IULIA DOMNA |
Nome: Iulia Domna
Nascita: 170, Emesa (Siria)
Morte: 217, Antiochia
Marito: Settimio Severo
Padre: Giulio Bassiano
Figli: Caracalla, Geta.
Sorella: Iulia Maesa
185: Il matrimonio con Settimio Severo
186: Nascita di Caracalla
189: Nascita di Geta
193: Adesione di Severo; Julia Domna chiamò Augusta
195: titolo onorario Mater Castrorum
211 febbraio: morte di suo marito
211 dicembre: Caracalla uccide Geta
215: Responsabile della cura epistularum Graecarum, epistularum Latinarum, e l'ufficio di una libellis
217: Assassinio di Caracalla; si suicida ad Antiochia
Sepolta nel Mausoleo di Augusto, in seguito trasferito al Mausoleo di Adriano
Giulia Domna, ovvero Iulia Domna, (Emesa 170 – Antiochia 217) nacque appunto ad Emesa (l'attuale Homs, in Siria), fu la moglie dell'imperatore Settimio Severo, e pertanto imperatrice e augusta dell'Impero romano con un potere mai ottenuto prima dalle imperatrici romane.
Sorella: Iulia Maesa
185: Il matrimonio con Settimio Severo
186: Nascita di Caracalla
189: Nascita di Geta
193: Adesione di Severo; Julia Domna chiamò Augusta
195: titolo onorario Mater Castrorum
211 febbraio: morte di suo marito
211 dicembre: Caracalla uccide Geta
215: Responsabile della cura epistularum Graecarum, epistularum Latinarum, e l'ufficio di una libellis
217: Assassinio di Caracalla; si suicida ad Antiochia
Sepolta nel Mausoleo di Augusto, in seguito trasferito al Mausoleo di Adriano
Giulia Domna, ovvero Iulia Domna, (Emesa 170 – Antiochia 217) nacque appunto ad Emesa (l'attuale Homs, in Siria), fu la moglie dell'imperatore Settimio Severo, e pertanto imperatrice e augusta dell'Impero romano con un potere mai ottenuto prima dalle imperatrici romane.
Domna era il suo nome siriaco, Iulia il suo nome romano. Ella era figlia di Giulio Bassiano, gran sacerdote della divinità solare siriaca El-Gabal (Elio Gabalo) nonché membro della casa reale di Emesa, un regno cliente dell'Impero romano.
Mentre si trovava in quelle regioni, nel periodo compreso tra il 183 e il 187, il futuro imperatore Lucio Settimio Severo, allora proconsole della Gallia Lugdunensis e già comandante della Legio IIII Scythica (179), si innamorò della giovane e la richiese in sposa, tra l'altro anche a causa di un responso oracolare, in base a cui Settimio avrebbe trovato moglie in Siria.
RICOSTRUZIONE DEL VISO |
Giulia Domna esercitò, fin dall'inizio, un forte ascendente sulle decisioni del marito. Supportata dal notevole carisma di matrice orientale, partecipà all'amministrazione dell'impero, pur tenendosi a margine della scena politica nel pieno rispetto del mos romano, da sempre contrario al conferimento di ruoli ed incarichi ufficiali alle donne.
Spesso influenzò le scelte del marito, occupandosi anche dell'amministrazione dell'impero, pur non comparendo nella scena politica nel pieno rispetto del mos maiorum romano, che non ammetteva incarichi ufficiali alle donne.
Infine, tra il 202 e il 205, essendo aumentato il contrasto con Plauziano, prefetto del pretorio e consigliere sempre più influente di Settimio Severo, che ottenne che il figlio ed erede dell'imperatore, Caracalla, si fidanzasse e poi sposasse (202) la propria figlia, Fulvia Plautilla, determinò il temporaneo e parziale ritiro dell'Augusta dalla vita pubblica. Ciò consentì a Giulia Domna di dedicarsi agli studi filosofici e religiosi costituendo intorno a lei un circolo di intellettuali, tra i quali si annoverano il medico Galeno e il filosofo Flavio Filostrato.
RICOSTRUZIONE DI IMMAGINE |
Alla morte di Settimio Severo, nel 211, succedete al potere Caracalla (211-217) che però non si interessava molto degli affari di stato e questo diede la possibilità all’Augusta di tornare ad occuparsi della gestione del potere, cercando di evitare lo scontro tra i suoi figli. Caracalla la scelse come garante per un incontro durante con suo fratello con lo scopo di riconciliarsi nella stessa abitazione della madre ma i soldati di Caracalla entrarono e uccisero Geta, mentre Iulia Domna cercava di difenderlo, restando ferita ad una mano.
Questo fatto però sembrò non incidere più di tanto sull'imperatrice che continuò a sostenere Caracalla, conquistando il titolo di "Iulia pia felix Augusta mater Augusti nostri et castrorum et senatus et patriae", attestata con certezza a partire dal 211.
Il figlio Caracalla, dopo aver ucciso il fratello Geta, compì molti delitti (fra l'altro, nel 212, costrinse al suicidio Annia Cornificia Faustina Minore, surperstite figlia dell'imperatore Marco Aurelio che forse aveva avuto una relazione con Pertinace).
Il figlio Caracalla, dopo aver ucciso il fratello Geta, compì molti delitti (fra l'altro, nel 212, costrinse al suicidio Annia Cornificia Faustina Minore, surperstite figlia dell'imperatore Marco Aurelio che forse aveva avuto una relazione con Pertinace).
Caracalla, si dimostrò un monarca crudele e dissennato: divorziò dalla moglie Fulvia Plautilla dopo soli tre anni di matrimonio e senza aver avuto un erede; poi nell’anno 212 la confinò in esilio e la fece uccidere, dopo aver già fatto giustiziare suo padre Plauziano nel 202.
Neanche questo preoccupò l'imperatrice che, come informa Cassio Dione (Hist., LXXVII, 18, 2; LXXVIII, 4, 2 3) ebbe l’incarico ufficiale di sovrintendere alla corrispondenza imperiale mentre Caracalla era impegnato nella spedizione contro i Parthi.
Alla sua morte, venne sepolta nel Mausoleo di Augusto. Durante l’impero di Eliogabalo venne divinizzata e la sua salma venne traslata nel Mausoleo di Adriano.
LA RITRATTISTICA
Dalle monete e dalle statue di Iulia si ricavano due tipi diversi di acconciature; quella del periodo giovanile manteneva la pettinatura di Didia Clara: capelli divisi nel mezzo e leggermente ondulati, coprenti le orecchie, e uniti sulla nuca da una treccia particolare detta alla “tartaruga”.
Nel periodo in cui venne realizzato l’arco degli Argentari a Roma (203 – 204 d.c.) compare un'altra immagine un po' idealizzata, con capelli ondulati artificialmente, e grandi trecce ripiegate ad incorniciare il volto, divenendo più sottili verso le tempie. Ella mostra un volto paffuto, anche se meno nelle immagini più mature, e folte sopracciglia riunite alla radice del naso.
BIBLIO
- A. Calderini - "Le donne dei Severi" - Quaderni di Studi romani - V - 1945 -
- F. Ghedini - Giulia Domna tra Oriente e Occidente - Le fonti archeologiche - Roma - “L'Erma” di Bretschneider - 1984 -
- A. Magnani - "Giulia Domna Imperatrice filosofa" - Milano - Jaca Book - 2008 -
- R.L. Cleve - Severus Alexander and the Severan women - Los Angeles - University of California Press - 1982 -
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