Il nome Carnuntum è illirico ed era un centro dei Boi indipendente fino al 6 d.c., quando fu scelta da Tiberio come base delle operazioni contro Maroboduo. Con il suo passaggio alla provincia Pannonia vi fu acquartierata la legio XV Apollinaris e la fortezza, ricostruita di pietra a partire dall’età traianea, divenne uno dei capisaldi del limes danubiano.
Infatti nel 6 d.c., in Pannonia, in una zona sul Danubio attualmente appartenente all'Austria, viene eretto dai romani un accampamento invernale, in muratura, edificato, come al solito, a tempo di record.
46 anni dopo, nel 50 d.c. vi alloggia l'intera Legio XV Apollinaris, si stanzia in tutta la zona edificando ogni occorrenza, dalle terme ai templi, dalla basilica al Campidoglio. Nasce così la città romana di Carnuntum.
Il centro si estende e acquista importanza. I mercanti vi stabiliscono le proprie botteghe. Vi sorgono un teatro e un anfiteatro.
E' qui che Settimio Severo viene proclamato imperatore dal suo esercito.
E' qui che nel 308 avviene una riunione dei tetrarchi per tentare di ristabilire la tetrarchia.
Petronell-Carnuntum, fino al 1963 Petronell, ha riacquisito però il suo glorioso nome romano, è un comune austriaco del distretto di Bruck an der Leitha, in Bassa Austria. Nel territorio comunale sorge, grazie alla lungimiranza dei suoi amministratori, il parco archeologico che custodisce i resti della città romana di Carnunto. Ma non solo, perchè vi è stato riedificato un villaggio romano.
Questo centro, che si rifà a un antico villaggetto di capanne di origine celtica, si trasformò in un'importante fortezza legionaria dell'Impero romano a partire dal 50 e sede della Flotta Pannonica, diventando anche sede, prima del governatore della Pannonia e poi (nel 103/106) della Pannonia superior, nel comune di Petronell-Carnuntum.
Presso la fortezza si formarono due centri urbani, il primo dalle canabae, abitazioni provvisorie per operatori civili di vario genere che seguivano l’esercito, nell’area di Bad Deutsch Altenburg, l'altro più a ovest, dove era stata trasferita la popolazione indigena dopo l’evacuazione dell’oppidum, localizzato sul Braunsberg (punta orientale del massiccio di Hainburg).
Il centro aveva dimensioni notevoli, misurava infatti nelle suoi lati m 480 × 368, per una superficie complessiva di circa 17,6 ha, totalmente protetto da mura con torri e porte d'accesso. A circa 2 km dal museo si trova l'Heidentor (o "porta dei pagani"), un edificio a quattro archi posto al di fuori delle mura dell'antica città, che un tempo doveva contenere la statua di Costanzo II imperatore (354/361 d.c.). Ora rimane solo un arco dell'antico monumento che esaltava la grandezza di Roma.
Per dar vita al villaggio si è edificato, oltre all'accampamento invernale dei legionari, tutto in muratura e provvisto di portico, di stalle, di dormitori e cucine, una casa privata tipo, che è stata denominata la "casa di Lucius".
E' un'abitazione media, ricostruita sul modello dell'epoca, ed essendo garantita dalla presenza dei legionari, ha le finestre sulla strada, anche perchè manca di impluvio e compluvio. Non dimentichiamo che qui c'è un clima rigido per cui le case devono ricevere più sole possibile.
Presso la fortezza si formarono due centri urbani, il primo dalle canabae, abitazioni provvisorie per operatori civili di vario genere che seguivano l’esercito, nell’area di Bad Deutsch Altenburg, l'altro più a ovest, dove era stata trasferita la popolazione indigena dopo l’evacuazione dell’oppidum, localizzato sul Braunsberg (punta orientale del massiccio di Hainburg).
RICOSTRUZIONE DELL'ACCAMPAMENTO INVERNALE |
CUCINA DI LUCIUS |
E' un'abitazione media, ricostruita sul modello dell'epoca, ed essendo garantita dalla presenza dei legionari, ha le finestre sulla strada, anche perchè manca di impluvio e compluvio. Non dimentichiamo che qui c'è un clima rigido per cui le case devono ricevere più sole possibile.
L'abitazione è circondata da un muretto basso che delimita il suo giardino esterno sul fronte casa, una specie di giardino all'inglese con rari alberi. L'abitazione è rettangolare e coperta da un tetto romano con quattro spioventi ma senza giardino centrale.
