LA COLLOCAZIONE
Il forte romano di Klosterneuburg faceva parte dei forti del limes danubiano ed era il castrum più occidentale nel settore pannonico, presso la città di Klosterneuburg, del distretto di Wien-Umgebung, nella Bassa Austria.
La città di Klosterneuburg si trova a circa 13 km ad ovest da Vienna (Vindobona), sulla riva destra del Danubio, e confina a nord e ad est con le foreste della pianura del Danubio, a sud e ad ovest dalle alture della Selva Viennese (Leopoldsberg, Kahlenberg, Buchberg, Eichberg e Freiberg).
L'importanza militare di questo castrum stava nel fatto che guardava un'importante via di passaggio della valle di Kierling e del monte di Hadersfeld che conduce a Greifenstein, nel Sankt Andrä-Wördern.
Il castrum era posizionato nella parte più antica della città, sotto il monastero nella "città alta", collocata su una terrazza rocciosa tra il Danubio e le pendici del Buchberg, delimitata a nord e a sud da due corsi d'acqua, il Kierlingbach e il Weidlingbach.
Avanzi di campi permanenti d'età repubblicana e imperiale, si trovano in tutte le zone di frontiera dell'impero, costruiti in pietra e con edifici monumentali. Numerosissimi i campi romani del limes germanico - retico, lungo il Reno e il Danubio; le tracce più antiche di alcuni campi sul Reno risalgono all'età di Augusto.
Fu forte ausiliario (corpo dell'esercito romano reclutato fra le popolazioni sottomesse di peregrini, ovvero non ancora in possesso della cittadinanza romana) a partire dai Flavi (69 - 96) fino al V secolo. Fu un forte in legno e terra nel I sec. e un forte in pietra dal II al V sec.
LA STORIA
Il forte aveva il compito di sorvegliare l'attraversamento del Danubio e la principale via di comunicazione tra le due grandi fortezze legionarie di Vindobona e Lauriacum.
All'inizio fu occupato da una coorte di ausiliari (auxilia); dal II sec. invece vi subentrò una cohors milliaria equitata di 1.000 uomini. Il castrum era situato sopra una spianata rocciosa che dominava la riva destra del Danubio, presso l'attuale abbazia di Klosterneuburg.
- Cohors II Batavorum
- Cohors I Aelia sagittariorum miles equites
- Cohors I Montanorum Equites promoti gens Marcomannorum
Nei suoi pressi sono stati ritrovati i resti di torri di avvistamento, un insediamento civile (vicus) e una necropoli. Per quanto riguarda l'appartenenza di Klosterneuburg alla provincia della Pannonia non ci sono dubbi, ma si ignora il nome romano del forte, anche se alcuni studiosi protendono per Quadriburgium.
GLI SCAVI
- 1736 - Il primo ritrovamento avvenne nel 1736, durante la costruzione della nuova abbazia barocca, quando Prill scoprì un vaso con monete d'argento romane del periodo compreso tra Giulio Cesare e l'imperatore Decio.
- Inizi '800 - Nell'800, agli inizi del sec. durante la costruzione della cosiddetta "vecchia caserma", furono trovate delle altre monete; nel corso di questi stessi lavori, furono anche scoperti dei resti che si supponeva fossero tombe.
- 1834 - durante la ricostruzione della corte, vennero alla luce tre lastre con delle iscrizioni. In seguito delle copie di queste sono state murate da Maximilian Fischer.
Negli anni che seguirono venne alla luce una grande quantità di ritrovamenti con la costruzione del tratto ernestino, tra cui numerosi bolli laterizi del gruppo OFARN con la legenda "OFARNVRSICINIMG". Bolli del magister figlinarum Ursicinus sono stati spediti fino alla provincia della Pannonia Valeria, e si trovano sia nel castrum di Göd-Bócsaújtelep, che nel burgus Dunakeszi.. I bolli "OFARN" sono databili al periodo degli imperatori Costanzo II (337–361) e Valentiniano I (364–375).
Dalla stessa area viene anche una iscrizione votiva (Votivara) di un Quintus Attius e una tavoletta con l'epigrafe "Q. Aeli Valentis opus" (Opera di Quinto Elio Valente).
Lo studioso Friedrich von Kenner, ne dedusse che «...nel luogo di ritrovamento si trovava un piccolo insediamento, della cohors I Montanorum, che era sotto il comando dei legati della Pannonia».
Da allora, i ritrovamenti in questo settore del limes si susseguirono e Karl Drexler ne dedusse che «...la direzione del cardine correva lungo l'attuale Bergstraße, mentre il decumanus si estendeva dalla Hohlweg, nei pressi della chiesa di santa Gertrude, lungo la Hundskehle ».
KLOSTERNEUBURG SI TROVAVA A 13 KM DA VINDOBONA, L'ODIERNA VIENNA |
GLI SCAVI
- 1736 - Il primo ritrovamento avvenne nel 1736, durante la costruzione della nuova abbazia barocca, quando Prill scoprì un vaso con monete d'argento romane del periodo compreso tra Giulio Cesare e l'imperatore Decio.
- Inizi '800 - Nell'800, agli inizi del sec. durante la costruzione della cosiddetta "vecchia caserma", furono trovate delle altre monete; nel corso di questi stessi lavori, furono anche scoperti dei resti che si supponeva fossero tombe.
- 1834 - durante la ricostruzione della corte, vennero alla luce tre lastre con delle iscrizioni. In seguito delle copie di queste sono state murate da Maximilian Fischer.
Negli anni che seguirono venne alla luce una grande quantità di ritrovamenti con la costruzione del tratto ernestino, tra cui numerosi bolli laterizi del gruppo OFARN con la legenda "OFARNVRSICINIMG". Bolli del magister figlinarum Ursicinus sono stati spediti fino alla provincia della Pannonia Valeria, e si trovano sia nel castrum di Göd-Bócsaújtelep, che nel burgus Dunakeszi.. I bolli "OFARN" sono databili al periodo degli imperatori Costanzo II (337–361) e Valentiniano I (364–375).
Dalla stessa area viene anche una iscrizione votiva (Votivara) di un Quintus Attius e una tavoletta con l'epigrafe "Q. Aeli Valentis opus" (Opera di Quinto Elio Valente).
Lo studioso Friedrich von Kenner, ne dedusse che «...nel luogo di ritrovamento si trovava un piccolo insediamento, della cohors I Montanorum, che era sotto il comando dei legati della Pannonia».
Da allora, i ritrovamenti in questo settore del limes si susseguirono e Karl Drexler ne dedusse che «...la direzione del cardine correva lungo l'attuale Bergstraße, mentre il decumanus si estendeva dalla Hohlweg, nei pressi della chiesa di santa Gertrude, lungo la Hundskehle ».
- 1838 - ma il ritrovamento più importante avvenne il 23 luglio 1838: dalle rovine delle fondamenta sotto l'abside principale della chiesa abbaziale fu possibile individuare dei frammenti bronzei, che furono ricomposti da E. Stoy; ne risultò un diploma militare del tempo di Tito (13 giugno 80).
Inoltre emersero resti di muri e mattoni di epoca romana.
- Primi '900 - Nel '900 vennero poi alla luce:
- un frammento di una tegola con bollo circolare: LIIC.XIIIIG.MVI apposto dalla Legio XIV Gemina M(artia) VI(ctrix), 101-114 d.c.
- Bollo laterizio a forma di tabula ansata della legio XIV Gemina M V, 101–114 d. C., trovato nel chiostro dell'abbazia
- Bollo laterizio a forma di tabula ansata del gruppo OFARN (OFARNMAXENTIARP), trovato all'incrocio dell'abbazia, realizzato probabilmente dalle truppe ausiliarie del Noricum, fabbricato all'epoca di Massenzio poco dopo la metà del IV secolo d.c.
