L'IMPORTANZA DELLA GENS
La "gens Aemilia", oggi Emilia, che ha dato il nome a una via ed a una regione italiana, originariamente scritta Aimilia, era tra le maiores gentes, sia antiche che ricche e nobili, legati alla Via Aemilia, alla via Aemilia Scauri e alla Basilica Aemilia.
La glorificazione familiare dava prestigio e rispetto a tutti i suoi membri. All'epoca presentarsi col nome di una famiglia prestigiosa, ricca o povera che fosse, era già una garanzia sulla persona, che più facilmente poteva trovare accoglienza, ospitalità, incarichi e lavoro.
Poteva anche garantire consensi elettorali e cariche istituzionali, istituendo così una competizione aristocratica per aggiudicarsi l'onere di edifici sacri o civili, che venivano poi presi in carico dai discendenti del costruttore, ai quali spettava il compito di occuparsi dei restauri successivi.
Il popolo romano era infatti grato a chi vinceva in guerra i nemici di Roma o a chi regalava monumenti all'Urbe, fossero essi di spettacolo, di religione o di utilità.
La “gens Aemilia” fu sicuramente una delle più attive, ricche e generose familiae romane, basti ricordare che donarono a Roma la strada consolare, la via Aemilia, che tutt'oggi usiamo, almeno nel tracciato romano, oltre a molti altri ed importanti edifici sia pubblici che privati.
“A buon diritto, dunque, si può proporre la formula la ‘Roma degli Emili’ per indicare lo sviluppo della città nel periodo delle guerre d’Oriente. Ma va sottolineata la vocazione a una progettualità globale, che incide in modo profondo su tutte le forme, antiche o nuove, dell’architettura pubblica del tempo: sacra in vari esempi, incluso il tempio capitolino e altri templi di nuova costruzione in circo e campo, annonaria e commerciale, con il Porticus Aemilia (più controversa è la cronologia del pons lapidens, il primo ponte di pietra della città che pure prenderà il nome dagli Emili); infine forense, nella forma della basilica”
(F. de Caprais e F. Zevi - Roma Imperiale).
La Basilica Aemilia fu sicuramente l’edificio più prestigioso, di uso statale e quindi perenne, riccamente ornata e decorata, per la celebrazione della famiglia al presente e ai posteri. Gli Emili furono tra le famiglie più antiche, nobili e attive, sia nella costruzione di edifici e monumenti onorari, sia per il glorioso passato che vantava.
Essi si proclamavano di lontana origine troiana, innalzando a loro capostipite Mamerco, il figlio del re Numa Pompilio. secondo una variante invece Mamerco sarebbe stato figlio di Pitagora e avrebbe insegnato a Numea Pompilio, il II re di Roma. Si trattava comunque di nobilissima estrazione, ormai quasi leggendaria.
Gli Emili ebbero un ruolo di primo piano nella prima metà repubblicana e furono una delle famiglie più presenti nelle massime magistrature, i suoi membri infatti ricoprirono il consolato per ben 55 volte.
BASILICA EMILIA |
BASILICA EMILIA
La prima basilica fu costruita probabilmente tra il 210 e il 195 – 191 a.c. In una seconda fase un nuovo edificio fu costruito dal censore del 179 a.c. Marco Fulvio Nobiliore con il nome di Basilica Fulvia. Dopo la morte del censore fu completata dal suo collega Marco Emilio Lepido. Dopo di che, numerosi esponenti della “Gens Aemilia” ne curarono i restauri, nel 78 a.c., 54, 34, 22 e 14 a.c., perdendo il nome di Basilica Fulvia e assumendo quello di Basilica Emilia.
La sua facciata era composta di due ordini sovrapposti di sedici arcate, sostenute dai pilastri con semicolonne, che creavano un portico anteriore. Da tre ingressi si accedeva all’interno, diviso in quattro navate e ampio m 10x29.
Nel 55 a.c., ad opera di Lucio Emilio Lepido Paolo, altro figlio del console del 78 a.c. Marco Emilio Lepido e fratello del triumviro, si avviò la costruzione di una nuova basilica che aveva come finanziatore Caio Giulio Cesare. Fu inaugurata dal figlio omonimo di Lepido nel 34 a.c. con il nome di Basilica Pauli.
