IL TEATRO ROMANO



TEATRO GRECO

L'uso del teatro fra i greci si perde nella notte dei tempi, sembra che già nel V sec. a.c. vi fossero ammessi anche donne, bambini e schiavi. Del resto i greci consideravano il teatro non solo un divertimento ma soprattutto un luogo dove i cittadini si riunivano per celebrare gli antichi miti, ogni volta rieditati con stili differenti dai drammaturghi. Lo spettatore greco che si recava a teatro in realtà imparava la storia degli Dei e degli eroi, la storia e i principi morali che accomunavano i greci e i drammi dell'esistenza.

Il teatro investiva i greci in massa, sia perchè poco caro, sia perchè era considerato un orgoglio nazionale che i barbari non avevano. La rappresentazione teatrale era sacra, infatti si svolgeva durante un periodo sacro in uno spazio sacro, non a caso il teatro accoglieva l'altare del Dio.

Aristotele lo chiamò il fenomeno della "catarsi" (purificazione), perchè la tragedia porrebbe di fronte agli uomini gli impulsi più violenti  che si trovano, più o meno inconsciamente, nell'animo umano, permettendogli di sfogarli senza passare all'azione. Però nella tragedia c'erano persecutori e perseguitati, carnefici e vittime, e forse l'identificazione avveniva anche e soprattutto nelle vittime. In qualche modo il teatro era anche moralizzatore, suscitando pietà per gli offesi e rabbia contro i prepotenti.

Nel teatro greco si svolgevano le tragedie e le commedie.

TEATRO BULGARO DI FILIPPOPOLI

LA TRAGEDIA

Questa affrontava i temi più sentiti dell'epoca, una vicenda umana incentrata su un problema etico o religioso con un epilogo drammatico. In questo modo la rappresentazione suscitava nello spettatore forti emozioni di pietà e di terrore, esercitando una catarsi delle emozioni. In qualche modo dunque risvegliava gli animi e li faceva vibrare di passioni, forse più che una catarsi un risveglio.



LA COMMEDIA

Se ne ha notizia già nel VI sec. a.c.probabilmente derivato dalle antiche feste propiziatorie in onore delle divinità legate ai culti dionisiaci. Ma veniva usata anche per fare satira politica. Assunse un carattere orgiastico-religioso durante le feste e le falloforie dionisiache. Sorsero inoltre degli spettacoli burlechi come le farse di Megara, composte di danze e scherzi, e simili spettacoli si svolgevano anche alla corte del tiranno Gerone in Sicilia.

La commedia antica, si sviluppò da tempi lontanissimi fino al IV sec. a.c.; la commedia di mezzo, durò fino all'inizio dell'Ellenismo (dal 388 al 321 a.c) con stile pìù sciolto basato sugli eventi del quotidiano e sulla parodia mitologica, e la commedia nuova, che coincide con l'età ellenistica introdusse personaggi stereotipi che durarono fino alla Commedia dell'arte. Dopodichè il genere comico passò a Roma, all'interno della cultura latina, attraverso le cosiddette palliatae.




TEATRO LATINO

Il teatro latino fu la cultura della Roma antica, visto soprattutto come intrattenimento, spesso incluso nei giochi, accanto ai combattimenti dei gladiatori, ma soprattutto, sin dalle origini venne collegato alle feste religiose. La data "ufficiale" d'inizio del "vero" teatro latino viene tradizionalmente fatta coincidere con la prima rappresentazione drammatica di Livio Andronico, liberto di origine greca, avutasi nel 240 a.c.

La provenienza di molti testi è di origine greca, a volte rielaborate o mescolate ad alcuni elementi di tradizione etrusca. Gli etruschi praticavano il teatro nei contesti più disparati, per festeggiare la morte di un defunto (perchè di feste di trattava, gli etruschi temevano poco la morte).

Il teatro di Segni nel Lazio, è torto considerato da alcuni di fattura romana, perchè non solo era etrusco, cosa evidente in quanto tutto scavato nella collina, cosa che mai avrebbero fatto i romani, abituati a lavorare coi blocchetti di pietra, tufo, laterizi ecc.), ma sorgeva dentro la necropoli. Inoltre ci si accorge che i gradini non consentivano la seduta, a meno di sedersi a ordini alterni, il che avrebbe richiesto un doppio lavoro di scavo.

E' evidente che il teatro serviva sia per sedersi sia per seguire lo spettacolo all'impiedi, soprattutto nelle cerimonie religiose. Il teatro del resto era rivolto alla popolazione intera, e l'ingresso era gratuito. Ma gli etruschi avevano i propri comici e gli attori migliori, tanto è vero che per inaugurare il primo teatro a Roma vennero richiesti attori etruschi.

TEATRO DI ASPENDO

TEATRO ROMANO

Il teatro romano non é, come si è soliti credere, una semplice imitazione della drammaturgia greca; anzi é stato un fenomeno di peso piuttosto elevato nella vita quotidiana. Tito Livio (59-17 a.c.), narra che attorno al 364 a.c. si sarebbero svolte a Roma le prime rappresentazioni teatrali, ad opera di attori etruschi. Infatti, durante i ludi romani fu introdotta per la prima volta nel programma manifestazioni teatrali con farse, parodie, canti e danze, chiamati fescennina licentia, di derivazione etrusca.

Ma i Romani cominciarono a costruire edifici teatrali in muratura soltanto dopo l'88 a.c.. Nel periodo precedente i luoghi degli eventi teatrali erano costruzioni di legno provvisorie spesso erette all'interno del circo o di fronte ai templi di Apollo e della Magna Mater. Fino al 55 a.c. non vi furono infatti teatri stabili e neanche luoghi fissi dove erigere quelli temporanei. Fino a questo momento esiste solo la scaena, una "baracca" di legno o muratura davanti alla quale gli attori recitano. Essa rappresentava, nella sua temporaneità, quella dimensione illusoria caratteristica del teatro romano: il pubblico si sedeva tutt'intorno, e in qualche caso su gradinate di legno.