- 1904 - Con l'ampliamento dello scavo del muro romano nel seminterrato del monastero, avvenuto nel 1904, furono recuperati dei mattoni e una moneta del tempo di Valentiniano I.
- Prima del 1936 - furono trovate antiche sepolture sia a inumazione che a cremazione, tuttavia andate distrutte. Tra gli oggetti ritrovati un vaso del I o del II secolo.
- 1953 - su iniziativa dela BDA, l'agenzia federale austriaca per i monumenti, e sotto la direzione di Karl Oettinger, furono effettuati per la prima volta scavi scientifici nell'area del castrum, per studiare il palazzo dei Babenberg e dell'annessa Capella Speciosa, ma dopo che si imbatterono anche in resti di edifici romani, fu consultato anche l'Österreichisches Archäologisches Institut.
Inoltre emersero resti di muri e mattoni di epoca romana.
- Primi '900 - Nel '900 vennero poi alla luce:
- un frammento di una tegola con bollo circolare: LIIC.XIIIIG.MVI apposto dalla Legio XIV Gemina M(artia) VI(ctrix), 101-114 d.c.
- Bollo laterizio a forma di tabula ansata della legio XIV Gemina M V, 101–114 d. C., trovato nel chiostro dell'abbazia
- Bollo laterizio a forma di tabula ansata del gruppo OFARN (OFARNMAXENTIARP), trovato all'incrocio dell'abbazia, realizzato probabilmente dalle truppe ausiliarie del Noricum, fabbricato all'epoca di Massenzio poco dopo la metà del IV secolo d.c.
- 1904 - Con l'ampliamento dello scavo del muro romano nel seminterrato del monastero, avvenuto nel 1904, furono recuperati dei mattoni e una moneta del tempo di Valentiniano I.
DIPLOMA MILITARE |
- 1953 - su iniziativa dela BDA, l'agenzia federale austriaca per i monumenti, e sotto la direzione di Karl Oettinger, furono effettuati per la prima volta scavi scientifici nell'area del castrum, per studiare il palazzo dei Babenberg e dell'annessa Capella Speciosa, ma dopo che si imbatterono anche in resti di edifici romani, fu consultato anche l'Österreichisches Archäologisches Institut.
Si scoprì nel piazzale dell'abbazia, nell'area della Capella Speciosa, una costruzione funeraria tardo-antica, la Cella memoriae. All'interno della Capella fu ritrovato anche un complesso a più ambienti con tre absidi (un balineum).
A sud-est di questo edificio fu scavata anche una struttura absidale con pianta a U, in seguito interpretata come una torre tardo-antica a ferro di cavallo della II fase di pietra (torre che si protende dal muro di cinta su una pianta ad arco dalla fronte arrotondata). Tra questi si trovano anche resti di un muro della costruzione precedente (una torre rettangolare intermedia).
Entrambe le strutture sono allineate lungo la parete sud-orientale del castrum (orientamento nord-ovest/sud-est).
- 1960 - Durante ulteriori scavi, resti del muro del castrum e altre tombe con corredi funerari. Nella città alta e nella zona intorno alle vie Buchberg, Raffael-Donner, Jahn e Franz-Rumpler si è sempre ipotizzata la presenza dell'area cimiteriale di epoca romana a Klosterneuburg, che è confermata da numerosi ritrovamenti.
- 1970 circa - la torre tardo-antica a ferro di cavallo, e quindi i resti della parete quadrata sottostanti sono stati identificati come quelli dell'antica struttura preesistente.
- 1980 - furono identificati, nell'angolo nord-occidentale del chiostro vicino a un forno tardo-antico, i resti di una caserma risalenti alla I fase di pietra. Per far comprendere ai visitatori del monastero il passato romano di questo luogo, si progettò di coprire lo scavo con un soffitto di cemento: i resti sottostanti dell'edificio si sarebbero conservati e il sito archeologico sarebbe stato disponibile.
- 1991 - Durante dei lavori in via Buchberg al civico 3b, furono rinvenute altre parti del cimitero romano. Subito a nord di quest'area fu ispezionata una griglia di 14,5 × 11 m. e, a soli 80 cm di profondità, si raggiunse lo strato antico. I solchi nel terreno e i reperti ritrovati nei fossati laterali per lo scolo dell'acqua confermarono l'esistenza in questa posizione dell'arteria sud-occidentale del castrum, che doveva condurre fino alla „Schwarze Kreuz“, la croce cinquecentesca che si trova nella valle di Weidling.
- 1994 - Si riprese lo scavo del fossato del castrum, profondo 2,5 m e largo 2 m; Nel materiale di riempimento furono rinvenuti molti reperti, e fu notato un solido sbarramento datato alto e medio impero.
- 1998 - una demolizione in Leopoldstraße 17 riportò alla luce un edificio in cui si recuperarono ceramiche e frammenti di terra sigillata, e un frammento di una lorica squamata.
- 1999 - a circa 1,85 m sotto l'attuale piano di calpestio, venne portato alla luce uno strato di pietra da cava largo 2 m collocato su un sostrato di ghiaia.
- 2000 - lo strato di pietra fu finalmente identificato come la massicciata di una strada. Ad una profondità di 2,6 m fu nuovamente rinvenuto il tratto di strada romana già scavato nel 1999. La pavimentazione, larga 5 m, era delimitata da entrambi i lati da fossi, e indicava il tratto di collegamento tra la porta occidentale del castrum e il tracciato della strada del limes che passa lungo il Buchberg. Nell'antichità quest'area, corrispondente all'attuale Marktgasse, era attraversata da un ruscello e di conseguenza era sempre fradicia, rendendo necessaria una solida base per la strada.
- 2002 - lo scavo presso una fucina fu ampliato al cortile del decanato, dove emerse un muro che correva da nord-est a sud-ovest, su fondazioni di periodo romano. Questo muro in pietra con una legatura in malta si prolungava fino a una torre angolare del precedente castrum della I fase in pietra, che mostrava nell'insieme due fasi costruttive. Non sono state trovate tracce del forte in legno e terra.
Il muro meridionale, largo 90 cm, percorreva un arco di un quarto di cerchio; gli angoli erano arrotondati secondo modalità classiche. L'interno del muro della torre angolare adiacente aveva una pianta rettangolare. Successivamente all'angolo del castrum fu aggiunta una torre a ventaglio, che fu possibile scavare fino alla sua congiunzione con la parete.
IL CASTRUM
Il castrum aveva una pianta rettangolare allungata con angoli arrotondati ed era anche circondato da un doppio fossato. La fortificazione, allineata al decumanus, formava un rettangolo allungato in direzione da nord-est a sud-ovest su una terrazza rocciosa leggermente a nord del Danubio e si estendeva su una superficie di circa 2,2 ettari.
L'estensione del castrum, tuttora non determinata, doveva avere una pianta rettangolare allungata, ampia circa 2,2 ettari. È noto a grandi linee l'orientamento degli assi principali della costruzione, che ha determinato anche le strutture medievali. Solamente le terme del castrum, sala e struttura a tre camere absidate sono ben documentate con le diverse fasi di ristrutturazione. Gli edifici militari sono stati identificati sotto il chiostro e sotto la cappella di san Leopoldo. A est dell'area nel 1953-1954, appena a ovest dell'ex palazzo di Leopoldo VI, fu identificata una torre d'angolo.
