il laticlavio ancora più largo era riservato ai senatori. Invece, i cavalieri portavano una striscia di porpora più stretta, ovvero l'angusticlavio.
Riepilogando:
la banda purpurea stretta andava agli equites, i cavalieri;
la banda purpurea media andava al tribuno lacticlavio
la banda purpurea larga andava ai senatori
la banda purpurea larga andava anche sulle toghe dei bambini come segno di inviolabilità (toga praetexta).
Svetonio narra che Augusto permise ai figli dei senatori, per velocizzare il loro apprendimento, di vestire con il lacticlavio, poco dopo aver indossato la toga virile e di assistere alle sedute del Senato. Coloro poi, che avessero affrontato la carriera militare, potevano entrare sia nella legione con il grado di tribunus laticlavius, o nelle truppe ausiliarie con il grado di praefectus alae. E affinchè ciascun figlio maschio di senatore affrontasse la vita militare, mise due ufficiali con il laticlavio al comando di ciascuna ala di cavalleria.
Il tribuno laticlavio di solito aveva vent'anni (a parte Tiberio, che ricoprì la carica a 16 anni), e apparteneva alle più ricche famiglie di Roma, subordinato al solo legatus legionis. Dopo due o tre anni di questo incarico poteva accedere al gradino successivo, tornando nella capitale ed ottenendo la carica annuale di questore.
VIGINTIVIR
Nella Repubblica Romana vi furono i Vigintisexviri (Ventisei uomini), un collegio (collegium) di magistrati minori (magistratus minores) divisi in:
- triumviri capitales - aiutavano il pretore nelle cause penali;
- triumviri monetales aere auro argento lando feriundo (AAAFF) - preposti al funzionamento ed al controllo della zecca;
- quattuorviri viarum curandarum - per la manutenzione delle strade all'interno di Roma;
- due curatores viarum - per le strade fuori da Roma,
- decemviri stilitibus iudicandis - che collaboravano con il pretore nelle cause civili;
- quattro praefecti Capuam Cumas - inviati in Campania a Capua e Cuma per amministrarvi la giustizia.
TRIBUNO DELLA PLEBE
- la prima magistratura plebea a Roma, dotata di sacrosantitas (inviolabilità).
ARVALI - (Fratres Arvales), ("fratelli dei campi" o "fratelli di Romolo"), dodici, addetti al culto della Dea Dia, a maggio compivano un'antichissima cerimonia di purificazione dei campi, gli Arvalia.
LUPERCI - presiedevano la festa di purificazione e fecondazione dei Lupercalia, divisi in Quintiali eFabiani.
SALII - sacerdoti di Marte, divisi in due gruppi da dodici detti Collini e Palatini. A marzo e ottobre portavano in processione i 12 ancilia, dodici scudi di cui il primo donato da Marte al re Numa Pompilio.
FEZIALI - (Fetiales), 20 membri addetti a trattare con il nemico. La guerra per essere Bellum Iustum doveva essere dichiarata secondo il rito corretto, il Pater Patratuspronunciava una formula mentre scagliava il giavellotto in territorio nemico.
Milizie equestri:
PREFECTUS PRAETORIO
- praefectus urbi - di rango senatorio, che si occupava della città di Roma;
- praefectus vigilum - comandante dei vigiles;
- praefectus annonae - responsabile dell'annona (rifornimento alimentare della città);
- praefectus vehiculorum - responsabile del cursus publicus, servizio imperiale di posta all'interno dell'Impero. Iniziò sotto Augusto.
CON INCARICHI PROVINCIALI
LE TRE CARRIERE
Dalle numerosissime iscrizioni di età imperiale si è potuto evincere che il cursus honorum era diviso in tre categorie: carriera senatoria, carriera equestre, carriera inferiore.
La prima si apriva a chi apparteneva alla nobiltà senatoria o per diritto di nascita o per esservi stato ammesso (in linea di massima, per concessione dell’imperatore); la seconda a chi faceva parte della classe dei cavalieri; l’ultima a chi era fuori sia dell’ordine senatorio, sia dell’ordine equestre.
Esisteva un censo minimo per l’appartenenza ai due ordini che era di 1.400.000 sesterzi, condizione necessaria, ma naturalmente non sufficiente. Nelle epigrafi i titoli delle cariche si susseguono generalmente o nell’ordine diretto (cronologico) o nell’ordine inverso, a quello in cui erano state realmente rivestite, quindi dalla più alta alla più bassa (p. es.: console, pretore, edile, tribuno della plebe, questore). Però anche nell’ordine diretto la magistratura più elevata veniva citata per prima.
Anche le funzioni sacerdotali citavano prima la magistratura più elevata fatta in principio (p. es. pretore, pontefice, questore, tribuno della plebe, edile).
CARRIERA SENATORIA
Le principali cariche della carriera senatoria, sia repubblicane che imperiali, furono:
- la questura,
- il tribunato della plebe (accessibile solo ai plebei),
- l’edilità plebea (accessibile solo ai plebei),
- l'edilità curule (accessibile solo ai patrizi),
- la pretura,
- il consolato.
Ma il passaggio obbligatorio dall’uno all’altro gradino venne imposto formalmente solo nel 180 a.c. dalla lex Villia annalis, che stabilì il minimo di età per le candidature e contemplava, pare, soltanto la scala delle tre cariche curuli della questura, pretura e consolato, lasciando facoltative le cariche plebee del tribunato e della edilità, e quella dell’edilità curule. Un sistema molto sbilanciato dalla parte dei patrizi che finì per esser scardinato.
RIFORMA AUGUSTEA
Augusto, nella riorganizzazione statale del 27 a.c., stabilì:
- gradino obbligatorio per i plebei, tra la questura e la pretura, il tribunato della plebe o l’edilità (sia l’edilità plebea sia l’edilità curule, divenuta ora accessibile anche ai plebei);
- i patrizi potevano invece passare direttamente dalla questura alla pretura, facoltativa l’edilità curule.
Fu per ragione di equità poichè annualmente v’erano 10 posti di tribuni della plebe e 4 di edili della plebe, complessivamente quattordici, di fronte a 2 soli posti di edili curuli. Se i patrizi dovevano passare attraverso i due unici posti di edili disponibili per accedere alla pretura, la loro carriera si sarebbe notevolmente ritardata.
