LA DEA GRECA
Il culto di Ate, detta anche Akte, nome che in greco antico significherebbe «rovina, inganno, dissennatezza») è una divinità del panteon greco. Essa frequentemente induce al peccato di orgoglio, la hýbris, ovvero dalla tracotanza e la millanteria, che nasce dalla mancanza di senso della misura.
Il suo contrario era insomma la continenza, tanto apprezzata e decantata dai romani.
Nell'Iliade, Omero dice che Ate è la figlia maggiore di Zeus, ma non nomina alcuna madre, il che insospettisce. Che si tratti di un'ex Grande Madre adottata dai nuovi invasori?
Probabile perchè anticamente chi portava i suoi Dei non cancellava i vecchi ma li abbassava solo di rango, talvolta semmai li demonizzava un po'. Ovvero sfruttava il lato distruttivo della Dea (Madre - Nutrice - Morte) per far si che venisse meno osannata.
Si narra che sotto istigazione di Era, Ate influenzasse Zeus per far si che i troni di Tirinto e di Micene andassero al primo nato della stirpe di Perseo. Il fatto è che Ate risultava figlia di Zeus ma non di Era, come mai ne subiva l'influenza? Per lei era solo una matrigna.
Così Era ritardò la nascita di Eracle mentre fece nascere prematuramente Euristeo. Di conseguenza Eracle fu sottomesso a Euristeo, che l'obbligò a compiere le famose "dodici fatiche". Quando Zeus seppe del fatto si arrabbiò con Ate ma non con la moglie, chissà perchè.
Infatti esiliò Ate sulla terra vietandone il ritorno all'Olimpo. Apollodoro narra che quando Ate fu scagliata da Zeus sulla terra, atterrò su una collina in Frigia, in una località che prese così il nome della Dea.
AKTE E IL POMO DELLA DISCORDIA |
Non solo, perchè Zeus, per arginare i danni di Ate, generò le Preghiere (le Litai). Esse, vecchie e rugose, seguivano la terribile Dea, senza riuscire mai a raggiungerla, ma cercavano di riparare ai danni che la Dea aveva generato tra gli uomini.
Quando qualcuno si rivelava sordo alle Preghiere, queste si rivolgevano al padre Zeus affinchè facesse perseguitare da Ate chi le aveva respinte. Insomma era un gioco senza fine.
Alcuni miti confondono Ate con Eris sostenendo che fu Ate, adirata per non essere stata invitata alle nozze di Peleo e Teti, a lasciare scivolare durante il banchetto una mela d'oro con la scritta "alla più bella". La mela della discordia tra Era, Atena e Afrodite dette luogo poi al giudizio di Paride e alla guerra di Troia.
Tuttavia tra gli scrittori classici Ate appare più come una Dea di giustizia che come una capricciosa malefica. Il male che lei provoca sarebbero solo le punizioni inflitte ai malvagi ed alla loro discendenza. Insomma simile a Nemesi o alle Erinni.
Alcuni miti confondono Ate con Eris sostenendo che fu Ate, adirata per non essere stata invitata alle nozze di Peleo e Teti, a lasciare scivolare durante il banchetto una mela d'oro con la scritta "alla più bella". La mela della discordia tra Era, Atena e Afrodite dette luogo poi al giudizio di Paride e alla guerra di Troia.
Tuttavia tra gli scrittori classici Ate appare più come una Dea di giustizia che come una capricciosa malefica. Il male che lei provoca sarebbero solo le punizioni inflitte ai malvagi ed alla loro discendenza. Insomma simile a Nemesi o alle Erinni.
LA DEA ROMANA
Come quasi tutte le divinità greche Ate passò nel culto dell'Italia centro meridionale e poco più su, insomma, nella Magna Grecia e dintorni.
Fu venerata come una bellissima Dea laureata come Apollo (cioè con l'aureola di lauro attorno al capo), retaggio arcaico di Dea dei campi coltivati e soprattutto degli ulivi.
Ma pure come Dea riparatrice e soccorritrice, spesso ingioiellata e vestita di stoffe leggere, come appare in questo affresco campano, solo raramente armata di lancia come Atena.
Si trattava di una Dea molto potente perchè poteva colpire tanto gli uomini quanto gli Dei. Poteva in teoria, perchè nella pratica Zeus restò il Dio più potente, invocatissimo dai sacerdoti ma meno dai privati, che, soprattutto in Campania si rivolgevano spesso alla bella Dea per reclamare giustizia.
Si trattava di una Dea molto potente perchè poteva colpire tanto gli uomini quanto gli Dei. Poteva in teoria, perchè nella pratica Zeus restò il Dio più potente, invocatissimo dai sacerdoti ma meno dai privati, che, soprattutto in Campania si rivolgevano spesso alla bella Dea per reclamare giustizia.
A seconda dei pagus veniva chiamata in modi simili ma diversi: Ate, Akte e pure Atea. Vista l'origine greca e la "a" privativa, il nome sarebbe da tradurre con "quella senza Dio", che potrebbe starci benissimo perchè la Grande Madre non aveva marito, mancava di un Dio al suo fianco.
In pratica una Nemesi a tutti gli effetti..
Vedi anche: LISTA DELLE DIVINITA' ROMANE
BIBLIO
- Pseudo-Apollodoro - Biblioteca - III -
- Esiodo - Teogonia - V -
- Nonno - Dionisiache - XI -
In pratica una Nemesi a tutti gli effetti..
Vedi anche: LISTA DELLE DIVINITA' ROMANE
BIBLIO
- Pseudo-Apollodoro - Biblioteca - III -
- Esiodo - Teogonia - V -
- Nonno - Dionisiache - XI -
- Andrea Romanazzi - Guida alla Dea Madre in Italia. Itinerari fra culti e tradizioni popolari - Roma - Venexia - 2005 -
- Renato Del Ponte - Dei e miti italici. Archetipi e forme della sacralità romano-italica - ECIG - Genova - 1985 -
- J. Eckhel - Doctrina numorum veterum - IV - Vienna - 1794 -
Piacerebbe che le informazioni fossero firmate, e più documentate da fonti precise.
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