Nel XIX secolo era stato osservato un muro arrotondato, poco a nord della struttura poi identificata come torre a ferro di cavallo, che potrebbe essere identificato come la porta di accesso al castrum (porta principalis dextra).
Dopo la costruzione e i rifacimenti del castrum, al principio del IV sec. i confini difensivi sul Danubio furono riorganizzati. Le truppe della guarnigione di Klosterneuburg divennero di confine, i cosiddetti limitanei o ripariani. Le truppe, sempre più mescolate a causa delle guerre civili, delle invasioni germaniche e dei trasferimenti alle unità mobili degli eserciti, i comitatenses, lasciarono alla popolazione civile, tra la fine del IV secolo e l'inizio del V, gran parte dell'area del castrum.
Questo infatti si trasformò in un villaggio civile fortificato, un oppidum. Per completare le carenze di organico, si permise sempre più a organizzazioni tribali provenienti dal Barbaricum, cioè le tribù germaniche libere a est del Danubio, di insediarsi come federati a sud del Danubio, per partecipare alla difesa dei confini dell'impero.
Ciò accadde anche a Klosterneuburg, dove, tra gli altri reperti, le capanne di fango dei nuovi coloni (probabilmente Suebi o Marcomanni) sono identificabili come l'ultimo livello dei reperti antichi. La circolazione monetaria identificata non arriva oltre l'imperatore Onorio (395-423).
La maggior parte dei "romani" di Klosterneuburg (cioè residenti locali che vivevano secondo le abitudini romane) migrarono probabilmente nel 488, al comando di Odoacre, verso l'Italia. Alla fine del V secolo anche le capanne di fango furono bruciate; il castrum e il piano dell'abbazia furono abbandonati.
LE FASI COSTRUTTIVE
La prima fase costruttiva dei limes era sempre in legno e terra per il semplice fatto che nelle zone del nord abbondavano le foreste e scarseggiava la pietra. Il legno poteva essere molto spesso e duro, per cui poteva sostituire egregiamente la pietra. Del resto i soldati nordici, abituati al legno, non avevano sviluppato armi d'assedio poderose come quelle dei romani, ma si limitavano a incendiare i fortini. Per questo però, i romani rivestivano le pareti di legno in terra cruda.
I sistemi variavano dall'usare dei vimini o delle frasche su cui venivano pigiati gli strati di terra argillosa, oppure si creavano delle matrici in legno rettangolari entro cui si poneva spingendo l'argilla cruda. A volte invece si poneva la terra umida dentro dei cassoni di legno ottenendone dei travi che si ponevano uno sull'altro alzando la parete, questo però si usava quando scarseggiava anche il legno. A volte la terra in mattoni veniva essiccata al sole, ma questo si poteva fare solo nella stagione estiva che durava circa due mesi. Per il resto occorreva riferirsi al legno e la terra cruda.
FORTI IN LEGNO E TERRA
Verso la fine del I secolo il primo fortino fu realizzato in legno e terra, però ne ignoriamo le dimensioni. Le torri, come le mura esterne, le porte e le costruzioni interne, quali magazzini (horrea), baracche ed edifici amministrativi (principia) erano fatti di legno con le pareti ricoperte d'argilla.
L'interno del campo era diviso in praetentura nella parte frontale del forte, e la retentura nella retroguardia, dove erano collocate le caserme e i magazzini, Poi c'era il praetorium con l'alloggio del comandante. Successivamente ci fu un ampliamento nella retentura, la parte posteriore del castrum opposta alla praetentura.
Il motivo della pianta stretta e allungata del forte può essere dovuto al cambiamento delle forze ausiliarie presenti al suo interno, agli inizi del II secolo, cioè quando la cohors quingenaria fu sostituita da una cohors milliaria.
FORTI DI PIETRA
Intorno all'anno 100, ebbe luogo (probabilmente al tempo della cohors I Aelia sagittariorum) la ricostruzione in pietra del muro del castrum. ma successivamente pure di una caserma con portico a pilastri e tetto di tegole, orientata da nord a sud.
Il massimo delle ricostruzioni in pietra, come ci mostrano i bolli di laterizi rinvenuti, avvennero tra la fine del II e l'inizio del III secolo. Gli edifici interni datati tra il I e il IV secolo sono stati scoperti, parzialmente conservati, nel chiostro del monastero. Nelle vicinanze è stato dissotterrato un forno del IV o del V sec.
Sul lato orientale è stato attestato, nella zona del campo, un balineum (bagno). L'angolo sud arrotondato con una torre angolare all'interno è stato scavato a est di Albrechtsgasse, e su di esso sarebbe stata in seguito eretta una torre a ventaglio.
Nelle vicinanze del cimitero di Buchberg è anche stato scoperto un ulteriore impianto di scolo (un fossato), che probabilmente una volta circondava una zona destinata alle marce e alle esercitazioni.
Sempre suffragati dai bolli laterizi, si eseguirono ulteriori costruzioni in pietra all'interno del castro nella prima metà del III secolo e lavori di restauro nel tardo IV secolo. . Nell'ultimo terzo del IV secolo fu costruita una cisterna, con materiale di reimpiego della necropoli medio-imperiale (I - III secolo) di Buchberg.
Presso la porta orientale: ritrovamento di due pietre miliari semilavorate presso le mura della porta e di un'ara e di una soglia presso il muro orientale del castrum. Si dovette scavare nuovamente il fossato difensivo per cingere la torre sud-orientale a ferro di cavallo.
Le ultime attività di costruzione nel castrum sono attestate da ritrovamenti dei laterizi del cosiddetto gruppo OFARN, verso la fine del IV secolo. In seguito la struttura iniziò a deteriorarsi. Interventi provvisori di tamponatura a secco del muro e la costruzione di abitazioni con un primitivo sistema in legno e argilla all'interno del castrum si possono ancora osservare nel V secolo.
LE TORRI
La torre con la sezione frontale a U, detta a ferro di cavallo, risale al IV secolo e sporgeva sia all'interno che all'esterno del castrum. Era costruita in parte sopra una precedente torre rettangolare demolita, con muro nella parte frontale di circa 1,50 m, all'interno di circa 1 m;
L'opera muraria sovrastante è in opus caementicium ricoperto da pietra squadrata di cava, mescolata con mattoni e un po' di malta. Il muro esterno è costituito da blocchi regolari squadrati, mentre per l'interno del muro sono state usati pezzi di pietra grezzi.
Nella parte posteriore si trova la porta di 1,10 m di larghezza con una soglia in due parti. La costruzione precedente, una torre intermedia rettangolare, risale agli inizi del II secolo. Le dimensioni sono di 4,20 × 4,80 m,.
LE TERME
Scoperte sotto il muro sud-orientale del forte durante la campagna di scavi degli anni 1953-54, nel chiostro di Klosterneuburg, hanno un impianto (balineum) orientato nord-ovest/sud-est ed,diviso in tre ambienti riscaldati (Edificio A), che continuano a nord-est con una sala non riscaldata (Edificio B).
Aveva due absidi con vasche, fu in uso fino alla tarda antichità e, come le caserme fu ricostruita più volte. Dopo il ritrovamento dei bolli laterizi la sua ultima ricostruzione è stata datata alla fine del IV secolo. Mancano ancora indicazioni per il percorso dell'adduzione e dell'abduzione dell'acqua. Inoltre non vi è alcuna prova della presenza di bacini idrici. Se l'impianto è stato effettivamente utilizzato come terme, non può essere stato per un lungo tempo.
