Nome: Gaius Duilius
Nascita: 260-258 a.c.
Morte: ?
Gens: Duilia
Consolato: 260 a.c.
Professione: Generale
Delle origini di Gaio Duilio (Gaius Duilius; 260-258 a.c. ... – ...) si sa poco e pure del suo cursus honorum. Era un homo novus, era della gens Duilia e non apparteneva cioè all'aristocrazia degli optimates romani. Divenne comunque console per l'anno 260 a.c., all'inizio della guerra con Cartagine. Il senato affidò, per tradizionale sorteggio onde non permettere parzialità, al console suo collega, il patrizio Gneo Cornelio Scipione Asina, il comando della flotta navale e a Duilio l'esercito di terra.
BATTAGLIA DELLE ISOLE LIPARI
Il senato di Roma aveva compreso che per l'espansione sul mare occorresse dotarsi di una potente flotta navale senza dover noleggiare navi dai Greci e dagli Etruschi per spostare le truppe di terra.
Narra Polibio che nel 264 a.c venne catturata una nave cartaginese durante il trasporto delle truppe in Sicilia prima della battaglia di Messina. « ...una loro nave coperta, nello slancio si spinse avanti fino a incagliarsi e cadere nelle mani dei Romani. Essi allora, usando questa come modello, sulla base di essa costruirono tutta la flotta. »
(Polibio, Storie, BUR. Milano, 2001)
Vennero costruite cento quinquiremi e venti triremi, i marinai vennero addestrati a vogare riproducendo a terra i banchi dei rematori e facendo delle prove di navigazione "virtuale". Sembra però che l'addestramento in mare durò molto meno.(Polibio, Storie, BUR. Milano, 2001)
RIPRODUZIONE DELLA COLONNA DI CAIO DUILIO |
« Questi, compiuta la navigazione di notte, bloccò nel porto Gneo e i suoi. Quando sopraggiunse il giorno, gli equipaggi si dettero alla fuga nella terraferma e Gneo, che era terrorizzato e non poteva fare nulla, alla fine si arrese ai nemici. »
(Polibio, Storie, BUR. Milano, 2001)
Le navi cartaginesi, avendo catturato la flottiglia nemica e il console romano tornarono a Palermo.
Ora Gaio Duilio era rimasto solo a comandare sia terra che mare. Allora fece costruire una flotta di 120 navi, e poiché i romani sapevano combattere solo sulla terraferma fece collocare su ogni nave un ponte mobile con uncini, detto "corvo". In quello stesso anno le due flotte si scontrarono nella battaglia di Milazzo: quando le navi furono abbastanza vicine, i corvi furono calati contro i vascelli nemici, ancorandosi saldamente a questi.
In pratica il corvo era una passerella che fissata alla nave avversaria, permetteva a soldati abituati a combattere sulla terraferma di passare da una nave all'altra senza evoluzioni sulle funi e quindi di combattere come erano addestrati a fare.
In pratica il corvo era una passerella che fissata alla nave avversaria, permetteva a soldati abituati a combattere sulla terraferma di passare da una nave all'altra senza evoluzioni sulle funi e quindi di combattere come erano addestrati a fare.
Una volta abbordate le navi cartaginesi non poterono più manovrare e i romani, passando attraversando i ponti, trasformarono la battaglia navale in un corpo a corpo come fossero a terra. Essendo molto più abili in battaglia i romani vinsero e divennero i nuovi padroni del Mediterraneo occidentale.
Duilio fu pertanto il primo romano a vincere in mare, e venne onorato con un trionfo e con l'erezione nel Foro di una colonna costruita con i rostri delle navi nemiche.
ISCRIZIONE DELLA BASE DELLA COLONNA DUILIA (260 a.c.):
Per il trionfo del console Caio Duilio, sulla Sicilia e sulla flotta punica venne inciso:
Nel 258 a.c., Duilio divenne censore con Lucio Cornelio Scipione. Successivamente divenne Princeps Senatus dal 236 al 230 a.c.