VIGINTIVIRATUS
Augusto stabilì, come gradini obbligatori per la questura, il servizio militare come tribuno e, prima, uno degli uffici del vigintiviratus (cui lo stesso Augusto aveva ridotto il vigintisexviratus del periodo repubblicano). Del vigintivirato facevano parte i seguenti uffici:
- i tresviri capitales, detti anche tresviri nocturni, istituiti sul principio del III sec. a.c. che avevano l’incarico di :
aiutare i magistrati superiori nella giurisdizione civile e penale,
sorvegliavano le prigioni,
facevano eseguire le condanne a morte,
provvedevano alla polizia notturna, ecc.;
- i tresviri aere argento auro flando feriundo (IIIviri a.a.a.f.f.) o monetales,
che curavano per incarico del senato la coniazione delle monete; a partire dal 16 a.c. soltanto quella in bronzo;
- i quattuorviri viis in urbe purgandis, detti anche viarum curandarum,
che si occupavano a fianco degli edili della manutenzione delle vie di Roma;
- i decemviri stlitibus iudicandis,
che attendevano ai processi dibattuti intorno allo stato di libertà dei cittadini (p. es., se uno era libero o schiavo). Da Augusto ebbero la direzione del tribunale dei centumviri per i processi relativi alle eredità, sotto la guida di un pretore.
A questi quattro collegi nel periodo repubblicano se ne aggiungevano altri due:
- i duoviri viis extra (propiusve) urbem (Romam passus mille) purgandis,
che si trovano nominati nella lex Iulia municipalis e che furono soppressi da Augusto intorno all’anno 20 a.c., quando egli istituì la cura viarum;
- i quattuorviri iure dicundo Capuam Cumas
eletti dopo il 124 a.c. in sostituzione dei praefecti Capuam Cumas nominati prima dal pretore urbano per esercitare, come suoi incaricati, la giurisdizione nei dieci distretti campani: Capua, Cumae, Casilinum, Volturnum, Liternum, Puteoli, Acerrae, Suessula, Atella, Calatia. Anche il collegio dei IIIIviri i.d. Capuam Cumas venne soppresso, nel 13 a.c., da Augusto.
Pertanto i gradini della carriera senatoria per i plebei (molto più numerosi dei patrizi) durante il principato furono:
1) una delle cariche del vigintivirato,
2) tribunato di legione,
3) questura,
4) tribunato o edilità, (i patrizi ne erano esenti)
5) pretura,
6) consolato.
Vi erano poi uffici riservati agli ex questori, altri più elevati per gli ex pretori (p. es. il comando di una legione col titolo di legatus Augusti legionis), altri ancora più elevati per gli ex consoli (p. es. la praefectura urbi).
IL GOVERNO DI PROVINCIA
In età repubblicana le varie province erano state rette o da un magistrato cum imperio (console, pretore), o da un promagistrato (proconsole, propretore).
Augusto divise le province in due categorie:
- quelle “imperiali” alla diretta dipendenza dell’imperatore (dove stanziava stabilmente una guarnigione),
- quelle “senatorie” (in territori pacificati che non richiedevano presidi), rimaste di pertinenza del senato salvo l’alta sorveglianza dell’imperatore. I governatori di queste province “senatorie” ebbero il titolo di proconsoli, ma solo per le province di Asia e di Africa, mentre per le altre erano scelti fra gli ex pretori.
Per esempio, un personaggio che avesse rivestito la pretura poteva ottenere la carica di proconsul provinciae Macedoniae; ma solo se riusciva a rivestire il consolato poteva aspirare alla carica di proconsul provinciae Africae.
I proconsoli delle due province consolari (Asia e Africa) erano coadiuvati da tre assistenti col titolo di legati (proconsulis), quelli delle province pretorie da uno solo di questi legati; in ogni provincia senatoria vi era per gli affari finanziari un questore.
Quei senatori che governavano una provincia imperiale diventavano "legati Augusti pro praetore", dei luogotenenti dell’imperatore, con potere generale superiore a quello dei singoli governatori.
Anche i governatori di province imperiali erano scelti o tra gli ex pretori o tra gli ex consoli, cioè i "consulares", che dal II sec. in poi designò il governatore di una provincia imperiale (in luogo di quello di legatus Augusti pro praetore). Dalla II metà del II sec., invece del titolo di legatus Augusti pro praetore si usò per i governatori di province imperiali il titolo di "praeses" (preside).
I governatori di province imperiali erano coadiuvati, per l’amministrazione finanziaria, da procuratores dell’ordine equestre, mentre per l’amministrazione della giustizia erano coadiuvati da comites (adsessores).
I senatori vennero poi menzionati nelle iscrizioni col titolo di "vir clarissimus". Se si trattava di un defunto il titolo era quello di "clarissimae memoriae vir" (c. m. v.); per i familiari si usavano i titoli di clarissimus puer (c. p.), clarissimus iuvenis (c. i.), clarissima femina (c. f.).
In età repubblicana le varie province erano state rette o da un magistrato cum imperio (console, pretore), o da un promagistrato (proconsole, propretore).
Augusto divise le province in due categorie:
- quelle “imperiali” alla diretta dipendenza dell’imperatore (dove stanziava stabilmente una guarnigione),
- quelle “senatorie” (in territori pacificati che non richiedevano presidi), rimaste di pertinenza del senato salvo l’alta sorveglianza dell’imperatore. I governatori di queste province “senatorie” ebbero il titolo di proconsoli, ma solo per le province di Asia e di Africa, mentre per le altre erano scelti fra gli ex pretori.
Per esempio, un personaggio che avesse rivestito la pretura poteva ottenere la carica di proconsul provinciae Macedoniae; ma solo se riusciva a rivestire il consolato poteva aspirare alla carica di proconsul provinciae Africae.
I proconsoli delle due province consolari (Asia e Africa) erano coadiuvati da tre assistenti col titolo di legati (proconsulis), quelli delle province pretorie da uno solo di questi legati; in ogni provincia senatoria vi era per gli affari finanziari un questore.
Quei senatori che governavano una provincia imperiale diventavano "legati Augusti pro praetore", dei luogotenenti dell’imperatore, con potere generale superiore a quello dei singoli governatori.