Edificio A
Nel locale I, che è stato allargato mediante due absidi, si trova il calidarium. Nell'abside laterale si trova il praefurnium. L'adiacente locale II è un tepidarium; riscaldato assieme al locale III, il cui praefurnium si trova nel lato nord-occidentale. Qui si trova anche l'unico accesso al percorso caldo delle terme. Probabilmente l'edificio A è stato ulteriormente esteso con le absidi quando il castrum è stato lasciato alla popolazione civile.
Edificio B
L'edificio B venne costruito in un periodo successivo. Nell'abside sul lato sud-orientale è identificabile una natatio (piscina), forse uno spazio polifunzionale, che probabilmente racchiude sia le funzioni di frigidarium che di sala ricreativa. E' interrotto nella sua parte settentrionale da un cimitero di epoca successiva.
In base ai bolli laterizi ritrovati, l'edificio più vecchio dovrebbe essere collocato nel periodo di Valentiniano I o in quello dell'imperatore Teodosio I (379-395). Infatti si trovano anche laterizi e tegole del primo periodo dell'impero, ma questi potrebbero, in base ai resti di malta che ancora vi aderiscono, essere materiali di reimpiego..
Una seconda fase riguarda agli inizi del V secolo, e la sua fine è stata anche in questo caso causata da un incendio. I successivi interventi minori di aggiunte e restauri riguardano principalmente gli spazi riscaldati. Le tre aperture di passaggio del calore dal Tepidarium (II) al Calidarium (I) sono racchiuse solo con pannelli di laterizio. Sembra che siano state aggiunte a posteriori, perché non sono state erette come archi di mattoni in laterizio, come i passaggi di calore del primo periodo di edificazione.
LA GUARNIGIONE
Finora per Klosterneuburg possono essere identificate, tramite le epigrafi, tre Auxilia. Inoltre, grazie alla grande quantità di bolli sui laterizi usati, si può stabilire la presenza nel castrum di appartenenti alla legio X Gemina. Erano truppe presenti in prima linea come unità di vessillazione e per la fornitura dei materiali di costruzione.
- Cohors I Montanorum - Questa unità potrebbe aver stabilito il primo insediamento (80–103 d.c) nel castrum fatto con legno e terra, attestato principalmente dal diploma militare di Soione del 13 giugno 80 , al tempo dell'imperatore Tito. Probabilmente era insediata qui già verso il 101 – in collegamento con la legio XIII Gemina – durante la guerra ai Daci di Traiano, oppure già nel 92, nei pressi del castrum di Albertfalva, sul fronte sarmatico.
- Legio XIV Gemina Martia Victrix - La coorte potrebbe essere stata sostituita successivamente dalla legio XIV Gemina Martia Victrix, che, durante la guerra contro i Daci, era stata spostata nell'area di Vienna, nell'ambito dei necessari riposizionamenti delle truppe. Non è chiaro se il compito di queste truppe fosse solo quello di costruire il castrum o se avessero anche funzioni di guarnigione.
- Cohors II Batavorum - All'inizio del II secolo d.c. la II Batavorum nel 98 d.c. è documentata da un diploma militare datato 20 febbraio 98. In base ad alcuni frammenti di bolli laterizi questa unità avrebbe sostituito la prima Montanorum.
Un ulteriore diploma militare proveniente da Mautern an der Donau per gli anni 127/128–138 indica il loro attestamento nell'esercito provinciale norico.
- Cohors I Aelia Caesariensis milliaria (severiana) sagittariorum equitata - Dalla metà del II al IV secolo la cohors I Aelia Caesariensis di cavalleria di 1000 uomini entrò nel castrum di Klosterneuburg verso la metà del II secolo e vi rimase probabilmente fino alla fine dell'organizzazione militare romana nell'alto Danubio. La presenza di questa unità è attestata dalle epigrafi, usate come materiale di reimpiego, dei tribuni del II secolo:
Oltre alle lapidi è stata trovata una grande quantità di bolli laterizi riferiti all'unità, affiorati anche in altri luoghi del limes danubiano. Dato che l'unità è anche indicata da alcuni di loro col titolo di SEVERIANA, è certo che stazionasse a Klosterneuburg anche sotto l'imperatore Alessandro Severo (208–235). Tutto tace nel III secolo.
Invece nel tardo IV secolo e all'inizio del V sembra che una sola coorte delle truppe di confine riorganizzate sotto Diocleziano e Costantino, costituita da un'unità di cavalleria con alcuni foederati della tribù germanica dei Marcomanni, abbia fatto servizio di guardia a Klosterneuburg fino alla fine della dominazione romana.
IL VICUS
Il vicus, cioè il villaggio, di Klosterneuburg è ricoperto dalla città sovrastante, pertanto finora non possiamo determinare l'estensione né identificare gli edifici maggiori. Sappiamo che circondava il castrum con una forma semicircolare da est a ovest e si estendeva a est fino quasi al fossato difensivo. Come area doveva avere almeno l'estensione della sovrastante città medievale. La popolazione di Klosterneuburg ha goduto di un modesto benessere, come suggeriscono i resti delle case (pitture murali) e le ceramiche importate.
In base ai ritrovamenti la popolazione tardo antica di Klosterneuburg non era costituita esclusivamente da romani, ma in gran parte da immigrati dalle tribù germaniche, che non erano presenti nel villaggio più antico.
Le necropoli del forte giacevano ai piedi del Buchberg, subito accanto alla strada extra-urbana, e quindi secondo la legge romana, che proibiva le tombe entro le mura dell'abitato. Per i cadaveri si eseguiva la cremazione.
Sul Limes tra Cannabiaca e Klosterneuburg nel 1909 furono trovati due altari votivi dedicati al Dio Silvano, di cui uno donato da un componente della Legio X Gemina.
DIPLOMA MILITARE ANNO 80 d.c.