A meno che, senatore consolare di enorme prestigio, non abbia partecipato e presieduto alle commissioni che i padri coscritti crearono per dirigere le complesse operazioni belliche: o per investigare sui tanti guai che colpirono la flotta romana nel ventennio
Cosa ne resta oggi:
Navi intitolate a Gaio Duilio dalla Regia Marina e dalla Marina Militare Italiana:
- Caio Duilio - corazzata classe Caio Duilio varata nel 1876, considerata a quel tempo tra le più potenti al mondo.
« Durante il quinto anno della guerra punica, che continuava contro gli Africani, i Romani combatterono per la prima volta sul mare. Nel consolato di Caio Duilio e di Cneo Cornelio Asina si fornirono di vascelli rostrati che vengono dette liburne. Il console Cornelio cadde vittima di un tranello. Duilio, si unì alla battaglia, sconfisse il comandante dei cartaginesi, catturò trentuno delle loro navi, affondandone quattordici, prese settemila prigionieri nemici e ne uccise tremila; Nessun'altra vittoria riuscì mai ai Romani più gradita di questa, dato che ora erano non soltanto invincibili per terra, ma anche potenti in mare »
(Eutropio, Breviarium ab Urbe condita)
COLONNA DUILIA
COLONNA DUILIA
Duilio fu pertanto il primo romano a vincere in mare, e venne onorato con un trionfo e con l'erezione nel Foro di una colonna costruita con i rostri delle navi nemiche.
ISCRIZIONE DELLA BASE DELLA COLONNA DUILIA (260 a.c.):