C'è poi la cucina di Lucius, dotata di una cucina economica in muratura che funziona a legna, come si vede dalle cataste accantonate presso il piano di cottura. In alto dei tondini di ferro attaccati al muro sorreggono le pentole e i mestoli.
Qui sotto segue la camera da letto con un letto munito di lato rialzato, un tavolinetto per i lari, un altro tondo fa da salottino della camera, accostato da due sedie in vimini. Non mancano i soliti tendaggi rossi, in velluto o in tela, a seconda delle possibilità.
C'è poi la cucina di Lucius, dotata di una cucina economica in muratura che funziona a legna, come si vede dalle cataste accantonate presso il piano di cottura. In alto dei tondini di ferro attaccati al muro sorreggono le pentole e i mestoli.
CAMERA DA LETTO DI LUCIUS |
Nella riproduzione della stanza interna si nota che la stanza da letto è molto ampia, ed accoglie, oltre ai mobili suddetti, un secondo ambiente, separato appunto dalla tenda rossa, che comprende un divano, un tavolinetto rettangolare basso, quello che oggi chiameremmo tavolino da salotto, e una seggiola del tipo savonarola, che non fu inventata all'epoca di Savonarola, bensì è prettamente romana.
Nei lati più bassi della casa, ricavati dagli spioventi del tetto, la casa ha delle stanze che servono da ripostigli e da magazzini, privi del controsoffitto di cui gode il resto della casa, e al contrario dei pavimenti in pietra o in marmo delle altre stanze, sono pavimentate in cocciopesto, isolante ma più economico.
Come si vede le pareti sono in sassi di fiume e malta, e nei magazzini mancano ovviamente di rivestimento e di decorazioni. Nei depositi o magazzini si poneva la legna tagliata, gli otri di olio o di vino, il grano da macinare, o la farina, o le gallette, nonchè la carne secca, il sale, i legumi secchi, la frutta secca. le mele.
Nella camera di Lucius poi c'è il larario, quello che abbiamo visto in camera da letto, e che adesso osserviamo in dettaglio. Un tavolinetto rettangolare di legno con sovrapposta un'edicoletta, anch'essa di legno, al cui interno sono raffigurati i Lari con la Dea Lara e l'immancabile serpente. Vi sono posti accanto vasi e vasetti contenenti erbe, essenze e varie cose da bruciare in onore dei Lari.
La casa di Lucio ha pure un cortile interno, ma non al centro della casa bensì a lato, circondato da un muro esterno e in parte riparato dal tetto.
Nell'ambito del cortile è stata pure ricavata una parte delimitata da una parete di legno. probabilmente un altro magazzino.
Come si vede questa parte ha un grazioso pergolato.
LA STORIA
A Carmentum vi presenziarono diverse legioni:
Truppe ausiliarie (località Bad Deutsch-Altenburg):
- Ala I Thracum
- Cohors I Alpinorum (equitata)
- la legio XV Apollinaris dal 50 al al 113, anno in cui fu inviata in Oriente per le campagne di Traiano contro i Parti, per poi rimanere in Cappadocia;
- la X Gemina dal 63 al 70, che sostituì temporaneamente la XV Apollinaris, partita per le campagne di Corbulone e di Tito in Armenia e Giudea
- la XV Apollinaris dal 50 al 113
- per un breve periodo la legio I Adiutrix (ex Belgica forse in sostituzione provvisoria della legio XV)
- la XIIII Gemina dal 113 al IV sec.
Sotto il principato di Augusto, Carnuntum fu base delle operazioni di Tiberio durante la sua campagna contro Maroboduo, re dei Marcomanni del 6 d.c..
Carnuntum cominciò a subire l'influenza latina a partire da un primo insediamento di un forte alla fine del regno di Augusto o agli inizi del regno di Tiberio attorno al 17-19, in coincidenza con la sconfitta subita da Maroboduo, in lotta con il principe dei Cherusci, Arminio. Dopo questi avvenimenti Maroboduo chiedeva asilo politico a Tiberio e veniva confinato a Ravenna.
Come narra Tacito, nel 50 una legione, la XV Apollinaris, venne inviata ad affiancare il forte ausiliario di truppe di cavalleria in zona, quando l'imperatore Claudio, pur rifiutando di intervenire direttamente in una nuova contesa tra i popoli germanici (si trattava di Quadi e Marcomanni, relativamente alla caduta del loro re Vannio), ordinò al governatore della Pannonia «di disporre una legione con un corpo scelto di ausiliari sulla riva del Danubio».