« Imp(erator) Titus Caesar divi Vespasiani f(ilius) Vespasianus/
Augustus pontifex maximus tribunic(ia) potestat(e)/
VIIII imp(erator) XV p(ater) p(atriae) censor co(n)s(ul) VIII/
iis qui militaverunt equi[te]s et pedites in alis/
quattuor et cohortibus d[ecem] et tribus I Arva/
corum I civium Romanor[um II] Arvacorum Frontoniana/
I Alpinorum I Montanorum I Nori/
[cor]um I Lepidiana I Augusta Ituraeorum II Lu/
[censi]um I Alpinorum I Britannica II Astu/
[rum et] Callaecorum II Hispanorum III Thra/
[cum V] Breucorum VIII Raetorum quae sunt/
in Pannonia sub T(ito) Atilio Rufo quinis et vic[e]/
nis pluribusve stipendiis emeritis dimissis/
honesta missione item iis qui militant in a/
lis duabus I civium Romanorum et II Arva/
corum et coh(o)rte VIII Raetorum et sunt sub eo/
dem emeritis quinis et vicenis stipend[iis]/
quorum nomina subscripta sunt ipsis [li]/
beris posterisque eorum civitatem dedit et/
conubium cum {cum} uxoribus quas [tun]c ha/
buissent cum est civitas iis data aut
s[i q]ui cae/libes essent cum iis quas postea duxissent dum/
taxat singuli singulas
Idibus Iuni(i)s/
L(ucio) Lamia Plautio Aeliano/
[C(aio) Mario] Marcello Octavio
Publio Cluvio Rufo /
co(n)s(ulibus)/
[coho]rt(is) I Mon[t]anorum cui prae(e)st /
[Sex(tus) Ne]rianus Sex(ti) f(ilius) Clu(stumina) Clemens/ ex peditibus/
[Soio]ni Muscelli (filio) Besso/
[des]criptum et recognit[um] ex tabula ae/
nea quae fixa est Romae in Capitolio//
Imp(erator) Titus Caesa[r divi Vespasia]ni f(ilius) Vespasia/
nus Augustus [pontifex max]imus tribunic(ia) /
potestat(e) VIIII im[p(erator) XV p(ater) p(atriae) cens]or co(n)s(ul) VIII /
iis qui militaver[unt equite]s et pedites in /
alis quattuor et co[horti]bus decem et tri/
bus I Arvacorum I civium Romanorum II Ar/vacorum Frontoniana I Alpinorum I Monta/norum I Noricorum I Lepidiana I Augusta /
Ituraeorum I(I) Lucensium I Alpinorum I /
Britannica II Asturum et Callaecorum II /
Hispanorum III Thracum V Breucorum VIII /
Raetorum quae sun{n}t in Pannonia sub T(ito) /
Atilio Rufo quinis et vicenis pluribusve sti/pendiis emeritis dimissis honesta missio/
ne item iis qui militant in alis duabus /
I civium Ro[ma]norum et II Arvacorum et /
coh(o)rte VIII Raetorum et sunt sub eodem /
emeritis quinis et vicenis stipendiis quo/rum nom[ina] subscripta sunt ipsis li/
beris p[oste]risque eorum civitatem /
dedit et [conubi]um cum uxoribus quas tunc /
habuis[sent] cum est civitas iis data /
aut si qu[i ca]elibes essent cum is quas /
postea duxissent dumtaxat singuli /
singulas Idibus Iuni(i)s /
L(ucio) Lamia Plautio Aeliano /
C(aio) Mario Marcello Octavio Publio Cluvio Rufo /
co(n)s(ulibus) /
cohort(is) I Montanorum cui prae(e)st /
Sex(tus) Nerianus Sex(ti) f(ilius) Clu(stumina) Clemens /
ex peditibus /
Soioni Muscelli f(ilio) Besso /
descriptum et recognitum ex tabula aenea /
quae fixa est Romae in Capitolio post ae/
dem Fidei p(opuli) R(omani) in muro //
L(uci) Pulli Sperati /
[3]atini Rufi /
Eutrapeli /
di Sementivi /
P(ubli) Manli Lauri /
M(arci) Stlacci Phileti /
L(uci) Pulli Ianuar(i) »
« Imperatore Tito Cesare Vespasiano Augusto, figlio del divino Vespasiano, pontefice massimo, nove volte il potere tribunizio, acclamato imperatore quindici volte, padre della patria, censore, console per otto volte, a quelli che combatterono come cavalieri e fanti nelle quattro ali di cavalleria e nelle tredici coorti:
- la I Arvacorum, - la I civium Romanorum, - la II Arvacorum Frontoniana, - la I Alpinorum, - la I Montanorum, - la I Noricorum, - la I Lepidiana, - la I Augusta Ituraeorum, - la II Lucensium, - la I Alpinorum, - la I Britannica, - la II Asturum et Callaecorum, - la II Hispanorum, - la III Thracum, - la V Breucorum e la VIII Raetorum,
che si trovano nella Pannonia sotto Tito Atilio Rufo, sono congedati con la dovuta licenza (honesta missio), dopo venticinque anni o più di meritati stipendi; allo stesso modo anche a coloro che combattono nelle due ali di cavalleria:
- la I civium Romanorum
- e la II Arvacorum
- oltre alla coorte VIII Raetorum,
che sono nelle stesse condizioni di servizio di venticinque anni di stipendi, i nomi dei quali sono registrati; e diede agli stessi figli e discendenti la cittadinanza ed il diritto di contrarre matrimonio con le mogli che avessero, nel momento in cui a loro viene concessa la cittadinanza oppure nel caso fossero celibi con quelle che avessero preso moglie più tardi almeno una sola per ciascuno; alle idi di Giugno, sotto il consolato di Lucio Lamia Plautio Eliano e Caio Mario Marcello Octavio Publio Cluvio Rufo, tra i fanti della coorte I Montanorum, a cui è a capo Sesto Neriano Clemente, figlio di Sesto della Clustumina, di Soione Muscello al figlio Besso, trascritto e ricordato sulla tavola enea che è posta sul Campidoglio di Roma, sul muro dietro il tempio della Fede del popolo romano. »
(Diploma militare dell'anno 80, oggi presso il Museo di Carnuntum, proveniente da Klosterneuburg, CIL XVI, 26.)
- Officinia Auxiliares Ripenses Norica - "Officine degli ausiliari di frontiera del Norico" -
BIBLIO
- Notitia dignitatum - XXIV -
A sud-est di questo edificio fu scavata anche una struttura absidale con pianta a U, in seguito interpretata come una torre tardo-antica a ferro di cavallo della II fase di pietra (torre che si protende dal muro di cinta su una pianta ad arco dalla fronte arrotondata). Tra questi si trovano anche resti di un muro della costruzione precedente (una torre rettangolare intermedia).
Entrambe le strutture sono allineate lungo la parete sud-orientale del castrum (orientamento nord-ovest/sud-est).
- 1960 - Durante ulteriori scavi, resti del muro del castrum e altre tombe con corredi funerari. Nella città alta e nella zona intorno alle vie Buchberg, Raffael-Donner, Jahn e Franz-Rumpler si è sempre ipotizzata la presenza dell'area cimiteriale di epoca romana a Klosterneuburg, che è confermata da numerosi ritrovamenti.
- 1970 circa - la torre tardo-antica a ferro di cavallo, e quindi i resti della parete quadrata sottostanti sono stati identificati come quelli dell'antica struttura preesistente.
- 1980 - furono identificati, nell'angolo nord-occidentale del chiostro vicino a un forno tardo-antico, i resti di una caserma risalenti alla I fase di pietra. Per far comprendere ai visitatori del monastero il passato romano di questo luogo, si progettò di coprire lo scavo con un soffitto di cemento: i resti sottostanti dell'edificio si sarebbero conservati e il sito archeologico sarebbe stato disponibile.
- 1991 - Durante dei lavori in via Buchberg al civico 3b, furono rinvenute altre parti del cimitero romano. Subito a nord di quest'area fu ispezionata una griglia di 14,5 × 11 m. e, a soli 80 cm di profondità, si raggiunse lo strato antico. I solchi nel terreno e i reperti ritrovati nei fossati laterali per lo scolo dell'acqua confermarono l'esistenza in questa posizione dell'arteria sud-occidentale del castrum, che doveva condurre fino alla „Schwarze Kreuz“, la croce cinquecentesca che si trova nella valle di Weidling.
- 1994 - Si riprese lo scavo del fossato del castrum, profondo 2,5 m e largo 2 m; Nel materiale di riempimento furono rinvenuti molti reperti, e fu notato un solido sbarramento datato alto e medio impero.
- 1998 - una demolizione in Leopoldstraße 17 riportò alla luce un edificio in cui si recuperarono ceramiche e frammenti di terra sigillata, e un frammento di una lorica squamata.
- 1999 - a circa 1,85 m sotto l'attuale piano di calpestio, venne portato alla luce uno strato di pietra da cava largo 2 m collocato su un sostrato di ghiaia.
- 2000 - lo strato di pietra fu finalmente identificato come la massicciata di una strada. Ad una profondità di 2,6 m fu nuovamente rinvenuto il tratto di strada romana già scavato nel 1999. La pavimentazione, larga 5 m, era delimitata da entrambi i lati da fossi, e indicava il tratto di collegamento tra la porta occidentale del castrum e il tracciato della strada del limes che passa lungo il Buchberg. Nell'antichità quest'area, corrispondente all'attuale Marktgasse, era attraversata da un ruscello e di conseguenza era sempre fradicia, rendendo necessaria una solida base per la strada.
