La Legio III Augusta venne reclutata dai consoli Gaio Vibio Pansa e Ottaviano (futuro Augusto) nel 43 a.c. e tra i suoi emblemi ebbe il cavallo alato Pegaso e pure il Capricorno (probabilmente sempre riferito ad Augusto).
ARALDO DELLA III AUGUSTA |
Sembra inoltre che la terza legione prese parte alla guerra che Ottaviano e Lepido condussero contro Sesto Pompeo, che aveva occupato la Sicilia e minacciato l'approvvigionamento alimentare di Roma.
Quando Ottaviano ebbe vinto questa guerra, attaccò Lepido, e prese la provincia d'Africa. Probabilmente la legione venne inviata un questa regione dopo il conflitto.
Usava infatti consegnare case e terre attorno agli accampamenti in muratura che qui diventavano perenni a difesa dei confini dell'impero. I soldati che vi avevano combattuto conoscevano la regione e i suoi pericoli, per cui erano i più indicati per abitarvi, magari anche con le loro famiglie.
All'inizio dell'Impero si installò ad Ammaedara (Tunisia occidentale) il primo campo permanente (non ritrovato) della Legio III Augusta, la principale unità dell'esercito romano in Africa.
Comunque a partire dal 30 a.c. in poi, la III legio stanziò permanentemente in Africa, anche se non era sempre di stanza nello stesso campo. Un'iscrizione lì rinvenuta ci informa che i soldati avevano dovuto costruire una strada da Tacapsa ai loro quartieri invernali, che dovevano essere locati a Theveste. I Romani infatti nel 75 fondarono Theveste, come fortezza legionaria e sede della Legio III Augusta, dove rimase prima di essere trasferita definitivamente a Lambaesis.
Anche se l'Africa è di solito una parte tranquilla dell'impero romano, la III Augusta dovette entrare in azione nel 17 fino al 24, quando combattè contro Tacfarinas, che aveva organizzato diverse tribù numidiche e Mauretanie in una coalizione anti-romana. Forse questa guerra è stata la causa del trasferimento della legione di Ammaedara.
Tacfarinas fu un condottiero numida, comandante delle forze ausiliarie che si ribellò e disertò, radunando intorno a sé un banda di irregolari.
Raccogliendo poi il malcontento delle tribù indigene amministrate dai Romani, riuscì a porsi a capo della potente tribù dei Musulami e attirò a sé numerosi Mauri.
Ottenne poi rinforzi dai re dei Garamanti, e pure dalla stessa provincia d'Africa (Tunisia), cosicché l'esercito romano doveva combattere su un fronte vastissimo.
La guerra durò sette anni, e fu una delle più importanti ribellioni dei Berberi contro i Romani. Il primo scontro, nel 17, vide la vittoria della Legio III Augusta, si che i berberi ricorsero alla guerriglia.
Nel 18, una subunità della III Augusta venne annientata dalla guerriglia di Tacfarinas, e il nuovo comandante, Lucio Apronius, punì i legionari, rei di codardia verso i compagni, secondo un costume ancestrale: la decimazione, cioè l'uccisione di un soldato ogni dieci.
Fu una grossa onta per la legione che però infine si riabilitò mostrando il suo valore e il suo coraggio nei combattiemnti.
Allora nel 19 Tiberio decise di trasferire temporaneamente, dalla Pannonia, l'intera IX Legione Hispana e distaccamenti legionari della legio VIII Augusta, agli ordini di Quinto Giunio Bleso che inflisse all'esercito di Tacfarinas una pesante sconfitta, ma non riuscì a ucciderlo o catturarlo.
Infine nel 24 il proconsole Dolabella riuscì a porre fine alla guerra, espugnando, dopo un lungo assedio, la fortezza di Auzea in cui si era asserragliato Tacfarinas che per non essere catturato si suicidò.
Sotto Traiano la fortezza legionaria della III Augusta divenne Lambaesis, dopo che quest'ultima era stata per lungo tempo posizionata prima ad Ammaedara (oggi Haidra) e poi dal 75 a Theveste. Lambaesis divenne così la sua definitiva destinazione a partire dal 100 fino alla conquista dei Vandali.
ARCO DI TRIONFO DI AMAEDDARA |
Durante la confusione degli ultimi anni del regno di Nerone, il comandante della III, Lucio Clodio Macro, fu uno dei ribelli all'imperatore. Egli reclutò un'altra legione, la I Macriana Liberatrix, che supportò Sulpicio Galba, che divenne imperatore nel 69. Ma questi, poco riconoscente, non si fidava di Macro, per cui ordinò al procuratore Trebonio Garutiano di uccidere il comandante delle 2 legioni.
Nel gennaio del 69, Galba perse il controllo della situazione e venne ucciso, per cui scoppiò la guerra civile tra Otone e Vitellio, un ex governatore d'Africa. La III Augusta si schierò con quest'ultimo, ma non vide battaglia. Alla fine dell'anno, la legione si avvicinò ad un altro pretendente, Vespasiano, che fu in grado di portare la pace nell'impero. Fu questo imperatore a ordinare il trasferimento della III da Ammaedara a Theveste nel 75.
PRETORIO DI LAMBAESIS |
Nel 126, la III Augusta dovette inviare dei suoi soldati a rafforzare sia la III Cyrenaica che la III Gallica.
