AEQUINOCTIUM VERNUM - (Equinozio di Primavera)



BASSORILIEVO DI CIBELE A SIRACUSA (SICILIA)
L'equinozio di primavera, il primo giorno di primavera, che oggi cade il 21 marzo, cadeva per gli antichi romani il 15, o il 24 o il 25 marzo. Cesare stabilì che cadesse il 25 marzo, cambiato solo nel calendario gregoriano che lo fissò al 21. Esso corrispondeva, e corrisponde tutt'oggi, all'entrata del sole nella costellazione dell'ariete, che segnava nei tempi più antichi, il I giorno dell'anno.

E' per questo che nei quadranti astrologici, a tutt'oggi, il primo segno del cerchio astrologico è rimasto l'ariete. L'equinozio di primavera era fondamentale per l'agricoltura tanto quanto l'equinozio di autunno e i due solstizi d'estate e di inverno. Attraverso questi, i popoli si orientavano per la semina e la raccolta nell'agricoltura, ma particolarmente era importante l'equinozio di primavera perchè era il tempo in cui spuntavano i germogli sul terreno e sugli alberi.



IL MITO DELL'ETERNO RITORNO

DEMETRA
Questo comportava il ritorno della vegetazione dopo che essa era morta nell'inverno, un vero miracolo della natura rappresentato in tempi antichissimi dalla Grande Dea che scendeva negli inferi e poi tornava sulla terra, come la Dea Inanna.

Oppure era la Figlia rapita che andava nell'Ade e la Madre che la riportava sulla terra. Come Demetra e Core, o Cerere e Proserpina.

Quando la Figlia stava nel regno dei morti la Dea Madre faceva morire la vegetazione e giungeva il freddo inverno, quando la Figlia tornava spuntava di nuovo la vita e tornava la primavera.

All'epoca si stabiliva l'entrata dell'equinozio di primavera a seconda del germogliare del grano  e non il contrario.

A seconda della temperatura le piante spuntavano in epoche leggermente diverse e in base a quello venivano stabiliti i solstizi e l'altro equinozio, cioè quello di autunno, importante soprattutto per il vino.

A Roma, in epoche arcaiche c'erano alcuni Dei preposti all'Aequinoctium Vernum, il giorno in cui il tempo del giorno uguagliava quello della notte, dopodichè i giorni si allungavano perchè il sole splendeva più a lungo.



APRILIA

APRILIA
Era l'epoca in cui spuntavano germogli e fiori, infatti il mese di Aprile viene da Apru, Dea etrusca della primavera, corrispondente alla Dea latina Aprilia, a cui è stato intitolato un comune nel Lazio, colei che apre le corolle dei fiori.

Corrispondente pure a Flora considerata dai romani la "ministra di Cerere".

A Nova Siri, prov. di Matera, in Basilicata, è stato rinvenuto uno specialissimo reperto nel corredo funebre della tomba numero 73 della Dea Aprilia, nella necropoli jonica.
Si tratta di una bottiglia di vino, recante la scritta in latino: “Questa bottiglia ha versato vino in quantità ad Aprilla, bevi e vivi

Evidentemente la bottiglia di prezioso vetro era appartenuta alla defunta di nome Aprilla, diminutivo di Aprilia. All'epoca si davano ai figli i nomi di divinità come noi oggi diamo Maria o Giuseppe.



FLORA

Secondo Marco Varrone, Tito Tazio aveva introdotto a Roma Flora e altre divinità e ad ognuna di esse aveva costruito un sacello sul Quirinale. Ma i romani non facevano niente per niente, neanche in campo religioso: se onoravano una divinità era perché volevano qualcosa da lei.

FLORA FARNESE
A Flora, chiedevano benefici, sui raccolti, sulla fertilità degli animali, che nè piante nè animali si ammalassero, o che il clima fosse propizio all'agricoltura. Ma chiedevano pure che le donne fossero fertili  e che vi fosse potenza sessuale e così via.

La festa di primavera era mobile, e veniva celebrata in una data che variava a seconda che l'inverno fosse stato mite o rigido e protratto nel tempo. La festa di Flora segnava pertanto l'arrivo della primavera.

Solo in età successiva, quando la festa venne istituzionalizzata con il nome Floralia, si stabilì che le celebrazioni avessero luogo in data fissa, non più in primavera ma in piena estate.

A questo punto le cerimonie si moltiplicarono: accanto all'antica abitudine di coronare il capo con ghirlande di fiori vennero introdotti i mimi, piccole scene comiche nelle quali erano ammesse a recitare anche le donne: alle quali gli spettatori chiedevano di spogliarsi sulla scena. Manco a dirlo Flora divenne la Dea delle prostitute.