- 2002 - lo scavo presso una fucina fu ampliato al cortile del decanato, dove emerse un muro che correva da nord-est a sud-ovest, su fondazioni di periodo romano. Questo muro in pietra con una legatura in malta si prolungava fino a una torre angolare del precedente castrum della I fase in pietra, che mostrava nell'insieme due fasi costruttive. Non sono state trovate tracce del forte in legno e terra.
Il muro meridionale, largo 90 cm, percorreva un arco di un quarto di cerchio; gli angoli erano arrotondati secondo modalità classiche. L'interno del muro della torre angolare adiacente aveva una pianta rettangolare. Successivamente all'angolo del castrum fu aggiunta una torre a ventaglio, che fu possibile scavare fino alla sua congiunzione con la parete.
RESTI DEL FORTE |
IL CASTRUM
Il castrum aveva una pianta rettangolare allungata con angoli arrotondati ed era anche circondato da un doppio fossato. La fortificazione, allineata al decumanus, formava un rettangolo allungato in direzione da nord-est a sud-ovest su una terrazza rocciosa leggermente a nord del Danubio e si estendeva su una superficie di circa 2,2 ettari.
L'estensione del castrum, tuttora non determinata, doveva avere una pianta rettangolare allungata, ampia circa 2,2 ettari. È noto a grandi linee l'orientamento degli assi principali della costruzione, che ha determinato anche le strutture medievali. Solamente le terme del castrum, sala e struttura a tre camere absidate sono ben documentate con le diverse fasi di ristrutturazione. Gli edifici militari sono stati identificati sotto il chiostro e sotto la cappella di san Leopoldo. A est dell'area nel 1953-1954, appena a ovest dell'ex palazzo di Leopoldo VI, fu identificata una torre d'angolo.
Nel XIX secolo era stato osservato un muro arrotondato, poco a nord della struttura poi identificata come torre a ferro di cavallo, che potrebbe essere identificato come la porta di accesso al castrum (porta principalis dextra).
Dopo la costruzione e i rifacimenti del castrum, al principio del IV sec. i confini difensivi sul Danubio furono riorganizzati. Le truppe della guarnigione di Klosterneuburg divennero di confine, i cosiddetti limitanei o ripariani. Le truppe, sempre più mescolate a causa delle guerre civili, delle invasioni germaniche e dei trasferimenti alle unità mobili degli eserciti, i comitatenses, lasciarono alla popolazione civile, tra la fine del IV secolo e l'inizio del V, gran parte dell'area del castrum.
Questo infatti si trasformò in un villaggio civile fortificato, un oppidum. Per completare le carenze di organico, si permise sempre più a organizzazioni tribali provenienti dal Barbaricum, cioè le tribù germaniche libere a est del Danubio, di insediarsi come federati a sud del Danubio, per partecipare alla difesa dei confini dell'impero.
Ciò accadde anche a Klosterneuburg, dove, tra gli altri reperti, le capanne di fango dei nuovi coloni (probabilmente Suebi o Marcomanni) sono identificabili come l'ultimo livello dei reperti antichi. La circolazione monetaria identificata non arriva oltre l'imperatore Onorio (395-423).
La maggior parte dei "romani" di Klosterneuburg (cioè residenti locali che vivevano secondo le abitudini romane) migrarono probabilmente nel 488, al comando di Odoacre, verso l'Italia. Alla fine del V secolo anche le capanne di fango furono bruciate; il castrum e il piano dell'abbazia furono abbandonati.
LE FASI COSTRUTTIVE
La prima fase costruttiva dei limes era sempre in legno e terra per il semplice fatto che nelle zone del nord abbondavano le foreste e scarseggiava la pietra. Il legno poteva essere molto spesso e duro, per cui poteva sostituire egregiamente la pietra. Del resto i soldati nordici, abituati al legno, non avevano sviluppato armi d'assedio poderose come quelle dei romani, ma si limitavano a incendiare i fortini. Per questo però, i romani rivestivano le pareti di legno in terra cruda.
LIMES PANNONICUS |
Poichè nel nord europa abbondava il legno e la terra argillosa, i romani optarono per questa soluzione. Ricorrere alle pietre significava andarne alla ricerca talvolta in zone lontane e inoltre lasciar passare molto tempo prima che il forte fosse terminato. Dato che la legione era continuamente sotto attacco i romani preferirono innalzare i forti di legno e terra, e solo successivamente sostituire gradatamente il legno con i blocchi di pietra.
D'altronde un forte di legno e terra non richiedeva molto tempo per essere eseguito dato che i legionari erano maestranze formidabili che sapevano fare di tutto e che si intendevano di tutto. In quanto ai generali e ai loro luogotenenti, erano tutti valenti architetti e direttori dei lavori, essi sapevano fare strade, ponti, acquedotti, edifici e fortezze.
FORTI IN LEGNO E TERRA
Verso la fine del I secolo il primo fortino fu realizzato in legno e terra, però ne ignoriamo le dimensioni. Le torri, come le mura esterne, le porte e le costruzioni interne, quali magazzini (horrea), baracche ed edifici amministrativi (principia) erano fatti di legno con le pareti ricoperte d'argilla.
L'interno del campo era diviso in praetentura nella parte frontale del forte, e la retentura nella retroguardia, dove erano collocate le caserme e i magazzini, Poi c'era il praetorium con l'alloggio del comandante. Successivamente ci fu un ampliamento nella retentura, la parte posteriore del castrum opposta alla praetentura.
Il motivo della pianta stretta e allungata del forte può essere dovuto al cambiamento delle forze ausiliarie presenti al suo interno, agli inizi del II secolo, cioè quando la cohors quingenaria fu sostituita da una cohors milliaria.
I RESTI |
FORTI DI PIETRA
Intorno all'anno 100, ebbe luogo (probabilmente al tempo della cohors I Aelia sagittariorum) la ricostruzione in pietra del muro del castrum. ma successivamente pure di una caserma con portico a pilastri e tetto di tegole, orientata da nord a sud.
Il massimo delle ricostruzioni in pietra, come ci mostrano i bolli di laterizi rinvenuti, avvennero tra la fine del II e l'inizio del III secolo. Gli edifici interni datati tra il I e il IV secolo sono stati scoperti, parzialmente conservati, nel chiostro del monastero. Nelle vicinanze è stato dissotterrato un forno del IV o del V sec.
Sul lato orientale è stato attestato, nella zona del campo, un balineum (bagno). L'angolo sud arrotondato con una torre angolare all'interno è stato scavato a est di Albrechtsgasse, e su di esso sarebbe stata in seguito eretta una torre a ventaglio.
Nelle vicinanze del cimitero di Buchberg è anche stato scoperto un ulteriore impianto di scolo (un fossato), che probabilmente una volta circondava una zona destinata alle marce e alle esercitazioni.
Sempre suffragati dai bolli laterizi, si eseguirono ulteriori costruzioni in pietra all'interno del castro nella prima metà del III secolo e lavori di restauro nel tardo IV secolo. . Nell'ultimo terzo del IV secolo fu costruita una cisterna, con materiale di reimpiego della necropoli medio-imperiale (I - III secolo) di Buchberg.
Presso la porta orientale: ritrovamento di due pietre miliari semilavorate presso le mura della porta e di un'ara e di una soglia presso il muro orientale del castrum. Si dovette scavare nuovamente il fossato difensivo per cingere la torre sud-orientale a ferro di cavallo.
