VIA NOVA

L'ANTICA VIA NOVA

La Via Nova venne così chiamata per distinguerla dalla Via Sacra, la seconda delle due strade di Roma che prima dell'età imperiale erano già conosciute come "viae" (vie), e considerate molto antiche (Varrone: quod vocabulum ei pervetustum ut novae viae quae via iam diu vetus). 

Le uniche due strade urbane ad essere denominate viae erano infatti la via Sacra e la via Nova, entrambe nel Foro Romano. La Nova era così chiamata in contrapposizione con la più antica Sacra via. Quasi parallela a quest’ultima, in età repubblicana la via Nova seguiva l’andamento delle pendici del colle Palatino. In età imperiale attraversava con andamento rettilineo la pendice nord occidentale del Palatino, correndo a monte del complesso della Casa delle Vestali.

L’attuale pavimentazione stradale è riferita alla sistemazione urbanistica successiva all’incendio del 64 d.c., che incluse la ristrutturazione della domus Tiberiana sul Palatino, inglobando la Via Nova. Le alte arcate a più piani che prospettano sul Foro romano sono i resti dell’intervento dell’imperatore Adriano, che fece avanzare fino alla via Nova il fronte della Domus Tiberiana. Lungo la via si aprivano le botteghe databili tra l’età flavia e l’età severiana.

VIA NOVA NEL FORO

La via iniziava a nord-est del Palatino, vicino al tempio di Jupiter Stator, dove si diramava dalla Via Sacra, seguendo le pendici settentrionali della collina nel suo lato nord-ovest. Livio: nella parte superiore della Via si aprivano le finestre dell'abitazione di Tarquinio Prisco presso il tempio di Iovis Statoris, tra l'aedes Vestae e il lucus Vestae (Cicerone - De divinis : un luco Vestae qui a Palatii radice in novam viam devexus est). 

Alle origini venne chiamata Summa Nova Via (Solin: Tarquinius Priscus ad Mugoniam portam supra summam novam viam habitavit), e sull'angolo nord-ovest della collina, sopra al Tempio di Vesta, la Infima Nova Via  (Gellio: araque Aio Loquenti statuta est quae est infima nova via; Livio: in nova via ubi nunc sacellum est supra aedem Vestae; Varrone: unde escendebant, ad infimam novam viam locus sacellum Velabrum). 

Lungo questa linea, sul lato nord della collina, venne scavata la Via Nova dell'impero. Il suo pavimento giace a 23.40 m slm all'altezza dell' atrium Vestae e a 32.30 m alla sua congiunzione col clivus Palatinus. Il suo primitivo pavimento è stato trovato almeno in un punto sotto la via successiva.

E 'possibile che la strada originaria fosse un po' più a nord della successiva, e che i posteriori allargamenti dell'Atrium Vestae e la costruzione di enormi sottostrutture del palazzo imperiale che ora si estendono sulla strada abbiano cambiato un po' la sua prima immagine.

VIA NOVA IN CAMPAGNA
All'angolo nord-occidentale del Palatino la linea retta della Via Nova è bloccata completamente dalla grande sala appartenente al complesso di edifici tra Bibliotheca Augusti e la Fonte di Giuturna, ma è collegata con il clivo della Vittoria sopra e sotto il forum da una scalinata e un vicolo inclinato. E 'evidente, quindi, che la costruzione del tempio di Augusto e le strutture adiacenti cambiarono totalmente le condizioni così che il percorso originale della strada al di là di questo punto si può solo ipotizzare.  

Dunque Varrone scrive che: "in Velabro qua in NOVAM viam exitur"; e "alteram Romanulam ab Roma dictam quae habet Gradus a Nova via annuncio Volupiae sacello", E che al tempo di Ovidio la Via era connessa con il Foro (Ovidio - Fasti VI: qua nova Romano nunc via iuncta est foro).

Non vi sono dubbi pertanto che la strada originaria passasse per il Velabro, vicino alla Porta Romanula o Porta romana, secondo Varrone una delle tre porte del Palatino, di solito posta vicino alla chiesa di S. Teodoro, anche se la relazione tra la Via Nova e il clivus Victoriae lascia qualche dubbio. 

Viceversa la connessione che fa Ovidio con il Foro potrebbe essere convincente. La strada originale avrebbe potuto seguire seguire la linea del pomerio palatino, come riferisce Tacito negli Annali a nord e a ovest della collina, ma anche questo solleva dei dubbi.

Successivamente la Via Nova venne costruita parallela alla Via Appia, per creare un collegamento diretto tra la città e le Terme di Caracalla. La Via Nova era una strada molto più ampia e spaziosa. La via visibile ancora oggi con un antico basolato è quella modificata (specie nel secondo tratto) dopo l'incendio del 64 d.c. quando il percorso fu reso più rettilineo levando diverse curve.


Nuovo percorso dalla Via Nova al Foro Romano

Dal 27 gennaio, all'interno del Foro Romano,  è aperto al pubblico il nuovo percorso dalla Via Nova attraverso la Casa delle Vestali fino alla Via Sacra.
Data e ora: 
Giovedì, 27 Gennaio, 2011 - 09:00


BIBLIO

- Romolo A. Staccioli - Strade romane - L'Erma di Bretschneider -
- Mario Luni (a cura di) - Le strade dell'Italia romana - DEA Store - Milano - 2004 -
- Samuel Ball Platner - Vici - A Topographical Dictionary of Ancient Rome - Oxford University Press - 1929 -
Antonio Nibby - Delle vie degli antichi - aggiunta a Roma Antica di Famiano Nardini -
- Giovanni Annio da Viterbo, frate domenicano (pseudonimo di Giovanni Nanni erudito quattrocentesco -1432 - 1502) - Antiquitatum variarum volumina XVII - II ed. - 1498 -
- Gustav Friedrich Constantin Parthey - M. Pinder (a cura di) - Itinerarium Antonini Avgvsti et Hierosolymitanvm ex libris manvscriptis - Berlino - Friedrich Nicolai - 1848 -


 

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