L'Interrex era una istituzione del diritto romano, ma comune ad altri popoli latini e italici, nata in età regia (753 al 509 a.c.) ed evolutasi in età repubblicana, per la quale, quando veniva a mancare il potere supremo dello Stato romano, questo veniva esercitato da un Interrex per un periodo limitato di tempo. L'istituto non è specificamente romano, ma di origine antichissima, e perdurò sino alla fine della costituzione repubblicana: l'ultima traccia sicura è del 43 a. c.
Specificatamente, nel diritto romano arcaico, ogni qualvolta il rex veniva a mancare, il potere veniva attribuito ai patres, cioè ai membri del Senatus che però lo esercitavano a turno ogni cinque giorni. Così i membri del Regium Consilium, cioè il senato, suddiviso per l'occasione in dieci decurie, si intercambiavano ogni 5 giorni per evitare che qualcuno di loro si affezionasse troppo alla carica e vi restasse impigliato tentando un colpo di stato. L’interregnum poteva nel complesso avere una durata varia da 5 a 500 giorni, entro i quali si doveva nominare un nuovo re.
L'istituto, sorto nel periodo monarchico, fu applicato nel periodo repubblicano soltanto alle magistrature patrizie: esso non fu mai esteso ai magistrati plebei né ai promagistrati, tanto più che
l'imperium era connesso con gli auspicia, i quali spettavano solo ai magistrati patrizi.
Ma l'interregnum cessa quando si sia riusciti a far nominare anche un solo console, in quanto la nomina del secondo avviene per opera del console nominato, e non già per opera dell'interrex.
ETA' REPUBBLICANA
Nella Roma repubblicana l'interrex,serviva dunque unicamente per convocare i comitia centuriata, le assemblee popolari della Res Publica Romana, col fine di eleggere i nuovi consoli o i nuovi tribuni consolari, quando i loro predecessori non avevano potuto provvedere essi stessi durante il loro mandato.
Ogni interrex manteneva l'incarico per soli cinque giorni, come durante il periodo regio (753 - 509 a.c.); qualora, passati i cinque giorni, l'elezione non si fosse ancora tenuta, l’interrex designava il suo successore, al quale trasmetteva il suo imperium e si dimetteva. Gli interreges si succedevano in questo modo finché i nuovi magistrati non venivano eletti.
L'interrex romano era un magistrato che esercitava le sue funzioni provvisoriamente, in caso di vacatio della magistratura suprema; cioè in caso di morte del re, o nel caso in cui, pur non essendo morto avesse cessato dalla carica senza designare il suo successore. Il trono romano infatti non era ereditario ma veniva eletto dal popolo o designato dall'ultimo re.
GLI AUSPICIA
l'imperium era connesso con gli auspicia, i quali spettavano solo ai magistrati patrizi.
Caduti i reggenti, auspicia ad patres redeunt, cioè all'insieme dei senatori patrizi che esercitano collegialmente imperium e auspicium, finché non abbiano designato di tra essi chi debba esercitare l'interregnum.
Gli interreges riunivano nelle loro mani la somma dei poteri, quali spettavano al re nel periodo primitivo o ai consoli nella prima fase repubblicana, anteriormente alla creazione della pretura e delle altre magistrature. L'interrex poteva quindi esercitare il comando militare e la giurisdizione, convocare i comizi e il senato, e aveva quindi per insegne i dodici fasci del console.
E' interessante riflettere sulle matrici delle parole. Il re è il rex, cioè colui che regge, ma la rex è "la Cosa Pubblica" sorretta dal re. La Cosa è l'insieme delle cose cui il re provvede, cioè il potere amministrativo, legislativo ed esecutivo, coadiuvato nella cosa religiosa dal Rex Sacrorum, cioè colui che si occupa (regge) delle cose sacre.
La parola reggente deriva da rex, come pure la Repubblica è la Rex Publica, indicando un legame privilegiato e indissolubile tra il re e il benessere pubblico. Questo concetto sarà molto chiaro nelle prima monarchia, almeno finchè il potere non degenerò con i re etruschi, tanto che i romani, abituati a monarchi molto attenti alla salute del popolo, di fronte alle brame di potere dei re si ribellarono e li scacciarono.