Le ultime attività di costruzione nel castrum sono attestate da ritrovamenti dei laterizi del cosiddetto gruppo OFARN, verso la fine del IV secolo. In seguito la struttura iniziò a deteriorarsi. Interventi provvisori di tamponatura a secco del muro e la costruzione di abitazioni con un primitivo sistema in legno e argilla all'interno del castrum si possono ancora osservare nel V secolo.
LE TORRI
La torre con la sezione frontale a U, detta a ferro di cavallo, risale al IV secolo e sporgeva sia all'interno che all'esterno del castrum. Era costruita in parte sopra una precedente torre rettangolare demolita, con muro nella parte frontale di circa 1,50 m, all'interno di circa 1 m;
L'opera muraria sovrastante è in opus caementicium ricoperto da pietra squadrata di cava, mescolata con mattoni e un po' di malta. Il muro esterno è costituito da blocchi regolari squadrati, mentre per l'interno del muro sono state usati pezzi di pietra grezzi.
Nella parte posteriore si trova la porta di 1,10 m di larghezza con una soglia in due parti. La costruzione precedente, una torre intermedia rettangolare, risale agli inizi del II secolo. Le dimensioni sono di 4,20 × 4,80 m,.
LE TERME
Scoperte sotto il muro sud-orientale del forte durante la campagna di scavi degli anni 1953-54, nel chiostro di Klosterneuburg, hanno un impianto (balineum) orientato nord-ovest/sud-est ed,diviso in tre ambienti riscaldati (Edificio A), che continuano a nord-est con una sala non riscaldata (Edificio B).
Aveva due absidi con vasche, fu in uso fino alla tarda antichità e, come le caserme fu ricostruita più volte. Dopo il ritrovamento dei bolli laterizi la sua ultima ricostruzione è stata datata alla fine del IV secolo. Mancano ancora indicazioni per il percorso dell'adduzione e dell'abduzione dell'acqua. Inoltre non vi è alcuna prova della presenza di bacini idrici. Se l'impianto è stato effettivamente utilizzato come terme, non può essere stato per un lungo tempo.
Edificio A
Nel locale I, che è stato allargato mediante due absidi, si trova il calidarium. Nell'abside laterale si trova il praefurnium. L'adiacente locale II è un tepidarium; riscaldato assieme al locale III, il cui praefurnium si trova nel lato nord-occidentale. Qui si trova anche l'unico accesso al percorso caldo delle terme. Probabilmente l'edificio A è stato ulteriormente esteso con le absidi quando il castrum è stato lasciato alla popolazione civile.
Edificio B
L'edificio B venne costruito in un periodo successivo. Nell'abside sul lato sud-orientale è identificabile una natatio (piscina), forse uno spazio polifunzionale, che probabilmente racchiude sia le funzioni di frigidarium che di sala ricreativa. E' interrotto nella sua parte settentrionale da un cimitero di epoca successiva.
In base ai bolli laterizi ritrovati, l'edificio più vecchio dovrebbe essere collocato nel periodo di Valentiniano I o in quello dell'imperatore Teodosio I (379-395). Infatti si trovano anche laterizi e tegole del primo periodo dell'impero, ma questi potrebbero, in base ai resti di malta che ancora vi aderiscono, essere materiali di reimpiego..
Una seconda fase riguarda agli inizi del V secolo, e la sua fine è stata anche in questo caso causata da un incendio. I successivi interventi minori di aggiunte e restauri riguardano principalmente gli spazi riscaldati. Le tre aperture di passaggio del calore dal Tepidarium (II) al Calidarium (I) sono racchiuse solo con pannelli di laterizio. Sembra che siano state aggiunte a posteriori, perché non sono state erette come archi di mattoni in laterizio, come i passaggi di calore del primo periodo di edificazione.
RAPPRESENTAZIONE DEI CORPI AUSILIARI |
LA GUARNIGIONE
Finora per Klosterneuburg possono essere identificate, tramite le epigrafi, tre Auxilia. Inoltre, grazie alla grande quantità di bolli sui laterizi usati, si può stabilire la presenza nel castrum di appartenenti alla legio X Gemina. Erano truppe presenti in prima linea come unità di vessillazione e per la fornitura dei materiali di costruzione.
- Cohors I Montanorum - Questa unità potrebbe aver stabilito il primo insediamento (80–103 d.c) nel castrum fatto con legno e terra, attestato principalmente dal diploma militare di Soione del 13 giugno 80 , al tempo dell'imperatore Tito. Probabilmente era insediata qui già verso il 101 – in collegamento con la legio XIII Gemina – durante la guerra ai Daci di Traiano, oppure già nel 92, nei pressi del castrum di Albertfalva, sul fronte sarmatico.
- Legio XIV Gemina Martia Victrix - La coorte potrebbe essere stata sostituita successivamente dalla legio XIV Gemina Martia Victrix, che, durante la guerra contro i Daci, era stata spostata nell'area di Vienna, nell'ambito dei necessari riposizionamenti delle truppe. Non è chiaro se il compito di queste truppe fosse solo quello di costruire il castrum o se avessero anche funzioni di guarnigione.
- Cohors II Batavorum - All'inizio del II secolo d.c. la II Batavorum nel 98 d.c. è documentata da un diploma militare datato 20 febbraio 98. In base ad alcuni frammenti di bolli laterizi questa unità avrebbe sostituito la prima Montanorum.
Un ulteriore diploma militare proveniente da Mautern an der Donau per gli anni 127/128–138 indica il loro attestamento nell'esercito provinciale norico.
- Cohors I Aelia Caesariensis milliaria (severiana) sagittariorum equitata - Dalla metà del II al IV secolo la cohors I Aelia Caesariensis di cavalleria di 1000 uomini entrò nel castrum di Klosterneuburg verso la metà del II secolo e vi rimase probabilmente fino alla fine dell'organizzazione militare romana nell'alto Danubio. La presenza di questa unità è attestata dalle epigrafi, usate come materiale di reimpiego, dei tribuni del II secolo:
Oltre alle lapidi è stata trovata una grande quantità di bolli laterizi riferiti all'unità, affiorati anche in altri luoghi del limes danubiano. Dato che l'unità è anche indicata da alcuni di loro col titolo di SEVERIANA, è certo che stazionasse a Klosterneuburg anche sotto l'imperatore Alessandro Severo (208–235). Tutto tace nel III secolo.
Invece nel tardo IV secolo e all'inizio del V sembra che una sola coorte delle truppe di confine riorganizzate sotto Diocleziano e Costantino, costituita da un'unità di cavalleria con alcuni foederati della tribù germanica dei Marcomanni, abbia fatto servizio di guardia a Klosterneuburg fino alla fine della dominazione romana.
IL VICUS
Il vicus, cioè il villaggio, di Klosterneuburg è ricoperto dalla città sovrastante, pertanto finora non possiamo determinare l'estensione né identificare gli edifici maggiori. Sappiamo che circondava il castrum con una forma semicircolare da est a ovest e si estendeva a est fino quasi al fossato difensivo. Come area doveva avere almeno l'estensione della sovrastante città medievale. La popolazione di Klosterneuburg ha goduto di un modesto benessere, come suggeriscono i resti delle case (pitture murali) e le ceramiche importate.
In base ai ritrovamenti la popolazione tardo antica di Klosterneuburg non era costituita esclusivamente da romani, ma in gran parte da immigrati dalle tribù germaniche, che non erano presenti nel villaggio più antico.
Le necropoli del forte giacevano ai piedi del Buchberg, subito accanto alla strada extra-urbana, e quindi secondo la legge romana, che proibiva le tombe entro le mura dell'abitato. Per i cadaveri si eseguiva la cremazione.