L'atellana, farsa popolaresca di origine osca, proveniente dalla città campana di Atella, fu importata a Roma nel 391 a.c.: con le maschere e l’improvvisazione degli attori su un canovaccio. In Magna Grecia e Sicilia dalla fine del V al III secolo a.c. si diffonde infatti la farsa fliacica, commedia popolare, in gran parte improvvisata in cui gli attori-mimi erano provvisti di costumi e maschere caricaturali. Così per lungo tempo il teatro romano  si svolge attraverso quattro forme principali: i "fescennini", la "satura", l' "atellana", il "mimo". 

Quando poi si giunge alla costruzione di teatri veri e propri, in legno o muratura, essi mantengono le caratteristiche vere e proprie della scaena: gli architetti si pongono come primo obiettivo quello di creare illusioni soprattutto sonore, come vasi di terracotta sotto ai sedili, per mantenere quella "soffusa illusione" tipica del teatro: la natura effimera del teatro si esplica anche nel fatto che i teatri non erano costruiti sfruttando la natura del terreno.

Tito Livio, in Ab Urbe condita, racconta come in quell'anno i romani, non riuscendo a debellare una pestilenza, decisero di inserire, per placare l'ira divina, anche ludi scenici, per i quali fecero venire appositamente dei ludiones (cioè artisti e danzatori), dall' Etruria.

« ...si dice che tra i tanti tentativi fatti per placare l'ira dei celesti vennero anche istituiti degli spettacoli teatrali, fatto del tutto nuovo per un popolo di guerrieri i cui unici intrattenimenti erano stati fino ad allora i giochi del circo. Ma a dir la verità si trattò anche di una cosa modesta, come per lo più accade all'inizio di ogni attività, e per giunta importata dall'esterno. Senza parti in poesia, senza gesti che riproducessero i canti, degli istrioni fatti venire dall'Etruria danzavano al ritmo del flauto, con movenze non scomposte e caratteristiche del mondo etrusco. In séguito i giovani cominciarono a imitarli, lanciandosi nel contempo delle battute reciproche con versi rozzi e muovendosi in accordo con le parole. 

Quel divertimento entrò così nell'uso, e fu praticato sempre più frequentemente. Agli attori professionisti nati a Roma venne dato il nome di istrioni, da ister che in lingua etrusca vuol dire attore. Essi non si scambiavano più, come un tempo, versi rozzi e improvvisati simili al Fescennino, ma rappresentavano satire ricche di vari metri, eseguendo melodie scritte ora per l'accompagnamento del flauto e compiendo gesti appropriati. »
(Tito Livio, Ab Urbe condita, VII, 2)

Da queste forme teatrali nacque un teatro propriamente romano: la satira. "Satira quidem tota nostra est" (Institutio oratoria, x.1.93), diceva con orgoglio Quintiliano nel I sec. Era una rappresentazione teatrale mista di danze, musica e recitazione, divenendo poi la critica della società o dei potenti dell'epoca, aprendo la strada a Varrone e ad Orazio, che svilupperanno il genere 'satirico' in forma letteraria. Nevio propone drammi di soggetto romano, con una satira a personaggi contemporanei come Publio Cornelio Scipione, per cui la satira personale venne proibita per legge.

Precedentemente al 55 a.c. i teatri provvisori erano diventati sempre più lussuosi, e quando Pompeo riesce a costruirne finalmente uno stabile, esso non é veramente inserito nella città ma è edificato all'esterno della cinta sacra, nel campo di Marte: è ormai il periodo dei triunviri e dei principi, non più della repubblica. Rispetto alle commedie modellate sull'esempio greco, qui le donne hanno parte attiva, e i personaggi femminili sono tratteggiati nella loro psicologia.

Accanto alle commedie d'ambientazione greca, cominciano ad affermarsi le commedie di argomento romano con l'introduzione dell'elemento musicale. La commedia 'greca' era chiamata fabula palliata (così chiamata dal pallium, mantello di foggia ellenica indossato dagli attori), mentre la commedia ambientata nell'attualità romana era detta fabula togata (dalla "toga", mantello romano) oppure tabernaria.



LA TRAGEDIA

Anche il genere tragico fu ripreso dai greci. Era detta fabula cothurnata (da cothurni, le calzature con alte zeppe degli attori greci) oppure palliata (da pallium, come per la commedia) se di ambientazione greca. Quando la tragedia trattava dei temi della Roma dell'epoca, con allusioni alle vicende politiche correnti, era detta praetexta (dalla toga praetexta, orlata di porpora, in uso per i magistrati).

Verso la fine della repubblica, crebbe l'interesse per il teatro, non più solo per il popolo ma pure per le classi più ricche e più colte. Cicerone, appassionato frequentatore di teatri, riferisce che il pubblico romano giungeva a fischiare quegli attori che, nel recitare in versi, avessero sbagliato la metrica.



I DIVERSI TIPI DI RAPPRESENTAZIONI 


I Fescennini

Su di essi sono state avanzate tre ipotesi.
- La prima fa derivare la parola dalla città falisca di "Fescennium", al confine fra Etruria e Lazio: era ivi diffusa l'usanza che schiere di contadini, nella stagione del raccolto, per festeggiare l'abbondanza, si abbandonassero allo scambio di versi tanto rozzi quanto vivaci e sboccati, che costituivano una primitiva ma sincera espressione di ringraziamento alla divinità.
La seconda deriva il termine dal latino "fascinum", malocchio, quello gettato agli altri carri incolonnati e carichi di uva in occasione della vendemmia (secondo altri ancora, era al contrario la formula per scongiurarlo).