Cicerone (106-43 a.c.) in un famoso passo del "De natura deorum", del 45 a.c., aveva definito i "religiosi ex relegendo", essendo costoro "qui autem omnia, quae ad cultum deorum pertinerent, diligenter retractarent et tamquam relegerent" («coloro che riconsideravano con cura e, per così dire, ripercorrevano tutto ciò che riguarda il culto degli Dei furono detti religiosi da relegere», De nat. deor. II 28, 72). Il culto degli Dei e pertanto il modo di rivolgersi a loro e ottenere la loro benevolenza o i loro responsi è basilare per i romani, senza "auspicia" non si fa nulla, pena calamità e sconfitte provenienti dalle divinità adirate.
LA DESIGNAZIONE DELL'INTERREX
La designazione (prodere interregem) avveniva in seguito ad accordo tra i patres (secondo altri accenni della tradizione sarebbe stata fatta per estrazione a sorte), ma, in ogni modo, pare da escludere che la scelta del primo interrex avvenisse auspicato, e ciò spiegherebbe la ragione per cui il primo interrex non poteva procedere all'elezione dei magistrati.
La designazione (prodere interregem) avveniva in seguito ad accordo tra i patres (secondo altri accenni della tradizione sarebbe stata fatta per estrazione a sorte), ma, in ogni modo, pare da escludere che la scelta del primo interrex avvenisse auspicato, e ciò spiegherebbe la ragione per cui il primo interrex non poteva procedere all'elezione dei magistrati.
Invece sembra che il primo interrex, che non poteva durare più di cinque giorni, si affrettasse a designare, dopo aver preso gli auspicia su di lui, il suo successore, il quale, essendo nominato auspicato (cioè ascoltati gli auspici), poteva scegliere i consoli o il dittatore.
L'interrex aveva ricevuto pertanto un mandatum, cioè un contratto consensuale che obbligava un soggetto (mandatàrius) ad eseguire uno o più atti giuridici per conto di un altro soggetto (mandàtor), dove il mandatarius era l'interrex e i mandatores erano i senatori, ma dove l'interrex uscente diventava mandator del successivi interrex che diveniva mandatarius.
L'interregnum cessa non appena sia avvenuta la renuntiatio, cioè il recesso unilaterale dell'interrex, non appena abbia luogo l'annuncio dell'esito della votazione comiziale intorno ai nomi proposti. Pertanto il ripristino della magistratura ordinaria provoca la renuntiatio dell'interrex con impossibilità di coesistenza tra le due istituzioni.
Ma l'interregnum cessa quando si sia riusciti a far nominare anche un solo console, in quanto la nomina del secondo avviene per opera del console nominato, e non già per opera dell'interrex.
ETA' REPUBBLICANA
Durante la repubblica, anche dopo la creazione della pretura, l'interregno venne applicato anche quando ambedue i consoli fossero mancati. È vero che, essendo coperta la pretura, non si trattava di vacatio della magistratura suprema, ma, siccome il pretore non poteva né disporre per la nomina dei consoli né procedere alla nomina di un dittatore, e quindi in ogni caso al termine della carica del pretore si sarebbe dovuto procedere all'interregnum, invalse l'uso che, venuti meno i consoli, anche il pretore deponesse la carica e si procedesse all'interregnum.
Nella Roma repubblicana l'interrex,serviva dunque unicamente per convocare i comitia centuriata, le assemblee popolari della Res Publica Romana, col fine di eleggere i nuovi consoli o i nuovi tribuni consolari, quando i loro predecessori non avevano potuto provvedere essi stessi durante il loro mandato.
L'eletto riceveva l’imperium, che gli dava diritto di verificare se gli auspicia fossero favorevoli. E del resto l’interregnum si fondava proprio sul principio che, anche in caso di morte del sovrano, ci fosse continuità negli auspicia, i quali "redeunt ad patres" (tornano ai patres del Senato), i soli che abbiano il diritto di contattare gli Dei per la salus di Roma.
