RITROVAMENTI SOTTO VIA BOCCEA |
Alcuni archeologi ritengono che la via Cornelia non esistesse e che il nome fosse una corruzione del nome via Aurelia.
PONTE NERONIANO |
I cittadini non conoscevano neppure la topografia del periodo imperiale, nè la sua storia, nè la sua arte, nè i suoi monumenti, perchè nella furia iconoclasta del cristianesimo un'intera cultura di importanza mondiale era stata distrutta persino nel ricordo per cancellare un passato di gloriosa civiltà ritenuto peccaminoso.
Invece Nel territorio si osserva che nel Municipio Roma 18 di Roma sono conservati i resti dell'antico asse viario della Via Cornelia opera forse di un certo Cornelio, esistente, presumibilmente, sin dal secolo IV a.c.
Tra l'altro, documenti del IV secolo d.c. riportano che San Pietro fosse stato sepolto lungo la via Triumphalis (L. E. Hudec, Recent Excavations under St. Peter's Basilica in Rome, Journal of Bible and Religion, Vol. 20, N. 1. gennaio 1952).
Ci vollero gli cavi del 1924 sul sito di Antiochia di Pisidia per scoprire un'epigrafe del 93 d.c. che testimoniava l'esistenza della via Cornelia nel periodo precostantiniano.
Essa menziona un comandante dell'VIII legio augusta sotto Vespasiano, che era stato curator della via Aurelia e della via Cornelia. Si sa che il ponte neroniano oggi sul fondale del tevere immetteva sulla via Cornelia.
L'ITER
PLANIMETRIA DELL'AREA DEL VATICANO TRATTA DALLA FORMA URBIS |
Da qui si originava anche, seguendo per un breve tratto il fiume e poi piegando a destra dalle parti dell’attuale Porta Santo Spirito, la via Aurelia nova, e la porta era infatti chiamata anche “Porta Aurelia”, circostanza che nel tempo ha creato una certa confusione con l’altra Porta Aurelia (attuale Porta San Pancrazio) da cui partiva la via Aurelia vetus.
Forse il nome di “Aurelia” derivava non dalla via, ma dal mausoleo di Adriano in cui erano sepolti molti rappresentanti della nobile gens Aurelia.
Quando si parla di Necropoli Vaticana, ci si riferisce generalmente a quella che si estende sotto la basilica di San Pietro, sviluppata sulla via Cornelia tutt'intorno alla tomba del Principe degli apostoli, come si osserva qui sotto nella foto a destra.
In epoca cristiana assunse il nome di “Porta San Pietro”, per la vicinanza con la basilica vaticana, la cui edificazione cancellò il tratto iniziale della via Cornelia.
Sebbene scomparsa molto presto, la via Cornelia è ben testimoniata da diversi documenti antichi che la descrivono protetta dal torrione sporgente dal mausoleo di Adriano, il cui inglobamento nelle mura risale agli anni 401-403, quando l’imperatore Onorio inserì nella cerchia cittadina anche il colle Vaticano già escluso dall’imperatore Aureliano.
RESTI SOTTO IL VATICANO |
Lì fu pure rinvenuto un frammento della strada pavimentata pre-costantiniana, (chissà perchè immediatamente ricoperta) posizionato sullo stesso allineamento del tratto scoperto presso l'angolo sudoccidentale della basilica.
Si ritiene pertanto che la via Cornelia provenisse da est salendo verso ovest.
La Cornelia, l'Aurelia Nova e la Triumphalis.
Poco prima dell'attuale fontana meridionale di Piazza San Pietro, la via Aurelia Nova deviava a sudovest, mentre la via Cornelia proseguiva, passando appena a sud della facciata della basilica.
La via Triumphalis, proveniente dal Pons Neronis, si dirigeva anch'essa verso Piazza San Pietro, da dove, virando a nordovest verso la Città del Vaticano, proseguiva verso Veio, fino a incontrare la via Cassia all'altezza della zona La Giustiniana.
L'attuale Via della Conciliazione segue approssimativamente lo stesso percorso che seguiva la via Cornelia.
Più avanti, la via Cornelia doveva seguire il percorso oggi formato dalle vie G. De Vecchi Pieralice, dei Monti di Creta e di Boccea.
Fuori Roma, il percorso della Cornelia corrisponde in parte a via Tragliata e a vicolo Casale Castellaccio.