VENDEMMIA
- La terza lo lega al suo senso fallico, come sinonimo di "veretrum". Forse era un insieme di tutt'e tre, con una nota decisamente apotropaica.

Nonostante l'azione drammatica dialogata, la scenicità dei personaggi che si camuffavano con le maschere e le danze buffonesche, il fescennino non fu mai una vera e propria azione teatrale, anche se contribuì enormemente alla nascita della "drammaturgia" latina.

La sua mordacità, poi, raggiunse tali eccessi che intervenne addirittura la censura delle "Leggi delle XII tavole", comminando la pena di morte a chiunque componesse carmi infamanti contro un cittadino romano: tuttavia, il suo carattere licenzioso rimase vivo e vitale, e sopravvisse a livello popolare, ad es. come canto rivolto dagli amici agli sposi novelli (in segno evidente di buon augurio e fertilità) o come una forma di mordace componimento invettivo-satirico contro i potenti. Un esempio di fescennino "letterario", infine, si trova nel carme LXI di Catullo.


Le Atellane

Avevano una forma con una una disciplina ed un'impostazione scenica molto più caratterizzata e definita rispetto alle altre forme. Vi erano schemi determinati e costanti, quasi a livello della "commedia dell'arte" del '700.

Il termine deriva dalla città campana di Atella, fra Capua e Napoli, perchè Atella ebbe il coraggio di schierarsi, durante la II guerra punica, contro Roma, o, secondo altri, per il carattere etnico - frizzante di "acetum" - della regione nella quale la cittadina sorgeva, luogo d'incontro delle più svariate e multiformi correnti etniche e culturali, con una certa rustica e genuina vivacità.

Le "atellane", sono, nella loro forma primitiva (I metà del III sec. a.c.), improvvisazioni di breve durata, di contenuto farsesco, popolaresche e vernacolari, usate da "exodium" e/o da finale negli spettacoli tragici, per ridare agli spettatori un certo senso di serenità. Personaggi classici erano il Pappus, il vecchio ridicolo,  Maccus, lo scemo maltrattato, Dossenus, il gobbo astuto ed imbroglione, Bucco, insaziabile tardo e maleducato, spesso nel ruolo di servo.

L'atellana era spesso una creazione di attori professionisti, che sulla scena la recitavano a braccio in base ad una sorta di canovaccio, un tessuto di comiche complicazioni ed incidenti, detto "trica" (da cui il nostro "intrigo"); tuttavia, incontrò tanto favore presso i giovani romani, che essi stessi a volte se ne improvvisavano attori; fino a quando Novio e Pomponio, nei primi decenni del I sec. a.c., non ne le diedero definitiva dignità letteraria, sostituendo tra l'altro il testo scritto all'originaria improvvisazione.

TEATRO ROMANO DI ARELATE


Il Mimo

Il "mimo" era un'azione drammatica di breve durata, di carattere caricaturale, e di derivazione greca particolarmente diffuso presso i Siracusani e i Tarentini, che i soldati romani avevano imparato a ad apprezzare specialmente durante la guerra di Pirro e la I guerra punica.

Pare che ne esistessero vari tipi: dagli "hypothésesis", con trama precisa, ai "paignia", esercizi di destrezza, da giocolieri, con danze, ecc…, sempre di carattere libero e licenzioso.

Questo però ignorava l'uso delle maschere e di calzature speciali e ricorreva (caso unico) ad interpreti di sesso femminile per i personaggi femminili (nelle altre rappresentazioni, erano attori maschi a mascherarsi da donne).

Avevano però personaggi "fissi", facilmente distinguibili per via del loro abbigliamento tipico.
La presenza femminile sul palco degenerò spesso nella lascivia, con varia esibizione del nudo femminile ("nudatio mimarum", soprattutto durante i "Ludi Florales". Solo ai tempi di Cesare, infine, autori come Decimo Laberio e Publilio Siro fecero assurgere questo genere a definitiva dignità letteraria.


La Satira

Forse derivata dai "fescennini versus", e il grammatico Diomede ne proponeva quattro ipotesi di derivazione:

- la prima in connessione con la grafia "satyra", ovvero col dramma satiresco greco, al fine di documentare una progenie illustre;
- la seconda, la "satura lanx"  cioè il piatto ricolmo di primizie, dono votivo agli Dei;
- la terza - "per saturam" - alludeva al carattere misto di quelle rappresentazioni;
- la quarta si ricollegava all'espressione "lex satura", per indicare la varietà di soggetti riscontrabile in una composizione poetica..



IL DIVERTIMENTO

Il l giorno dello spettacolo occorreva alzarsi presto. A Roma e nelle città romanizzate, il teatro era inserito nel contesto urbano. E poi, se ci si alzava presto, si poteva, almeno per gli uomini, godere dei "servigi" di certe signore, in attesa dello spettacolo. Il verbo latino fornicare ha la sua radice nel termine fornices, che sono i grandi archi dei teatri e degli anfiteatri, dove le allegre signore (fornicaria) esponevano un cartello con il proprio nome e le "specializzazioni".

Gli spettacoli nell'età di Cesare assumono un gusto veristico, calarono i generi comici e tragici, mentre vennero prediletti la danza e il mimo, in genere grottesco e accompagnato da musica. Gli attori sono senza maschera, vi sono anche attrici e si va a piedi nudi per permettere la danza. La pantomima divenne un genere di grande successo, tanto che alcuni imperatori (come Caligola e Nerone) si cimentarono nell'arte del mimo e del canto.

Poi il teatro divenne scena solo di commedie e tragedie del passato, che se pur raramente rappresentate, si trasformarono scene grandiose, con macchine teatrali, incendi veri in scena, belve e ogni sorta di animali, coreografie composte da centinaia di persone, scene dipinte, schermi mobili, e, infine, la grande invenzione del teatro romano, il sipario.