Anche i governatori di province imperiali erano scelti o tra gli ex pretori o tra gli ex consoli, cioè i "consulares", che dal II sec. in poi designò il governatore di una provincia imperiale (in luogo di quello di legatus Augusti pro praetore). Dalla II metà del II sec., invece del titolo di legatus Augusti pro praetore si usò per i governatori di province imperiali il titolo di "praeses" (preside).
I governatori di province imperiali erano coadiuvati, per l’amministrazione finanziaria, da procuratores dell’ordine equestre, mentre per l’amministrazione della giustizia erano coadiuvati da comites (adsessores).
I senatori vennero poi menzionati nelle iscrizioni col titolo di "vir clarissimus". Se si trattava di un defunto il titolo era quello di "clarissimae memoriae vir" (c. m. v.); per i familiari si usavano i titoli di clarissimus puer (c. p.), clarissimus iuvenis (c. i.), clarissima femina (c. f.).
IL NEPOTISMO
Il cursus honorum, cioè il corso degli onori conseguito o da conseguire, cominciava ufficialmente con dieci anni di servizio militare nella cavalleria romana o nello staff di un generale che era un parente o un amico della famiglia. Il nepotismo non veniva condannato, perchè ogni famiglia prestigiosa doveva continuamente tenere alto il prestigio, o combattendo valorosamente in guerra e o costruendo a proprie spese edifici pubblici a favore del popolo. Fatto sta però che il membro della familia prestigiosa doveva tenere alto questo prestigio, dimostrando valore e capacità in guerra, e magnanimità verso lo stato e i cittadini in tempo di pace. Pertanto il nepotismo era garanzia di grande impegno per non far sfigurare la gens e gli avi.
I candidati romani per i pubblici uffici erano dunque scelti per la reputazione personale e per quella della loro famiglia. Era anche vero che il membro di una famiglia gloriosa veniva allevato al rispetto e al valore di questa gloria che lui doveva assolutamente emulare, per cui nessuno osava sconfessare questi valori, anche a costo della vita.
I candidati che provenivano dalle famiglie più antiche erano quindi favoriti perché potevano usare le abilità dei loro antenati per la loro propaganda elettorale.
CARRIERA EQUESTRE
Le principali funzioni della carriera riservata ai personaggi dell’ordine equestre erano le procurature e le prefetture, ma normalmente per accedervi bisognava aver prestato alcuni anni di servizio militare con un certo grado. Questi gradi, che si chiamavano militiae equestres, che furono tre a partire dall’inizio del II sec.:
1) la prefettura o il tribunato di una coorte ausiliaria, cioè il comando col titolo di praefectus o di tribunus di uno di quei numerosi corpi ausiliari di fanteria, chiamati cohortes e arruolati fuori d’Italia, che affiancavano le legioni;
2) il tribunato di legione, o tribunus militum nelle legioni, che era anche il grado con cui i giovani di famiglia senatoria prestavano servizio militare. Erano dell’ordine senatorio i laticlavii, e dell’ordine equestre gli angusticlavii. Il clavus era la striscia di porpora che orlava la tunica bianca dei senatori e dei cavalieri romani; quello dei senatori era più largo (latus) di quello dei cavalieri (angustus). In luogo del tribunato angusticlavio di legione si poteva rivestire il tribunato in uno dei corpi urbani, cioè essere tribunus di una delle coorti dei vigiles, degli urbaniciani, o dei praetoriani;
3) la prefettura di un’ala di cavalleria, cioè il comando, col titolo di praefectus, di uno di quei numerosi corpi ausiliari di cavalleria, chiamati alae e arruolati fuori d’Italia, che affiancavano le legioni. Nei cursus honorum equestri ricorre di frequente l’espressione a tribus militiis, oppure a militiis, per indicare che il personaggio ha assolto il suo obbligo militare.
In età postseveriana alle tres militiae se ne aggiunge un’altra, cioè il grado di centurione nella legione (il che vuol dire che l’appartenenza all’ordine equestre si apre a ceti socialmente meno elevati; prima i cavalieri avevano servito nella legione col grado di tribuni militum, ora con quello più basso di ufficiale subalterno, di centurione), e si parla di quattuor militiae.
Dopo aver prestato servizio militare nei gradi suddetti (ma poteva bastare rivestirne uno solo), il personaggio dell’ordine equestre poteva accedere a una serie di cariche denominate procurature e prefetture.
Le procurature si dividevano in tre gruppi:
- uffici di carattere finanziario, e i cavalieri li dirigevano col titolo di procuratores,
- uffici con funzioni amministrative o militari in certi piccoli territori provinciali,
- uffici addetti al palazzo e alla cancelleria imperiale.
Le prefetture:
- alcune di carattere amministrativo (praefectus annonae, praefectus vehiculorum, cioè capo del servizio postale),
- altre di carattere militare: praefectus vigilum, cioè il comandante del corpo dei vigiles stanziati in Roma; il praefectus praetorio, cioè il comandante dei pretoriani; il praefectus Aegypti, cioè il governatore dell’Egitto, l’unica provincia importante affidata da Augusto non a un governatore senatorio, ma a un cavaliere.
Col tempo però, il praefectus praetorio diventò una specie di alter ego dell’imperatore.
I personaggi dell’ordine equestre portano il titolo di "vir egregius"; quelli che raggiungono le cariche più elevate "vir perfectissimus" e "vir eminentissimus".
Quando nella seconda metà del III secolo i senatori vennero esclusi dai comandi militari e dai governi provinciali, tali cariche furono attribuite all’ordine equestre, col titolo di "praefecti legionis" e di "praesides provinciae".
Dal IV sec. tutte le cariche un tempo riservate ai personaggi dell’ordine equestre scomparvero e vennero affidate alla classe senatoria, sì che sparì il cursus honorum equestre. Per rivestire il consolato non era più necessario aver risalito il cursus honorum, ma per benevolenza dell’imperatore.
Le funzioni più elevate della carriera senatoria erano:
- praefectus urbi (che presiedeva il senato ed era tramite fra questo e l’imperatore),
- praefectus praetorio,
- proconsules
- comites
Infatti il vecchio titolo di vir clarissimus divenne vir spectabilis e, ancor più elevata, vir inlustris, che spettava al praefectus urbi e al praefectus praetorio.