Il clima, insomma era di grande allegria, del resto la Dea Flora era Dea della fertilità e dunque anche della sessualità. Superfluo dire che la cosa non piacque ai moralisti.

Nel III secolo, a scopo denigratorio, lo scrittore cristiano Lattanzio sostenne che Flora era una prostituta, e che i romani avevano istituito le feste in suo onore per ringraziarla di aver lasciato in eredità i suoi beni al popolo romano. Ma si confondeva con un'altra figura semidivina di nome Acca Larenzia, niente a che vedere con Flora. Le feste di primavera continuarono tranquillamente, per secoli.
ANNA PERENNA

ANNA PERENNA

La festa di Anna Perenna cadeva il 15 marzo, le Idi in onore di Anna Perenna, antica divinità romana, della fertilità e della lussuria.

Il culto si svolgeva sulla via Flaminia, con banchetti in un bosco sacro identificato nella zona dei Monti Parioli, dove sono state trovate defixiones (maledizioni) in piombo e figure antropomorfe in cera inserite a testa in giù in contenitori di piombo.

Era il luogo dove si faceva un po' di magia, con sortilegi d'amore e pure di maledizioni, ma era una festa allegra, con canti oscenità e giochi. Secondo Macrobius Anna Perenna era la Dea dell'anno nuovo, che fino al 153 a.c. iniziava in marzo.

CIBELE E ATTIS

CIBELE E ATTIS

Ma il culto vero dell'equinozio di Primavera fu quello di Cibele ed Attis. Questo culto era stato importato dalla Frigia nel 204 a.c., su ispirazione dei Libri Sibillini, a sostegno della guerra contro Cartagine. Fu l'imperatore Claudio a riconoscerlo come culto di stato, pagato dall'erario e posto sotto il controllo dei quindecemviri. 

La festa si apriva con la festa di Attis e durava un solo giorno, poi c'era una sospensione di sette giorni e poi si celebrava Cibele, ovvero Hilaria per sei giorni.

Attis - 15 marzo in onore di Attis, antica divinità frigia della vegetazione figlio della Grande Madre Cibele. Cominciava la preparazione al ciclo della morte e resurrezione di Attis. Dopo sette giorni di digiuno e astinenza iniziavano le Hilaria. 

Hilaria - dal 22 al 27 marzo, o Magnae Matris et Attidis, altrove Festum Magnae Matris et Procne, festa dell'equinozio di primavera, dedicata ad Attis e Cybele, la Magna Mater, divinità frigie della vegetazione. 

- Il 22 Marzo si festeggiava l'"Arbor intrat", i sacerdoti portavano un pino, simbolo di Attis, al tempio. 
- Il 24 Marzo si festeggiava il "Dies sanguinis" il pino discendeva nella tomba, con autoflagellazioni e automutilazioni. 
- Il 25 si festeggiava la Resurrezione, e la ierogamia tra Attis e Cybele, matrimonio tra Madre e Figlio. 
- Il 27 si festeggiava la Lavatio, con una solenne processione la statua di Cibele, che risiedeva nel tempio sul Palatino, era portata fino all'Almone, piccolo fiume sulla via Appia, dove veniva purificata nell'acqua. 


Il Mito

Esistono due versioni principali nel mito di Attis, in una l'amante di Attis è Agdistis e nell'altra è Cibele. L'antefatto del mito parte da Zeus che vuole violentare Gea (ovvero Cibele), Dea della Terra.

Secondo il mito il Caos generò Gea, che generò Urano a cui si unì
generando Oceano,
che si unì a Teti,
generando Crono e Rea
che si unirono
generando Zeus, che tentò di possedere la bisnonna Gea, 
ma la Dea fuggì e il seme di Zeus cadde al suolo.

Dalla terra, fecondata dal seme di Zeus, emerse un bisessuale, Agdistis, così violento che Dionisio, gli legò i genitali con un filo fissato ad una pianta, da cui poi Agdistis venne precipitato evirandosi. Dal sangue di Agdistis caduto a terra nacque un mandorlo (simbolo di giovinezza, perchè è la prima pianta a fiorire in primavera).

Nana, figlia del Dio fluviale frigio Sangarios, mangiò un frutto del mandorlo e rimase incinta. Il padre di Nana rigettò la figlia, che però venne aiutata da Gea (Cibele) a portare a termine la gravidanza. Nacque Attis, che dovette vivere tra le montagne, allattato da una capra (attagos, in frigio, da qui il nome Attis). Non ricorda Giove allattato da una capra?

