ILLUSTRAZIONE DI JOAN FRANCESC OLIVERAS PALLEROIS |
La notizia più antica dei servizi segreti romani sono le spie usate da Scipione l'Africano, quando scoprì che il suo nemico Annibale ne usava ovunque, onde combatterlo con le stesse sue armi. Scipione l'Africano, generale di grande valore e intelligenza, come poi farà Cesare, usava addestrare gli uomini a lungo prima di coinvolgerli in una battaglia, e così addestrò anche le spie che divennero contemporaneamente le sue guide.
Gli orientali non erano digiuni dell'arte dello spionaggio, sembra che il re dei persiani avesse, tramite le spie, occhi e orecchie dappertutto ma anche Annibale nella sua invasione italica attraverso le Alpi aveva spie ovunque che lo informavano e lo aiutavano nella sua avanzata, trattando pure con i vari centri urbani per cercare alleati contro Roma, sobillando e pagando i rivoltosi o magari solo promettendo varie ricompense, per cui Scipione decise di annientare il suo avversario con gli stessi metodi. Tanto più che si era valso anche dell'aiuto di combattenti stranieri, sovvertendo le regole antiche per cui l'esercito romano doveva essere solo romano.
Successivamente Gaio Mario (157 - 86 a.c.) riformò l'esercito romano e stabilì che tutte le forze straniere, qualunque fosse la loro condizione, divenissero auxilia, ovvero truppe sussidiare ai cittadini legionari. Gli auxilia venivano pagati circa la metà dei legionari romani, in quanto si utili ma non preparati come i milites romani.
CESARE
Cesare (100 - 44 a.c.) scrisse che "E’ dovere di un Capo vincere non meno col senno che con la spada” e in effetti la sua bravura era tanto nelle strategie militari quanto nella sua ingegnosa inventiva nelle circostanze più disparate. Così Cesare fu il primo ideatore dei SERVIZI SEGRETI ROMANI in senso ampio. Egli fu il primo che arruolò gli Ausiliares, guerrieri stranieri, cioè barbari, al soldo dell'esercito romano, equiparandoli alla paga romana.
Egli iniziò infatti ad utilizzare contingenti di cavalieri di popolazioni alleate nel corso della conquista della Gallia, ma pure nella guerra contro Pompeo (Guerra Civile) degli anni 49 - 45 a.c., soprattutto Galli e Germani, inquadrandoli come decurioni romani, con grado pari a quello dei centurioni legionari e ad un praefectus equitum.
Cesare (100 - 44 a.c.) scrisse che "E’ dovere di un Capo vincere non meno col senno che con la spada” e in effetti la sua bravura era tanto nelle strategie militari quanto nella sua ingegnosa inventiva nelle circostanze più disparate. Così Cesare fu il primo ideatore dei SERVIZI SEGRETI ROMANI in senso ampio. Egli fu il primo che arruolò gli Ausiliares, guerrieri stranieri, cioè barbari, al soldo dell'esercito romano, equiparandoli alla paga romana.
Egli iniziò infatti ad utilizzare contingenti di cavalieri di popolazioni alleate nel corso della conquista della Gallia, ma pure nella guerra contro Pompeo (Guerra Civile) degli anni 49 - 45 a.c., soprattutto Galli e Germani, inquadrandoli come decurioni romani, con grado pari a quello dei centurioni legionari e ad un praefectus equitum.
Gli ausiliari del tardo periodo Repubblicano erano però arruolati solo per la durata delle varie campagne, non essendo addestrabili. Essendo poco avvezzi alla disciplina potevano essere utilizzati solo per un combattimento alla spicciolata, mentre i legionari romani combattevano continuamente e se non combattevano si allenavano duramente.
Tuttavia Cesare ne arruolò alcuni per farne delle spie, scegliendoli tra i più abili a cavalcare, facendogli imparare a mappare le strade, spingendoli ogni volta in zone più lontane, insegnando loro a reperire da soli il loro cibo, a nascondersi ed a procurarsi armi di fortuna.
La differenza tra Cesare e gli imperatori che seguirono fu che Cesare usò i servizi segreti solo per scopi di guerra mentre gli altri anche per eventuali cospirazioni o controllo di amministratori, o di popoli amici e alleati, un po' in tutto l'impero. Non li usò invece per sventare cospirazioni contro la sua persona, anzi, addirittura in senato rinunciò alla sua scorta personale che gli avrebbe sicuramente salvato la vita. Molto ardito dunque ma poco cauto.