Questa aveva il compito di proteggere i perdenti e dissuadere la parte di barbari vittoriosi dalla tentazione di invadere la provincia pannonica. A questo periodo apparterrebbe un castrum ausiliario di ala quingenaria di cavalleria a 1,2 miglia a sud-ovest della fortezza legionaria.
CORTILE INTERNO |
La città, già fortezza legionaria, con la divisione della Pannonia in Inferiore e Superiore operata da Traiano nel 103-104, divenne la capitale di quest'ultima provincia, al centro di un sistema di fortificazioni, che da Vindobona (Vienna) a Brigetio (Szőny) controllava l'intero corso del medio Danubio.
L'importanza della città, sede anche di un fiorente mercato dell'ambra destinata all'Italia, è attestata anche dalla presenza di due imperatori:
RESTI DI PORTA DEI PAGANI |
- Settimio Severo che qui fu governatore della provincia Superiore quando, nel 193, fu proclamato imperatore dalle sue truppe.
Sotto i Severi (193-235), Carnuntum ebbe un momento di vero boom economico, raggiungendo le dimensioni massime del suo abitato (canabae) intorno alla fortezza legionaria. Con l'avvento di Caracalla, fu elevato a colonia il centro civile di Carnuntum (Colonia Septimia Aurelia Antoniana) insieme a quello di Brigetio.
Nel 260, durante il regno dell'imperatore Gallieno, le armate pannoniche si ribellarono al potere centrale eleggendo l'usurpatore Regaliano, il quale istituì una zecca che coniò monete raffiguranti lo stesso e la moglie Sulpicia Dryantilla. Fu poco dopo ucciso dai suoi stessi soldati probabilmente a Carnuntum.
Nel novembre del 308 la città fu sede del cosiddetto Convegno di Carnunto, a cui parteciparono l'allora Augusto Galerio, Massimiano e Diocleziano, i due precedenti Augusti, nel tentativo di risolvere la crisi in cui versava l'istituto della Tetrarchia, come testimonia un'iscrizione di quell'anno qui rinvenuta che recita:
« D(eo) S(oli) I(nvicto) M(ithrae) fautori imperii sui Iovii et Herculii religiosissimi Augusti et Caesares sacrarium restituerunt »
« Al Dio Sole invitto Mitra, sostenitore del loro impero, gli Augusti ed i Cesari, Iovii ed Herculii, devotissimi, restaurarono il suo santuario »La città subì una pesante distruzione nel 374, a causa di una nuova incursione di Quadi e Iazigi, costringendo l'imperatore Valentiniano I, a intervenire in territorio germanico, proprio dalla fortezza legionaria di Carnuntum, con una spedizione dimostrativa che si rivelò assai felice.
RICOSTRUZIONE |
« Al Dio Sole invitto Mitra, sostenitore del loro impero, gli Augusti ed i Cesari, Iovii ed Herculii, devotissimi, restaurarono il suo santuario »La città subì una pesante distruzione nel 374, a causa di una nuova incursione di Quadi e Iazigi, costringendo l'imperatore Valentiniano I, a intervenire in territorio germanico, proprio dalla fortezza legionaria di Carnuntum, con una spedizione dimostrativa che si rivelò assai felice.
Nel corso di questa campagna militare, entrambe le fortezze legionarie di Brigetio e Carnuntim furono rinnovate per l'ultima volta, pur non tornando più agli antichi splendori, tanto che Carnuntum perse le proprie funzioni di centro militare a favore della vicina Vindobona.
Sono state, infine, individuate tracce di antichi insediamenti databili alla prima metà del V sec., all'interno dell'ex campo militare dove probabilmente si era ritirata la maggior parte della popolazione civile, che potrebbe aver abbandonato questo nuovo sito solo nella seconda parte del secolo.
IL CASTRUM
Il castrum aveva un perimetro irregolare a losanga, in parte determinato dalla configurazione del terreno. Non corrisponde a quello di Tiberio (non identificabile, mentre è localizzato un castello ausiliario a Petronell) poiché la prima fase di terra e legno è di epoca flavia.
Il castrum aveva un perimetro irregolare a losanga, in parte determinato dalla configurazione del terreno. Non corrisponde a quello di Tiberio (non identificabile, mentre è localizzato un castello ausiliario a Petronell) poiché la prima fase di terra e legno è di epoca flavia.
Le mura furono innalzate ai primi del II sec. d.c., le porte rifatte dopo le guerre marcomanne; di quella pretoria non rimangono tracce, le altre erano fiancheggiate da doppie torri e provviste di due passaggi. All’interno sono stati identificati i principia (quartier generale), il pretorio e altri edifici, ma la cronologia è complicata dalle numerose ricostruzioni susseguitesi fino al IV secolo.
