Brigetio (odierna Komárom) era una località nel territorio della moderna Ungheria. appartenente all'antica tribù degli Azali, di origine illirica, ma con connotazioni celtiche, infatti il suo nome deriverebbe dal celtico "brig" cioè "fortezza".
In epoca romana sorsero nei pressi di Komarom sia un forte ausiliario, Kelemantia, dal 50, sia una fortezza legionaria dal 97 al V secolo, con il nome di Brigetio, odierna Komárom o Komárom-(Szőny), oggi in Ungheria.
Venne conquistata dai romani alla fine del regno di Augusto o l'inizio di quello di Tiberio, e dotata in un fortino di unità ausiliarie, a partire dalla fine del regno di Claudio (49-50), quando furono costruite numerose vie di comunicazione in Pannonia (Ungheria occidentale), ad esempio la strada che collegava Brigetio con Sirmium/Singidunum (attuale Sremska Mitrovica in Serbia).
Brigetio venne edificata quando Vannio (19 - 50), re dei Quadi e dei Marcomanni, fu cacciato dai suoi sudditi, per cui l'imperatore Claudio, preoccupato dai disordini a nord del fiume Danubio, ordinò al governatore della Pannonia “di disporre una legione con un corpo scelto di milizie ausiliarie sulla riva del Danubio per proteggere i perdenti e dissuadere i barbari vittoriosi dalla tentazione di invadere la provincia".
LE FONDAZIONI |
Da Claudio a Domiziano, e cioè dal 97 a fine IV secolo, la fortezza di Brigetio si ingrandì fino a raggiungere un'estensione di ben 23,2 ha, e nei secoli ospitò:
- la legio XI Claudia;
- la Legio XXX Ulpia Victrix;
- la legio XIV Gemina;
- la legio X Gemina;
- la vexillazione della legio IV Flavia Felix;
- la Legio I Adiutrix;
- la cohors I Thracum civium Romanorum forte auxilia.
TIBERIO (r. 14-37)
- 6 d.c. - I Quadi, nel I secolo d.c., in seguito alla progettata campagna di Tiberio del 6 d.c. diventarono popolo Cliente dei Romani, e forse per questo si spostarono ancora più ad est in Slovacchia come risulterebbe ai tempi di Tacito.- 19 / 50 d.c. - Brigetio venne costruita sotto l'imperatore Tiberio, quando Vannio, re dei Quadi e dei Marcomanni (dal 19 al 50 ca.), fedele alleato e cliente dei Romani, a nord del limes danubiano e delle province romane di Pannonia e Dalmazia, venne cacciato dai suoi stessi sudditi, grazie anche all'aiuto del re degli Ermunduri (popolazione germanica di origine suebica), un certo Vibilio, e dei Lugi (tribù di origine indoeuropea).
CLAUDIO (r. 41 - 54)
L'imperatore Claudio, preoccupato dei disordini a nord del Danubio, ordinò al governatore della Pannonia, Sesto Palpellio Istro, “di disporre una legione con un corpo scelto di milizie ausiliarie sulla riva del Danubio” per impedire ai barbari vittoriosi di invadere la provincia. Fu così che, proprio in questa circostanza, furono "aperti" sia i forti ausiliari di Aquincum e Brigetio, sia la fortezza legionaria di Carnuntum lungo il limes danubiano. Sembra che qui stazionò la cohors I Thracum civium Romanorum (in genere si acquisiva il titolo di civium romanorum per dire che l'armata aveva combattuto come una valorosa coorte di cittadini romani).
TRAIANO (r. 98 - 117)
- 97 d.c. - Al termine dells III guerra suebo-sarmatica, guidata da Traiano nel 97 quando non era ancora imperatore, la fortezza venne trasformata in pietra, con le dimensioni di 540 x 430 metri, pari a circa 23,0 ettari, diventando così uno dei principali centri della Pannonia superiore con la nuova suddivisione operata da Traiano nel 103.
- 95 / 106 - Qui risiedette prima la legio XI Claudia (presumibilmente nel 101), anno in cui fu inviata in Mesia inferiore al termine delle campagne di Traiano contro i Daci, e ci rimase. La sostituì, quindi, la Legio XXX Ulpia Victrix, che qui rimase invece fino al 118-119, quando partì definitivamente per la Germania inferiore, al termine delle guerre contro gli Iazigi di Adriano.