La basilica fu distrutta da un incendio nel 14 a.c. e ricostruita per volere di Augusto. La ricostruzione terminò nel 22 d.c. e oltre a notevoli lavori di ampliamento e di rafforzamento della struttura, fu allargato il portico che fu dedicato a due nipoti dell’imperatore, Caio Cesare e Lucio Cesare.
Sotto l’imperatore Carino subì un incendio e nel 283 venne restaurata. Probabilmente durante il sacco di Roma nel 410 ad opera del vandalo Alarico la basilica fu distrutta da uno spaventoso incendio nel quale le monete dei banchi dei cambiavalute che dovevano aver sede nell’edificio furono fuse sul pavimento di marmo e sono tutt’ora visibili.
Una parte del portico augusteo era ancora intatto nel cinquecento e il suo ordine dorico fu imitato nella chiesa di San Biagio a Montepulciano da Antonio Sangallo il Vecchio. Gli ultimi resti furono distrutti per la costruzione del palazzo Torlonia che sorgeva in via della Conciliazione.
La Basilica degli Emili fu scavata negli anni trenta del novecento e fu in parte rimontata sfruttando i resti delle colonne tardo–imperiali ritrovate.
PORTICUS AEMILIA |
PRAENOMINA AEMILII
Gli Aemilii utilizzarono regolarmente il praenomina Mamerco, Lucio, Manio, Marco e Quinto. I Mamercini Aemilii utilizzarono anche Tiberio e Gaio, mentre gli Aemilii Lepidi, che prediligevano nomi insoliti e vecchi, usarono Paullo, presumibilmente con riferimento alla famiglia del Paulli Aemilii, che era morto da quasi un secolo. Le figlie del Aemilii ebbero i praenomina numerici Prima, Secunda, Tertia e, anche se questi sono spesso trattati come cognomina.
COGNOMINA AEMILII
La più antica Stirpe degli Emilii, risalente al periodo delle guerre sannitiche, usò come cognomen Mamercus e pure il diminutivo Mamercinus. Altri rami principali, tra cui Papi, Barbulae, Paulli, e Lepidi, risalgono allo stesso periodo, forse discendenti dei Mamercini. I Paulli Aemilii scomparvero invece con la morte di Lucio Emilio Paullus, che conquistò la Macedonia nel 160 a.c. I suoi figli, anche se adulti, vennero adottati nelle familiae dei Fabii Maximi e dagli Scipiones Cornelii.
La famiglia dei Lepidi Aemilii divenne importante dal III sec. a.c. fino all'epoca imperiale. Nel I sec. a.c. adottarono alcuni vecchi nomi, tra cui il praenomina Mamercus e Paullus, e la Paullus cognomina e Regillo.
Gli Scauri Aemilii fiorìrono dall'inizio del II sec. a.c. all'inizio I sec. d.c..
La Buca cognomina e Regillo appartennero a famiglie di breve durata. Altri cognomi si trovano in età imperiale.
I VARI RAMI
EMILII BARBULAE
- Quinto Emilio Barbula - console nel 317 e 311 a.c. Livio racconta che il console Quinto Emilio Barbula, conducendo operazioni militari sul confine tra Apulia e Lucania insieme all’altro console, nel 317 a. c., avrebbe conquistato un centro indigeno fortificato, chiamato Nerulum.
- Lucio Emilio Barbula - figlio maggiore di Quinto, console nel 281, ricevette il comando durante le guerre sannitiche. Lo stesso anno invase e conquistò Taranto scatenando la campagna d'Italia da parte di Pirro re d'Epiro. Nel 280 ebbe una ricompensa per le vittorie ottenute contro Taranto e contro i Sanniti.
- Marco Emilio Barbula - figlio di Lucio Emilio Barbula, console nel 230 a.c.
EMILII BUCI
- Lucio Emilio Buca - questore ai tempi di Lucio Cornelio Silla .
- Lucio Emilio Buca - nominato nel 54 a.c. quadrumviro monetario di Giulio Cesare.
EMILII MAMERCI
- Lucio Emilio Mamerco - È il più vecchio rappresentante conosciuto della gens Aemilia, e il primo membro della sua gens a ottenere la carica di console.