Quanto ai governatori provinciali, un rango superiore a tutti gli altri competeva ai proconsules di Asia, di Africa e di Acaia, che non erano subordinati né ai vicarii né ai prefetti del pretorio, ma dipendevano direttamente dall’imperatore, nel cui nome amministravano la giustizia. A capo delle altre province, in ordine decrescente d’importanza, vi erano dei consulares o dei correctores o dei praesides.
CARRIERA INFERIORE
Coloro che non appartenevano né all’ordine senatorio né all’ordine equestre potevano accedere a quattro categorie principali:
- nell’amministrazione civile (spesso affidate ai liberti imperiali),
- nelle funzioni militari di rango più basso fino al grado di centurione,
- nelle cariche civili e religiose esercitate nelle singole città,
- nelle cariche delle corporazioni.
NELLE CITTA'
Le cariche nelle città (municipi, colonie) erano le stesse delle antiche magistrature repubblicane:
- quaestores,
- aediles (detti anche duoviri aediles)
- duoviri iure dicundo (IIviri i. d.), detti duoviri i. d. quinquennales o anche semplicemente quinquennales quando si trovavano a rivestire la carica in quell’anno in cui si dovevano esercitare le funzioni censorie, il che accadeva, come nella Roma repubblicana, ogni cinque anni.
Nelle città vi era anche un senato, che si chiamava ordo decurionum dal nome dei decuriones (i senatori municipali). Le cariche nelle corporazioni riproducevano quelle municipali (aediles, decuriones ecc.)
I PRIMI PASSI
Il primo passo si compiva attorno all'età di vent'anni, ricoprendo il tribunato militare per almeno due o tre anni di carica (tribunus laticlavius). I passaggi successivi del cursus honorum erano realizzati tramite elezioni dirette che si svolgevano annualmente.
TRIBUNUS LACTICLAVUS
Con la riforma di Gaio Mario il tribunus lacticlavus si trovava come II in grado rispetto al legatus legionis, il comandante di legione, e superiore degli altri cinque tribuni angusticlavi (tradizionalmente appartenenti all'ordine equestre) e più tardi del praefectus castrorum.
Questa carica era il I gradino obbligatorio del cursus honorum delle famiglie senatoriali. Questi portava il lacticlavius, una striscia di porpora sulle spalle, fissata su una tunica bianca, e che cadeva avanti e dietro in senso verticale per la lunghezza della tunica. Il nome deriva da latus (largo) e clavium (ornamento fissato sull'abito), quindi ornamento largo. Il laticlavio ancora più largo era riservato ai senatori. Invece, i cavalieri portavano una striscia di porpora più stretta, ovvero l'angusticlavio.
Riepilogando:
la banda purpurea stretta andava agli equites, i cavalieri;
la banda purpurea media andava al tribuno lacticlavio
la banda purpurea larga andava ai senatori
la banda purpurea larga andava anche sulle toghe dei bambini come segno di inviolabilità (toga praetexta).
Svetonio narra che Augusto permise ai figli dei senatori, per velocizzare il loro apprendimento, di vestire con il lacticlavio, poco dopo aver indossato la toga virile e di assistere alle sedute del Senato. Coloro poi, che avessero affrontato la carriera militare, potevano entrare sia nella legione con il grado di tribunus laticlavius, o nelle truppe ausiliarie con il grado di praefectus alae. E affinchè ciascun figlio maschio di senatore affrontasse la vita militare, mise due ufficiali con il laticlavio al comando di ciascuna ala di cavalleria.
Il tribuno laticlavio di solito aveva vent'anni (a parte Tiberio, che ricoprì la carica a 16 anni), e apparteneva alle più ricche famiglie di Roma, subordinato al solo legatus legionis. Dopo due o tre anni di questo incarico poteva accedere al gradino successivo, tornando nella capitale ed ottenendo la carica annuale di questore.
QUESTORE
Il secondo passo era quello di Questore (quaestor). I candidati dovevano avere almeno 30 anni (con la riforma di Augusto 25 anni). Ma i patrizi potevano anticipare la candidatura di due anni, per questa o per qualsiasi carica.
Da otto a dodici questori servivano nella amministrazione finanziaria a Roma o come secondi dei governatori.
L'elezione a questore comportava, fin dalla tarda repubblica, la nomina a senatore.
EDILE
Il terzo passo avveniva a 36 anni, quando gli ex questori si potevano candidare per l'elezione ad una delle quattro cariche di Edile (aedilis). Gli edili avevano responsabilità amministrative a Roma, soprattutto nelle infrastrutture, e spesso organizzavano giochi alla fine della carica. Gli edili erano solitamente due patrizi e due plebei. Questo passaggio era facoltativo.
PRETORE
Il terzo o quarto passo (a seconda si sia passati o meno per l'edilità) era quello di pretore (Praetor). Sei Pretori erano eletti tra uomini di almeno 39 anni (con la riforma di Augusto 33). Principalmente avevano responsabilità giudiziarie a Roma. Ma potevano comandare una legione e governare, alla fine del loro mandato, province non assegnate ai consoli.
CONSOLE
Il quarto o quinto passo era il Consolato. La carica di Consul era la più prestigiosa di tutte e rappresentava il vertice della carriera. L'età minima era 42 anni (con la riforma di Augusto 33). I nomi dei due consoli eletti identificavano l'anno (es. era l'anno del console Tizio).
I consoli erano responsabili della vita politica della città, controllando che tutte le cariche si svolgessero secondo giustizia, comandavano eserciti di grandi dimensioni e governavano, alla fine del loro mandato, province importanti. Un secondo mandato come console poteva essere tentato solo dopo un intervallo di 10 anni.
ALTRE CARICHE IMPORTANTI
CENSORE
L'ufficio di Censor all'inizio aveva una durata di cinque anni; in seguito la permanenza in carica fu diminuita a 18 mesi anziché i 12 mesi usuali. Anche se non aveva l'imperium militare, la carica di Censore era considerata un grande onore. I censori erano responsabili dello stato morale della città, avviavano grandi lavori pubblici e selezionavano i membri del Senato, ma potevano anche decretarne l'espulsione, in genere per indebitamento eccessivo.