La via principalis proseguiva all’esterno seguendo il tracciato della strada federale odierna, lungo la quale restano tracce di un’insula suddivisa in diversi ambienti, già interpretata come pretorio, più di recente come santuario di Epona.
LE CANABEE
- un edificio termale dalla pianta singolarmente complessa,
- un foro-mercato con due corti precedute da un portico e provviste di peristilio e fontane, - una grotta di Mitra.
- un grosso santuario di divinità orientali in località Mühläckern, all’estremità occidentale di Bad Deutsch Altenburg.
- un tempio principale a tre navate, con banchi sui lati lunghi (forse di Giove Eliopolitano), - un Mitreo
- altri tempietti e cappelle,
- un piccolo edificio termale.
Non è stato rintracciato il foro del municipio: l’edificio più importante fra quelli finora scavati a Petronell è il cosiddetto “palazzo”, a nord del Tiergarten, grande complesso con due cortili di diversa ampiezza, con portici continui sui lati sud ed est. La fronte porticata, a sud, dava accesso a una prima corte bordata da 16 piccoli ambienti, al centro della quale si allineavano trasversalmente tre padiglioni, uno rotondo e due ottagonali.
Si pensa che quest’ala del fabbricato, dove è stata rinvenuta la dedica di un collegium, fosse adibita a edificio commerciale e sede di corporazioni. La corte retrostante, molto più vasta, era in gran parte occupata da un complesso termale, con piscine e ninfei sul lato est e numerose stanze raccolte intorno a un’aula absidata. La fondazione del complesso risale alla fine del II sec. d.c., le terme sono state ristrutturate agli inizi del IV.
- case del tipo provinciale a T, presente anche in altre località della Pannonia, con vestibolo trasversale affacciato su una corte e doppia serie di stanze lungo un corridoio centrale; il vestibolo poteva essere adibito a bottega.
- Alcune case hanno pitture parietali e pavimenti musivi policromi con motivi ornamentali e geometrici. Immediatamente a nord di questo quartiere si trova un vasto edificio termale, pure decorato da pitture e mosaici.
- alcuni Mitrei (uno accertato) e un dolicheno con probabile sala da banchetti annessa, che hanno restituito notevoli sculture.
- un santuario di Silvano
- delle Quadrivie
- un battistero cristiano del IV secolo, ubicato nell’accesso sud dell’anfiteatro municipale.
- due anfiteatri, uno castrense, a est della fortezza, rifatto di pietra alla fine del II sec. d.c.; vi si conservano per l’intero perimetro le fondazioni della cavea, con la loggia del legato riconoscibile nel settore sud, un sacello absidato di Diana- Nemesi a lato dell’accesso ovest, un bacino al centro dell’arena.
- l’altro, più ampio, di età adrianea, con una capienza di circa 13.000 posti, nel settore meridionale del municipio.
Doveva trovarsi lungo una via suburbana, sicuramente senza relazione con un incrocio, essendo l’interno occupato da una grande base rotonda. L’altezza della parte superstite al di sopra del fornice autorizza la proposta ricostruttiva di una struttura turriforme, forse con un piano superiore articolato da nicchie per statue.
Nella Heidentor si è voluto vedere l’unico arco superstite fra quelli pannonici di Costanzo II; o come monumento funerario, oppure come monumento commemorativo del convegno tetrarchico.
Fuori dalla città, sul Pfaffenberg (punta occidentale dello Hainburg), sorgeva un grande santuario della religione di stato e del culto imperiale, il maggiore della Pannonia; fondato in età adrianea, comprendeva:
- un tempio di Giove con portico antistante fiancheggiato da sale di riunione,
- un altro tempio più piccolo,
- un anfiteatro circolare per feste e cerimonie.
Il sito ha restituito frammenti di statue e altro materiale scultoreo ed epigrafico. I ritrovamenti sono conservati in massima parte all’Archäologisches Museum Carnuntinum di Bad Deutsch-Altenburg; di particolare rilievo alcuni ritratti imperiali, fra i quali una testa di bronzo di Gordiano III.
La ricostruzione, eseguita con materiali e strumenti di costruzione dell'epoca romana hanno tenuto conto dei minimi particolari per creare questo museo didattico, dove toccare con mano la vita degli antichi romani.
La così chiamata "casa di Lucius", propone la ricostruzione dell'abitazione e della bottega di un mercante di stoffe, con gli ambienti privati, tra i quali i cubicula, ovvero le camera da letto, lo studio e una sala dove è presente il lararium, l'altare per gli Dei protettori della casa.