Lucio Emilio venne eletto console nel 484 a.c. insieme a Cesone Fabio Vibulano, della gens Fabia e fratello di Quinto, console dell'anno precedente, colpevole agli occhi della plebe di non aver diviso il bottino di guerra con i soldati, rese furente la plebe, determinando rivolte a Roma:
"Dopo una vittoria sui Volsci e sugli Ernici, privarono i soldati del bottino. Tutto ciò che fu tolto al nemico il console Fabio lo mise all'incanto e ne trasferì i proventi nelle casse dello Stato. Il nome dei Fabi era impopolarissimo proprio a causa di quest'ultimo console" (Tito Livio - a.u.c)
Ma le sedizioni si placarono per lo scoppio della guerra contro i Volsci ed Emilio, cui fu affidato il comando contro Volsci ed Equi, conseguì una brillante vittoria, procurando al nemico grandi perdite soprattutto nella ritirata, come narra Dionigi, Emilio però fu sconfitto di fronte alle porte di Anzio, per cui si vergognò di rientrare in città quando si dovevano tenere i comitia.
Nel 478 a.c. divenne console per la seconda volta insieme a Gaio Servilio Strutto Ahala. Poiché i Volsci e gli Equi, con alleati i Tirreni, volevano invadere il territorio romano, il Senato inviò Lucio Emilio contro i Tirreni e Gaio Servilio contro i Volsci, e il proconsole Servio Furio contro gli Equi. Ognuno dei tre al comando di due legioni e di truppe di Latini, Ernici ed altri alleati. Ma mentre Gaio Servilio aveva subito numerose perdite di romani, Lucio Emilio sconfisse in breve tempo i Veienti costringendoli a trattare la pace. Il console firmò un trattato con i Veienti, le cui condizioni vennero considerate dal Senato troppo favorevoli al nemico sconfitto, e di conseguenza si vide negato l'onore del trionfo, con sua grande rabbia.
Il Senato lo inviò poi in soccorso del collega, sperando di cancellarne il risentimento, ma l'altro non accettò e si dimise dall'esercito congedando le truppe a lui affidate. Fu console per la terza volta nel 473 a.c. Dionigi narra che nel 470 a.c., durante il consolato del figlio Tiberio, sostenne la legge agraria, manifestando ostilità contro quel Senato che anni prima gli aveva negato il trionfo. - Tiberio Emilio Mamerco - Tiberio Emilio del ramo Mamercino (o Mamerco), figlio di Lucio Emilio Mamercino. Fu eletto console nel 470 e 467 a.c.
Fu eletto console la prima volta nel 470 a.c. e i due consoli vennero inviati a combattere, Tiberio contro i Sabini e Lucio contro gli Equi. Romani e Sabini finirono si fronteggiarono senza però combattersi, e infine ognuno tornò a casa sua. Eletto console una seconda volta nel 464 a.c. con Quinto Fabio Vibulano, appoggiò nuovamente la legge agraria. Nuovamente si opposero i senatori ed i proprietari terrieri; Quinto Fabio propose allora di distribuire alla plebe le terre sottratte ai Volsci l'anno prima, fondando una colonia nei pressi di Antium. La soluzione mantenne la pace sociale, ma scontentò la plebe che non voleva lasciare Roma, tanto che in pochi aderirono e una parte delle terre venne distribuita agli Anziati. Anche nel suo II consolato Tiberio marciò contro i Sabini, ma non trovando alcun esercito da combattere, si limitò a devastarne i territori. Venne eletto console per la III volta e si dibattè nuovamente la questione della ripartizione della terra. Entrambi i consoli si mostrarono favorevoli, Tiberio in odio verso il Senato che aveva negato al padre il trionfo per la vittoria sui Veienti del 478 a.c. La richiesta fu però respinta dal Senato, in particolare per l'opposizione di Appio Claudio, console nell'anno precedente. I tribuni cercarono allora di vendicarsi portando in processo Appio Claudio con varie accuse, ma il processo non ebbe luogo perchè Appio morì, secondo Tito Livio di malattia, ma oggi si pensa al suicidio. - Mamercus Emilio Mamercino - dittatore nel 437, 433 e 426 a.c.
- Manio Emilio Mamercino - console nel 410 a.c.
- Caio Emilio Tiberio Mamercino - consulari tribunus militum potestate nel 394 e 391 a.c..
- Lucio Emilio Mamercino - consulari tribunus militum potestate nel 391, 389, 387, 383, 382, 380 e 377 a.c.
- Lucio Emilio Mamercino - console nel 366 e 363 a.c.
- Lucio Emilio Mamercino - magister equitum nel 352 a.c.
- Lucio Emilio Mamercinus Privernas -
- Tiberio Emilio Mamercino - console nel 339 a.c..