TRIBUNO DELLA PLEBE
Passo importante nella carriera politica di un plebeo, anche se non faceva parte del cursus honorum, però facilitava la carriera successiva. Soprattutto conferiva l'assoluta inviolabilità della sua persona (violata solo nell'assassinio di uno dei Gracchi) per cui, in epoca imperiale, l' imperator si faceva attribuire senza soluzione di continuità la tribunicia potestas, oltre al ruolo ufficiale di difensore della plebe.
Aver tenuto ogni carica all'età più giovane possibile era considerato un grande successo politico, poiché mancare la pretura a 39 anni significava che si sarebbe potuti diventare console solo dopo i 42.
Cicerone espresse il suo estremo orgoglio sia per essere un homo novus (come, prima di lui Gaio Mario), cioè una persona che era diventata console senza che nessuno dei suoi antenati lo fosse stato in precedenza, sia nell'essere stato eletto console "in suo anno".
CARICHE IMPORTANTI ALDIFUORI DEL CURSUS
GOVERNATORE
- (gubernator), un ufficiale (magistrato o promagistrato) eletto o insediato a capo dell'amministrazione di una provincia romana, durante il periodo repubblicano o imperiale.
PROCONSOLE
- (proconsul) promagistrato romano, a volte ex console incaricato di governare una provincia romana.
PONTEFICE MASSIMO
- (pontifex maximus) - la più alta carica religiosa, inviolabile.
PRINCEPS SENATUS
- (presidente del Senato) - primo inter pares, primo tra i pari grado, era il portavoce ufficiale e aveva il diritto di votare per primo, influenzando la votazione degli altri.
PRAEFECTUS URBI
- in origine custos urbi. Tito Livio narra di un praefectus urbi il quale in seguito alla cacciata dell'ultimo re di Roma, Tarquinio il Superbo, convocò i comizi centuriati che elessero i primi due consoli. Ebbe un grande potere, cioè la sovrintendenza su macellai, banchieri, guardie, teatri e milites stationarii, e sulla polizia urbana delle coorti urbane. Aveva anche giurisdizione sui casi riguardanti schiavi o i liberti vs. loro padroni ed ex-padroni, come pure sui figli accusati di mancata pietas verso i genitori.
CURSUS HONORUM SOTTO CESARE
Cesare creò un cursus honorum per il centurionato, che si basava sui meriti del singolo e non sulla sua gens o familia, nè tantomeno che fosse patrizio o plebeo, tanto che a seguito di gesti particolari di eroismo, alcuni soldati potevano essere promossi ai primi ordines, dove al vertice si trovava il primus pilus della legione.
Il secondo passo era quello di Questore (quaestor). I candidati dovevano avere almeno 30 anni (con la riforma di Augusto 25 anni). Ma i patrizi potevano anticipare la candidatura di due anni, per questa o per qualsiasi carica.
Da otto a dodici questori servivano nella amministrazione finanziaria a Roma o come secondi dei governatori.
L'elezione a questore comportava, fin dalla tarda repubblica, la nomina a senatore.
EDILE
Il terzo passo avveniva a 36 anni, quando gli ex questori si potevano candidare per l'elezione ad una delle quattro cariche di Edile (aedilis). Gli edili avevano responsabilità amministrative a Roma, soprattutto nelle infrastrutture, e spesso organizzavano giochi alla fine della carica. Gli edili erano solitamente due patrizi e due plebei. Questo passaggio era facoltativo.
PRETORE
Il terzo o quarto passo (a seconda si sia passati o meno per l'edilità) era quello di pretore (Praetor). Sei Pretori erano eletti tra uomini di almeno 39 anni (con la riforma di Augusto 33). Principalmente avevano responsabilità giudiziarie a Roma. Ma potevano comandare una legione e governare, alla fine del loro mandato, province non assegnate ai consoli.
- Praetor urbanus, che amministrava cause giudiziarie tra cittadini romani;
- Praetor peregrinus, che amministrava la giustizia in cause in cui almeno una delle due parti non aveva la cittadinanza romana:
- Praetor aerarii, incaricato della sovrintendenza dell'aerarium. Gli ex pretori spesso rivestivano cariche con competenze simili a quelle della pretura, ma non vincolate dalle norme dell'annualità e dell'intervallo di tempo che regolava l'accesso alle magistrature.
- Praetor aerarii, incaricato della sovrintendenza dell'aerarium. Gli ex pretori spesso rivestivano cariche con competenze simili a quelle della pretura, ma non vincolate dalle norme dell'annualità e dell'intervallo di tempo che regolava l'accesso alle magistrature.
CONSOLE
Il quarto o quinto passo era il Consolato. La carica di Consul era la più prestigiosa di tutte e rappresentava il vertice della carriera. L'età minima era 42 anni (con la riforma di Augusto 33). I nomi dei due consoli eletti identificavano l'anno (es. era l'anno del console Tizio).
I consoli erano responsabili della vita politica della città, controllando che tutte le cariche si svolgessero secondo giustizia, comandavano eserciti di grandi dimensioni e governavano, alla fine del loro mandato, province importanti. Un secondo mandato come console poteva essere tentato solo dopo un intervallo di 10 anni.
ALTRE CARICHE IMPORTANTI
CENSORE
L'ufficio di Censor all'inizio aveva una durata di cinque anni; in seguito la permanenza in carica fu diminuita a 18 mesi anziché i 12 mesi usuali. Anche se non aveva l'imperium militare, la carica di Censore era considerata un grande onore. I censori erano responsabili dello stato morale della città, avviavano grandi lavori pubblici e selezionavano i membri del Senato, ma potevano anche decretarne l'espulsione, in genere per indebitamento eccessivo.
TRIBUNO DELLA PLEBE
Passo importante nella carriera politica di un plebeo, anche se non faceva parte del cursus honorum, però facilitava la carriera successiva. Soprattutto conferiva l'assoluta inviolabilità della sua persona (violata solo nell'assassinio di uno dei Gracchi) per cui, in epoca imperiale, l' imperator si faceva attribuire senza soluzione di continuità la tribunicia potestas, oltre al ruolo ufficiale di difensore della plebe.
Aver tenuto ogni carica all'età più giovane possibile era considerato un grande successo politico, poiché mancare la pretura a 39 anni significava che si sarebbe potuti diventare console solo dopo i 42.