Sul Limes tra Cannabiaca e Klosterneuburg nel 1909 furono trovati due altari votivi dedicati al Dio Silvano, di cui uno donato da un componente della Legio X Gemina.
MUSEO DI KLOSTERNEUBURG |
DIPLOMA MILITARE ANNO 80 d.c.
« Imp(erator) Titus Caesar divi Vespasiani f(ilius) Vespasianus/
Augustus pontifex maximus tribunic(ia) potestat(e)/
VIIII imp(erator) XV p(ater) p(atriae) censor co(n)s(ul) VIII/
iis qui militaverunt equi[te]s et pedites in alis/
quattuor et cohortibus d[ecem] et tribus I Arva/
corum I civium Romanor[um II] Arvacorum Frontoniana/
I Alpinorum I Montanorum I Nori/
[cor]um I Lepidiana I Augusta Ituraeorum II Lu/
[censi]um I Alpinorum I Britannica II Astu/
[rum et] Callaecorum II Hispanorum III Thra/
[cum V] Breucorum VIII Raetorum quae sunt/
in Pannonia sub T(ito) Atilio Rufo quinis et vic[e]/
nis pluribusve stipendiis emeritis dimissis/
honesta missione item iis qui militant in a/
lis duabus I civium Romanorum et II Arva/
corum et coh(o)rte VIII Raetorum et sunt sub eo/
dem emeritis quinis et vicenis stipend[iis]/
quorum nomina subscripta sunt ipsis [li]/
beris posterisque eorum civitatem dedit et/
conubium cum {cum} uxoribus quas [tun]c ha/
buissent cum est civitas iis data aut
s[i q]ui cae/libes essent cum iis quas postea duxissent dum/
taxat singuli singulas
Idibus Iuni(i)s/
L(ucio) Lamia Plautio Aeliano/
[C(aio) Mario] Marcello Octavio
Publio Cluvio Rufo /
co(n)s(ulibus)/
[coho]rt(is) I Mon[t]anorum cui prae(e)st /
[Sex(tus) Ne]rianus Sex(ti) f(ilius) Clu(stumina) Clemens/ ex peditibus/
[Soio]ni Muscelli (filio) Besso/
[des]criptum et recognit[um] ex tabula ae/
nea quae fixa est Romae in Capitolio//
Imp(erator) Titus Caesa[r divi Vespasia]ni f(ilius) Vespasia/
nus Augustus [pontifex max]imus tribunic(ia) /
potestat(e) VIIII im[p(erator) XV p(ater) p(atriae) cens]or co(n)s(ul) VIII /
iis qui militaver[unt equite]s et pedites in /
alis quattuor et co[horti]bus decem et tri/
bus I Arvacorum I civium Romanorum II Ar/vacorum Frontoniana I Alpinorum I Monta/norum I Noricorum I Lepidiana I Augusta /
Ituraeorum I(I) Lucensium I Alpinorum I /
Britannica II Asturum et Callaecorum II /
Hispanorum III Thracum V Breucorum VIII /
Raetorum quae sun{n}t in Pannonia sub T(ito) /
Atilio Rufo quinis et vicenis pluribusve sti/pendiis emeritis dimissis honesta missio/
ne item iis qui militant in alis duabus /
I civium Ro[ma]norum et II Arvacorum et /
coh(o)rte VIII Raetorum et sunt sub eodem /
emeritis quinis et vicenis stipendiis quo/rum nom[ina] subscripta sunt ipsis li/
beris p[oste]risque eorum civitatem /
dedit et [conubi]um cum uxoribus quas tunc /
habuis[sent] cum est civitas iis data /
aut si qu[i ca]elibes essent cum is quas /
postea duxissent dumtaxat singuli /
singulas Idibus Iuni(i)s /
L(ucio) Lamia Plautio Aeliano /
C(aio) Mario Marcello Octavio Publio Cluvio Rufo /
co(n)s(ulibus) /
cohort(is) I Montanorum cui prae(e)st /
Sex(tus) Nerianus Sex(ti) f(ilius) Clu(stumina) Clemens /
ex peditibus /
Soioni Muscelli f(ilio) Besso /
descriptum et recognitum ex tabula aenea /
quae fixa est Romae in Capitolio post ae/
dem Fidei p(opuli) R(omani) in muro //
L(uci) Pulli Sperati /
[3]atini Rufi /
Eutrapeli /
di Sementivi /
P(ubli) Manli Lauri /
M(arci) Stlacci Phileti /
L(uci) Pulli Ianuar(i) »
« Imperatore Tito Cesare Vespasiano Augusto, figlio del divino Vespasiano, pontefice massimo, nove volte il potere tribunizio, acclamato imperatore quindici volte, padre della patria, censore, console per otto volte, a quelli che combatterono come cavalieri e fanti nelle quattro ali di cavalleria e nelle tredici coorti:
- la I Arvacorum, - la I civium Romanorum, - la II Arvacorum Frontoniana, - la I Alpinorum, - la I Montanorum, - la I Noricorum, - la I Lepidiana, - la I Augusta Ituraeorum, - la II Lucensium, - la I Alpinorum, - la I Britannica, - la II Asturum et Callaecorum, - la II Hispanorum, - la III Thracum, - la V Breucorum e la VIII Raetorum,
che si trovano nella Pannonia sotto Tito Atilio Rufo, sono congedati con la dovuta licenza (honesta missio), dopo venticinque anni o più di meritati stipendi; allo stesso modo anche a coloro che combattono nelle due ali di cavalleria:
- la I civium Romanorum
- e la II Arvacorum
- oltre alla coorte VIII Raetorum,
che sono nelle stesse condizioni di servizio di venticinque anni di stipendi, i nomi dei quali sono registrati; e diede agli stessi figli e discendenti la cittadinanza ed il diritto di contrarre matrimonio con le mogli che avessero, nel momento in cui a loro viene concessa la cittadinanza oppure nel caso fossero celibi con quelle che avessero preso moglie più tardi almeno una sola per ciascuno; alle idi di Giugno, sotto il consolato di Lucio Lamia Plautio Eliano e Caio Mario Marcello Octavio Publio Cluvio Rufo, tra i fanti della coorte I Montanorum, a cui è a capo Sesto Neriano Clemente, figlio di Sesto della Clustumina, di Soione Muscello al figlio Besso, trascritto e ricordato sulla tavola enea che è posta sul Campidoglio di Roma, sul muro dietro il tempio della Fede del popolo romano. »
(Diploma militare dell'anno 80, oggi presso il Museo di Carnuntum, proveniente da Klosterneuburg, CIL XVI, 26.)
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BIBLIO
- Notitia dignitatum - XXIV -
- S. Rinaldi Tufi - Archeologia delle province romane - Roma - 2007 -
- Zsolt Visy - The ripa pannonica in Hungary - Budapest - 2003 -
- Monuments Board of the Slovak Republic - Danube Limes in Slovakia - Ancient Roman Monuments on the Middle Danube - Printed Final Document to nominate the Slovakian Limes as a UNESCO World Heritage Site - Bratislava - 2011 -
- Kurt Genser - Die Entwicklung des römischen Limes an der Donau in Österreich - Salzburg - 1975 -
- Zsolt Visy - The ripa pannonica in Hungary - Budapest - 2003 -
- Monuments Board of the Slovak Republic - Danube Limes in Slovakia - Ancient Roman Monuments on the Middle Danube - Printed Final Document to nominate the Slovakian Limes as a UNESCO World Heritage Site - Bratislava - 2011 -
- Kurt Genser - Die Entwicklung des römischen Limes an der Donau in Österreich - Salzburg - 1975 -
Favoloso !
RispondiEliminail mio grande trisavolo guerriero
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