- Mamerco Emilio Lepido Liviano ( ... – ...) fratello di Marco Livio Druso, che ricoprì la carica di tribuno e figlio di Marco Livio Druso (console), che invece ricoprì la carica di console. Fu adottato dalla famiglia degli Aemilii Lepidi. Sposò Cornelia Silla, figlia di Lucio Cornelio Silla. Ricoprì la carica di console nel 77 a.c., l'anno successivo alla morte di Silla, e probabilmente quella di princeps senatus.
CLIVIUS SCAURI |
EMILII LEPIDI
- Marco Emilio Lepido - console nel 285 a.c..
- Marco Emilio Lepido - console nel 232 a.c., e forse anche suffectus nel 220.
- Marco Emilio Lepido - pretore nel 218 a.c.
- Lucio Emilio Lepido - figlio del console del 232 a.c..
- Quinto Emilio Lepido - figlio del console del 232 a.c..
- Marco Manio Emilio - figlio di Lepido, pretore nel 213 a.c.
- Marco Emilio Lepido - console nel 187 e 175 a.c., pontefice massimo e censore nel 179 a.c. costruì (189 - 187 a.c) la via Emilia che congiungeva Rimini a Piacenza, per un percorso complessivo di 280 Km. La Colonia Placentia, che era circondata dai galli boi che, nonostante sconfitti, non avevano voluto firmare la pace con Roma che decise allora di realizzare una strada militare fino a Placentia per far spostare velocemente le legioni onde reprimere eventuali rivolte. Marco Emilio Lepido durante il consolato sconfisse i liguri, facendo voto di erigere un tempio a Giunone e, durante la censura, dedicò il tempio di Giunone Regina al Campo Marzio. La città di Reggio Emilia si chiamava in età romana Regium Lepidi in suo onore. Ebbe una intensa attività diplomatica per conto del Senato, tra cui l’Egitto dove instaurò stretti rapporti con la dinastia tolemaica. L’intervento di Lepido fu decisivo nella conquista della Gallia Cisalpina, dove operò durante i suoi due consolati e dove favorì l’insediamento di numerosi cittadini romani. Morì nel 152 a.c.
- Emilio Marco Lepido - console nel 158 a.c.
- Marco Emilio Lepido - tribuno militare contro Antioco III nel 190 a.c.
- Marco Emilio Porcina - console nel 137 a.c.
- Marco Emilio Lepido - console nel 126 a.c.
- Quinto Emilio Lepido - probabilmente figlio del tribuno militare del 190 a.c.
- Marco Emilio Lepido - console nel 78 a.c. Nobile ambizioso, appoggiò il regime di Cinna negli anni 80, ma poi si legò a Silla e accumulò ricchezze durante le proscrizioni. Silla diffidava di lui, ma Lepido ottenne il consolato del 78 mediante l’aiuto di Pompeo. Dopo la morte di Silla, da console, fece abrogare la costituzione sillana per abolire le confische del dittatore, riscuotendo consenso. Appoggiato dalle truppe della Gallia Cisalpina, marciò su Roma ma fu sconfitto nel 77 da Catulo e Pompeo. Si rifugiò in Sardegna, dove morì mentre i suoi soldati passavano in Spagna per unirsi a Quinto Sertorio contro le innumerevoli legioni inviate dal Senato di Roma.
- Marco Emilio Lepido, figlio del precedente, console nel 46 e 42 a.c., triumviro dal 43 al 46 a.c.., pontefice massimo dal 44 al 12 a.c.. patrizio, legato a Caio Giulio Cesare, pretore nel 49, ebbe il governo della Spagna Citeriore nel 48 e fu quindi console nel 46 e magister equituum dello stesso Cesare nel 45 - 44. Dopo Marco Antonio era l’uomo più potente della fazione cesariana. Nel 43 il suo intervento armato in appoggio di Marco Antonio dopo la battaglia di Modena fu determinante per la costituzione del II triumvirato con Antonio e Ottaviano, assicurandosi anche una seconda provincia spagnola. Nel 42 ottenne un secondo consolato. Dopo la sconfitta di Bruto e Cassio, la nuova spartizione seguita a Filippi (42) determinò il calo della sua influenza nel triumvirato. Nel 39 con gli accordi di Miseno, ebbe solo l’Africa e la Numidia, venne privato della Spagna e della Gallia, mentre furono respinte le sue pretese sulla Sicilia. Tuttavia nel 36 riuscì a trasferire 16 legioni in Sicilia per aiutare Ottaviano contro Sesto Pompeo. Dopo aver accettato la resa della maggior parte delle legioni di Sesto Pompeo, si ritenne abbastanza forte da sfidare Ottaviano.