EODEM MAGistratud bene rEM NAVEBOS MARID CONSOL
PRIMOS Ceset copiasque Clasesque NAVALES
PRIMOS ORNAVET PAravetque
CVMQVE EIS NAVEBOS CLASEIS POENICAS OMNis
item maxVMAS COPIAS CARTACINIENSIS
PRAESENTEd hanibaled DICTATORED OLorOM
INALTOD MARID PVCNandod vicet
VIQVE NAVEis cepeT CVM SOCIEIS SEPTEResmom I,
quinqueresmOSQVE TRIRESMOSQVE NAVEIS Xxx
merset XIII. aurOM CAPTOM: NVMEI MMMDC
ARCENTOM CAPTOM PRAEDA NVMEI …
oimne CAPTOM AES …
primos quoOQVE NAVALED PRAEDAD POPLOM donavet
primosque CARTACINIEnsIS inceNVOS
Duxit in Triunphod EIS CAPT
PRIMOS Ceset copiasque Clasesque NAVALES
PRIMOS ORNAVET PAravetque
CVMQVE EIS NAVEBOS CLASEIS POENICAS OMNis
item maxVMAS COPIAS CARTACINIENSIS
PRAESENTEd hanibaled DICTATORED OLorOM
INALTOD MARID PVCNandod vicet
VIQVE NAVEis cepeT CVM SOCIEIS SEPTEResmom I,
quinqueresmOSQVE TRIRESMOSQVE NAVEIS Xxx
merset XIII. aurOM CAPTOM: NVMEI MMMDC
ARCENTOM CAPTOM PRAEDA NVMEI …
oimne CAPTOM AES …
primos quoOQVE NAVALED PRAEDAD POPLOM donavet
primosque CARTACINIEnsIS inceNVOS
Duxit in Triunphod EIS CAPT
ISCRIZIONE DELLA BASE DELLA COLONNA DUILIA |
C. DVILIVS M.F. M.N. COS.
PRIMVS NAVALEM DE SICVLeis
ET CLASSE POENICA EGIT
K. INTERCALAR. AN. CDXCIII
Parte principale di quanto resta dell’iscrizione incisa sulla base della colonna rostrata di Caio Duilio (CIL I, 00025): "da console, primo fra i Romani, si illustrò con le navi in mare; egli fu il primo ad armare ed addestrare equipaggi e flotte di navi combattenti; e con queste navi sconfisse in una battaglia nell'alto mare le flotte puniche e parimenti le più possenti truppe dei Cartaginesi, in presenza di Annibale, il loro comandante in capo. E con la forza egli catturò le seguenti navi con i rispettivi equipaggi: una settereme, 30 quinqueremi e triremi; mentre 13 ne affondò. Oro catturato: più di 3600 monete" [I.L.7]. …
"E fu anche il primo a donare al popolo una preda navale, nonché il primo a condurre in trionfo dei cittadini Cartaginesi catturati" [I.L.2]
Le fonti riportano che Duilio, digiuno di navigazione dovette porsi alla testa della flotta, la dovette riorganizzare, con grandi doti di comando e soprattutto di grande inventiva, fino ad inventarsi
un nuovo sistema d'arma: il corvo, Alcuni mettono in dubbio che tanta genialità potesse appartenere ad un generale di fanteria, dato che anche se il console avesse avuto un'esperienza navale, l'invenzione richiedeva una mentalità da ingegnere-matematico greco. Pertanto si è pensato che l'idea fosse venuta ad un greco che l'avrebbe suggerita a Duilio.
Giulio Cesare
Ma non dimentichiamo però che altri seppero supplire con la fantasia ad alcune incapacità marinare, e in particolare con Gaio Giulio Cesare. "Cesare decise dl portar guerra al Veneti. L'impresa era difficilissima poichè i Veneti erano superiori per la flotta:
"La nostra flotta negli scontri poteva risultare superiore solo per rapidità e impeto dei rematori, ma per il resto le navi nemiche erano ben più adatte alla natura del luogo e alla violenza delle tempeste. In effetti, le nostre non potevano danneggiare con i rostri le navi dei Veneti, tanto erano robuste, né i dardi andavano facilmente a segno, perché erano troppo alte; per l'identica ragione risultava arduo trattenerle con gli arpioni. Inoltre, quando il vento cominciava a infuriare e le navi si abbandonavano alle raffiche, le loro riuscivano con maggior facilità a sopportare le tempeste e a navigare nelle secche, senza temere massi o scogli lasciati scoperti dalla bassa marea, tutti pericoli che le nostre navi dovevano paventare." (De Bello Gallico)
Cesare fece costruire una specie di arpioni che vennero lanciati sulle vele dei Veneti squarciandole, di modo che le navi del nemico non riusciva più a navigare e potevano essere arrembate.
LA BATTAGLIA DI MILAZZO
Gaio Duilio venne a sapere da messaggeri che le truppe cartaginesi stavano saccheggiando la zona attorno a Milazzo (Sicilia), per cui, dopo aver affidato ai tribuni la gestione delle truppe e delle operazioni a terra, diresse la sua flotta verso la città siciliana. Intanto però, Annibale di Giscone, informato di questo spostamento delle navi di Duilio, salpò da Palermo al comando di 130 navi.
Il generale cartaginese era convinto di poter vincere come era accaduto alla battaglia di Lipari, data la sua capacità operativa in mare, decisamente superiore a quella romana. Annibale ignorava però la capacità ideativa dei romani, che mutava di anno in anno, così incrociò la flotta nemica nel golfo di Milazzo.
GIULIO CESARE |
Giulio Cesare
Ma non dimentichiamo però che altri seppero supplire con la fantasia ad alcune incapacità marinare, e in particolare con Gaio Giulio Cesare. "Cesare decise dl portar guerra al Veneti. L'impresa era difficilissima poichè i Veneti erano superiori per la flotta:
"La nostra flotta negli scontri poteva risultare superiore solo per rapidità e impeto dei rematori, ma per il resto le navi nemiche erano ben più adatte alla natura del luogo e alla violenza delle tempeste. In effetti, le nostre non potevano danneggiare con i rostri le navi dei Veneti, tanto erano robuste, né i dardi andavano facilmente a segno, perché erano troppo alte; per l'identica ragione risultava arduo trattenerle con gli arpioni. Inoltre, quando il vento cominciava a infuriare e le navi si abbandonavano alle raffiche, le loro riuscivano con maggior facilità a sopportare le tempeste e a navigare nelle secche, senza temere massi o scogli lasciati scoperti dalla bassa marea, tutti pericoli che le nostre navi dovevano paventare." (De Bello Gallico)
Cesare fece costruire una specie di arpioni che vennero lanciati sulle vele dei Veneti squarciandole, di modo che le navi del nemico non riusciva più a navigare e potevano essere arrembate.