ADRIANO (r. 117 - 138)
Al termine delle guerre sarmate di Adriano nella piana del Tibisco contro gli Iazigi. ed in Moldavia e Valacchia contro i Roxolani, venne stanziata a Brigetio in modo definitivo la Legio I Adiutrix che vi rimase fino al IV - V secolo. L'ultima menzione della Adiutrix è del 444, quando questa era appunto di stanza a Szöny (Brigetio).
ANTONINO PIO (r. 138 - 161)
- 136 / 142 - Questa importante fortezza legionaria fu coinvolta nella guerra che scoppiò dei regni di Adriano ed Antonino Pio degli anni 136-142 contro i Quadi (al termine della quale fu celebrato: Rex Quadis datus, come dimostrano le medaglie coniate per l'evento).
MARCO AURELIO (r. 161 - 180)
- 167 / 182 - Successivamente venne coinvolta nella terribile guerra, che Roma affrontò, sotto Marco Aurelio, contro i Quadi a nord, in Slovacchia, e le guerre sarmatiche degli Iazigi (ad est, nella piana del Tibisco) tra il 167 ed il 182.
- 167 / 182 - Successivamente venne coinvolta nella terribile guerra, che Roma affrontò, sotto Marco Aurelio, contro i Quadi a nord, in Slovacchia, e le guerre sarmatiche degli Iazigi (ad est, nella piana del Tibisco) tra il 167 ed il 182.
- 172 / 180 - E così Brigetio, insieme a una ventina di castrum, tra cui quelli di Acs e Celemantia, fu al centro delle campagne romane in territorio germanico tra il 172 ed il 180. Marco Aurelio potrebbe aver stazionato in questo castra nel 179, dato che il suo primo libro dei Colloqui con sé stesso, è intitolato sulla Granua, fiume posto poco a nord di Brigetio.
Sia Marco Aurelio, che suo figlio Commodo, combatterono una lunga guerra contro le popolazioni barbariche, respingendole nel 167 a Brigetio ed Arrabona, nel 170 ad Aquileia, poi nei territori di Gallia cisalpina, Norico e Rezia (170 -171), ed infine in territorio germanico e sarmatico fino al 175. La tregua sottoscritta da Marcomanni, Quadi e Iazigi, durò solo un paio d'anni.
- 188 / 189 - Alla fine del 178 l'imperatore Marco Aurelio dovette tornare nel castrum di Brigetio da dove, nella successiva primavera del 179, fu condotta l'ultima campagna. La morte dell'imperatore nel 180 segnò l'abbandono dei territori occupati della Marcomannia, sebbene il figlio Commodo, continuò a combattere a fasi alterne nella piana del Tibisco fino al 188/189.
Sia Marco Aurelio, che suo figlio Commodo, combatterono una lunga guerra contro le popolazioni barbariche, respingendole nel 167 a Brigetio ed Arrabona, nel 170 ad Aquileia, poi nei territori di Gallia cisalpina, Norico e Rezia (170 -171), ed infine in territorio germanico e sarmatico fino al 175. La tregua sottoscritta da Marcomanni, Quadi e Iazigi, durò solo un paio d'anni.
- 188 / 189 - Alla fine del 178 l'imperatore Marco Aurelio dovette tornare nel castrum di Brigetio da dove, nella successiva primavera del 179, fu condotta l'ultima campagna. La morte dell'imperatore nel 180 segnò l'abbandono dei territori occupati della Marcomannia, sebbene il figlio Commodo, continuò a combattere a fasi alterne nella piana del Tibisco fino al 188/189.
CARACALLA (r. 211 - 217)
- 213 - Alcune iscrizioni di un interprete dace del 213 rinvenute a Brigetio, sarebbero riferite a spedizioni punitive contro i Daci liberi del Banato, posti tra la Pannonia inferiore ad occidente e la Dacia ad oriente. La primavera successiva l'imperatore Caracalla, partì per la Pannonia, dove si erano verificate nuove incursioni tra Brigetio ed Aquincum da parte di Quadi e sarmati Iazigi.