In Sicilia, tra le due parti, erano ammassate trentasei legioni (150 – 180 mila soldati e un numero imprecisato di ausiliari), pronte ad affrontarsi in una carneficina, invece un esercito vinse ma senza combattere grazie alle diserzioni nell’altro.
Così passarono ad Ottaviano per prime le legioni di Sesto e poi quelle di Lepido, modificando radicalmente i rapporti di forza. Lepido dovette supplicare per avere salva la vita e dovette lasciare triumvirato e proconsolato. Si ritirò a vita privata nel Circeo e conservò soltanto la carica onorifica di pontefice massimo (assunta nel 44) fino alla morte avvenuta nel 12 a.c. Augusto scrisse nelle “Res gestae” di aver mantenuto a Lepido questa carica fino alla morte per poi assumerla egli stesso. - Mamerco Emilio Liviano - console nel 77 a.c.
- Emilia Lepida - del I secolo a.c., figlia di Mamerco Emilio Lepido Liviano (morto nel 62 a.c.), fidanzata a Metello Scipione che poi la respinse. Allora Lepida fu fatta fidanzare con Catone minore, che la stava per sposare. Ma Metello cambiò idea e, più potente di Catone, fece sciogliere il fidanzamento e sposò Lepida. Da lui ebbe dei figli tra cui Cornelia Metella, nata nel 73 a.c., che diventò moglie di Publio Licinio Crasso e poi di Gneo Pompeo Magno.
- Manio Emilio Mamerco Lepido - console nel 66 a.c.
- Emilia Lepida - moglie di Gneo Domizio Enobarbo, console del 32 a.c. Infatti la nipote di Enobarbo, Domizia Lepida, prese il cognomen in onore della nonna. Da Enobarbo Lepida ebbe Lucio, che sposò Antonia maggiore. Morì prima del 31 a.c.
- Lucio Emilio Lepido Paolo - console nel 50 a.c.
- Marco Emilio Lepido - il triumviro, console nel 42 a.c.
- Emilio Lepido Regillo - citato da Cicerone .
- Emilia Lepida - moglie dell'augure Lucio Cornelio Silla, console nel 5 a.c., discendente del dittatore omonimo. Ebbero almeno due figli: Fausto Cornelio Silla, console suffetto nel 31 e Lucio Cornelio Silla Magno.
- Paolo Emilio Lepido - suffectus nel 34 a.c.
- Marco Emilio Lepido - figlio del triumviro; cospiratore per assassinare Ottaviano nel 30 a.c.
- Quinto Emilio Lepido - console nel 21 a.c.
- Lucio Emilio Paullo - console nell'anno I d.c.; cospiratore contro Augusto.
- Emilia Lepida - figlia di Lucio Emilio Paolo, console nell'1, e Giulia minore. Fu la prima bisnipote di Augusto e venne fidanzata a Tiberio Claudio Druso, futuro imperatore Claudio. Il fidanzamento fu sciolto e Lepida sposò Marco Giunio Silano Torquato.
- Marco Emilio Paullo Lepido - console anno 6.
- Manio Emilio Lepido - console nell' 11. Tacito riferisce che Augusto nel suo letto di morte, mentre discuteva dei possibili rivali di Tiberio per la carica di imperatore, lo descrisse come adatto per diventare imperatore (capax imperii), ma "sdegnoso" (aspernantem) del potere supremo. Nel 21 Tiberio lo nominò governatore d'Asia.
- Emilia Lepida - figlia di Marco Emilio Lepido minore e moglie di Publio Sulpicio Quirino. Da giovane fu fidanzata dell'erede di Augusto, Lucio Cesare. Nel 20 fu accusata di adulterio, avvelenamento, consultazione di astrologi, falso nel pretendere il figlio dell'ex marito e tentativo di avvelenare quest'ultimo. Fu sempre difesa dal fratello Manio Emilio Lepido, console dell'anno 11. Fu processata da Tiberio, trovata colpevole e condannata all'esilio
- Emilia Lepida - figlia di Marco Emilio Lepido, console nel 6 e nipote del console Lucio Emilio Paolo. Nonostante la condanna a morte di suo zio, grazie al rango di suo padre in Senato, sposò il cugino di II grado Druso Cesare. Tacito riferisce che durante il loro matrimonio "aveva perseguito il marito con accuse incessanti ". Nel 36, fu accusata di adulterio insieme ad una schiava e si suicidò, "in quanto non vi era alcun dubbio circa la sua colpevolezza" (Tacito, Annales).