Si ritiene possibile che la via Cornelia fosse stata costruita dall'imperatore Caligola per migliorare l'accesso ai giardini imperiali, gli Horti_Agrippinae.
Perciò, potrebbe aver costituito il confine settentrionale dei giardini all'epoca di Nerone.
Sarebbe anche stata collegata al Circo di Nerone, alla basilica e ad una doppia fila di mausolei.
ROMA MUNICIPIO XIX
Valcannuta
Partendo da via Madonna del Riposo si può percorrere la via Aurelia Nuova, il cui tracciato si sovrappone a quello della via Cornelia arrivando in località Valcannuta.
PORTA SANTO SPIRITO |
La via Cornelia, lasciata la via Aurelia Nuova, si inoltrava nel territorio di Boccea seguendo il tracciato della moderna via Boccea, il cui nome deriva, oltre che dalla presenza del castello omonimo al Km. 14+500, anche dalle numerose piante di bosso, "buxsus", attraverso cui si snodava.
Acquafredda
Proseguendo per la via Cornelia incontriamo la località Acquafredda. Prende il nome dalla freschezza delle acque del fosso della Magliana dove si fermò, secondo lo storico latino Procopio nel suo " Bellum Ghoticum, il re dei Goti Totila quando, nell'anno 547, invase Roma.
Montespaccato
Dopo l'Acquafredda, la via Cornelia arriva in località Montespaccato. Il nome deriva dalle "spaccature" dei monti provocate appunto dalla via Cornelia Antica che si intersecava sul primo monte con via dell'Acquafredda e sul secondo con l'attuale via Cornelia. In questa area sono state trovate molte testimonianze sia Etrusche che Romane consistenti, per lo più, in tombe e ville.
Casalotti
Dopo il bivio per Palmarola si arriva in località Casalotti dove la via Cornelia, abbandonato il suo corso quasi parallelo alla via Boccea, si riunisce ad essa sovrapponendosi a tratti sul suo tracciato verso il casale di Boccea.
Qui, fra il Km 5 e 6 della via Cornelia-Boccea, per caso fu riportato alla luce, all'inizio del secolo, un magazzino, dotato ancora di grandi "dolii" affioranti dal terreno che doveva appartenere ad una villa rustica dei dintorni.
Il particolare dei dolii (altezza m.1,60, circonferenza massima m.4,50, diametro della bocca m. 0,53), aventi corpo interamente affondato nel terreno, si può riscontrare anche in magazzini simili di Ostia e Pompei.
Dopo il bivio per Palmarola si arriva in località Casalotti dove la via Cornelia, abbandonato il suo corso quasi parallelo alla via Boccea, si riunisce ad essa sovrapponendosi a tratti sul suo tracciato verso il casale di Boccea.
VEIO - GROTTA CAMPANA |
Il particolare dei dolii (altezza m.1,60, circonferenza massima m.4,50, diametro della bocca m. 0,53), aventi corpo interamente affondato nel terreno, si può riscontrare anche in magazzini simili di Ostia e Pompei.
A circa 600 metri di distanza sono stati trovati resti di un pavimento a mosaico bianco e nero rappresentante Nereidi e mostri marini, insieme a molluschi e pesci. Non lontano è stata rinvenuta una tomba a camera di pianta singolare e molti frammenti marmorei e suppellettili.
Casal Selce
Oltrepassata l'area di Casalotti troviamo la zona denominata Casal Selce per via dell'abbondanza di basalti, comunemente detti selci, nel terreno. Qui anticamente sono registrati i Fondi Gratinianus e Rosarius, due nomi di antichi romani.
Porcareccia Vecchia
Percorrendo la via Cornelia-Boccea, all'altezza del Km.5,500, si arriva a Porcareccia vecchia. La tenuta, un tempo molto vasta, arrivava a comprendere anche Montespaccato, Pantan Monastero ed altre località limitrofe.
Attualmente Porcareccia Vecchia comprende il casale ed il castello: il centro abitato è un grazioso agglomerato che riproduce quasi fedelmente l'aspetto del borgo cinquecentesco.
Il tutto fu quasi sicuramente costruito sopra i ruderi di qualche antica villa rustica, perché risalgono ad epoca romana molte iscrizioni, delle quali alcune databili ad età repubblicana, colonne di granito, un bassorilievo con due grifi posti l'uno di fronte all'altro, un'ara con ghirlanda ed una serie di frammenti di marmo lavorati e inseriti nelle facciate del castello e della chiesa. Dai sotterranei del castello si diparte una fitta rete di cunicoli con sfiatatoi all'altezza del terreno, da mettere in relazione al percorso sotterraneo dell'acquedotto traianeo che percorreva questa parte di campagna.
