PORTA SAN PAOLO OGGI |
Porta Ostiensis: oggi Porta San Paolo
Porta San Paolo fa parte del complesso delle mura Aureliane realizzate dall’imperatore Aureliano nel 275 d.c., collocata nella parte meridionale delle mura difensive.
L'andamento era:
- Porta Aurelia (Porta Sancti Petri)
- Porta Flaminia,
- Porta Pinciana,
- Porta Salaria,
- Porta Nomentana,
- Porta Tiburtina,
- Porta Prenestina,
- Porta Asinaria,
- Porta Metronia,
- Porta Latina,
- Porta Appia (San Sebastiano),
- Porta Ardeatina,
- Porta Ostiense (Porta San Paolo),
- Porta Portuense,
- Porta Aurelia (Porta San Pancrazio)
- Porta Settimiana.
La struttura di Porta San Paolo, in travertino, è fiancheggiata da due torri a base semicircolare (a ferro di cavallo). Si chiamava Ostiense già nel IV sec. (Amm. Marc. XVII 4, 12) mentre al tempo di Procopio il suo nome era già mutato in Porta S. Paolo. Le torri vennero rifatte quadrate prima da Niccolò V (1451) ed in seguito da Alessandro VII (1662).
Nella fase originaria era costituita da due archi gemelli con due torri semicircolari. Restauri e ristrutturazioni furono eseguiti sotto gli imperatori Massenzio (306-312) ed Onorio (401-403) modificandone l’aspetto che attualmente esibisce un arco d’ingresso e una controporta a due archi. La porta subì anche rimaneggiamenti più tardi. Durante la guerra Greco-Gotica, nel 544 d.c. da qui entrarono a Roma i Goti di Totila. La porta oggi appare isolata ma era originariamente collegata al tratto delle Mura Aureliane che scende dalla collina di San Saba fino alla piramide di Caio Cestio.
"Avendo l' Imperadore Aureliano dilatate le mura della Città per includervi il monte Testaccio, e la sua pianura, all'antica porta Trigemina sostituì la presente, che per essere situata sulla via d'Ostia, chiamavasi Ostiense, e poscia prese la sua denominazione dalla Basilica di s. Paolo, a cui essa conduce.
Questa porta che fu poi riedificata da Belisario, à la sua soglia a livello del piano moderno, ch'è palmi 26 più alto del piano antico. Accanto a questa porta se ne vede un'altra chiusa, come si osserva in diverse altre porte antiche di Roma.
Queste porte servivano per dar campo ai Romani di uscire con doppia forza contro i nemici, qualora questi superata la prima porta si fossero accinti a combattere la seconda; e mi sembra irragionevole il sentimento di coloro, che asseriscono esser fatte queste porte per comodo del numeroso Popolo, affinchè da una sortisse, e dall'altra entrasse;giacché in tal caso avrebbero dovuto essere tanto doppie nell'esterno, che nell'interno.
Dall'essere gemine ottennero il nome di Giani, perché con doppio aspetto si rappresentava questa Divinità. A sinistra nell'entrare in Città si vede aderente alle mura la Piramide di Caio Cestio."
La Porta San Paolo è una delle porte meridionali delle Mura aureliane a Roma, ed è tra le più imponenti e meglio conservate tra le porte originali dell'intera cerchia muraria. Una sua caratteristica è pure la presenza della piramide che vi sembra associata. Questa invece fu costruita nel 13 a.c. da un romano come camera sepolcrale, secondo una certa moda dell'epoca che si rifaceva allo stile egizio pubblicizzato da Cleopatra. Però la porta venne edificata trecento anni più tardi.
Ad oriente e ad occidente della Piramide Cestia furono costruite due porte che conducevano alla via Ostiense, e ad una sua biforcazione tracciata nell'immediato esterno delle mura. La duplicazione dell'asse stradale e quindi degli ingressi urbani era necessaria dato l'intensità dei traffici tra Roma e il porto di Ostia.
Porta Radusculana
La piramide divideva l'ingresso orientale, che dava origine al vicus portae Radusculanee fino alla sommità dell'Aventino, da quello occidentale che dava il passo alla vera via Ostiense verso i granai della "Marmorata" lungo le sponde del Tevere. Quest'ultima fu edificata come una piccola porta ma venne chiusa presto sia per la crescita d'importanza del porto di Fiumicino, sia perché i granai del Tevere erano meglio collegati tramite la via Portuense.
