VILLA PETRARO (Stabiae)



DIO FLUVIALE SARNO
Gli scavi archeologici di Stabia hanno fatto emergere i resti dell'antica città di Stabiae, oggi Castellammare di Stabia, presso la collina di Varano, dal lontano 1749, sotto Carlo di Borbone.

PLANIMETRIA DELLA VILLA
Questi hanno fatto emergere un diverso aspetto della vita dei romani: Stabiae era in epoca romana un luogo di villeggiatura, con numerose ville residenziali decorate con pitture e statuaria, oltre a squisite suppellettili.

Ma non mancavano grandi e curatissimi giardini, ornati di statue, ringhiere di marmo, alberi, siepi, aiuole, oscilla, belvedere, fontane, erme e panchine lavorate.

Però  in loco c'erano pure le ville rustiche, adibite a business per i ricchi romani, insomma delle fattorie con coltivazioni pregiate soprattutto di uva per i preziosi e ricercatissimi vini campani, orgoglio della Campania Felix, così chiamata dai romani per la straordinaria fertilità della sua terra.

BROCCA DI VETRO
Spesso le ville campane erano per metà rustiche e metà di otium, nel senso che i proprietari, che risiedevano in genere a Roma, usavano l'edificio come casa di villeggiatura non disdegnando però di farne una proficua fattoria che rendeva ottimamente per la fertilità straordinaria di quelle terre.

Naturalmente la parte padronale era ben distinta da quella aziendale, soprattutto poi si distingueva non solo per la migliore dislocazione, ma per le meravigliose decorazioni di cui si fregiava.

Una delle ville più preziose è Villa Petraro, cosiddetta perchè posta in località Petraro, al confine tra Castellammare di Stabia e Santa Maria la Carità. Come si nota nella cartina, la parte scavata è meno della metà della villa stessa, che può riservarci pertanto ancora molte sorprese.

PUGILE
Anticamente invece la villa si trovava nella piana del Sarno, in una zona boscosa costeggiante una antica strada lastricata tra Stabia e Nuceria. Questo spiga perchè in uno dei pannelli della villa sia rappresentata la divinità del fiume Sarno, circondata da amorini.

La villa venne scoperta casualmente nel 1957 per alcuni lavori di estrazione di lapilli proseguendo fino al 1958, quando dopo averla spogliata di affreschi ed elementi decorativi di maggior importanza venne nuovamente interrata.

Villa Petraro era una villa rustica, come testimonia un torchio olearium, con una lunghezza di 37 m e una larghezza di 29 m e si estendeva su di una superficie di circa 1000 mq,

Essa era composta da due livelli come testimonia la presenza di una scala e al momento dello scavo risultava già crollata la parte occidentale

La Villa, edificata in origine durante la prima età augustea, era evidentemente in fase di ristrutturazione per il terremoto del 62 d.c., inoltre la si stava trasformando da villa rustica a villa d'otium, come testimoniano alcuni cumuli di materiali edili e progetti di decorazioni. L'eruzione del Vesuvio la seppellì insieme a tutta Stabiae nel 79 d.c.



DESCRIZIONE

AMORINO CON CESTO
L'edificio che si affacciava a pochi metri dal mare sullo splendido golfo di Napoli, disponeva di un ampio cortile centrale con un criptoportico al nord per proteggerla dal sole, colonne realizzate in opus vittatum al sud, mentre nella parte est erano in via di realizzazione delle nuove colonne.

Sempre nel cortile sono presenti  un bancone per il focolare, un forno, un larario, un pozzo e un triclinium nonchè vari cubicula che affacciavano sul cortile porticato. 

Vi erano inoltre numerosi locali adibiti a depositi agricoli (horreum) e almeno 6 celle (ergastula) per gli schiavi addetti al lavoro nei campi, un torchio oleario e un grosso cortile.



LE TERME

Con i lavori di ampliamento la villa era stata dotata, nella parte orientale, anche di una zona termale, con una scala che portava al piano superiore.

STUCCO DI CANDELABRO
Le terme avevano un calidarium, così come gli altri ambienti, un frigidarium, nel quale erano in costruzione nuove vasche, un tepidarium, fornito di tubi fittili per il riscaldamento della stanza, un praefurnium (forno per l'ipocausto) e un apodyterium, lo spogliatoio. 

Tutti con copertura a botte decorate a stucchi.

In effetti numerosi stucchi, rari e di grande bellezza, erano in fase di finitura per tutta la villa, specie nella zona termale.