L'imperatore ottenne l'alleanza dei Marcomanni contro i vicini Vandali, poi, giustiziò il re dei Quadi, Gabiomaro, che aveva invaso le due Pannonie e sconfisse gli Iazigi, per cui ottenne l'appellativo di "Sarmaticus". Così la Pannonia inferiore fu ampliata, includendo anche Brigetio, in modo che le due Pannonie potesse disporre di due legioni ciascuna, mentre i centri civili di Carnuntum (Colonia Septimia Aurelia Antoniana) e della stessa Brigetio furono elevati al rango di colonie.
FILIPPO L'ARABO (r. 244 - 248)
- 245 - Nuovi attacchi furono condotti contro il limes pannonico nel 245 da parte dei Quadi, tanto che l'anno successivo dovette intervenire lo stesso imperatore Filippo l'Arabo, il quale riportò un grande successo contro queste genti germaniche, grazie al quale gli fu attribuito l'appellativo di "Germanicus maximus".
- 252 - E ancora sei anni più tardi, nel 252, ancora i Quadi tornarono ad attaccare in modo crescente il limes pannonico, nella zona di fronte alla fortezza legionaria di Brigetio.
- 282 - Vi fu una nuova invasione nel 282, alla morte dell'imperatore Probo, quando le popolazioni sarmatiche degli Iazigi, che pochi anni prima erano state sottomesse, si unirono ai Quadi e violarono il limes pannonico e mettendo in pericolo l'Illirico, la Tracia e la stessa Italia.
- 245 - Nuovi attacchi furono condotti contro il limes pannonico nel 245 da parte dei Quadi, tanto che l'anno successivo dovette intervenire lo stesso imperatore Filippo l'Arabo, il quale riportò un grande successo contro queste genti germaniche, grazie al quale gli fu attribuito l'appellativo di "Germanicus maximus".
- 252 - E ancora sei anni più tardi, nel 252, ancora i Quadi tornarono ad attaccare in modo crescente il limes pannonico, nella zona di fronte alla fortezza legionaria di Brigetio.
- 282 - Vi fu una nuova invasione nel 282, alla morte dell'imperatore Probo, quando le popolazioni sarmatiche degli Iazigi, che pochi anni prima erano state sottomesse, si unirono ai Quadi e violarono il limes pannonico e mettendo in pericolo l'Illirico, la Tracia e la stessa Italia.
MARCO AURELIO CARINO (r. 283 - 285)
- 283 - L'anno successivo, il nuovo imperatore, Marco Aurelio Caro, affidò la parte occidentale dell'impero al figlio maggiore, Marco Aurelio Carino, il quale, intervenuto con prontezza e determinazione, riuscì ad intercettare le bande di armati germano-sarmatici che avevano sfondato ancora una volta il limes in Pannonia e ne fece grande strage.
La Historia Augusta narra infatti:
« ...in pochissimi giorni poté restituire sicurezza alla Pannonia, uccidendo sedicimila Sarmati e catturandone ventimila di ambo i sessi.»
(Historia Augusta - Caro Carino Numeriano, 9.4.)
- 284 - Come riconoscimento della vittoria, Carino ricevette l'appellativo di "Germanicus maximus", celebrò un trionfo e batté moneta dove erano raffigurati alcuni prigionieri barbari con la dicitura "Triumfus Quadorum" (il trionfo sui Quadi).
« ...in pochissimi giorni poté restituire sicurezza alla Pannonia, uccidendo sedicimila Sarmati e catturandone ventimila di ambo i sessi.»
(Historia Augusta - Caro Carino Numeriano, 9.4.)
- 284 - Come riconoscimento della vittoria, Carino ricevette l'appellativo di "Germanicus maximus", celebrò un trionfo e batté moneta dove erano raffigurati alcuni prigionieri barbari con la dicitura "Triumfus Quadorum" (il trionfo sui Quadi).
- 285 - l'anno successivo entrambi i popoli furono pesantemente sconfitti dal nuovo imperatore, Diocleziano, per cui rimasero quieti per alcuni decenni. L'imperatore alla fine della guerra suebo-sarmatica, ricevette l'appellativo di "Germanicus maximus" e "Sarmaticus maximus", con i dovuti trionfi.