Insieme agli auspicia tornava ai "padri" anche l’auctoritas patrum. Con il termine autorità (auctoritas, da augeo, accrescere) si intende quell'insieme di qualità proprie di una istituzione o di una singola persona alle quali gli individui si assoggettano volontariamente per realizzare degli scopi comuni.
Spesso è usato come sinonimo di potere, che però si riferisce all'abilità nel raggiungere determinati scopi mentre il concetto di "autorità" comprende la legittimazione, la giustificazione ed il diritto di esercitare quel potere.
Spesso è usato come sinonimo di potere, che però si riferisce all'abilità nel raggiungere determinati scopi mentre il concetto di "autorità" comprende la legittimazione, la giustificazione ed il diritto di esercitare quel potere.
LO SCAMBIO DEGLI INTERREGES
Ogni interrex manteneva l'incarico per soli cinque giorni, come durante il periodo regio (753 - 509 a.c.); qualora, passati i cinque giorni, l'elezione non si fosse ancora tenuta, l’interrex designava il suo successore, al quale trasmetteva il suo imperium e si dimetteva. Gli interreges si succedevano in questo modo finché i nuovi magistrati non venivano eletti.
I comitia per eleggere i primi consoli, Lucio Giuinio Bruto e Lucio Tarquinio Collatino, consoli nel 509 a.c., vennero presieduti da Spurio Lucrezio (padre della sventurata Lucrezia), nominato interrex per l'occasione.
A partire dal 482 a.c. gli interreges vennero scelti tra l'intero corpo senatoriale e non solo tra i decem primi, i dieci senatori più autorevoli, come accadeva nel periodo regio. Tuttavia, poiché i plebei non erano ammessi a questa carica, l'elezione veniva decisa dai soli senatori patrizi che si riunivano senza i plebei; per cui, considerando l'influenza che l’interrex esercitava per l'elezione dei nuovi magistrati, i tribuni della plebe si opponevano fieramente alla nomina dell’interrex.
GLI INTERREGES
- Si hanno notizie di interreges fino alla II guerra punica;
- Vennero poi usati al tempo di Silla quando il Senato nominò un interrex per presiedere i comitia per la sua nomina a dittatore, nell'82 a.c..
- Un altro interrex fu nominato nel 55 a.c. per presiedere i comitia in cui furono eletti consoli Pompeo e Crasso.
- L'ultimo interrex di cui si ha notizia è Marco Emilio Lepido nel 52 a.c., l'anno in cui Pompeo venne eletto console unico.
BIBLIOS
- Pietro De Francisci - Sintesi storica del diritto romano - Roma - 1948 -
- Si hanno notizie di interreges fino alla II guerra punica;
- Vennero poi usati al tempo di Silla quando il Senato nominò un interrex per presiedere i comitia per la sua nomina a dittatore, nell'82 a.c..
- Un altro interrex fu nominato nel 55 a.c. per presiedere i comitia in cui furono eletti consoli Pompeo e Crasso.
- L'ultimo interrex di cui si ha notizia è Marco Emilio Lepido nel 52 a.c., l'anno in cui Pompeo venne eletto console unico.
BIBLIOS
- Pietro De Francisci - Sintesi storica del diritto romano - Roma - 1948 -
- Alison E.Cooley - "History and Inscriptions, Rome" - in The Oxford History of Historical Writing - eds. A. Feldherr & G. Hardy - Oxford University Press - Oxford - 2011 -
- Claude Nicolet - Strutture dell'Italia romana, (sec. 3.-1. a.c.) - Roma - Jouvence - 1984 -
- Theodor Mommsen - Diritto pubblico romano - in cinque volumi - 1871-1888 -
- Claude Nicolet - Strutture dell'Italia romana, (sec. 3.-1. a.c.) - Roma - Jouvence - 1984 -
- Theodor Mommsen - Diritto pubblico romano - in cinque volumi - 1871-1888 -
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