Floro:
" i loro vicini, da ogni dove, li infastidivano continuamente e, da qualunque porta uscissero, erano sicuri di incontrare un nemico."
A quei tempi le città cercavano di espandersi, per cui si attaccava e si veniva attaccati. Dionisio di Alicarnasso, Strabone e Plinio descrivono le comunità più antiche del Latium Vetus, tra cui Albalonga, centro della Lega Latina attorno alla prima metà del VII secolo a.c., prima cioè di venire distrutta da Roma.
Secondo Plinio facevano parte della foederatio albensis: Albalonga, Cora (Cori), Manates (Tibur), Fidenates (Fidaene), Foreti (Gabii) Accienses (Aricia), Tolerus (Valmontone).
Si crede che la Lega Latina venisse poi controllata dagli Etruschi che infatti divennero nemici comuni di Romani e Latini.
Cuma aveva intanto esteso il suo predominio su quasi tutto il litorale campano, ma nel 524 a.c. gli Etruschi di Capua formarono una lega con altre popolazioni per conquistare Cuma ed espandersi sia territorialmente che commercialmente.
I Cumani vinsero ma continuarono a temere l'avanzata degli Etruschi, per cui quando i Latini, allora alleati di Roma, compresero che gli Etruschi volevano tornare a Roma, si unirono con Latini e romani contro gli Etruschi di Chiusi.
Infatti Lars Porsenna, Re etrusco di Chiusi, secondo la tradizione, avrebbe tentato di restaurare a Roma il regno di Tarquinio il Superbo (secondo altri voleva prendere il suo posto sul trono), assediando la città e ponendo il campo sul Gianicolo, ma venne respinto più volte dai Romani, finchè non desistè dall'impresa.
Secondo Tacito invece, Porsenna avrebbe combattuto e vinto, esigendo dai romani che non toccassero più ferro, fatta eccezione per gli aratri (Plinio il Vecchio). Alcuni autori antichi tramandano che il figlio di Porsenna, Arrunte, sarebbe morto nella battaglia di Ariccia, mentre per altri il nome Porsenna sarebbe solo una corruzione romana del termine etrusco purϑ, equivalente forse a praetor.
L'ANTEFATTO ARICINO
Comunque Aricia aveva un vecchio conto con gli Etruschi: durante la riunione della Lega Latina tenutasi presso il Locus Ferentinum nel 651 a.c. il delegato aricino Turno Erdonio si era opposto fortemente a Tarquinio il Superbo, il quale adirato per tanto ardire lo fece uccidere.
L'ANTEFATTO ETRUSCO
Sembra che Porsenna fosse stato chiamato da Lucio Tarquinio il Superbo a mediare con i Tirreni su una controversia contro i Romani che avevano ingiustamente cacciato Tarquinio da Roma. Lucio Tarquinio non ebbe successo; ciò danneggiò i suoi rapporti coi Tirreni e fu invitato a lasciare il campo che Porsenna aveva posto presso Roma. Porsenna restituì ai Romani i prigionieri di guerra, strinse patti di alleanza e fu ricambiato dai Romani con un trono d'avorio, uno scettro e una corona d'oro.
Porsenna però voleva un bottino per i suoi soldati, in più non gli sarebbe spiaciuto allargare i suoi domini a sud, specie su Cuma. Così, spedì suo figlio Arrunte, con metà del suo esercito contro Aricia, una acropoli arroccata su un alto sperone lavico. Gli aricini furono informati del pericolo da un ambasciatore del Tuscolo inviato da Egerio Bebio Tuscolano, dittatore di Tuscolo.
Arrunte arrivò ad Aricia e pose il suo accampamento ai piedi della collina, nella Valle di Aricia, presso le rive di un lago alimentato dall'emissario del Lago di Nemi. Pose sotto assedio l'acropoli per due anni, visto che le mura erano invalicabili.
Gli aricini, grazie ad una rete di cunicoli sotterranei, in parte residui di colate laviche e in parte artificiali, riuscivano nottetempo a far arrivare aiuti alimentari da Lanuvio, città della Lega Latina.
Infine gli Aricini, sempre attraverso i cunicoli, fecero uscire degli ambasciatori che giunsero via mare fino a Cuma. Una volta arrivati chiesero aiuto al generale Aristodemo di Cuma, chiamato Malakos, l'effeminato.
Aristodemo, che aveva un conto aperto con gli Etruschi, avendone subito l'assedio 20 anni prima, accettò e i Cumani sbarcarono presso il Castrum Iunii, assieme ai Rutuli di Ardea, ai Volsci di Anzio, ai Lanuvini e ad altri della lega latina.
Secondo il piano di Arrunte gli aricini sarebbero scesi dall'acropoli e avrebbero affrontato nella valle gli etruschi, magari di sorpresa. Poi, avrebbero fatto finta di ritirarsi, facendosi inseguire, ma in quel punto sarebbe intervenuto il grosso dell'esercito cumano e della lega a circondare gli Etruschi.
Porsenna però voleva un bottino per i suoi soldati, in più non gli sarebbe spiaciuto allargare i suoi domini a sud, specie su Cuma. Così, spedì suo figlio Arrunte, con metà del suo esercito contro Aricia, una acropoli arroccata su un alto sperone lavico. Gli aricini furono informati del pericolo da un ambasciatore del Tuscolo inviato da Egerio Bebio Tuscolano, dittatore di Tuscolo.