LA BATTAGLIA DI MILAZZO
Gaio Duilio venne a sapere da messaggeri che le truppe cartaginesi stavano saccheggiando la zona attorno a Milazzo (Sicilia), per cui, dopo aver affidato ai tribuni la gestione delle truppe e delle operazioni a terra, diresse la sua flotta verso la città siciliana. Intanto però, Annibale di Giscone, informato di questo spostamento delle navi di Duilio, salpò da Palermo al comando di 130 navi.
Il generale cartaginese era convinto di poter vincere come era accaduto alla battaglia di Lipari, data la sua capacità operativa in mare, decisamente superiore a quella romana. Annibale ignorava però la capacità ideativa dei romani, che mutava di anno in anno, così incrociò la flotta nemica nel golfo di Milazzo.
I Cartaginesi, vedendo i corvi sulle tolde delle navi nemiche,
« ...restarono incerti, stupiti dal modo in cui gli attrezzi erano congegnati; tuttavia, avendo una pessima opinione dei nemici, quelli che navigavano davanti a tutti si gettarono audacemente all'attacco. »
(Polibio, Storie, I, 23, BUR. Milano, 2001)
« ...restarono incerti, stupiti dal modo in cui gli attrezzi erano congegnati; tuttavia, avendo una pessima opinione dei nemici, quelli che navigavano davanti a tutti si gettarono audacemente all'attacco. »
(Polibio, Storie, I, 23, BUR. Milano, 2001)
Il corvo fu invece decisivo per le sorti della battaglia: le navi ormai legate e immobilizzate tra di loro permisero ai Romani di scontrarsi sui ponti delle navi e la battaglia da navale divenne simile a una terrestre, dove i Romani vincevano da secoli.
Le navi della flotta punica, vedendo il pessimo risultato, cercarono di manovrare per evitare l'aggancio dei corvi, solo in questo modo sarebbero rimasti avvantaggiati dalla superiore qualità delle loro navi e dalla migliore esperienza degli equipaggi.
« Confidando nella loro velocità speravano di portare gli assalti a colpo sicuro, gli uni dai fianchi, gli altri da poppa. »
(Polibio, Storie, I, 23, BUR. Milano, 2001)
I corvi però, essendo imperniati verticalmente, potevano essere diretti quasi in ogni direzione e le navi cartaginesi finivano immobilizzate, assalite e catturate. Alla fine cinquanta navi puniche restarono nelle mani dei Romani mentre altre, virarono di bordo e fuggirono. I Cartaginesi in parte vennero uccisi e in parte si arresero; trenta navi vennero catturate e con queste anche la nave di Annibale che però riuscì a sfuggire tramite una una scialuppa.
Il senato e il popolo di Roma esultarono: la battaglia di Milazzo aveva segnato l'ingresso di Roma nel Mediterraneo.« Confidando nella loro velocità speravano di portare gli assalti a colpo sicuro, gli uni dai fianchi, gli altri da poppa. »
(Polibio, Storie, I, 23, BUR. Milano, 2001)
I corvi però, essendo imperniati verticalmente, potevano essere diretti quasi in ogni direzione e le navi cartaginesi finivano immobilizzate, assalite e catturate. Alla fine cinquanta navi puniche restarono nelle mani dei Romani mentre altre, virarono di bordo e fuggirono. I Cartaginesi in parte vennero uccisi e in parte si arresero; trenta navi vennero catturate e con queste anche la nave di Annibale che però riuscì a sfuggire tramite una una scialuppa.
Scipione trionfante
Si sa che Scipione Asina, lo sconfitto di Lipari poi liberato dai cartaginesi venne rieletto console nel 254, ottenendo in seguito un trionfo, ma proprio per questo non si riesce a capire la marginalizzazione operativa di Duilio, seppure coperto di grandi onori.
COLONNA DI DUILIO |
Resta da capire perché a Duilio non siano stati affidati altri comandi, come console o proconsole: gli ammiragli esperti erano importantissimi nel conflitto che vide diverse flotte di Roma distrutte dalle navi nemiche.