IL TEATRO DELL'IMPERO

Alle rappresentazioni e ai giochi potevano accedere tutti. La rappresentazione si svolgeva in una cornice di esibizioni varie, dai giocolieri alle danzatrici, con cui il teatro doveva competere per vivacità e colpi di scena. Svetonio racconta che Augusto, permise ai cavalieri di poter sedere nelle prime 14 file di gradini:

« Quando poi la maggior parte dei cavalieri, logorati patrimonialmente dalle guerre civili, non osavano assistere ai giochi seduti sui [primi] quattordici [ordini di] gradini, per timore delle punizioni riguardanti gli spettacoli teatrali, proclamò che queste non fossero applicate a loro stessi e ai loro parenti, qualora avevano fatto parte dell'ordine equestre una volta. »
(Svetonio, Augustus, 40.)

A Roma di teatri ve ne erano ben tre, che complessivamente potevano ospitare ben 60.000 spettatori, un numero anche oggi neppure nelle più grandi metropoli. Gli spettacoli teatrali rappresentati a Roma in epoca imperiale erano molto diversi da quelli tradizionali dei secoli precedenti; dopo Plauto e Terenzio, le recite di tragedie e commedie declinarono, ma man mano che si ebbe una diversificazione del pubblico.

Così il pubblico si appassionò di rappresentazioni più semplici e intuitive come i mini e i pantomimi. Giochi e spettacoli riunivano folle enormi; da un lato servivano a distrarle le dalle attività politiche, dall’altro, erano gli unici momenti di riunione della gente e di incontro diretto tra governanti e popolo. Il popolo poteva dimostrare liberamente la propria approvazione o rivolgere richieste all’imperatore. 

A Roma le rappresentazioni teatrali erano finanziate dallo stato e si svolgevano durante i ludi e le feste, in occasione di cerimonie religiose, trionfi militari, elezioni politiche, funerali di personalità pubbliche.  A differenza del teatro greco, più istruttivo e catartico, il teatro romano serviva da intrattenimento. Spesso infatti aveva attori o attrici famosi per la bellezza e il fascino che spesso giocavano a fare i seduttivi con il pubblico, e non mancavano le battute salaci a sfondo sessuale e i doppi sensi.

Soprattutto durante l'Impero, il teatro era un'occasione gaudente e di festa, e l'accesso a teatro era gratuito per tutti, ma era necessario possedere un permesso di accesso, la tessera (una tavoletta d'osso con segni incisi), utile per controllare il numero degli spettatori e dirigerli verso i settori assegnati. I posti erano assegnati in base all'ordine sociale, al censo. I sedili di prima fila, muniti di morbidi cuscini, erano ovviamente riservati ai senatori. Le retrostanti quattordici file erano per i cavalieri. Seguivano i posti disponibili per il popolo e, in cima, quelli per gli schiavi.

Una volta entrati nel teatro, si cercava il posto migliore nel proprio settore (cuneus). Vi erano anche degli addetti, incaricati di accompagnare gli spettatori ai loro posti. Al posto delle torce, che avevano le nostre "mascherine" ai cinema, questi "accompagnatori" avevano manganelli e scudisci per gli indisciplinati che creavano problemi.

In attesa che lo spettacolo iniziasse, tra gli spettatori si avvicendavano venditori di acqua e di cuscini, con grida, richiami, e vocii, ed è vero che i teatrii non avevano latrine al loro interno, ma ne avevano al loro esterno, per cui è errata l'idea che si facessero i bisogni in teatro. Nei teatri c'erano sempre dei militari e non avrebbero tollerato un simile comportamento.

Le rappresentazioni si svolgevano normalmente tra aprile ed ottobre e capitava che il sole picchiasse assai forte nell'imbuto della cavea. Un po' come avviene oggi nei concerti d'estate, si provvedeva tramite pioggerelle artificiali di acqua di rose o zafferano (famosa eral'acqua di croco della Cilicia), che avevano il compito di rinfrescare le persone e i luoghi, nonchè di profumarli. Inoltte, per riparare  dal sole, fu introdotto l'uso di un tendone, il velarium, steso su tutta la cavea.

Dav un segnale di inizio il suono di un doppio flauto, cui seguiva un banditore che annunciava il titolo della rappresentazione già annunciata sul cartello del programma, e ne faceva una breve introduzione. Il sipario (argumentum), a questo punto, scendeva e veniva arrotolato in una fessura del palcoscenico.


Il ruolo dell'attore

DIFFERENZE TRA TEATRO GRECO E ROMANO
(INGRANDIBILE)
A differenza di quanto avveniva nella Grecia classica, un attore romano è un uomo disonorato agli occhi della morale e della legge. I censori cancellano l'attore dai registri della sua tribù, lo dichiarano incapace giuridicamente e politicamente; il bacchettone Tertulliano nel "de spectaculis" parla addirittura di "diminutio capiti", che significa scomparire come cittadino romano. D'altronde Tertulliano è cristiano e per i cristiani il divertimento è peccato, occorre invece pentirsi e sacrificarsi.

Sotto l’Impero cambia l'atteggiamento di certi romani di fronte alla scena, inizia lo spettacolo che dissacra e fa satira dei potenti e dei falsi costumi moralistici. Gli unici immuni dall'infamia sono i musicisti, nel periodo dell'impero, collocati nei settori della cavea. L'infamia posta sugli attori deriva dalla paura della dissacrazione della auctoritas. Gli unici attori che sfuggono all'infamia sono gli attori di atellana; e sono anche gli unici a portare la maschera.

Una curiosità: sembra che il cantante, che intonava il suo canto stando in primo piano sulla scena, talvolta si faceva letteralmente "doppiare", poiché si limitava a mimare il canto, mentre un altro esecutore, nascosto in fondo alla scena, gli prestava la voce (pare che la "trovata" sia stata di Livio Andronico, che - recitando di persona una delle sue opere - la escogitò per ovviare ad una caduta di voce, a causa dei numerosi, acclamati "bis").