Sotto l'imperatore Adriano (117-138), troviamo la III Augusta a Lambaesis in Numidia che, già occupata da un'unità ausiliaria, divenne un enorme insediamento militare. Una famosa iscrizione da questo sito ha rilasciato molte notizie sulle legioni romane. In essa si informa che qui Adriano nel luglio del 128 tenne una adlocutio alle truppe dopo aver presenziato ad una loro esercitazione, iscrizione con importanti dettagli sull'addestramento delle truppe sotto il suo principato.
Tra i 132 e il 136, una grande subunità servì nella guerra contro Bar Kochba, un pretendente messianico in Giudea. Una trentina di anni più tardi, delle subunità hanno partecipato alla campagna contro i Parti di Lucio Vero.
Con una sola interruzione di quindici anni, la III legio rimase qui per quasi due secoli, a guardia dell'impero contro le tribù berbere, che potevano essere molto pericolose. La guerra contro i Mori durante Antonino Pio (138-161) durò infatti a lungo.
STELE COMMEMORATIVE DI LEGIONARI DELLA III AUGUSTA |
Nel 175, i Legionari di III Augusta presero parte alla campagna contro i Marcomanni di Marco Aurelio, che portò i soldati africani in Ungheria. Molti di loro non tornarono perché vennero trasferiti alla II Adiutrix, una legione che aveva sofferto molto durante la guerra.
L'imperatore Lucio Settimio Severo (193-197), che era africano, insignì la Legione con il titolo di Pia Vindex ('vendicatore Fedele') nel 193. Ciò suggerisce che la III Augusta abbia giocato un ruolo importante nella guerra civile dopo l'uccisione dell'imperatore Pertinace, anche se non abbiamo altre prove di questo.
Severo ordinò la costruzione di una serie di forti lungo la frontiera del deserto, come Ghadames, Gheriat el-Gharbia, e Bu Njem (il Limes Tripolitanus). A Lambaesis, i legionari della III sopravvissero forse proprio perchè posero le torri pentagonali vicino ai cancelli. Esempio unico per gli edifici della III Augusta.
Nel 211-217, Caracalla usò i legionari della III Augusta di Lambaesis durante la sua guerra orientale.Sembra che durante il regno di Caracalla, ma pure in quello di Macrino (217-218), e all'inizio del regno di Eliogabalo (218-222), la terza abbia subito perdite contro le tribù del deserto. Venne pertanto rinforzata dai soldati della III Gallica, che era stata sciolta da Eliogabalo.
Nel 238, il governatore d'Africa usò questa legione per sopprimere la ribellione di Gordiano I e di Gordiano II, che erano diventati imperatori. Anche se la ribellione non ebbe successo, la guerra civile, che vide non meno di sette imperatori in un anno, venne vinta dal loro discendente Gordiano III, che sciolse la legione.
ARCO TRIONFALE DI LAMBAESI |
La rifondata III augustea dovette combattere una guerra lunga e difficile contro i "Cinque popoli", una pericolosa federazione di tribù berbere.
La lotta durò fino al 260, e il comandante Caio Macrino Deciani potè erigere un monumento di vittoria a Lambaesis. Ma la situazione non era sicura tanto che questo insediamento militare fu fortificato più volte dopo questa vittoria. Nel 289-297, la battaglia ricominciò, e l'imperatore Massimiano fu costretto a prendere personalmente il comando delle forze romane in Africa e in Numidia. Il titolo "Pia Fidelis", che la III Augusta ricevette all'inizio del IV secolo, probabilmente le fu dato dall'imperatore Diocleziano, che condusse personalmente una guerra contro un governatore ribelle.
Subito dopo la vittoria, la III Augusta lasciò Lambaesis, e anche se rimase nella regione, non sappiamo dove andò a stanziarsi. La legione infatti è ancora menzionata alla fine del IV e l'inizio del V secolo, come testimonia la Notitia Dignitatum secondo cui divenne una legione comitatense di fanteria con il nome di Tertia Augustani.
ISCRIZIONE FUNEBRE:
"Tito Ponzio Sabino, figlio di Tito, ascritto alla tribù Palatina,
prefetto della I coorte di cavalleria di Pannoni e Dalmati
con cittadinanza romana, tribuno militare della VI legione "Ferrata",
insignito di decorazioni militari dal divino Traiano nella spedizione partica,
e precisamente di un "hasta pura", di un "vexillum" e di una "corona muralis".
centurione della XXII legione primigenia,
centurione della XIII legione gemina,
primipilo della III legione augusta,
comandante di tre distaccamenti di mille uomini della VII legione gemina,
della VIII legione augusta
e della XXII primigenia al tempo della spedizione in Britannia,
tribuno della III coorte dei vigili, della XIV coorte urbana,
della II coorte pretoria, primipilo per la seconda volta,
procuratore della provincia Narbonense, quatorviro giurisdicente,
quinquennale, flamine, patrono del municipio."
BIBLIO
- Beniamino M. Di Dario - La 'Notitia Dignitatum'. Immagini e simboli del Tardo Impero Romano - Edizioni AR - Padova - 2006 -
- Giuseppe Cascarino, Carlo Sansilvestri - L'esercito romano. Armamento e organizzazione - Dal III secolo alla fine dell'Impero d'Occidente - Rimini - Il Cerchio - 2009 -
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