Il Tempio di Diana Flaminia venne promesso durante la guerra ligure nel 187 a.c.. (Livy 39.2.8: aedem Dianae) e dedicato nel 179 a.c. Da Marco Aemiliano Lepido contemporaneamente al suo tempio a Iuno Regina (poi circondato dal Porticus Octaviae), entrambi situati presso il circo Flaminio (Livy 40.52.1-3).
Purtroppo, né i resti né l'esatta posizione del Tempio di Diana sono stati identificati, (Richardson 109) e Augusto non menziona il ripristino del santuario emiliano nel suo Res Gestae, anche se avrebbe potuto essere tra gli 82 edifici restaurati ma non nominò singolarmente (RG 19-20).
( Fonte )
ESEMPIO DI TEMPIO DISTILO |
Questa falsa Dea era in quei tempi in questa terra tenuta in gran veneratione che come a Tutelare e Protettrice, erasi construtto un gran Tempio e solennizzavasi il culto.
Ma il benedetto prelato, acceso di santo zelo, mandò fuori dal suo petto, abitacolo dello Spirito Santo, parole e concetti tali, e in maniera commosse i Trevani, e sì impetuoso fervore di Spirito li partecipò che loro medesimi demolirono il Tempio; e in quell'istesso sito già dedicato a Diana, in cui dalle cieche e ingannate creature, era stato sì disonorato e offeso il creatore, fu eretta una Chiesa in onore del vero Dio, ove con oblationi immaculate santamente si sacrificasse. »
Facilmente il santuario deve essere stato distrutto dallo zelo cristiano come la quasi totalità dei templi pagani, ma non all'epoca di Augusto che fu molto pio verso gli Dei e che restaurò tutti gli antichi templi di Roma e altrove. In quanto a Cesare, avrebbe potuto far demolire un tempio ma solo per riedificarlo altrove e più bello e ricco.
Infatti Coarelli postula un restauro augusteo del santuario di Diana basato su degli aurei del 29-27 a.c..che raffigurano nel retro Diana e un piccolo santuario toscano distilo (con due colonne sulla facciata) e prostilo (con un portico di colonne ma solo sulla facciata), con un trofeo navale nella cella sul retro (RIC I2, 273).
Coarelli identifica la rappresentazione numismatica di questo santuario con una delle due piccole sacelle quadrate raffigurate nell'esedra dietro il Teatro Marcelli sulla Tabula Severiana (Rodríguez Almeida, Forma pl 23).
Purtroppo la sua ipotesi è ostacolata dal fatto che la moneta raffigura un trofeo navale e una trinacria nel frontone del tempio, commemorando così l'aspetto navale di Diana (Siciliensis), mentre M. Aemilius Lepidus ha invitato Diana ad assistere le tribù di montagna.
La connessione tra la moneta e il sacello non è sicura, in quanto richiede l'ipotesi che una legittima "restaurazione" del tempio possa incorporare un aspetto diverso della Dea.
Tuttavia, il punto di Coarelli che il santuario di Aemilius a Diana potrebbe essere stato ripristinato in quel punto merita di essere considerato, anche perchè la diversificazione dell'aspetto protettivo della Dea potrebbe attribuirsi ad Augusto che ben doveva rammentarsi e far rammentare al mondo le sue battaglie navali, in particolare quella di Azio.
Sembra che il tempio fosse fatto in mattoni crudi, con due colonne di marmo e una copertura a tetto con tegole cotte. Aveva una cella (secondo alcuni due celle ma non si sa di chi fosse la seconda) e sorgeva accanto al Circo Flaminio che era antecedente (del 221 a.c.).
L'usanza di elevare templi accanto ai circhi era diffusa, sia perchè il tempio diveniva un passaggio obbligato quando il circo era in funzione, e a Roma i circhi funzionavano sovente, sia perchè il piacere non doveva far dimenticare la Pietas verso gli Dei che proteggevano Roma.
Circo Flaminio
Il circo era situato nella parte più a sud del Campo Marzio, vicino alle rive del Tevere, e secondo Valerio Massimo vi si tenevano i Ludi Plebeii. Per. Tito Livio e Marco Terenzio Varrone vi si tenevano i Ludii Tauri, offerti in onore degli Dei dell'oltretomba.
Coarelli identifica la rappresentazione numismatica di questo santuario con una delle due piccole sacelle quadrate raffigurate nell'esedra dietro il Teatro Marcelli sulla Tabula Severiana (Rodríguez Almeida, Forma pl 23).
Purtroppo la sua ipotesi è ostacolata dal fatto che la moneta raffigura un trofeo navale e una trinacria nel frontone del tempio, commemorando così l'aspetto navale di Diana (Siciliensis), mentre M. Aemilius Lepidus ha invitato Diana ad assistere le tribù di montagna.
La connessione tra la moneta e il sacello non è sicura, in quanto richiede l'ipotesi che una legittima "restaurazione" del tempio possa incorporare un aspetto diverso della Dea.
Tuttavia, il punto di Coarelli che il santuario di Aemilius a Diana potrebbe essere stato ripristinato in quel punto merita di essere considerato, anche perchè la diversificazione dell'aspetto protettivo della Dea potrebbe attribuirsi ad Augusto che ben doveva rammentarsi e far rammentare al mondo le sue battaglie navali, in particolare quella di Azio.
L'usanza di elevare templi accanto ai circhi era diffusa, sia perchè il tempio diveniva un passaggio obbligato quando il circo era in funzione, e a Roma i circhi funzionavano sovente, sia perchè il piacere non doveva far dimenticare la Pietas verso gli Dei che proteggevano Roma.
CIRCO FLAMINIO |
Circo Flaminio
Il circo era situato nella parte più a sud del Campo Marzio, vicino alle rive del Tevere, e secondo Valerio Massimo vi si tenevano i Ludi Plebeii. Per. Tito Livio e Marco Terenzio Varrone vi si tenevano i Ludii Tauri, offerti in onore degli Dei dell'oltretomba.
Questi giochi si tenevano unicamente nel circo Flaminio, strettamente legati all'area e non potevano essere spostati in un altro circo. Ai Ludii Tauri correvano cavalli e mai carri, però con fantino.
- il tempio della Pietà nei pressi del Foro Olitorio, distrutto durante la costruzione del teatro di Marcello.
- il tempio di Marte a nord-ovest del circo,
- il tempio dedicato ad Apollo,
- il tempio di Giove Statore,
- il tempio di Giunone Regina,
- e naturalmente il tempio di Diana Flaminia.
BIBLIO
- Renato Del Ponte - "Nostra Signora delle selve" - in Dei e miti italici - cap. V - Genova - ECIG - 1985 -
BIBLIO
- Renato Del Ponte - "Nostra Signora delle selve" - in Dei e miti italici - cap. V - Genova - ECIG - 1985 -
- P. N. Ovidio - Metamorfosi - Diana e Atteone - Bernardini Marzolla - Einaudi - Torino - 2015 -
- Jean Bayet - La religione romana - Paris - 1971 -
- Jean Bayet - La religione romana - Paris - 1971 -
- Filippo Coarelli - Guida archeologica di Roma - Arnoldo Mondadori Editore -Verona - 1975 -
- Procopius - De Aedificiis - 5.3.8-11 -
- Mary Beard, John Henderson - Classical Art: From Greece to Rome - Oxford University Press - 2001 -
- Mary Beard, John Henderson - Classical Art: From Greece to Rome - Oxford University Press - 2001 -
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