Il pubblico

Gli storici hanno accusato il pubblico romano di aver causato la morte del teatro come genere letterario, anche prima della fine della repubblica. Incolto, rumoroso, volgare, insensibile alla finezza delle commedie di Terenzio, questo pubblico avrebbe disertato i teatri a vantaggio dei circhi. Esso sarebbe stato la causa della sparizione progressiva della commedia e della tragedia. In realtà i ludi scenici rimasero vivi fino alla fine dell'impero, anche se nel corso dei secoli il teatro perde progressivamente di importanza.

Non fu il pubblico a condannarlo ma il cristianesimo e gli imperatori cristiani per esso. Non è corretto definire il pubblico romano rozzo e grossolano solo perché non si interessa di letteratura; semplicemente la sua cultura é differente rispetto a quella Ateniese: Atene era una cultura del discorso e del giudizio, Roma una cultura della musica e della percezione immediata.
Ricordiamo che nell'Impero c'era un'alfabetizzazione simile a quella di oggi, con scuole pubbliche e private, a cui accedevanonon solo gli extracomunitari ma perfino gli schiavi. Tutti sapevano leggere, scrivere e far di conto.

Definire il pubblico romano ignorante equivarrebbe a definire ignorante il pubblico di oggi perchè segue il cancio e le telenovelas. Certamente ci sono gradi di cultura diversi, ma a Roma la cultura era gratuita, le biblioteche erano accessibili a tutti, e così gli spettacoli di teatro, cosa che oggi non accade mai.
MASCHERA TEATRALE DEL MUSEO ARCHEOLOGICO DI PALESTRINA

La Maschera


L'origine della maschera e del suo effettivo uso: se è data oramai quasi per scontata la sua derivazione, originaria e "funzionale", dagli Etruschi (tanto che il termine "persona", secondo altri, le proverrebbe addirittura dal dio etrusco "Phersus"), e se si può attestare che il suo uso era d'obbligo nella tragedia, non altrettanto certo ne appare l'uso nella commedia.

Si è ipotizzato, quindi, ch'essa sia stata introdotta nella commedia solo nel 130 a.c., dal "capocomico" Minucio Protimo, e che il suo uso fosse stato definitivamente "stabilizzato" solo grazie all'attore romano Roscio. Nel teatro dei "mimi", la maschera invece non esisteva, e vista la popolarità di questo genere, man mano essa probabilmente scomparve in modo definitivo dal teatro romano.


La Musica

Ogni spettacolo teatrale era dedicato agli Dei, come gli spettacoli del circo, e si aprivano con una processione rituale (pompa), meno fastosa di quella circense ma assai rumorosa. La musica, nello spettacolo teatrale romano, giocò un ruolo fondamentale. Si chiamava la pantomima, una specie di musical, con un pantomimus che, mimando più personaggi, interpretava da solo tutta la storia al suono di un'orchestra, accompagnato da un coro ed un cantante che narrava la vicenda.

Il pantomimo era, dunque, un attore-cantante aggraziato ed elegante, che si serviva di maschere e di colorati costumi di seta, nonchè di scenografie e macchine sceniche. Alla fine dello spettacolo il pubblico approvava battendo le mani (applausus, plausus) o disapprovava con urla, fischi (sibili), lanci di frutta ed anche di pietre. Secondo le fonti sarebbe stato Nerone ad inventare la claque, istituendo squadre di giovani per ritmare gli applausi con modi differenti.

I primi giochi pubblici regolari a spese dell'erario furono assegnati alla responsabilità dei sacerdoti, presieduti dal pretore urbano e poi dalla magistratura degli edili. Era il gradino inferiore della carriera politica, dalla quale si partiva per accedere semmai alle cariche più alte. Pertanto i magistrati più ambiziosi spendevano molto denaro per rendere memorabili i giochi che dovevano organizzare istituzionalmente.

I piaceri dello spettacolo pantomimico, così apprezzato dalla gente, furono severamente condannati dalla chiesa cristiana. Zosimo, papa nel 417, li maledice e Giovanni Crisostomo (V sec.) li giudica osceni e diabolici, invitando i cristiani a non recarsi più nei "teatri del diavolo". Purtuttavia il popolo non li disertò fin quanto permisero ai teatri di sopravvivere.

IL TEATRO DI TAORMINA

L'ARCHITETTURA

Gran parte dell'influenza architettonica dei Romani proveniva dai Greci, e così la progettazione del teatro, ma con differenze specifiche: ad esempio i teatri romani avevano proprie fondamenta, e non erano dati da lavori fatti esclusivamente con la terra nè erano chiusi tutt'intorno da colline naturali.

I teatri romani ereditano il loro schema di base dal Teatro di Pompeo, il primo teatro stabile romano. ed erano costruiti in piano, mentre quelli greci in collina. nel teatro romano gli spettacoli dovevano solo divertire, nel teatro greco dovevano istruire i cittadini.


Il Teatro di Legno

Gli antichi teatri romani erano costruzioni di legno provvisorie spesso erette all'interno del Circo Massimo o di fronte ai templi di Apollo Sosiano e della Magna Mater. Il teatro consisteva soltanto nella scena, cioé in un palcoscenico (pulpitum) su cui agivano gli attori, e nella scena vera e propria costituente lo sfondo. Pulpito e scena erano di legno.

Quello che sappiamo sulla struttura della scena riguarda quasi esclusivamente la scena della commedia, consistente in un tavolato verticale di legno innalzato nella parte del pulpito più distante dagli spettatori; nella scena si aprivano sul pulpito tre porte, corrispondenti alle tre case contigue, dove si immaginava che abitassero i personaggi che agivano nelle commedie.