Cesare addestrava i suoi 007 per insinuarli nell'esercito nemico con immagini di copertura, in genere come approvvigionatori, o mercanti di oggetti svariati, o procuratori di prostitute o generi rari, armi comprese. Queste spie dovevano parlare adeguatamente la lingua, che quasi sempre era la loro o quella di una tribù vicina e amica, dovevano saper correre a cavallo con grande sveltezza e perizia, non dovevano dare nell'occhio con aspetto imponente ma contemporaneamente dovevano saper combattere per difendersi o fuggire in modo scaltro e adeguato. Soprattutto dovevano conoscere benissimo il territorio.
Gli ausiliari erano piuttosto scarsi in battaglia tranne però che per la guerriglia, cioè con frecce, fionde, frombole e così via, per cui valevano meno dei legionari ma svolgevano un ruolo a tira e fuggi che i legionari non erano in grado di compiere.
Pertanto gli ausiliari erano adattissimi a fare le spie tanto più che non brillavano per amor di patria, anche perchè ogni tribù era in genere in lotta con le altre tribù. Spesso le spie andavano a vivere per un certo periodo nel luogo dove i romani avrebbero poi dovuto combattere, in modo da fare amicizie, visitare i luoghi più importanti, reperendo notizie sia di persona che attraverso indiscrezioni del luogo.
GLI ARCANI
"Arcanos genus hominum a veteribus institutum, super quibus aliqua in actibus Constantis rettulimus, paulatim prolapsos in vitia a stationibus suis removit: aperte convictos, acceptarum promissarumque magnitudine praedarum allectos, quae apud nos agebantur, aliquotiens barbaris prodidisse. id enim illis erat officium, ut ultro citroque [per longa spatia] discurrentes, vicinarum gentium strepitus nostris ducibus intimarent"
Ammiano Marcellino (IV sec. - Storie (XXVIII, 3,8), ci informa che l'unità degli Arcani (o areani, o angariani), era un antico ordine romano paramilitare di spie straniere, che veniva utilizzato per operazioni aldifuori delle linee nemiche.
Il comes rei militaris Teodosio (340 - 376), padre del futuro imperatore Teodosio I, in una vittoriosa campagna militare per la liberazione della Britannia dagli invasori barbari, cacciò dai loro accampamenti gli Arcani, ("uomini di antica istituzione che a poco a poco si erano corrotti"), accusati di collaborazionismo col nemico. Ammiano asserisce che dette spie esistevano sotto Costante (320 - 350), ma che erano state già "stabilite in tempi antichi".
Dalle informazioni di Ammiano Marcellino questi costituivano una sorta di polizia segreta, tipo quella degli "agentes in rebus", forse specifica della Britannia, con il compito di «sparpagliarsi in tutte le direzioni per riferire poi ai nostri generali le voci riguardanti i popoli vicini».
Sembra che Ammiano avesse fornito ulteriori informazioni sugli arcani durante le vicende relative all'augusto Costante I, ma il libro è andato perduto.
Tuttavia Cesare ne arruolò alcuni per farne delle spie, scegliendoli tra i più abili a cavalcare, facendogli imparare a mappare le strade, spingendoli ogni volta in zone più lontane, insegnando loro a reperire da soli il loro cibo, a nascondersi ed a procurarsi armi di fortuna.
La differenza tra Cesare e gli imperatori che seguirono fu che Cesare usò i servizi segreti solo per scopi di guerra mentre gli altri anche per eventuali cospirazioni o controllo di amministratori, o di popoli amici e alleati, un po' in tutto l'impero. Non li usò invece per sventare cospirazioni contro la sua persona, anzi, addirittura in senato rinunciò alla sua scorta personale che gli avrebbe sicuramente salvato la vita. Molto ardito dunque ma poco cauto.
Cesare addestrava i suoi 007 per insinuarli nell'esercito nemico con immagini di copertura, in genere come approvvigionatori, o mercanti di oggetti svariati, o procuratori di prostitute o generi rari, armi comprese. Queste spie dovevano parlare adeguatamente la lingua, che quasi sempre era la loro o quella di una tribù vicina e amica, dovevano saper correre a cavallo con grande sveltezza e perizia, non dovevano dare nell'occhio con aspetto imponente ma contemporaneamente dovevano saper combattere per difendersi o fuggire in modo scaltro e adeguato. Soprattutto dovevano conoscere benissimo il territorio.
Gli ausiliari erano piuttosto scarsi in battaglia tranne però che per la guerriglia, cioè con frecce, fionde, frombole e così via, per cui valevano meno dei legionari ma svolgevano un ruolo a tira e fuggi che i legionari non erano in grado di compiere.
Pertanto gli ausiliari erano adattissimi a fare le spie tanto più che non brillavano per amor di patria, anche perchè ogni tribù era in genere in lotta con le altre tribù. Spesso le spie andavano a vivere per un certo periodo nel luogo dove i romani avrebbero poi dovuto combattere, in modo da fare amicizie, visitare i luoghi più importanti, reperendo notizie sia di persona che attraverso indiscrezioni del luogo.