La camera da letto padronale prevede qui un letto matrimoniale, che però era raramente usato presso i romani, che preferivano dormire, anche se coniugi, ciascuno nel suo letto, se non addirittura in due camere separate.
- un tempio di Giove con portico antistante fiancheggiato da sale di riunione,
- un altro tempio più piccolo,
- un anfiteatro circolare per feste e cerimonie.
Il sito ha restituito frammenti di statue e altro materiale scultoreo ed epigrafico. I ritrovamenti sono conservati in massima parte all’Archäologisches Museum Carnuntinum di Bad Deutsch-Altenburg; di particolare rilievo alcuni ritratti imperiali, fra i quali una testa di bronzo di Gordiano III.
IL MUSEO |
IL MUSEO ALL'APERTO
Nell'attuale Petronell, dopo anni di scavi, è sorto un museo all'aperto dove, accanto ai ritrovamenti della città di Carnuntum, un parco tematico ha ricostruito, con tecniche di archeologia sperimentale, la casa del mercante di stoffe Lucius, una Villa Urbana e le Terme Pubbliche.
Nell'attuale Petronell, dopo anni di scavi, è sorto un museo all'aperto dove, accanto ai ritrovamenti della città di Carnuntum, un parco tematico ha ricostruito, con tecniche di archeologia sperimentale, la casa del mercante di stoffe Lucius, una Villa Urbana e le Terme Pubbliche.
La ricostruzione, eseguita con materiali e strumenti di costruzione dell'epoca romana hanno tenuto conto dei minimi particolari per creare questo museo didattico, dove toccare con mano la vita degli antichi romani.
La così chiamata "casa di Lucius", propone la ricostruzione dell'abitazione e della bottega di un mercante di stoffe, con gli ambienti privati, tra i quali i cubicula, ovvero le camera da letto, lo studio e una sala dove è presente il lararium, l'altare per gli Dei protettori della casa.
Anche i locali di servizio, la cucina, l'atrio con anche la ricostruzioni di giochi-passatempo e il giardino, con piante che realmente potevano essere coltivate 2000 anni fa, costituiscono l'ambientazione.
VILLA URBANA
Un altro complesso di ricostruzioni sorge dal lato opposto della strada in basalto: la Villa Urbana e le Terme. La villa urbana è la villa di città, un po' più impegnativa di quella di Lucio, ne osserviamo qui la sagoma semplice ed elegante.
La villa urbana è stata perfettamente ricostruita e arredata, con patio esterno, con sale di rappresentanza, cucine, cubicula e sale usate come studi. Suggestive sono anche le cucine e le locande dell'epoca, i termopolium, dotate di frutta, verdura e salsicce fresche. Non manca neppure la ricostruzione delle latrine pubbliche, dove si sedeva uno accanto all'altro.
VILLA URBANA |
VILLA URBANA
Un altro complesso di ricostruzioni sorge dal lato opposto della strada in basalto: la Villa Urbana e le Terme. La villa urbana è la villa di città, un po' più impegnativa di quella di Lucio, ne osserviamo qui la sagoma semplice ed elegante.
La villa urbana è stata perfettamente ricostruita e arredata, con patio esterno, con sale di rappresentanza, cucine, cubicula e sale usate come studi. Suggestive sono anche le cucine e le locande dell'epoca, i termopolium, dotate di frutta, verdura e salsicce fresche. Non manca neppure la ricostruzione delle latrine pubbliche, dove si sedeva uno accanto all'altro.
Questa villa, sia pure elegante, appare alquanto spoglia nella vegetazione, pur disponendo di un vasto spazio. Ed ecco la cucina della villa cittadina.
Segue la stanza di rappresentanza della villa urbana. Qui non è il classico triclinio, trattandosi di una cittadina sorta su un fortilizio, risente dello stile severo dei soldati, infatti mancano totalmente i triclinii e si mangia su lunghe tavole approntate per l'occasione.
Segue la stanza di rappresentanza della villa urbana. Qui non è il classico triclinio, trattandosi di una cittadina sorta su un fortilizio, risente dello stile severo dei soldati, infatti mancano totalmente i triclinii e si mangia su lunghe tavole approntate per l'occasione.
CUCINA DELLA VILLA ROMANA |
Le Terme presentano i tre ambienti che le costituivano: il tepidarium, il calidarium e il frigidarium.
