COLONNA DI FOCA

RICOSTRUZIONE DELLA COLONNA DI FOCA NEL FORO ROMANO

Fra le tante colonne onorarie erette nel Foro Romano l'unica restata in opera, priva però della statua che vi era stata sopra posta. È questa inalzata da Smaragdo Esarco, nel 608 dell'Era volgare, e dedicata nel primo di Agosto all'Imperatore Foca, a cui spettava la statua dorata, secondo l'iscrizione che si legge nella parte del piedestallo rivoltato alla Via Sacra ed a S. Adriano, che resta incognita fino al 13 Marzo 1813. collo scavarsi apparve del seguente tenore.
 
Questa colonna d'ordine Corintio è alta piedi 43 ed il piedistallo ne ha 11, in tutto piedi 54. Profondendosi lo scavo nel 1818 si rilevò che il piedistallo s'innalzava su di 11 scaglioni di marmo, che piantavano sul piano del foro lastricato di travertini, ed inclinato verso la parte posteriore dall'iscrizione, ivi poi alla distanza di palmi 11 dall'ultimo scaglione si rinvennero i due gran basamenti di muro, spogliati de' marmi che li rivestivano, e destinati anch'essi a sostenere due colonne loro del diametro di piedi 3 e mezzo; ed al di là di questi basamenti, 4 piedi distante fu rinvenuta quella via lastricata di selci non ancora interamente scoperta, colla quale aveva il suo termine la larghezza del Foro, che si estendeva fino a s. Adriano, come già si è accennato; e la riunione di queste colonne onorarie non ci permette più di averne alcun dubbio. "

(Avv. Carlo di Fra - 1822)



DESCRIZIONE

La Colonna di Foca è un pilastro in marmo, alto 13,60 metri, in stile corinzio e scanalata, che si innalza da una base dotata di gradini. Essa fu fatta erigere, nel corso del 608 d.c., dall’esarca bizantino Smaragdo per onorare l’imperatore orientale Foca che aveva regalato il Pantheon al pontefice Bonifacio IV.

La colonna si erge sul suo basamento cubico di marmo bianco,  in marmo proconnesio (da Proconnesio sul Mar di Marmara), assai diffuso a partire dalla fine del I sec. d.c. e soprattutto dal II d.c., sormontata da un capitello corinzio databile in epoca traianea e si presuppone fosse un riutilizzo, in quanto originariamente costruita intorno al II secolo. fondamento quadrato è in mattoni mentre il basamento è in marmo bianco. Il fondamento di mattoni non era originariamente visibile, non essendo stato il livello attuale del Foro scavato fino alla pavimentazione augustea fino al XIX secolo.



GLI EVENTI

Questo pilastro costituisce l’ultima opera civile e onoraria innalzata all’interno del Foro Romano.
In origine, alla sua sommità si poteva osservare anche una riproduzione dell’imperatore Foca (602 - 610 d.c.). La base non era visibile quando Giuseppe Vasi e Giovanni Battista Piranesi fecero schizzi ed incisioni della colonna a metà del XVIII secolo.

Essa fu rinvenuta durante il 1813, nel corso dei lavori che portarono al disseppellimento delle numerose opere presenti nel Foro Romano. Insieme alla colonna fu ritrovata anche un’incisione che recita:

“Optimo clementiss(imo piissi)moque /
principi domino n(ostro) /
F(ocae imperat)ori /
perpetuo a d(e)o coronato, (t)riumphatori /
semper Augusto /
Smaragdus ex praepos(ito) sacri palatii /
ac patricius et exarchus Italiae /
devotus eius clementiae /
pro innumerabilibus pietatis eius beneficiis et pro quiete /
procurata Ital(iae) ac conservata libertate /
hanc sta(tuam maiesta)tis eius /
auri splend(ore fulge)ntem huic /
sublimi colu(m)na(e ad) perennem /
ipsius gloriam imposuit ac dedicavit /
die prima mensis Augusti, indict(ione) undicesima /
p(ost) c(onsulatum) pietatis eius anno quinto”.