Gli stucchi (almeno 25) sono gli elementi artistici di maggior pregio. Ritrovati bassorilievi tra cui:

- Narciso che si specchia nell’acqua,
- Psiche,
- pannelli di oltre 2 m. con pugili dal volto sereno, incorniciato in una folta barba, con nelle mani stringhe e cesti,
- Pasifae, a cui viene presentata la vacca in legno,
Satiro con capro,
- Satiro con rhyton,
- scene bucoliche,
divinità fluviali, come il fiume Sarno, considerato una divinità,
- uccelli in volo,
amorini vari.

I pannelli, provenienti per lo più dalle terme, vennero asportati e conservati nell'Antiquarium stabiano; la maggior parte delle pareti della villa però erano state rivestite di intonaco bianco prossime alla decorazione oltre a venticinque bassorilievi in fase di rifinitura.
Tra i reperti più importanti emersi dalla villa, ricordiamo:

- gli oggetti di vetro soffiato tra i quali brocche, bicchieri, bottiglie e candelabri,
- brocche in terracotta,
- brocche in ceramica aretina,
- balsamari,
- vetri colorati
- lucerne artistiche di vari tipi.
- un torchio oleario

Oltre alla villa, è stata ritrovata una “necropoli”, una vera e propria città dei morti, in località Madonna delle Grazie.

SATIRO CON RYTON
Circa 400 reperti archeologici, ritrovati a Santa Maria la Carità, stanno facendo il giro del mondo, tra mostre e musei americani, russi e cinesi. Chissà se torneranno mai in Italia


Satiro con ryton:

Lo stucco era una decorazione del calidarium di Villa Petraro e si trovava nello stesso ambiente di cui facevano parte anche gli stucchi del Satiro con capro e di Psiche: anche questo, così come gli altri, era posizionato al centro di un cassettone della volta a botte della stanza.

Il pannello raffigura un giovane satiro nudo, nell'atto di correre verso destra, il quale regge con la mano destra un rhyton (versatoio spesso con forme di animali), mentre con la sinistra afferra un lembo di pelle di una fiera che gli scende da una spalla.

SATIRO CON CAPRO
Tutta l'opera, conservata quasi completamente nella sua interezza, è racchiusa in una doppia cornice, una a fascia, l'altra a linguette.


Satiro con capro:

Sul pannello è raffigurato un giovane satiro nudo, con il capo coronato e un mantello poggiato sulle spalle.

Il satiro reca nella mano sinistra un recipiente colmo di frutta, mentre con la destra si poggia al collo del capro sul quale è seduto e che sta correndo verso sinistra. 

Il pannello è posto in una cornice a linguette, caratterizzata, in basso a sinistra, dal profilo di una testa di un satiro


Psiche

PSICHE
Questo rilievo era la decorazione di uno dei cassettoni della volta a botte dell'ambiente termale e raffigurava Psiche, rappresentata nuda e di prospetto, con le braccia aperte e le ali spiegate, che regge nella mano destra un fiocco.

Invece nella mano sinistra, alzata, tiene un mantello agitato dal vento che copre in parte le spalle e la gamba sinistra. 

Tutta l'opera è racchiusa in una doppia cornice, una linguette, l'altra con bordo ad ovoli, che presenta nell'angolo sinistro il profilo di una testa maschile, modellato a stecca.

L'impianto termale faceva parte dell'impianto originario della villa, come dimostrano le sporgenze dell'abside e del calidario nel muro perimetrale, come pure l'uso dell'opus incertum e la presenza delle suspensurae con colonnine fittili, sistema di riscaldamento più antico di quello che poi farà ricorso a pilastrini in laterizi.


BIBLIO

- AA.VV. - In Stabiano - Cultura e archeologia da Stabiae - Castellammare di Stabia - Longobardi Editore - 2006 -
- The Cambridge Manual of Latin Epigraphy - Cambridge University Press - Cambridge - 2012 -
- Lorenza Barnabei - Contributi di Archeologia Vesuviana - Roma - L'Erma di Bretschneider - 2007 -
- Pier Giovanni Guzzo - Nuove ricerche archeologiche nell'area vesuviana (scavi 2003-2006) - Roma - L'Erma di Bretschneider - 2008 -
- Alfonso De Franciscis - Ercolano e Stabia - Istituto Geografico De Agostini - 1974 -
- Alfonso De Franciscis - Underwater discoveries around the Bay of Naples - in "Archaeology" - XX - 1967 -





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