- Marco Emilio Lepido - messo a morte da Gaio Giulio Cesare Augusto nel 39.
- Emilia Lepida - figlia di Manio Emilio Lepido, console nell'11 e moglie dell'imperatore Galba, da cui ebbe due figli prima della sua morte. Morì giovane e Galba non si risposò mai. Quando Lepida era in vita, Agrippina minore fece offerte spudorate a Galba, che era devoto a sua moglie e disinteressato, ma la madre di Lepida le diede pubblicamente uno schiaffo.
EMILII PAPI
- Marco Emilio Papo - nominato dittatore nel 321 a.c., subito dopo le Forche Caudine, per attendere all'elezione dei nuovi consoli, (Quinto Fabio Ambusto si era già dimesso per irregolarità nella sue elezioni) si dimise a sua volta, in quanto non riuscì a presiedere all'elezioni consolari.
- Quinto Emilio Papo - console nel 282 e nel 278 a.c. e censore nel 275 a.c., comandò l'esercito romano contro Etruschi e Galli Boi, che sconfisse pienamente ed il castigo inflitto ai Galli Boi fu così pesante, che rimasero tranquilli per ben cinquant'anni.
- Lucio Emilio Papo - Nipote di Quinto Emilio Papo, console nel 225 a.c. con Gaio Atilio Regolo. I Galli si preparavano ad invadere la penisola e il comando fu dato a Papo, mentre il collega doveva sedare la rivolta in Sardegna. Papo pose il proprio comando ad Ariminum, mentre un secondo esercito romano, sotto il comando di un pretore, presidiò l'Etruria. I Galli penetrarono tra le due armate, devastando le terre etrusche e sconfissero l'esercito del pretore ma con l'arrivo di Emilio Papo i Galli si ritirarono, imbattendosi però nell'altro esercito consolare, richiamato dalla Sardegna. Si ebbe così la battaglia di Talamone (225 a.c.) dove, nonostante la morte del console Atilio Regolo, i Galli vennero sconfitti con 40.000 morti e 10.000 prigionieri tra cui il re Concolitano. Emilio Papo invase allora il paese dei Galli Boi, devastandolo. Al suo ritorno gli fu dedicato un trionfo.
- Lucio Emilio Papo - pretore nel 205 a.c, governò la provincia di Sicilia.
EMILII PAOLI
EMILIO LEPIDO INCORONA TOLOMEO V FARAONE D'EGITTO |
- Marco Emilio Paolo - console nel 302 a.c.. Sconfisse le flotte di pirati comandate da Cleonimo, che con la sua flotta disturbava i commerci lungo le coste italiane.
- Marco Emilio Paolo - console nel 255 ac..
- Lucio Emilio Paolo - nipote di Marco, console nel 219 a.c. con Marco Livio Salinatore. Insieme condussero una vittoriosa campagna contro gli illiri in cui sconfisse Demetrio di Faro. Nel 218 partecipò all’ambasceria di Fabio Buteone a Cartagine. Nuovamente console nel 216 a.c.. con il plebeo Gaio Terenzio Varrone durante la guerra annibalica, aveva consigliato invano al collega di disporre le sue truppe sulle alture per contrastare la terribile cavalleria numidica. Ma Varrone prese la scellerata decisione di attaccare Annibale in campo aperto nella famosa battaglia di Canne. Fu una delle più gravi disfatte nella storia dell’esercito di Roma. Lucio Emilio Paolo morì in combattimento.