Il sistema di Cesare tuttavia era estremamente organizzato, perchè egli mise in campo gli esploratores che ispezionavano il territorio fornendone poi le mappe, in cui venivano evidenziati non solo i villaggi e gli accampamenti, ma pure le strade, i fiumi o altre acque per dissetarsi, nonchè le fattorie per rifornirsi di cibo e altro.
Pertanto egli aveva delle spie-battitori che esploravano le strade in avanti affinchè non vi fossero nemici in agguato, per fare le mappe e per conoscere i luoghi da cui attingere acqua, cibo e legna, quindi per capire anche in che luoghi potersi accampare.
AUGUSTO
Ottaviano aveva un'enorme ammirazione per il suo padre adottante Cesare, per cui appena giunto al potere cercò non solo di eseguire le opere che Cesare aveva intrapreso, ma di continuare quanto dall'altro già organizzato. Così, sull'esempio di Cesare, Augusto aveva migliorato lo spionaggio romano organizzando, tramite i postali, un servizio di agenti particolarmente giovani, intelligenti, bravi a correre, a combattere, a rischiare e conoscitori delle lingue altrui: insomma degli antichi 007.
Questi agenti si confondevano a volte coi postali veri e propri, a volte erano in piccoli gruppi e a volte erano assolutamente singoli, con o senza figure di copertura. Erano spesso militari ma non necessariamente, erano comunque persone che si erano guadagnati la fiducia o per la specchiata famiglia o per gli eroismi militari.
Augusto fece tesoro del tradimento contro Cesare per cui non solo si circondò di pretoriani ma mise spie ovunque. Si dice che in senato indossasse un'armatura sotto la toga, al contrario di Cesare, era poco ardito ma molto cauto.
Con la dinastia giulio – claudia sono i liberti a diventare spie, soprattutto i liberti imperiali, che sventano gli attentati agli imperatori.
C'erano comunque :
- Gli informatores -
Scelti in genere tra la guardia pretoriana e, in particolare, tra i suoi centurioni e i tribuni, perché svolgessero le funzioni di agenti "in borghese" e arrestassero chi tramava tradimenti verso l'imperatore o lo stato. Alcune volte, per ottenere informazioni riservate, si rivolgevano ai liberti di corte oppure ai procuratori provinciali di alto livello.
- Gli speculatores
Erano squadre di esploratori e ricognitori presi dall'esercito, molto spesso a cavallo. Potevano operare sia di giorno che di notte, sia nei campi delle legioni che in quelli dei pretoriani. Gli speculatores ebbero all'inizio solo la funzione di semplici ricognitori, ma in seguito divennero guardie del corpo anche degli Imperatori, messaggeri e a volte carnefici. Erano organizzati sotto un centurione e un optio (assistente del centurione).
Seguivano l'Imperatore durante le campagne militari, organizzati sotto il comando di un "centurio speculatorum Augustorum", nell'ambito della guardia pretoriana. Gli speculatores rappresentavano la 'sicurezza interna', cioè dell'imperatore e della sua famiglia.
A Roma il termine "exploratio" veniva usato per designare un'indagine in materie riservate compiuta con una certa segretezza, ma "non necessariamente coincidente con la nozione moderna di spionaggio perché chi la esercitava non sempre agiva clandestinamente” (Liberati - Silverio, 2010, pp. 55-56); quanto al vocabolo speculatio, esso indica invece un’attività clandestina di raccolta delle informazioni, ma diversa dall’exploratio e decisamente definibile come spionaggio.
- Gli exploratores
Anche questi erano squadre di esploratori e ricognitori dell'esercito, molto spesso a cavallo. Potevano operare sia di giorno, sia di notte, ma il loro compito era di osservare i movimenti nemici in tutto il territorio, accampamento nemico compreso. Venivano organizzati in unità ausiliarie come:
- i numeri (es. il Numerus Germanicianorum exploratorum),
- le coorti equitate (la Cohors VIII Batavorum equitata milliaria exploratorum)
- le ali di cavalleria.
Agivano sempre in abiti borghesi, per cui erano vere e proprie spie (Occulta speculator/speculatrix). Gli exploratores rappresentavano la 'sicurezza esterna' cioè dello stato.
- I Beneficiarii - in genere veterani di grande rispetto, bravissimi nel risolvere le situazioni più impervie, grandi conoscitori di luoghi e strategie, di generali nemici e di tattiche nemiche di guerra, conoscitori di risorse del terreno e capaci di grandi improvvisazioni. Erano pagatissimi nell'esercito e coadiuvavano in genere gli speculatores.