Se l'azione richiedeva che si avesse l'entrata di un tempio, non era rappresentata la fronte del tempio, ma una porta, simile a quella delle case vicine, praticata nel muro che cingeva il tempio. A distanza dal tempio, sul pulpito, poteva esserci un altare.

Dalla parete di sfondo, dove vi era l'apertura delle tre porte, avanzava sul palcoscenico, in corrispondenza di ciascuna porta, un vestibolo che consisteva in una tettoia piatta sostenuta da due colonne. Nell'età imperiale si ebbero tre tipi di scena: per la tragedia, per la commedia, per i drammi satireschi.


Il Teatro in Muratura

Il primo e più antico teatro romano in muratura è quello costruito in età tardo repubblicana a Bononia (Bologna) verso l'88 a.c., con un emiciclo di circa 75 m di diametro e gradinate in laterizio.

La sua novità architettonica era nell'avere una struttura fondata su una fitta rete di murature radiali e concentriche. Fu successivamente ampliato e abbellito con marmi pregiati in età imperiale da Nerone verso la metà del I sec. d.c.

Il teatro romano dell'età imperiale è un edificio costruito in piano e non su un declivio naturale come quello greco, e ha una forma chiusa, che rende possibile la copertura con un velarium. A Roma il primo teatro ad essere costruito interamente in muratura fu quello di Pompeo, del 55 a.c..

Le parti essenziali del teatro di pietra erano la scaena, l'orchestra, la cavea (sedili). I cori che intervenivano nell'azione agivano sul palcoscenico, non nell'orchestra. Inoltre a differenza dei Greci i Romani avevano il sipario. Esclusivamente romano era anche l'uso di proteggere il pubblico mediante velaria.

TEATRO DI BENEVENTO
Le gradinate semicircolari della cavea poggiano ora su archi e volte in muratura, e sono collegate alla scena con loggiati laterali. La facciata della scena viene innalzata a numerosi piani e decorata, fino a diventare frons scenae, proscenio.

Esso si differenzia da quello greco per una scaenae frons più profonda e più bassa, l'orchestra venne dimezzata ad un semicerchio, e chiusa da un muretto per permettere spettacoli di acqua o di gladiatori. 

Lo sfondo era un unico pezzo monumentale alto e complesso, di dimensioni maestose, ricco di colonnine e nicchie, di cornici e ornamenti, statuine, scalette e porte. Sul rialzo del palco vi erano fregi ornamentali molto elaborati e ricchi di particolari. Compare il sipario, che durante la rappresentazione si abbassa in un apposito incavo, mentre il velarium di derivazione navale, viene utilizzato per riparare gli spettatori dal sole.

La cavea era divisa in settori. Numerose corsie verticali e un portico in cima ai gradini, permettevano uno spostamento in senso orizzontale. C'era anche un sistema di raffreddamento attraverso condotte e pozzi d'acqua fredda, alla fine del quale l'aria veniva convogliata sul pubblico. Fu anche grazie ai romani che venne inventato l'auleum, ovvero una tenda frontale che poteva essere sollevata o fatta cadere e serviva per coprire parte della scena e nascondere gli attori.

Adottati in età imperiale sono appunto i periactoi, con la funzione delle nostre quinte e di cui Vitruvio fa un'ampia descrizione nel De Architactura: aree disposte per apparati scenici, luoghi che i Greci chiamano perìaktoi (attorno a un punto focale) per il fatto che in questi luoghi vi sono macchine mobili triangolari aventi ciascuna tre campi ornamentali, che servono per apparizioni di Dei, con tuoni improvvisi, e che si girano mutando il campo ornamentale sulle fronti. Erano dei prismi girevoli, probabilmente triangolari, di legno dipinto.(ripresi anch'essi dalla Grecia) Sempre d'importazione greca i macchinari utilizzati anche in Roma per l'acustica.



LA SCENOGRAFIA
La scenografia prevede:
  • il proscenium, l'area di palcoscenico in legno più vicina al pubblico, raffigurante in genere un via o una piazza, corrispondente all'attuale proscenio. la scenae frons, un fondale dipinto. 
  • i periaktoi, di derivazione greca, prismi triangolari rotabili con i lati dipinti con una scena tragica, una comica e una satirica.
  • l'auleum, un telo simile al nostro sipario (sconosciuto ai greci) che permetteva veloci cambi di scena o veniva calato alla fine dello spettacolo. In alcuni teatri invece di cadere dall'alto veniva sollevato.
L'organizzazione degli spettacoli teatrali era specifico compito degli "aediles" o in qualche caso del "praetor urbanus", i quali spesso li producevano con denaro proprio, facendone elemento di propaganda politica. Questo condizionava la libertà degli autori.

  • ludi Romani si celebravano in settembre, in onore di Giove Ottimo Massimo, nel Circo Massimo; alla loro organizzazione erano preposti gli edili curuli;
  • ludi plebei avevano luogo in novembre nel Circo Flaminio, pure in onore di Giove; a partire dal 200 a.c., vi furono introdotte le rappresentazioni drammatiche, inaugurate con lo Stichus di Plauto; alla loro organizzazione erano preposti gli edili plebei;
  • ludi Apollinares si svolgevano in luglio, presso il tempio di Apollo e alla loro organizzazione era preposto il pretore urbano;
  • ludi Megalenses, in onore della Magna Mater; si svolgevano in aprile, affiancati poi dai ludi scaenici ealla loro organizzazione erano preposti gli edili curuli;
  • ludi Florales, in onore di Flora con gli spettacoli di mimi andavano dal 28 aprile al 3 maggio;
  • ludi Ceriales, in onore di Cerere, si svolgevano dal 12 al 19 aprile: organizzati dagli edili plebei, avevano rappresentazioni teatrali ogni giorno tranne l'ultimo in cui si svolgevano ludi circenses o giochi di animali.
I teatri romani furono costruiti in tutte le aree dell'impero, dalla Spagna, al Medio Oriente. Tutti i popoli appresero dai romani l'architettura e lo stile dei teatri romani.