Selva Candida
Dopo Porcareccia si arriva in località Selva Candida. Il nome Selva Candida è posteriore, perché all'inizio questa località era conosciuta come "Silva Nigra", in origine un'antica area sacra etrusca che successivamente, a partire dal III secolo d.c., divenne un'area sacra cristiana. Con il passare degli anni tutto il territorio di Selva Candida cadde in rovina a causa delle incursioni dei Goti e dei Vandali, dei Saraceni ed infine dei pirati mussulmani.
Oltrepassata l'area di Casalotti troviamo la zona denominata Casal Selce per via dell'abbondanza di basalti, comunemente detti selci, nel terreno. Qui anticamente sono registrati i Fondi Gratinianus e Rosarius, due nomi di antichi romani.
Porcareccia Vecchia
Percorrendo la via Cornelia-Boccea, all'altezza del Km.5,500, si arriva a Porcareccia vecchia. La tenuta, un tempo molto vasta, arrivava a comprendere anche Montespaccato, Pantan Monastero ed altre località limitrofe.
VIA DELLA CONCILIAZIONE |
Il tutto fu quasi sicuramente costruito sopra i ruderi di qualche antica villa rustica, perché risalgono ad epoca romana molte iscrizioni, delle quali alcune databili ad età repubblicana, colonne di granito, un bassorilievo con due grifi posti l'uno di fronte all'altro, un'ara con ghirlanda ed una serie di frammenti di marmo lavorati e inseriti nelle facciate del castello e della chiesa. Dai sotterranei del castello si diparte una fitta rete di cunicoli con sfiatatoi all'altezza del terreno, da mettere in relazione al percorso sotterraneo dell'acquedotto traianeo che percorreva questa parte di campagna.
Selva Candida
Dopo Porcareccia si arriva in località Selva Candida. Il nome Selva Candida è posteriore, perché all'inizio questa località era conosciuta come "Silva Nigra", in origine un'antica area sacra etrusca che successivamente, a partire dal III secolo d.c., divenne un'area sacra cristiana. Con il passare degli anni tutto il territorio di Selva Candida cadde in rovina a causa delle incursioni dei Goti e dei Vandali, dei Saraceni ed infine dei pirati mussulmani.
Il Castello di Boccea
Oltrepassato il km.9, la via Boccea ricalca quasi interamente il percorso dell'antica via Cornelia sino ad arrivare al km. 14.500 , dove, sulla destra, si trovano i resti dell'antico castello costruito tra i secoli IX ed XII.
Il Castello di Boccea sorge sul “fundus Bucciea” che domina la valle del fiume Arrone e il fondo denominato anticamente “Ad Nimphas Catabasi”, sito al decimo miglio dell’antica via Cornelia.
BIBLIO
- Romolo A. Staccioli - Strade romane - L'Erma di Bretschneider -
- Anna Ferrari-Bravo (a cura di) - Le strade dell'Italia romana - Touring Editore - Milano - 2004 -
- Mario Luni (a cura di) - Le strade dell'Italia romana - DEA Store - Milano - 2004 -
- Antonio Nibby - Delle vie degli antichi - aggiunta a Roma Antica di Famiano Nardini -
Oltrepassato il km.9, la via Boccea ricalca quasi interamente il percorso dell'antica via Cornelia sino ad arrivare al km. 14.500 , dove, sulla destra, si trovano i resti dell'antico castello costruito tra i secoli IX ed XII.
Il Castello di Boccea sorge sul “fundus Bucciea” che domina la valle del fiume Arrone e il fondo denominato anticamente “Ad Nimphas Catabasi”, sito al decimo miglio dell’antica via Cornelia.
BIBLIO
- Romolo A. Staccioli - Strade romane - L'Erma di Bretschneider -
- Anna Ferrari-Bravo (a cura di) - Le strade dell'Italia romana - Touring Editore - Milano - 2004 -
- Mario Luni (a cura di) - Le strade dell'Italia romana - DEA Store - Milano - 2004 -
- Antonio Nibby - Delle vie degli antichi - aggiunta a Roma Antica di Famiano Nardini -
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