Hanno costruito l'hypocaustum, l'impianto di riscaldamento usato dai romani per riscaldare gli ambienti, che faceva circolare aria calda tra i pilastrini sotterranei che reggevano il pavimento.
Così, passando da un ambiente ad un altro si avverte veramente la differenza della temperatura.
Non sono particolarmente apprezzabili le decorazioni parietali, ma nel IV sec. in una colonia dell'impero romano, non erano così ricche e particolari come quelle di Roma, sia per il costo sia per la difficoltà di trovare le maestranze.
Tuttavia non manca nulla, nemmeno il secchio per rovesciarsi l'acqua sui capelli, o lo strigile o gli olii profumati da applicarsi dopo il bagno.
Hanno costruito l'hypocaustum, l'impianto di riscaldamento usato dai romani per riscaldare gli ambienti, che faceva circolare aria calda tra i pilastrini sotterranei che reggevano il pavimento.
Così, passando da un ambiente ad un altro si avverte veramente la differenza della temperatura.
Non sono particolarmente apprezzabili le decorazioni parietali, ma nel IV sec. in una colonia dell'impero romano, non erano così ricche e particolari come quelle di Roma, sia per il costo sia per la difficoltà di trovare le maestranze.
Tuttavia non manca nulla, nemmeno il secchio per rovesciarsi l'acqua sui capelli, o lo strigile o gli olii profumati da applicarsi dopo il bagno.
C'è pure la sala di ritrovo delle terme, con la stigliatura dove poggiare gli abiti, dove sdraiarsi per riposare dopo una nuotata, o sedersi con un amico per fare quattro chiacchiere, e pure una piccola biblioteca per una erudita lettura.
IL LUDUS DEI GLADIATORI
La città dell'accampamento e la città civile avevano ciascuna un anfiteatro, Le dimensioni di queste costruzioni non permettono solo di trarre delle conclusioni sul numero degli abitanti. ma anche della necessità di attività di svago e divertimento degli abitanti di Carnuntum nel periodo imperiale. Dell'anfiteatro della città civile, all'esterno. molto al di fuori della cinta muraria, è stata rimessa in luce solo l'arena e i due ingressi nord e sud. Sopra i muri delle tribune degli spettatori è Stato accumulato il terreno di risulta degli antichi scavi dell'arena. In base alle dimensioni dello spazio riservato agli spettatori è stata calcolata questo anfiteatro una capacità di circa 13.000 persone.
La storia edilizia di questo teatro risale al momento in cui Carnuntum fu elevata al rango di città autonoma (municipium) ovvero nella prima metà Il secolo, tuttavia i dettagli cronologici e la forma architettonica non sono stati sufficientemente indagati.
Infine si può visitare il museo archeologico inaugurato dall'imperatore austriaco Francesco Giuseppe, costruito in stile di una villa romana di campagna.
Al suo interno trovano posto i reperti trovati nella zona, soprattutto quelli legati ai culti pagani e in particolare del Dio Mitra.
Ricordiamo ancora che tutti i materiali usati sono precisi a quelli utilizzati nell'antica Carnuntum, e altrettanto dicasi per le tecniche di costruzione e per lo stile del luogo e dell'epoca.
L'ANFITEATRO
Anfiteatro di Carnuntum, posto lungo il Danubio, a una sessantina di chilometri da Vienna (Austria), accoglieva in epoca romana un'imponente scuola di gladiatori. Soprattutto a questo era deputato l'antico anfiteatro di Carnuntum, tondato intorno al III sec. d.c. in quello che era stato un semplice villaggio celtico, trasformato poi in un imponente centro romano.
L'anfiteatro, di forma ogivale e di grandezza media, misurava 100 metri nel suo lato lungo 80 nel lato più stretto, e di esso oggi ne rimangono solo le fondamenta. Infatti rimane solo la forma dell'anfiteatro, visto che le gradinate sono quasi del tutto scomparse.
Al suo interno trovano posto i reperti trovati nella zona, soprattutto quelli legati ai culti pagani e in particolare del Dio Mitra.
Ricordiamo ancora che tutti i materiali usati sono precisi a quelli utilizzati nell'antica Carnuntum, e altrettanto dicasi per le tecniche di costruzione e per lo stile del luogo e dell'epoca.
L'ANFITEATRO
Anfiteatro di Carnuntum, posto lungo il Danubio, a una sessantina di chilometri da Vienna (Austria), accoglieva in epoca romana un'imponente scuola di gladiatori. Soprattutto a questo era deputato l'antico anfiteatro di Carnuntum, tondato intorno al III sec. d.c. in quello che era stato un semplice villaggio celtico, trasformato poi in un imponente centro romano.
