( Fonte ) |
SCALAE CACI
Le Scale Caci, in tempi remoti, prima che divenisse residenza imperiale, mettevano in comunicazione il Palatino con il Foro Boario per mezzo di una porta detta appunto Porta Scalae Caci, una porta della Roma quadrata.
Dunque la Porta Scalae Caci era una delle tre o quattro porte, per altri anche di più, che si aprivano nella cinta muraria della Roma Quadrata fondata da Romolo, la cinta originaria di mura romane.
La storia narra che Cassio Longino, Pretore nel 174, Console nel 171, e Censore nel 154 a.c., iniziò la costruzione di un teatro, che fu però impedita dal senato, ovvero da quel Nasica che si oppose sia alla distruzione di Cartagine che alla costruzione del teatro, perchè luogo poco adatto ai rudi romani che dovevano occuparsi solo di guerra e non di spettacolo o di letteratura.
Fatto sta che il teatro, ormai ultimato, venne fatto distruggere, e comunque ne rimasero i resti, giusto presso il luogo ove c'era la reggia di Romolo. Accanto a questi resti, che risalgono al 154 a.c., salivano le scale Caci, di cui permangono scarsi resti, posti nel sito delle Capanne del Palatino su uno strato repubblicano.
CACO, DIO E DEMONE
Originariamente Caco, in latino Cacus (genit. Caci) era un Dio pre-romano del fuoco, che però, proprio perchè era Dio del fuoco, proteggeva dagli incendi, ma pure Dio dei numerosi vulcani del Lazio. Il Dio, soppiantato gradualmente dai nuovi Dei greco-romani, perse il suo lato protettivo e divenne un demone che emetteva fuoco.
Il suo aspetto era scimmiesco, dato che il suo corpo era coperto di un manto peloso, e secondo la descrizione tramandataci da Properzio, il demone possedeva tre teste, il che ci rimanda alla Dea Madre triforme, ad Ecate col suo Cerbero.
Cacus viveva in una grotta sul monte Aventino da dove terrorizzava le campagne. Quando Ercole tornò con il bestiame di Gerione, superò la grotta di Cacus e si addormentò nelle vicinanze.
Di notte Cacus trascinò alcuni dei bovini alla sua caverna all'indietro per le code, in modo che le loro tracce puntassero nella direzione opposta.
Ercole, che non brillava per intelligenza, vide le orme e non capì, tuttavia, il muggito degli animali tradiva la loro presenza nella grotta, così Ercole, che aveva rubato i buoi, uccise Cacus per aver rubato i buoi, cioè per aver fatto la stessa cosa che aveva fatto lui, e recuperò il bestiame.
Altre fonti sostengono che fu la sorella di Cacus a svelare ad Ercole la posizione della sua grotta, o perchè era molto affezionata al fratello o perchè era molto affezionata ai buoi, d'altronde all'epoca un armento era una grande ricchezza.
Sul posto, dove Ercole aveva ucciso Cacus, questa sorella fece costruire un altare, forse per ingraziare gli Dei per aver salvato il fratello, oppure per aver salvato i buoi.
Dove venne innalzato l'altare più tardi si tenne il Forum Boario, il mercato del bestiame, che infatti ebbe come emblema un bue..
Il mito fa pensare alla solita invasione Argea che cambiò culti e usanze nel Lazio, e ai 25 manichini che venivano gettati nel fiume ogni anno per la festa degli Arghei.
Evidentemente l'invasione finì male perchè la popolazione dopo un certo periodo si ribellò e gli Arghei se ne tornarono in Grecia.
LA PORTA
Non ci sono tracce della porta, però le fonti riportano l'esistenza della porta su cui terminava la scala.
CACO, DIO E DEMONE
Originariamente Caco, in latino Cacus (genit. Caci) era un Dio pre-romano del fuoco, che però, proprio perchè era Dio del fuoco, proteggeva dagli incendi, ma pure Dio dei numerosi vulcani del Lazio. Il Dio, soppiantato gradualmente dai nuovi Dei greco-romani, perse il suo lato protettivo e divenne un demone che emetteva fuoco.
RESTI DELLA SCALAE CACI |
Cacus viveva in una grotta sul monte Aventino da dove terrorizzava le campagne. Quando Ercole tornò con il bestiame di Gerione, superò la grotta di Cacus e si addormentò nelle vicinanze.
Di notte Cacus trascinò alcuni dei bovini alla sua caverna all'indietro per le code, in modo che le loro tracce puntassero nella direzione opposta.
Ercole, che non brillava per intelligenza, vide le orme e non capì, tuttavia, il muggito degli animali tradiva la loro presenza nella grotta, così Ercole, che aveva rubato i buoi, uccise Cacus per aver rubato i buoi, cioè per aver fatto la stessa cosa che aveva fatto lui, e recuperò il bestiame.
Altre fonti sostengono che fu la sorella di Cacus a svelare ad Ercole la posizione della sua grotta, o perchè era molto affezionata al fratello o perchè era molto affezionata ai buoi, d'altronde all'epoca un armento era una grande ricchezza.
RESTI DELLA SCALAE CACI |
Dove venne innalzato l'altare più tardi si tenne il Forum Boario, il mercato del bestiame, che infatti ebbe come emblema un bue..
Il mito fa pensare alla solita invasione Argea che cambiò culti e usanze nel Lazio, e ai 25 manichini che venivano gettati nel fiume ogni anno per la festa degli Arghei.
Evidentemente l'invasione finì male perchè la popolazione dopo un certo periodo si ribellò e gli Arghei se ne tornarono in Grecia.
LA PORTA
Non ci sono tracce della porta, però le fonti riportano l'esistenza della porta su cui terminava la scala.
Essendo molto arcaica, anche qui si presume fosse eseguita in travi di legno. Di solito per le porte gli antichi usavano la quercia perchè inattaccabile dalle tarme e resistentissima all'acqua; infatti la sua particolarità è che lo strato superficiale che si deteriora fa da copertura allo strato sottostante donandogli una certa impermeabilizzazione.
BIBLIO
- Plutarco - Vita di Romolo - Milano - Mondadori - 1983 -
- Plinio Gaio Secondo - Storia naturale - traduzioni e note di Umberto Capitani e Ivan Garofalo - Einaudi - Torino - 1986 - volumi I-IV -
- Gian Biagio Conte - Nevio - in Letteratura latina - Manuale storico dalle origini alla fine dell'impero romano - Le Monnier - 2009 [1987] -
- Eutropio - Storia di Roma - Introduzione di Fabio Gasti - Traduzione e note di Fabrizio Bordone -Santarcangelo di Romagna - Rusconi Libri - 2014 -
BIBLIO
- Plutarco - Vita di Romolo - Milano - Mondadori - 1983 -
- Plinio Gaio Secondo - Storia naturale - traduzioni e note di Umberto Capitani e Ivan Garofalo - Einaudi - Torino - 1986 - volumi I-IV -
- Gian Biagio Conte - Nevio - in Letteratura latina - Manuale storico dalle origini alla fine dell'impero romano - Le Monnier - 2009 [1987] -
- Eutropio - Storia di Roma - Introduzione di Fabio Gasti - Traduzione e note di Fabrizio Bordone -Santarcangelo di Romagna - Rusconi Libri - 2014 -
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