TESTA DI PORSENNA |
Gli aricini, grazie ad una rete di cunicoli sotterranei, in parte residui di colate laviche e in parte artificiali, riuscivano nottetempo a far arrivare aiuti alimentari da Lanuvio, città della Lega Latina.
Infine gli Aricini, sempre attraverso i cunicoli, fecero uscire degli ambasciatori che giunsero via mare fino a Cuma. Una volta arrivati chiesero aiuto al generale Aristodemo di Cuma, chiamato Malakos, l'effeminato.
Aristodemo, che aveva un conto aperto con gli Etruschi, avendone subito l'assedio 20 anni prima, accettò e i Cumani sbarcarono presso il Castrum Iunii, assieme ai Rutuli di Ardea, ai Volsci di Anzio, ai Lanuvini e ad altri della lega latina.
Secondo il piano di Arrunte gli aricini sarebbero scesi dall'acropoli e avrebbero affrontato nella valle gli etruschi, magari di sorpresa. Poi, avrebbero fatto finta di ritirarsi, facendosi inseguire, ma in quel punto sarebbe intervenuto il grosso dell'esercito cumano e della lega a circondare gli Etruschi.
Così avvenne e nell'anno 504 a.c. Arrunte venne ucciso in battaglia. I soldati etruschi che riuscirono feriti a fuggire, si rifugiarono presso i romani che, non si sa per quale ragione, li accolsero. Gli aricini lo considerarono un tradimento, proclamarono Aristodemo salvatore della patria e gli fu donato un ingente bottino che fu trasportato a Cuma da navi aricine.
Per altri, ed è più credibile, avvenne esattamente il contrario, fu Aristodemo che accolse Tarquinio il Superbo dopo la sua cacciata da Roma, probabilmente incentivato da grandi elargizioni economiche.
BATTAGLIA DI ARICIA
- Antonio Nibby - vol. I - Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' dintorni di Roma - IIª ed. - Tipografia delle Belle Arti - Roma - 1848 -
- Giuseppe Lugli - Studi e ricerche su Albano archeologica - IIª ed. - Albano Laziale - Comune di Albano Laziale - 1969 -
- Filippo Coarelli - Guide archeologhe Laterza - Dintorni di Roma, Iª ed., Roma-Bari - Casa editrice Giuseppe Laterza & figli - 1981 -
- Renato Lefevre - Aricia - Il Lazio antico dalla protostoria all'età medio-repubblicana - Atti del corso di archeologia presso il Museo Civico di Albano nel 1982-1983 - a cura di Pino Chiarucci - Paleani Editrice - Roma - 1986 -
BATTAGLIA DI ARICIA
Così la battaglia si consumò ad Aricia (Ariccia), nel Lazio, che era stata la città capo della Lega Albena, come allora era diventata capo della Lega Latina, nel 504 a.c. e gli Etruschi vennero sconfitti.
"Iniziata la battaglia, gli Etruschi si erano lanciati all'attacco con tanta foga, che sbaragliarono col solo urto gli Aricini: le coorti cumane opponendo l'astuzia alla violenza, ripiegarono un poco, e quando i nemici le ebbero superate, operata una conversione li assalirono, sbandati com'erano, alle spalle. Così, presi in mezzo, gli Etruschi già quasi vincitori furono sbaragliati "
(Tito Livio - Storia di Roma).
Così l'intervento degli alleati latini e dei Cumani permise a Roma di conservare gli ordinamenti repubblicani, frenando le mire espansionistiche etrusche nel Latium centro-meridionale. Ma al termine della supremazia etrusca sul Latium Vetus si scatenarono le lotte fra Roma e le altre città del Lazio.
BIBLIO
- Giulio Giannelli - La data e le conseguenze della battaglia di Aricia - Ricerche Barbagallo - vol. I - Napoli - 1970 -
- Giovanni Antonio Ricci - Memorie storiche dell'antichissima città di Alba Longa e dell'Albano moderno - Roma - Giovanni Zempel - 1787 -BIBLIO
- Giulio Giannelli - La data e le conseguenze della battaglia di Aricia - Ricerche Barbagallo - vol. I - Napoli - 1970 -
- Antonio Nibby - vol. I - Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' dintorni di Roma - IIª ed. - Tipografia delle Belle Arti - Roma - 1848 -
- Giuseppe Lugli - Studi e ricerche su Albano archeologica - IIª ed. - Albano Laziale - Comune di Albano Laziale - 1969 -
- Filippo Coarelli - Guide archeologhe Laterza - Dintorni di Roma, Iª ed., Roma-Bari - Casa editrice Giuseppe Laterza & figli - 1981 -
- Renato Lefevre - Aricia - Il Lazio antico dalla protostoria all'età medio-repubblicana - Atti del corso di archeologia presso il Museo Civico di Albano nel 1982-1983 - a cura di Pino Chiarucci - Paleani Editrice - Roma - 1986 -
Sono tutte leggende anche se i personaggi sono esistiti realmente.
ReplyDeletebuona sera. A proposito dell'antefatto etrusco della battaglia si Aricia avete scritto che gli aricini si allontavano dall'assedio attraverso cunicoli sotterranei e l'emissario di Nemi. Sarei molto interessato a conoscere la fonte di questo dato
ReplyDeletegrazie