- Lucio Emilio Paolo Macedonico - console nel 182 e 168 a.c., figlio di Lucio Emilio Paolo e alleato pubblico di Scipione l’Africano. Come pretore nella Spagna Ulteriore (191 – 189 a.c.) sconfisse i lusitani. Come Decemviro per la pacificazione dell’Asia (189), guidò a Roma l’opposizione al trionfo di Manlio Vulsone nel 187. Nel 181 ottenne il trionfo per la sconfitta dei liguri ingauni. Rieletto console nel 168 all’età di 60 anni, ristabilì la disciplina dell’esercito in Macedonia e in poche settimane sconfisse Perseo nella battaglia di Pidna. Nel 161 come proconsole visitò la Grecia e fece spedire in Italia la biblioteca di Perseo. Pare che Lucio Emilio Paolo non approvasse la rigorosa politica del Senato che egli fu costretto a mettere in atto nel 167: 150 mila epiroti furono fatti schiavi e illustri uomini politici greci furono tenuti prigionieri a Roma. Lo racconta Polibio, che però era molto legato alla sua famiglia. Emilio Paolo tornò a Roma per celebrare un grandioso trionfo con Perseo in catene. Gli oppositori politici lo rimproverarono per non aver distribuito con generosità il bottino tra le sue legioni, ma in realtà l’enorme quantità di ricchezze che egli portò a Roma rimpinguavano le casse dello Stato. La sua brillante carriera terminò con una censura nel 164 a.c.; quando morì nel 160, dimostrò di non aver tenuto per sè il bottino saccheggiato in Macedonia. Scipione Emiliano, (185 - 129 a.c.) figlio di Lucio Emilio Paolo, adottato dalla famiglia degli Scipioni da Publio Cornelio, figlio dell’Africano. Dopo aver combattuto a Pidna con il padre (168 a.c) e in Spagna con il console Lucullo come tribuno militare (151) venne eletto console nel 147 con una dispensa dall’età legale ed ebbe il comando della guerra in Africa; qui distrusse la ribelle Cartagine (146), fondando la provincia d’Africa. Polibio, lo storico greco che gli fu maestro e amico, racconta che egli pianse sulle rovine della città. Censore nel 142, Scipione, dopo alcune ambascerie in Oriente, venne rieletto console nel 134 per risolvere la guerra in Spagna, che si trascinava da anni. Distrusse Numanza nel 133 dopo una lunga e tenace resistenza. Aperto ai gravi problemi agrari di Roma, marito di Sempronia, sorella dei Gracchi, si oppose al movimento di Tiberio quando questi si scontrò con gli interessi degli italici ricchi che venivano espropriati. Morì, in seguito ad un infarto, mentre preparava l’intervento al senato che doveva decidere l’esclusione degli italici dalle confische. Per Cicerone fu l’uomo di stato ideale, in cui la raffinata cultura e il valore militare si accompagnavano a un’aristocratica concezione della politica.
- Tertia Emilia Paola - (230-163 a.c.), da bambina dette a suo padre un presagio favorevole, sposò Publio Cornelio Scipione l'Africano, con cui ebbe un matrimonio, secondo Tito Livio, Polibio, e altri storici, molto felice. Valerio Massimo ci dice, invece, che Scipione tradiva la moglie con una ragazza della sua servitù, ma che Emilia non gli portò mai rancore per questo. Ebbe come figlia Cornelia, la madre dei Gracchi.
- Prima Emilia Paola - sposò Quinto Elio Tuberone.
- Secunda Emilia Paola - sposò Marco Porcio Catone Liciniano.
- Lucio Emilio Paolo - console nel 78 a.c. figlio di Marco Emilio Lepido, Appoggiò Cicerone contro Catilina e non si alleò mai con Pompeo Magno. Venne eletto questore nel 59 a.c., edile nel 55 a.c. e console nel 50 a.c. Durante il suo consolato venne corrotto da Giulio Cesare con del denaro con cui fece costruire la basilica Emilia a Roma. Per volere di Cesare fece costruire la basilica Giulia sulle rovine della basilica Sempronia. Paolo si oppose al II triumvirato, e suo fratello ordinò di ucciderlo. Il giorno dell'esecuzione, i soldati gli concessero di fuggire. Paolo si unì a Marco Giunio Bruto che morì suicida nel 42 a.c., comunque venne perdonato da Cesare e poté trascorrere gli ultimi anni di vita a Mileto.
EMILII REGILLI
- Marco Emilio Regillo - († 205 a.c.), Flamine Quirinale soccombente e candidato per il consolato nel 214 a.c.
- Lucio Emilio Regillo - pretore nel 190 a.c, durante la guerra contro Antioco III.
- Marco Emilio Regillo - († 190 a.c), fratello di Lucio Emilio Regillo, morto nel corso della guerra contro Antioco.
EMILII SCAURI
- Lucio Emilio Scauro - ufficiale della flotta romana durante la guerra contro Antioco III nel 190 a.c.