COSTANZO II (r. 357 - 361)
- 357 - I Quadi però non si rassegnavano e attaccarono di nuovo il limes pannonico, stavolta insieme ai Marcomanni e ai sarmati Iazigi, saccheggiando le province di Rezia, Pannonia e Mesia. Le razzie furono arginate tuttavia da Costanzo II, che oltre a combattere donò territori d'insediamento ad alcune tribù della coalizione.
VALENTINIANO (r. 364 - 375)
- 374 - Vent'anni dopo una nuova incursione di Quadi e Iazigi, fece si che l'imperatore Valentiniano iniziasse a sua volta una spedizione in territorio germanico partendo dalla fortezza legionaria di Carnuntum, e in questa occasione la fortezza legionaria di Brigetio fu rinnovata per l'ennesima ma ultima volta.
- 374 - Vent'anni dopo una nuova incursione di Quadi e Iazigi, fece si che l'imperatore Valentiniano iniziasse a sua volta una spedizione in territorio germanico partendo dalla fortezza legionaria di Carnuntum, e in questa occasione la fortezza legionaria di Brigetio fu rinnovata per l'ennesima ma ultima volta.
Ammiano narra che l'imperatore stazionò a Brigetio con i suoi quartieri generali determinato a finire una volta per tutte la guerra contro i Quadi. Il loro capo Vitrodoro, figlio del re Viduario, ed il vassallo Agilimundo, oltre ad altri nobili a capo delle varie tribù, all'apparire dell'esercito romano, si gettarono ai piedi dell'imperatore chiedendo il perdono, cosa che ottennero consegnando però i loro figli come ostaggi e giurando fedeltà a Roma.
- 375 - Muore a Brigetio, come riporta Ammiano Marcellino, l'imperatore Valentiniano I, al termine delle sue campagne militari contro i Quadi.
- 400 - Il limes danubiano resiste ai barbari, infatti nel 400, la legio I Adiutrix si trovava ancora nel castrum.
- 433 - Brigetio cade sotto gli Unni di Attila, che occupò tutta la Pannonia. E' la sua fine.
IL SITO ARCHEOLOGICO
Di Brigetio possiamo oggi ammirare il castrum legionario, ad est del villaggio di Szőny, dove sono state scoperte nel corso degli scavi:
- la porta praetoria,
- la porta decumana,
- una parte del praetorium,
- numerose abitazioni civili riccamente dipinte nella regione della canabae,
- le terme,
- alcuni templi,
- un anfiteatro (un ovale di 166x97 metri),
- un foro
- un acquedotto (che portava l'acqua da Tata),
Di Brigetio possiamo oggi ammirare il castrum legionario, ad est del villaggio di Szőny, dove sono state scoperte nel corso degli scavi:
- la porta praetoria,
- la porta decumana,
- una parte del praetorium,
- le torri delle porte,
- le torri laterali,
- il camminamento di ronda,
- una necropoli,- numerose abitazioni civili riccamente dipinte nella regione della canabae,
- le terme,
- alcuni templi,
- un anfiteatro (un ovale di 166x97 metri),
- un foro
- un acquedotto (che portava l'acqua da Tata),
- altri forti in zona (almeno 19).
DA
I tesori dell'antica Brigetio sono esplorati dagli archeologi di ELTE
2011.06.28. 08:05 Peter Bernát
Brigetio, uno dei più grandi insediamenti nella provincia romana della Pannonia con antichi tesori archeologici presso il cui Dipartimento ELTE dei ricercatori hanno iniziato la loro ventesima stagione di scavo. Secondo la sua descrizione, la formazione di Brigetio fu determinata da oltre a 6-10 mila familiari di soldati in servizio nelle artigiani legione e artigiani, e la popolazione indigena romanizzata che viveva nella parte della città una certa distanza. Durante il regno di Settimio Severo.
Ammiano Marcellino (330-400), narra che l'imperatore è venuto a Pannonia a causa della campagna contro i Quadi. Secondo la sua descrizione, l'imperatore trovava difficile trovare un alloggio per sé. Carnuntum (oggi Bassa Austria) era allora una città devastata.
"Brigetio è stata la scelta come luogo in cui gli inviati Quadi parlarono di condizioni di pace." esperti archeologici indicano che la vita romana poi lentamente scomparve.
Dall'inizio del XX secolo sono state scoperte varie opere e sono state conservate collezioni ricche in varie collezioni in Ungheria e all'estero. Le esplorazioni per la ricerca scientifica sono iniziate solo nella prima metà degli anni '40, che è esplosa dopo la guerra, e in seguito sono stati effettuati solo scavi relativi ai lavori di costruzione.