- I Provocatores - "Un soldato vestito in abiti civili siede vicino a te e inizia ad accusare l’imperatore. Poi, credendo nella sua buona fede poiché è stato lui ad iniziare ad offendere il
AUGUSTO |
AUGUSTO
Ottaviano aveva un'enorme ammirazione per il suo padre adottante Cesare, per cui appena giunto al potere cercò non solo di eseguire le opere che Cesare aveva intrapreso, ma di continuare quanto dall'altro già organizzato. Così, sull'esempio di Cesare, Augusto aveva migliorato lo spionaggio romano organizzando, tramite i postali, un servizio di agenti particolarmente giovani, intelligenti, bravi a correre, a combattere, a rischiare e conoscitori delle lingue altrui: insomma degli antichi 007.
Questi agenti si confondevano a volte coi postali veri e propri, a volte erano in piccoli gruppi e a volte erano assolutamente singoli, con o senza figure di copertura. Erano spesso militari ma non necessariamente, erano comunque persone che si erano guadagnati la fiducia o per la specchiata famiglia o per gli eroismi militari.
Augusto fece tesoro del tradimento contro Cesare per cui non solo si circondò di pretoriani ma mise spie ovunque. Si dice che in senato indossasse un'armatura sotto la toga, al contrario di Cesare, era poco ardito ma molto cauto.
Con la dinastia giulio – claudia sono i liberti a diventare spie, soprattutto i liberti imperiali, che sventano gli attentati agli imperatori.
C'erano comunque :
- Gli informatores -
Scelti in genere tra la guardia pretoriana e, in particolare, tra i suoi centurioni e i tribuni, perché svolgessero le funzioni di agenti "in borghese" e arrestassero chi tramava tradimenti verso l'imperatore o lo stato. Alcune volte, per ottenere informazioni riservate, si rivolgevano ai liberti di corte oppure ai procuratori provinciali di alto livello.
- Gli speculatores
Erano squadre di esploratori e ricognitori presi dall'esercito, molto spesso a cavallo. Potevano operare sia di giorno che di notte, sia nei campi delle legioni che in quelli dei pretoriani. Gli speculatores ebbero all'inizio solo la funzione di semplici ricognitori, ma in seguito divennero guardie del corpo anche degli Imperatori, messaggeri e a volte carnefici. Erano organizzati sotto un centurione e un optio (assistente del centurione).
Seguivano l'Imperatore durante le campagne militari, organizzati sotto il comando di un "centurio speculatorum Augustorum", nell'ambito della guardia pretoriana. Gli speculatores rappresentavano la 'sicurezza interna', cioè dell'imperatore e della sua famiglia.
A Roma il termine "exploratio" veniva usato per designare un'indagine in materie riservate compiuta con una certa segretezza, ma "non necessariamente coincidente con la nozione moderna di spionaggio perché chi la esercitava non sempre agiva clandestinamente” (Liberati - Silverio, 2010, pp. 55-56); quanto al vocabolo speculatio, esso indica invece un’attività clandestina di raccolta delle informazioni, ma diversa dall’exploratio e decisamente definibile come spionaggio.
- Gli exploratores
Anche questi erano squadre di esploratori e ricognitori dell'esercito, molto spesso a cavallo. Potevano operare sia di giorno, sia di notte, ma il loro compito era di osservare i movimenti nemici in tutto il territorio, accampamento nemico compreso. Venivano organizzati in unità ausiliarie come:
- i numeri (es. il Numerus Germanicianorum exploratorum),
- le coorti equitate (la Cohors VIII Batavorum equitata milliaria exploratorum)
- le ali di cavalleria.
Agivano sempre in abiti borghesi, per cui erano vere e proprie spie (Occulta speculator/speculatrix). Gli exploratores rappresentavano la 'sicurezza esterna' cioè dello stato.
- I Beneficiarii - in genere veterani di grande rispetto, bravissimi nel risolvere le situazioni più impervie, grandi conoscitori di luoghi e strategie, di generali nemici e di tattiche nemiche di guerra, conoscitori di risorse del terreno e capaci di grandi improvvisazioni. Erano pagatissimi nell'esercito e coadiuvavano in genere gli speculatores.
- I Provocatores - "Un soldato vestito in abiti civili siede vicino a te e inizia ad accusare l’imperatore. Poi, credendo nella sua buona fede poiché è stato lui ad iniziare ad offendere il
Princeps, anche tu inizi a dire ciò che pensi … e vieni trascinato subito in prigione"
(Epitteto, Diatribe, IV 13, 5).
(Epitteto, Diatribe, IV 13, 5).
Esiste infine la locuzione indicium, la delazione, un mezzo per procacciarsi notizie da parte dello Stato o dei privati, abbondantemente impiegato e profumatamente retribuito.