- Marco Emilio Scauro - (163 - c. 89 a.c.), console nel 115 e 107 a.c., e princeps senatus. Combatté con successo in Liguria. Sposò Cecilia Metella che alla sua morte sarebbe diventata moglie del dittatore Silla. Insieme al Console Lucio Calpurnio Bestia, di cui era legato in Africa nel 111, concluse con Giucurta, re della Numidia, una pace che diede adito a sospetti di corruzione. Censore nel 109, costruì la via Emilia transappenninica e ricostruì il Ponte Milvio. Morì nell’89 a.c
- Marco Emilio Scauro - (I sec. a.c.), legato di Pompeo a Damasco fino al 61 a.c. condusse una campagna militare contro il re dei nabatei, Arcta. Ricoprì la carica di edile nel 58; organizzò grandiosi giochi e costruì imponenti opere pubbliche; benché ricchissimo le spese affrontate lo costrinsero a pesanti debiti. Propretore in Sardegna, la sua amministrazione nell’isola gli procurò un’accusa di concussione, ma ne fu assolto per la difesa di Cicerone. Sottoposto nuovamente a processo (52), fu condannato e dovette andare in esilio.
- Marco Emilio Scauro - pretore nel 56 a.c..
- Emilio Scauro Scauro - († 101 a.c), combatté contro i Cimbri sotto Quinto Lutazio Catulo .
- Marco Emilio Scauro - sostenitore di Marco Antonio.
- Mamercus Emilio Scauro - (34 d.c.), oratore e poeta, due volte accusato di majestas.
Altri
- Emilia - virgo Vestalis, che miracolosamente ha riacceso la fiamma sacra con un pezzo della sua veste.
- Emilia - virgo Vestalis, messa a morte per incesto in 114 a.c..
- Ceso Emilio - ingegnere militare di data incMarco Emilio Avianus - amico di Cicerone, e il patrono di Avianus Evandro e Avianus Hammonius.
- Emilio Macer - († 16 a.c.), un poeta di Verona morto in Asia, amico di Virgilio, Tibullo e Ovidio. Secondo Tibullio fu poeta elegiaco d’amore, ma soprattutto poeta didascalico. Ha scritto di uccelli, serpenti e piante medicinali.Emilio Macer (3 ° secolo), giurista vissuto al tempo di Marco Aurelio Alessandro Severo .
- Emilio Sura - annalista, probabilmente contemporaneo di Marco Velleio Paterculus .
- Emilio Rufo - prefetto della cavalleria sotto Gneo Domizio Corbulone in Armenia.
- Emilio Pacensis - tribuno della coorte, alla morte di Nerone nel 69 d.c. morì combattendo contro Aulo Vitellio .
- Emilio Asper - II sec., grammatico e commentatore di Publio Terenzio Afro e Publius Vergilius Maro .
- Emilio Asper Junior - II sec., grammatico e autore di Ars Grammatica.
- Emilio Papinianus - (141-212), giurista.
- Marco Emilio Emiliano - ( 206-253), governatore della Pannonia e Mesia, proclamato imperatore nel 253, ma ucciso dai suoi soldati.
- Emilio Magnus Arborius - (IV sec.), poeta e amico dei fratelli di Costantino .
- Emilio Parthenianus - storico, ha dato un resoconto delle varie persone che aspiravano alla tirannide.
- Emilio Probo - fine IV sec., grammatico, erroneamente ritenuto l'autore del Imperatorum Excellentium Vitae di Cornelio Nepote .
- Blossio Emilio Draconzio - fine V sec., poeta cristiano.
BIBLIO
- D. Bowder - Dizionario dei personaggi dell'antica Roma - Newton Compton editori - 2001 -
- Teodoro Amayden - Storia delle famiglie romane - Collegio Araldico di Roma - Vol. I -
- Andrea Frediani, Sara Prossomariti - Le Grandi Famiglie di Roma Antica - Roma - Newton Compton Editori - 2014 -
- Teodoro Amayden - Storia delle famiglie romane - Collegio Araldico di Roma - Vol. I -
- Andrea Frediani, Sara Prossomariti - Le Grandi Famiglie di Roma Antica - Roma - Newton Compton Editori - 2014 -
- Edward Gibbon - Nomina Gentesque Antiquae Italiae - 1763-1764 -
- Mario Enzo Migliori - L’Origo Gentis Romanae. Ianiculum e Saturnia - 2015 -
- Mario Enzo Migliori - L’Origo Gentis Romanae. Ianiculum e Saturnia - 2015 -
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