Eppure il console, uscito vittorioso dalla prima grande prova navale affrontata da Roma, non avrà altri incarichi di comando sul mare e per quanto se ne sappia, nemmeno sulla terra.
Eppure il console, uscito vittorioso dalla prima grande prova navale affrontata da Roma, non avrà altri incarichi di comando sul mare e per quanto se ne sappia, nemmeno sulla terra.
E si che doveva godere di buona salute: nel 231 era infatti ancora vivo e vegeto, poiché, ultrasettantenne, presiedette a un turno elettorale straordinario quale dittatore.
Per giunta il senato gli aveva fatto tributare grandi onori dopo la battaglia di Milazzo. Duilio infatti non solo ottenne il trionfo, ma venne eretta in suo onore nel Foro una splendida colonna adornata coi rostri delle unità puniche catturate, e un tempio a Giano, pagato col bottino di guerra.
Per giunta il senato gli aveva fatto tributare grandi onori dopo la battaglia di Milazzo. Duilio infatti non solo ottenne il trionfo, ma venne eretta in suo onore nel Foro una splendida colonna adornata coi rostri delle unità puniche catturate, e un tempio a Giano, pagato col bottino di guerra.
Inoltre, nel 258 il Senato decretò la nomina dell'ammiraglio a censore (onore straordinario, visto che Duilio era un homo novus, quindi plebeo) e in più l'accompagnamento a vita, nelle cerimonie pubbliche, da parte di musici e torce,
Erano tributi davvero eccezionali, per una città sempre pronta a far abbassare la cresta ai suoi cittadini troppo ambiziosi o fortunati, come avrebbe di li a poco sperimentato sulla sua pelle Scipione Africano, che da bambino ebbe modo di veder passare il vecchio console col suo corteo trionfale.
Erano tributi davvero eccezionali, per una città sempre pronta a far abbassare la cresta ai suoi cittadini troppo ambiziosi o fortunati, come avrebbe di li a poco sperimentato sulla sua pelle Scipione Africano, che da bambino ebbe modo di veder passare il vecchio console col suo corteo trionfale.
Cosa ne resta oggi:
- Caio Duilio - corazzata classe Caio Duilio varata nel 1876, considerata a quel tempo tra le più potenti al mondo.
- Caio Duilio - nave da battaglia classe Caio Duilio, varata nel 1913; ricostruita tra il 1937-1940, prestò servizio fino al 1956
- Caio Duilio - incrociatore lanciamissili/portaelicotteri classe Andrea Doria, varata nel 1962
- Caio Duilio - cacciatorpediniere/fregata lanciamissili classe Orizzonte varato a Riva Trigoso (GE) il 23 ottobre 2007.
BIBLIO
- Eutropio - Breviarium ab Urbe condita lib. II -
- Caio Duilio - incrociatore lanciamissili/portaelicotteri classe Andrea Doria, varata nel 1962
- Caio Duilio - cacciatorpediniere/fregata lanciamissili classe Orizzonte varato a Riva Trigoso (GE) il 23 ottobre 2007.
BIBLIO
- Eutropio - Breviarium ab Urbe condita lib. II -
- Degli avanzi delle antichità - Bonaventura Overbeke - a cura di Paolo Rolli - Tommaso Edlin - Londra - 1739 -
- David Potter -The Roman Army and Navy - in Harriet I. Flower (a cura di) - The Cambridge Companion to the Roman Republic - Cambridge University Press - 2004 -
- Michael Reddé - Mare nostrum, les infrastructures, le dispositif et l'histoire de la marine militaire sous l'empire romain - Parigi - Ecole Française de Rome - 1986 -
- Michael Reddé, Jean Claude Golvin - I Romani e il Mediterraneo - Roma - Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato - 2008 -
- Michael Reddé - Mare nostrum, les infrastructures, le dispositif et l'histoire de la marine militaire sous l'empire romain - Parigi - Ecole Française de Rome - 1986 -
- Michael Reddé, Jean Claude Golvin - I Romani e il Mediterraneo - Roma - Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato - 2008 -
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