Secondo una versione del mito:
- Attis divenne compagno di caccia e amante di Agdisis.
- Il re di Pessinunte, Mida, volle dare in sposa ad Attis sua figlia, affinché si civilizzasse.
- Durante la festa nuziale intervenne Agdistis, che coi suoi poteri fece impazzire la sposa che si tagliò i seni.
- Attis, sconvolto, andò sotto un pino e si evirò, dando poi i suoi genitali a Agdisis prima di morire, in riscatto del tradimento.
- La sposa poi si uccise gettandosi sul cadavere di Attis.
- Gea (Cibele) seppellì i genitali di Attis.

L'altra versione del mito vide invece Cibele e Attis come amanti e fu la più diffusa.
- Attis però, si innamorò della figlia del re Mida per sposarla.
- Nel mezzo della cerimonia nuziale giunse Cibele che gettò la pazzia su Attis.
- Questi andò ad evirarsi rinunciando, così, al matrimonio con la figlia del re Mida e riparando il tradimento a Cibele, e così morì.
- Dal suo sangue caduto in terra nacquero delle viole.
- Cibele ottenne poi da Zeus che Attis fosse portato in cielo e dimorasse con lei per l'eternità, salvo in primavera dove il Figlio tornava sulla terra risvegliando la natura.
- Attis è il Dio della vegetazione, che muore in inverno e ritorna in primavera.

Insomma una Dea Madre Vergine fa un figlio per partenogenesi, cioè la Natura che è femmina senza marito produce da sola il Figlio Vegetazione, che è maschio ma non produce perchè viene evirato, per cui muore ogni anno e ogni anno risorge in primavera.

La Vergine Maria, donna senza marito fa un figlio per partenogenesi, che si chiama Gesù, che a sua volta non si accoppia come se fosse evirato, che muore e risorge nell'Equinozio di Primavera.

L'equinozio di primavera presso gli antichi romani era mobile, La Pasqua cristiana è una festività cosiddetta mobile: la sua data varia di anno in anno perché è correlata con il ciclo lunare, ovvero la Pasqua cade la domenica successiva alla prima luna piena di primavera (all'epoca l'equinozio cadeva il 21 marzo, che pertanto divenne la data di riferimento).

Ma i romani festeggiavano l'Equinozio di Primavera?
I Romani erano guerrieri, continuamente in guerra, tutti figli di Marte, e festeggiavano Marte.



AEQUINOCTIUM VERNUM 

- 14 marzo - Equirria - terza festa in onore del Dio Marte. Venivano effettuate corse di cavalli in Campus Martius o sul mons Caelius, nel caso di straripamento del Tevere.
- 17 marzoAgonalia Martis -  in onore del Dio Marte. Corse di cavalli presso il Tevere e sul Monte Celio.
- 19 marzoArmilustrium - prima festa in onore di Marte, con la consacrazione e la purificazione delle armi. In primavera si preparava la guerra e in autunno si riponevano le armi.
- 23 marzoSaliorum Processio -  i Salii, collegio sacerdotale consacrato al culto di Marte, facevano la terza festa con processioni, canti, danze e suoni guerreschi. 

In compenso il 30 marzo si festeggiava la Pace:

- 30 marzoSalus Publica, Concordia et Pax - 30 marzo in onore di Salus Publica Populi Romani, Concordia et Pax. L'imperatore Augustus nel 10 a.c. fece erigere un altare sul quale si svolgeva ogni anno una celebrazione. 
Ma non convinceva nessuno, i romani erano guerrieri.


BIBLIO

- Quinto Fabio Pittore - Annales -
- Jacqueline Champeaux - La religione dei romani - A cura di N. Salomon - Editore Il Mulino - Traduzione G. Zattoni Nesi - 2002 -
- Mary Beard, John North e Simon Price - Religions of Rome: A History - Cambridge University Press - 1998 -
- Giuseppe Maggiore - La Sacra Pigna - Gli antichi riti di Cibele e Febronia - Amedit Magazine nº 11 - 2012 -
- Claudio Claudiano - De Raptu Proserpinae - I -
- Caio Valerio Catullo - Carmen 63 -

2 comment:

Unknown on 23 marzo 2020 alle ore 10:29 ha detto...

Ottima relazione ordinata, colta ed esauriente!

Unknown on 20 marzo 2021 alle ore 01:07 ha detto...

Bellissima

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