Per decenni nascosto alla vista di quanti percorrevano l' Appia Antica, il Sepolcro di Priscilla venne restaurato circa venti anni fa per essere ben visibile nell' area delle catacombe di San Callisto. Visibile relativamente, perchè è celato alla vista dei passanti dai tetti dei casali di cui uno medievale, conosciuto come “Osteria dell’Acquataccio”, e uno più moderno nasconde l’antico ingresso al sepolcro.
Quest'area archeologica, tra le vie Appia Antica, Ardeatina e il Vicolo delle Sette Chiese che si estende per circa 30 ettari di terreno, detta "Complesso Callistiano", è composto da una quindicina di catacombe, gallerie e numerosissime tombe, forse addirittura mezzo milione, il tutto di proprietà della Chiesa che consente di visitare le catacombe di S.Callisto dietro pagamento nonostante sia un'area sacra per il cristianesimo e soprattutto che la sua manutenzione avvenga a spese dello stato.
DESCRIZIONE
L’esterno si presenta come un grande dado sormontato da un corpo cilindrico, in origine ricoperto da blocchi di travertino, e da una torre mozza fatta costruire dalla famiglia Caetani nel XIII secolo o secondo altri dai conti Tuscolo nel XII sec. Comunque il sepolcro, con o senza torre, appartenne ai conti di Tuscolo, dai quali passò in seguito ai nobili Caetani.
Il nucleo del basamento del monumento, rivestito in opera quadrata di travertino, di oltre 20 metri di lato, è ancora in buona parte conservato. Ancora oggi, infatti, si conserva una parte del nucleo dell’antico podio originale in opera cementizia.
Al di sopra di questo si elevano due tamburi cilindrici in opera reticolata di tufo: in quello superiore si aprivano 13 nicchie, nelle quali erano collocate statue di Priscilla ritratta nelle sembianze di dee ed eroine della mitologia greco-romana.
Al centro del cilindro superiore sorge, come detto, su di un irregolare basamento quadrato, una torre medievale, comunemente nota come “Torre Petro”, alta circa 6 m e costruita con vario materiale di spoglio, per trasformare il sepolcro in fortificazione, fin dall’XI secolo.
Un tempo il basamento quadrangolare era rivestito da blocchi in travertino, e su di esso si elevavano due tamburi cilindrici sovrapposti, costruiti in opera reticolata, quello superiore dotato di 13 nicchie destinate ad ospitare statue della defunta.
L'INTERNO
L’interno del sepolcro è stato fatto oggetto di vari interventi edilizi:fino a pochi decenni or sono i locali venivano usati per la stagionatura dei formaggi e le strutture lignee funzionali a tale uso, si addossano ancora oggi alle strutture murarie.
L’interno del sepolcro è stato fatto oggetto di vari interventi edilizi:fino a pochi decenni or sono i locali venivano usati per la stagionatura dei formaggi e le strutture lignee funzionali a tale uso, si addossano ancora oggi alle strutture murarie.
Attraverso i sotterranei del casale che nasconde l’accesso originario del sepolcro, si raggiunge il corridoio antico, coperto da una volta a botte che immette nella cella funeraria, attualmente debolmente illuminata dall'apertura esistente sulla sommità della torre medievale.
All'interno, invece, si trova la camera funeraria, eseguita con le pareti in opera quadrata di travertino, con il soffitto a cupola, che ospita quattro nicchie per i sarcofagi.
Al di sopra di questa stanza c’è un’altra camera con dieci nicchie che ospitavano altrettante statue raffiguranti la defunta come una divinità o un’eroina della mitologia. Priscilla, come ricorda il poeta Stazio, fu imbalsamata e non cremata secondo l’uso funerario dell’epoca. Ciò è testimoniato da un’accurata descrizione del coevo poeta Stazio la cui moglie era amica di Priscilla.
Si accede alla parte centrale del monumento funerario tramite una passerella di metallo da cui è possibile riconoscere le nicchie che contenevano in origine le 13 statue in bronzo dedicate a Priscilla, nelle quali erano collocate statue di Priscilla ritratta nelle sembianze di Dee ed eroine della mitologia greco-romana.
Durante i lavori di restauro si è provveduto a riaprire il passaggio verso l' interno del sepolcro a cui in passato si accedeva, fino alla cella funeraria, attraverso i sotterranei del un casale moderno adiacente al monumento.
Si accede alla parte centrale del monumento funerario tramite una passerella di metallo da cui è possibile riconoscere le nicchie che contenevano in origine le 13 statue in bronzo dedicate a Priscilla, nelle quali erano collocate statue di Priscilla ritratta nelle sembianze di Dee ed eroine della mitologia greco-romana.
Durante i lavori di restauro si è provveduto a riaprire il passaggio verso l' interno del sepolcro a cui in passato si accedeva, fino alla cella funeraria, attraverso i sotterranei del un casale moderno adiacente al monumento.
I funerali sono descritti con toni delicati e dolci dal poeta Stazio:
«…ammassati in una interminabile fila passano tutti i balsami che la primavera d’Arabia e di Cilicia produce, i profumi della Sabea, le messi dell’India destinate ad essere bruciate, l’incenso delle divinità, le essenze di Palestina e di Israele, lo zafferano di Corico ed i germogli di mirra.
Essa giace su un letto funebre costruito dai Seri ed è ricoperta da una coltre di stoffe di Tiro…».
Essa giace su un letto funebre costruito dai Seri ed è ricoperta da una coltre di stoffe di Tiro…».
« Le sue spoglie imbalsamate e avvolte in vesti di porpora furono deposte in un sarcofago di marmo e perché la sua immagine superasse le generazioni, ripose le sue sembianze nei corpi bronzei di dee ed eroine della mitologia greco-romana, (Cerere, Arianna, Maia, Venere), collocate all’interno del sepolcro ». …
Grazie per questa stupenda e dettagliata descrizione
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