DA
I tesori dell'antica Brigetio sono esplorati dagli archeologi di ELTE
2011.06.28. 08:05 Peter Bernát
Brigetio, uno dei più grandi insediamenti nella provincia romana della Pannonia con antichi tesori archeologici presso il cui Dipartimento ELTE dei ricercatori hanno iniziato la loro ventesima stagione di scavo. Secondo la sua descrizione, la formazione di Brigetio fu determinata da oltre a 6-10 mila familiari di soldati in servizio nelle artigiani legione e artigiani, e la popolazione indigena romanizzata che viveva nella parte della città una certa distanza. Durante il regno di Settimio Severo.
Ammiano Marcellino (330-400), narra che l'imperatore è venuto a Pannonia a causa della campagna contro i Quadi. Secondo la sua descrizione, l'imperatore trovava difficile trovare un alloggio per sé. Carnuntum (oggi Bassa Austria) era allora una città devastata.
"Brigetio è stata la scelta come luogo in cui gli inviati Quadi parlarono di condizioni di pace." esperti archeologici indicano che la vita romana poi lentamente scomparve.
Su richiesta del comune di Komárom, l'antico dipartimento archeologico di ELTE ha iniziato gli scavi nel 1992 a Brigetio. Negli ultimi 19 anni, sono emersi gli edifici residenziali e gli edifici agricoli associati decorati in modo molto ricco nel presunto centro della città.
Come risultato degli scavi, la struttura di una città ha cominciato ad emergere, in forma di insulae "Per quanto ne sappiamo, gli isolati erano di 50 metri, 50 metri di larghezza e 3 metri di larghezza, lcon strade lastricate, reciprocamente parallele e rettangolari."
Il riscaldamento a pavimento negli edifici del soggiorno serviva il comfort dei residenti e gli archeologi sono riusciti a trovare una parte della rete fognaria.
Come risultato degli scavi, la struttura di una città ha cominciato ad emergere, in forma di insulae "Per quanto ne sappiamo, gli isolati erano di 50 metri, 50 metri di larghezza e 3 metri di larghezza, lcon strade lastricate, reciprocamente parallele e rettangolari."
Il riscaldamento a pavimento negli edifici del soggiorno serviva il comfort dei residenti e gli archeologi sono riusciti a trovare una parte della rete fognaria.
Tra i ritrovamenti, i dipinti murali, molti dei quali sono stati prodotti negli ultimi due decenni. Uno dei più significativi è un affresco del soffitto, raffigurante le costellazioni delle costellazioni di Andromeda e Pegaso. Ai quattro angoli del soffitto le quattro stagioni. C'è anche una raffigurazione di una festa: nelle grandi aree di immagine con "pelli di animali", dove gente di pelle nera offre i pasti. "Gli abiti dei servi hanno fatto scalpore tra gli specialisti nei costumi romani, l'affresco sarà centrale per l'anno prossimo alla mostra internazionale mannhim dedicata ai costumi antichi", ha detto László Borhy.
BIBLIO
- Andràs Mòcsy - Pannonia and Upper Moesia - Londra - 1974 -
- Historia Augusta - Caro Carino Numeriano -
- J.Fitz - Le province danubiane, in Storia dei Greci e dei Romani - vol.16 - I principi di Roma. Da Augusto ad Alessandro Severo - Milano - 2008 -
- Ioan Piso - Provincia Dacia - in Traiano ai confini dell'impero - a cura di Grigore Arbore Popescu - Milano - 1998 -
BIBLIO
- Andràs Mòcsy - Pannonia and Upper Moesia - Londra - 1974 -
- Historia Augusta - Caro Carino Numeriano -
- J.Fitz - Le province danubiane, in Storia dei Greci e dei Romani - vol.16 - I principi di Roma. Da Augusto ad Alessandro Severo - Milano - 2008 -
- Ioan Piso - Provincia Dacia - in Traiano ai confini dell'impero - a cura di Grigore Arbore Popescu - Milano - 1998 -
- Sergio Rinaldi Tufi - Archeologia delle province romane - Roma - 2007 -
0 comment:
Post a Comment