RICOSTRUZIONE |
L'anfiteatro civile presenta all'esterno di entrambe le entrate assiali due recinti da interpretare come vivaria.
Nelle entrate assiali attualmente non sono visibili gli elementi presenti nei rilievi, che
possono essere interpretati come pilastri di una transennatura atta a creare due piccoli corridoi ai lati delle due entrate assiali.
IL LUDUS DEI GLADIATORI
La città dell'accampamento e la città civile avevano ciascuna un anfiteatro, Le dimensioni di queste costruzioni non permettono solo di trarre delle conclusioni sul numero degli abitanti. ma anche della necessità di attività di svago e divertimento degli abitanti di Carnuntum nel periodo imperiale. Dell'anfiteatro della città civile, all'esterno. molto al di fuori della cinta muraria, è stata rimessa in luce solo l'arena e i due ingressi nord e sud. Sopra i muri delle tribune degli spettatori è Stato accumulato il terreno di risulta degli antichi scavi dell'arena. In base alle dimensioni dello spazio riservato agli spettatori è stata calcolata questo anfiteatro una capacità di circa 13.000 persone.
La storia edilizia di questo teatro risale al momento in cui Carnuntum fu elevata al rango di città autonoma (municipium) ovvero nella prima metà Il secolo, tuttavia i dettagli cronologici e la forma architettonica non sono stati sufficientemente indagati.
A cura di Monia Sangermano
3 aprile 2017 - 11:33
"Taverne, bar e negozi di souvenir dove comprare, ad esempio, la figura di un gladiatore. Un team austriaco di archeologi hanno scoperto una “zona di svago” vicino ad un ‘colosseo’ che permette di conoscere meglio l’importanza degli spettacoli nell’antico impero romano. La scoperta ha avuto luogo nell’antica città romana di Carnuntum, a circa 40 chilometri ad est di Vienna, grazie alle ricerche dell’Istituto Ludwig-Boltzmann di ricognizione archeologica e archeologia virtuale (lbi archpro).
Già si era a conoscenza dell’esistenza di queste zone ricreative nell’antica Roma, ma finora non erano mai state documentate con una precisione tale. “Una scoperta del genere non era mai avvenuta perché anche se si gli anfiteatri di molte antiche città romane si mantengono bene, nelle zone vicine si è edificato“, ha spiegato Neubauer.
Nella ricerca sono state utilizzate tecniche “non invasive” come il georadar o il magnetometro, che consentono di ricreare con un margine di errore di pochi centimetri un’immagine in tre dimensioni delle rovine ritrovate nel sottosuolo. A Carnuntum hanno vissuto fino a 50.000 persone prima che la città fosse distrutta nel IV secolo da un terremoto. L’anfiteatro di Carnuntum è il quarto più grande del mondo, secondo Torrejón, e aveva una capacità di oltre 13.000 persone, che arrivavano anche da regioni lontane per assistere alle battaglie tra gladiatori. Nel 2011, sempre nella stessa località, fu rinvenuta una scuola di gladiatori che ha permesso di conoscere alcuni particolari della vita di quei guerrieri, che all’epoca erano figure molto popolari.
Questo Colosseo, secondo le ultime scoperte, non era l’unico presente in città, visto che con la stessa tecnologia è stato trovato un secondo anfiteatro molto più antico, che può essere datato al II secolo.
“Prima di costruire un muro o un altro tipo di infrastruttura importante, è stato costruito un anfiteatro per intrattenere la gente“, racconta Torrejón, come a sottolineare l’importanza dello svago per i Romani. Questa costruzione era inoltre situata in una posizione strategica, a un crocevia, così da risultare facilmente accessibile. L’elevato livello di precisione del georadar permette di riconoscere la struttura degli edifici del complesso e, dunque, di chiarire il ruolo che svolgevano nella società. In questo modo si è potuto scoprire a poca distanza dall’anfiteatro principale un’area urbana sconosciuta e che era destinata esclusivamente al tempo libero. La folla che andava al Colosseo trascorreva l’attesa in taverne, cantine, negozi di souvenir e altre di cibo, che insieme avevano una capacità di migliaia di persone.
Inoltre, grazie al segnale termico che rileva alcune delle infrastrutture, è stato possibile trovare luoghi come un grande forno, dove si cuoceva il pane con cui sfamare i partecipanti allo spettacolo. Il divertimento delle masse, sintetizzato nel motto “Panem et circenses“, era così importante a Roma come a Carnuntum, una città situata ai confini dell’impero romano, spiegano i ricercatori.