Fu demolita solo nel 1888, e ne resta soltanto una descrizione del Lanciani: "essa misura m 3,60 di luce, ed ha le spalle murate con massi di travertino grossi m 0,67. I battenti della porta sono formati da cornici intagliate, poste verticalmente, la soglia monolita di travertino è lunga oltre a m 4 e si trova nell'istesso piano della piramide."
Il nome originale della porta superstite era Porta Ostiensis, perché da lì iniziava, e tuttora inizia, la via Ostiense, la strada che collega Roma ad Ostia e quindi al suo antico porto.
Con la perdita d'importanza del porto di Ostia anche il ruolo preminente della porta venne meno finché, per quella volontà della Chiesa di invadere ogni campo cancellando l'epoca romana, rea di essere stata pagana, fu ribattezzata Porta San Paolo, perchè era un nome cristiano e perché la Basilica di San Paolo fuori le mura doveva avere la massima visibilità.
Massenzio
La Porta è molto simile a Porta S. Sebastiano; Inizialmente aveva due aperture; Massenzio fece edificare un muro dietro il cancello con altre due aperture e fece rafforzare le torri. Non essendo più i romani gli antichi guerrieri di un tempo ed essendo la difesa affidata ai mercenari, venne ritenuto inutile mantenere i due fornici, perchè difficili da difendere.
Praticamente sul lato interno della struttura Massenzio, all'inizio del IV secolo, ne edificò un'altra con funzione di controporta, che è l'unica controporta delle mura aureliane interamente conservata, sempre a due fornici in travertino, collegata alla precedente da due muri chiusi a tenaglia a formare una sorta di piccola fortificazione, chiamata "Castelletto". all'interno del quale doveva trovar posto sia la guarnigione militare che la stazione dei gabellieri per la riscossione del pedaggio sulle merci in entrata e in uscita.
Onorio
Pertanto, tra il 401 e il 403, l'imperatore Onorio ristrutturò buona parte delle mura e ridusse i fornici d'ingresso ad uno solo, demolendo la parte centrale e ricostruendola con una sola arcata, di un metro più alto della precedente, quindi la Porta venne detta Trigemina, perché nel complesso aveva tre uscite.
Inoltre fornì la facciata di un attico con una fila di finestre ad arco per dar luce alla camera di manovra, per la saracinesca ed il cammino di ronda merlato. Inoltre rinforzò le due torri rialzandole e munendole di merli e finestre. La lapide commemorativa dei lavori di Onorio fu presente fino al 1430, anche se alcuni studiosi ritengono l'intervento sia posteriore di almeno un secolo.Nel VI sec. il generale bizantino Belisario fece alzare le torri all'altezza attuale.
La posterula
La via si immetteva nella posterula posta ad ovest della Piramide Cestia e, traversando gli attuali parco Cestio ed il Cimitero Protestante, proseguiva in direzione dell' Emporium con un percorso che è ricalcato dall'attuale via Marmorata.
Fu Massenzio (306-312 d.c.) a far chiudere la posterula, come indica il bollo di un laterizio incluso nel muro, convogliando alla "porta Ostiensis", tramite un tratto di via, tutto il traffico proveniente dall'Emporium e diretto ad Ostia.
La posterula fu poi demolita nel 1888, e nel punto ove si apriva vi sono murate quattro lapidi, ma moderne. Verso il 1920 fu anche demolito lo spigolo orientale delle Mura Aureliane contiguo alla Piramide e venne aperto il varco che collega via Marmorata alla via Ostiense per motivi di viabilità.
I barbari
Nonostante le migliorie delle fortificazioni, nel 551 i Goti corruppero la guarnigione Isaurico che stava a guardia di questa porta e conquistarono Roma. Gli Isauriani, provenienti dalla regione di Konya di oggi, venivano considerati come soldati valorosi e di fiducia dagli imperatori bizantini per i quali formavano la guardia personale.
Nel 549 gli Ostrogoti di Totila da questa porta entrarono nella città grazie al tradimento della guarnigione, che la asciò aperta.
Fin dal V secolo e almeno fino al XV, è attestato come prassi normale l'istituto della concessione in appalto o della vendita a privati delle porte cittadine e della riscossione del pedaggio per il relativo transito.
All'interno del "Castelletto" edificato da Massenzio - la controporta che sembra una piccola fortificazione - è attualmente ospitato il Museo della Via Ostiense, con ricostruzioni dei porti di Ostia e dei monumenti ritrovati lungo la "via Ostiensis".