Ed ecco i teatri di cui si ha ricordo, scavati e non (i nomi originali sono in corsivo)



I TEATRI DELL'IMPERO

ALBANIA 
  • Teatro romano di Buthrotum - Butrinto 

ALGERIA
  • Teatro romano di Calama - Guelma
  • Teatro romano di Culcul - Djemila
  • Teatro romano di Madaurus - Madaura
  • Teatro romano di Thamugadi - Timgad
  • Teatro romano di Thubursicum Numidarum - Khamissa
  • Teatro romano di Theveste - Tébessa
  • Teatro romano di Tipasa - Tipasa

BULGARIA
  • Teatro romano di Stara Zagora
  • Teatro romano di Philipoppolis - Plovdiv
  • Teatro romano di Serdica - Sofia


CIPRO
  • Teatro greco-romano di Curium


CROAZIA
  • Teatro romano di Pola - Pietas iulia


EGITTO
  • Teatro romano di Alessandria - Alexandrea ad Aegyptum (Alessandria d'Egitto)


FRANCIA
  • Teatro romano di Alba-la-Romaine - Alba Augusta Helviorum
  • Teatro romano di Orange - Aurasio
  • Teatro romano di Arles - Arelate
  • Teatro romano di Argentomagus - Saint-Marcel (Indre)
  • Teatro romano di Autun - Augustudunum
  • Teatro romano di Mandeure - Epomanduodurum
  • Teatro romano di Bouchauds - Saint-Cybardeaux - Germanicomagus
  • Teatro romano di Fourvière - Lione - Lugdunum
  • Teatro romano di Lillebonne - Juliobona
  • Teatro romano di Vienne - Julia Viennensis
  • Teatro romano di Vaison-la-Romaine - Vasio Vocontiorum


TEATRO ROMANO DI PETRA

GERMANIA
  • Teatro romano di Magonza - Mogontiacum


GIORDANIA
  • Teatro romano di Abila - Quwaylibah
  • Teatro romano di Gadara - Umm Qais
  • Teatro romano meridionale di Gerasa - Jerash
  • Teatro romano settentrionale di Gerasa - Jerash
  • Teatro romano di Amman - Philadelphia
  • Teatro romano di Pella
  • Teatro romano di Petra


ISRAELE
  • Teatro romano di Beit She'an - Scythopolis
  • Teatro romano di Caesarea Maritima
  • Teatro romano di Diocaesarea - Zippori
  • Teatro romano di Eleutheropolis - Beit Guvrin
  • Teatro romano di Hamat Gader
  • Teatro romano di Hippos
  • Teatro romano di Sebaste (Samaria)
  • Teatro romano di Shuni (Binyamina)
  • Teatro romano di Tiberiade - Tiberias


ITALIA
  • Teatro romano di Alba Fucens
  • Teatro romano di Ventimiglia - Albintimilium
  • Teatro romano di Amiternum - L'Aquila
  • Teatro romano di Anzio - Antium
  • Teatro romano di Ascoli Piceno - Asculum
  • Teatro romano di Augusta Bagiennorum - Bene Vagienna - Augusta Bagiennorum
  • Teatro romano di Aosta - Augusta Praetoria
  • Teatro romano di Benevento - Beneventum
  • Teatro romano Pietrabbondante - Bovianum Vetus
  • Teatro romano di Brescia - Brixia
  • Teatro romano di Cales - Calvi Risorta
  • Teatro romano di Carsulae
  • Teatro romano di Cassino - Casinum
  • Teatro romano di Cassino - Casinum
  • Teatro romano di Castrum Novum
  • Teatro romano di Cividate Camuno - Civitas Camunnorum
  • Teatro romano di Catania
  • Teatro romano di Grumento - Grumento Nova - Grumentum
  • Teatro romano di Helvia Recina - Macerata
  • Teatro romano di Ercolano - Herculaneum
  • Teatro romano di Falerone - Falerius Picenus
  • Teatro romano di Ferentino - Ferentino - Ferentinum
  • Teatro romano di Ferentium - Viterbo
  • Teatro romano di Fiesole - Faesulae
  • Teatro romano di Fermo - Firmum
  • Teatro romano di Firenze - Florentia
  • Teatro romano di Gubbio - Ikuvium
  • Teatro romano di Juvanum - Monterotondo
  • Teatro romano di Liternum
  • Teatro romano di Lecce - Lupiae
  • Teatro romano di Locri - Locri Epizefiri
  • Teatro romano di Luni - Luna
  • Teatro romano di Milano - Mediolanum
  • Teatro romano di Minturno - Minturnae
  • Teatro greco-romano di Marina di Gioiosa Ionica - Mystia
  • Teatro romano di Neapolis - Napoli
  • Teatro romano di Nora - Pula- Teatro romano di Otricoli - Ocriculum
  • Teatro romano di Ostra antica - Ostra Vetere
  • Teatro romano di Ostia Antica - Ostia
  • Teatro romano di  Peltuinum - Prata d'Ansidonia
  • Teatro romano di Pompei - Pompeii 
  • Teatro romano di Pompei (teatro piccolo)
  • Teatro romano di Pausilypon - Posillipo
  • Teatro romano di Balbo - Roma
  • Teatro romano di Marcello - Roma
  • Teatro romano di Pompeo - Roma
  • Teatro romano di Sepino - Saepinum
  • Teatro romano di Spoleto - Spoletium
  • Teatro romano di Suasa - Castelleone di Suasa
  • Teatro romano di Sessa Aurunca - Suessa
  • Teatro romano di Taormina - Tauromenion
  • Teatro romano di Teramo - Interamnia Praetutiorum
  • Teatro romano di Torino - Augusta Taurinorum
  • Teatro romano di Teano - Teanum Sidicinum
  • Teatro romano di Chieti - Teate
  • Teatro romano di Trieste - Tergeste
  • Teatro romano di Tusculum - Monte Porzio Catone
  • Teatro romano di Urvinum Mataurense - Urbino - Urvinum Mataurense
  • Teatro romano di Urbs Salvia - Urbisaglia
  • Teatro romano di Venafro - Venafrum
  • Teatro romano di Verona - Verona
  • Teatro romano di Berga - Vicenza - Vicetia
  • Teatro romano di Volterra - Volaterrae