"Arcanos genus hominum a veteribus institutum, super quibus aliqua in actibus Constantis rettulimus, paulatim prolapsos in vitia a stationibus suis removit: aperte convictos, acceptarum promissarumque magnitudine praedarum allectos, quae apud nos agebantur, aliquotiens barbaris prodidisse. id enim illis erat officium, ut ultro citroque [per longa spatia] discurrentes, vicinarum gentium strepitus nostris ducibus intimarent"
Ammiano Marcellino (IV sec. - Storie (XXVIII, 3,8), ci informa che l'unità degli Arcani (o areani, o angariani), era un antico ordine romano paramilitare di spie straniere, che veniva utilizzato per operazioni aldifuori delle linee nemiche.
Il comes rei militaris Teodosio (340 - 376), padre del futuro imperatore Teodosio I, in una vittoriosa campagna militare per la liberazione della Britannia dagli invasori barbari, cacciò dai loro accampamenti gli Arcani, ("uomini di antica istituzione che a poco a poco si erano corrotti"), accusati di collaborazionismo col nemico. Ammiano asserisce che dette spie esistevano sotto Costante (320 - 350), ma che erano state già "stabilite in tempi antichi".
Dalle informazioni di Ammiano Marcellino questi costituivano una sorta di polizia segreta, tipo quella degli "agentes in rebus", forse specifica della Britannia, con il compito di «sparpagliarsi in tutte le direzioni per riferire poi ai nostri generali le voci riguardanti i popoli vicini».
Sembra che Ammiano avesse fornito ulteriori informazioni sugli arcani durante le vicende relative all'augusto Costante I, ma il libro è andato perduto.
I PRIVILEGI E GLI STRUMENTI
Ai personaggi militari o politici romani più importanti, elencati in ordine gerarchico in apposito editto, le città ed i villaggi dell'impero romano avevano l'obbligo di fornire fino ad un massimo di dieci carri ed altrettanti muli (raddoppiabili nel caso fossero stati invece forniti asini).
Ai personaggi militari o politici romani più importanti, elencati in ordine gerarchico in apposito editto, le città ed i villaggi dell'impero romano avevano l'obbligo di fornire fino ad un massimo di dieci carri ed altrettanti muli (raddoppiabili nel caso fossero stati invece forniti asini).
Ma anche i servizi segreti usufruivano di alloggi e cavalli o carri gratuiti, naturalmente non presso le zone da sorvegliare per non destare sospetti. Spesso infatti questi 007 si travestivano da persone del luogo, in territorio nemico, usandone le vesti, i costumi e la lingua. Il tutto per carpire informazioni o per diffonderne di false ad un determinato scopo.
Le spie comunque dovevano pagare la prestazione per una tratta definita (che nell'editto non superava comunque i 40 stadi) nella misura di dieci assi per ogni carro e quattro per ogni mulo (o nel caso per due asini). Nessuno poteva usufruire di veicoli gratuiti.
Ai privati, specie se mercanti che trasportavano merci per uso privato, non doveva essere fornito alcunché. I membri del comitatus, coloro che prestavano servizio nelle province, insieme ai liberti, ai servi dell'imperatore ed agli animali, potevano usufruire dell'alloggio gratuito nella mansio.
DOMIZIANO
- Domiziano (51 - 96), istituì il "G-4", o sezione di rifornimento della scorta imperiale, il "Praetorium", di cui facevano parte i sottufficiali ed alcuni centurioni. In poche parole, il personale del servizio segreto romano era composto da sergenti le cui funzioni originarie erano l'approvvigionamento e la distribuzione alle truppe di grano (frumentum). Da qui la denominazione di frumentarii.
I frumentarii o "mensores frumentarii" (misuratori del frumento) o mensores tritici (misuratori del grano) erano soldati specializzati incaricati di approvvigionare l'esercito romano in modo, e in qualsiasi modo, che non mancasse il cibo ai combattenti, in particolare il frumento. L'esercito se non ben nutrito non solo non combatteva ma si ribellava, e non amava tanto la carne o il pesce o i formaggi quanto i cereali, in particolare il frumento.
Per ottemperare al rifornimento questi militari ricorrevano a tutti i mezzi, sequestravano i raccolti altrui (in genere pagandoli), obbligavano gli stranieri all'esportazione verso Roma, controllavano che il grano promesso non venisse dichiarato perduto quando magari era stato dirottato verso altri territori per ragioni di ulteriori guadagni, o per ragioni politiche o di carestie.
A furia di viaggi e controlli i frumentari divennero vere e proprie spie cui vennero dati incarichi delle specie più diverse. Essi erano pressappoco dei furieri, ordinati per ogni legione in un numerus (distaccamento) dipendente da centuriones frumentarii o da praefectus frumentarium e con la sede centrale nei castra peregrina, così chiamati proprio perché di origini provinciali.