I turisti che si recano in questo luogo non potranno vedere a occhio nudo queste nuove scoperte, poiché l’Istituto Archeologico non intende fare scavi, ma l’intenzione è si “proteggerle per le generazioni future“, afferma l’esperto spagnolo. “Scavare potrebbe comportare la distruzione del sito“, spiegano gli archeologi " Per questo, la cosa più importante è proteggere quello che finora è stato scoperto e attendere che vengano creati altri metodi per analizzare meglio i resti archeologici senza danneggiarli."
BIBLIO
- J. Fitz - Le province danubiane - Storia dei Greci e dei Romani - vol.16 - I principi di Roma. Da Augusto ad Alessandro Severo - Milano - 2008 -
3 aprile 2017 - 11:33
Già si era a conoscenza dell’esistenza di queste zone ricreative nell’antica Roma, ma finora non erano mai state documentate con una precisione tale. “Una scoperta del genere non era mai avvenuta perché anche se si gli anfiteatri di molte antiche città romane si mantengono bene, nelle zone vicine si è edificato“, ha spiegato Neubauer.
Nella ricerca sono state utilizzate tecniche “non invasive” come il georadar o il magnetometro, che consentono di ricreare con un margine di errore di pochi centimetri un’immagine in tre dimensioni delle rovine ritrovate nel sottosuolo. A Carnuntum hanno vissuto fino a 50.000 persone prima che la città fosse distrutta nel IV secolo da un terremoto. L’anfiteatro di Carnuntum è il quarto più grande del mondo, secondo Torrejón, e aveva una capacità di oltre 13.000 persone, che arrivavano anche da regioni lontane per assistere alle battaglie tra gladiatori. Nel 2011, sempre nella stessa località, fu rinvenuta una scuola di gladiatori che ha permesso di conoscere alcuni particolari della vita di quei guerrieri, che all’epoca erano figure molto popolari.
Questo Colosseo, secondo le ultime scoperte, non era l’unico presente in città, visto che con la stessa tecnologia è stato trovato un secondo anfiteatro molto più antico, che può essere datato al II secolo.
“Prima di costruire un muro o un altro tipo di infrastruttura importante, è stato costruito un anfiteatro per intrattenere la gente“, racconta Torrejón, come a sottolineare l’importanza dello svago per i Romani. Questa costruzione era inoltre situata in una posizione strategica, a un crocevia, così da risultare facilmente accessibile. L’elevato livello di precisione del georadar permette di riconoscere la struttura degli edifici del complesso e, dunque, di chiarire il ruolo che svolgevano nella società. In questo modo si è potuto scoprire a poca distanza dall’anfiteatro principale un’area urbana sconosciuta e che era destinata esclusivamente al tempo libero. La folla che andava al Colosseo trascorreva l’attesa in taverne, cantine, negozi di souvenir e altre di cibo, che insieme avevano una capacità di migliaia di persone.
Inoltre, grazie al segnale termico che rileva alcune delle infrastrutture, è stato possibile trovare luoghi come un grande forno, dove si cuoceva il pane con cui sfamare i partecipanti allo spettacolo. Il divertimento delle masse, sintetizzato nel motto “Panem et circenses“, era così importante a Roma come a Carnuntum, una città situata ai confini dell’impero romano, spiegano i ricercatori.
I turisti che si recano in questo luogo non potranno vedere a occhio nudo queste nuove scoperte, poiché l’Istituto Archeologico non intende fare scavi, ma l’intenzione è si “proteggerle per le generazioni future“, afferma l’esperto spagnolo. “Scavare potrebbe comportare la distruzione del sito“, spiegano gli archeologi " Per questo, la cosa più importante è proteggere quello che finora è stato scoperto e attendere che vengano creati altri metodi per analizzare meglio i resti archeologici senza danneggiarli."
BIBLIO
- J. Fitz - Le province danubiane - Storia dei Greci e dei Romani - vol.16 - I principi di Roma. Da Augusto ad Alessandro Severo - Milano - 2008 -
- J. Fitz - The Great age of Pannonia - Budapest - 1982 -
- P. Olivia - Pannonia and the onset of crisis - Praga - 1962 -
- AAVV - Roma sul Danubio - a cura di M. Buora e W. Wobst - Roma - 2002 -
- A. Mocsy - Pannonia and Upper Moesia - Londra/Boston - 1974 -
- M. Pavan - Dall'Adriatico al Danubio - Padova - 1991 -
- S. Rinaldi Tufi - Archeologia delle province romane - Roma - 2007 -
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