La base delle torri, per poter offrire una valida resistenza ad eventuali attacchi da parte di macchine da guerra, doveva essere in muratura piena e non poteva quindi ospitare vasti ambienti.
Di certo gli interventi hanno comunque reso l'intera struttura asimmetrica, irregolare e architettonicamente squilibrata, con il fornice esterno non in linea con quelli interni e le torri poco più alte della facciata.
All'altezza della controporta, sul lato orientale, in corrispondenza dell'attuale via R. Persichetti doveva trovarsi una posterula, di cui però non rimane nulla perché quel punto venne devastato nel 1943 in occasione di un bombardamento aereo.
Particolare interessante perchè inusuale, la chiusura era verso la città anziché, come normalmente accadeva, verso l'interno della struttura. Nel caso del "Castelletto" della Porta San Paolo i battenti erano posizionati in modo da poter offrire un doppio ostacolo solo per eventuali aggressori esterni.
Sulla torre orientale è presente un'iscrizione a memoria dei lavori che Benedetto XIV effettuò dal 1749 per il restauro di tutta la cinta muraria da qui fino a Porta Flaminia, ma intorno al 1920 la porta fu isolata dalle mura Aureliane per agevolare il traffico dell'area adiacente sul lato orientale ed in seguito, a causa di un bombardamento durante la seconda guerra mondiale, andò distrutto anche il tratto di mura occidentale, che la collegavano alla piramide Cestia.
IL MUSEO
Dentro Porta S. Paolo alloggia il Museo della via Ostiense, realizzato nel 1954 per illustrare il territorio compreso tra Roma ed Ostia che in età romana era collegato dall'importante via Ostiense. Vi si conservano i materiali rinvenuti nel percorso, tra cui tre arcosoli dipinti di una tomba del III sec.d.c. presso la Basilica di S. Paolo e numerosi calchi di iscrizioni e cippi funerari.
Al primo livello dei due torrioni sono esposti due plastici dell’antica città di Ostia e del complesso dei porti imperiali di Claudio e Traiano. Porta S.Paolo corrisponde all'antica "porta Ostiensis" delle Mura Aureliane, per la quale transitava il traffico del "vicus portae Raudusculanae", uscente dalla "porta Raudusculana" delle Mura Serviane, situata dove si apriva l'antica posterula di piazza Albania. La Porta Randusculana, posta oltre la "porta Ostiensis", introduceva appunto nella "via Ostiensis".
BIBLIO
- Giacomo Boni - Nuova Antologia - Mura urbane - 1911 -
- Mauro Quercioli - Le porte di Roma - Newton Compton - Roma - 1997 -
Nella fase originaria era costituita da due archi gemelli con due torri semicircolari. Restauri e ristrutturazioni furono eseguiti sotto gli imperatori Massenzio (306-312) ed Onorio (401-403) modificandone l’aspetto che attualmente esibisce un arco d’ingresso e una controporta a due archi. La porta subì anche rimaneggiamenti più tardi. Durante la guerra Greco-Gotica, nel 544 d.c. da qui entrarono a Roma i Goti di Totila. La porta oggi appare isolata ma era originariamente collegata al tratto delle Mura Aureliane che scende dalla collina di San Saba fino alla piramide di Caio Cestio.
"Avendo l' Imperadore Aureliano dilatate le mura della Città per includervi il monte Testaccio, e la sua pianura, all'antica porta Trigemina sostituì la presente, che per essere situata sulla via d'Ostia, chiamavasi Ostiense, e poscia prese la sua denominazione dalla Basilica di s. Paolo, a cui essa conduce.
Questa porta che fu poi riedificata da Belisario, à la sua soglia a livello del piano moderno, ch'è palmi 26 più alto del piano antico. Accanto a questa porta se ne vede un'altra chiusa, come si osserva in diverse altre porte antiche di Roma.
Queste porte servivano per dar campo ai Romani di uscire con doppia forza contro i nemici, qualora questi superata la prima porta si fossero accinti a combattere la seconda; e mi sembra irragionevole il sentimento di coloro, che asseriscono esser fatte queste porte per comodo del numeroso Popolo, affinchè da una sortisse, e dall'altra entrasse;giacché in tal caso avrebbero dovuto essere tanto doppie nell'esterno, che nell'interno.