ADRIANO
Sotto Adriano (76 - 138) aumentarono di potere e di prestigio i malaugurati frumentarii che vennero ad assumere il ruolo di "corrieri" o di agenti della polizia segreta.
Essi, sia a Roma e nelle province d'Italia "scrutavano nei segreti di tutti", ossia erano addetti al controllo interno e quindi alla sicurezza delle istituzioni quali il Senato e l'Imperatore. Un'iscrizione riporta infatti che potevano anche essere addetti al carcere:
I tre compiti principali dei membri del servizio segreto erano di:
- corrieri,
- agenti delle tasse,
- poliziotti
- e perfino carcerieri come è stato rinvenuto da un'epigrafe.
I frumentarii, in qualità di corrieri di ogni sorta di messaggi destinati e provenienti dal Governo centrale, erano tra i più importanti utenti delle strade statali. Potevano infatti requisire cavalli, carrozze, alloggi, e rifornimenti a disposizione dei funzionari in missione di stato. In qualità di corrieri, ricordavano vagamente "gli occhi e le orecchie" del Grande Re di Persia.
Adriano se ne servì soprattutto per spiare la corte imperiale. Le prove attestanti il loro ruolo di spie sono numerose e datano dalla fine del II all'inizio del III secolo.
Avevano carta bianca su tutto e nessuna classe, per quanto superiore alla loro, poteva sfuggire al loro esame. Generali, Senatori, o ricchi proprietari terrieri o commercianti non potevano sfuggire ai frumentarii. Sembra tra l'altro che lavorassero a stretto contatto con le forze di polizia dell'Urbe instaurando un regime di paura visto che potevano non solo indagare e arrestare, ma pure compiere assassinii politici. In qualità di investigatori, probabilmente a partire dal 200 d.c. venne loro attribuito l'epiteto ufficioso di curiosi o "ficcanasi".
Non sappiamo come investigassero, ma sappiamo che i Romani erano soliti servirsi di agenti "in borghese" e "agentes provocatores"; anche se non si sa se in tale ruolo venissero impiegati i frumentarii, che si dissero per lo più analfabeti, ma difficile da credere visto che dovevano continuamente mandare, ricevere o intercettare messaggi.
I Frumentarii erano comandati dal princeps peregrinorum, deputato alla sicurezza globale dello Stato, che, nelle sue funzioni, riferiva direttamente all'Imperatore. In alcuni casi, dopo aver ricoperto questo ruolo, erano promossi al grado di beneficiarius.
Istituiti nel 200 a.c., furono aboliti sotto Diocleziano ( 244 – 313) che li sostituì con gli "Agentes in rebus".
AGENTES IN REBUS
Gli agentes in rebus venivano formati in una vera e propria accademia di palazzo (schola) e venivano considerati una militia. Gli agentes erano divisi in cinque categorie, ed erano tratti dagli ufficiali minori della cavalleria:
- equites,
- circitores,
- biarchi,
- centenarii
- ducenarii.
Ne venivano nominati due per ogni provincia nel 357, tre nel 395 fino ai quattro dopo il 412. Ogni membro degli agentes al termine del mandato veniva promosso in altri rami del governo: gli agentes anziani venivano regolarmente nominati alla carica di officii princeps delle prefetture pretoriane, delle prefetture urbane e delle diocesi, esercitando così il controllo sulla burocrazia di questi dipartimenti e riducendo così la loro indipendenza. Il Codice di Giustiniano stabilì inoltre che godessero dell’immunità dai procedimenti giudiziari, sia civili che penali, se non diversamente sancito dal magister officiorum.
Procopio di Cesarea (storico di VI sec.) narra nella sua Storia Segreta:
"Gli imperatori precedenti, per informazioni veloci sui movimenti del nemico in ogni territorio, sedizioni o incidenti imprevisti nelle singole città, e le azioni dei governatori e altri funzionari di tutte le parti dell’Impero, e anche al fine di sapere che coloro avevano trasmesso il tributo annuale in ritardo, aveva stabilito un rapido servizio di corrieri pubblici."
Vennero addetti a:
I numeri degli agentes tendevano ad aumentare dimostrando sempre aumentati bisogni, il che era visto con una certa diffidenza dagli imperatori, che ne regolamentarono le promozioni (per anzianità, a parte due ufficiali, che potevano avanzare annualmente per volere dell’imperatore) e le dimensioni, ad esempio 1.174 nell’anno 430 (secondo una legge di Teodosio II), e 1.248 sotto Leone I (457-474).
Gli agenti in rebus erano esentati dalla giurisdizione dei governatori provinciali e potevano essere licenziati, in origine, dal magister officiorum, ma dopo il 415 ( in Oriente) solo dall'imperatore.