L'amicizia per Foca fu espressa dal papa Bonifacio IV, con l'ultimo monumento eretto nel Foro Romano, la Colonna di Foca, che ancora ne reca testimonianza, eretta a Roma il 1º agosto 608.
Sembra che l'imperatore fosse fedele al Papa e a Roma, tanto che il papa chiuse un occhio sulla sua crudeltà, definendola addirittura "pietà"

LA COLONNA DI FOCA OGGI
Ecco infatti l’iscrizione in italiano:

All’ottimo e clementissimo e piissimo 
principe nostro signore Foca, 
imperatore perpetuo, coronato da Dio, 
trionfatore, sempre Augusto, Smaragdo, 
già preposito al sacro palazzo, 
patrizio ed esarca d’Italia, 
devoto alla sua clemenza 
per gli innumerevoli benefici della sua pietà 
e per la tranquillità procurata all’Italia 
e per la libertà conservata, 
pose sopra questa altissima colonna 
questa statua della sua maestà, 
fulgida per lo splendore dell’oro, 
a perenne gloria di lui, e la dedicò 
il primo giorno del mese di agosto, 
nell’undicesima indizione, 
il quinto anno dopo il consolato della sua pietà”.

Tuttavia da quanto scritto si ricava che la colonna non risale al 608, anno in cui fu posizionata la statua dell’imperatore, ma che ipoteticamente potrebbe essere appartenuta ad una costruzione più vecchia, risalente probabilmente al II secolo d.c.

Esisteva una scalinata che venne rimossa per permettere di leggere l'iscrizione di Lucius Surdunus sulle lastre pavimentali, che ha permesso di datare l'ultima lastricazione al 12 a.c. circa.

Secondo un’antica leggenda questa colonna apparteneva originariamente al Tempio di Hercules Victor, più comunemente noto come il Tempio di Vesta. L’idea  alla base di questa leggenda potrebbe essere in relazione al fatto che entrambe le costruzioni sono dello stesso periodo e che all’interno del tempio del Foro Boario manca una colonna.

Sembra invece che la colonna fosse stata riciclata e sostenesse un tempo una statua dedicata a Diocleziano: l'iscrizione precedente fu cancellata per dar spazio a quella presente.



L'IMPERATORE

Foca era una figura oscura per le sue origini e le sue gesta che, quando egli si ribellò, l'allora imperatore Maurizio non sapeva nemmeno chi fosse; ma quando scoprì che il suo rivale, così audace nella sedizione, era invece un codardo, pare che esclamò queste parole:
«Ahime! Se è un codardo, sarà sicuramente un assassino».

L'IMPERATORE FOCA
Infatti, Maurizio venne trucidato insieme ai suoi cinque figli maschi il 27 novembre 602, e negli otto anni di regno di Foca molti pagarono la loro opposizione o rivolta con la morte, spesso preceduta da crudeli torture.

I cadaveri vennero gettati in mare mentre le teste vennero esibite in piazza. L'ex Augusta Costantina e le sue tre figlie vennero invece risparmiate in un primo momento, ma in seguito anche loro vennero giustiziate quando Foca scoprì che Costantina stava complottando contro di lui.

Anche il figlio maggiore di Maurizio Teodosio morì, giustiziato da un certo Alessandro, anche se in seguito si sparse la voce che Alessandro sarebbe stato corrotto dal senatore Germano e avrebbe risparmiato la vita a Teodosio che sarebbe dunque riuscito a fuggire in Persia. Queste voci vennero poi sfruttate dallo Scià di Persia Cosroe II quando dichiarò guerra ai bizantini.

Nell'ottobre 610, Foca, l'usurpatore, divenne oggetto di tutto quello che aveva fatto agli altri. Infatti fu catturato, torturato, assassinato e  smembrato; e condannato alla damnatio memoriae. La statua dorata dell'imperatore era un segno di gratitudine di Smaragdo, che era indebitato conlui  poiché questi gli aveva permesso il ritorno da un lungo esilio e la carica a Ravenna.

Egli non era ben visto a Costantinopoli soprattutto a causa della sua politica di fedeltà verso Roma che ebbe come conseguenza la già citata donazione al papa del Pantheon. Era, inoltre, di aspetto deforme e personalità violenta e tutto ciò gli costò la vita, nel corso del 610 quando Eraclio ne prese il posto facendogli tagliare la testa.

La colonna di Foca era davanti i "rostra" nel Foro Romano, purtroppo poi dal 608 d..c. iniziò il progressivo stato di abbandono del Foro Romano.


BIBLIO

- René Seindal - The Column of Phocas -
- Eugenio La Rocca - I Fori Imperiali - Progetti Museali editore - Roma - 1996 -
- Encyclopaedia Romana - Column of Phocas -
- Chronicon Paschale - 284-628 AD - translated by Michael Whitby and Mary Whitby - 1989 -
- The Chronicle of John, Bishop of Nikiu - translated by R. H. Charles -1916 -
- Antonio Nibby - Roma antica di Fabiano Nardini - Stamperia De Romanis - Roma - 1818 -




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