Cicerone espresse il suo estremo orgoglio sia per essere un homo novus (come, prima di lui Gaio Mario), cioè una persona che era diventata console senza che nessuno dei suoi antenati lo fosse stato in precedenza, sia nell'essere stato eletto console "in suo anno".
CARICHE IMPORTANTI ALDIFUORI DEL CURSUS
GOVERNATORE
- (gubernator), un ufficiale (magistrato o promagistrato) eletto o insediato a capo dell'amministrazione di una provincia romana, durante il periodo repubblicano o imperiale.
PROCONSOLE
- (proconsul) promagistrato romano, a volte ex console incaricato di governare una provincia romana.
PONTEFICE MASSIMO
- (pontifex maximus) - la più alta carica religiosa, inviolabile.
PRINCEPS SENATUS
- (presidente del Senato) - primo inter pares, primo tra i pari grado, era il portavoce ufficiale e aveva il diritto di votare per primo, influenzando la votazione degli altri.
PRAEFECTUS URBI
- in origine custos urbi. Tito Livio narra di un praefectus urbi il quale in seguito alla cacciata dell'ultimo re di Roma, Tarquinio il Superbo, convocò i comizi centuriati che elessero i primi due consoli. Ebbe un grande potere, cioè la sovrintendenza su macellai, banchieri, guardie, teatri e milites stationarii, e sulla polizia urbana delle coorti urbane. Aveva anche giurisdizione sui casi riguardanti schiavi o i liberti vs. loro padroni ed ex-padroni, come pure sui figli accusati di mancata pietas verso i genitori.
CURSUS HONORUM SOTTO CESARE
Cesare creò un cursus honorum per il centurionato, che si basava sui meriti del singolo e non sulla sua gens o familia, nè tantomeno che fosse patrizio o plebeo, tanto che a seguito di gesti particolari di eroismo, alcuni soldati potevano essere promossi ai primi ordines, dove al vertice si trovava il primus pilus della legione.
Inoltre, poteva anche avvenire che un primus pilus venisse promosso a tribunus militum. Precedentemente i tribuni erano nominati dal Senato e per avere questo incarico era sufficiente far parte della classe senatoria.
Aver basato un cursum honorum per il centurionato sul valore e non sul censo, ricordiamo che Cesare aveva le nomine facili, spronava molto i suoi ad emergere a tutti i costi in battaglia, fu una vera rivoluzione perchè dette una spinta non indifferente alla carriera di chiunque lo meritasse.
I DUE CURSUM HONORUM SOTTO AUGUSTO
Nella repubblica la condizione necessaria per accedere al cursus honorum (come prima carica per i figli dei senatori), era aver già rivestito cariche minori che facevano parte del Vigintisexvirato, primo scalino ai figli dei senatori per iniziare la carriera politica.
Infatti Giulio Cesare ebbe l'incarico di curator viarum e restaurò parti della Via Appia.
Nel 13 d.c., tuttavia il Senato approvò un senatus consultum che riservava l'oramai ridotto vigintivirato all'ordine equestre. Ottaviano Augusto abolì i due curatori delle strade (duoviri viis extra urbem purgandis ) ed i quattro prefetti Campani (praefecti Capuan Cumas), cambiando così i vigintisexviri in vigintiviri (venti uomini).
SENATORI
Augusto dettò dei parametri d'avanzamento per chiunque, in particolare per l'ordine equestre.
CARICHE PRELIMINARI PER SENATORI
I DUE CURSUM HONORUM SOTTO AUGUSTO
Nella repubblica la condizione necessaria per accedere al cursus honorum (come prima carica per i figli dei senatori), era aver già rivestito cariche minori che facevano parte del Vigintisexvirato, primo scalino ai figli dei senatori per iniziare la carriera politica.
Infatti Giulio Cesare ebbe l'incarico di curator viarum e restaurò parti della Via Appia.
Nel 13 d.c., tuttavia il Senato approvò un senatus consultum che riservava l'oramai ridotto vigintivirato all'ordine equestre. Ottaviano Augusto abolì i due curatori delle strade (duoviri viis extra urbem purgandis ) ed i quattro prefetti Campani (praefecti Capuan Cumas), cambiando così i vigintisexviri in vigintiviri (venti uomini).
Augusto ritoccò il cursus honorum e rese obbligatoria la carica nel vigintivirato (un collegio costituito da 20 membri con varie funzioni pubbliche).
In età imperiale, dunque, il cursus honorum si sviluppava solitamente secondo le seguenti tappe:
In età imperiale, dunque, il cursus honorum si sviluppava solitamente secondo le seguenti tappe:
1) - Un anno di tribunato militare (a partire dai 17 anni);
- se si apparteneva all'ordine senatorio, si accedeva alla carica di tribunus militum laticlavius;
- se si apparteneva all'ordine equestre, si diveniva tribunus militum angusticlavii.
La differenza tra i due tribuni stava nell'avere una banda purpurea sulla toga più larga per il tribuno senatorio, più stretta per il tribuno equestre.
SENATORI
Augusto dettò dei parametri d'avanzamento per chiunque, in particolare per l'ordine equestre.
CARICHE PRELIMINARI PER SENATORI
- triumviri capitales - aiutavano il pretore nelle cause penali;
- triumviri monetales aere auro argento lando feriundo (AAAFF) - preposti al funzionamento ed al controllo della zecca;
- quattuorviri viarum curandarum - per la manutenzione delle strade all'interno di Roma;
- due curatores viarum - per le strade fuori da Roma,
- decemviri stilitibus iudicandis - che collaboravano con il pretore nelle cause civili;
- quattro praefecti Capuam Cumas - inviati in Campania a Capua e Cuma per amministrarvi la giustizia.
Sotto Augusto il cursus honorum si sviluppava solitamente secondo le seguenti tappe:
1) - Un anno di tribunato militare (a partire dai 17 anni);
- se si apparteneva all'ordine senatorio, si accedeva alla carica di tribunus militum laticlavius;
- se si apparteneva all'ordine equestre, si diveniva tribunus militum angusticlavii.
La differenza tra i due tribuni stava nell'avere una banda purpurea sulla toga più larga per il tribuno senatorio, più stretta per il tribuno equestre.