L'attività di informatori e delatori, l'abuso dei loro vastissimi poteri e la corruzione dell'AIR (Agentes In Rebus), suscitarono l'odio e le rivolte del popolo, tanto che vennero pian piano esautorati fino a scomparire del tutto verso gli anni 776-79.
(Aur. Vitt. 39,44; Amm. Marc. 15,3,8; 16,8,9)
BIBLIO
- Sextii Avrelii Victoris - Historiae Romanae Breviarivm: A Ianos & Saturno, Urbeque condita, usque ad Consulatum X - Constantij Aug. & Juliani Caes. III - Ex bibliotheca Andreae Schotti - Antuerpiae -
- C. G. Starr, - Aurelius Victor - Historian of Empire - in "American Historical Review" - 1955-56 -
- Historia Romana - Epitome de Caesaribus - ed. André Schott - Anversa - 1579 -
- Historia Romana - De Caesaribus - Pierre Dufraigne - Collection Budé - 1975 -
- Ronald Syme - Ammianus and the Historia Augusta - Oxford at The Clarendon - Oxford University Press - 1968 - DOMIZIANO
- Domiziano (51 - 96), istituì il "G-4", o sezione di rifornimento della scorta imperiale, il "Praetorium", di cui facevano parte i sottufficiali ed alcuni centurioni. In poche parole, il personale del servizio segreto romano era composto da sergenti le cui funzioni originarie erano l'approvvigionamento e la distribuzione alle truppe di grano (frumentum). Da qui la denominazione di frumentarii.
I frumentarii o "mensores frumentarii" (misuratori del frumento) o mensores tritici (misuratori del grano) erano soldati specializzati incaricati di approvvigionare l'esercito romano in modo, e in qualsiasi modo, che non mancasse il cibo ai combattenti, in particolare il frumento. L'esercito se non ben nutrito non solo non combatteva ma si ribellava, e non amava tanto la carne o il pesce o i formaggi quanto i cereali, in particolare il frumento.
Per ottemperare al rifornimento questi militari ricorrevano a tutti i mezzi, sequestravano i raccolti altrui (in genere pagandoli), obbligavano gli stranieri all'esportazione verso Roma, controllavano che il grano promesso non venisse dichiarato perduto quando magari era stato dirottato verso altri territori per ragioni di ulteriori guadagni, o per ragioni politiche o di carestie.
A furia di viaggi e controlli i frumentari divennero vere e proprie spie cui vennero dati incarichi delle specie più diverse. Essi erano pressappoco dei furieri, ordinati per ogni legione in un numerus (distaccamento) dipendente da centuriones frumentarii o da praefectus frumentarium e con la sede centrale nei castra peregrina, così chiamati proprio perché di origini provinciali.
ADRIANO |
ADRIANO
Sotto Adriano (76 - 138) aumentarono di potere e di prestigio i malaugurati frumentarii che vennero ad assumere il ruolo di "corrieri" o di agenti della polizia segreta.
Essi, sia a Roma e nelle province d'Italia "scrutavano nei segreti di tutti", ossia erano addetti al controllo interno e quindi alla sicurezza delle istituzioni quali il Senato e l'Imperatore. Un'iscrizione riporta infatti che potevano anche essere addetti al carcere:
I tre compiti principali dei membri del servizio segreto erano di:
- corrieri,
- agenti delle tasse,
- poliziotti
- e perfino carcerieri come è stato rinvenuto da un'epigrafe.
EXPLORATORES |
Adriano se ne servì soprattutto per spiare la corte imperiale. Le prove attestanti il loro ruolo di spie sono numerose e datano dalla fine del II all'inizio del III secolo.
Avevano carta bianca su tutto e nessuna classe, per quanto superiore alla loro, poteva sfuggire al loro esame. Generali, Senatori, o ricchi proprietari terrieri o commercianti non potevano sfuggire ai frumentarii. Sembra tra l'altro che lavorassero a stretto contatto con le forze di polizia dell'Urbe instaurando un regime di paura visto che potevano non solo indagare e arrestare, ma pure compiere assassinii politici. In qualità di investigatori, probabilmente a partire dal 200 d.c. venne loro attribuito l'epiteto ufficioso di curiosi o "ficcanasi".
Non sappiamo come investigassero, ma sappiamo che i Romani erano soliti servirsi di agenti "in borghese" e "agentes provocatores"; anche se non si sa se in tale ruolo venissero impiegati i frumentarii, che si dissero per lo più analfabeti, ma difficile da credere visto che dovevano continuamente mandare, ricevere o intercettare messaggi.
I Frumentarii erano comandati dal princeps peregrinorum, deputato alla sicurezza globale dello Stato, che, nelle sue funzioni, riferiva direttamente all'Imperatore. In alcuni casi, dopo aver ricoperto questo ruolo, erano promossi al grado di beneficiarius.