Dall'essere gemine ottennero il nome di Giani, perché con doppio aspetto si rappresentava questa Divinità. A sinistra nell'entrare in Città si vede aderente alle mura la Piramide di Caio Cestio."
La Porta San Paolo è una delle porte meridionali delle Mura aureliane a Roma, ed è tra le più imponenti e meglio conservate tra le porte originali dell'intera cerchia muraria. Una sua caratteristica è pure la presenza della piramide che vi sembra associata. Questa invece fu costruita nel 13 a.c. da un romano come camera sepolcrale, secondo una certa moda dell'epoca che si rifaceva allo stile egizio pubblicizzato da Cleopatra. Però la porta venne edificata trecento anni più tardi.
Ad oriente e ad occidente della Piramide Cestia furono costruite due porte che conducevano alla via Ostiense, e ad una sua biforcazione tracciata nell'immediato esterno delle mura. La duplicazione dell'asse stradale e quindi degli ingressi urbani era necessaria dato l'intensità dei traffici tra Roma e il porto di Ostia.
STAMPA DEL XVIII SECOLO |
Porta Radusculana
La piramide divideva l'ingresso orientale, che dava origine al vicus portae Radusculanee fino alla sommità dell'Aventino, da quello occidentale che dava il passo alla vera via Ostiense verso i granai della "Marmorata" lungo le sponde del Tevere. Quest'ultima fu edificata come una piccola porta ma venne chiusa presto sia per la crescita d'importanza del porto di Fiumicino, sia perché i granai del Tevere erano meglio collegati tramite la via Portuense.
Fu demolita solo nel 1888, e ne resta soltanto una descrizione del Lanciani: "essa misura m 3,60 di luce, ed ha le spalle murate con massi di travertino grossi m 0,67. I battenti della porta sono formati da cornici intagliate, poste verticalmente, la soglia monolita di travertino è lunga oltre a m 4 e si trova nell'istesso piano della piramide."
Il nome originale della porta superstite era Porta Ostiensis, perché da lì iniziava, e tuttora inizia, la via Ostiense, la strada che collega Roma ad Ostia e quindi al suo antico porto.
Con la perdita d'importanza del porto di Ostia anche il ruolo preminente della porta venne meno finché, per quella volontà della Chiesa di invadere ogni campo cancellando l'epoca romana, rea di essere stata pagana, fu ribattezzata Porta San Paolo, perchè era un nome cristiano e perché la Basilica di San Paolo fuori le mura doveva avere la massima visibilità.
Massenzio
La Porta è molto simile a Porta S. Sebastiano; Inizialmente aveva due aperture; Massenzio fece edificare un muro dietro il cancello con altre due aperture e fece rafforzare le torri. Non essendo più i romani gli antichi guerrieri di un tempo ed essendo la difesa affidata ai mercenari, venne ritenuto inutile mantenere i due fornici, perchè difficili da difendere.
Praticamente sul lato interno della struttura Massenzio, all'inizio del IV secolo, ne edificò un'altra con funzione di controporta, che è l'unica controporta delle mura aureliane interamente conservata, sempre a due fornici in travertino, collegata alla precedente da due muri chiusi a tenaglia a formare una sorta di piccola fortificazione, chiamata "Castelletto". all'interno del quale doveva trovar posto sia la guarnigione militare che la stazione dei gabellieri per la riscossione del pedaggio sulle merci in entrata e in uscita.
FOTO DEGLI INIZI DEL 1900 |
Onorio
Pertanto, tra il 401 e il 403, l'imperatore Onorio ristrutturò buona parte delle mura e ridusse i fornici d'ingresso ad uno solo, demolendo la parte centrale e ricostruendola con una sola arcata, di un metro più alto della precedente, quindi la Porta venne detta Trigemina, perché nel complesso aveva tre uscite.
Inoltre fornì la facciata di un attico con una fila di finestre ad arco per dar luce alla camera di manovra, per la saracinesca ed il cammino di ronda merlato. Inoltre rinforzò le due torri rialzandole e munendole di merli e finestre. La lapide commemorativa dei lavori di Onorio fu presente fino al 1430, anche se alcuni studiosi ritengono l'intervento sia posteriore di almeno un secolo.Nel VI sec. il generale bizantino Belisario fece alzare le torri all'altezza attuale.
La posterula
La via si immetteva nella posterula posta ad ovest della Piramide Cestia e, traversando gli attuali parco Cestio ed il Cimitero Protestante, proseguiva in direzione dell' Emporium con un percorso che è ricalcato dall'attuale via Marmorata.