TRIBUNO LACTICLAVUS - (vedi sopra);
CURATORE (di strade, di acqua, di approvvigionamenti ecc.),
LEGATO
che si suddivideva in
- Legatus pro praetore, che faceva le veci del console in absentia e a cui spettava il comando di una o due legioni in epoca repubblicana.
- Legatus legionis, un ex pretore comandante di una legione, in province imperiale con più di una legione (tranne Egitto e Mesopotamia).
- Legatus Augusti pro praetore, un ex console o un ex pretore cui era dato il governo di una provincia romana.
QUESTORE
- possedeva giurisdizione penale, competenze amministrative, supervisionando e gestendo il tesoro e le finanze. Occorrevano almeno 27 anni. Vi erano diversi tipi di questori:
EDILE
- (aediles) erano magistrati di antiche città sabine e latine, tra cui Roma.
- Legatus Augusti pro praetore, un ex console o un ex pretore cui era dato il governo di una provincia romana.
- Proconsole; chi agiva al posto di (pro) un magistrato ufficiale. Aveva tutta l’autorità di un console, ed era in alcuni casi un ex-console la cui carica governatoriale veniva reiterata di un altro mandato (prorogatio imperii).
MAGISTRATURE
STATUA DI GIOVANE MAGISTRATO ROMANO |
- quaestor urbanus, una sorta di tesoriere statale;
- quaestor propretore provinciae, incaricato dell'amministrazione finanziaria delle province senatorie, con poteri propretorii, equivalenti al pretore;
- quaestor principis, portavoce in Senato dell'imperatore;
- quaestor consulis, portavoce in senato del console.
- quaestores Caesaris rappresentavano l'imperatore in senato.- (aediles) erano magistrati di antiche città sabine e latine, tra cui Roma.
TRIBUNO DELLA PLEBE
- la prima magistratura plebea a Roma, dotata di sacrosantitas (inviolabilità).
PRETORE
- praetor, un magistrato dotato di imperium (poter emanare ordini inappellabili, come i fasci littori o i dictator) e iurisdictio (potere di impostare in termini giuridici la controversia). Al Praetor spettava l'actio, con cui permetteva ad un cittadino romano che chiedeva tutela, nel caso in cui non ci fosse una lex a tutela, di agire in giudizio dinnanzi al magistrato.
- praetor, un magistrato dotato di imperium (poter emanare ordini inappellabili, come i fasci littori o i dictator) e iurisdictio (potere di impostare in termini giuridici la controversia). Al Praetor spettava l'actio, con cui permetteva ad un cittadino romano che chiedeva tutela, nel caso in cui non ci fosse una lex a tutela, di agire in giudizio dinnanzi al magistrato.
CONSOLE
- uno dei due magistrati che, eletti ogni anno, esercitavano collegialmente il supremo potere civile e militare.
- uno dei due magistrati che, eletti ogni anno, esercitavano collegialmente il supremo potere civile e militare.
SACERDOTI
- Flamini - 3 maggiori e 12 minori, addetti ciascuno al culto di una divinità;
- Pontefici - in numero di 16, con a capo il Pontefice massimo, per la sorveglianza e governo del culto;
- Auguri - 16 sotto Giulio Cesare, per l'interpretazione degli auspici e verifica del consenso degli dei;
- Vestali - 6 sacerdotesse consacrate a Vesta;
- Decemviri o Quimdecemviri sacris faciundis - per la divinazione e l'interpretazione dei Libri sibillini;
- Epuloni - addetti ai banchetti sacri.
SODALIZI
A Roma vi erano quattro grandi confraternite religiose:
- Flamini - 3 maggiori e 12 minori, addetti ciascuno al culto di una divinità;
- Pontefici - in numero di 16, con a capo il Pontefice massimo, per la sorveglianza e governo del culto;
- Auguri - 16 sotto Giulio Cesare, per l'interpretazione degli auspici e verifica del consenso degli dei;
- Vestali - 6 sacerdotesse consacrate a Vesta;
- Decemviri o Quimdecemviri sacris faciundis - per la divinazione e l'interpretazione dei Libri sibillini;
- Epuloni - addetti ai banchetti sacri.
SODALIZI
A Roma vi erano quattro grandi confraternite religiose:
ARVALI - (Fratres Arvales), ("fratelli dei campi" o "fratelli di Romolo"), dodici, addetti al culto della Dea Dia, a maggio compivano un'antichissima cerimonia di purificazione dei campi, gli Arvalia.
LUPERCI - presiedevano la festa di purificazione e fecondazione dei Lupercalia, divisi in Quintiali eFabiani.
SALII - sacerdoti di Marte, divisi in due gruppi da dodici detti Collini e Palatini. A marzo e ottobre portavano in processione i 12 ancilia, dodici scudi di cui il primo donato da Marte al re Numa Pompilio.
FEZIALI - (Fetiales), 20 membri addetti a trattare con il nemico. La guerra per essere Bellum Iustum doveva essere dichiarata secondo il rito corretto, il Pater Patratuspronunciava una formula mentre scagliava il giavellotto in territorio nemico.
CARICHE EQUESTRI
Milizie equestri:
TRIBUNO AUGUSTICLAVIO
- di legione;
- di legione;
TRIPLO TRIBUNO A ROMA
- vigili, coorti urbane e coorti pretorie;
- vigili, coorti urbane e coorti pretorie;
PREFETTO D'ALA
- (praefectus alae);
- (praefectus alae);
PROCURATOR AUGUSTI
- per conto dell'imperatore a controlli amministrativi di carattere palatino a seconda degli uffici di Roma:
- per conto dell'imperatore a controlli amministrativi di carattere palatino a seconda degli uffici di Roma:
- cancelleresco (di cancelleria)
- tributario (es. a studiis, ab epistulis, XX hereditatium),
- finanziario provinciale - di maggior rango in province con più di una legione es. Belgica et duarum Germaniarum, Syria)
- presidiale - di maggior rango in province con più auxilia es. Mauretania, Rezia etc;
PREFECTUS PRAETORIO
- comandava la guardia del corpo dell'imperatore, cioè la guardia pretoria; con la riforma di Diocleziano.300 d.c., divennero gli amministratori delle prefetture pretorie e costituivano il Fastigium equestre, cioè l'apice della carriera di un cavaliere;
- praefectus urbi - di rango senatorio, che si occupava della città di Roma;
- praefectus vigilum - comandante dei vigiles;
- praefectus annonae - responsabile dell'annona (rifornimento alimentare della città);
- praefectus vehiculorum - responsabile del cursus publicus, servizio imperiale di posta all'interno dell'Impero. Iniziò sotto Augusto.