Istituiti nel 200 a.c., furono aboliti sotto Diocleziano ( 244 – 313) che li sostituì con gli "Agentes in rebus".
AGENTES IN REBUS
Gli agentes in rebus venivano formati in una vera e propria accademia di palazzo (schola) e venivano considerati una militia. Gli agentes erano divisi in cinque categorie, ed erano tratti dagli ufficiali minori della cavalleria:
- equites,
- circitores,
- biarchi,
- centenarii
- ducenarii.
Ne venivano nominati due per ogni provincia nel 357, tre nel 395 fino ai quattro dopo il 412. Ogni membro degli agentes al termine del mandato veniva promosso in altri rami del governo: gli agentes anziani venivano regolarmente nominati alla carica di officii princeps delle prefetture pretoriane, delle prefetture urbane e delle diocesi, esercitando così il controllo sulla burocrazia di questi dipartimenti e riducendo così la loro indipendenza. Il Codice di Giustiniano stabilì inoltre che godessero dell’immunità dai procedimenti giudiziari, sia civili che penali, se non diversamente sancito dal magister officiorum.
Procopio di Cesarea (storico di VI sec.) narra nella sua Storia Segreta:
"Gli imperatori precedenti, per informazioni veloci sui movimenti del nemico in ogni territorio, sedizioni o incidenti imprevisti nelle singole città, e le azioni dei governatori e altri funzionari di tutte le parti dell’Impero, e anche al fine di sapere che coloro avevano trasmesso il tributo annuale in ritardo, aveva stabilito un rapido servizio di corrieri pubblici."
Vennero addetti a:
- gestione di sistemi di comunicazione e alle comunicazioni di servizio all’interno dell’impero,
- alla sorveglianza delle strade e delle locande del cursus publicus (sistema postale pubblico),
- trasporto di lettere,
- verifica che un destinatario nell’utilizzo del cursus non avesse un mandato di cattura
- come funzionari doganali,
- nella direzione dei lavori pubblici
- nell’acquartieramento dei soldati
- per sorvegliare l’arresto di alti funzionari
- per scortare anziani romani in esilio
- per far obbedire alla regolamentazione nel governo della Chiesa
- fungevano anche da corrieri tra la corte (comitatus) e le province
- la supervisione del cursus publicus e dei porti ( curiosi litorum )
- controllo delle fabricae soggette al magister officiorum
- dovevano registrare tutte le denunce e, così facendo, controllare le negligenze degli amministratori locali.
- avevano il compito di defensores dell'imperatore e dello stato
- come defensores avevano anche autorità giudiziaria in casi minori (Giustiniano I, nov.15.3.2, 4)
- diventati anziani, prestavano servizio come curiosi alla supervisione della carica pubblica
- infine diventavano capi di staff (principes) ai prefetti del pretorio e ai perfetti urbani.
I numeri degli agentes tendevano ad aumentare dimostrando sempre aumentati bisogni, il che era visto con una certa diffidenza dagli imperatori, che ne regolamentarono le promozioni (per anzianità, a parte due ufficiali, che potevano avanzare annualmente per volere dell’imperatore) e le dimensioni, ad esempio 1.174 nell’anno 430 (secondo una legge di Teodosio II), e 1.248 sotto Leone I (457-474).
Gli agenti in rebus erano esentati dalla giurisdizione dei governatori provinciali e potevano essere licenziati, in origine, dal magister officiorum, ma dopo il 415 ( in Oriente) solo dall'imperatore.
L'attività di informatori e delatori, l'abuso dei loro vastissimi poteri e la corruzione dell'AIR (Agentes In Rebus), suscitarono l'odio e le rivolte del popolo, tanto che vennero pian piano esautorati fino a scomparire del tutto verso gli anni 776-79.
(Aur. Vitt. 39,44; Amm. Marc. 15,3,8; 16,8,9)
BIBLIO
- Sextii Avrelii Victoris - Historiae Romanae Breviarivm: A Ianos & Saturno, Urbeque condita, usque ad Consulatum X - Constantij Aug. & Juliani Caes. III - Ex bibliotheca Andreae Schotti - Antuerpiae -
- C. G. Starr, - Aurelius Victor - Historian of Empire - in "American Historical Review" - 1955-56 -
- Historia Romana - Epitome de Caesaribus - ed. André Schott - Anversa - 1579 -
- Historia Romana - De Caesaribus - Pierre Dufraigne - Collection Budé - 1975 -
- John Matthews - The Roman Empire of Ammianus - Londra - Gerald Duckworth & Co. - 1989 -
4 comment:
bellissimo ed interessante
Ben fatto
interessantissimo! grazie
Soddisfatto ottimo lavoro
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