Fu Massenzio (306-312 d.c.) a far chiudere la posterula, come indica il bollo di un laterizio incluso nel muro, convogliando alla "porta Ostiensis", tramite un tratto di via, tutto il traffico proveniente dall'Emporium e diretto ad Ostia.
La posterula fu poi demolita nel 1888, e nel punto ove si apriva vi sono murate quattro lapidi, ma moderne. Verso il 1920 fu anche demolito lo spigolo orientale delle Mura Aureliane contiguo alla Piramide e venne aperto il varco che collega via Marmorata alla via Ostiense per motivi di viabilità.
DUE PORTE DELLA TRIGEMINA |
I barbari
Nonostante le migliorie delle fortificazioni, nel 551 i Goti corruppero la guarnigione Isaurico che stava a guardia di questa porta e conquistarono Roma. Gli Isauriani, provenienti dalla regione di Konya di oggi, venivano considerati come soldati valorosi e di fiducia dagli imperatori bizantini per i quali formavano la guardia personale.
Nel 549 gli Ostrogoti di Totila da questa porta entrarono nella città grazie al tradimento della guarnigione, che la asciò aperta.
Fin dal V secolo e almeno fino al XV, è attestato come prassi normale l'istituto della concessione in appalto o della vendita a privati delle porte cittadine e della riscossione del pedaggio per il relativo transito.
All'interno del "Castelletto" edificato da Massenzio - la controporta che sembra una piccola fortificazione - è attualmente ospitato il Museo della Via Ostiense, con ricostruzioni dei porti di Ostia e dei monumenti ritrovati lungo la "via Ostiensis".
All'altezza della controporta, sul lato orientale, in corrispondenza dell'attuale via R. Persichetti doveva trovarsi una posterula, di cui però non rimane nulla perché quel punto venne devastato nel 1943 in occasione di un bombardamento aereo.
Particolare interessante perchè inusuale, la chiusura era verso la città anziché, come normalmente accadeva, verso l'interno della struttura. Nel caso del "Castelletto" della Porta San Paolo i battenti erano posizionati in modo da poter offrire un doppio ostacolo solo per eventuali aggressori esterni.
Sulla torre orientale è presente un'iscrizione a memoria dei lavori che Benedetto XIV effettuò dal 1749 per il restauro di tutta la cinta muraria da qui fino a Porta Flaminia, ma intorno al 1920 la porta fu isolata dalle mura Aureliane per agevolare il traffico dell'area adiacente sul lato orientale ed in seguito, a causa di un bombardamento durante la seconda guerra mondiale, andò distrutto anche il tratto di mura occidentale, che la collegavano alla piramide Cestia.
MURA DI PORTA SAN PAOLO |
IL MUSEO
Dentro Porta S. Paolo alloggia il Museo della via Ostiense, realizzato nel 1954 per illustrare il territorio compreso tra Roma ed Ostia che in età romana era collegato dall'importante via Ostiense. Vi si conservano i materiali rinvenuti nel percorso, tra cui tre arcosoli dipinti di una tomba del III sec.d.c. presso la Basilica di S. Paolo e numerosi calchi di iscrizioni e cippi funerari.
BIBLIO
- Giacomo Boni - Nuova Antologia - Mura urbane - 1911 -
- Mauro Quercioli - Le porte di Roma - Newton Compton - Roma - 1997 -
- Mario Attilio Levi - Roma antica - Torino: UTET - 1963 -
- Bonaventura Overbeke - Degli avanzi delle antichità - a cura di Paolo Rolli - Tommaso Edlin - Londra - 1739 -
- Lucos Cozza - Le mura di Aureliano dai crolli nella Roma capitale ai restauri di un secolo dopo - L'archeologia in Roma capitale tra sterro e scavo - Venezia - Marsilio - 1983 -
- Bonaventura Overbeke - Degli avanzi delle antichità - a cura di Paolo Rolli - Tommaso Edlin - Londra - 1739 -
- Lucos Cozza - Le mura di Aureliano dai crolli nella Roma capitale ai restauri di un secolo dopo - L'archeologia in Roma capitale tra sterro e scavo - Venezia - Marsilio - 1983 -
Da alcuni anni il museo della via Ostiense non c'è più, svuotato. Tutto trasferito, credo, al museo degli scavi di Ostia Antica.
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