LIBANO
  • Teatro romano di Byblos (Byblos)


LIBIA
  • Teatro romano di CyreneShahhat
  • Teatro romano di Leptis Magna - Lebda
  • Teatro romano di Sabratha - Sabrata


LUSSEMBURGO
  • Teatro romano di Dalheim - Ricciacum


PALESTINA
  • Teatro romano di Erode - Gerico - Jericho
  • Teatro romano di Nablus - Flavia Neapolis


PORTOGALLO

  • Teatro romano di Braga - Bracara augusta
  • Teatro romano di Évora - Ebura
  • Teatro romano di Lisbona - Olissipona


REGNO UNITO
  • Teatro romano di Camulodunum - Colchester - Camulodunum
  • Teatro romano di Verulamium - St Albans - Verulanum

TEATRO DI SAGUNTO

REPUBBLICA DI MACEDONIA
  • Teatro romano di Eraclea Lincestide - Bitola
  • Teatro romano di Scupi
  • Teatro romano di Stobi


SIRIA
  • Teatro romano di Apamea
  • Teatro romano di Caesarea Philippi - Caesarea Philippi - Baniyas
  • Teatro romano di Cyrrhus - Cirro
  • Teatro romano di Dura Europos
  • Teatro romano di Filippopolis - Shahba
  • Teatro romano di Jable - Gabala
  • Teatro romano di Bosra - Nova Traiana Bostra
  • Teatro romano di Palmira


SPAGNA
  • Teatro romano di Acipinio - Ronda
  • Teatro romano di Badalona - Baetulo
  • Teatro romano di Baelo Claudia
  • Teatro romano di Calatayud - Bilbilis
  • Teatro romano di Cartagena - Carthago Nova
  • Teatro romano di Saragozza - Caesarea Augusta
  • Teatro romano di Clunia - Colonia Clunia Sulpicia
  • Teatro romano di Cordova - Corduba
  • Teatro romano di Cadice - Gades
  • Teatro romano di Mérida - Emerita Augusta
  • Teatro romano di Italica -
  • Teatro romano di Málaga - Malaca
  • Teatro romano di Medellín - Metellinum
  • Teatro romano di Alcúdia - Pollentia
  • Teatro romano di Regina - Casas de Reina - Regina
  • Teatro romano di Sagunto - Saguntum
  • Teatro romano di Segóbriga - Saelices
  • Teatro romano di Tarragona - Tarraco


SVIZZERA
  • Teatro romano di Augusta Raurica - Augusta Raurica
  • Teatro romano di Aventicum - Avenches
  • Teatro romano di Lenzburg - Lencis


TUNISIA
  • Teatro romano di Bulla Regia
  • Teatro romano di Cartagine - Tunisi
  • Teatro romano di Dougga -Thugga

TEATRO DI ORANGE

TURCHIA
  • Teatro romano di Alicarnasso - Halicarnassus - Bodrum
  • Teatro romano di Ancyra - Ankara
  • Teatro romano di Arycanda
  • Teatro romano di Assos
  • Teatro romano di Afrodisia - Aphrodisias
  • Teatro romano di Aspendos
  • Teatro romano di Caunus
  • Teatro greco - romano di Efeso - Ephesus
  • Teatro romano di Erythrai
  • Teatro romano di Euramos
  • Teatro di Hierapolis
  • Teatro romano di Knidos (origini preromane)
  • Teatro romano di Laodicea sul Lycus
  • Teatro romano di Mileto
  • Teatro romano di Myra
  • Teatro romano di Nysa
  • Teatro romano di Patara
  • Teatro romano di Perge - Pergamo
  • Teatro romano di Phaselis
  • Teatro romano di Phocaea
  • Teatro romano di Sagalassos (origini preromane?)
  • Teatro romano di Selge
  • Teatro romano di Side
  • Teatro romano di Telmessos
  • Teatro romano di Vize

UNGHERIA
  • Teatro romano di Gorsium-Herculia - Tác

BIBLIO

- Giovanni Antonucci - Storia del teatro italiano - ediz. Newton & Compton - Roma - 1996 -
- Ettore Paratore - Storia del teatro latino - sulla drammaturgia latina - Milano - Vallardi - 1957 -
- Nicola Savarese - Teatri romani: gli spettacoli nell'antica Roma - Bologna - Il mulino - 1996 -
- Antonietta Dosi - OTIUM, il tempo libero dei Romani - Vita e Costumi nel mondo romano antico - Quasar - Roma - 2006 -- Giulio Guidorizzi - Introduzione al teatro greco - Mondadori - 2003 -

7 commenti:

  1. Grazie è stato troppo utile per la mia ricerca sul teatro ROMANO!
    :3
    :3

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  2. oddioooooo! che noiaaaaa! non mi piaceeeee! e lugisinoa aea ela sva

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  3. Bellissima voce questa sul teatro romano. Senza spirito critico, ho notato nell'elenco dei teatri in Turchia che è stato saltato un nome tra la lettera L e la M. Inoltre credo che manchi il teatro di Assos. Comunque congratulazioni. Massimo Bozzo

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  4. La spiegazione è accurata ma mi manca la descrizione nel dettaglio dei teatri

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  5. Molto dettagliato e utile

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