CON INCARICHI PROVINCIALI
- praefectus Alexandreae et Aegypti - poi praefectus augustalis (governatore della provincia d'Egitto);
- praefectus Mesopotamiae - governatore della provincia di Mesopotamia da Settimio Severo;
- praefectus Sardiniae - governatore della provincia di Sardegna (età augusteo-tiberiana);
- praefectus Iudaeae - ufficiale con autorità sul distretto di Giudea (età augusteo-tiberiana);
- praefectus gentis o civitatium - ufficiale che aveva autorità su alcune popolazioni non romanizzate;
- praefectus Caesaris - sostituto dell'imperatore (o di altra personalità, nelle cariche municipali);
con incarichi militari:
- praefectus legionis - comandante, di rango equestre, della legione;
- praefectus legionis agens vice legati - comandante di legione con delega di legato;
- praefectus castrorum - comandante dell'accampamento militare sembra di istituzione augustea;
- praefectus aerarii militaris - responsabile dell'aerarium militare;
- praefectus fabrum - ufficiale a capo del genio militare solo nell'Alto Impero;
- praefectus sexmenstris - comandante con un incarico di soli 6 mesi;
- praefectus alae - comandante di una turma di cavalleria;
- praefectus equitum - comandante di cavalleria, in sostanza di ala e quindi associabile al praefectus alae);
- praefectus cohortis - comandante di coorte;
- praefectus militum - comandante di unità militari generiche;
- praefectus veteranorum legionis (comandante dei veterani legionari);
- praefectus Mesopotamiae - governatore della provincia di Mesopotamia da Settimio Severo;
- praefectus Sardiniae - governatore della provincia di Sardegna (età augusteo-tiberiana);
- praefectus Iudaeae - ufficiale con autorità sul distretto di Giudea (età augusteo-tiberiana);
- praefectus gentis o civitatium - ufficiale che aveva autorità su alcune popolazioni non romanizzate;
- praefectus Caesaris - sostituto dell'imperatore (o di altra personalità, nelle cariche municipali);
con incarichi militari:
- praefectus legionis - comandante, di rango equestre, della legione;
- praefectus legionis agens vice legati - comandante di legione con delega di legato;
- praefectus castrorum - comandante dell'accampamento militare sembra di istituzione augustea;
- praefectus aerarii militaris - responsabile dell'aerarium militare;
- praefectus fabrum - ufficiale a capo del genio militare solo nell'Alto Impero;
- praefectus sexmenstris - comandante con un incarico di soli 6 mesi;
- praefectus alae - comandante di una turma di cavalleria;
- praefectus equitum - comandante di cavalleria, in sostanza di ala e quindi associabile al praefectus alae);
- praefectus cohortis - comandante di coorte;
- praefectus militum - comandante di unità militari generiche;
- praefectus veteranorum legionis (comandante dei veterani legionari);
CON INCARICHI NELLA FLOTTA
- praefectus classis - comandante di una delle flotte imperiali:
- praefectus classis Misenis e praefectus classis Ravennatis - comandanti delle due flotte pretorie;
- praefectus classis Alexandrinae - comandante della flotta sul Nilo;
- praefectus classis Germanicae - comandante della flotta sul Reno e Danubio;
- praefectus classis Britannicae - comandante della flotta sul Tamigi e sulla Manica;
- praefectus ripae Danuvii e di altri fiumi - responsabile delle sponde e delle acque del Danubio;
- praefectus orae maritimae - con compiti di controllo litoraneo;
BIBLIO
- Ammiano Marcellino - Rerum gestarum libri XXXI -
- praefectus classis - comandante di una delle flotte imperiali:
- praefectus classis Misenis e praefectus classis Ravennatis - comandanti delle due flotte pretorie;
- praefectus classis Alexandrinae - comandante della flotta sul Nilo;
- praefectus classis Germanicae - comandante della flotta sul Reno e Danubio;
- praefectus classis Britannicae - comandante della flotta sul Tamigi e sulla Manica;
- praefectus ripae Danuvii e di altri fiumi - responsabile delle sponde e delle acque del Danubio;
- praefectus orae maritimae - con compiti di controllo litoraneo;
BIBLIO
- Ammiano Marcellino - Rerum gestarum libri XXXI -
- A.Lintott - The Constitution of the Roman Republic - Oxford University Press - 1999 -
- Livio - Ab Urbe condita libri -
- Appiano di Alessandria - Historia Romana -
- Appiano di Alessandria - Historia Romana -
- Eutropio - Breviarium ab Urbe condita -
- Cesare - Commentarii de bello Gallico -
- Cesare - Commentarii de bello civili -
- Pseudo-Cesare - Bellum Africum -
- Pseudo-Cesare - Bellum Alexandrinum -
- Pseudo-Cesare - Bellum Hispaniense -
- Cesare - Commentarii de bello Gallico -
- Cesare - Commentarii de bello civili -
- Pseudo-Cesare - Bellum Africum -
- Pseudo-Cesare - Bellum Alexandrinum -
- Pseudo-Cesare - Bellum Hispaniense -
- Vegezio - Epitoma rei militaris -
- Cornelio Nepote - De viris illustribus -
- Diodoro Siculo - Bibliotheca historica -
- Cornelio Nepote - De viris illustribus -
- Diodoro Siculo - Bibliotheca historica -
Grazie
RispondiEliminasalve "banda purpurea "media" andava al tribuno laticlavio.....mi potreste citare la fonte di questa affermazione, visto che non mi risulta anzi credo che il tribuno laticlavio era senza striscia purpurea e sull' armatura portasse una striscia di tessuto bianca proprio perché era di estrazione senatoriale ma in quel momento non aveva una carica in senato
RispondiEliminao meglio poteva averla sulla tunica forse ma non ricamata sulla toga sicuramente inoltre strisce "medie" non mi risultano o larghe o strette
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